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sabato 31 dicembre 2011

Musica cannibale 2011: Album n. 20 -11

Il blog Pensieri Cannibali chiude i battenti.
Tranquilli, solo per quanto riguarda il 2011, visto che nel 2012 - ovvero tra poche ore, oh cazzo! devo organizzarmi per la serata di Capodanno! - tornerà più forte che mai.
Buon anno nuovo a tutti, quindi, e nell’attesa del countdown per l’inizio del 2012 - 10, 9, 8... yeah auguri, che palle! - beccatevi un po’ di musica con quest’altro countdown, quello dei miei album preferiti del 2011 oramai morente. Dopo le posizioni dalla 40 alla 31 e dalla 30 alla 21, ecco i dischi appena fuori dalla Top 10.

n. 20 Lady Gaga “Born This Way”
Genere: new queen of pop (Madonna chiiiiiii?)
Provenienza: New York City, New York, USA
In classifica perché: dopo essersi fatta conoscere al mondo con una manciata di singoli e aver agguantato la Fame, con il secondo album la Stefani Joanne Angelina Germanotta ha partorito un album che è il più grande kaleidoscopio pop oggi concepibile. Un’orgia cartoon in cui si fondono le maschere dei Daft Punk con ritmi dance e chitarre trash rock, mentre lo spettro della Madonna anni ’80 si aggira qua e là. Entertainment ai massi livelli, ma dietro ai ritmi electro la Gaga dimostra anche di essere un’autrice di canzoni da non sottovalutare.
Se ti piace ascolta anche: Madonna, Gwen Stefani, Rihanna, Katy Perry, Jessie J, Sky Ferreira, Nicola Roberts, Natalia Kills, DEV, Cher Lloyd, Robyn, Daft Punk
Pezzi cult: Bad kids, Government hooker
Leggi la mia RECENSIONE


19. St. Vincent “Strange Mercy”
Genere: o famo strano
Provenienza: Dallas, Texas, USA
In classifica perché: Annie Clark è una sorta di sorellina stramba della già stramba Zooey Deschanel e possiede un modo tutto suo, stralunato, di fare pop music. Terzo grande album per lei (il precedente Actor era nella mia classifica 2009), però la sensazione è che possa fare persino di più…
Se ti piace ascolta anche: Fiona Apple, Bjork, Emiliana Torrini, tune-yards, Feist, My Brightest Diamond, Eleanor Friedberger, Dirty Projectors
Pezzo cult: Cruel


18. Bon Iver “Bon Iver, Bon Iver”
Genere: non solo folk
Provenienza: Eau Claire, Wisconsin, USA
In classifica perché: ha preso un genere con i suoi dogmi piuttosto rigidi come il folk e l’ha rivoltato come un calzino a sua immagine e somiglianza.
Se ti piace ascolta anche: Iron & Wine, The National, Band of Horses, The Talles Man on Earth, Beirut, Grizzly Bear, Bombay Bicycle Club, Noah and the Whale
Pezzi cult: Perth, Holocene
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17. Joan as Police Woman “The Deep Field”
Genere: soul woman
Provenienza: Biddeford, Maine, USA
In classifica perché: ha fatto un disco molto personale e soul, di quelli che avrebbero fatto fieri il suo ex Jeff Buckley, e poi sa sorprendere; un sacco di pezzi partono in un modo e si evolvono in un altro del tutto inaspettato. Joan si conferma quindi una poliziotta da cui mi farei più che volentieri arrestare.
Se ti piace ascolta anche: My Brightest Diamond, Feist, Anna Calvi, Jeff Buckley
Pezzi cult: The Magic, Human Condition
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16. James Blake “James Blake”
Genere: dubstep-soul
Provenienza: Londra, Inghilterra
In classifica perché: ci ha mostrato la sua versione del soul contaminandola con i suoni e i bassi del dubstep, offrendoci un disco tanto innovativo quanto sottilmente emozionante.
Se ti piace ascolta anche: Jamie Woon, Antony and the Johnsons, Bon Iver, Jamie XX, The XX, The Weeknd, Radiohead
Pezzo cult: Limit to your love


