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venerdì 25 dicembre 2015

A Very Murray Christmas, il cinepanettone indie





Sono peggio di Ebenezer Scrooge e Jack Skeletron messi insieme. Io il Natale non ce la faccio ad amarlo. Lo spirito natalizio proprio non riesce a impossessarsi di me. Anche quest'anno ho provato una grande soddisfazione quando ho finito di comprare tutti i regali, visto che farli mi piace più che riceverli, dico sul serio non per posa, eppure ciò non è bastato per farmi sentire natalizio abbastanza.

Ho provato allora ad ascoltare qualche canzone a tema, ma niente. Semmai la situazione è peggiorata. Io le canzoni di Natale non le reggo, quasi quanto quelle de Il Volo. Adesso mi è pure venuto in mente il pensiero che un giorno i tre ragazzini de Il Volo potrebbero realizzare un intero album natalizio e sto ancora peggio.
Come?
L'hanno già fatto?!?
Oh mio Dio!

Ho tentato allora con il cinema. Devo ammettere che ci sono alcune pellicole ambientate nel periodo delle festività che mi piacciono parecchio, come Gremlins e Mamma ho perso l'aereo.

venerdì 9 ottobre 2015

Santo cielo delle Hawaii





Sotto il cielo delle Hawaii
(USA 2015)
Titolo originale: Aloha
Regia: Cameron Crowe
Sceneggiatura: Cameron Crowe
Cast: Bradley Cooper, Emma Stone, Rachel McAdams, John Krasinski, Bill Murray, Alec Baldwin, Danny McBride, Michael Chernus, Ivana Milicevic
Genere: hawaiano
Se ti piace guarda anche: Paradiso amaro, Non mi scaricare, 50 volte il primo bacio

Breve bignamino delle divinità hawaiiane (fonte Wikipedia Italia, quindi credeteci a vostro rischio e pericolo):

Haumea : dea della fertilità
Kaulu : uccisore di Haumea
Pele : dea del fuoco
Aumakua : dio della famiglia
Kāne: padre di Pele (dea) e creatore del mondo
Kamapua'a : semi-dio della fertilità
Māui : eroe mitico attribuito alla creazione delle Hawaii
Namaca : figlia di Haumea
Nu'u : Uomo sopravvissuto al diluvio
Lono : dio principale delle isole Hawaii
Wākea : ha creato la pioggia, il sole e la luna.
Ukupanipo : divinità invocata per favorire la pesca dalle sembianze di squalo

lunedì 12 gennaio 2015

ST. VINCENT, IL SANTO PATRONO DEI DILUDENDI





St. Vincent
(USA 2014)
Regia: Theodore Melfi
Sceneggiatura: Theodore Melfi
Cast: Bill Murray, Jaeden Lieberher, Melissa McCarthy, Naomi Watts, Terrence Howard, Ann Dowd, Chris O'Dowd, Nate Corddry, Dario Barosso
Genere: vecchietto meets bimbetto
Se ti piace guarda anche: About a Boy, Gran Torino, Up

St. Vincent aveva tutte le carte in regole per piacermi. Persino per diventare un mio nuovo cult. Forse persino per diventare un mio nuovo santino personale.
Per prima cosa, si tratta di una pellicole indie, e io in genere adoro le pellicole indie. Sono proprio un maledetto hipster. Anche se ultimamente, va detto, tendono a somigliarsi un po' tutte e quindi da questo punto di vista ormai ricordano i “nemici” hollywoodiani, ovvero pellicole prodotte in serie senza un briciolo di originalità.
Quindi ci sono i due protagonisti, un vecchietto e un bambinetto, per quello che si preannuncia un “About a Boy della terza età”, come definito in maniera azzeccata da Mr. Ink. About a Boy è un film che io amo, tratto per altro da uno dei miei romanzi preferiti, Un ragazzo di Nick Hornby. Non è mica finita qui: il protagonista interpretato da Hugh Grant è addirittura uno dei miei modelli esistenziali assoluti.
Quanto alle “pellicole sulla terza età”, non ne sono un gran fan, però in questo caso il vecchietto protagonista è Bill Murray, l'idolo di film come Ghostbusters e Lost in Translation, qui dalle parti di Pensieri Cannibali sempre parecchio apprezzato, sia per l'ironia che accompagna molti dei suoi personaggi che per le scelte raramente scontate delle pellicole da interpretare.
Bill Murray porta qui sullo schermo un vecchietto stronzetto, ma diciamo anche stronzone. Un tipo all'apparenza burbero, menefreghista, scontroso, con in più una passione per prostitute, alcool, cibo spazzatura e gioco d'azzardo. Praticamente è come potrei essere io tra 50, diciamo anche 60 anni. A parte la passione per il gioco d'azzardo, che non ho mai avuto.

mercoledì 7 maggio 2014

MONUMENTS MEN, UN MONUMENTO ALLA NOIA




Monuments Men
(USA, Germania 2014)
Titolo originale: The Monuments Men
Regia: George Clooney
Sceneggiatura: George Clooney, Grant Heslov
Ispirato al libro: Monuments Men. Eroi alleati, ladri nazisti e la più grande caccia al tesoro della storia di Robert M. Edsel e Bret Witter
Cast: George Clooney, Matt Damon, Bill Murray, John Goodman, Jean Dujardin, Hugh Bonneville, Bob Balaban, Cate Blanchett, Dimitri Leonidas, Alexandre Desplat
Genere: military comedy
Se ti piace guarda anche: Storia di una ladra di libri, La vita è bella, Bastardi senza gloria

A dispetto del titolo ingannevole, Monuments Men non è la storia di un gruppo di uomini che di professione fanno le statue, come questo qua…



Monuments Men racconta invece le vicende di un gruppo di uomini valorosi che, nel corso della Seconda Guerra Mondiale, anziché salvare vite umane decisero di voler salvare le opere d’arte. Quel birbante di Hitler aveva infatti rubato un sacco di cimeli artistici e li aveva fatti nascondere in attesa di piazzarli nel suo museo personale. Nel caso in cui lui venisse ucciso, il Fuhrer aveva dato l’ordine di distruggerli tutti. L’ammericano George Clooney arruola così una squadra di esperti d’arte, soprannominati Monuments Men, per andare nella vecchia Europa a recuperare quante più opere possibili.


Chi chiama a far parte del suo team?
Embè, naturalmente la prima scelta è lui, il massimo esperto d’arte mondiale: Vittorio Sgarbi, che però rifiuta con i suoi soliti modi cortesi.


Dovendo rinunciare a malincuore a Sgarbi, George Clooney convoca allora il suo amichetto Matt Damon, più un gruppo variegato formato da Bill Murray, che dovrebbe essere il simpa di turno ma invece è meno simpa del solito, da John Goodman, che una buona forchetta ci sta sempre bene soprattutto in Europa, da Jean Dujardin, perché è un po’ il Clooney francese, da Hugh Bonneville, poiché a quanto pare George è un fan di quella lagna di Downton Abbey, e da Bob Balaban visto che, a parte Wes Anderson, non se lo fila mai nessuno.
Il Dream Team di attori esperti d’arte americani, dopo un rigido addestramento militare stile Full Metal Jacket (insomma, più o meno…), sbarca in Normandia. Dalla scena del loro arrivo in Europa, possiamo capire che i toni del film sono molto differenti ad esempio da un Salvate il soldato Ryan di Steven Spielberg. Il modo in cui i magnifici sette affrontano la missione è giusto un filino più sciallato rispetto a quello di Tom Hanks e compagni, che tra l’altro in quell’occasione dovevano salvare il culetto al prezzemolino Matt Damon.

"Bella raga, era dai tempi delle gite al liceo che non mi divertivo così.
Dovremmo andare in guerra più spesso!"

La pellicola di George Clooney fondamentalmente è una commedia. La rappresentazione che qui viene data del secondo conflitto mondiale piuttosto che Salvate il Soldato Damon Ryan ricorda i toni fiabeschi dello Spielberg di un altro film e di un’altra guerra: la World War I del terribile War Horse. Siamo un po’ anche dalle parti del recente Storia di una ladra di libri o, se vogliamo, addirittura de La vita è bella del Benigni. Monuments Men è una pellicola bellica all’acqua di rose, senza sangue, senza violenza, senza l’atmosfera sporca e pericolosa di una guerra. Si tratta sicuramente di una scelta voluta da parte del Clooney, però allo stesso tempo è una scelta discutibile. Non è che il bel George, ora che ha deciso di mettere la testa a posto e sposarsi con l’avvocatessa Amal Alamuddin, si è addolcito troppo?


Dopo un film che dava una rappresentazione spietata della politica come Le idi di marzo, nel suo nuovo lavoro da regista Clooney ha optato per una gran bella storia vera, di quelle positive. Monuments Men è un film classico, d’altri tempi, e da questo punto di vista riesce anche a farsi apprezzare. La partenza poi è pure buona, grazie a una presentazione senza troppi fronzoli dei personaggi e grazie a una sceneggiatura ravvivata da qualche ottima battuta vecchio stampo tipo:

“Ora sono astemio.”
“Da quando?”
“Dalle 9 di stamattina.”

