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venerdì 4 dicembre 2015

7 Days in Blog





Questo è il vero resoconto di come è nato “7 Days in Blog”, il post dalla gestazione più lunga nella storia di internet: ben 7 giorni.

Giorno 1
Secondo quanto narra la Leggenda, Cannibal Kid si mise alla visione di 7 Days in Hell un lunedì sera. Trattandosi di un mediometraggio della durata di appena 40 minuti, pensava che avrebbe avuto il tempo di passare alla scrittura della recensione al termine della visione e realizzare un post molto velocemente, ma non ce la face. Rimase troppo sconvolto dal finale shock della pellicola. Le lacrime glielo avrebbero impedito. E poi si addormentò come un sasso e scrivere da addormentato è un po' difficile...

Giorno 2
Cannibal Kid venne svegliato alle prime luci dell'alba, la Leggenda dice testualmente da un “chicchirichì di un gallo”, anche se il “celebre” (sempre secondo la Leggenda) blogger non viveva in campagna e quindi non si capisce bene da dove potesse provenire un simile suono. Armato di una brocca di caffè, Cannibal Kid si mise al lavoro. Da dove partire, per parlare di un simile capolavoro, nonché di una pellicola di enorme complessità come 7 Days in Hell, un mockumentary dedicato alla (finta?) partita di tennis più lunga nella storia del tennis?
Da dove partiva di solito: dai dati tecnici del film.

7 Days in Hell
(film tv, USA 2015)
Rete americana: HBO
Regia: Jake Szymanski
Sceneggiatura: Murray Miller
Cast: Andy Samberg, Kit Harington, Will Forte, Michael Sheen, Fred Armisen, Mary Steenburgen, David Copperfield, Serena Williams, Lena Dunham, Karen Gillan, John Mcenroe, June Squibb, Dolph Lundgren
Genere: sportivo
Se ti piace guarda anche: The Interview, Hot Rod - Uno svitato in moto, Brooklyn Nine-Nine

Immerso nel sudore per lo sforzo compiuto, Cannibal Kid spense soddisfatto il computer. Quella era stata una giornata di lavoro molto produttiva.

mercoledì 27 agosto 2014

CATTIVI VICINI, LA COMMEDIA CROSSOVER





Cattivi vicini
(USA 2014)
Titolo originale: Neighbors
Regia: Nicholas Stoller
Sceneggiatura: Andrew J. Cohen, Brendan O’Brien
Cast: Seth Rogen, Rose Byrne, Zac Efron, Elise Vargas, Zoey Vargas, Ike Barinholtz, Carla Gallo, Dave Franco, Halston Sage, Craig Roberts, Christopher Mintz-Plasse, Jerrod Carmichael, Lisa Kudrow, Hannibal Buress, Andy Samberg, Jake Johnson
Genere: crescere che fatica
Se ti piace guarda anche: Old School, 21 Jump Street, Gli stagisti, Animal House

Io non volevo solo partecipare alle feste. Volevo avere il potere di farle fallire.
Così diceva Jep Gambardella ne La grande bellezza. Così fanno anche Seth Rogen e Rose Byrne in Cattivi vicini. I due sono una giovane coppia che ha appena avuto una figlia. Da quando sono diventati genitori, la loro vita è cambiata. Sono stati costretti a diventare delle persone adulte, responsabili e serie. Più o meno. Quando nella casa accanto alla loro si trasferisce una confraternita universitaria, le cose per loro saranno però destinate a mutare di nuovo. I due parteciperanno a una festa dei nuovi vicini cool capitanati da Zac Efron e poi le cose sfuggiranno loro di mano, parecchio, e si troveranno così a voler vedere fallire i loro party.

Se pensate a una specie di versione americana della pellicola premio Oscar di Paolo Sorrentino, fermatevi subito. Cattivi vicini non è un film arty o d'autore. E' “solo” una commedia caciarona goliardica e volgare. Mi correggo: è La Commedia caciarona goliardica e volgare più divertente dell’anno. Così come ogni estate ha i suoi tormentoni musicali, più o soprattutto meno gradevoli, la stagione più calda (ma dove?) almeno negli USA è sempre segnata da una comedy che spinge un po’ più in là i limiti delle risate. Nelle scorse estati abbiamo avuto Una notte da leoni e Le amiche della sposa, quest’anno il film comico rivelazione è stato questo Cattivi vicini, costato appena $18 milioni e capace di incassarne in patria oltre $150 milioni. Meritati?
Sì, perché Cattivi vicini è un crescendo esplosivo di comicità paragonabile, per livello di esaltazione e goduria che a livello personale mi ha provocato, a Smetto quando voglio o (quasi) a The Wolf of Wall Street. La pellicola parte come film indie su una coppia alle prese con la routine di tutti i giorni, quasi una versione comedy di un altro lavoro recente sempre con Seth Rogen, Take This Waltz. Ben presto si entra invece in un’altra dimensione, tutt'altra dimensione, quella dei teen movies, grazie all’ingresso in scena di Zac Efron e dei suoi amici festaioli.

A questo punto si assiste a un doppio scontro. La prima battaglia è quella combattuta dal come al solito divertente Seth Rogen in coppia con una Rose Byrne da Oscar VS. uno Zac Efron convincente a livello recitativo come non mai. Sarà che la parte dello studente decerebrato e superficiale gli calza a pennello, chissà?
Dall’altra parte abbiamo invece uno scontro tra generi cinematografici differenti: la pellicola indie sulla vita di coppia VS. la pellicola adolescenziale. Un confronto non solo generazionale, ma filmico. Più che uno confronto, un mash-up riuscito, come il mix tra Missy Elliott e Black Keys “Get Ur Freak On Keep Me” suonato in una delle scene più deliranti della pellicola.



Cattivi vicini allora è proprio come questa canzone: una commedia crossover, un film destinato a piacere e a divertire sia i bimbiminkia come me che si esaltano con Project X e American Pie vari, così come un pubblico più adulto che ricorda con nostalgia Animal House. E magari pure Porky’s. Destinato a convincere tanto i giovani Cannibal Kid quanto (forse) i vecchi Mr. James Ford in egual misura.