15. Radiohead “The King of Limbs”
Genere: dubstep-radiohead
Provenienza: Abingdon, Oxfordshire, Inghilterra
In classifica perché: hanno realizzato un progetto in evoluzione, più che un semplice album nella vecchia concezione del termine. A livello musicale non hanno magari sorpreso come in passato e questo non verrà ricordato come il loro massimo capolavoro, però segna un’ulteriore passo in avanti nella ricerca sonora di un gruppo sempre un passo avanti. A sorpresa, uno degli album più sottovalutati dell’anno, forse perché a qualcuno potrà essere suonato come un disco freddo. Sarà per questo che a me le note di Lotus Flower e Codex fanno sempre venire i brividi…
Se ti piace ascolta anche: James Blake, Burial, Four Tet, Modeselektor
Pezzo cult: Lotus Flower
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14. Anna Calvi “Anna Calvi”
Genere: cantantona
Provenienza: Londra, Inghilterra
In classifica perché: è un disco cresciuto esponenzialmente nelle mie quotazioni ascolto dopo ascolto. Diverse le perle nascoste tra le pieghe di questo notevole esordio, ma secondo me la giuovine Anna Calvi il suo capolavoro lo tiene ancora in serbo. Sarà il suo album numero 2?
Se ti piace ascolta anche: Anna Aaron, Jeff Buckley, PJ Harvey, Florence + the Machine, Charlotte Gainsbourg, Joan as Police Woman
Pezzo cult: First we kiss


13. Autori vari “Drive Soundtrack”
Genere: colonna sonora
Provenienza: ryangoslinglandia
In classifica perché: è la colonna sonora più esaltante e cool dell’anno, grazie alle efficaci musiche originali del compositore Cliff Martinez (per brevissimo tempo batterista dei Red Hot Chili Peppers), ma soprattutto per merito di una serie di favolose canzoni di electro-pop odierno, ma dal tanto sapore Ottanta.
Se ti piace ascolta anche: Kavinsky & Lovefoxxx , Desire, College, Electric Youth), Riz Ortolani, Chromatics, Cliff Martinez (ovvero gli artisti presenti nella soundtrack)
Pezzo cult: College feat. Electric Youth “A Real Hero”


12. Tyler, the Creator “Goblin”
Genere: hard-rap
Provenienza: Los Angeles, California, USA
In classifica perché: insieme al suo collettivo di rapper, produttori e artisti vari Odd Future, questo squilibrato folle geniale 20enne rappresenta l’esaltante e strambo futuro dell'hip-hop.
Se ti piace ascolta anche: Odd Future, Shabazz Palaces, Kanye West
Pezzi cult: Yonkers, Radicals
Leggi la mia RECENSIONE


11. The Horrors “Skying”
Genere: 80s dark-wave
Provenienza: Southend-On-Sea, Essex, Inghilterra
In classifica perché: nel 2009 con il loro precedente “Primary Colours” si erano guadagnati il titolo di mio album personale dell’anno, quest’anno non ripetono l’impresa ma si confermano comunque ampiamente tra le band più interessanti del panorama musicale. Il loro segreto? Cambiare sonorità a ogni disco e questa volta centrifugando alla grande i suoni anni ’80 di band come Simple Minds e Tears for Fears. Derivativi? Forse. Goduriosi? Certamente. Il cantante della band in questo 2011 ha tra l’altro pubblicato anche un bel dischetto con la sua band parallela, i consigliati Cat’s Eyes.
Se ti piace ascolta anche: Simple Minds,Psychedelic Furs, Joy Division, Tears for Fears, The Drums, S.C.U.M., Spector, Cat’s  Eyes
Pezzi cult: Still life, You said
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sabato 27 agosto 2011

Girls of summer

Aiuto! Sta arrivando un sacco di nuova musica da tutte le parti in vista della nuova stagione ed è ora di fare un minimo di punto della situazione e, non so se sia un caso o meno ma non credo visto che stanno dominando l'annata, tutte le novità più interessanti arrivano da un sacco di donzelle varie. Tutte, a parte questa piccola meraviglia di nuovo video di Bon Iver: Holocene


Florence + the Machine è al lavoro per noi sul secondo imminente album (in arrivo a novembre), dopo quella roba grandiosa che è stata il suo esordio, e ci dà un primo assaggio con una epica paradisiaca What the water gave me…


St. Vincent torna in maniera crudele e bellissima, con un pezzo tra musical pop, ballata rock e altro, il tutto in 3 soli minuti e accompagnata da un gran video. Cosa cazzo chiederle di più?



