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lunedì 10 settembre 2018

Hereditary - Le sedute spiritiche fanno male




Hereditary - Le radici del male
Regia: Ari Aster
Cast: Toni Collette, Gabriel Byrne, Alex Wolff, Milly Shapiro, Ann Dowd, Mallory Bechtel


Wes Craven, Dio del cinema horror, io ti invoco. Aiutami a recensire il film Hereditary - Le radici del male, ti prego.
Terra, Aria, Fuoco, Acqua. Terra, Aria, Fuoco, Acqua. Terra, Aria, Fuoco, Acqua. Terra, Aria, Fuoco, Acqua. Terra, Aria, Fuoco, Acqua. Terra, Aria, Fuoco, Acqua. Terra, Aria, Fuoco, Acqua. Aiutami a recensire il film Hereditary – Le radici del male, che da solo non ne sono in grado, ti prego.

Wes Craven?
Wes Craven, e che cazzo, mi senti?
Se ci sei, batti un colpo.

BOOOOOOOM

lunedì 12 gennaio 2015

ST. VINCENT, IL SANTO PATRONO DEI DILUDENDI





St. Vincent
(USA 2014)
Regia: Theodore Melfi
Sceneggiatura: Theodore Melfi
Cast: Bill Murray, Jaeden Lieberher, Melissa McCarthy, Naomi Watts, Terrence Howard, Ann Dowd, Chris O'Dowd, Nate Corddry, Dario Barosso
Genere: vecchietto meets bimbetto
Se ti piace guarda anche: About a Boy, Gran Torino, Up

St. Vincent aveva tutte le carte in regole per piacermi. Persino per diventare un mio nuovo cult. Forse persino per diventare un mio nuovo santino personale.
Per prima cosa, si tratta di una pellicole indie, e io in genere adoro le pellicole indie. Sono proprio un maledetto hipster. Anche se ultimamente, va detto, tendono a somigliarsi un po' tutte e quindi da questo punto di vista ormai ricordano i “nemici” hollywoodiani, ovvero pellicole prodotte in serie senza un briciolo di originalità.
Quindi ci sono i due protagonisti, un vecchietto e un bambinetto, per quello che si preannuncia un “About a Boy della terza età”, come definito in maniera azzeccata da Mr. Ink. About a Boy è un film che io amo, tratto per altro da uno dei miei romanzi preferiti, Un ragazzo di Nick Hornby. Non è mica finita qui: il protagonista interpretato da Hugh Grant è addirittura uno dei miei modelli esistenziali assoluti.
Quanto alle “pellicole sulla terza età”, non ne sono un gran fan, però in questo caso il vecchietto protagonista è Bill Murray, l'idolo di film come Ghostbusters e Lost in Translation, qui dalle parti di Pensieri Cannibali sempre parecchio apprezzato, sia per l'ironia che accompagna molti dei suoi personaggi che per le scelte raramente scontate delle pellicole da interpretare.
Bill Murray porta qui sullo schermo un vecchietto stronzetto, ma diciamo anche stronzone. Un tipo all'apparenza burbero, menefreghista, scontroso, con in più una passione per prostitute, alcool, cibo spazzatura e gioco d'azzardo. Praticamente è come potrei essere io tra 50, diciamo anche 60 anni. A parte la passione per il gioco d'azzardo, che non ho mai avuto.

venerdì 8 agosto 2014

GIMME SHELTER, DATE RIFUGIO A QUEL CESSONE DI VANESSA HUDGENS




"Altroché Spring Breakers, qui sì che sono sexy!"
Gimme Shelter - Non lasciarmi sola
(USA 2013)
Regia: Ron Krauss
Sceneggiatura: Ron Krauss
Cast: Vanessa Hudgens, Brendan Fraser, Rosario Dawson, Ann Dowd, Emily Meade, Rachel Mattila Amberson, Dascha Polanco, Stephanie Szostak, Candace Smith, Tashiana Washington, James Earl Jones
Genere: indie teen mom
Se ti piace guarda anche: Short Term 12, Precious, Teen Mom, 16 anni e incinta, Juno

E pensare che quando dicevo che Vanessa Hudgens è una grande attrice, la gente mi rideva dietro. Invece adesso le cose sono molto cambiate.
Vanessa Hudgens è una grande attrice.

