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mercoledì 27 febbraio 2019

La musica di febbraio 2019: cose da sentire e cose da sentire solo con i tappi alle orecchie





L'annata musicale è entrata nel vivo, grazie a Sanremo...
Ok, come non detto. Va però riconosciuto che quest'anno il Festival ha proposto cose meno peggio del solito e qualche pezzo decente è venuto fuori. Febbraio comunque non è solo il mese di Sanremo e ci sono anche varie altre robette da segnalare. Quali? Scopritele nello spazio mensile di Pensieri Cannibali dedicato alla musica, tra flop, top e mini rubriche varie ed eventuali.

lunedì 1 ottobre 2018

La musica di settembre 2018 (scusate, non ho trovato titoli migliori e ora è pure ottobre)





È finito settembre e questo significa che i tormentoni estivi stanno per sparire dalla circolazione, nonostante quest'anno, con le temperature ancora alte, siano più duri a morire del solito. E significa inoltre che i grandi nomi della scena nazionale e internazionale stanno tornando appunto in scena. Cosa non necessariamente troppo positiva, visto che molti artisti affermati ormai sono come i i cinecomics e i blockbusteroni americani: ogni tanto sbucano fuori per battere cassa, ma i loro ultimi lavori sono tutt'altro che fenomenali e originali.

Detto ciò, andiamo a vedere i flop, i top e le rubrichette varie presenti all'interno della rubrica musicale di Pensieri Cannibali dell'ultimo mese.

sabato 26 luglio 2014

GUIDA CANNIBALE AL POP-PUNK





Questa settimana le Guide Cannibali tornano a dedicarsi ai generi musicali, dopo la (lunga) parentesi dedicata ai tormentoni estivi e lo fa con un genere anch’esso perfetto per la stagione più calda dell’anno: il pop-punk.
Del punk-rock duro e puro ci occuperemo la prossima settimana, mentre oggi andiamo ad ascoltare qualche rinfescante pezzo appartenente alla parte più leggera del genere. Il pop-punk è infatti nato come risposta meno incazzosa alla frangia più estrema e hardcore della scena, con un gusto maggiormente accentuato per le melodie e per una sana attitudine cazzara. Lontani dalla rabbia anarchica dei Sex Pistols, così come dall’impegno politico dei Clash, sono venuti fuori dei gruppi che alla velocità del punk hanno combinato un gusto pop, capitanati dai compianti Ramones che ormai si sono ritrovati tutti nell’Aldilà.


Dopo i primi fasti nel periodo 1977 e dintorni, il genere ha poi vissuto un’impennata di popolarità presso il grande pubblico negli anni ‘90 grazie a band come Green Day, Offspring, Rancid e NOFX, seguiti poi da un’ondata di gruppi e artisti sempre più orientati verso il lato pop, mentre alcune altre band come gli Ska-P hanno fuso il suono punk con lo ska.
Negli ultimi tempi il genere sembrava passato di moda, ma ecco che a riproporlo presso il pubblico più ggiovane a bimbomikioso c’hanno pensato i 5 Seconds of Summer, gruppo in cui la componente punk a essere generosi è ridotta a un 1%, mentre tutto il resto è pop.
E in Italia? Abbiamo giusto i validi Punkreas e poco altro, tipo i Finley e i Vanilla Sky, orientati più verso un suono emo-punk.

Terminata questa premessa, andiamo ad ascoltare i 10 pezzi pop-punk favoriti da Pensieri Cannibali. Lo so che molti storceranno il naso e inorridiranno di fronte a una lista che vede Ramones e Avril Lavigne insieme, ma d’altra parte questa è la versione cannibale del mondo e qui tutto può succedere.

Top 10 – I pezzi pop-punk preferiti di Pensieri Cannibali



10. Good Charlotte “The Anthem”



9. Avril Lavigne “Sk8er Boi”



8. NOFX “Don’t Call Me White”



7. Sum 41 “Fat Lip”



6. Rancid “Time Bomb”



5. blink-182 “All the Small Things”



4. Green Day “Basket Case”



3. Offspring “All I Want”



2. Buzzcocks “What Do I Get”



1. Ramones “Sheena Is a Punk Rocker”



In chiusura di post, beccatevi pure la playlist pop-punk cannibale da ascoltare su Spotify.


mercoledì 5 febbraio 2014

DISCHI VERGOGNA



Dopo aver annunciato al mondo i miei Film Vergogna, ed essere stato pubblicamente deriso, oggi bisso con i miei Dischi Vergogna. Di che si tratta?
Sono quei dischi che amo, o più che altro che ho amato in passato, segretamente. Quei dischi commerciali, o fatti da band e artisti discutibili o scandalosi, o tutte queste cose messe insieme. Gli album “guilty pleasure” che ascolto, ma soprattutto che ho ascoltato, e di cui più mi vergogno. E attenzione perché la settimana prossima ci sarà spazio pure per le mie 10 Canzoni Vergogna preferite, giusto per raddoppiare la dose di shame on me!


Ecco la blacklist dei miei dischi vergogna.