Marina and the Diamonds parte seconda: dopo la prima anticipazione introspettiva di qualche giorno fa, ecco il suo alter ego biondo molto contagioso e radioattivo…


Charlotte Gainsbourg se ne esce con un nuovo EP e svolta verso l’elettronica in maniera spettacolarmente figa e danzereccia…


Passando alla superstar Lady Gaga, ecco il suo ultimo video arrivato tipo a ferragosto e che ancora colpevolmente non avevo proposto, dannato me. You and I, tu ed io, un uomo e una donna, ma sono entrambi Lady Gaga!?!



Altra superstar, Beyoncé, che con la sua solita sensuale classe piazza un nuovo video supersexy ma non supervolgare e una superballatona di supereffetto, 1+1, che ci dà anche una preziosa lezione di matematica aggratis.


Chiusura delicata delicata sulle note della 20enne folk Laura Marling.
Da ascoltare rigorosamente con gli occhi chiusi.

E dopo questa frase me ne vado a tirarmi un pugno allo stomaco da solo!

mercoledì 22 giugno 2011

Boni, state boni. Anzi state Bon Iver

Bon Iver “Bon Iver, Bon Iver”
Genere: new folk
Provenienza: Eau Claire, Wisconsin, USA
Se ti piace ascolta anche: Band of Horses, St. Vincent, Florence and the Machine, Antlers, Sufjan Stevens, The National, Kanye West

Il folk è un genere cui in genere mi approccio generalmente con una certa delicatezza generale. Se ascoltato nei momenti giusti può infatti regalare ottime sensazioni, altrimenti rischia di annoiare terribilmente. Con Bon Iver comunque non si corre questo rischio, certo non con questo nuovo omonimo album che va oltre le convenzioni del genere e ci regala una meraviglia da amare e venerare qualunque siano i vostri ascolti prediletti.
Devo innanzitutto premettere che Bon Iver ha una voce molto particolare, per me fantastica (basti sentire il falsetto di “Minnesota, WI” che vola dritto in Paradiso Città), qualcun altro potrà trovarla magari fastidiosa. Passato questo test vocale, se vi piace bene se non vi piace cazzi amari vostri, il disco va in direzioni molto fantasiose e varie, cosa che non tutti i cantautori classici sanno fare. Forse perché Bon Iver non è un cantautore classico, bensì l’evoluzione della specie. Dopo la prima meraviglia firmata Justin Vernon alias Bon Iver “For Emma, forever ago”, uscito nel 2007, qui infatti si va oltre: l’apertura di “Perth” ad esempio lambisce i territori del rock, mentre l’influenza della recente collaborazione con Kanye West si fa sentire tra gli arrangiamenti in vari momenti.
Comunque il buon Bon Iver non abbandona nemmeno la tipica ballata voce/chitarra/e pochi altri cazzi, e quando lo fa è quasi magia Johnny. Anzi è proprio magia: ascoltare quella meraviglia di “Holocene” per credere. Il finale di “Beth rest” sembra addirittura una ballatona uscita dagli anni ’80.
Solo folk, dunque? Naaah, molto di più.
(voto 7/8)

venerdì 12 novembre 2010

Kanye West Side Story

Kanye West ha sempre avuto qualcosa di diverso da tutti gli altri rapper. Anzi, da tutti gli altri e basta. Bastava l’ascolto del suo primo singolo “Through the wire”, con quella voce di Chaka Khan mandata in loop per capire che qualcosa in lui bruciava tra le fiamme. Con i primi 3 album Kanye ha quindi rivoluzionato il suono hip-hop dalle fondamenta, utilizzando suoni e influenze tra le più diverse, dai Daft Punk a Elton John, da Curtis Mayfield ai Public Enemy, a da Ray Charles ai Can, rendendo il genere aperto a qualunque tipo di contaminazione.
Ma Kanye ha dimostrato di essere molto più di un semplice rapper. Nel 2005, in occasione di un concerto di beneficenza per l’uragano Katrina se n’è uscito con la frase:

George W. Bush doesn't care about black people.
A George W. Bush non frega niente delle persone di colore.