AAAHAAHAAH

AAH AAH AAAH AAAH AAAH


Ok, la gente continua a ridere anche adesso quando lo dico, è vero. Le cose non sono cambiate. Però la gente che ora ride probabilmente non ha ancora visto Il cacciatore di donne, film in cui la Hudgens dà merda persino a Nicolas Cage…
Ok, esempio sbagliato. Non è che ci vada molto. Anche Gabriel Garko potrebbe far sfigurare il Nic Cage degli ultimi tempi.
La gente che adesso ride probabilmente non ha visto nemmeno Gimme Shelter, il nuovo film che vede protagonista Vanessa Hudgens. Una Vanessa Hudgens imbruttita che sfoggia qui un look da ragazzino cileno malato di AIDS. Non proprio il massimo del sexy. In bikini in Spring Breakers era meglio. Un pochino meglio.

"Beh sì, dai. Modestamente sono proprio un bel ragazzo."
In pratica, qui Vanessa Hudgens è ricorsa a quello stratagemma cui ricorrono (quasi) tutte le star di Hollywood a un certo punto della loro carriera quando vogliono dimostrare di essere qualcosa di più di un bel tocco di fregna. L’esempio più clamoroso è stato quello di Charlize Theron che si è presentata leggerissimamente meno infighettata di come eravamo abituati vederla di solito in Monster, un titolo un programma. Oppure Hilary Swank…
Ah, no. Ho sbagliato esempio di nuovo. Lei di solito è cessa e tutti a dire quanto è brava e a darle degli Oscar, poi quando si è presentata tutta infighettata in Black Dahlia non se l’è cagata nessuno. A Hollywood funziona così. Più ti imbruttisci e più vieni premiato. Più ti infighetti e più sei ignorato. Soprattutto se sei una donna, ma Christian Bale e Matthew McConaughey di recente in versione anoressica hanno dimostrato come la cosa valga pure per gli uomini.
La scelta di presentarsi in versione cozza non ha portato Vanessa Hudgens a correre per gli Oscar, però se non altro le è valsa il plauso della critica d’Oltreoceano. Per poter essere presa in considerazione dall’Academy ci sarebbe voluta una pellicola un minimo più decente, cosa che Gimme Shelter purtroppo non è.

"Vanessa, bella de mamma. Puoi sforzarti finché vuoi,
ma non sarai mai gnocca quanto me, ricordalo!"
La prima parte non è nemmeno malaccio. Solito film indipendente in stile Sundance, con una storia che sembra una puntata di Teen Mom girata nel ghetto. Vanessa Hudgens è Apple, una 16enne incinta che se ne va di casa, visto che Rosario Dawson (imbruttita pure lei, solo che lei come attrice resta incapace comunque) non è proprio la madre dell’anno. Vanessa Hudgens va così a ricercare il padre Brendan Fraser. Un Brendan Fraser parecchio invecchiato, però lo sguardo fisso da mummia è rimasto sempre lo stesso. La sua parte è quella da lupo yuppie di Wall Street pieno di grana, ma Vanessa Hudgens non è lì per i suoi soldi…
Certo, certo. Come no?

Vanessa Hudgens è lì perché non sa dove altro andare e, a questo punto, ci si potrebbe aspettare una di quelle commedie americane in cui la tipa disadattata di turno ritrova l’amore paterno e, grazie al makeup e a qualche abito sexy di marca, diventa una strafiga. Così non è. Per fortuna. Questo è un dramma e a quella povera sfigata della protagonista ne capitano di tutti i tipi, manco la sceneggiatura l’avesse scritta Lars von Trier.
Bene. Cioè, male per lei, ma bene per noi spettatori. Ci aspetta allora un bel melodrammone in grado di toccare il cuoricino?
No. Il film fa prendere male per la triste vicenda della sua protagonista, eppure allo stesso tempo non riesce a creare una vera connessione emotiva. La colpa non è certo di Vanessa Hudgens, che qui è davvero bravissima e sulle sue spalle regge da sola l’intera pellicola. La colpa è semmai del suo personaggio che non è certo quello della ragazza più simpa del mondo, e la colpa è di una sceneggiatura che si trascina stancamente fino a…