10. Duran Duran “Rio”
Partenza soft con un gruppo che la Storia ha ormai ampiamente riabilitato. Eppure, per i puristi della musica alternative anni ’80, i Duran Duran saranno sempre il suono degli yuppie, dei wild boys, dei paninari, per qualcuno anche i precursori delle boy band. Come sia o come non sia, il gruppo del bel Simon le Bon, che all’epoca faceva urlare le teenagers come oggi i One Direction, ha rappresentato il lato più pop e glamour  e godereccio della anni ’80. Dopo tutto non di soli Joy Division si può vivere. E poi Rio è un Signor Album.



9. t.A.T.u. “200 km/h in the Wrong Lane”
Una delle operazioni di marketing più geniali nella Storia. Della musica pop e non solo. Prendi due ragazzine russe dal fascino lolitesco (Nabokov d’altra parte di che paese era?), le metti a limonare e poi, se avanza del tempo, le metti anche a cantare qualche canzoncina, come “All the Things She Said” che spaccava e spacca ancora di brutto!



8. Robbie Williams “Life thru a Lens”
Tra le mie vergogne musicali non ci sono boy band, che non ho mai amato particolarmente manco per sbaglio. Preferisco quando un cantante esce dal gruppo, come Justin Timberlake dagli 'N SYNC, o come Robbie Williams che, dopo essere stato il cicciobombo cannoniere dei Take That, si è costruito una carriera di tutto rispetto. Tra i suoi dischi, il mio preferito è l’esordio solista, britpop nella sua veste più commerciale allo stato puro. Sì, è quello con “Angels”.
7. Lady Gaga “The Fame Monster”
L’esordio di Lady Gaga nel mondo del pop con “The Fame”, riuscito poi in versione deluxe più goduriosa come “The Fame Monster”, è stato una bomba, boom! Peccato che al terzo album abbia già fatto un bell’artflop. In attesa di capire se il suo periodo d’oro sia terminato o meno, io canto “po-po-poker face po-po-poker face” come se non ci fosse un domani.



6. Avril Lavigne “Let Go”/“Under the Grip”
La mia cantante bimbominkiosa preferita. Ultimamente la Avril non se pò più sentì, ma per i suoi primi due dischi, “Let Go” bello pop-punk e “Under the Grip” bello darkone, ci metto ancora oggi un sacco di ♥ ♥ ♥ ♥ ♥
Cotta adolescenziale ad honorem 4ever!



5. Articolo 31 “Così com’è”
Questa è stata la prima musicassettina tarocca che ho comprato da un vucumprà. Si sentiva malissimo e così più tardi mi sarei rifatto acquistando addirittura il CD originale. Insomma, c’ho smenato un sacco di soldi per questo disco di J-Ax e DJ Jad, ma alla fine ne è valsa la pena. A livello musicale suona come una versione spaghetti funk dell'hip-hop commerciale americano anni '90 e alcune canzoni non è che fossero proprio il massimo, però i testi erano e rimangono spettacolari, delle vere e proprie lezioni di vita.



4. Cristina D’Avena “Un Fivelandia a caso”
Cristina D’Avena è stata la nave scuola, a livello musicale intendo, per generazioni e generazioni e generazioni di italiani. Una vergogna collettiva e socialmente accettata, però pur sempre una vergogna.
Al di là dell’inevitabile effetto nostalgia, alcuni pezzi comunque restano niente male, come la mia canzone daveniana preferita, “Nanà Supergirl”. Ogni volta che la sento, mi viene da piangere.



3. Britney Spears “In the Zone”
Di Britney Spears dovrei citare l’opera omnia. Il video di “…Baby One More Time” mi ha bloccato la crescita, brani come “Sometimes”, “Lucky” e “I’m a Slave 4 U” per me sono stupendi, con l’album “Blackout” ha praticamente inventato il puttanpop (tra i generi musicali vergognosi il mio preferito!) e insomma io Britney la lovvo totalmente. Tra i suoi dischi il mio preferito è “In the Zone” del 2003, quello in cui hanno cominciato a intravedersi i segnali della follia che l’avrebbero portata a drogarsi pesantemente e a radersi i capelli a zero. Quello in cui ci sono “Toxic” e il sommo Capolavoro pop “Everytime” cantato anche in Spring Breakers. Britney Spears forever, bitches!



2. Gigi D’Agostino “L’amour toujours”
Su le mani. Su ‘ste cazzo di mani!
Il re del suono più tamarro degli anni ’90, e probabilmente dell’intera Storia della Musica, è lui e solo lui.
Arriva da Torino, è Gigi D’Agostino!



1. Spice Girls “Spice”
Nel periodo 1996/1997 i gruppi per cui andavo fuori di testa erano i Radiohead, gli Smashing Pumpkins, i Nirvana, i Blur, i Sonic Youth e… le Spice Girls.
Non mi sono mai piaciute le vie di mezzo. O ascoltavo le chitarre violentate dai Sonic Youth, oppure mi lasciavo andare al suono ultracommerciale delle ragazze speziate.
La mia preferita?
Andavo a periodi, ma in generale direi lei, la più vaccona: Geri Halliwell.



"Evvai, abbiamo vinto il Cannibal Vergogna Award!"

