(Francia 2012)
Regia: Jérôme Enrico
Cast: Bernadette Lafont, Dominique Lavanant, Françoise Bertin, Carmen Maura, André Penvern, Ismaël Dramé, Axelle Laffont, Mathias Melloul, Fabrice Colson
Genere: tua nonna è più drogata di te
Se ti piace guarda anche: L’erba di Grace, Weeds, Breaking Bad
Paulette è una vecchina vedova e razzista. State già correndo al cinema a vederla, vero?
Paulette è talmente razzista da accusare l’arrivo degli extracomunitari in Francia per il fallimento del suo ristorante e così razzista da odiare il marito di sua figlia, un poliziotto antinarcotici di colore e persino il suo nipotino, che è mulatto. In pratica, è una carampana simpatica quanto un dito nel culo o quanto Gianni Alemanno o, peggio, quanto Gianni Alemanno che ti mette un dito nel culo. Lo dico in via del tutto ipotetica, non è che abbia provato.
Fino a che… Fino a che non ha più soldi per pagare l’affitto. A quel punto, con la crisi economica che le morde le chiappe rugose, è costretta a provare un business in cui non aveva mai pensato di potersi cimentare. E nemmeno noi. La vecchina comincia a spacciare droga. Uno spunto inverosimile, ma fino a un certo punto. In effetti, chi c’è di più insospettabile di una tizia del genere? Chissà che qualche nonnina vedendola non prenda ispirazione da lei. D’ora in poi, se vedete una vecchietta sospetta che si aggira per le vie più losche della vostra città, attenti quindi, potreste aver trovato il vostro nuovo pusher personale.
È così che cominciano le avventure di Nonna Spinello. Spunto carino e simpatico, però niente di nuovo sotto il sole, a raccontarla tutta. C’era già stata ad esempio L’erba di Grace. Così come non siamo troppo distanti nemmeno dalla protagonista delle serie tv Weeds, anch’essa una vedova (però più giovane e parecchio più sexy, Mary-Louise Parker) che spaccia la roba, oppure Breaking Bad, dove un tranquillo professore di chimica liceale diventa poco a poco uno dei più misteriosi e pericolosi boss della droga della Storia.
La più gnocca del film. |
Nonostante la puzza, più che di marijuana, di già visto, la commediola si lascia vedere. Procede senza particolari colpi di genio o momenti chissà quanto esilaranti, ma senza nemmeno annoiare, complice anche la breve durata. Due tiri a questo filmetto quindi si possono dare, se proprio in questo periodo non avete altra roba più potente per le mani. E tra le carampane rischia persino di diventare un nuovo piccolo cult.
L’aspetto migliore di questo film francese è quello di non sprofondare troppo nei buoni sentimenti. Un pochino lo fa, solo in una maniera meno sfacciata rispetto alle commedie americane. La prima parte della pellicola, quella più cinica e cattiva, è comunque preferibile rispetto a una seconda parte dallo sviluppo scontato e a un finale eccessivamente buonista. I francesi dimostrano allora ancora una volta di saperci fare, seppure in tono minore rispetto a Quasi amici o ad altri gioielli recenti, e di riuscire a tirare fuori una commedia gradevole persino con una protagonista super sgradevole. A interpretare la “simpaticissima” Paulette c’è Bernadette Lafont, azzeccata per la parte, con quella sua faccia che fa cattivo più di quella di molti rapper. La migliore del gruppo è però la vecchina soprannominata Alzheimer, provate a immaginare perché…
Non molto il mio genere di film, chi mi conosce lo sa che sono decisamente più orientato sul lato adolescenziale della vita ah yeah, eppure questo Paulette fila via liscio. Sarà perché una volta tanto non ci si deprime come in Amour e viene anzi proposta una visione della terza età positiva. Come un periodo della vita in cui si può ancora stupire se stessi e gli altri, riprendere in mano le redini del destino e scrivere un nuovo capitolo, magari il più avvincente, della propria storia personale.
Il merito?
Tutto della droga, naturalmente!
(voto 6/10)