"Incinta???
C'è davvero qualcuno che ha avuto il coraggio di trombarmi in questo stato?"
ATTENZIONE SPOILER
…fino a una parte finale in cui arriva una (non richiesta) svolta cristiana. All’improvviso, anziché in una versione alternativa di Teen Mom o 16 anni e zoccola incinta, veniamo catapultati dentro una puntata di Settimo cielo e allo stesso tempo la colonna sonora passa dall’efficace “Born to Die” di Lana Del Rey alla terrificante “The Prayer” di Celine Dion suonata sui titoli di coda. Proprio così.
Posso dare atto al film di avermi sorpreso, questo sì. Solo si è rivelata una sorpresa davvero negativa. Una pellicola che per un'ora non era stata fenomenale, però quanto meno decente, negli ultimi minuti sbrocca totalmente e si trasforma in una markettona clamorosa nei confronti delle associazioni religiose. Ma porco zio!
Quei bigottoni degli americani non ce la fanno proprio a tenersi e mo’ arrivano a contaminare persino il cinema indie. Io mi chiedo: “Dio mio, dove andrà a finire questo mondo? Doveee?”
Se il film non è un granché e la parte conclusiva è davvero terrificante, di Gimme Shelter resta comunque una cosa da conservare nella memoria e da incorniciare: Vanessa Hudgens, che qui dimostra, anzi si conferma ancora una volta una grande, grandissima attrice.

AAH AHAHAH AAAH AAAH

AAAAAH AAAH AAAAH AAAAAAAH

Smettetela di ridere. Vi sto dicendo la verità. Abbiate Fede in me, dannati miscredenti.
(voto 5/10)


domenica 3 agosto 2014

THE LEFTOVERS E IL MISTERO DEI POST SCOMPARSI NEL NULLA





The Leftovers
(serie tv, stagione 1, episodi visti finora 1-5)
Rete americana: HBO
Rete italiana: Sky Atlantic
Creata da: Damon Lindelof, Tom Perrotta
Ispirata al romanzo: Svaniti nel nulla di Tom Perrotta
Cast: Justin Theroux, Amy Brenneman, Margaret Qualley, Chris Zylka, Christopher Eccleston, Liv Tyler, Ann Dowd, Emily Meade, Carrie Coon, Michael Gaston, Max Carver, Charlie Carver, Frank Harts, Amanda Warren, Annie Q.
Genere: misterioso
Se ti piace guarda anche: Les Revenants, Twin Peaks, Lost

Avevo scritto un post bellissimo dedicato alla nuova serie HBO The Leftovers. Peccato sia sparito. Dove?
Nessuno lo sa. Un giorno, il 2% dei post di tutti i siti del mondo è scomparso. Svanito nel nulla.
Da allora, il web non è più stato lo stesso. Noi autori di blog vaghiamo per la rete con lo sguardo assente. Non ci fidiamo più di nessuno. Continuiamo a fare copie di backup dei nostri pezzi, spaventati dal fatto che si possa ripetere di nuovo qualcosa del genere. Quell’esperienza ormai ci ha cambiati per sempre e non potremo mai dimenticare quei meravigliosi post andati perduti.
A dirla tutta, in quel 2% di pubblicazioni c’erano anche un sacco di schifezze che non mancheranno a nessuno, ma questo non importa. Niente può cancellare il dolore per aver perso per sempre le nostre opere.