Cattivi vicini sarà quindi ricordato come uno dei cult movie assoluti di questo 2014?
Solo il tempo ce lo dirà, ma di certo non gli manca nulla. Tre protagonisti in formissima, una colonna sonora bomba che mixa electro, hip-hop e rock, più una serie di scene esilaranti. Senza svelare troppo dico solo: Robert De Niro, mungitura umana e airbag.
Si potrà dire che non è un film che propone chissà quali contenuti, ed è vero solo in parte. Un minimo di riflessioni sulle difficoltà nel crescere e nell’accettare di non essere più dei teen ma delle persone adulte la pellicola le offre. Così come è facile identificare i rapporti problematici con i vicini ai propri, a meno che non abbiate vissuto tutta la vostra vita in un deserto. O a meno che non siate dei ricconi che vivono in una villa isolati dal resto del mondo e in tal caso non era mia intenzione offendervi e già che ci sono vi chiedo di fare una piccola donazione in favore di Pensieri Cannibali. Grazie.
Il merito principale del film in ogni caso è un altro ed è una qualità paradossalmente sempre più difficile trovare in una commedia: far ridere. Far morir dal ridere e divertire dall’inizio alla fine, come un party ben riuscito.
(voto 7+/10)

mercoledì 30 aprile 2014

THE TO DO LIST, IL NYMPHOMANIAC DELLE COMMEDIE AMERICANE




The To Do List
(USA 2013)
Regia: Maggie Carey
Sceneggiatura: Maggie Carey
Cast: Aubrey Plaza, Johnny Simmons, Scott Porter, Bill Hader, Alia Shawkat, Sarah Steele, Rachel Bilson, Andy Samberg, Christopher Mintz-Plasse, Donald Glover, Clark Gregg, Connie Britton, Nolan Gould, Adam Pally, Jack McBrayer
Genere: anni novanta
Se ti piace guarda anche: Easy Girl, C’era una volta un’estate, American Pie, Suxbad, Non è un’altra stupida commedia americana, Ragazze a Beverly Hills

Come forse saprete, mi piace leggermente fare liste. Roba che il protagonista di Alta fedeltà è un pivello al mio confronto. Ispirato dalla visione di The To Do List, pellicola in cui Aubrey Plaza è una liceale che decide di compilare la lista delle “maialate” sessuali da fare prima di andare al college, vi propongo la mia personale lista di cose che vorrei fare, non prima dell’università, che con quella già ho dato, ma prima di morire.

The To Do List Cannibale
  • Farmi almeno una Spice Girl. Posso accettare persino Sporty Spice.
  • Incontrare una come Joe o B di Nymphomaniac su un vagone di Trenitalia.
  • Farmi frustare da Lars von Trier.
  • Fare un motoscafo tra le tette di Kate Upton.
  • Farmi Jennifer Lawrence. Non importa come e non importa quando. Va bene anche quando sarà una vecchia decrepita sul letto di morte.
  • Avere un figlio. Possibilmente con Britney Spears. E poi possibilmente abbandonarlo di fronte a una scuola di magia stile Hogwarts.
  • Farlo con una pornostar. Valentina Nappi, se per caso stai leggendo, questa è una richiesta ufficiale.
  • Organizzare un’orgia party con i Daft Punk che fanno da dj.
  • Partecipare a un Bunga Bunga party e poi essere pagato a vita da Berlusconi per non raccontare quanto successo.
  • Vedere Hollywood che sputtana un mio romanzo/racconto, ma mi copre di denaro mentre mi fotte.
  • Far diventare Pensieri Cannibali un sito più visitato di YouPorn.
  • Guardare il film The To Do List. ✓

L’ultima l’ho messa, così almeno una cosa posso spuntarla subito via dalla lista. The To Do List ho appena finito di guardarlo, dietro consiglio di Valentina che ringrazio, e mi ha esaltato come poche altre pellicole viste negli ultimi tempi. Questo è in pratica il film cannibale per eccellenza. È una commedia teen americana volgare e politically incorrect al punto giusto, ha una protagonista super alternative come la nuova diva indie Aubrey Plaza, ha una colonna sonora bomba ed è ambientato negli anni ’90.
90s is the new 80s. Dopo il revival degli anni ’80 che ormai ci stiamo lasciando alle spalle, adesso è arrivato il momento di ripescare il decennio successivo. Cosa che da una parte mi riempie di gioia, essendo la decade in cui sono cresciuto, e dall’altra mi mette una gran malinconia, visto che significa che sto davvero invecchiando.

The To Do List è tutto quello che si può chiedere a un film teen. Se non mi credete, facciamo una lista delle cose che ci devono essere in una pellicola adolescenziale come si deve e poi vediamo:

  • Tipa nerd che trova un lavoretto estivo che rappresenterà un passo fondamentale nella sua crescita personale ✓
  • Tipa nerd che si innamora del tipo figo ✓
  • Tipo nerd che si innamora della tipa nerd innamorata del tipo figo (Scott Porter delle serie Friday Night Lights e Hart of Dixie) ✓

  • Tipa nerd che poi non è così nerd e si rivela un bel vaccone ✓
  • Tipo nerd interpretato da Christopher Mintz-Plasse ✓

  • La sorella figa (Rachel Bilson, la Summer di The O.C. che qui ha in pratica lo stesso ruolo ed è sempre gnocca uguale) ✓

  • Amiche della protagonista sessualmente più esperte di lei ✓
  • Tipo grunge interpretato dal geniale Andy Samberg ✓

  • Un genitore spaventato all’idea di parlare ai figli di sesso (l’agente dello S.H.I.E.L.D. Clark Gregg) e l’altro che invece non vede l’ora di farlo (la MILF tv per eccellenza Connie Britton, quella delle serie Nashville, Friday Night Lights e American Horror Story stagione 1) ✓
  • Genitori che vedono i figli fare sesso ✓
  • Figli che vedono i genitori fare sesso ✓

The To Do List combina in pratica gli elementi fondamentali delle pellicole ormai super classiche degli anni ’80 di John Hughes, il memorabile Sixteen Candles – Un compleanno da ricordare su tutti, con i filmetti trash goliardici degli anni ’90/primi anni zero come American Pie e Non è un’altra stupida commedia americana. Sembra una puntata di Beverly Hills 90210, però riletta in chiave quasi parodistica ma non del tutto. C’è infatti un grande rispetto per gli anni ’90, citati in continuazione attraverso i poster della protagonista, attraverso gli abiti e le acconciature oggi inguardabili dei vari personaggi, e naturalmente attraverso le canzoni, che vanno dagli Spin Doctors alle Salt-N-Pepa e dai Cranberries a Marky Mark.

