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sabato 18 settembre 2010

flesch, uichend ediscion (Muse, Soungarden, Clint Eastwood...)

Dopo Radiohead e Killers, anche i Muse sostengono la campagna Mtv Exit contro lo sfruttamento del traffico di esseri umani (soprattutto donne e bambini) con il video (splendidamente girato, tra l’altro) di “MK Ultra”


Nel revival grunge di questi ultimi tempi, non potevano mancare all’appello proprio loro, i Soundgarden. E infatti eccoli di ritorno con un greatest e la nuova canzone “Black Rain”. Sia il pezzo (troppo zeppeliniano per i miei gusti) che il video (con animazioni che non si abbinano per nulla con le atmosfere sonore) mi convincono però ben poco.


Non mi convince troppo nemmeno il nuovo miracoloso video di Badly Drawn Boy, dall’imminente "It’s What I’m Thinking Pt.1: Photographing Snowflakes" (il primo volume di una trilogia di album!). In passato ci ha regalato certo di meglio e spero continui a farlo anche in futuro...


Dischi (più o meno) in arrivo: Fiona Apple, forse la più talentuosa e sottovalutata artista del globo intero, uscirà con un nuovo album nella primavera 2011. Il suo ultimo disco risale al 2005. Hallelujah!
Altro gradito ritorno è quello di Duffy a fine novembre con il suo secondo atteso albo “Endlessly”. Doppio Hallelujah!

Restando in tema di splendide voci femminili e in attesa di un suo album nuovo, beccatevi la grandiosa Florence and the Machine con il video di “Heavy in your arms”.


Spazio cinema: ecco il trailer del nuovo film di Clint Eastwood "Hereafter" con Matt Damon e Bryce Dallas Howard. Una (per lui come per noi) inaspettata, ma molto promettente, vicenda paranormale alla Sesto senso. Negli Usa esce a ottobre, da noi non si sa ancora.
La canzone usata, se ve lo stavate chiedendo, è "Lullaby" di Sia.
(già prontamente segnalato da Eyes Wide Ciak)


E c'è pure il trailer di The Tourist, film con la coppia glamour Johnny Depp/Angelina Jolie, ma soprattutto opera seconda di Florian Henckel von Donnersmarck. Chiiiii?
Ma il regista dello splendido Le vite degli altri, naturalmente.

domenica 29 agosto 2010

Believe

Henry Poole lassù qualcuno ti ama
(USA, 2008)
Titolo originale: Henry Poole is here
Regia: Mark Pellington
Cast: Luke Wilson, Radha Mitchell, Adriana Barraza, Morgan Lily, George Lopez
Links: imdb, mymovies
Potete trovare il film in DVD, oppure in streaming QUI

Mark Pellington è un regista che adoro. Arlington Road e The Mothman Prophecies rappresentano una doppietta di thriller per me tra i migliori degli ultimi 15 anni. Il primo nel 1999 ha anticipato le tematiche del terrorismo che irrompe nella vita di tutti i giorni, tanto di moda nel post 11 settembre, il secondo ha virato ottimamente in una direzione horror fantasy visionario alla Donnie Darko. Pellington è poi anche tra i creatori (e regista di alcuni dei migliori episodi) di Cold Case, una delle poche serie crime che riesco a vedere, visto che si allontana dalla solita routine dei glaciali CSI per proporre in ogni puntata dei veri e propri viaggi nel tempo, accompagnati sempre da una azzeccatissima colonna sonora.
Come regista di videoclip, Pellington ha quindi fatto cose pregevoli come “Jeremy” dei Pearl Jam, “We’re in this together” dei Nine Inch Nails, “Best of you” dei Foo Fighters e “One” degli U2 (la versione con i bufali). Tutto questo popò di curriculum però evidentemente non basta per farlo entrare tra quelli che la critica considera i grandi Autori del cinema di oggi. Pazienza. Almeno io comunque lo considero come tale.


Di questo suo ultimo Harry Poole is here, passato molto inosservato e da noi uscito solo in DVD, c’è però da dire che non è effettivamente il suo lavoro migliore. Il film parte in sordina, ma poi lentamente decolla, seppure non riesca a spiccare il volo come un jet confortevole e supersonico. Diciamo più che altro che fa fare un viaggio moderatamente tranquillo come con Ryanair: non ha molti comfort, ma sa comunque raggiungere la meta in maniera efficace e a buon prezzo.
La storia è quella di un uomo (un inespressivo, ma probabilmente era il copione a richiederlo, Luke Wilson) che torna nei suburbi (alla Arcade Fire) della sua infanzia totalmente privo di stimoli e di voglia di vivere. Nel corso del film scopriremo il perché.

La tematica principale qui affrontata è molto pericolosa: l’eterno scontro tra fede e ragione. Si può davvero credere nei miracoli? Sono solo credenze popolari? Le cose possono davvero, intendo radicalmente, cambiare? I sentieri qui scelti per fortuna non scadono troppo nel mistico e lasciano aperta la riflessione.
Il valore aggiunto della pellicola sta però principalmente in una regia che procede tranquilla per poi inventarsi all’improvviso qualche guizzo che aggiunge valore a una storia che qualcuno potrà trovare troppo spirituale e buonista, e forse un po’ è davvero così. Però quando arriva un finale con una delle canzoni che più mi commuovono in assoluto come “Promises” di Badly Drawn Boy, beh: che la ragione si fotta.
(voto 6,5)

(solito velo pietoso da stendere sul titolo italiano…)

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