Vi invito a partecipare a questa pubblica gogna con i vostri personali Dischi Vergogna, qui sotto tra i commenti, oppure pubblicando le vostre liste su Facebook o sui vostri blog o dove preferite. Se lo fate, magari segnalate che la vergognosa iniziativa è partita da questo post, please:
http://pensiericannibali.blogspot.it/2014/02/dischi-vergogna.html

mercoledì 30 ottobre 2013

BRUTTE RECENSIONI DI BRUTTI DISCHI




Visto che Halloween è ormai alle porte ecco una breve rassegna di pessimi dischi con cui spaventare gli amici. E pure voi stessi…


Elisa “L’anima vola”
Fa comunque schifo, ma non è poi così terribile, il nuovo disco di Laura Pausini. Se non altro è un leggero miglioramento rispetto ai suoi precedenti.
Ah, è l’ultimo album di Elisa?
Siamo sicuri?
Allora è vero che l’anima vola: dal corpo della Pausini è atterrata in quello di Elisa.
(voto 3/10)



Paul McCartney “New”
“New”? Ma “New” dove???
Ah Polle, ormai sei il Giorgio Napolitano della musica inglese, chi tte credi de stà a coglionà intitolando il tuo disco “New”?
(voto 5/10)

"Ma davvero ho chiamato il mio disco "New"???"



Avril Lavigne “Avril Lavigne”
Questo album dovrebbe essere vietato ai maggiori di 5 anni.
Va bene non voler crescere, sono io il primo ad appoggiarti in questo, però tu mi sa che sei rimasta ai tempi dell’asilo, mia cara Avril.
(voto 4/10)

"Eh però so' sempre una bella passera!"



Moby “Innocents”
Avete presente il silenzio degli innocenti?
Ecco non c’entra niente. Era solo per dire che il silenzio è di gran lunga preferibile a questo “Innocents”.
Moby, suck my Dick!
(voto 4/10)

"Questa recensione m'ha fatto riflettere. Non so su cosa, ma m'ha fatto riflettere."



Cher “Closer to the Truth”
Appena finito di ascoltare il disco di CherUnaVolta. Le orecchie però non hanno ancora finito di farmi male.
(voto 3/10)

Immagine tratta dal sito ThirdAgePorn.org



giovedì 9 maggio 2013

A VANGAR LE VIGNE


Cara Avril Lavigne, il tuo nuovo video “Here’s To Never Growing Up” è troppo tardo-adolescenziale persino per me. LOL XD
TVTB troppo e ti lvv sempre un casino!



domenica 6 marzo 2011

Goodbye Avril

Avril Lavigne “Goodbye Lullaby”
Genere: teen pop
Provenienza: Canada
Se ti piace ascolta anche: Alanis Morissette, Katy Perry, Paramore, Hey Monday, Pretty Reckless

Fatemi fare l’avvocato del diavolo. O meglio: fatemi fare il Ghedini della situazione. È facile parlare male di Avril Lavigne quasi quanto è facile parlare male di Berlusconi. Se a difendere il secondo c’è già un dream team di avvocati, più un esercito di giornalisti lecchini cui scotta la sedia sotto il culo, più un intero Parlamento di politicanti da noi pagato, a proteggere la povera vigna bombardata della Avril non c’è invece nessuno o quasi, considerato come i suoi fan B1mb1m1nk14 passino 12 ore al giorno su Netlog ma magari non sono proprio in grado di scrivere un post intero in sua difesa in italiano se non in questo linguaggio: “c10è BeLL4 r4g4 & BeLL4 4vR1L 6 tUtt1 n01 FaNz ForeVer!!! 1l tU0 mp3 è trpppp g1ust0 tvttttb XOXO”
Chi rimane allora a difenderla? I suoi vecchi fan sono cresciuti e, come direbbero in America, sono “move over”, sono andati avanti con le loro vite. Io però voglio bene ad Avril e quindi mi sento in dovere di difendere, almeno in parte, questo suo nuovo album Goodbye Lullaby.

L’attacco di piano dell’apertura è sintonizzato sulle note di “Runaway” di Kanye West, anche se è solo un abbozzo di canzone. Peccato perché non era niente male. Il primo singolo “What the hell” inizia con un organetto da intermezzo delle cheerleader e ha un ritmo non dissimile dalla vecchia hit “Girlfriend” (che già a sua volta rubava a piene mani da “Hey Mickey” di Toni Basil) e pur suonando come una canzone da B1mb0m1nk14 12enne mi esalta parecchio. O forse è proprio perché suona come una canzone da B1mb0m1nk14 12enne e io alla soglia dei 30anni sto vivendo una fase di rifiuto della mia età anagrafica? Anche Berlusconi deve aver cominciato così…


“Push” e “Smile” sembrano uscite dal periodo d’oro di Alanis Morissette. Perché, chiedete voi: la Mori-tette ha avuto un periodo d’oro? Eh già, a metà anni Novanta e se ve ne ricordate forse starete vivendo anche voi un periodo di crisi di mezzaetà precoce. O probabilmente no.
Ci sono le ballatone? Volevate mancassero le ballatone in un disco di Avril Lavigne? Eh no, miei cari, ci sono e sono pure ben congegnate per spezzare i vostri inermi cuoricini (e con vostri intendo sempre se avete un’età fisica e/o mentale intorno ai 12fuckin’yearsold): su tutte “Stop standing there” e “Wish you were here” (no, i Pink Floyd non c’entrano, ma proprio niente).
Nella seconda parte del disco si esagera con le ballatone e affiorano diversi momenti di noia anche per un fan di lunga data della cantante canadese come me e quindi adesso sembra arrivato proprio il momento dei saluti. Siamo alla scena finale di E.T. e io devo fare come Elliott e dirti addio Avril. Devo andare avanti con la mia vita e crescere, diventare finalmente una persona adulta. Goodbye, Avril (lacrimuccia). Goodbye.
(voto 5,5)