Più passano i minuti, però, e più il film non riesce a crescere di ritmo. Si può anzi dire che questo è un film dai ritmi sonnacchiosi per gran parte della sua durata. Le missioni dei vari Monuments Men che vanno in giro per l’Europa a recuperare opere si sviluppano in maniera banale, con qualche momento drammatico che non riesce a risultare particolarmente emozionante e con qualche gag più o meno comica che non fa troppo ridere, ma che se non altro consente di destarsi dal dormiveglia in cui si era inevitabilmente finiti.
La classicità a cui ambisce Clooney finisce così per trasformarsi in prevedibilità. Tutto procede senza grossi scossoni, con l’attore/regista che ritaglia qualche momento importante per ogni personaggio, ovviamente anche per se stesso, senza però che nessuno spicchi in maniera particolare. Nonostante i grandi nomi del cast, tutti appaiono parecchio spenti e anonimi, i super divi Clooney e Damon in testa, ma anche l’unica femmena della pellicola, Cate Blanchett. Il problema principale di questo film è che è pure troppo impeccabile nella messa in scena, con nessuno degli attori che compare mai con un capello fuori posto e con le ambientazioni che appaiono finte, ricostruite in studio. L’insieme rimane freddo, senz’anima. Come la copia di un’opera d’arte.

"Oh, finalmente Amazon m'ha mandato la copia di Call of Duty che avevo ordinato.
Tutta questa guerra reale cominciava a stufarmi..."

A mancare sono quindi le emozioni, così come le sorprese. Monuments Men è in pratica l’esatto opposto di Bastardi senza gloria. C’è persino una scena con un tedesco delle SS che viene “braccato” dagli americani per aver nascosto dei quadri in casa sua che sembra una versione a parti invertite degli interrogatori del colonnello Hans Landa nella pellicola di Quentin Tarantino. Laddove quest’ultimo si divertiva a riscrivere la Storia alla sua maniera, Clooney si limita a raccontare la vicenda in maniera professionale quanto piatta, come un professorino liceale. Il suo film ci regala anche un paio di bei momenti, ma nel complesso è parecchio moscio e dimenticabile. Una nota di demerito la merita poi la scena finale, così smielata che farebbe venire un attacco di diabete a Winnie the Pooh.
George, così non si fa, nemmeno Spielberg avrebbe osato tanto.
(voto 5,5/10)

sabato 21 settembre 2013

RICOMINCIO DA BILL MURRAY



21 settembre 2013. Ore 6:00. Suona la sveglia, sulle note di “Oops! …I Did It Again” di Britney Spears. Bill Murray si alza e realizza che è il suo 63esimo compleanno. Pensa di essere vecchio, ma non vecchio al punto da non poter uscire con Scarlett Johansson in quel di Tokyo. O forse sì, perché da allora sono passati 10 anni e lui l’ha lasciata bisbigliandole qualcosa all’orecchio che manco lui ha sentito e da allora i contatti con lei si sono interrotti.
Bill Murray scende per andare a colazione nell’hotel dove alloggia per presenziare alla premiere del suo ultimo film, quand’ecco che: “Sorpresaaa!” gli urla un gruppo di blogger che sbuca fuori dal nulla. A quanto pare, hanno organizzato il Bill Murray Day, una giornata in cui celebrarlo sui loro siti parlando ognuno di un suo film diverso. Ci sono anche un certo Mr. James Ford, che lo importuna in maniera appiccicosa, e il noto Cannibal Kid, che gli parla di Ricomincio da capo e gli dice di quanto sia stata una commedia rivoluzionaria e diversa dalle solite. Se da una parte potrebbe sembrare la solita romcom in cui un protagonista burbero trova il grande amore della sua vita, dall’altra presenta uno spunto fantasy molto originale e curioso. Nella pellicola, il bisbetico meteorologo interpretato da Bill Murray si sveglia sempre lo stesso giorno, il Giorno della Marmotta tra l’altro, festa di fine inverno che viene celebrata negli Stati Uniti e in Canada. Il divertimento del giorno consiste nello spiare una marmotta: se esce dal suo rifugio e non riesce a vedere la sua ombra perché ci sono le nuvole, significa che l'inverno finirà presto. Al contrario, se è una bella giornata e quindi riesce a vedere la sua ombra, si spaventa, torna nel suo rifugio e questo per il resto del mondo significa che l’inverno proseguirà ancora per altre sei settimane. Che festa divertente! Che bella tradizione!
Finita la festa per il suo compleanno che i blogger gli hanno preparato, proseguita tutto il giorno, Bill Murray partecipa alla premiere della sua ultima pellicola A Glimpse Inside the Mind of Charles Swan III, in cui recita al fianco di quel maniaco di Charlie Sheen, e poi, una volta tornato nella sua camera di hotel, legge la non troppo entusiastica recensione del film sul blog Pensieri Cannibali e si addormenta mandando a quel paese l’autore del pezzo Cannibal Kid.


21 settembre 2013. Ore 6:00. Suona la sveglia, again sulle note di “Oops! …I Did It Again” di Britney Spears. Bill Murray si alza dal letto e pensa che adesso ha 63 anni e un giorno. Realizza di essere ancora più vecchio del giorno precedente e rimpiange di non essersela fatta, Scarlett Johansson a Tokyo, e di essersi solo limitato a dirle qualche maialata sottovoce all’orecchio, o almeno così sembrava di cominciare a ricordare.
Bill Murray scende poi al piano di sotto per fare colazione e si ritrova lo stesso gruppo di blogger del giorno prima che gli grida: “Sorpresaaa!”.
“Ma come, di nuovo?” si chiede. “Magari sono dei mattacchioni e hanno voluto prolungare la festa per il secondo giorno.” Al termine del party, in cui è stato ancora infastidito da Mr. James Ford, che ha continuato a spacciarsi per un espertone di cinema ma a cui non ha prestato troppo peso, e pure da Cannibal Kid, ha ricevuto una chiamata dalla sua agente che gli intimava di presentarsi alla premiere della sua ultima pellicola.
“Ma come, di nuovo?” si chiede di nuovo. “Magari hanno voluto fare il bis considerato il successo della proiezione di ieri.” La sera, Bill Murray va a vedere Pensieri Cannibali e l’ultimo post è ancora la recensione di A Glimpse Inside the Mind of Charles Swan III letta il giorno precedente. Strano, di solito il blog viene aggiornato quotidianamente e così Murray si addormenta mandando ancora di più a quel paese Cannibal Kid.


21 settembre 2013. Ore 6:00. Suona la sveglia, sempre sulle note di “Oops! …I Did It Again” di Britney Spears. Bill Murray si sveglia e pensa alla vecchiaia, a Scarlett Johansson e a come dovrebbe davvero chiamarla. Ha sentito che sta per sposare un tizio, un certo Romain Dauriac. Non può sopportare l’idea che si sposi, con un francese per di più. Deve fare qualcosa. Ma prima, colazione.
Bill Murray va di sotto e… “Sorpresaaa!”. Ci sono ancora i blogger fissati con il suo compleanno. A quel punto, capisce di essere finito dentro un suo film, Ricomincio da capo. Uno dei suoi più belli e originali. Uno di quelli perfetti per il suo volto da tipo scorbutico e simpatico allo stesso tempo.
Bill Murray segue gli stessi avvenimenti già vissuti nei giorni precedenti: la festa dei blogger, le fastidiose parole del presunto espertone di cinema Mr. James Ford e quelle un po’ più piacevoli ma non troppo di Cannibal Kid, la premiere del suo ultimo film. Quando la sera ritorna nella sua camera, anziché perdere tempo a consultare Pensieri Cannibali, pensa che se deve passare tutto il resto della sua vita bloccato nella stessa giornata, vuole farlo con la persona giusta. Decide così di telefonare a Scarlett Johansson, altroché alla AndieMacDowell di Ricomincio da capo, invitandola a stare con lui in hotel, per rivivere i giorni persi nella traduzione di Tokyo.


21 settembre 2013. Ore 6:00. Suona la sveglia, ancora una volta sulle note di “Oops! …I Did It Again” di Britney Spears. Bill Murray si sveglia e pensa che è vecchio, ma non vecchio abbastanza da soddisfare Scarlett Johansson. Più e più volte. Ma, a parte il fatto che nel suo letto c’era Scarlett, arrivata nella notte, per il resto sembra il solito giorno.
Bill Murray scende a fare colazione. “Sorpresaaa!” urlano i blogger lagnosi e ci sono Mr. James Ford e Cannibal Kid che lo tormentano con le loro astruse opinioni cinematografiche e la sera sa già che dovrà andare alla premiere del suo ultimo film, A Glimpse Inside the Mind of Charles Swan III. A forza di vederlo, capisce che quel blogger, quel Cannibal Kid, non aveva poi tutti i torti e quella pellicola non è in effetti tutto ‘sto granché. Peccato che adesso gli toccherà vederlo per tutte le sere della sua vita. L’idea di rifare sempre le stesse cose, ogni giorno, però non lo spaventano più. Adesso al suo fianco ha Scarlett Johansson e non c’è pensiero più dolce dello svegliarsi accanto a lei, mentre le fa tutte le maialate che le aveva sussurrato a Tokyo all’orecchio.
The end.