"E adesso quale altra lista dovrò inventarmi per superare quelle cannibali?"
C’è un grande rispetto per i 90s, ma allo stesso tempo c’è la voglia di andare oltre. Si può dire che in questo film non c’è niente che non si sia visto nelle pellicole e nelle serie tv di quel decennio e se il protagonista fosse un ragazzo, come il Jimbo di American Pie, sarebbe anche vero. Eppure un fattore di novità c’è. The To Do List è una pellicola profondamente femminista, in cui si va oltre la solita trama da romcom dove la ragazza di turno per raggiungere la vera felicità deve per forza trovare un bravo ragazzo, il grande amore della sua vita, e accasarsi. La protagonista di The To List è invece una ragazza indipendente che scopre a sue spese le gioie, così come i dolori, del sesso. Come Joe di Nymphomaniac, solo che questa è una commedia spassosa e leggera, ci sono meno, diciamo mooolte meno scene esplicite, e l’autore non è un pazzo maniaco geniale come Lars von Trier, bensì la più modesta esordiente Maggie Carey. La regista alle prime armi dimostra di essere dietro la macchina da presa ancora acerba, mentre come sceneggiatrice possiede già una buona consapevolezza dei propri mezzi. Non avrà realizzato la pellicola più originale del mondo, eppure il suo stile è fresco e ricorda quello della Diablo Cody dei primi tempi.
In pratica, The To Do List è la teen comedy più figa vista da molto tempo a questa parte. Oserei quasi dire dagli anni Novanta. Da mettere subito in cima alla lista dei film da vedere.
(voto 7,5/10)


sabato 23 novembre 2013

UN WEEKEND DA BAMBOCCIONI 2, IL RUTTO-STARNUTO-SCOREGGIA MOVIE




Un weekend da bamboccioni 2
(USA 2013)
Titolo originale: Grown Ups 2
Regia: Dennis Dugan
Sceneggiatura: Fred Wolf, Adam Sandler, Tim Herlihy
Cast: Adam Sandler, Kevin James, Chris Rock, David Spade, Salma Hayek, Maria Bello, Maya Rudolph, Taylor Lautner, Milo Ventimiglia, Jake Goldberg, China Anne McClain, Steve Buscemi, Cheri Oteri, Nick Swardson, Jon Lovitz, Shaquille O’Neal, Tim Meadows, Oliver Hudson, Allen Covert, April Rose, Aly Michalka, Erin Heatherton, Andy Samberg, Steve Austin, Kamil McFadden
Genere: bamboccione
Se ti piace guarda anche: Un weekend da bamboccioni, Questi sono i 40, Indovina perché ti odio, Vacanze di Natale

Ma che bel film, Un weekend da bamboccioni 2!
Ok, questa era una battuta e magari non era un granché ma è comunque meglio di molti siparietti comici che troverete dentro la pellicola.
Un weekend da bamboccioni 2 più che un film è una farsa.
Cosa ridete? Questa non era una battuta. Nel primo episodio a fare da collante alle vicende dei protagonisti c’era se non altro il pretesto di far ritrovare dei vecchi amici di infanzia in occasione della morte del loro vecchio coach di basket. Espediente classico che ha generato varie perle, dal classico Il grande freddo alla versione italiana verdoniana Compagni di scuola (che io personalmente preferisco al suo "collega" americano). Il livello in questo caso è più basso.
Molto più basso.
Ancora più basso di quanto potreste immaginare.

"Cosa sono queste poltrone vuote?
Sono tutti andati a vedere il film con Checco Zalone?"
Il secondo capitolo di Un weekend da bamboccioni non è più nemmeno ambientato durante un weekend, ragion per cui il solito titolo idiota italiano, più idiota ancora della stessa pellicola intitolata Grown Ups, si è ritorto contro i suoi geniali creatori. Un weekend da bamboccioni 2 non si svolge in un weekend e i tizi protagonisti non sono nemmeno catalogabili come bamboccioni nel senso che il compianto (ma da chi?) Padoa-Schioppa aveva dato al termine, visto che sì, sono un pochino immaturi, un pochino tanto immaturi, ma sono tutti o quasi sposati e con figli e con un lavoro più o meno fisso.
Se nel primo episodio gli amici protagonisti erano cinque, adesso sono rimasti quattro amici al bar, forse per far contento Gino Paoli. Dov’è finito Rob Schneider?
Boh, non ho un gran ricordo del primo film, ma non mi pare che morisse…
Scomparso non si sa bene per quale motivo ma senza grossi rimpianti Schneider, a essere rimasti ci sono il sempre mitico Adam Sandler, il sempre poco divertente Kevin James, l’uomo zerbino Chris Rock e il cazzaro e più bamboccione di tutti David Spade.

Come detto, qui non è che ci sia una vera e propria trama. Rivediamo i cinque, pardon quattro amici alle prese con la vita di tutti i giorni. Siamo dalle parti di Questi sono i 40, solo che questi sceneggiatori non sono Judd Apatow e hanno messo insieme una serie di sketch e battutacce poco divertenti. Vediamo i protagonisti impegnati con i figli, con le mogli/compagne, con il lavoro (poco), il tutto per arrivare alla festa del finale. Un grosso party a tematica anni ’80. Perché?
Fondamentalmente perché, e se conoscete la sua filmografia come me che sono un suo mezzo fan, saprete bene che Adam Sandler è uno degli attori hollywoodiani più fissati con quel decennio in circolazione. L’unica che può competere con lui è Drew Barrymore, con cui non a caso ha girato Prima o poi me lo sposo e 50 volte il primo bacio, due film in qualche modo legati agli 80s, in particolare il primo. E, attenzione fans della coppia Sandler + Barrymore e quindi degli anni ottanta, ocio che i due stanno preparando un nuovo film insieme!

"Siete del Team Edward? Filate subito fuori di qui!"
Tra una serie di scontri generazionali con la confraternita capitanata dal lupetto di Twilight Taylor Lautner, qui nelle verosimili vesti di un idiota totale, la comparsata di qualche figona come Aly MichalkaApril Rose ed Erin Heatherton e un’apparizione tragica dell’ex cestista Shaquille O’Neal, Un weekend da bamboccioni 2 nella parte conclusiva fa quindi un tuffo dentro gli 80s, con i protagonisti vestiti come vari personaggi trash del decennio e l’arrivo dell’ex wrestler Steve Austin che farebbe la felicità del mio blogger rivale MrFord, se solo vedesse questo film e non credo lo farà mai, considerando che è troppo uno snob radical-chic.
Nonostante abbia una trama inesistente, sia girato da cani e come film faccia sostanzialmente schifo, ma schifo forte, devo dire che qualche risata Grown Ups 2 me l’ha tirata fuori. Me ne vergogno, ridere guardando questo film è un po’ come ridere di fronte a una persona che si caga addosso, come capita nel seguente video, ma è difficile non farlo.