Anche sforzandomi, non riuscirò più a scrivere un post meraviglioso quanto quello che avevo preparato con tanto amore su The Leftovers. Era un pezzo che univa l’asciuttezza stilistica di un Ernest Hemingway, il sarcasmo di un giovane Bret Easton Ellis, l’epicità di un William Shakespeare, la solennità di Giovanni, Matteo, Luca e Marco ovvero Gli Evangelisti all-stars, la spudoratezza commerciale di un Dan Brown, la poetica di un Giacomo Leopardi e la libertà espressiva di un Allen Ginsberg, il tutto scritto in terzine incatenate di versi endecasillabi come la Divina Commedia.
Adesso quelle stesse parole non mi vengono più. Perché è davvero difficile descrivere il fascino di una serie come The Leftovers a chi non l’ha mai vista. Al suo interno si respira un’aria malsana. In ogni scena traspare il senso di angoscia esistenziale dei suoi protagonisti. Non passa un momento in cui non si venga presi da un’inquietudine di quelle vicine alla visione di Twin Peaks o Les Revenants. Allo stesso tempo c’è anche una splendida costruzione del mistero che ricorda Lost. Non è certo un caso che il co-creatore della serie, insieme al Tom Perrotta autore del libro Svaniti nel nulla da cui è tratta, sia Damon Lindelof, una delle tre menti deviate e geniali che ci hanno regalato il cult con Jack, Kate, Sawyer, Hurley, Locke e tutti gli altri.

Questi riferimenti possono essere però fuorvianti e far pensare a un prodotto derivativo. Nonostante le vicinanze con queste e ad altre serie (FlashForward, The 4400, Resurrection etc.) e oltre alla regia nei primi episodi di Peter Berg che rimanda col pensiero a Friday Night Lights, The Leftovers brilla di luce propria. Ha una sua identità precisa e ben definita, di quelle che le sole parole non bastano a descriverla. Bisogna vederla, bisogna sentire le splendide musiche composte da Max Richter, quello della grandiosa colonna sonora di Valzer con Bashir, bisogna viverla. Insieme alla sua gente, insieme ai suoi personaggi, come i tizi della setta che non parlano ma fumano soltanto come delle ciminiere tutto il giorno, o come il capo della polizia interpretato da Justin Theroux. Sì, proprio quel tipo che tutti ci chiedevamo che fine avesse fatto dopo essere stato il protagonista maschile del capolavoro Mulholland Drive di David Lynch e poi si è scoperto che non era sparito proprio nel nulla, ma si stava ciulando Jennifer Aniston.

Poi c’è Liv Tyler. Dov’era finita pure lei? Boh, dopo i video per gli Aerosmith del paparino Steven, Armageddon e Il signore degli anelli nessuno l’ha praticamente più vista per anni e ora rieccola qua, con un fascino più maturo, più misterioso. Inoltre ci sono un sacco di personaggi teen, personaggi teen inquietanti, personaggi teen che si masturbano mentre si fanno strangolare, personaggi teen che non sono i soliti bimbiminkia delle serie adolescenziali. Tra loro spiccano Chris Zylka che fino a poco fa nelle serie bimbominkiose ci sguazzava (The Secret Circle e Twisted), così come i gemelli Max e Charlie Carver di Teen Wolf, in più c’è la gnocchetta Emily Meade e soprattutto la splendida rivelazione Margaret Qualley, che con quei suoi occhioni tristi sembra una versione aggiornata di Lara Flynn Boyle AKA Donna Hayward di Twin Peaks.
E infine ci sono i cani. Quali cani?
Sembrano quelli di una volta, eppure non sono più i nostri cani.

Non avete idea di cosa sto dicendo?
C'è un unico modo per rimediare. Se ancora non avete visto The Leftovers, guardatela. È una delle cose migliori che passano quest’estate sulla tv americana e pure su quella italiana, grazie a Sky Atlantic. Quando lo farete, vi sentirete come se aveste recuperato qualcosa. Qualcosa che era andato perso per sempre e nessuno sa perché.
Adesso vado a fare una copia di backup di questo post. Che non si sa mai.
(voto 8/10)

lunedì 6 maggio 2013

EFFETTI COLLATERALI, THE GIRL WITH THE CHANNING TATTOO


Effetti collaterali
(USA 2013)
Titolo originale: Side Effects
Regia: Steven Soderbergh
Sceneggiatura: Scott Z. Burns
Cast: Rooney Mara, Channing Tatum, Jude Law, Catherine Zeta-Jones, Ann Dowd, David Costabile, Mamie Gummer, Vinessa Shaw
Genere: psichiatrico
Se ti piace guarda anche: Crime d’amour, Limitless, Il cigno nero, Margin Call