Ricomincio da capo
(USA 1993)
Titolo originale: Groundhog Day
Regia: Harold Ramis
Sceneggiatura: Danny Rubin, Harold Ramis
Cast: Bill Murray, Andie MacDowell, Chris Elliott, Stephen Tobolowsky, Brian Doyle-Murray, Harold Ramis, Michael Shannon
Genere: ripetitivo
Se ti piace guarda anche: Essere John Malkovich, Vero come la finzione, S.O.S. fantasmi
(voto 7,5/10)


Partecipano alle celebrazioni del Bill Murray Day anche i seguenti blog.
Sorpresaaa!

Aloha Los Pescadores
Cooking Movies
Director's Cult
Ho voglia di cinema
Il Bollalmanacco di cinema
In Central Perk
Montecristo
Recensioni ribelli
Scrivenny 2.0
White Russian


sabato 14 settembre 2013

UNO SGUARDO DENTRO LA MENTE DI CHARLIE SHEEN




A Glimpse Inside the Mind of Charles Swan III
(USA 2012)
Regia: Roman Coppola
Sceneggiatura: Roman Coppola
Cast: Charlie Sheen, Katheryn Winnick, Jason Schwartzman, Bill Murray, Patricia Arquette, Dermot Mulroney, Aubrey Plaza, Mary Elizabeth Winstead, Angela Lindvall, Stephen Dorff
Genere: mentale
Se ti piace guarda anche: I Hearth Huckabees, Le avventure acquatiche di Steve Zissou, I Tenenbaum

Cosa c’è dentro la testa di Charlie Sheen?




Chiaro, chiaro. Ed è proprio ciò che c’è anche nella testa di Charles Swan III, il protagonista del film intitolato appunto A Glimpse Inside the Mind of Charles Swan III, uno sguardo dentro la mente di Charles Swan III, che è facile immaginare come un alter-ego di Charlie Sheen. Con una semplice proporzione, potremmo dire che

Charlie Sheen : Charles Swan III = Mickey Rourke : Randy The Ram in The Wrestler

"Charlie, devi smetterla di andare con le pornodive!"
"Dici sul serio, Bill?"
"No, però almeno potresti presentarmene qualcuna..."
Ci sono ruoli che sembrano cuciti addosso all’attore che li interpreta e Charles “Charlie” Swan III è, fin dal nome, la parte perfetta per Charlie Sheen, quella di un donnaiolo impenitente che vive in un’eterna crisi di mezza età e con gli occhiali da sole sempre sul viso. E con sempre, intendo SEMPRE. Le uniche volte nel film in cui lo si vede senza sono quando fa la doccia e, per un momento, quando si commuove. Per il resto, persino quando se ne sta in un letto d’ospedale, li indossa SEMPRE.

Non c’è nessuno più adatto per una parte come questa di Charlie Sheen, negli ultimi tempi dedicatosi più che al grande schermo alle serie tv (Due uomini e mezzo e ora Anger Management) e soprattutto alla sua passione principale: le donne, meglio se escort e/o pornodive a pagamento.
A parte qualche apparizione qua e là, si tratta per lui del primo film da protagonista da una decina d’anni a questa parte, dai tempi di Scary Movie 3. Il regista e sceneggiatore Roman Coppola sembra aver pensato apposta a lui, mentre scriveva il personaggio di Charles Swan III, e per questo ha fatto anche un buon lavoro. A mancare è in pratica tutto il resto. A mancare è un vero e proprio film a fare da contorno al protagonista.

L’idea di fondo, a grandi linee, è quella di trascinarci dentro alla fantasiosa mente di Charles Swan. Tra flashback di fatti che gli sono realmente capitati e cose che appartengono solo alla sua fantasia (malata), ripercorriamo alcune parti della sua vita e in particolare la sua ultima storia d’amore finita male, quella con la bionda Katheryn Winnick, attrice rivelazione della serie tv Vikings qui stupenda più che mai. La cosa più particolare della pellicola è quella di mescolare appunto realtà e immaginazione, in una maniera che può ricordare alcune sceneggiature di Charlie Kaufman e in particolare quella di Se mi lasci di cancello (Eternal Sunshine of the Spotless Mind), anche nel suo cercare di fare l’autopsia di una storia d’amore. I risultati non sono gli stessi. Purtroppo no. La prima parte promette anche bene, ci sono un paio di invenzioni curiose e simpatiche di regia e sceneggiatura, Charlie Sheen gigioneggia ancor più del solito, Katheryn Winnick abbaglia con la sua bellezza e ci sono alcune comparsate di lusso di Bill Murray, Patricia Arquette, Aubrey Plaza e Mary Elizabeth Winstead.

Cosa c’è allora che non va?
Il film non decolla mai e nella seconda parte si spegne clamorosamente. Il mix realtà/fantasia si perde per strada, i momenti che vorrebbero essere divertenti non lo sono per nulla e i momenti riflessivi non è che dicano molto. Resta quindi un tentativo che suscita simpatia, ma che non si può certo considerare riuscito. Nonostante la delusione per questa opera seconda, dopo CQ passato piuttosto inosservato, Roman Coppola resta in ogni caso un nome da tenere d’occhio. Il figlio di Francis Ford, fratellino di Sofia, zio della novella regista Gia, nonché cugino di Jason Schwartzman (qui presente nel cast) e pure di Nicolas Cage, gira con un buon occhio, molto 70s, molto Wes Anderson, il suo amichetto con cui ha firmato le sceneggiature de Il treno per il Darjeeling e Moonrise Kingdom. Il suo cinema per ora risente troppo proprio del peso del confronto con Wes. Una volta che avrà trovato una strada tutta sua, però, Roman Coppola potrebbe regalarci qualcosa di davvero notevole. Per ora ci ha dato solo un film con dentro tante idee, ma nessuna messa a fuoco a dovere. Un film che non è un pasticcio totale, è solo un pasticcino.
(voto 5,5/10)



venerdì 12 aprile 2013

LOST IN TRANSLATION, CHE CA**O HAI DETTO?


ロスト·イン·トランスレーション - 愛は翻訳
(米国、日本、2003年)
監督:ソフィア·コッポラ
脚本:ソフィア·コッポラ
出演:スカーレット·ヨハンソン、ビル·マーレイ、ジョヴァンニリビシ、アンナファリス、キャサリン·ランバート、文宏林寛子川崎、大根
ジャンル:外国人
あなたも参照したい場合は、次の夏の日の出前、日没前に、どこか、(500)日、呪怨

スカーレットヨハンソンのお尻のクローズアップで開きますが、それはあなたがそれを見つけるどこにあるフィルム?そして、あなたが思うように開口部を有するフィルムは、絶対的なカルト食いないかもしれません?
あなたは既に答えを知っている。
私はロスト·イン·トランスレーションのようなフィルムは何も言うことができない誰かだ。私はいくつかのために、それが日本人で映画を見てのようであることを認識しています。ポイントはこれです:それは誰にとっても理解しやすい作品ではありません。誰かのため、何かが翻訳で永遠に失われてしまいます。あなたは写真が表示されますが、その意味を把握していません。
翻訳:あなたはインディーズではないなら、あなたは理解していないことができ、あなただけのこの映画を理解することはできません。あなたはインディーズならそして、あなたはそうしないとあなたはもういないのでインディーズであると言うことができません。ことは明らかである?

表面的な一目で彼を見て、あなたはこの映画はあまり起こらないと思うかもしれません。代わりに、それは外国で疎外さを感じるように感じている、それが恋に落ちるように感じている方法を示しています正確にどのように示しています。申し訳ありません、それはあなたのためだけである場合。それらの愛の一つは、しかし、大きな何もつながるように運命が、それはちょうどそれが "貴重な経験ではないという意味ではありません。
ラブストーリー/友情と、ホテルの部屋、カラオケや東欧奇妙な習慣を含む二日系アメリカ市民の冒険の物語:基本的には、これらの2つの事があるロスト·イン·トランスレーション。これらの習慣と苦労ビル·マーレイは微妙に陽気なものです。ただ一つヘンリーBrignanoまたはアレッサンドロSianiのような人またはこれらの擬似ユーモア作家から、他の誰かがあなただけの夢を見ることができることを漫画の効果を持っている彼女を見てください。

この経験は、しかし、主にスカーレット·ヨハンソン、ソフィアコッポラ著者の分身の視点を通して見られている。それは彼の物語は、おそらく一部の自伝で、東京や日本の部分図を私達に提示することは明らかである。樋用の高級ホテルではないために合格した人々のビジョンは、すべての後にそれはまだ特定のフランシス·フォードの娘です。世界の彼のビジョンは、しかし、あなたが金持ちや有名人を引っ張っている場合ので、出席者の一人ではありませんが、何か元気に小便を取る人にある場合。スカーレットの夫は妻の猫に向かって少なく、仕事に対する亢進古典カメラマンのVIPである彼のいつもより少ない妨害ジョヴァンニリビシが演じる。アンナファリス、キャメロン·ディアスとガチョウのような表面の文字でハリウッドスターの一層明白パロディ。確かに、それゆえ、そのソフィアコッポラはとてもラジカルシックなビジョンを提案する?それは反対ではありませんか?