Se per film come i vari Vacanze di Natale o Un weekend da bamboccioni, che ne è un po’ una versione americana, può essere valida la definizione di “scoreggia movie”, Un weekend da bamboccioni 2 alza il tiro: questo è un “rutto-starnuto-scoreggia movie” e, se avete il coraggio di vedere il video qui sotto, capirete perché si merita una definizione del genere…
(voto 4/10)



"Siete proprio sicuri di non voler vedere questo film?"

sabato 26 ottobre 2013

SEPARATI INNAMOLLATI




Separati innamorati – Celeste and Jesse Forever
(USA 2012)
Titolo originale: Celeste and Jesse Forever
Regia: Lee Toland Krieger
Sceneggiatura: Rashida Jones, Will McCormack
Cast: Rashida Jones, Andy Samberg, Ary Graynor, Eric Christian Olsen, Elijah Wood, Emma Roberts, Will McCormack, Rebecca Dayan, Chris Messina, Janel Parrish
Genere: fine di una storia
Se ti piace guarda anche: Blue Valentine, Take This Waltz, Juno, 5 anni di fidanzamento, Ruby Sparks, Nick & Norah – Tutto accadde in una notte

Celeste e Jesse sono la coppia perfetta. Stanno insieme dai tempi del liceo, cioè da sempre, sono affiatatissimi, ridono ancora per le cavolate l’uno dell’altra, cantano insieme le canzoni di Lily Allen, in particolare la splendida “Littlest Things”, e davvero non si riuscirebbe a immaginarli separati.
Celeste e Jesse sono la coppia perfetta. L’unico problema è che sono separati da sei mesi, stanno per divorziare e ciò nonostante continuano a frequentarsi, fanno ancora tutto insieme e lui vive nella dépendance (non è il nome di un nuovo ballo) di lei. Il loro è un rapporto malato, oppure stanno solo affrontando al meglio la fine della loro relazione?

Celeste and Jesse Forever sembra la classica pellicola sulla conclusione di una storia d’amore, sulle conseguenze del lasciarsi, sul cercare di andare avanti e in parte lo è. Soprattutto nella prima parte. Un’autopsia di un amore realizzata in una maniera più leggera e meno drammatica rispetto ad esempio a un Blue Valentine. Ma il film è anche qualcos’altro, qualcosa di diverso, qualcosa di più. A un certo punto viene lasciato un po’ da parte il personaggio di Jesse, quello che sembrava l’elemento debole della relazione e che invece ATTENZIONE SPOILER è il primo a voltare pagina, e ci si concentra soprattutto su Celeste. Lei che sembrava l’elemento forte della coppia, in realtà è quella che troverà più difficolta ad andare avanti e a dimenticarlo. FINE SPOILER

La colazione dei campioni.
Lo stile è molto indie, tutto in questa pellicola grida “Hipster!” ad alta voce, quasi fossimo dentro a un disco de I Cani, ma poco a poco il film cresce sempre di più e rivela una notevole profondità. Siamo dalle parti delle pellicole fatte apposta per sfilare al Sundance (nemmeno questo è un nuovo ballo), da qualche parte tra Juno e Ruby Sparks, e ancor di più il recente meraviglioso Take This Waltz, eppure Celeste and Jesse Forever riesce a mantenere una sua personalità. Merito di due ottimi protagonisti, quel facia da pirla che al solo vederlo fa morir dal ridere di Andy Samberg, quello di Hot Rod nonché membro del gruppo di comici The Lonely Island nonché attuale protagonista della funny serie Brooklyn Nine-Nine, e soprattutto Rashida Jones, attrice cresciuta nelle serie The Office US e Parks and Recreation. Si vede che Rashida sente particolarmente il suo personaggio, non a caso ha co-scritto la sceneggiatura insieme all’altro attore Will McCormack, qui presente nel piccolo ruolo di un piccolo spacciatore di marijuana. Perché, volevate forse che in una pellicola indie americana mancasse la marijuana?
Celeste and Jesse sono due personaggi costruiti in maniera molto accurata e intima. Non è come se li vedessimo sfilare su uno schermo, ma è quasi come se li conoscessimo di persona. O, almeno, questa è l’impressione che hanno fatto a me. Mi sono ritrovato tantissimo in entrambi i protagonisti, sia in lui, nella sua attitudine da cazzaro nullafacente e immaturo, sia in lei, esperta di pop culture e pseudo scrittrice con l’attitudine a criticare tutto e tutti. Perché, ebbene sì, se non l’avevate ancora capito leggendo il mio blog, io adoro criticare tutto e tutti. Raramente allora mi è capitato di immedesimarsi così tanto non solo in uno, bensì in due personaggi del medesimo film. Questo è un piccolo miracolo indie, e non è manco ancora Natale.

"Cannibal mi ha dedicato appena due parole in croce, ma stiamo scherzando?"
A completare lo splendido cast, tutto molto hipster of course, in una serie di piccoli ruoli ritroviamo inoltre Chris Messina (The Mindy Project, The Newsroom, Damages, Ruby Sparks e un miliardo di altre cose), Ari Graynor (Lo spaventapassere, Nick & Norah), Elijah Wood nei panni di una specie di parodia del solito amico gay di turno, Janel Parrish (la Mona di Pretty Little Liars) e una sempre più notevole e versatile Emma Roberts che fa una popstar simil Ke$ha.

Celeste and Jesse Forever è una commedia dalle tinte leggermente drammatiche e riflessive, ma pur sempre una commedia, e, se non si era capito, è un film da non perdere. Almeno per gli appassionati del cinema indie. Quello sì un po’ hipster, un po’ fighetto, eppure in grado di consegnarci dei personaggi sfaccettati come invece capita di rado di vedere nel cinema mainstream. Quello sì che Julia Roberts e Katherine Heigl si sognano la notte.
Il film lo potete trovare sottotitolato altrimenti, anche se non è mai arrivato nei nostri cinema, credo sia uscito direttamente per il mercato home-video o forse addirittura per la pay-tv con il solito titolo scemo italiano, Separati innamorati, che comunque rende abbastanza bene il rapporto tra i due protagonisti. Sebbene io avrei tenuto il titolo originale: Celeste and Jesse 4eva, bitches!
(voto 7+/10)



sabato 19 ottobre 2013

PILOTI E PIRLOTI DELLE SERIE TV 2013 – EPISODIO 3 (COMEDY)