È lì che la presidenza Bush ha vacillato come non mai. Lo stesso W. ha in questi giorni ammesso che quello è stato il momento peggiore di tutti i suoi 8 anni di governo. Insomma, Kanye è stato per l’ex Presidente un uragano peggiore di Katrina, dell’11 settembre, dell’Iraq, di Al-Qaida, dell’Afghanistan, di Osama Bin Laden. In Italia qualche nostro cantantucolo ha le palle di fare qualcosa del genere nei confronti di Berlusconi? Conoscete già la risposta.

Poi nel 2008 con “808’s & Heartbreak” ha tirato fuori un disco totalmente inaspettato: niente rap, solo canzoni romantiche e depresse cantate in autotune. Ancora una volta un album emozionante, innovativo, avanti anni luce. Certo, Kanye sa anche essere una bella testa di cazzo, quando vuole: nel 2009 è salito sul palco mentre la giovane cantante country Taylor Swift riceveva il suo primo Mtv Awards, le ha strappato il microfono di bocca e ha cominciato a lamentarsi di come Beyoncé avrebbe meritato di più il premio.  Ubriaco? Strafatto? In ogni caso un episodio da mega stronzo. Ma anche questo è Kanye, un uomo il cui ego è pari solo alla sua genialità assoluta.

Kanye West "My Beautiful Dark Twisted Fantasy"
Il nuovo “My Beautiful Dark Twisted Fantasy” cambia ancora registro, è una colonna sonora per un film che Genye West ha nella sua beautiful mind e che ha anche trasformato in immagini con il suo debutto da regista nel mediometraggio di 30 minuti “Runaway”. Un viaggio sonoro ancora al di là di ogni genere. Stavolta torna, e alla grande, il rap, ma l’album può essere apprezzato anche da chi è estraneo agli yo yo perché questo è un capolavoro che trascende qualunque semplice definizione.


Alcune tracce del disco erano già uscite in rete, distribuite gratis dal magnanimo Dio Kanye nei suoi “Good Fridays” (una canzone in free download ogni venerdì), ma sentite assemblate insieme fanno davvero un figurone.
L’iniziale “Dark Fantasy” è un numero di prestige iniziale di quelli da rimanere a bocca aperta per la meraviglia alla David Copperfield, o meglio alla Christian Bale/Hugh Jackman, “Power” con quello schizoide campione dai King Crimson è semplicemente il pezzo più power dell’anno.


Su una canzone da brividi come “Runaway” è davvero difficile trovare parole all’altezza per descriverne la bellezza e la versione presente nell’album da 9 minuti è un trip allucinante, una delle esperienze sonore assolutamente da provare di questo 2010.


“All of the lights” è il momento pop con Rihanna ma niente concessioni commerciali visto che il pezzo è da 90, “Hell of a life” è un inferno di canzone rock che rilegge a modo suo “Ironman” dei Black Sabbath, “Blame Game” si avvale di una buona dose di delicatezza regalata da John Legend, “Lost in the world” è l’incanto realizzato con il cantante indie folk Bon Iver e ogni singola canzone è una meraviglia.

Le atmosfere cinematiche sono ovunque, avvolgono l’album in un’atmosfera magica, Kanye guarda alle cose fatte in passato ma sempre con un occhio rivolto al futuro e realizza il lavoro più compiuto, completo e personale di un’artista cui la definizione di genio sta persino stretta. E credo che lui, dall’alto del suo gigantesco ego, ne sarebbe totalmente d’accordo.
(voto 9,5)
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