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martedì 4 gennaio 2011

I miei film dell'anno 2010 - n. 29 An Education

An Education
(UK)
Regia: Lone Scherfig
Cast: Carey Mulligan, Peter Sarsgaard, Rosamund Pike, Alfred Molina, Olivia Williams, Dominic Cooper, Sally Hawkins, Matthew Beard, Emma Thompson
Genere: educazione sentimentale
Se ti piace guarda anche: Nowhere Boy, Mad Men, A Single Man, Revolutionary Road

Trama semiseria
Primi anni Sessanta. Quasi come Andrea e Giuliano con Licia, al 30enne piacione Peter Sarsgaard capita di incontrare un giorno di pioggia per caso la magnifica Carey Mulligan, una sedicenne inesperta e affamata di vita e di cultura. Insieme i due faranno la dolce vita e andranno insieme a Parigi, fino a che…

Pregi: Carey Mulligan. Carey Mulligan. Carey Mulligan. Lei è il film.
Difetti: la pellicola si regge su una splendida atmosfera primi anni Sessanta alla Mad Men e poi (l’ho già detto??) su Carey Mulligan, ma la sceneggiatura per quanto firmata da Nick Hornby a tratti è deboluccia

Personaggio cult: Jenny alias Carey Mulligan!
Scena cult: Carey Mulligan sotto la pioggia
Canzone cult: “Smoke Without Fire”, Duffy

Leggi la mia RECENSIONE

sabato 18 dicembre 2010

Cotta adolescenziale 2010 - n. 1 Carey Mulligan

Carey Mulligan
Genere: retrò
Provenienza: Londra, Inghilterra
Età: 25
Nel 2010 vista in: An Education, Wall Street – Il denaro non dorme mai, Gli ostacoli del cuore
E sentita in: Write about love dei Belle and Sebastian
Il passato: Orgoglio e pregiudizio, Nemico pubblico, Brothers
La vedremo in: Non lasciarmi – Never Let Me Go, Il grande Gatsby, Drive, Shame
Perché è in classifica: sul grande schermo sa incantare come le dive d’altri tempi
Sul suo stile: Michelle Williams, Amber Tamblyn, Audrey Tautou, Audrey Hepburn

Carey Mulligan ha il fascino da cagnolino tutto bagnato abbandonato in mezzo alla strada che vorresti tirare su e occupartene per il resto della tua e della sua vita. O almeno è pressappoco questo l’effetto che mi ha fatto vederla in “An Education”, una ragazzina confusa degli anni ‘60 alle prese con l’educazione sentimentale in un periodo storico in pieno fermento e in mezzo a diversi cambiamenti radicali. Come l’epoca che stiamo vivendo ora. Poi la senti pure cantare, sempre immersa in quell’atmosfera Sixties, insieme alla band indie definitiva, i Belle and Sebastian, mica ca**i. E poi ancora in “Gli ostacoli del cuore” è una giovincella incinta che deve affrontare la gravidanza con la famiglia del suo ragazzo morto in un incidente stradale. Anche qui fa una gran tenerezza, ma poi la vedi tirare fuori gli attributi quando diventa la figlia di Gordon Gekko. Ed essere figli di Gordon Gekko è un po’ come dire di essere figli di Berlusconi, o anche figli di pu**ana se preferite. In “Wall Street – Il denaro non dorme mai”, uno dei sequel più necessari e riusciti nella storia del cinema, Carey Mulligan è una blogger rivoluzionaria, una sorta di Julian Assange al femminile. Un cagnolino tutto bagnato abbandonato sì, ma che sa anche mordere.



venerdì 24 settembre 2010

Scrivimi d'amore

Belle and Sebastian “Write about love”
Il nuovo disco dei Belle and Sebastian mi ha fatto un po’ lo stesso effetto del film “An Education”. Si ascolta con piacevolezza ma senza sconvolgere particolarmente, non subito almeno. Eppure, dentro ti lascia qualcosa. Un retrogusto anni Sessanta buono, ecco. Sensazioni analoghe alla visione della pellicola inglese.
“Write about love” probabilmente non verrà ricordato come il miglior album dei Belle and Sebastian, gruppo scozzese cult assoluto nonché forse LA indie band per eccellenza (insieme ai Pavement). Ma questo solo perché il gruppo scozzese di dischi grandiosi ne ha già registrati troppi.