Benvenuti nella terza puntata di questa serie partita su Pensieri Cannibali. Una serie di post dedicati ai nuovi telefilm cominciati quest’autunno. Dopo aver dedicato i due precedenti episodi ai drama e ai fantasy, oggi tocca alla commedia. Può sembrare un genere leggero e tutto, in realtà è quello più difficile. Trovare una serie comedy davvero ben fatta, che faccia venire voglia di continuare a seguirla con fiducia nel tempo è un’impresa sempre più ardua. Le novità in arrivo dagli USA non sembrano invertire troppo questa tendenza però, in mezzo a varie porcheruole e a prodotti semplicemente mediocri o scarsini, qualcosina di interessante è arrivata…

The Michael J. Fox Show

Cos’è? Un curioso miscuglio tra fiction e realtà sulla vita di Michael J. Fox, che interpreta un popolare giornalista tv affetto dal Parkinson.
Punti di forza: La serie affronta il tema del Parkinson di petto, senza facili pietismi e in maniera ben poco buonista. Roba non da poco, soprattutto considerando che si tratta pur sempre di una serie americana che va in onda su una rete generalista (NBC). Il risultato non è ai livelli dei francesi di Quasi amici, per dire, e si avvicina più alla classica sitcom anni ‘80/’90 tipicamente USA, però per il momento le trappole della ruffianata sono state aggirate e c’è di che gioire. La cosa più bella poi è rivedere Michael J. Fox che suona la chitarra elettrica!
Debolezze: Non ci sono le risate registrate, Dio grazie!, però la struttura resta quella della sitcom tradizionale.
I figli di Michael J. Fox sono un po’ stereotipati: c’è il post-teen che ha abbandonato il college ed è alla ricerca della sua strada, c’è la teen superficiale e confusa pure lei alla ricerca di se stessa e il bimbominkia inutile messo lì a caso. Attenzione però alla mogliettina, la brava Betsy Brandt già in Breaking Bad.
Avrà successo? La partenza a livello di ascolti non è stata travolgente, ma con un po' di pazienza lo show credo possa guadagnarsi un buon seguito di spettatori fedeli e affezionati.
Continuerò a seguirlo? Sì, come posso abbandonare Michael J.?
(voto 6,5/10)
Pilota o pirlota?



The Crazy Ones

Cos’è? Le (dis)avventure di un gruppo di pubblicitari. Peccato che non siamo negli anni ’60, questo non è Mad Men e come commedia non fa ridere.
Punti di forza: Sarah Michelle Gellar. In versione comica non sembra ancora del tutto a suo agio, però almeno ci prova.
Debolezze: Robin Williams. Robin Williams è un po’ come Benigni: preso a piccole dosi è esilarante, dopo un po’ comincia a diventare difficile da reggere. E qui ormai il Williams sembra solo la parodia di se stesso.
Le trame sono poi davvero banali e il primo episodio cos’è stato se non uno spottone lungo 20 minuti di McDonald’s?
Avrà successo? A livello di ascolti è partito molto bene, poi è calato parecchio. Felicità a momenti e futuro incerto, quindi, ma per il momento se la sta ancora cavando ed è stata ordinata una prima stagione completa.
Continuerò a seguirlo? Sarah Michelle, per te ho seguito tutto Ringer. È durato una sola stagione, grazie a Dio, però l’ho vista tutto. Ed era terribile. Questa volta però, mi spiace SMG, non ci casco più.
(voto 5/10)
Pilota o pirlota?



Brooklyn Nine-Nine

Cos’è? Il distretto di polizia più fulminato e divertente del piccolo schermo.
Punti di forza: Il protagonista Andy Samberg, quello della band di comici The Lonely Island, quello del Saturday Night Live, quello dei film Hot Rod e Separati innamorati, capito chi è? No, comunque a me già solo la sua faccia fa ridere, in più il suo personaggio, un detective di talento ma allo stesso tempo anche un cazzone, ne combina di tutti i colori. Idoleschi sono pure gli altri personaggi: la cattivissima Stephanie Beatriz, il finto duro Terry Crews, l’imbranato Joe Lo Truglio, la segretaria superficialona Chelsea Peretti e c’è pure la gnocchetta di turno, Melissa Fumero.
Debolezze: Le storie e i casi della settimana non sono proprio il massimo del coinvolgimento.
Lo show per fortuna non si limita a essere una mera parodia delle serie crime alla CSI, però non è nemmeno così originale. Le dinamiche ricordano infatti lo stile di altre comedy che parlano di un ambiente lavorativo come The Office, Veep o Parks and Recreation; non a caso gli autori provengono proprio da quest’ultima.
Avrà successo? Per ora sta andando così così, ma io mi auguro che col tempo possa diventare un piccolo cult. La buona notizia di oggi è che è stata ordinata una prima stagione completa!
Continuerò a seguirlo? Sì, fino a che mi farà ridere.
(voto 7)
Pilota o pirlota?


The Goldbergs

Cos’è? Una serie su una famiglia di tizi più o meno strambi, ovvero la classica famiglia delle sitcom e dei cartoni animati americani.
Punti di forza: L’ambientazione anni Ottanta. Canzoni, vestiti, pettinature, atmosfere che saranno adorate dai nostalgici di quel decennio. Niente però che attualmente non si possa vedere fatto meglio in The Carrie Diaries…
Debolezze: Gli attori non sono un granché e anche i personaggi non prendono più di tanto. Non all’inizio. Con il tempo e con un po’ di pazienza ci si potrebbe anche affezionare a questi stralunati, ma nemmeno troppo, Goldbergs.
Altro difettuccio mica da poco per una comedy: la puntata pilota non fa ridere.
Avrà successo? La partenza come ascolti è stata piuttosto buona, ma non prevedo si trasformerà in un cult assoluto.
Continuerò a seguirlo? Sono combattuto, potrei farlo giusto per amore degli 80s.
(voto 5,5/10)
Pilota o pirlota?


Super Fun Night

Cos’è? La serie creata e interpretata dalla nuova fenomena XXL della comedy Rebel Wilson.
Punti di forza: Rebel Wilson. La serie è lei.
Debolezze: Al di là della Rebel, è tutto da verificare. La trama della puntata pilota è parecchio scontata, con il solito confronto tra fighi e losers alla Glee, momento musicale compreso. Mi aspettavo un po’ di coraggio e originalità in più, da una che si chiama Rebel.
Avrà successo? Come seguito è partito alla grande, potrebbe essere una buona hit.
Continuerò a seguirlo? Sì, almeno per qualche episodio anche perché, nonostante un pilota non troppo entusiasmante, c’è del potenziale.
(voto 6/10)
Pilota o pirlota?


