Visualizzazione post con etichetta anton corbijn. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta anton corbijn. Mostra tutti i post

martedì 4 novembre 2014

A MOST WANTED HOFFMAN





Ho visto un film, ma non ricordo più il titolo. Devo scrivere la recensione per Pensieri Cannibali e mica posso pubblicare un post senza dire come si chiama la pellicola. Sembrerei uno sprovveduto...
Voglio dire, sembrerei ancora più sprovveduto del solito. E adesso come faccio?
Meglio non farsi prendere dal panico e riordinare le idee. Nessuno faccia la spia. Vietato pure la consultazione di Google e di IMDb. Voglio arrivarci da solo. Allora, se non sbaglio, e sbagliare è una cosa che faccio spesso, si tratta di un film tratto da un romanzo di quel tizio che aveva scritto anche La talpa. OhMioDio!
La talpa è stata una delle visioni più noiose della mia intera vita. Non a caso si è pure guadagnato l'ambitissimo Valium Award di Pensieri Cannibali come film più palloso dell'annata 2012. Perché allora ho recuperato un'altra pellicola ispirata a una sua storia, tra l'altro un'altra vicenda piuttosto simile per intrecci spionistici?

Un team di esperti impegnato a trovare il misterioso titolo del film.

Chi lo sa? Probabilmente sarà stato per via del regista.
Dietro la macchina da presa di questo film c'è... chi è che c'è?
Non ricordo il suo nome, ma dev'essere lo stesso che aveva firmato The American, il vincitore dell'ancora più ambito premio di Peggior film dell'anno di Pensieri Cannibali, questa volta edizione 2010.
Perché diavolo mi sono andato a vedere una roba dietro la quale si celano gli autori di due delle peggiori ciofeche cinematografiche in cui mi sono imbattuto nel corso della mia brillante – scusate, ve l'ho detto che ogni tanto mi sbaglio – carriera da blogger?

Il motivo più ovvio: in questo film ci doveva essere della figa. E infatti c'è. Della figa di altissima qualità, di cui ricordo pure il nome: Rachel McAdams. Avrò anche dei problemi di memoria, ma quando si tratta di gnocca questi spariscono immediatamente.
Mamma mia, quanto è bella Rachel McAdams?!?


Qui appare per lo più struccata, nella parte di una avvocatessa non particolarmente infighettata, ma quanto è bella lo stesso Rachel McAdams?!?
E poi è pure brava. In questa pellicola offre davvero una notevole prova di recitazione. Ricordo che non era la sola. Ricordo che l'intero cast del film era di ottimo livello. Soprattutto il protagonista...


Oh, ecco. Ora ricordo perché ho visto questo film.
Non è stato per il regista, che pure oltre al terribile The American aveva girato il pregevole Control, il biografico su Ian Curtis dei Joy Division. Non è certo stato per l'autore del romanzo da cui è tratto e per una volta non è nemmeno stato per la figa. L'ho visto per Philip Seymour Hoffman. È il suo ultimo film da protagonista e quindi non potevo perdermelo.
La pellicola poi non è nemmeno malaccio. Considerando che è una spy-story dai ritmi sonnacchiosi proprio come La talpa, mi sarei aspettato di annoiarmi a morte e invece no. Sarà per via dell'affascinante ambientazione crucca, per la precisione Amburgo, città ben poco utilizzata dal cinema internazionale, almeno che io sappia. O sarà perché la vicenda di spionaggio “riflessivo”, vagamente dalle parti dello splendido Zero Dark Thirty o di serie notevoli (o almeno un tempo notevoli) come The Americans e Homeland, con le sue riflessioni attualissime sul confronto Occidente VS Islam che su di me hanno sempre una certa presa. O sarà perché per tutto il tempo sono rimasto in attesa che la visione decollasse, che succedesse qualcosa, e invece niente. Il film stuzzica, sembra sempre lì lì per trasformarsi in un filmone e, anche se ciò non accade, tu passi due ore con quella speranza. È già qualcosa. È già meglio di niente.
Ma se questa pellicola, per quanto irrisolta, sospesa e tutto fuorché entusiasmante, non mi ha annoiato e in fondo non mi è dispiaciuta, è soprattutto per merito suo. Il suo personaggio non resterà tra i più memorabili da lui interpretati nel corso della sua carriera, ma lui offre un'interpretazione davvero notevole, con la sua enorme bravura che, dopo essersi trattenuta per 120 minuti, esplode nella scena conclusiva del film. Philip Seymour Hoffman è grande, grandissimo, ancora una volta. Ancora un'ultima volta.
Sì, ma come si chiama, questa sua ultima pellicola da protagonista?

Ah già, ora ricordo. Si tratta del solito banale anonimo titolo messo dalla distribuzione italiana: La spia.
Uh, che titolone indimenticabile! Chissà come ho fatto a scordarmelo?