Ci sono film che mi provocano seri effetti collaterali.
Il lato positivo ad esempio mi ha provocato un innamoramento immediato nei confronti di Jennifer Lawrence.
Limitless mi ha fatto venire voglia di prendere la droga NZT proprio come fa il protagonista.
Cloud Atlas mi ha fatto desiderare di reincarnarmi in un'altra persona. Un'altra persona che non ha mai visto Cloud Atlas e mai perderà tre ore della sua vita a vederlo.
Avatar mi ha messo in testa l’idea di spedire James Cameron dritto su Pandora. Questo forse non era un effetto collaterale, ma un effetto voluto.

Effetti collaterali mi ha invece provato come effetto collaterale iniziale un forte desiderio di prendere delle pillole, degli psicofarmaci. Proprio ciò che fa la protagonista del film.
Rooney Mara è depressa.
Perché? Cosa ha da essere tanto depressa, questa povera figliola?
"Sposata con Channing Tatum? Che orrore, nun gliela posso fà!"
Il suo maritino, quel brutto ragazzo di Channing Tatum, è appena uscito di galera e si appresta finalmente a stare insieme a lei per tutto il resto della sua vita. Quale donna non sarebbe depressa, davanti a una simile, tragica prospettiva?
Rooney Mara decide che una vita del genere non vale la pena di essere vissuta e allora tenta il suicidio. Ma sopravvive, ahilei. Per aiutarla a superare questo momento di sconforto esistenziale, lo psichiatra Jude Law le fornisce un nuovo psicofarmaco che pare avere effetti miracolosi. Riuscirà questo medicinale a risolvere i suoi problemi e a farle dimenticare il dramma di una vita insieme a Channing Tatum?

Questa non è che la prima parte di una visione parecchio avvincente, che ha sviluppi thriller non rivoluzionari ma nemmeno troppo scontati, più qualche interessante attualissima incursione nel mondo dell’insider trading, delle industrie farmaceutiche, e qualche altra sorpresina in grado di renderlo uno dei film più intriganti del periodo. Pur non senza difetti collaterali, Effetti collaterali è una pellicola decisamente d'effetto e senza bisogno di effetti speciali. Per quelli potete tranquillamente andare a vedervi Iron Merd 3.
A colpire è una sceneggiatura davvero molto ben orchestrata, che può sembrare confusa ma sa sempre dove andare a parare ed è inoltre capace di passare attraverso variazioni tematiche notevoli e pure cambi di protagonisti in corso. Uno script coraggioso con cui lo sceneggiatore Scott Z. Burns si fa perdonare quello sfocato di Contagion, precedente molto meno riuscita collaborazione con Steven Soderbergh.

"Channing, ti bacio, ma in realtà sto pensando al suicidio."
"Ah sì? Io tanto stavo pensando a Matthew McConaughey..."
Veniamo a Steven Soderbergh. È un regista troppo prolifico per i miei gusti e, come ho già detto ad esempio a proposito di Woody Allen, io preferisco quegli autori che tirano fuori un film solo ogni tanto, quando sentono che è il momento giusto. Le pellicole del Soderbergh che ho visto, solo una parte del suo infinito lavoro, le ho comunque apprezzate tutte, a parte il citato Contagion, con picchi soprattutto in Erin Brockovich, Traffic, Out of Sight e Sesso, bugie e videotape, ma anche il suo ultimo Magic Mike, grande successo ai botteghini ingiustamente sottovalutato da una parte di critica e bloggers. Tralasciando l’incursione nell’action con Knockout - Resa dei conti, che dopo la pioggia di critiche mi sono risparmiato per non rovinarmi l’opinione nei confronti del regista, Effetti collaterali fa qualcosa di analogo proprio al recente Magic Mike. Laddove quello era una specie di variante indie di Jersey Shore, questo è una variante indie del classico thriller. E, anche in questo caso, Soderbergh riesce a stupire con una vicenda intricata e dagli sviluppi inattesi, oltre che a convincere con la sua regia fredda quanto impeccabile.