Back in the Game

Cos’è? Una donna ex stella del softball divorziata e con figlio che cerca riscatto allenando una squadra di bambini.
Punti di forza: Scott Caan nei panni del burbero, incazzoso e sboccato padre della protagonista.
Debolezze: Si tratta del solito prodotto mediocre, talmente mediocre da non suscitare nemmeno particolare antipatia, solo indifferenza.
Avrà successo? Negli USA queste storie sportivo-famigliare possono anche funzionare, ma questa non credo avrà un grande futuro.
Continuerò a seguirlo? No.
(voto 4,5/10)
Pilota o pirlota?


Trophy Wife

Cos’è? Una giovane bionda si sposa con un uomo pluritelegattato pluridivorziato e con prole. Da un giorno all’altro, si trasformerà così per magia da teen a MILF.
Punti di forza: La protagonista Malin Akerman è una specie di nuova Cameron Diaz: oltre che essere gnocca, in veste comedy funziona.
Debolezze: Personaggi piatti, situazioni stereotipate, poche risate. Non proprio il massimo, in pratica.
Avrà successo? Può tirare a campare per qualche tempo, ma non credo durerà a lungo.
Continuerò a seguirlo? Nonostante la teen MILF, no.
(voto 5/10)
Pilota o pirlota?


We Are Men

Cos’è? Le vite pseudo comiche di un gruppo di scapoli/divorziati.
Punti di forza: L’umorismo da cameratismo a tratti funziona e regala qualche risata.
Debolezze: Il protagonista Christopher Nicholas Smith è davvero pessimo. Meglio gli altri, i più noti Kal Penn (American Trip, Dr. House), Tony Shalhoub (Monk) e Jerry O’Connell (Stand by me, Il mio amico Ultraman e un sacco di altre cose), ma i loro personaggi sanno davvero troppo di già visto.
Avrà successo? No, è già una ex serie. E' stata infatti cancellata dopo appena 2 puntate.
Continuerò a seguirlo? Anche volendo, no.
(voto 5/10)
Pilota o pirlota?


Welcome to the Family

Cos’è? La più banale delle comedy su due giovani di due “razze”diverse che si vogliono sposare.
Punti di forza: Punti di forza??? Il fatto che sia il peggior pilot che mi è capitato di vedere quest’anno vale come punto di forza?
Debolezze: Il cast non va. I due ragazzotti che si devono sposare sono Ella Rae Peck di scuola Gossip Girl, e ho detto tutto, e il nemico dell’espressività Joseph Haro. Nelle vesti di loro padri rivediamo Mike O’Malley e Ricardo Chavira i quali, se come personaggi minori di Glee e Desperate Housewives potevano anche funzionare, come protagonisti non funzionano.
La sceneggiatura sembra poi rubata da una fiction Mediaset, con uno scontro culturale-famigliare tra bianchi e latini che ricorda Un ciclone in famiglia con Massimo Boldi e Maurizio Mattioli. Argh!
Avrà successo? Cancellato dopo 3 episodi. Evviva!
Continuerò a seguirlo? Manco se mi pagano.
(voto 3/10)
Pilota o pirlota?


Mom

Cos’è? Una sitcom su una mamma single alcolista che cerca di tirare avanti come cameriera.
Punti di forza: Un umorismo sboccato, cattivo ma ricco di ironia che ricorda quello delle 2 Broke Girls, colleghe di palinsesto negli USA su CBS.
La protagonista Anna Faris è naturalmente comica, in più la sua mamma sul piccolo schermo, Allison Janney, è pure lei alcolizzata e pure lei parecchio divertente.
Debolezze: Situazioni e trame tipiche da sitcom tradizionale.
Avrà successo? Non è cominciato alla grandissima, ma per un po’ potrebbe tenere e proprio oggi è stata ordinata una prima stagione completa per la sitcom.
Continuerò a seguirlo? Ni. È divertente, ma non è certo qualcosa di imperdibile.
(voto 6+/10)
Pilota o pirlota?


Dads

Cos’è? Una sitcom su due trentenniequalcosa alle prese con i loro due paparini cagaminkia.
Punti di forza: Qualche battuta, le più perfide e politically incorrect, vanno a segno. Peccato siano una minoranza, nonostante tra i producers della serie figuri il nome di un certo Seth MacFarlane, dad di Griffin e Ted. Ma il suo zampino si sente davvero pochino.
Debolezze: Seth Green e Giovanni Ribisi di solito mi piacciono, ma qui hanno due personaggini davvero insipidi in cui non sembrano trovarsi molto a loro agio.
L’impianto da sitcom classica e le solite immancabili risate registrate fanno inoltre apparire il tutto ancora più sorpassato di quanto non sarebbe già.
Avrà successo? Nah, la cancellazione è solo questione di settimane, forse di giorni.
Continuerò a seguirlo? Naaah.
(voto 4/10)
Pilota o pirlota?


sabato 12 gennaio 2013

RAZZIE VOSTRI

Non è che ci sono solo gli Oscar o i Golden Globe.
Ci sono anche quelli, ma ci sono pure i premi ai peggiori. I più rinomati in questo particolare tipo di premiazioni sono i Razzie Awards, che hanno copiato i miei awards al peggio o forse sono io che ho copiato da loro, chissà?
In ogni caso, qualche giorno fa, ancor prima delle nominations agli Oscar, sono state annunciate le candidature ai Razzie 2013. Un po’ come gli Oscar, va detto che anche i Razzie sono piuttosto conservatori e prevedibili e tendono a nominare sempre gli stessi noti. Pure quest’anno lo scontro sarà quindi tra la saga di Twilight, con l’ultimo capitolo Breaking Dawn Parte 2, e il più recente sforzo di Adam Sandler, già trionfatore l’anno scorso con Jack e Jill, quest'anno in gara con Indovina perché ti odio (That’s My Boy).
Vediamo allora tutte le nomination ai Razzie Awards 2013 (e chissà se Nicolas Cage quest'anno ce la farà finalmente a portarsi a casa il lampone d'oro), seguite poi dalla mia recensione del sopra citato ultimo “capolavoro” adamsandleriano.


RAZZIE AWARDS 2013 NOMINATIONS
"Sento che questo sarà finalmente il mio anno!"
Peggior film
Battleship
Una bugia di troppo
Indovina perché ti odio
The Oogieloves in Big Balloon Adventure
The Twilight Saga: Breaking Dawn - Parte 2

Peggior regista
Sean Anders - Indovina perché ti odio
Peter Berg - Battleship
Bill Condon - Twilight Breaking Dawn parte 2
Tyler Perry - Good Deeds / Madea's Witness Protection
John Putch - Atlas Shrugged: Part II


Peggior attore
Nicolas Cage - Ghost Rider: Spirito di vendetta / Solo per vendetta
Eddie Murphy - Una bugia di troppo
Robert Pattinson - The Twilight Saga: Breaking Dawn - Parte 2
Tyler Perry - Alex Cross / Good Deeds
Adam Sandler - Indovina perché ti odio


Peggior attrice
Katherine Heigl - One for the Money
Milla Jovovich - Resident Evil: Retribution
Tyler Perry - Madea's Witness Protection
Kristen Stewart - Twilight Breaking Dawn parte 2/ Biancaneve e il cacciatore
Barbra Streisand - The Guilt Trip

"Hey tu, mi sai dire perché diavolo non sono stato nominato anche per Taken 2?"

