Questo sabato nello spazio musicale di Pensieri Cannibali non vi propongo una delle mie solite classifiche. Perché non di sole Top 10 si vive… Anche se io faccio fatica a farlo.
Questa settimana, ecco per voi una serie di dischetti (alcuni più e alcuni meno) consigliati usciti nelle ultime settimane/mesi e che ben si prestano a un ascolto estivo.
Lana Del Rey “Ultraviolence”
A forza di giocare ai “Video Games”, Lana Del Rey è salita di livello. Il precedente “Born to Die” era più che altro una raccolta di pezzi messi insieme sulla scia del successo dei singoli. Le grandi canzoni c’erano, ma mancava un disegno complessivo. Il nuovo “Ultraviolence” invece centra in pieno l’obiettivo. Non solo ci sono le singole grandi canzoni, dal gusto retrò estivo di “West Coast” alla meravigliosa “Shades of Cool” passando per la trip-hoppeggiante "Money Power Glory". Questa volta c’è un disco vero e proprio, un Album con la A maiuscola. Ottimamente prodotto da Dan Auerbach dei Black Keys, Ultraviolence è proprio come Lana: dannatamente affascinante. Un lavoro pop dall’attitudine rock, dal suono vintage e contemporaneamente moderno. L’esame di maturità passato a pieni voti della popstar più figa dei tempi attuali. Lana Del Rey, born to shine.
(voto 8/10)
Black Keys “Turn Blue”
Il buon Dan Auerbach ha dato tutto se stesso come producer per il nuovo album di Lana Del Rey. Peccato che con la sua band sembra non aver fatto altrettanto. “Turn Blue” si avvale del tocco di classe del producer Danger Mouse ma, nonostante le belle atmosfere retrò Sixties/Seventies, sembra carente da un punto di vista dell’ispirazione e a tratti pure un po’ moscetto. Mancano le canzoni davvero memorabili, in pratica. L’estate 2014 a livello di rock non offre però molto di meglio quindi, se cercate un dischetto chitarristico decente, “Turn Blue” potrebbe farvi comunque felici.
(voto 6/10)
Noisia “Purpose EP”
La mia fissa musicale del momento. Gli olandesi Noisia hanno già pubblicato vari lavori, ma l’impressione è che il meglio lo debbano ancora offrire. Il loro nuovo EP “Purpose” è una bomba totale che fa salire l’attesa nei confronti di un loro nuovo album vero e proprio.
Sì, però che suono hanno, 'sti orange olandesi?
Sì, però che suono hanno, 'sti orange olandesi?
I Noisia recuperano il drum’n’bass degli anni ’90 fondendolo con le sonorità dubstep di oggi e con in più, tanto per non farsi mancare niente, pure una spruzzata di atmosfere cinematografiche. Tra echi di Prodigy, Skrillex, Squarepusher, Aphex Twin e Burial, i Nosia sono il gruppo più devastante che potete trovare in giro oggi.
(voto 7,5/10)
Kasabian "48:13"
I Kasabian sono un gruppo che mi è sempre piaciuto, ma che non ho mai amato. Non del tutto. Con il loro mix di sonorità elettroniche e attitudine da rocker de ‘na vorta, mi paiono una versione di serie B dei Primal Scream. Ad avercene, di Primal Scream di serie B, però gli originali non si superano. Con questo nuovo album i Kasabian proseguono nella stessa direzione, questa volta più orientati sul fronte electro del loro spettro sonoro. Uuuh, spettro sonoro, che paura!
Nonostante qualche buon pezzo e nonostante il disco nella sua varietà riesca a tenere desta l’attenzione dall’inizio alla fine, i miei sentimenti nei loro confronti non cambiano nemmeno questa volta. Mi piacciono, ma non li amo.
(voto 6,5/10)
P.S. Titolo e copertina del disco sono tra i più osceni dell'anno. E forse di sempre.