"しかし、性交あなたは女何ですか figa!?!"
感傷的な側面に関しては、ロスト·イン·トランスレーション、古典的な少年が女の子ムービーを満
たしています。 Correggiamociはすぐ:歳の男の子は女の子ムービーを満たしています。サントリーウイスキーのコマーシャルを撮影するために日本に離れてビル·マーレイ、ハリウッドスター、それはスカーレット·ヨハンソン、結婚の危機の中で彼を家や好みのホテルの他の西欧ゲストとお互いを見ることは愚かではないが終わる。彼らは友情の関係でしょうか?愛?温情的な関係?
たぶん、これらのものの一つは、おそらく、フィルムの美しさは、解釈を明け渡すために、これらの組み合わせの全てです。映画の中で他の素晴らしいことは、ここで、いつもより一層眩しさ、スカーレット·ヨハンソンです。美しさのため、一般的にcoppoliana。彼の巨大な魅力のまだ完全に意識していない若手女優の、その美しさがこの映画には、アイコンと世界的なセックスシンボルになっていただろう。

フィルムの他の強力な点は、ソフィア·コッポラが、だけでなく、映画やラブストーリーが、雰囲気を作成するために管理しているようなものです。見事な超クールイエスとマリアチェーン、桃、死ラスベガス、フェニックス、​​セバスチャン·テリエ、空気、スクエアプッシャー、そしてマイ·ケミカル·ブラザーズを含む写真と壮大なサウンドトラックを介して2つの主要な登場人物を通して引き継が感がロスト·イン·トランスレーションkarokeの幻想的な場面に加えて·ブラッディ·ヴァレンタイン、。ビル·マーレイは調子から出て歌うが、ピンクのかつらの多くのロキシーミュージックとスカーレット·ヨハンソンで、 "これ以上の"興奮プリテンダーズが2つの瞬間である "ポケットの中のブラス"を解釈します。

ロスト·イン·トランスレーションの言葉で説明するのは難しい感じです。言葉で定義することは不可能。同じソフィア·コッポラは、それを認識しており、したがって、最終的には独創的なアイデアで観客の騒音の中で失われているスカーレット·ヨハンソンのビル·マーレイ耳(それさえセクシー)によって話さ言葉で、彼の鼻のインチとの皆を残し、ノイズで失わ。
(グレード9 + / 10)

最後に、TOTO BILL MURRAY、それの一部になる!
彼は彼らの最後の会議中にビル·マーレイスカーレット·ヨハンソンの耳にささやいたか?

1)ARIGATO!
2)いつもあなたは私の人生の最大の後悔が犯されているでしょう。
右へscappellamentoと3)時期尚早supercazzolaそれantaniあたかも。
4)ライアン·レイノルズ、スカーレットと結婚しない:彼は小さな持っているので、離婚。
5)ソフィア·コッポラは賢い男である:私の最後の対話は素晴らしいではありませんので、私は、ボリュームを断った。
6)私はそれを認める:私はネット上で裸の自分の写真を置くためのものでした。

Ho scritto il post in giapponese, ma per quei due o tre che non conoscono questa lingua, ecco anche la versione in italiano.
Sappiate però che inevitabilmente qualcosa è andato perso nella traduzione...

"Scusa Bill, ma la parte in giapponese m'ha fatta addormentare..."
Lost in Translation - L’amore tradotto
(USA, Giappone 2003)
Regia: Sofia Coppola
Sceneggiatura: Sofia Coppola
Cast: Scarlett Johansson, Bill Murray, Giovanni Ribisi, Anna Faris, Catherine Lambert, Fumihiro Hayashi, Hiroko Kawasaki, Daikon
Genere: ciao straniero
Se ti piace guarda anche: Prima dell’alba, Prima del tramonto, Somewhere, (500) Giorni insieme, The Grudge

Un film che si apre con un primo piano delle chiappe di Scarlett Johansson, ma cioè, dove lo trovate?
E un film con un’apertura del genere secondo voi può non essere un cult cannibale assoluto?
Sapete già la risposta.
Io mi rendo che a qualcuno un film come Lost in Translation può non dire niente. Mi rendo conto che per qualcuno è come vedere un film in giapponese. Il punto è proprio questo: non è un film comprensibile per tutti. Per qualcuno, qualcosa andrà perso per sempre nella traduzione. Vedrà le immagini, ma non afferrerà il loro senso.
Traduco: se non sei indie, non puoi apprezzare, anzi non puoi proprio capire questo film. E se sei indie, non puoi dire di essere indie perché altrimenti non lo sei più. Chiaro?

Vedendolo con uno sguardo superficiale, si può pensare che in questo film non succeda un granché. Invece mostra esattamente cosa si prova a sentirsi estranei in un paese straniero e mostra cosa si prova a innamorarsi. Scusate se per voi è poco. Uno di quegli amori destinati però a risolversi con un grande nulla di fatto, ma che solo per questo non significa non sia un’ esperienza importante.
Fondamentalmente, Lost in Translation è queste due cose: una storia d’amore/amicizia e anche il racconto dell’avventura giapponese di due cittadini americani, tra camere di (Tokio) hotel, karaoke e strane usanze orientali. Bill Murray alle prese con tali usanze è qualcosa di sottilmente esilarante. Basta un solo suo sguardo per avere un effetto comico che gente come Enrico Brignano o Alessandro Siani o qualcun altro di questi pseudo umoristi si può giusto sognare.

"Forse ne ho bevuto qualcuno di troppo..."
Quest’esperienza è però vista soprattutto attraverso il punto di vista di Scarlett Johansson, alter ego dell’autrice Sofia Coppola. È chiaro che il suo racconto, forse in parte autobiografico, ci presenta una visione parziale di Tokyo e del Giappone. La visione di chi c’è passato per gli hotel di lusso e non per i bassifondi, dopo tutto è pur sempre la figlia di un certo Francis Ford. La sua visione del mondo comunque non è quella di chi se la tira perché frequenta i ricchi e famosi, ma semmai è quella di chi li prende allegramente per il culo. Il maritino di Scarlett interpretato da un Giovanni Ribisi meno inquietante del suo solito è il classico fotografo dei VIP iperattivo nei confronti del lavoro, meno nei confronti della mogliettina gnocca. Ancora più evidente la parodia delle star hollywoodiane nel personaggio di Anna Faris, una simil Cameron Diaz superficiale e oca. Sicuri quindi che Sofia Coppola proponga una visione così radical-chic? Non è forse il contrario?

"My loneliness is killing me (and I)
I must confess, I still believe (still believe)
When I'm not with you I lose my mind
give me a siiign... Hit me baby one more time!
"
Per quanto riguarda la parte sentimentale, Lost in Translation è un classico boy meets girl movie.
Correggiamoci subito: un old boy meets girl movie. Bill Murray, divo hollywoodiano in trasferta in Giappone per girare uno spot per il Suntory whisky, finisce mica scemo per vedersi con Scarlett Johansson, altra ospite occidentale dell’hotel in cui alloggia e come lui in crisi matrimoniale. Il loro è un rapporto d’amicizia? D’amore? Un rapporto paternalistico?
Forse una sola tra queste cose, forse tutte queste cose combinate insieme, il bello del film è quello di lasciare libera l’interpretazione. L’altra cosa splendida del film è Scarlett Johansson, qui di una bellezza folgorante, persino più del solito. Una bellezza fine, tipicamente coppoliana. La bellezza di una giovane attrice non ancora del tutto consapevole del suo enorme fascino e che questa pellicola avrebbe trasformato in un’icona e sex-symbol mondiale.

L’altro punto di forza del film è come Sofia Coppola sia riuscita a creare non solo un film o una storia d’amore, ma un’atmosfera. Lost in Translation è una sensazione realizzata oltre che tramite i due protagonisti attraverso una fotografia magnifica e una colonna sonora ultra cool sbalorditiva che comprende Jesus and Mary Chain, Peaches, Death in Vegas, Phoenix, Sebastien Tellier, Air, Squarepusher, Chemical Brothers e My Bloody Valentine, oltre alle fantastiche scene di karoke. Bill Murray che canta stonato ma emozionato “More Than This” dei Roxy Music e Scarlett Johansson che con tanto di parrucca rosa interpreta una speciale “Brass in Pocket” dei Pretenders sono due momenti impagabili.



Lost in Translation è una sensazione difficile da descrivere a parole. Impossibile da definire con le parole. La stessa Sofia Coppola ne è consapevole e quindi con una trovata geniale alla fine lascia tutti con un palmo di naso, con le parole pronunciate da Bill Murray all’orecchio (sexy pure quello) di Scarlett Johansson che si perdono in mezzo ai rumori della folla, lost in the noise.
(voto 9+/10)

In chiusura, partecipa anche tu al TOTO BILL MURRAY!
Cosa ha sussurrato Bill Murray all’orecchio di Scarlett Johansson durante il loro ultimo incontro?