domenica 20 febbraio 2011

Sanremo 2011: This is the end, my only Belen, the end

Avrà anche dedicato la vittoria alla moglie, però intanto...
È andata così: alla fine muoiono tutti. Sul gobbo compare una scritta minacciosa, inserita dagli autori per puro scherzo: “Gianni, deve farli fuori. Uno per uno.” Morandi all’inizio esita ma poi, incapace di non seguire le istruzioni del Dio gobbo, prende un coltello e li squarta vivi uno dopo l'altro. A Belen Rodriguez taglia via le tette e il silicone inonda l’Ariston, Luca e Paolo provano a scappare ma sono troppo stonati per via di tutte le canne fumate e poi Morandi è un maratoneta e quindi non hanno scampo, ad Elisabetta Canalis Gianni apre il crano e, sorpresa sorpresa… dentro è vuoto.
No, è andata a finire così. “L’alieno” di Battiato e Madonia è in realtà una preghiera per far arrivare gli alieni e funziona! Gli extraterrestri irrompono così all’Ariston minacciosi, cercando di capire se gli essere umani possono costituire un pericolo per la loro razza. Per scoprirlo rapiscono Elisabetta Canalis, Gianni Morandi e Al Bano e fanno su di loro degli esperimenti. 5 minuti dopo se ne vanno via tranquilli: sulla Terra non hanno rilevato forme di vita intelligente. Evviva, il pianeta è salvo!
E invece no, la fine è stata questa: Anna Tatangelo e Belen Rodriguez hanno telefonato ai loro rispettivi compagni e li hanno mollati gridando “Bastardi!”, quindi in diretta tv hanno iniziato la più bella scenona di sesso saffico che si sia mai visto sulla prima rete Rai. E non solo lì.
Insomma, si sarebbero potuti inventare un sacco di diversi finali a sorpresa, tanto per depistare gli spettatori e invece quei sapientoni della Rai hanno deciso di svelare tutto già ore prima che la finale avesse inizio: Roberto Vecchioni è in testa al televoto.

Non devo dire che Vecchioni vincerà il Festival.
Non devo dire che Vecchioni vincerà il Festival.
"Hey gente: Vecchioni vincerà il Festival!"
Mentre qualcuno stava pensando di prendersela ancora una volta con il povero Julian Assange, l’unico che faceva per davvero il lavoro del giornalista ed è stato fermato mentre Emilio Faith è ancora a piede libero, ci si è accorti che la causa non è Wikileaks. Nessun complotto internazionale. La colpa è solo di un dirigente sveglione di Raitrade, uno che avrà uno stipendio da 10.000 euro al mese (pagati da noi contribuenti) e il cui unico compito nella vita consiste nel NON svelare i risultati del televoto. Questo allora cosa fa? Durante la conferenza stampa alla vigilia dell’ultima puntata di Sanremo svela… i risultati del televoto. Non contento di aver annunciato che al termine della puntata di venerdì Vecchioni aveva ricevuto il maggior numero di voti, lo sveglione di Raitrade ha continuato imperterrito a svelare cose che non doveva dire, come ad esempio che Van de Sfroos era il più votato in Lombardia e Al Bano vinceva in Puglia. A questo punto Gianni Morandi giustamente ha preso e se n’è andato lanciando “vaffa…” e “vadaviail…” e “porcodi…” a destra e manca, perché un conto è lavorare con la Canalis che poverina ha dei limiti di suo ma perlomeno è gnocca e si tromba Clooney, un altro è avere a che fare con un ritardato mentale messo lì da chissà quale politico. Ma licenziarlo subito, questo essere inutile dalla faccia troppo intelligente per essere vera?
Anzi, come direbbe la regina rossa: tagliategli la testa!


Il bacio interspecie
Ma a che ora è iniziata ‘sta puntata? Di nuovo alle 8 di mattina?
La partenza è subito con uno shock. Non un momento gay come qualche giornale l'ha erroneamente definito, bensì una scena di amore interspecie come nel film Splice: Luca Bizzarri ha infatti baciato Gianni “King Kong” anzi “Cheeta” Morandi.
Dopo essersi preso dal romantico sguardo con tanto di “occhi di ragazza” di un ormai innamorato Morandi, Luca canta con il partner storico Paolo (vistosamente ingelosito dal bacio precedente) “Grazie perché” dedicata a Belen Rodriguez and Elisabetta Canalis (l’ho introdotta con l’and perché ormai capisce più l’inglese dell’italiano, lei che vive negli iunaited steits of ammerica, mica come noi sfigati).