Alizée “Blonde”
Alizée non è più la Lolita che conoscevamo un tempo. Ormai è una trentenne ed è pure mamma, nonché una delle popstar più interessanti oggi in circolazione. Capace di cambiare pelle come la Madonna dei tempi migliori, la francesina giunta già al suo sesto album abbandona la strada retrò percorsa con il precedente “5” per darsi un’aria più sbarazzina. Si è così fatta bionda e ha realizzato un disco di electro pop leggero e frizzante, perfetto per la stagione, con dentro varie potenziali hit. Se solo le radio si decidessero a trasmetterla, la title track “Blonde” per esempio potrebbe essere uno dei pezzoni dell’estate 2014. Invece di "Mamma Mia (He's Italiano)" di Elena feat. Glance...
(voto 6+/10)
Klaxons "Love Frequency"
Strano il percorso dei Klaxons. Osannati persino oltre i loro reali meriti ai tempi del disco d’esordio “Myths of the Near Future”, per un breve periodo sono diventati i paladini della scena nu-rave e poi dopo non se li è più filati (quasi) nessuno con il secondo album “Surfing the Void”, che non era malaccio, e neppure ora con il nuovo e ancor più valido “Love Frequency” le cose sembrano andare per loro molto meglio. Che la stampa e il pubblico li ami o li odi, qui sulle frequenze di Pensieri Cannibali poco ci importa e continuiamo a suonarli sempre e comunque. A un volume esagerato.
(voto 7+/10)
Lily Allen "Sheezus"
Diludendo Lily Allen. Dopo due album di pura goduria pop tra i migliori del nuovo millennio, all’attesa opera numero tre la popstar inglese ha mancato il bersaglio. Alcuni brani come “Hard Out Here” e “Air Balloon” ci ricordano di come sia ancora l’allegra cazzona che abbiamo imparato a conoscere e amare, mentre con la sua cover di “Somewhere Only We Know” dei Keane riesce persino a far venire i brividi. Il resto della scaletta però convince poco e, nonostante qualche ammiccamento al dubstep come nel nuovo singolo “URL Badman”, la sua lunga assenza dalle scene sembra averla lasciata con un sound un po’ datato sulle spalle. Niente di troppo grave, in ogni caso. Speriamo che si tratti di una battuta d’arresto solo momentanea nel suo percorso e che Lily torni presto a fare il culo a tutte le colleghe dello showbiz.
(voto 5,5/10)
The Horrors “Luminous”
Chiudiamo questa rassegna con un gruppo che con l’estate non ha molto a che fare. Eppure i tenebrosi The Horrors a questo giro hanno realizzato un album più solare, rispetto ai loro standard e per quanto possa farlo una band che getta le sue radici nella musica dark e new-wave. Mica a caso il titolo è “Luminous”.
Il disco è sia una conferma che una mezza delusione. Una mezza delusione perché i loro primi tre album (l’acerbo “Strange House”, il capolavoro “Primary Colours” e il molto 80s “Skying”) erano del tutto differenti uno dall’altro, mentre questo non propone un nuovo cambio altrettanto rivoluzionario e sorprendente. Una conferma perché comunque la band continua a stazionare su livelli compositivi altissimi ed è persino cresciuta la sua capacità di creare atmosfere in grado di portare dentro un’altra dimensione. In ogni caso suonano ancora una volta perfetti. Perfetti per un’estate alternativa.
Il disco è sia una conferma che una mezza delusione. Una mezza delusione perché i loro primi tre album (l’acerbo “Strange House”, il capolavoro “Primary Colours” e il molto 80s “Skying”) erano del tutto differenti uno dall’altro, mentre questo non propone un nuovo cambio altrettanto rivoluzionario e sorprendente. Una conferma perché comunque la band continua a stazionare su livelli compositivi altissimi ed è persino cresciuta la sua capacità di creare atmosfere in grado di portare dentro un’altra dimensione. In ogni caso suonano ancora una volta perfetti. Perfetti per un’estate alternativa.
(voto 7,5/10)