1) Arigatò!
2) Non averti trombata rimarrà per sempre il più grande rimpianto della mia vita.
3) Supercazzola prematurata con scappellamento a destra come se fosse antani.
4) Non sposare Ryan Reynolds, Scarlett: divorzierete perché lui ce l’ha piccolo.
5) Sofia Coppola è una furbona: il mio dialogo finale non è un granché e così mi ha abbassato il volume.
6) Lo ammetto: sono stato io a mettere le foto di te nuda in rete.

Ed ecco a voi la vera risposta.



Post pubblicato (in italiano) anche su L'OraBlù con il nuovo alcolico poster creato da C(h)erotto.

venerdì 29 marzo 2013

MARO’, CHE BELLO VIAGGIARE IN INDIA


Celo celo, manca.
Spulciando nella filmografia di Wes Anderson, mi sono reso conto che mi mancavano ancora 2 film: l’esordio assoluto Un colpo da dilettanti e Il treno per il Darjeeling. Il primo vedrò di vederlo vedere prossimamente, il secondo me lo sono recuperato ora, anche perché ho sentito pareri che lo mettevano addirittura al primo posto nella classifica dei film wesandersoniani. I soliti esagerati!
Ma il primo vagone di questo post-treno, tutto di prima classe, è dedicato al cortometraggio che anticipa la pellicola…
Salite a bordo e buon viaggio.

VAGONE 1
Hotel Chevalier
(cortometraggio, USA, Francia 2007)
Regia: Wes Anderson
Sceneggiatura: Wes Anderson
Cast: Jason Schwartzman, Natalie Portman

Si potrebbe scrivere una tesi di laurea o un trattato filosofico su questo cortometraggio. Per evitare di tediarvi, fate prima a vedervelo che dura appena 13 minuti, titoli di coda compresi. Non dovete nemmeno sbattervi troppo che ve lo sbatto qua sotto. In versione sottotitolata in italiano, cosa pretendete di più? Fare sesso con Natalie Portman?
Eh, ciao belli, per adesso potete accontentarvi di vederla ignuda nel suddetto cortometraggio. Ma no, non mostra la patatina, brutti pervertiti.
Riguardo al corto, evito tesi e trattati dicendo che è una breve introduzione all’apatico personaggio interpretato da Jason Schwartzman ne Il treno per il Darjeeling ed è una piccola scheggia di raffinato wesandersonismo, con tanto di dialoghi ironici, musica che puzza di 60s, atmosfere parigine e… Natalie Portman ignuda, l’ho già detto?
(voto 6,5/10)



VAGONE 2
Il treno per il Darjeeling
(USA 2007)
Titolo originale: The Darjeeling Limited
Regia: Wes Anderson
Sceneggiatura: Wes Anderson, Roman Coppola, Jason Schwartzman
Cast: Owen Wilson, Jason Schwartzman, Adrien Brody, Wallace Wolodarsky, Amara Karan, Waris Ahluwalia, Bill Murray, Anjelica Huston, Barbet Schroeder, Irrfan Khan, Camilla Rutherford, Natalie Portman
Genere: on the road on the rotaia
Se ti piace guarda anche: Little Miss Sunshine, I Tenenbaum, Sideways, Un biglietto in due

"Ti prego Cannibal, promuovi il nostro film!"
Biglietti!
Biglietti, prego!
Siete saliti sulla carrozza di questo post a vagoni solo per vedere Natalie Portman come mammeta l’ha fatta?
Bravi, però adesso potete rimanere seduti che Il treno per il Darjeeling è un viaggio piacevole assai. Questo è il pregio forse maggiore del cinema di Wes Anderson, almeno quando è riuscito, cioè sempre tranne nel caso del soporifero Le avventure acquatiche di Steve Zissou. Wes Anderson possiede il dono raro di riuscire a essere leggero senza apparire stupido, e di dire cose profonde in maniera delicata.
L’altro grande pregio di Wes Anderson, che qualcuno può trovare un difetto ma cavoli suoi, è che è un hipster totale. Possiamo dire che è il regista hipster per eccellenza. Sull’arte di essere un hipster avevo già dedicato un post a parte, ma senza stare a rivangare cose già vangate, possiamo dire brevemente che all’interno del suo cinema sono ravvisabili le tendenze principali dell’hipster modello: innanzitutto è indie. Non sei indie? Allora non sei hipster e se non sei hipster non sei indie e se ti credi di essere hipster non sei hipster ma forse sei comunque indie.
Inoltre, da bravo hipster, Wes Anderson e i suoi personaggi sfoggiano un gusto raffinato e allo stesso tempo stralunato. Perché se sei normale non sei hipster.
Infine, per essere un hipster degno di questo nome, è necessaria anche una passione per le cose vintage e retrò. E chi meglio di Wes Anderson, fissato com’è con gli anni Sessanta? Nonostante il suo unico film effettivamente ambientato in quel decennio sia l’ultimo stupendo Moonrise Kingdom,(I Tenenbaum invece viaggia fino ai 70s), anche gli altri sono immersi in un’atmosfera molto 60s per stile, abiti e musiche. Qui infatti non mancano brani 60s indiani, una spruzzata di Kinks, “Les Champs Élysées” di Joe Dassin che un tocco francese fa ancora più chic, e il momento emotivamente più emotivo sulle note di “Play With Fire” dei Rolling Stones.

"Anche voi state cominciando a rimpiangere Trenitalia?"
Il treno per il Darjeeling è quindi un’altra corsa sul treno del cinema di Wes Anderson, con le sue canzoni, il suo stile, i suoi attori feticcio e che riprende qui la tematica famigliare come ne I Tenenbaum e Fantastic Mr. Fox. Owen Wilson, tutto fatto su perché ha avuto un incidente, ha deciso di organizzare un viaggio in India insieme ai due fratelli con cui non aveva più parlato dopo il funerale del padre. Un viaggio per riallacciare i rapporti con loro ma anche un viaggio, almeno nelle intenzioni, spirituale. Ovviamente, i tre fratelli sono uno più strambo e particolare dell’altro: il playboy sui generis interpretato da Jason Schwartzman, già idolo incontrastato di Rushmore così come della serie Bored to Death, Adrien Brody in crisi esistenziale perché sta per diventare papà e poi l’incidentato già citato Owen Wilson.

Nel cast non mancano le apparizioni di altri volti tipici del cinema wesandersoniano come Bill Murray e Anjelica Huston, mentre a livello registico Wes gioca con le zoommate alla Sergio Leone e i ralenty, che regalano alla pellicola una precisa cifra stilistica. La sceneggiatura è molto semplice, ma all’interno di questo particolare on the road movie che procede dritto per dritto (o quasi) sulle rotaie, Anderson riesce a infilare anche valori famigliari e spirituali con il suo tipico tono delicato e ironico.
A funzionare sono però soprattutto i tre strepitosi protagonisti, tanto che si vorrebbe viaggiare ancora con loro, da qualche altra parte. Si vorrebbe sapere qualcosa in più su questi personaggi e il cortometraggio iniziale, così come il flashback ambientato il giorno del funerale del padre, non bastano. No.
Propongo allora a Wes Anderson di realizzare un cinepanettone hipster ogni anno: dopo Vacanze in Darjeeling, voglio vedere questi tre anche a Cortina, Miami e sul Nilo!
(voto 7,5/10)

P.S. No, non ho fatto battute su un film indie ambientato in India, e allora?

VAGONE 3
Prada Candy
(spot, 2013)
Regia: Wes Anderson e Roman Coppola
Cast: Léa Seydoux, Peter Gadiot, Rodolphe Pauly


Abbiamo aperto con un corto ambientato a Parigi e chiudiamo con un corto ambientato a Parigi. Come non detto: con 3 corti, sponsored by nientepopodimeno che Prada, mica pizza e fichi.
Si tratta di 3 pubblicità dirette da Wes Anderson insieme al fido Roman Coppola (da solo non ce la poteva fare) del nuovo profumo Prada Candy L'Eau con protagonista la seducente Léa Seydoux.
No, non sono stato pagato da Prada per questa marketta, ma se volessero farlo a me andrebbe très bien.






mercoledì 24 ottobre 2012

Kanye Wes Anderson

Moonrise Kingdom
(USA 2012)
Regia: Wes Anderson
Sceneggiatura: Wes Anderson, Roman Coppola
Cast: Jared Gilman, Kara Hayward, Bruce Willis, Edward Norton, Bill Murray, Frances McDormand, Jason Schwartzman, Harvey Keitel, Tilda Swinton, Bob Balaban, Seamus Davey-Fitzpatrick, L.J. Foley, Jake Ryan
Genere: fanciullesco
Se ti piace guarda anche: Submarine, Stand By Me, I Goonies, Fantastic Mr. Fox, Rushmore
Uscita italiana: 6 dicembre 2012