Gianni Morandi dopo il bacio di Luca Bizzarri
Davide Van de Sfroos “Yanez”
Me lo sono perso, ma faccio finta di averlo visto.
Tanto la sua canzone è la più simpa della competition ah yeah.
(voto 6/7)

Roberto Vecchioni “Chiamami ancora amore”
Ed eccolo, colui che al televoto parte (poco segretamente) in pole position. Niente di male che lui sia primo, però fa riflettere sull’età media degli italiani. Cioè io mi immagino tutti questi vecchietti anzi vecchioni a mandare i loro SMS togliendo i cellulari dalle mani dei nipotini che invece vorrebbero votare Emma o Justin Bieber (Justin Bieber non è in corsa a Sanremo, ma secondo me le 12enni votano comunque per lui, un po’ come a Napoli alle elezioni c’è sempre qualcuno che vota Diego Armando Maradona). Il suo è il testo migliore, ma a livello musicale è un filo (giusto per essere buoni) una noia mortale.
(voto 6,5)

Anna Tatangelo “Bastardo”
La Tatangelo nel corso di questo Festival ha subito una metamorfosi natalieportmaniana da cigno bianco a cigno nero, passando definitivamente al lato oscuro. La sua è una delle canzoni più cattive e bastarde sentite negli ultimi tempi e forse nella storia della musica tutta e penso che anche Tarantino applaudirebbe questa sua “Bang Bang (My Baby Shot Me Down)”: brava inglorious basterd!
Quasi quasi me la metto anche come suoneria del cellulare: che figata sarebbe essere chiamati con un “Bastardooo”?
Dite che non sarebbe una figata? Vabbè, allora ritiro tutto.
(voto 7,5)

Morandi ha l’arterio (e forse anch’io che continuo a dire che Morandi ha l’arterio perché Morandi ha proprio l’arterio non l’avete notato che ha l’arterio cioè ve ne rendete conto che ripete sempre le stesse cose sembra il presidente del Consiglio) e chiede di nuovo alla Canalis: “Elisabetta ma domani che il Festival finisce cosa fai?” E cosa vuoi che faccia domani, Gianni? Si prende dei caaaaaa… ntanti per braccio e si fa scoooooooooooooo… rtare per un tranquillo giretto di Sanremo, no?

Luca Barbarossa con Raquel Del Rosario “Fino in fondo”
Questi due qua sono una vera offesa ai duetti, alle coppie, ai testi, alla musica, alla pubblica decenza.
Giù giu giù più giù di così c’è davvero poco. Ce n’è solo uno, come vedremo tra pochissimo…
(voto 1)

Al Bano “Amanda Libera”
aaaAAAAAAAAAAAAAAAAAmanda è libera.
È l’ultima puntata e quindi Al Bano fattelo dire con la tua tonalità:
ma vaaaaAAAAAAAAAAAAAAAAAAAffanculo va
(voto 0, qualcuno aveva dubbi in proposito?)


Certo che una figlia come Belen può mettere
un padre di fronte a dei dubbi amletici...
Belen Rodriguez completa la sua trasformazione in Jennifer Lopez cantando un brano argentino sconosciuto (l’avrà scritto lei?) e soprattutto realizzando la marketta che sognava fin dalla prima puntata: portare sul palco il padre musicista. Se da noi in Italia sono i genitori a raccomandare i figli, evidentemente in Argentina va al contrario. In ogni caso basta con ‘sti nepotismi internazionali!

Gianni Morandi non sapendo che pesci pigliare questa sera (la vociferata ospitata di Sylvester Stallone è infatti saltata perché la Rai non ha expeso abbastanza soldi per finanziargli Expendables 2), va a pescare tra il pubblico il fidanzato VIP di Raquel Del Rosario, la puta che a Sanremo fa su e giù con Barbarossa, ovvero il pilota della Ferrari Alonso, che dichiara: “Sono qui a questo Festival bellissimo, meraviglioso!”
Non ho capito: ma li fanno i test antidoping in Formula 1, sì o no?

La Crus “Io confesso”
La musica leggera italiana, quella vera, è così che dovrebbe essere: elegante, raffinata, dalle atmosfere cinematografiche e morriconiane, con un cantante che ricorda un nostro grande campione olimpionico. L’ultimo requisito forse non è proprio indispensabile.
(voto 7)


Giusy Ferreri “Il mare immenso”
Inizia come un pezzo dei Linkin Park, ma è solo un’illusione: l’unica cosa immensa, almeno a casa mia, è il fastidio nei confronti della sua voce. Quanto al mare invece, speriamo che la sommerga.
(voto 5,5)

Nathalie Giannitrapani “Vivo Sospesa”
Puntata dopo puntata diventa sempre più rossa e dalle mie parti si dice: “Rusa ad cavei, gulusa de usei”. Lo so che non c’entra niente, ma se Van De Sfroos canta in dialetto laghèe, io non posso scrivere una stronzata in piemontese?
La canzone della Roux nostrana comunque è discreta, ma niente di più. Facciamo per una volta i seri: l’X-Factor sta qua non ce l’ha nemmeno nel buco del culo.
(voto 6,5)

Come si dice nei film americani: "E prendetevi una camera!"
Emma Marrone con i Modà “Arriverà”
Giuliano dei Negramaro in questo momento giace in un letto d’ospedale, si deve operare alle corde vocali (speriamo vada tutto bene, se no perderemmo una delle voci più fastidiose della musica italiana, e poi Giusy Ferreri con chi si scontrerebbe?), però penso seriamente che debba citarli per plagio, questi Modà che vanno di moda quest’anno. La canzone comunque alla fine non dico che mi piace, questo no, però mi dà meno fastidio di quanto pensassi dopo il primo ascolto.
E questa Emma di rosso vestito mi ricorda qualcuno: Michelle Williams?
(voto 6/7)


Luca Madonia con Franco Battiato “L’Alieno”
Un pezzo quasi estivo: mi immagino Battiato che si spalma la crema solare… mmm che brutta immagine, ma perché mi vengono in mente queste cose e non la Canalis che strappa gli slippini del costume da bagno a Belen a morsi come nella storica pubblicità del Coppertone?
(voto 6,5)

Luca e Paolo discutono i valori della Sinistra. Poco divertenti (Bersani cantante è una battutaccia su cui persino io ho ormai marciato troppo) e continuo a sostenere che prendere per il culo Berlusconi sia molto più efficace. Si fotta la par condicio.

