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lunedì 8 giugno 2015

UN POST DI ORDINARIA FOLLIA





Un giorno di ordinaria follia
(USA, Francia, UK 1993)
Titolo originale: Falling Down
Regia: Joel Schumacher
Sceneggiatura: Ebbe Roe Smith
Cast: Michael Douglas, Robert Duvall, Barbara Hershey, Rachel Ticotin, Tuesday Weld, Frederic Forrest, Lois Smith, D.W. Moffett
Genere: folle
Se ti piace guarda anche: Phone Booth - In linea con l'assassino, Collateral

Oggi faccio una follia. Mi guardo un film di Joel Schumacher. Joel Schumacher è l'autore di film pessimi come Batman Forever e Batman & Robin, quest'ultimo il film più scandaloso dedicato all'uomo pipistrello. Quello con George Clooney, Chris O'Donnell, Alicia Silverstone e Arnold Schwarzenegger, nel caso beati voi l'aveste rimosso. Ed è anche il regista di robacce come 8MM - Delitto a luci rosse e Trespass, ma in entrambi i casi il protagonista era Nicolas Cage e allora può darsi che la colpa del disastro sia da attribuire più a lui che al regista. Oggi comunque mi guardo il film forse più acclamato di Joel Schumacher, Un giorno di ordinaria follia.

martedì 10 maggio 2011

Insidious, o anche l’ultima volta che me la sono fatta nei pantaloni

Insidious
(USA 2011)
Regia: James Wan
Cast: Patrick Wilson, Rose Byrne, Barbara Hershey, Ty Simpkins, Andrew Astor, Lin Shaye, Leigh Whannell Angus Sampson
Genere: infestato
Se ti piace guarda anche: Poltergeist, L’esorcista, Echi mortali

“È come se l’Universo volesse vedere quanto posso piegarmi prima di rompermi.”
“Allora l’Universo si è messo a combattere con la persona sbagliata.”

Trama semiseria
Una giovane coppia finisce nel dramma quando il loro figlioletto finisce in coma. Ma i medici non sanno che cos’ha perché non è che sia proprio in coma. È semplicemente da un’altra parte…
Fine delle anticipazioni, il resto scopritelo da soli e fatevela sotto alla grande!

Recensione cannibale
Per fare un buon horror spesso non serve molto. Non servono viaggi improbabili in località esotiche dove tutti (o quasi, di solito almeno una fighetta si salva) i personaggi verranno inevitabilmente sbudellati  e/o martoriati uno dopo l’altro. Per realizzare un buon film di paura a volte serve solo un semplice elemento, perché dov’è che si annidano tutte le nostre paure più profonde e intime?
Esatto, in casa.

Insidious ci porta dentro le pareti domestiche di una villetta come tante di una tipica famigliola felice americana: due giovani genitori, due bimbi maschi, una piccola poppante in culla. Sembra l’attacco di Paranormal Activity 2 e invece a girarlo è il regista di Saw - L’enigmista. Sì, sto parlando del primo film di una serie che poi si è replicata e sputtanata all’infinito; però la prima pellicola originale era assolutamente notevole, originale e non a caso ha segnato la strada per molti, moltissimi torture movie successivi. Un film dall’atmosfera opprimente quasi quanto l’altro punto di riferimento del genere, Cube - Il cubo, e che pur essendomi piaciuto non lo faccio rientrare tra i miei horror preferiti in assoluto, talmente angosciante l’ho trovato.
Comunque il regista James Wan è uno che sa il fatto suo e, dopo l’interlocutorio ma comunque valido Dead Silence, è ora tornato in splendida forma e a fare davvero paura. Non sottovalutate infatti il titolo: Insidious è un film davvero insidioso, quindi ocio!

L’inizio è tipico di quelli delle pellicole sulle case infestate e il proseguimento può ricordare una versione aggiornata di Poltergeist. Però Insidious ha un’identità sua, sia a livello visivo con una fotografia e dei mostri parecchio inquietanti, che a livello narrativo. Non sarà una pellicola che rivoluziona il genere o racconta una storia mai narrata prima, ma riesce ad essere avvincente dall’inizio alla fine, quindi preferisco non svelarvi nient’altro.

Notevole la colonna sonora, perfettamente paurosa, e bene pure il cast (cosa che in ambito horror non mi capita molto spesso di sottolineare): Rose Byrne della serie Damages è il volto ideale per fare la tipa terrorizzata, Patrick Wilson in tutte le sue apparizioni ha sempre un “non so che” di naturalmente inquietante, così come la vecchina Lin Shaye riesce a mettere paura al solo vederla, sarà che è apparsa come l’unica persona al mondo più abbronzata di Carlo Conti in Tutti pazzi per Mary (era la proprietaria del cagnetto che martoriava e veniva martoriato da Ben Stiller). Angoscianti pure i bimbetti presenti e anche Barbara Hershey, dolce (seee, più o meno) mammina di Natalie Portman ne Il cigno nero.

