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sabato 29 novembre 2014

C'ERA UNA VOLTA UNA POLACCA A NEW YORK: CHE LAVORO LE FECERO FARE?





C'era una volta a New York
(USA 2013)
Titolo originale: The Immigrant
Regia: James Gray
Sceneggiatura: James Gray, Ric Menello
Cast: Marion Cotillard, Joaquin Phoenix, Jeremy Renner, Angela Sarafyan, Jicky Schnee, Dagmara Dominczyk, Maja Wampuszyc
Genere: clandestino
Se ti piace guarda anche: Boardwalk Empire, C'era una volta in America, Two Lovers, Blood Ties

C'era una volta una giovane donna che viveva nella Terra di Polonia. La fanciulla aveva una grande fortuna e una grande sventura. La sua fortuna era quella di essere una gran sventolona. La sua sventura era che per quel motivo tutti se la volevano ciulare, con o senza il suo consenso. Nonostante fosse polacca, la fanciulla aveva lo splendido volto dell'attrice francese Marion Cotillard, d'altra parte per gli americani noi europei siamo sempre stati tutti uguali.
La ragazza polacca con il volto da francese se ne era scappata dalla sua terra natale dove tutti la volevano ciulare fino agli Stati Uniti in cerca di maggiore fortuna. Non è che ne avesse trovata molta già a partire dal viaggio in nave, dove è stata stuprata. Una volta arrivata a New York, le cose non è che siano andate per lei poi molto meglio. Anzi. I medici americani hanno scoperto che la sorella con cui è arrivata era malata e l'hanno messa in quarantena, manco avesse avuto l'ebola. Le cure cui doveva essere sottoposta erano molto costose e così, per permettersele, che lavoro volete si sia messa a fare la bella fanciulla polacca?

giovedì 23 settembre 2010

Fake Empire

Boardwalk Empire
Rete americana: HBO
Rete italiana: non ancora arrivato
Creatore: Terence Winter
Regia pilot: Martin Scorsese
Cast: Steve Buscemi, Michael Pitt, Kelly MacDonald, Stephen Graham, Michael Stuhlbarg, Michael Shannon, Aleksa Palladino, Gretchen Mol

We’re half-awake
in a fake empire

Guardi la promo di una fiction come Il peccato e la vergogna e la voce fuori campo di Canale 5 (la stessa da 20 anni, ma qualcuno l’ha mai visto in faccia?) annuncia fiera: per la regia di Alessio Inturri e Luigi Parisi.
Eh, ok. E chi cazzo sono? I fratelli Coen?

Tutto questo per dire che negli USA può invece capitare che alla regia di una serie tv ci trovi Martin Scorsese, mica Alessio Inturri. La serie in questione di chiama Boardwalk Empire, è appena partita su HBO (il canale oggi di True Blood e una volta di Soprano e Sex and the City), la prima puntata è stata talmente un successo che è già arrivata la conferma per la seconda stagione e i critici hanno applaudito unanimi. A me ‘sto Boardwalk Empire ha però lasciato decisamente freddino. Voglio dire: la cornice è splendida ma dentro c’ho trovato davvero poche emozioni.

La regia di Scorsese, se si sentisse ancora il bisogno di dirlo, è certo notevole. Eppure sembra mancare di ispirazione. Il Maestro si bulla con idee di montaggio già usate in The Departed, presenta una scena iniziale che ricorda l’intro di Shutter Island e costruisce un’atmosfera che riporta a Gangs of New York ma soprattutto a The Aviator. Insomma, remixa i suoi recenti lavori ma non sembra trovare una chiave di lettura nuova e adatta ai ritmi televisivi.

Boardwalk Empire è ambientato nei ruggenti anni ’20, l’epoca del jazz e del Proibizionismo (naturalmente solo di facciata). Ed è proprio all’alba di quest’era che vengono fuori le iene e una di queste iene risponde al nome di Steve Buscemi, la cui tenuta come protagonista di un telefilm è a mio parere ancora tutta da valutare. Per quanto riguarda la prima puntata, diciamo solo che è un disonesto bastardo che strappa qualche sorriso ma non sembra certo possedere la profondità e le sfumature di un Don Draper (Mad Men), tanto per scomodare un paragone di un certo peso.

Più interessante e combattuto tra bene e male, tra santo e peccatore è allora il personaggio interpretato da Michael Pitt: attore fisicamente molto simile al pupillo di Scorsese Leonardo Di Caprio e già visto in Dawson’s Creek, dove era Henry Parker, l’idolo che cercava di conquistare in tutti i più ridicoli modi possibili Jen Lindley, ma visto anche in The Dreamers, Funny Games (il remake americano) e Last Days, dove era il convincente alter ego nientepopodimeno che di Kurt Cobain.
E in un cast della Madonna da far invidia a qualsiasi pellicola hollywoodiana ci troviamo anche Kelly MacDonald (Trainspotting, Non è un paese per vecchi), Michael Stuhlbarg (il protagonista di A Serious Man) e Michael Shannon (il pazzo di Revolutionary Road). Ma le soddisfazioni maggiori potrebbero arrivare dall’Al Capone interpretato dal grandioso attore inglese Stephen Graham, indimenticabile neo-nazi di This Is England e volto da perfetto piece of shit.

Giudizio per adesso sospeso, per una serie che in America ha già entusiasmato ma che (ancora?) non mi ha coinvolto, sarà che i ruggenti e jazzati anni ’20 poco mi entusiasmano o sarà che l’autore della serie Terence Winter arriva dai Soprano (altro telefilm ottimo ma che non mi ha mai coinvolto). Comunque gli darò la possibilità di crescere per vedere se sotto la raffinata confezione si cela della vera bellezza o se perlomeno potrà splendere un po’ di sole sul lungomare di questo (finto) impero.
(voto 5,5 per il momento)

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