A cercar bene anche la Canalis qualche talento ce l'ha
(ha fatto venire un durello persino al ballerino gay)
Non sono nemmeno le 22:30 e si sono già esibiti tutti i cantanti in gara. E adesso che diavolo fanno? Gianni Morandi guarda in faccia la Canalis e fanno il sempre popolare gioco del silenzio?
Ma no, fanno un’altra bella marketta per il cd di Sanremo, in cui Morandi ci tiene a ricordare di aver inserito pure un (orribile) pezzo da lui cantato. E poi la Canalis dopo aver dimostrato una padronanza mostruosa (ditemi se ho usato la parola sbagliata) delle lingue, si ricorda del suo glorious passato da Velina e si presenta in una versione ballerina da far invidia a Thom Yorke nel video di “Lotus Flower”.
La coreografia mi sembra un po’ copiata da quella di “Umbrella” di Rihanna, ma non facciamo troppo i polemici come al solito che prendersela con la Canalis dovrebbe essere considerato politically scorrect almeno quanto parlare male di un bimbo sordociecomuto e con la sindrome di Down.
Io perciò dico che Elisabetta è stata bravissima e ha ballato benissimo. Considerando che è una paralitica, ha già fatto fin troppo, meglio del tipo sulla sedia a rotelle di Glee (anche se quando apre bocca ricorda più che altro Brittany di Glee).

Ah, dite che non è paralitica?
Siete sicuri?
Ehm, allora forse c’è da rimpiangere Britney Spears quando si è esibita agli Mtv Awards 2007...


Ma farle a casa vostra queste rimpatriate, no?
Gianni Morandi dice a Raphael Gualazzi, vincitore nella sezione Giovani (nonostante dimostri almeno 55 anni), che è un tipo di poche parole. Vero, ma detto da lui che fa fatica a terminare una frase con il gobbo e dei testi scritti da Moccia, è un’affermazione che lascia il tempo che trova. Poi Gualazzi comincia a parlare e lui lo stoppa subito: ma allora vaffa pure te orangotango d’un Morandi.
Comunque questo Gualazzi mi puzza un po’ di Giovanni Allevi, ovvero un finto talento caso umano mascherato da fenomeno. Sono due buoni pianisti e basta, ma i talenti veri sono ben altra cosa.

Hanno provato a portare al Festival nomi di richiamo internazionale come Lady Gaga, Madonna, Justin Bieber. Ma niente da fare. Allora hanno provato a portare Fiorello e Sylvester Stallone, ma all’ultimo sono saltati pure loro. E così hanno fatto una telefonata e hanno preso proprio l’ultima, l’ultimissima ruota del carro: Massimo Ranieri, che tanto per la serata aveva come unico altro impegno una pizzata con gli amici. Gli amici poveretti ci sono rimasti molto male che abbia preferito Sanremo a loro, quindi non lo chiameranno più per uscire. Comunque cosa abbiamo fatto di male per meritarci Ranieri che canta in genovese? San Gennaro vieni giù giù giù nel mare su su su nel sole giù giù giù ma va’a’cagare.

Hey tu porco, levale le mani di dosso
Arriva Avril Lavigne e se credete che possa dire qualcosa di male anche su di lei vi sbagliate di grosso. Forse. La Canalis come al solito sbaglia l’annuncio dicendo “What the hell parade” (ma dove l’avrà letto?!?), mentre la canzone si chiama solo “What the hell”. Cosa diavolo combini super Eli?
È vero, Avril stasera ha dimenticato la voce a casa, ha uno stile da suicide girl con i capelli da esperimento mal riuscito di colorazione della Barbie che la fa sembrare una bimbominkia 12enne, però fuck off è fantastica comunque. Gianni Morandi arriva per la sua solita grandiosa intervista con domande profonde del tipo “Ti piacciono gli uomini italiani?” e lei risponde una cosa tipo “Sì, ma non i vecchi bavosi come te e il vostro presidente del Consiglio”. Quindi tieni giù le tue mani rugose dalla mia Avril, brutto rincoglionito!
(voto 6/7)

La sua prima apparizione non è stata abbastanza e allora Massimo Ranieri a grande richiesta dei suoi parenti torna sul palco, per un’intervista con Morandi (ormai diventato un vero esperto di interviste). Purtroppo per noi non c’è la Canalis che è madrelingua inglese ma evidentemente con il napoletano non se la cava altrettanto bene.
C’era un ragazzo che come me amava i Beatles e i Rolling Stones e adesso è qui con Ranieri: ne ha fatta di strada, no?
I duetti tra questi due non ce la faccio proprio a reggerli, ma la cosa più deprimente è che si credono davvero bravi e davvero fichi.
Vado un attimo a suicidarmi e poi sono di nuovo da voi.