Certo, per rimanere coinvolti e sconvolti da un horror con la sua buona componente paranormale dovete essere ben predisposti e creare la giusta atmosfera per la visione, perché se lo guardate alla leggera potreste finire col bollarlo come la solita cagata. Però sbagliereste, perché questo è uno degli horror meglio realizzati e più fottutamente spaventosi degli ultimi tempi. Una botta di tensione pura: che strippata! Anzi, per dirla con Mia Wallace/Uma Thurman in Pulp Fiction: cazzo che botta, che botta cazzo!
(voto 7/8)

venerdì 1 aprile 2011

La prossima ballerina che ce l’ha con Natalie Portman la trasformo in un cigno spennato

Termina qui la Darren Aronofsky week, anche perché 5 film ha fatto e non è che possa inventarmene degli altri.
Se proprio ci tenete potete comunque recuperare le altre tappe del trip mentale:

Il cigno nero
(USA 2010)
Titolo originale: Black Swan
Regia: Darren Aronofsky
Sceneggiatura: Andres Heinz, Mark Heyman, John McLaughlin
Cast: Natalie Portman, Vincent Cassel, Mila Kunis, Barbara Hershey, Winona Ryder, Ksenia Solo, Benjamin Millepied, Christopher Gartin, Sebastian Stan, Janet Montgomery, Kristina Anapau, Mark Margolis
Genere: questa è la follia
Se ti piace guarda anche: Mulholland Drive, Suspiria, Donnie Darko, Eyes Wide Shut, The Company

Non si può dire che abbia messo d’accordo proprio tutti. Darren Aronofsky non è uno di quelli che può piacere a chiunque e infatti anche Il cigno nero, come e ancor di più dei suoi predecessori, è passato attraverso esaltazioni e stroncature entrambe nettissime. Però a questo giro, nonostante una produzione che credeva nel progetto tanto quanto io credo che la Juve possa ancora vincere lo scudetto, ha centrato il suo primo grande successo al botteghino ed è stato pure preso in considerazione dall’Academy. Un miracolo in cui ha avuto una mano da una Natalie Portman estrema (e psicopatica) come non mai.

Negli ultimi giorni è uscita una polemica circa il reale impegno a livello danzereccio della protagonista. La ballerina controfigura Sarah Lane ha infatti affermato di aver fatto ben il 95% delle scene di danze che si vedono poi nel montaggio finale del film, mentre Darren Aronofsky, Mila Kunis e il fidanzato ballerino di Natalie Benjamin Millepied hanno affermato che è stata lei a fare l’80% dei numeri in tutù. Qualunque sia la verità, la forza della sua interpretazione sta in ben altro e comunque questa controversia appare più che mai nello spirito del film: una lotta tra ballerine con Natalie impegnata contro il suo doppio. Abbastanza materiale per girarne un sequel.

Quanto al film, ho decantato le gesta della ballerina Nina e del capolavoro supremo Il cigno nero già a tempo della mio post-recensione. In questa sede, inquadrandolo all’interno del percorso personale del regista, posso aggiungere di come questa pellicola riesca a prendere le tendenze migliori del cinema di Aronofsky mostrate finora e a inserirle tutte dentro una storia sola: un viaggio mentale intricato ma non quanto il teorema del delirio o The Fountain, e una fisicità presa dall’esperienza di The Wrestler e Requiem for a Dream trasportata però attraverso la grazia e il passo di danza di un regista trasformatosi ormai in ballerino. E anche in un cigno (rigorosamente nero).
(voto 10)

Accoglienza: un incredibile successo di pubblico dovuto al passaparola più che a strategie di marketing che l’ha fatto diventare il film sulla danza dal maggiore incasso nella storia del cinema americano (senza contare l’inflazione, ha superato persino La febbre del sabato sera, Dirty Dancing, Flashdance e Save the last dance). La pellicola ha consacrato definitivamente Natalie Portman premiata con l’Oscar 2011 di miglior attrice (il film ha avuto anche altre 4 nomination), ma ha diviso la critica tra pro e contro. A Venezia Tarantino presidente di Giuria ha preferito premiare Somewhere, film valido ma il buon Quentin ha confermato quanto i suoi gusti siano spesso discutibili in fatto di film. Quanto a donne invece ne capisce, visto che ha assegnato il premio Mastroianni di miglior giovane alla strepitosa Mila Kunis.
Box-office USA: $ 106 milioni


E adesso? Quale sarà il prossimo progetto di Darren Aronofsky? Ancora non si sa, quello che vi posso dire è cosa NON farà: il regista ha infatti abbandonato il progetto di Wolverine perché le riprese lo avrebbero tenuto lontano troppo a lungo dal figlioletto (che paparino tenero, chi l’avrebbe mai detto?) e io ringrazio il cielo perché non ho mai sopportato né il personaggio né Hugh Jackman, inoltre l’idea di un Aronofsky impegnato in un blockbusterone sui supereroi da buon radical-chic mi disturbava alquanto. Certo, Christopher Nolan ha fatto cose egrege con Batman. Ma con Batman, non con l’X-Man mani di forbice.
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