La spia – A Most Wanted Man
(UK, USA, Germania 2014)
Titolo originale: A Most Wanted Man
Regia: Anton Corbijn
Sceneggiatura: Andrew Bovell
Tratto dal romanzo: Yssa il buono di John le Carré
Cast: Philip Seymour Hoffman, Robin Wright, Rachel McAdams, Willem Dafoe, Grigory Dobrygin, Daniel Brühl, Nina Hoss, Mehdi Dehbi
Genere: spione
Se ti piace guarda anche: The Americans, Homeland, Tyrant, 24, La talpa, Zero Dark Thirty
(voto 6/10)

mercoledì 10 novembre 2010

Tu non vuò fà l'americano

The American
(USA 2010)
Regia: Anton Corbijn
Cast: George Clooney, Violante Placido, Thekla Reuten, Paolo Bonacelli, Filippo Timi
Genere: noia mortale
Links: IMDb, mymovies
Se ti piace guarda anche: fuori dalla finestra che di certo succede qualcosa di più interessante

Ci sono film brutti, ci sono film noiosi. E poi c’è “The American”.

Io mi chiedo: un regista come Anton Corbijn, già autore di videoclip capolavoro (“Enjoy the silence” dei Depeche Mode, “Heart-Shaped Box” dei Nirvana!), dopo un gran film come “Control” su Ian Curtis avrà ricevuto decine di copioni e un attore come George Clooney di copioni ne riceverà a decine tutti giorni; ma perché diavolo hanno scelto proprio questa sceneggiatura? Come hanno fatto a non addormentarsi leggendola? Un autentico mistero che non trova risposta, a meno che la sceneggiatura non fosse una figata pazzesca e poi filmandola l’hanno rovinata del tutto. Ma ne dubito.

La storia è quella di un killer americano in missione in Abruzzo. Poi basta. La noia vince su tutto. Ci sono quei film che la gente va al cinema e dice “sì carino, ma non succede niente” solo perché non ci sono inseguimenti, effetti speciali, esplosioni e amenità varie. Di solito a me quei film bollati come “noiosi” invece piacciono. In “The American” però non succede niente, ma non succede veramente NIENTE; la lentezza di questo film è davvero esasperante e persino Gandhi vedendolo si sarebbe incazzato.

Clooney è davvero non in parte. A vederlo in “Tra le nuvole” e poi qui viene spontaneo chiedersi se non sia stato cloonato. Ok, questa battuta era terribile, lo ammetto, però vi posso assicurare che è comunque molto meglio dei (pochi) dialoghi presenti in questo film. Dialoghi che sono proprio ridicoli, roba da far cadere le braccia e non solo quelle. Persino nella serie tv “One Tree Hill”, che ultimamente è scesa davvero in basso, si sentono battute migliori.
Pure gli altri attori del cast sono davvero poco convinti e a partecipare incolpevole alla noia c’è anche il buon Filippo Timi. Violante Placido invece fa la parte della mignotta, pardon escort, ma è l’unica che Berlusconi non si farebbe perché il suo papi è di sinistra, ha fatto il Caimano e quindi non va bene.
Le scene di sesso poi sono penose e sono state girate probabilmente con l’unico scopo di far incacchiare la Canalis. Nella colonna sonora in sottofondo si sente “Tu vuò fa l’americano” perché gli americani se non ci mettono qualche bello stereotipo sull’Italia proprio non sono contenti e c’è infine anche il personaggio di un prete che fracassa non poco i maroni.
Corbijn si va quindi ad aggiungere con M. Night Shyamalan e Tim Burton alla lista dei registi che quest’anno mi hanno deluso e molto. Sarà che Corbijn a colori non rende come in b/n?

Soffrite d’insonnia? Avete problemi a dormire? Mettete su questo film e vi prometto che tempo 5 minuti starete dormendo come agnellini. Sarà anche un film terribile, ma almeno una sua funzione sociale narcolettica la svolge. Se lo scopo invece era quello di rendere omaggio alle terre d’Abruzzo, le intenzioni sono fallite in maniera miserrima e questo film è utile all’immagine della regione quanto lo è stato Bertolaso durante il terremoto.

Un film di inconcepibile bruttezza, disarmente, senza senso, di una noia mortale, con una recitazione da far invidia alle soap-opera argentine, chiuso da uno dei peggiori finali mai visti. In una sola parola: terribile. Offro da bere un Nespresso (what else?) a chi mi trova un film peggiore di questo.
(voto 1-)

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...

DISCLAIMER

Questo blog non rappresenta una testata giornalistica, pertanto non può considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 7.03.2001. L'autore, inoltre, non ha alcuna responsabilità per il contenuto dei commenti relativi ai post e si assume il diritto di eliminare o censurare quelli non rispondenti ai canoni del dialogo aperto e civile. Salvo diversa indicazione, le immagini e i prodotti multimediali pubblicati sono tratti direttamente dal Web. Nel caso in cui la pubblicazione di tali materiali dovesse ledere il diritto d'autore si prega di Contattarmi per la loro immediata rimozione all'indirizzo marcogoi82@gmail.com