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venerdì 27 aprile 2018

Musica di aprile 2018 - Cose da ascoltare e cose che anche no





Avete presente quelle rubriche mensili che uno attende tutto un intero mese di poter leggere?
Ecco, la rubrica musicale di Pensieri Cannibali non è una di quelle. Non lo è, perché uno attende di ascoltarla, più che leggerla. Se però la leggete anche mi fate un piacere, altrimenti cosa mi sbatto tanto a scrivere, quando potrei proporre le canzoni e basta senza manco due parole di commento?
Hey, questa potrebbe essere un'ottima idea per il prossimo mese!


sabato 12 luglio 2014

I MIGLIORI TORMENTONI ESTIVI 2014




La settimana scorsa vi siete dovuti ascoltare i più tormentosi tormentoni offerti dall’estate 2014, oggi visto che siete stati più o meno buoni vi regalo anche la Top 10 dei brani migliori di questi caldi mesi. Almeno secondo il modesto parere di Pensieri Cannibali.
A dirla tutta, non è stata affatto una selezione semplice, visto che questa stagione estiva è stata ancora più arida del solito in quanto a musica decente, ma alla fine una Top 10 sono comunque riuscita a tirarla fuori e ve la potete gustare qui sotto.
Se invece volete fare un tuffo nelle sonorità del passato, potete recuperare anche le mie classifiche dei migliori e dei peggiori tormentoni estivi di tutti i tempi.

Top 10 – I migliori pezzi dell’estate 2014 secondo Pensieri Cannibali


10. Avicii “Addicted to You”
Sembra Adele remix e invece è un pezzo di Avicii. Per la serie: anche i tamarri hanno un cuore.



9. Ariana Grande feat. Iggy Azalea “Problem”
Il singolone teen, o forse sarebbe meglio dire tween, dell’estate 2014. E, se non vi piace perché siete troppo jurassici, non è mica un mio problem.



8. Michael Jackson feat. Justin Timberlake “Love Never Felt So Good”
Uno scarto di Michael Jackson degli anni ‘80 è uno dei brani più piacevoli dell’estate 2014. Ciò fa riflettere sulla qualità delle canzoni uscite quest’estate…



7. Jezabels “Endless Summer”
Il pezzo “Endless Summer” di questo gruppo australiano in patria è uscito nel 2011 all’interno del loro primo album “Prisoner”, ma le radio italiane lo stanno passando solo adesso, quando intanto la band ha già pubblicato un album tutto nuovo, “The Brink”. In ogni caso, per loro questo pezzo estivo si sta rivelando un successo davvero endless.



6. Kiesza “Hideaway”
Ki è sza qua e kome kazzo si è vestita?
Non lo so, ma la canzone spakka.



5. Kasabian “Eez-He (Easy)”
La base sarà anche leggermente copiata da “Do It Again” dei Chemical Brothers, però quando partono le sue note è troppo easy cominciare a muoversi.



4. Lilly Wood & the Prick “Prayer in C (Robin Schulz Remix)”
La preghiera dell’estate. In tutte le migliori chiese.



3. Iggy Azalea feat. Charli XCX “Fancy”
Estate 2014: Iggy Azalea = Estate 2013: Pharrell Williams
La rapper-popstar Iggy Azalea è la Pharrell di quest’anno, almeno negli USA dove “Fancy” e “Problem” stazionano da settimane ai primi due posti della Billboard chart dei singoli più venduti, in maniera analoga a quanto faceva Williams l’anno scorso con “Blurred Lines” e “Get Lucky”.
La differenza?
Iggy Azalea è un po’ più caruccia di Pharrell.



2. Calvin Harris “Summer”
L’inno tamarro dell’estate.



1. Lana Del Rey “West Coast”
Indie tormenton of the summer.



Ecco infine la Cannibal Summer 2014 playlist da ascoltare su Spotify.


mercoledì 21 maggio 2014

“GHOST STORIES”, LE STORIE DELLA BUONANOTTE DEI COLDPLAY




Coldplay "Ghost Stories"
Il grande problema dei Coldplay è fondamentalmente uno. Più che un problema, una colpa. Sono troppo famosi, hanno venduto troppi dischi, hanno raccolto troppo rispetto ai loro reali meriti. I Coldplay non sono un gruppo pessimo, questo no, ma tanto meno sono fenomenali. Sono una band media, come tante, che però ha una popolarità enorme, come poche. Il segreto del loro successo? Chris Martin è riuscito a scrivere una serie di canzoni capaci di arrivare al cuore del pubblico, alcune davvero riuscite come “Yellow”, “The Scientist”, “Fix You” e “Viva la vida”. Allo stesso tempo manca loro il vero genio creativo. I primi tempi, quelli del loro album migliore, il debutto “Parachutes”, suonavano come un incrocio tra Radiohead e Jeff Buckley, poi è avvenuta la loro U2izzazione e hanno puntato a proporre uno stadium-pop con grandi cori e canzoni di facile presa. In ogni caso senza mai possedere un'enorme originalità. Ai Coldplay va però almeno dato atto di non essersi cristalizzati in un solo tipo di suono, ma di cercare sempre nuova gente cui scopiazzar… ehm, cui ispirarsi. Con l’ultimo poco riuscito “Mylo Xyloto” avevano tentato, senza convincere molto, qualche divagazione elettronica, ma il lavoro risultava un pasticciaccio brutto, e ora?

Con il nuovo “Ghost Stories” i Coldplay cercano di infilare tutto quanto fatto in precedenza in una forma più semplice, provando a spogliarsi delle produzioni eccessive e dei barocchismi dei loro ultimi album. Il suono del disco è delicato, leggero, sospeso. Impalpabile. Talmente impalpabile da essere quasi inconsistente.
Se a livello di tematiche questo è un disco di rottura, visto che Chris Martin affronta la fine della storia con l'ormai ex moglie Gwyneth Paltrow, a livello musicale pure, considerando come questa volta le rinnovate fonti di ispirazione sembrano essere James Blake, The xx e Bon Iver, si senta il soporifero clone di quest’ultimo che è “Midnight”, mentre a tratti pare di essere finiti in una versione for dummies dei Sigur Ros, basti dare un ascolto all'apertura di "Always in My Head". In mezzo a tante ballatone, a sorpresa c’è anche spazio per una parentesi quasi dance, con “A Sky Full of Stars” prodotta dal dj più in voga più tamarro del momento, Avicii. Il risultato? Sembra un pezzo di David Guetta che cerca di fare la copia dance di una canzone dei Coldplay.



Nonostante questo pezzo che con il resto della tracklist c’entra quanto un brano di Gigi D’Agostino in una compilation di musica new-age, i ritmi sono per lo più lenti, per non dire assenti. Provate ad ascoltare “Oceans” senza finire in coma e Chris Martin vi regalerà una bambolina per fare il voodoo a Gwyneth Paltrow.


A inizio post dicevamo che il grande problema dei Coldplay è quello di essere diventati più famosi di quanto meritassero. A dirla tutta, Chris Martin e compagni hanno anche un altro e più grave problema. Sono una lagna infinita e il loro nuovo lavoro ne offre un’ulteriore lampante dimostrazione. “Ghost Stories” non è un brutto album, è solo noioso. Penso ci sia solo una cosa più noiosa dell'ultimo disco dei Coldplay: Robert Redford da solo su una barca che si ascolta l’ultimo disco dei Coldplay.
La definizione di album di rottura è allora perfetta. Non perché documenta la rottura tra Chris Martin e Gwyneth Paltrow, ma perché è una gran rottura di palle.
(voto 5/10)

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