"Catherine Z, ma tu te lo faresti Channing Tatum?"
"Brrr, no. Ma come ti viene in mente? Che schifo!"
Ad aiutarlo ci pensa l’ottimo cast da lui arruolato: oltre al brutto Channing Tatum, c’è il brutto Jude Law, la brutta Catherine Zeta-Jones e la già citata brutta pure lei Rooney Mara. Notevolissima in particolare l’interpretazione di quest’ultima, ma anche Jude Law zitto zitto non sbaglia mai un ruolo.
Chicca omaggio: le ottime musiche di Thomas Newman, già autore della sublime soundtrack di American Beauty.
E allora, CHE CAZZO VOLETE DI PIU’ DA UN FILM?
COSA?
IL SANGUE?
C’E’. C’E’ ANCHE UN PO’ DI SANGUE, QUI DENTRO. CONTENTI ADESSO?
SEMPRE PRONTI A CRITICARE TUTTO. UNA VOLTE CHE C’E’ UN BEL FILM, UN THRILLER NUOVO, NON LA SOLITA MINCHIATONA ANNI 80/90 SUPERATISSIMA, NON SIETE CONTENTI?
MA COME SI FA?

Attenzione: Effetti collaterali come effetto collaterale finale può provocare lampi di pura schizofrenia e attacchi violenti d'ira nei confronti dei suoi detrattori. Ma non c’è problema. Tanto ci sono gli psicofarmaci. Basta un poco di zucchero (non il cantante, mi raccomando) e la pillola va giù. Tutto brillerà di più!
(voto 8/10)



sabato 30 marzo 2013

COMPLIANCE, NON SUCCEDE SOLO DA MCDONALD’S


“Pronto Cannibal? Sono l’agente Page del servizio Google Blogger.”
“Sì buongiorno agente, cosa posso fare per lei?”
“Ci hanno riportato un problema con il suo blog.”
“Uh, caspiterina. E cosa sarà mai successo?”
“Ci hanno segnalato che il suo blog contiene opinioni cinematografiche, musicali, sociali etc parecchio discutibili. Inoltre… vediamo… Sì, mi dicono che il suo ultimo post non conteneva immagini pornografiche né parolacce. Nemmeno una. Sì, c'era un video in cui si intravedevano le chiappette di Natalie Portman, però non è abbastanza. Se ne rende conto? Lei ha un blog ma non lo sa sfruttare a dovere.”
“Scusi, signor agente…”
“Mi chiami pure Sire, per favore. O meglio ancora: Emerito Sire.”
“Va bene Emerito Sire Agente, ma posso chiederle chi le ha fatto questa segnalazione?”
“La nostra fonte ci tiene a rimanere anonima, ma comunque posso dirle in via confidenziale che si tratta di un certo Mr. James F. Di più non posso aggiungere.”
“Mr. James F? Non ho proprio la minima idea di chi possa essere… Comunque proverò a rimediare. In questo post inserirò le foto di un’attrice nuda, la protagonista del film di cui avevo intenzione di parlare prima di ricevere la Vostra rispettabilissima telefonata.”

"Col cavolo che mi denudo!"

“Attrice nuda? Eccellente, Signor Cannibal. Questo ci piace. E mi dica, come si chiama questo porn… ehm, questo film?”
“Si chiama Compliance e la protagonista è una ragazza carina…”
“Mooolto interessante.”
“È una biondina interpretata da Dreama Walker, una delle due protagoniste della purtroppo cancellata sitcom Don’t Trust the B**** in Apartment 23. Voi per caso c’entrate qualcosa con questa cancellazione?”
“Sì, a dire la verità sì. Non ci piaceva quel B**** censurato. Non si poteva proprio vedere.”
“Bene, cioè male, comunque questa ragazza lavora in un fast-food, in una catena stile McDonald’s o Burger King.”
“Gnam, mi ha fatto venire fame, Signor Cannibal.”
“Mi sono fatto venire fame da solo. Adoro il cibo junkie da fast-food. Tralasciando lo stomaco che brontola e tornando al film, la capa del fast-food riceve una chiamata dalla polizia. Le dicono che una delle dipendenti, la biondina di cui le parlavo, ha rubato a un cliente.”
“Bene, bene. E quando arriva la parte in cui è nuda?”
“Tra poco. Tra pochissimo. In pratica, questa povera ragazzetta viene messa sotto torchio e accusata di furto. Sarà davvero così? Non glielo sto a spoilerare…”
“Bravo, perché altrimenti ero già pronto ad arrestarla.”
“Colpevole o innocente che sia, la ragazza viene trattata come una ladra e sarà sottoposta ad alcuni trattamenti particolari. A delle perquisizioni intime, molto intime. Sarà ispezionata ovunque. Proprio dappertutto. E così la fanno spogliare…”