Moonrise Kingdom è il film che avremmo voluto vedere da bambini, se da bambini fossimo stati degli indie.
Che poi fino ad ora tutti quelli di Wes Anderson sono stati film di stile, e naturalmente di stile indie, più che di altro. E forse pure questo. Uno stile impeccabile, fatto di un umorismo sottile, a volte ai limiti del comprensibile, altre volte troooppo radical-chic persino per me.
Protagonisti sempre una serie di personaggi stralunati e fuori dal tempo che sembrano usciti da qualche racconto del New Yorker, più che dalla realtà. Un regista intellettualoide, se vogliamo usare un’espressione tanto ma tanto odiosa. Per queste e per altre ragioni, prima di Moonrise Kingdom avevo apprezzato il Mr. Anderson, più che amato il Mr. Anderson.
Con Rushmore c’era anche andato vicino a farsi amare, grazie agli esilaranti scontri tra Jason Schwartzman e Bill Murray. E Fantastic Mr. Fox è una delle pellicole d’animazione più fantastiche degli ultimi anni. Il suo film probabilmente più celebre e cult, I Tenenbaum, mi è pure piaciucchiato, eppure non è riuscito a entrare nei miei cult personali. Le avventure acquatiche di Steve Zissou invece no. Quello proprio non mi è piaciuto. Anche quello superstiloso, per carità, però che due palle.
Fin dal suo delizioso trailer, il suo ultimo Moonrise Kingdom mi faceva pensare che questa volta sarebbe potuto scattare l’innamoramento totale. Sarà andata così?
Vediamo un po’…

Film dopo film dopo film dopo film, Wes Anderson sta disegnano sempre più non solo un cinema, ma un mondo suo. Come un David Lynch più fanciullesco e meno inquietante. Come un Quentin Tarantino senza sangue e con i personaggi più educati e raffinati. Come un Terrence Malick meno “divino” e più terreno. A proposito di Lynch, questo potrebbe essere il suo Cuore selvaggio. A proposito di Tarantino, questo potrebbe il suo Una vita al massimo (film sceneggiato da Quentin e diretto da Tony Scott). E a proposito di Malick, questo potrebbe essere il suo La rabbia giovane.
Al centro di tutto, come cuore della pellicola, batte infatti una folle fuga romantica. A compierla sono due ragazzini intorno ai 12 anni di età. Lui è Sam, il bambino più odiato del campo scout in cui passa l'estate poiché è un orfano ed è per questo considerato socialmente pericoloso e disturbato. Lei è Suzy, una che invece i genitori ce l’ha, ovviamente stralunatissimi e che sono interpretati dall’attore feticcio di Anderson Bill Murray e da Frances McDormand. Frances McDormand, fin da quel suo nome così letterario, non credo esista veramente. Non è una persona reale. Vive solo all’interno del cinema indie americano.

"Niente male il nuovo romanzo di Zio Scriba..."
Comunque Suzy non è orfana, anche se vorrebbe esserlo: “Ho sempre desiderato essere un'orfana. Sono i miei personaggi preferiti. Penso che le vostre vite siano più speciali.”
E comunque Suzy, ragazzina alquanto turbolenta e con degli scatti improvvisi di violenza, è interpretata dall’esordiente Kara Hayward, una giovanissima attrice che se prosegue sulla buona strada potrebbe diventare – lo dico o non lo dico? certo che lo dico – la nuova Natalie Portman o la nuova Kirsten Dunst o la nuova Saoirse Ronan. Ok, l’ho detto. Mentre se prosegue sulla cattiva strada beh, può diventare la nuova Lindsay Lohan. Ok, ho detto pure questo.
E poi occhio pure all'altrettanto giovane e altrettanto esordiente protagonista maschile, Jared Gilman, uno che potrebbe diventare il nuovo idolo nerd per un'intera generazione.

"Stiamo cercando il blogger Cannnibal Kid, l'avete visto? Lui di solito
i film si diverte a massacrarli. Questo post non può averlo scritto lui..."
Contro i genitori, contro la giovane età, contro la polizia capitanata da un grande Bruce Willis, contro gli scout capitanati da un Edward Norton finalmente tornato al grande cinema, da cui mancava tipo da La 25a ora del 2002. Contro tutti, i due giovani innamorati scappano. E poi?
E poi scopritelo da soli, guardando questa meraviglia di film. Non vi dico cosa succede non perché questo sia un thriller, sebbene alcune scene siano costruite con grande tensione, mentre i giochi di sguardi ricordano addirittura i western di Sergio Leone, l'uso delle musiche è a dir poco spettacolare e ci sono alcune sequenze meravigliose. Non vi dico altro perché questa è un'avventura, una grande avventura, che è meglio non sentire raccontare ma vedere con i propri occhi. E, inoltre, è la più bella storia d’amore dell’anno.
Dopo una schifezza come il To Rome with Love firmato Allen, mi ci voleva proprio un film come Moonrise Kingdom. Una visione in grado di farmi ritrovare fiducia, se non nell’umanità tutta, almeno nel cinema. E allora questa volta l'innamoramento totale per una pellicola di Wes Anderson è scattato. Perché? Perché Moonrise Kingdom è il film che avremmo voluto vedere da bambini, se da bambini fossimo stati degli indie.
(voto 9/10)


sabato 24 dicembre 2011

Blog War Before Christmas

"Coraggio, dopo i 5 film di Ford arrivano anche quelli di Cannibale..."
Jingle bAlls, jingle bAlls, jingle all the way!
Ciao bambini e ciao anziani tra cui Ford, vi do’ una notizia shock, uno scoop assoluto che nemmeno Minzolini se dovesse diventare il nuovo direttore di Studio Aperto sarebbe in grado di proporvi. Reggetevi forte: domani è Natale.
Lo sapevate già?
Certo che le notizie corrono veloci oggi con tutti ‘sti Facebook e Twitter.
Ford, rilassati e non farti il segno della croce, Twitter non è una bestemmia.
In occasione di questa Santissima Festività di Sta Cippa, io Cannibal Kristmas e il mio acerrimo rivale Mr. Ford abbiamo per una volta deciso di unire le forze e creare in un post unico una Blog War speciale. Tema: i nostri film preferiti per Natale e le festività, naturalmente. Quindi mettetevi seduti comodi di fianco all’albero addobbato, slinguazzatevi sotto il vischio, aprite i regali e poi date un’occhiata alle nostre liste. Prima quella del Ford (sono stato gentile e, almeno a Natale gli ho consentito di cominciare) e poi la mia.
L’intenzione era quella di fare un post il più possibile pacifico e non belligerante… ce l’avremo davvero fatta?
Cannibal Kid

I 5 FILM NATALIZI DI MR. FORD
"Con i film di Ford non riesco a tenere gli occhi aperti"
1. La spada nella roccia (1963) di Wolfgang Reitherman
Mr. James Ford Un film che è una pietra miliare per generazioni e generazioni di bambini ed ex bambini, nonchè una delle pellicole che ho visto più volte nel corso della mia vita.
Il duello di magia tra Merlino e Maga Magò - prequel di quelle che ora sono, in tutto e per tutto, le Blog Wars -, la risata risucchiata di Anacleto, le trasformazioni in animali che da piccolo sognavo di poter vivere ed una rivincita dell'outsider della miglior tradizione rendono questa pellicola perfetta per il periodo, nonchè una delle pochissime in grado di mettere d'accordo me ed il mio antagonista.
Non sarà il più geniale dei Classici Disney, eppure, e solo per la notte di Nachele, potrebbe quasi portare me e il Cannibale ad una visione fianco a fianco senza bottigliate - ovviamente nei suoi confronti -.
Cannibal Kid Un film spassosissimo che io come sempre in anticipo sul Ford avevo già proposto tra i miei film d’animazione preferiti. Comunque vanno bene i propositi pacifici e festivi e tutto, però adesso immaginare una visione fianco a fianco col Ford e pure senza bottigliate mi sembra un tantino esagerata. Magari ne riparliamo il prossimo Natale.
Tanto la fine del mondo arriverà prima, ciapalì!
JF Questa me la segno. Il prossimo Natale, Maya o non Maya, si compirà il miracolo!

"Non la pago 'sta cazzo di IMU!"
2. Il canto di natale di Topolino (1983) di Burny Mattinson
JF Altro superculto del periodo e visione ripetuta tendenzialmente all'infinito ai tempi della mia giovinezza, e che continuo ad apprezzare anche ora: dal Canto di Natale di Charles Dickens, una fiaba quasi nera riportata nel pieno del magico mondo Disney che alcuni Grinch in stile cannibalesco giudicheranno buonista ma che, in realtà, riesce a rappresentare la magia e l'innocenza che soprattutto da bambini proviamo rispetto a questa festa che, in un modo o nell'altro, finisce per coinvolgere tutti, anche due rivali fin nel profondo come me e il Kid.
E dato che siamo in un periodo particolare dell'anno, mi impegno ad impersonare i fantasmi dei natali passati, presenti e futuri per redimere questo scellerato d'uno Scrooge della blogosfera.
"Non ce la farai a farmi diventare buono, dannato Fordolino!"
CK Grande Scrooge, idolo assoluto! Però questa versione la giudico buonista, troppo buonista, vergognosamente buonista, per potermi convincere anche solo da lontano. Molto meglio la versione Bill Murray proposta da me qui sotto. Unico merito di questo filmino filmetto filmuccio è allora la sua durata: essendo un cortometraggio, per una volta Ford ci ha risparmiato un mattonazzo russo muto della durata di 6 ore!
JF Come al solito la magia - Disney o no - non è di casa a casa Cannibale, che probabilmente ha passato l'infanzia nel sacco del Grinch insieme al carbone, tanto che ora rifiuta a priori qualsiasi film Disney - e non solo -. Ma io non mi arrendo, e sfruttando lo spirito del periodo mi impegno a traformarlo in un "buonista" modello nel corso di una sola notte di bottigliate selvagge.