Peggior attore non protagonista
David Hasselhoff - Pirannha 3DD
Taylor Lautner - The Twilight Saga: Breaking Dawn - Parte 2
Liam Neeson - Battleship / La furia dei Titani
Nick Swardson - Indovina perché ti odio
Vanilla Ice - Indovina perché ti odio


Peggior attrice non protagonista
Jessica Biel - Quello che so sull'amore / Total Recall
Brooklyn Decker - Battleship / Che cosa aspettarsi quando si aspetta
Ashley Greene - The Twilight Saga: Breaking Dawn - Parte 2
Jennifer Lopez - Che cosa aspettarsi quando si aspetta
Rihanna - Battleship

Peggior cast
Battleship
The Oogieloves in Big Balloon Adventure
Indovina perché ti odio
The Twilight Saga: Breaking Dawn - Parte 2
Madea's Witness Protection

Peggior sceneggiatura
Atlas Shrugged Part II
Battleship
Indovina perché ti odio
Una bugia di troppo
The Twilight Saga: Breaking Dawn - Parte 2

"Ooh, che tenera. Ha avuto la sua prima nomination ai Razzie Awards.
Queste sì che sono soddisfazioni per un genitore!"
Peggior Remake, Rip-Off, o Sequel
Ghost Rider: Spirito di vendetta
Pirannha 3DD
Alba Rossa
The Twilight Saga: Breaking Dawn - Parte 2
Madea's Witness Protection

Peggior coppia
Qualsiasi abbinamento degli attori di “Jersey Shore”, “The Three Stooges”
Mackenzie Foy e Taylor Lautner, “Twilight Saga: Breaking Dawn - Part 2”
Robert Pattinson e Kristen Stewart, “Twilight Saga: Breaking Dawn - Part 2”
Tyler Perry e il suo “Drag Get-Up”, “Madea’s Witness Protection”
Adam Sandler e Leighton Meester/Andy Samberg/Susan Sarandon, “That’s My Boy”


"Vincere ai Razzie? Troppo facile, caro Nicolas Cage, troppo facile!"
Indovina perché ti odio
(USA 2012)
Titolo originale: That’s My Boy
Regia: Sean Anders
Cast: Adam Sandler, Andy Samberg, Leighton Meester, Vanilla Ice, James Caan, Milo Ventimiglia, Nick Swardson, Ciara, Will Forte, Eva Amurri Martino, Susan Sarandon, Justin Weaver, Ian Ziering, Alan Thicke
Genere: adamsandlerata
Se ti piace guarda anche: Terapia d’urto, Un weekend da bamboccioni, Jack e Jill e qualunque altro film con Adam Sandler

Quando ti trovi ad avere a che fare con un film che ha per protagonista Adam Sandler, sai già che non puoi aspettarti un filmone. A meno che non sia Ubriaco d’amore, ma in quel caso dietro c’era un certo Paul Thomas Anderson e con lui a quanto pare possono recitare alla grande pure le rane. O a meno che non sia Funny People, riflessione dolceamara di Judd Apatow sul ruolo del comico. Nella maggior parte dei casi, comunque, non puoi aspettarti altro che una gran cagata di film. Se va bene, una cagata divertente. Se va male, una cagata e basta.
Adam Sandler, in parole povere, è un po’ il Christian De Sica del cinema americano e le sue pellicole sono l’equivalente dei cinepanettoni, o qualcosa che ci molto vicino. Anche nel caso di Sandler, così come per i nostrani cinepanettoni, gli affari negli ultimi tempi sono scesi ed entrambi sono un po’ passati di moda.
Dopo i pessimi Un weekend da bamboccioni, Mia moglie per finta e Jack e Jill, che comunque mi sono visto perché oh, non ce la faccio a resistere al richiamo di Sandler anche se so benissimo cosa mi aspetta, questo nuovo Indovina perché ti odio è stato un floppone ancora maggiore nei cinema americani, dove ha incassato intorno ai $35 milioni, la metà del suo budget. Che poi c’è da domandarsi come abbiano speso $70 milioni per girare una roba del genere. Li hanno dati tutti al rapper (rapper???) Vanilla Ice, prestigiosissima (oooooh) guest-star della pellicola?

"Che caldo! Adesso sì che avrei bisogno di un po' di ice ice baby..."
A livello di risate, però, il film segna un leggero miglioramento rispetto alle sue ultime scialbe prove. La recitazione del Sandler resta sempre bassina, per essere generosi, però nel complesso il film si lascia guardare senza troppi problemi a cervello del tutto off e qualche scenetta fa scattare il sorriso, se non proprio lo sbellicamento.
Fantastico l’inizio del film, in cui Sandler nemmeno compare, e dove vediamo la sua versione giovane nel 1984. Il Sandler jr. è un ragazzino delle medie che ha una relazione sessuale con la sua professoressa. Che c’è di male, in questo? Per lui niente. Anzi, realizza la fantasia erotica del 99% degli studenti che hanno avuto nelle vita almeno una prof. trombabile. In questo caso, per di più, è una Eva Amurri oltremodo sexy.
Chi è Eva Amurri?
È la figlia di una celebre attrice, che interpreta Eva Amurri da “vecchia”. Non vi spoilero chi sia, visto che è l’unica mezza sorpresa presente nel film.
La legge - non si sa perché - ci vede qualcosa di male, in questa relazione clandestina, e così caccia la Amurri in prigione. Per 30 anni! Oh, le leggi non sono mica come quelle italiane o come quelle inglesi del film La parte degli angeli. Negli USA si finisce dietro le sbarre per davvero.
Nel frattempo, lei è però rimasta incinta, e così Adam Sandler jr. a 13 anni si ritrova ad essere un teen dad. Il teen dad più celebre d’America, visto che questa storia di cronaca vera lo ha trasformato in una baby star.
Dopo questa intro parecchio spassosa, e che illude ci si possa trovare di fronte a una pellicola davvero divertente, il film torna al presente e ci mostra un Adam Sandler ex teen idol ormai caduto nel dimenticatoio e con il figlio che l’ha abbandonato e ha pure cambiato nome. Quando scoprirete che nome ha dato il tredicenne Adam Sandler jr. al figlio, capirete perché l’ha cambiato…