"Ma mi devo proprio spogliare?"
"Sì, così ha richiesto Blogger."
"Ah beh, se l'ha detto Blogger allora non posso proprio rifiutare."
"Così non basta?"

"Contenti adesso?"

“E così siamo arrivati alla parte interessante. Bravo Signor Cannibal, bravo. Così ci piace. Continui a segnalare film come questo. Lo consideri un primo avvertimento. Se pubblica ancora post in cui non parla di pellicole ad alto contenuto volgare e/o erotico e/o trasgressivo, saremo costretti a chiuderle - con enorme piacere - il suo blog.”
“Sì, però vede… a parte queste scene, Compliance non è che si possa considerare proprio un film ad alto contenuto pornografico. È semmai un thriller ad alta tensione ambientato tutto in poche ore all’interno di un fast-food. E adesso capisco anche perché certe volte il servizio non è così fast. È un thriller tesissimo, le dicevo, uno dei migliori visti negli ultimi tempi, possiede una sceneggiatura perfettamente costruita con qualche rimando all’adrenalina di pellicole come In linea con l’assassino - Phone Booth o Speed, ma è anche una vicenda in grado di riflettere sul tema del mobbing, della sottomissione, così come dell’autorità in generale. Riflessione parecchio importante soprattutto in un paese fortmente ligio alle regole come gli Stati Uniti. La storia raccontata non è infatti immaginaria, ma si ispira a uno, anzi che dico a uno?, a un sacco di casi analoghi che succedono regolarmente negli USA. Qui in Italia una situazione del genere può sembrare persino troppo assurda e a un certo punto la pellicola rischia di cadere davvero nell’inverosimile, eppure considerando la mentalità americana non è poi tanto difficile immaginare che possa essere capitato qualcosa così. Più di una volta.”
“Signor Cannibal, io al “Non è che si possa considerare proprio un film ad alto contenuto pornografico” ho smesso di sentirla e mi sono concentrato a terminare il secondo turno di una partita particolarmente importante di Ruzzle. Adesso devo salutarla ché mi inizia il terzo turno. In ogni caso proceda come da noi raccomandato: più parolacce, più volgarità, più nudi e più film erotici. Intesi?”
“Certo Signore Emerito Sire Agente. A risentirla, magari in circostanze diverse. Magari potrei offrirle un boccone in un fast-food, che ne dice?”
“Sta per caso cercando di corrompermi, Signor Cannibal?”
“Nossignorno, Signor Emerito Sire Agente!”
“Perché se sta cercando di corrompermi, dovrebbe farlo meglio. Vorrebbe corrompermi con un economico pasto low-cost in un fast-food? Suvvia, Cannibal. So che può fare meglio di così. Comunque sa che c’è? Con tutto questo parlare di cibo spazzatura, un boccone me lo faccio offrire volentieri. Ma non osi pagare con i buoni sconto, per carità. Se vuole corrompermi, almeno lo faccia con dignità.”
“Sissignore, Emerito Sire Agente. I miei ossequi.”

Compliance
(USA 2012)
Regia: Craig Zobel
Sceneggiatura: Craig Zobel
Cast: Dreama Walker, Ann Dowd, Pat Healy, Philip Ettinger, Ashlie Atkinson, Bill Camp
Genere: e.t. telefono a caso
Se ti piace guarda anche: In linea con l’assassino - Phone Booth, Speed, Fast Food Nation
(voto 7+/10)


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