Per provare a colmare la sua assenza, il leader Stuard Murdoch oltre ad avvalersi della gradevole Sarah Martin (alias Isobel Campbell 2.0) ha così reclutato due ospiti illustri. Norah Jones in “Little Lou, Ugly Jack, Prophet John” è talmente a suo agio che il pezzo sembra suo; fa uno strano effetto sentire cantare Norah su un album dei B&S, ma la canzone è tra le cose più notevoli della raccolta. L’altra guest-star è Carey Mulligan. Sì, l’attrice nominata agli Oscar proprio per il citato “An Education” canta nel primo singolo e pezzo che dà il titolo al disco intero: “Write About Love”.
E allora tutto torna. Questa è una nuova education sentimentale firmata Belle and Sebastian, stavolta non da colpo di fulmine immediato, da infatuazione che cresce nel tempo invece.
Ma pur sempre di amor si tratta.
(voto 7,5)


lunedì 8 febbraio 2010

We don't need (an education)

An Education (2009)

Regia: Lone Scherfig
Cast: Carey Mulligan, Peter Sarsgaard, Rosamund Pike, Alfred Molina, Olivia Williams
Song: Duffy "Smoke Without Fire"

Racconto di formazione femminile piuttosto classico con sceneggiatura a firma Nick Hornby (non da un suo romanzo, però) molto ben interpretato dalla rivelazione Carey Mulligan e da tutto il cast.

L’ambientazione primissimi anni ’60 affascina. È un territorio poco esplorato, quello appena antecedente l’esplosione del pop e della Beatles mania. L’Inghilterra su un piano estetico appare in una maniera neanche troppo differente da quella attuale, con le sue rassicuranti villette a schiera e le ragazzine in divisa da college privato. A livello socio-culturale è però tutto un altro mondo. La musica rock e la cultura pop hanno cambiato nel profondo un paese palloso e tradizionalista che viveva nell’attesa che accadesse qualcosa. Qualcosa poi è accaduto.
Sarà che in Italia i Beatles e i Rolling Stones non ce li abbiamo avuti, sarà che il Vaticano proprio non riusciamo a scrollarcelo via dalla spalle (e dalle palle), ma i fermenti vivi degli anni Sessanta/Settanta sono stati solo un venticello che ha agitato le acque ma che oggi sembra aver esaurito la sua portata rivoluzionaria. Perché una rivoluzione vera in Italia non c’è mai stata e, se anche c’è stata, la controrivoluzione mediaset ci ha riportati punto e a capo. Siamo finiti sulla casella “ripassa dal via”. Abbiamo ancora la possibilità di tirare i dadi, ma la partita si è fatta davvero dura.
L’Inghilterra è un paese profondamente cambiato, rispetto ai primi Sixties di “An Education”. Basta farsi un giro per le English streets o dare un occhiata alla serie tv “Skins”. L’Italia è un paese cambiato solo su un piano estetico (lì siamo fermi agli anni Ottanta), ma dentro è forse ancora più radicato nelle sue stupide tradizioni e nel suo bigottismo di facciata rispetto ad allora. Il tempo non solo si è fermato. Le lancette sono tornate indietro. Basta farsi un giro per le Italian streets e sentire ciò che dice la gente o accendere la tv su un qualunque canale. Sembra quasi di essere tornati agli anni Trenta.

Alla fine non ho parlato molto, anzi quasi per niente, del film. Buono, non eccelso ma comunque “educativo”, come dice il titolo, e in grado di stimolare parecchie riflessioni. We don’t need no education? Maybe yes.

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