"Quella cacchiata di Gossip Girl non bastava?
Dovevate per forza chiamarmi pure a fare un film da Razzie?"
Nel presente, la vicenda si trasforma nella solita commedia famigliare barra demenziale barra romantica (grazie alla partecipazione della gossip girl Leighton Meester nel suo solito ruolo da stronza, adorabile stronza). Qualcuno lo troverò piuttosto volgarotto, anche perché la tematica principale del film è quella del sesso inappropriato: tra donne e bambini, tra uomini e vecchine, persino tra fratello e sorella (ma non è la nuova stagione di Dexter).
Per il resto, si finisce dalle parti della solita commediola americana che strappa qualche risata, qualche risatina va’, e nulla più. Peccato, perché la prima parte lasciava intendere qualcosa di più frizzante, invece il tutto si risolve nella solita adamsandlerata. Il che non è nemmeno troppo male, se come me siete tra gli estimatori moderati del comico americano. Nel suo essere così palesemente incapace a recitare, non ce la faccio a non volergli bene, al Sandler. Why?
Because that’s my boy.
L’unica cosa che invece odio sono i titolisti italiani, che hanno trasformato That’s My Boy in Indovina perché ti odio.
Indovinate un po’ perché li odio…
(voto 5/10)


martedì 3 maggio 2011

Macché Valentino Rossi, il genio delle moto è lui

Hot Rod - Uno svitato in moto
(USA 2007)
Regia: Akiva Schaffer
Cast: Andy Samberg, Isla Fisher, Ian McShane, Danny McBride, Jorma Taccone, Bill Hader, Will Arnett, Sissy Spacek
Genere: demenzial-geniale
Se ti piace guarda anche: Fatti strafatti e strafighe, Strafumati, Karate Kid

Trama semiseria
Rod Kimble è un ragazzo “speciale” che va in giro su un motorino scassato tipo Ciao con cui prova a fare dei salti pericolosissimi che ovviamente non gli riescono. Il povero Rod si crede infatti un grande stuntman, il piccolo dettaglio è che non gli riesce un numero che sia uno, anche se in compenso a fare figure di merda è un fenomeno assoluto. Un giorno però il suo odiato patrigno si ammala e ha bisogno di $ 50.000 per un trapianto al cuore, altrimenti muore. Rod allora cerca di guadagnare la notevole cifra tentando un numero in cui metterà a rischio la sua stessa vita: che cuore nobile, che ammirevole eroe, che animo sensibile che vuole salvare il patrigno a tutti i costi… La sua reale intenzione? Farlo rimettere in forma così può prenderlo finalmente a botte per bene!

Recensione cannibale
Nonostanti adori il genere demenziale e le commedie americane “ignoranti” (non so perché ma l’equivalente italiano invece mi disgusta alquanto) non avevo ancora visto questa perla di film consigliato da Frank Manila (non ricordo più se in un post o in un commento). Non che sia uscito poi da molto (è del 2007) e in Italia tra l’altro è stato distribuito direttamente in home-video senza promozione alcuna (però almeno si trova in italiano, ed è già un piccolo miracolo), comunque questa genialata entra subito di diritto tra i miei cult comici assoluti.

Hot Rod è un omaggio e allo stesso tempo uno sberleffo supremo nei confronti dei film anni ’80, in particolare di quelle avventure action/sportive alla Karate Kid in cui il protagonista sfigato di turno riesce all’improvviso a diventare un fenomeno in qualche campo. Le cose vanno all’incirca allo stesso modo pure qui, solo che il protagonista oltre che sfigato è pure uno spericolato demente totale, in una parola sola: genio! Il grandioso Rod è interpretato da un ottimo Andy Samberg, sorta di nuovo Adam Sandler (a partire dall’assonanza dei loro nomi) che fa parte del gruppo di comici (ma anche rapper/cantanti demenziali) dei Lonely Island, idoli del Saturday Night Live e autori anche di canzoncine musicalmente valide in collaborazione tra gli altri con Justin Timberlake, Nicki Minaj, Beck e Rihanna, oltre ad aver ideato lo stellare rap di Natalie Portman. Beccatevi un loro video musicale, check it out.


Tornando al film è in pratica una sequela di scene memorabili, tutte (o quasi) contenenti almeno un dettaglio, un’espressione o una battuta minimo geniali, quindi non starò a raccontarvele perché dovete vederle con i vostri occhi e poi chi cerca di descrivere qualcosa di divertente non sarà mai divertente quanto la cosa divertente in sé. Nonostante l’ambientazione sia nel presente, la colonna sonora è interamente anni ’80, e pure molti dettagli sia nei vestiti che nelle atmosfere sono prese pari pari da quel decennio. Cotte, mangiate e parodiate alla grande.


La trama come detto ricalca la solita storia dell’ascesa di un tizio improbabile da zero a mito, ribaltando però tutti i cliché buonisti su cui erano imperniate quelle pellicole di allora e anche quelle di oggi (alla Kung Fu Panda, per dire), in una parodia fuori dal tempo per ambientazione ma assolutamente moderna nell’umorismo politically scorrect, che per fortuna evita le cagate di espedienti di molte commedie odierne (animali, bambini e cose così).
E tra l'altro mi ha ricordato pure quell'episodio in cui Bart Simpson deve saltare la Gola di Springfield, con la sostanziale differenza che Rod è molto più incapace di Bart...
Come in tutte le storie che si rispettino c’è poi naturalmente anche una ragazza, la bella Isla Fisher, che nella vita privata è sposata con Sacha Baron Cohen (se questo nome non vi dice niente, vi dico: Borat) e quindi per stare insieme a quell’uomo è una che di umorismo deve averne parecchio.
Spettacolare poi il rapporto d’amore/odio (ma più che altro odio) tra Rod e il suo patrigno, il cattivissimo Ian McShane (visto nella serie Deadwood), mentre tra i comprimari c’è qualcuno della scuola Judd Apatow (Bill Hader) o proveniente da comedy televisive: Danny McBride (l'esilarante Eastbound & Down) e Will Arnett (l'ormai storico Arrested Development).

Camminando sul sottile e scivoloso confine tra culto e sculto, questo fila dritto a tutta velocità nel culto. Come al solito poco azzeccato il titolo italiano, visto che avrebbero dovuto chiamarlo: Hot Rod - Un genio in moto.
(voto 7/8)

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