"No, Ford. Le canzoni del tuo Justin Bieber non le cantiamo!"
3. Gremlins (1984) di Joe Dante
JF A metà tra la favola nera ed il film fantastico nella miglior tradizione anni ottanta, Gremlins fu uno dei primi suggerimenti che ricevetti dal mitico Paolo - ormai leggendario figlio del gestore della videoteca che, sul finire degli anni ottanta, alimentò la mia prima passione per il Cinema -, venuto subito dopo un altro cult: Labyrinth.
Ciuffo bianco e i suoi mi fecero letteralmente impazzire, e scene come la sequenza della lotta tra la madre di Billy ed i Gremlins in cucina riescono ancora ad essere inquietanti: il tutto senza nemmeno menzionare Gizmo, una delle creature più incredibili nate sul grande schermo e che per anni continuai a sognare di trovare in qualche sperduto negozio di cianfrusaglie cinesi.
Come buon proposito per il Nachele e l'anno che sta per iniziare, mi impegno personalmente ad evitare di bagnare il Cannibale o dargli da mangiare dopo la mezzanotte.
CK Anche questa volta, ancora una volta, ho anticipato Ford proponendo questa pellicola nella lista dei miei horror preferiti. I Gremlins sono un mio super cult assoluto, perfetti per rendere un po’ inquietante e dark il Natale tutto casa, Chiesa, maglioni rossi con le renne disegnati sopra e filmini disneyani finora proposti dalla premiata (ma dove?) ditta Ford.
Comunque te l’ho fatta da sotto il naso, Mister, sono riuscito a mangiare dopo mezzanotte e ormai mi sono trasformato da pacifico mogwai a temibile gremlin cannibale! E adesso so’ cazzi tua!
JF Tranquillo, Ciuffo Cannibale: ho già pronta la soluzione con un'altra citazione che non coglierai.
"E ora, con l'aiuto del sole, vincerò: attacco solare... Energia!"
CK Questa l'ho googleata e dovrebbe essere da Daitarn 3. Tecnologia batte Ford 1 - 0!

"Più veloce, Ford. Più veloce!"
4. Willow (1988) di Ron Howard
JF Altro giro, altro ricordo.
Quando passavo le vacanze di Natale - non quelle dei cinepanettoni - in montagna con i miei nonni ed i miei la riscoperta di quelli che erano già dei veri e propri cult era d'obbligo: Willow - arrivato sugli schermi dell'allora casa Ford grazie all'imbeccata di un compagno delle elementari che ci scrisse sopra un tema - era uno dei cavalli di battaglia della rassegna, anche perchè traboccava di momenti mitici e soprattutto contava un vero antieroe finto malvagio nella migliore tradizione fordiana, Mad Martigan.
Ho sognato per un sacco di tempo di essere uno spadaccino folle, ironico e scapestrato come il personaggio interpretato da Val Kilmer: altro che quella vecchia Bavmorda rinsecchita d'un Cannibale!
CK Capisco il potere della nostalgia, dei ricordi d’infanzZZZZZZ mi sono addormento leggendo il toccante racconto natalizio di Ford.
Allora, dicevo, va bene che uno quando guarda dei film da bambino li idealizza, però ce ne sono alcuni che rimangono dei capolavori anche a una visione adulta, come i sopra citati Gremlins, e altri che si rivelano delle schifezze immani, delle trashate vergognose come questo o Labyrinth. Visti oggi, dopo capolavori del fantasy come il Signore degli Anelli e Game of Thrones, possono suscitare al massimo un po’ di tenerezza. Ma a essere proprio molto di buon cuore e quindi non è il mio caso. E poi Val Kilmer… Evito di dire che la sua interpretazione sconfina nel tragico solo perché è Natale. E Ron Howard… mai sopportato né nei panni dell’odioso Ricky Martin Cunningham, né come regista. L’unica cosa buona che ha fatto è essere il padre di Bryce Dallas Howard, lei sì un vero talento! Nonostante siano entrambi rossi di capelli, io richiederei un test del DNA…
JF Dato che l'infanzia del mio antagonista è stata fagocitata dal coniglio di Donnie Darko, lui non riesce a cogliere la differenza tra Willow e Game of thrones.
Ma non vi preoccupate: ci penso io a riportarlo indietro nel futuro a suon di botte!
CK Io la so cogliere, la differenza: schifo Willow e figata Game of Thrones. Tu, accecato da ricordi d'infanzia risalenti all'incirca al Paleolitico, mi sa di no...

Oh, scrivendo "Babe" su Google, di immagini del film non me ne sono uscite.
E tra quelle venute fuori ne ho scelta ancora una tra le più sobrie...
5. Babe - Maialino coraggioso (1995) di Chris Noonan
JF Dai cult dell'infanzia passiamo a quelli dell'adolescenza, periodo che mi portò ad amare un animale estremamente sottovalutato come il maiale, che mio nonno più volte mi dipinse come ricettivo quanto un cane - tant'è che sogno da sempre un maiale domestico -: come se non bastasse Babe riesce nel non facile compito di unire quella che, a tutti gli effetti, è una fiaba nello stile dei Fratelli Grimm - non quelli di Gilliam, però - ad un lavoro praticamente autoriale e nonostante le apparenze decisamente insolito ed interessante.
Bellissime le animazioni dei volti degli animali, curiosa la vicenda, mitico il pastore co-protagonista e senza rivali Babe, guidato dalla saggia mano di un regista non per nulla australiano.
E dato che mi sento insolitamente generoso rispetto al mio rivale, dichiaro ufficialmente che ho intenzione di allenarlo in modo da fargli vincere il premio come miglior blogger pastore della rete.
CK Io mi sono sforzato finora di essere il più buono possibile, ma davanti a questo film non ce la faccio a trattenermi.
Babe, Ford? Sul serio???
BABE??????????????
Ma che adolescenza hai avuto con ‘sta roba?
Una delle peggiori schifezze mai viste: odioso, buonista, ruffiano, il classico film da Academy della peggior specie, che sfrutta gli animali per suscitare simpatia come nemmeno il peggiore dei servizi di Studio Aperto (sì, oggi ce l’ho con Studio Aperto, e allora?).
Ford, le animazioni dei volti degli animali ti sembrano bellissime??? Sei già totalmente sbronzo ancora prima di metterti a tavola per il pranzo di Natale? A me sembrano realizzate peggio dei peggiori doppiaggi dei peggiori video amatoriali che si possono trovare sul peggiore YouTube, poi vedi te… Davvero un obbrobrio di film con pochi eguali, penso che te lo rinfaccerò a vita!
E l’unico maiale che vedrò io questo Natale sta girando ora allo spiedo! :)
JF Il maiale allo spiedo me lo mangio anche io volentieri, e lo accompagno con un buon bourbon giusto per non essere sobrio abbastanza da sentire le bestialità che il bimbo perduto Cannibale riesce a dire anche su questo film BELLISSIMO, e spesso e volentieri riconosciuto anche dalla critica "alta".
Ad ogni modo, visto che io il Grinch lo sistemo anche completamente ubriaco, faccio finta di nulla e invece di rispondere alle provocazioni con grande spirito natalizio approfitto e trasformo la sparata culinaria del Cannibale per fiondarmi a casa sua in tempo per guastargli il cenone! Tiè!
CK Bellissimo Babe??????????? °__°
Togliete il bicchiere da davanti a Ford, per favore!!!


I 5 FILM NATALIZI DI CANNIBAL KID
Ed ora via alla cinquina natalizia cannibale, cui come bonus-tracks vanno aggiunti i già citati Gremlins, inseriti nella mia lista horror, e Nightmare Before Christmas, già messo tra le mie pellicole d’animazione preferite.

