Io e te
(Italia 2012)
Regia: Bernardo Bertolucci
Sceneggiatura: Niccolò Ammaniti, Umberto Contarello, Francesca Marciano, Bernardo Bertolucci
Cast: Jacopo Olmo Antinori, Tea Falco, Sonia Bergamasco
Genere: voglio andare a vivere in cantina
Se ti piace guarda anche: Come te nessuno mai, Io ballo da sola, The Dreamers
Il problema del cinema italiano…
Mi correggo subito: uno tra i tanti problemi del cinema italiano è il mancato ricambio generazionale. Caratteristica che d’altra parte permea tutta la società italiota. Se una pellicola adolescenziale, tra l’altro una delle migliori pellicole adolescenziali italiani recenti, deve venirla a girare un regista classe 1941, per risparmiarvi i calcoli significa che ha 72 anni, non siamo messi tanto bene.
Bernardo Bertolucci completa la sua specie di trilogia adolescenziale composta da Io ballo da sola e The Dreamers - I sognatori con Io e te, un film piccolo e semplice che racconta una storia piccola e semplice, liberamente ispirata dal romanzo omonimo di Niccolò Ammaniti, scrittore della generazione cannibale che ha anche collaborato alla stesura della sceneggiatura.
"Oddio, che mal di pancia!" |
Breve bignami delle esperienze ammanitiane al cinema: il suo buon esordio letterario Branchie è stato trasformato in un pessimo film con Gianluca Grignani (!), ma ancor prima il suo racconto L’ultimo Capodanno dell’umanità è stato trasposto al cinema da Marco Risi con una pellicola intitolata semplicemente L’ultimo capodanno. Quindi Io non ho paura è stato reso in maniera convincente da Gabriele Salvatores e lo stesso Salvatores ha realizzato anche Come Dio comanda con Filippo Timi, a mio avviso il migliore tra i suoi adattamenti filmici. Fine del breve bignami delle esperienze ammanitiane al cinema.
Dicevamo, o meglio dicevo che è una storia piccola e semplice, e intima oserei aggiungere: Lorenzo è un ragazzino di 14 anni che deve andare in gita con la scuola in settimana bianca però che palle, non c’ha voglia di andare e così decide di farsi una settimana da solo indisturbato in cantina, all’insaputa della madre rompi e della scuola. E sapete cosa vi dico? Fa bene. Io con la scuola sono stato in gita a Barcellona ed è stato molto divertente, però, in generale, fanculo le gite scolastiche! Soprattutto la settimana bianca.
Il suo ritiro spirituale in cantina verrà però interrotto dall’irrompere casuale di una ragazza…
E qui già so cosa pensate. E lo so. Siete i soliti maliziosi. Eh eh, furbetti. Per di più considerando come il titolo del film sia il romanticissimo Io e te. E invece…
ATTENZIONE SPOILER
La ragazza che piomba in cantina è Olivia, la sua sorellastra. Stesso padre, diversa madre. Quindi niente tresca amorosa. Oppure ci sarà una tresca incestuosa?
Questo non ve lo dico. Tocca a voi scoprirlo, toccatelli lettori cannibali.
"Kid, ma come diavolo cucini?" |
La cosa più piacevole di questa pellicola è la sua leggerezza, cosa che la rende una delle visioni italiane più intriganti e piacevoli degli ultimi tempi. Oddio, leggerezza sì, eppure il protagonista è bello pesantino. Il classico 14enne narciso, egotomane, incazzato con il mondo. Chissà chi mi ricorda? E pure Olivia è bella incasinata, da brava tossica che tenta di rehabilitarsi quale è. Visto che in rehab non ci vuole andare no no no, si fa una settimana di rehab nella cantina insieme al fratellastro. Risultato? I due legheranno, però non si tratta della solita ricongiunzione famigliare strappalacrime. Altro elemento che poteva scadere nel patetismo più patetico è il rapporto di Lorenzo con la nonna in punto di morte. Invece no. Nemmeno questo è stucchevole. Non più di tanto.
"Appunti per il futuro: non accettare mai più un invito a cena di Cannibal Kid." |
Bernardo Bertolucci seduto sulla sua sedia a rotelle si diverte a guardare come da uno spioncino questi due ragazzetti, ragazzino lui, ragazza più adulta lei. Gioca con le riprese divertendosi come un regista esordiente. All’inizio aveva anche pensato di cimentarsi con il 3D ma poi ha pensato di lasciare ‘ste cagate a James Cameron e girare con la cara vecchia affidabile pellicola 35mm, anche perché per un film del genere il 3D non avrebbe avuto un gran senso.
La cosa ancora più bella di Bertolucci è però la fiducia che ripone nei giovani, merce rara di questi tempi in Italia, non solo a livello cinematografico. Non guarda ai ragazzi come a una minaccia, ma come a una risorsa. La pellicola si regge quasi interamente sui due giovani protagonisti, gli Io e te del titolo. Lorenzo è interpretato dal super esordiente Jacopo Olmo Antinori, uno che non era mai comparso prima da nessuna parte. Non ha mai nemmeno fatto un filmino con il cellulare. Prima assoluta su schermo. Questo Jacomo Olmo oltre al nome ha pure un volto particolare. Naturalmente è ancora acerbo e ha la faccia butterata dall’acne, fatto che lo rende perfetto per la parte. Farà strada, non farà strada? Questo non lo so.
Difficile pronosticare anche il futuro della protagonista femminile, Tea Falco, una Blake Lively terrona. Lei un’esperienza cinematografica ne I vicerè e una televisiva ne Il giovane Montalbano le ha fatte, ma è comunque una quasi esordiente pure lei. Segno che Bertolucci nel ricambio generazionale ci crede. Uno tra i pochi in Italia. Anziché prendere qualche raccomandato o qualche pirlone dai Cesaroni o da qualche fictionona del genere, ha preso due volti nuovi, belli freschi. Non attori fenomenali, ma potenziali talenti da plasmare.
Il film ambientato in canteena si allontana inoltre dalle solite storielle teen cui siamo abituati in Italia. Niente moccianate, deo gratias, mentre si viaggia più dalle parti della Nouvelle Vague, si veda l’omaggio finale a I quattrocento colpi di Truffaut. Nonostante questo, Io e te non sfugge del tutto al solito problema del nostro cinema: una sceneggiatura non così esaltante. I dialoghi non sono infarciti di banalità, e già di questo possiamo gioire, ma la vicenda più che semplice, è persino troppo esile. Fondamentalmente è la storia di un ragazzo solo che fa una settimana di chiodo da scuola, per allontanarsi da tutto e da tutti, e invece riesce ad avvicinarsi a qualcuno. A una ragazza sola.
(voto 7/10)