Quando i paramedici mi rianimano sono circondato da pillole e dal mio vomito. La cosa però non mi disturba più di tanto. Ciò che mi fa davvero schifo è vedere che Morandi e Ranieri sono ancora lì a cantare. Ci sono stati diversi, anzi, un sacco di momenti brutti e un sacco di momenti estenuanti nel corso di questo Festival, ma ora stanno davvero esagerando. Basta! Volete che mi suicidi un’altra volta?

Sicuri sicuri di essere contro la pena di morte?
Dopo un’ora di Morandi/Ranieri, finalmente vengono annunciati i 3 finalisti.
Finalmente si fa per dire, visto che il primo nome è… Al Bano. Ebbene sì. Al Peggio non c’è mai fine. Al Bano nemmeno.
Quindi ci sono i favoriti: Emma Marrone con i Modà e Roberto Vecchioni, in uno scontro tra musica ggiovane (come la definisce Morandi) e meno giovane, diciamo della terza età.
Ma attenzione perché c’è ancora la golden share, che è un jolly assegnato non si bene da chi, forse da Mauro Masi in persona, che potrebbe far rientrare in gara un’altra canzone. Tutto questo per incasinare un meccanismo che già di suo se no non era abbastanza complicated.

Nella spasmodica (sto sbadigliando copiosamente) attesa dell’annuncio del vincitore mi metto a riflettere. Anzi a ponderare: “Ma non era davvero possibile presentare una selezione musicale leggermente migliore?”
Se fossi stato io il direttore artistico di Sanremo avrei cercato di accaparrarmi in gara questi artisti, che tra l’altro in quanto a popolarità e vendite (alcuni anche all’estero) non hanno certo nulla da invidiare all’esercito delle 14 scimmie portato dal re monkey Morandi:

I Bloody Beetroots a Sanremo?
Sì, va bene Cannibal, è più probabile che Belen te la smolli...
Artisti
Afterhours
Baustelle
Caparezza
Cristina Donà
Crookers + Bloody Beetroots
Fabri Fibra col Club Dogo
Il teatro degli orrori
Jovanotti
Le luci della centrale elettrica
Linea 77
Malika Ayane
Subsonica
Tre allegri ragazzi morti
Verdena
+ Morgan (giusto per far su un po’ di casino mediatico e se va bene ci scappa pure un’overdose in diretta)

E come nuove proposte
Amor Fou
Aucan
Beatrice Antolini
Colapesce
Dente
Iosonouncane
Ministri
Simona Gretchen

Ok, sto sognando. Tornando alla realtà del vero Sanremo, questa è la mia classifica finale delle canzoni sentite (una chart, diciamolo, molto più prestigiosa di quella ufficiale), comprensiva di un po’ di tutto, tra Artisti, Giovani e Comici:

Sanremo fa seri danni al cervello delle persone:
una settimana e sono diventato un fan della Tatangelo.
Non c'è nemmeno bisogno che me lo diciate: mi ritiro da blogger
1. Anna Tatangelo “Bastardo”
2. Roberto Benigni “Inno di Mameli”
3. La Crus “Io confesso”
4. Davide Van de Sfroos “Yanez”
5. Luca e Paolo “Ti sputtanerò”
6. Emma Marrone con i Modà “Arriverà”
7. Nathalie Giannitrapani “Vivo Sospesa”
8. Roberto Vecchioni “Chiamami ancora amore”
9. Luca Madonia con Franco Battiato “L’Alieno”
10. Serena Abrami “Lontano da tutto”
11. Micaela “Fuoco e cenere”
12. Raphael Gualazzi “Follia d’amore”
13. Tricarico “3 Colori”
14. Anansi “Il sole dentro”
15. Roberto Amadé “Come pioggia”
16. Giusy Ferreri “Il mare immenso”
17. Patty Pravo “Il vento e le rose”
18. BTwins “Mi rubi l’amore”
19. Gabriella Ferrone “Un pezzo d’estate”
20. Max Pezzali “Il mio secondo tempo”
21. Marco Menichini “Tra tegole e cielo”
22. Luca Barbarossa con Raquel Del Rosario “Fino in fondo”
23. Anna Oxa “La mia anima d’uomo”
24. Al Bano “Amanda è libera”

Scegliere l’ottima performance di Benigni o i La Crus (che hanno portato all’Ariston la canzone più “bella” nel senso tradizionale del termine sentita in questo Festival musicalmente miserrimo) sarebbe stato troppo prevedibile e allora la mia preferita assoluta è stata la rivelazione del Festival. Mai sopportato Anna Tatangelo prima d’ora, ma il testo di questa “Bastardo” è l’unico che avrei voluto scrivere io (e invece l’ha scritto Lady Tata con quel Bastardo di Gigi D’Alessio!?!?!?!) e musicalmente ha la sua forza. Rock on, bella MILF!


Ci mancava solo questa...
Visto che non sapevano più chi invitare per allungare la brodaglia finale, arriva persino Milly Carlucci (ma peeeeeeeeeeeeeeeeerché?), la penultima ruota del carro (l’ultima ultima era Ranieri). Ci sono dei cojones di Ballando con le stelle che si scatenano manco fossero in una balera e tra loro anche Paolo Belli, l’amico di Morandi della nazionale cantanti, l’unica squadra di calcio che fa rimpiangere l’Italia di Lippi agli ultimi Mondiali.