"Vieni qui a farti dare un pizzicottino sulla guancia, Ford. Di che hai paura?"
1. Edward mani di forbice (1990) di Tim Burton
CK La fiaba perfetta per Natale. Anzi, l’anti-fiaba dark per eccellenza, quella per combattere il buonismo propinato dal Mr. Ford. Mannaggia a me, volevo evitare di andare subito a bombardare il mio rivale in questo stucchevole clima natalizio, ma è più forte di me. Il Natale fa sempre venire fuori il mio lato Grinch. E se non ho inserito il Grinch nella lista è solo perché ne quel Ron Howard ne ha tratto un film davvero terrificante.
Di Edward che altro dire? Tim Burton raggiunge nuovi vertici poetici con la scena sotto la neve, prima di precipitare nello sconfortante Alice in Wonderland, e un sublime Johnny Depp inizia la sua grandiosa ascesa, prima di cadere rovinosamente in The Tourist. E così ho lanciato un paio di frecciatine pure a loro, perché saremo anche a Natale, però questa cose vanno, anche perché è davvero un peccato vedere sprecato il loro talento, mostrato in maniera così toccante in questo capolavoro. E se osi parlarne male, Ford, occhio che Edward non riesce a gestire bene le sue mani…
JF Non parlerò male di un film che apprezzo molto, e ritengo tra i migliori di un ex regista di talento, e giusto perchè siamo a Nachele mi unirò a quello scellerato del mio antagonista per bottigliare Burton e Depp a causa degli scempi che sono stati Alice in wonderland e The tourist, due vere e proprie schifezze senza se e senza ma.
E dopo questa mi sento davvero in buona: sarà lo spirito natalizio o lo spirito alcoolico - e così ho messo anche una citazione - ?
CK Mmm… una citazione che mi sfugge. Avrà mica a che fare con il wrestling o con Stallone o, peggio, con tutt’e due?
JF Pensa, invece ha a che fare con un coniglio. Che non è quello del tuo amico Donnie.
CK Ha a che fare con Tippete, il coniglio di Bambi? ahahaha

"AAAAAAH! Ford ha detto che Babe è un film bellissimo!!!
2. Mamma, ho perso l’aereo (1990) di Chris Columbus
CK Il protagonista di questo film desidera di avere i genitori fuori dalle scatole e poi quando non ci sono più se ne pente. Un po’ come faccio io con Ford: lo critico e mi lamento di lui, però se non ci fosse a punzecchiarmi come una zanzara tigre fuori stagione probabilmente ne sentirei la mancanza. E queste sono le parole credo più dolci che mai mi sentirete pronunciare nei suoi confronti.
Comunque, proprio come il Kevin/Macaulay Culkin del film, anch’io prima di sentirne la mancanza me la spasserei alla grande in sua assenza, guardando i film da adulti che lui nella sua visione disneyana del mondo non vorrebbe esistessero ahahaha!
Sul film in sé che dire? È forse la pellicola che ho visto più volte in assoluto nella mia vita, insieme a Ritorno al futuro. Ci sono cresciuto, con questo film, ed è ormai una parte di me.
E adesso, Ford, ti do il tempo di contare fino a dieci per far sparire la tua brutta faccia gialla dal mio blog prima che ti riempia le budella di piombo.
Uno, due e… dieci!
"Ford, registriamole le tue str***ate che poi la gente non ci crede..."
BANG BANG
JF Un film che ho visto e rivisto anche io innumerevoli volte, anche se non ha segnato la mia vita come quella del Cannibale, dato che a causa delle nostre differenze generazionali mi vedo più legato a perle di ben altra entità come I Goonies o La storia fantastica.
Di sicuro, posso dire che ai tempi anche io sognavo di progettare trappole come quelle del terribile Kevin - peraltro identico, in quel periodo, a mio fratello -, e che per anticipare il mio rivale mostrandomi ancora una volta ben più avanti di lui riderò sul fatto che Ford e Cannibale sembrano un pò il vecchio che spazza la neve ed il piccolo intento a mettere in fuga i malviventi di turno.
CK Vedo che ormai a forza di darti io del vecchio, ti sei autoconvinto pure tu stesso. Se però pretendi anche di avere già una pensione, beh, per quella per quanto tu possa essere vecchio mi sa che dovrai comunque aspettare ancora un bel po’…
JF Tranquillo, ho intenzione di farmi mantenere da te come antagonista ufficiale, quindi non mi preoccupo della pensione!
CK Stai a posto, allora...

"Quello è Ford, è lui che odia Megan Fox: ammazzatelo di botte!"
3. S.O.S. Fantasmi (1988) di Richard Donner
CK Versione del Canto di Natale di Dickens aggiornata in maniera creativa e originale agli 80s con un Bill Murray yuppie come al solito grandioso. Un film cattivo (nonostante il purtroppo obbligatorio lieto fine) fin dalla prima scena con tanto di Babbo Natale munito di mitraglia. Altroché la versione buonista disneyana proposta da Ford, qui sì che si ride e ci si emoziona allo stesso tempo.
JF Bill Murray è un altro di quei personaggi in grado di compiere un vero e proprio miracolo - no, non si tratta di far tornare i pollici di Megan Fox normali: quello sarebbe impossibile per chiunque! -, ovvero mettere d'accordo il sottoscritto ed il suo antagonista.
S. O. S. Fantasmi è un film simpatico, pur se non il primo della lista natalizia di Richard Donner: infatti, prima di questo titolo - e lo dico per mettere almeno un pò di pepe in questo particolare episodio natalizio delle Blog Wars - per me verrà sempre e comunque Arma letale.
CK Questo tuo odio nei confronti della splendida Dea Megan Fox è incomprensibile e mi ricorda le invidie tra prime donne, tipo Lady Gaga VS Madonna o Belen VS Canalis. A questo punto pretendo una Blog War con Ford VS Fox, ma credo non ci siano molti dubbi su chi avrà la meglio, caro il mio feticista dei pollici…
Richard Donner comunque per me rimane il regista dei Goonies, non certo di qualche filmetto con uno dei peggiori attori di tutti i tempi, ovvero Mel Gibson, che in questo momento per festeggiare degnamente il Santo Natale immagino stia compiendo qualche sacrificio umano…
JF Anche secondo me Gibson sta festeggiando con un bel sacrificio come si facevano ai tempi, e ti dirò di più: fonti non ufficiali affermano che la vittima prescelta pare essere Megan Fox!
CK Almeno a Natale la vogliamo smettere di bestemmiare contro la Dea Megan, porco di quel Sylvester Stallone? :D

"Hey, ma non è un biglietto per la fabbrica di Willy Wonka, è meglio...
è un biglietto per spedire Ford sulla Luna, yahooooooo!"
4. Willy Wonka e la fabbrica di cioccolato (1971) di Mel Stuart
CK Grande classico, un film pieno di invenzioni, fantasia e magia. Tutte cose che Ford confonde con il merchandising orchestrato dai diabolici strateghi del marketing Disney. Azz, e io che volevo fare il buono in questa Blog War e invece il mio lato Grinch sta prendendo il sopravvento e non ce la faccio a non attaccare il mio nemicamico.
Vabbè, dai Ford, ti regalo una tavoletta di cioccolato. Prima controllo che non ci sia dentro il biglietto fortunato per fare visita a Willy, poi la mangiucchio un po’, e infine te la porgo in gentile dono.
JF Tranquillo, Cannibale: i miei anticorpi, anche nel sonno, potrebbero tenere a bada i tuoi subdoli bacilli cannibaleschi prendendoli a bottigliate ed irridendoli come il Willy Wonka di questo film fa con i suoi piccoli ospiti: un Grinch moderno e decisamente più interessante di quello portato in scena dalla non più troppo premiata ditta Burton&Depp.
Per una volta il tuo lato "malvagio" ha un senso, quasi come queste proposte per le Feste. Quasi.
CK Pur preferendo l’originale, anche il remake burtoniano ha il suo fascino. Tanto per darti contro anche quando mi dai ragione. Sono peggio del Grinch buahahah!
JF Quindi ti fai dirigere da Ron Howard!?!? Ahahahahahahaha!
CK Se porta anche la figlia dietro, più che volentieri!

Ford, sarà dedicato a te???
5. Love Actually (2003) di Richard Curtis
CK Un film che riesce a parlare d’amore nelle sue molteplici sfaccettature evitando di essere (troppo) mieloso e sdolcinato, con un super cast. Vabbè, visto che Love is all around e pure Christmas is all around, risparmio in questa sede ulteriori commenti acidi e odio nei confronti del mio rivale. E poi si lamenta che non sono buono…
Ah Ford, ah stronzo: Buon Nataleeeeee!
E li mortacci tua! :D
JF Un film che non mi ha mai detto granchè, ma dato che siamo a Natale e devo mantenere un certo clima festaiolo, ho deciso che prima di sfracellare l'ultima bottiglia sulla testaccia del mio miglior nemico la dividerò addirittura con lui, in modo da temprargli un pò il fisico, fargli bere qualcosa di buono e soprattutto dissipare, almeno per un giorno l'anno, il timore che l'orco Ford pare incutere in lui.
No... Mi spiace, è per Keira!
Cheers!
CK Orco Ford? Porco Ford, semmai ahahah. Uno che nella sua lista propone Babe il maialino coraggioso (l’hai davvero inserito, Ford? ancora stento a crederci!) fa meno paura di Colin Hanks in versione super cattivone dell’ultima stagione di Dexter…
E con quest’ultima frecciata pure all’inutile famiglia Hanks, auguro un buon Natale a tutti ovunque voi siate. Tranne a Cortina!
JF Mi associo al mio antagonista - per una volta - e faccio gli auguri anche io a todos.
A Cortina, invece, spedisco Colin Hanks e tutti i radical chic meritevoli di bottigliate!





Per te invece c'è questo uahahaha... Buon Natale Ford!


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