Ritornano i tre finalisti. Roberto Vecchioni è un brav’uomo, la sua canzone ha un testo ispirato (ma definirlo bellissimo mi sembra esagerato) però è vecchio-ne. Non tanto di età (però un po' anche di quella), ma più che altro musicalmente. Più ggiovani invece sono Emma e i Modà con una canzone molto Negramaro ma per fortuna anche poco Amici di Maria de Filippi. Io preferisco loro, ma la cosa importante fondamentalmente è che non vinca Al B-ano, un insulto non solo alla musica e alla canzone italiana, ma anche al genere umano. Quanto odio quest’uomo! Credo ci sia solo un’altra persona al mondo che odio di più. E chi ha orecchie per intendere intenda.

Senza il gobbo Sanremo sì che sarebbe stato uno spasso
Per perdere ulteriormente tempo arrivano anche Giulio Scarpati (uno pseudo attore di pseudo fiction tipo "Uno pseudo medico in una pseudo famiglia") e direttamente da Hollywood Nino Frassica, il nostro attore oggi più amato dai grandi registi internazionali, da Sofia Coppola fino a Florian Henckel von Donnersmarck. Al divo Nino però non concedono nemmeno l'onore di un’intervista in inglese con la Canalis… ma stiamo scherzandooo?
Quindi momento al piano per Marco Sabiu, direttore dell’orchestra di Sanremo (evito di fare battute sui suoi denti visto che sarebbe come parlare male delle doti oratorie della Canalis, cosa che non ho mai fatto) e poi un’omaggio a Cochi e Renato da parte di Luca e Paolo che dopo “Ti sputtanerò” sono andati in progressiva fase calante.
Prima del gran (più o meno) finale però Luca Bizzarri ha finalmente lo sfogo di rabbia che aspettavo dall’inizio della kermesse: “E basta con sto bipartisan: possibile che in questo paese uno non possa dire quello che vuole? Io dico ciò che penso e che cazzo.”
Grande!

Terzo posto:
Al Bano
Amanda è libera. E finalmente lo siamo anche noi.

Secondo posto:
Modà con Emma Marrone. Maria de Filippi non ha sganciato abbastanza soldi quest’anno?

Va bene essere contenti, però è pur sempre Sanremo,
mica la Champions League
Canzone vincitrice di Sanremo:
Roberto Vecchioni “Chiamami ancora amore”
Ma che sorpresa! Peccato solo che quel furbone di dirigente Rai lo avesse già svelato parecchie ore fa. E per l’occasione ha anche rivelato i finali de Il sesto senso, de I soliti ignoti e pure di Inception.
Il testo della canzone di Vecchioni è un filo ruffiano e sembra pensato per prendersi i voti della classe lavoratrice (“Per l’operaio che non ha più il suo lavoro”) come dei giovani (“Per tutti i ragazzi e le ragazze che difendono un libro, un libro vero, così belli a gridare nelle piazze perché stanno uccidendo il pensiero”), però considerando il personaggio credo non sia una cosa studiata quanto piuttosto un testo uscito dal cuore. E poi lo sapranno i dirigenti Rai che il pezzo è un filo antigovernativo? Chi sarà mai “il bastardo che sta sempre al sole”?

Mentre viene celebrato Vecchioni, la Canalis in sottofondo canticchia “Amanda è libera”, seriamente convinta che Al Bano abbia vinto questa edizione del Festival. ELI TI VOGLIO BENE!
E comunque, checché se ne dica, l’Italia non è un paese per vecchi. È un paese per Vecchioni.


Siamo arrivati alla fine. Come sempre, quando si arriva al termine di un Festival di Sanremo non è c’è un senso di malinconia per la conclusione di una splendida avventura eccetera eccetera. La sensazione è piuttosto quella di aver perso una settimana di vita a seguire un evento di una pochezza disarmante sia a livello musicale che a livello televisivo che a livello culturale che un po’ a qualunque livello umanamente conosciuto.
Meno male che c’è stato Roberto Benigni, soprattutto con la sua versione minimal emo (nel senso di emozionante) dell’Inno di Mameli. Anche se, per me, la vera vincitrice immorale del Festival come ho già detto è un'altra: Elisabetta Canalis. Ogni volta che ha aperto bocca è come se avesse provato un dolore fisico nel farlo. E noi con lei.
In conclusione conclusione, ringrazio chi ha voluto seguire questa triste rassegna nazional-popolare qui su questo blog ben poco nazional-popolare. Spero resteremo uniti (come ha detto più di un miliardo di volte arteriosclerosiMorandi). Spero che continuerete a seguirmi anche quando parlerò di film o artisti più o meno sconosciuti, altrimenti ci vediamo tra un anno per un altro massacro di Sanremo. E soprattutto spero vi siate divertiti a leggermi più di quanto io mi sia divertito a guardare il Festival. Eddai scherzo, ché mi sono divertito pure io. Perché, pensateci: che Italia sarebbe, senza Sanremo? Sarebbe un po’ come un’Italia senza Silvio Berlusconi, sarebbe…

Sarebbe davvero un Belpaese in cui vivere.


Se proprio non ne avete avuto abbastanza e volete continuare a farvi del male, potete recuperare anche
LA PRIMA SERATA: Si può dare di più?
LA SECONDA SERATA: L’alba dei Morandi viventi

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