Snowpiercer
(Corea del Sud, USA, Francia, Repubblica Ceca 2013)
Regia: Bong Joon-ho
Sceneggiatura: Bong Joon-ho, Kelly Masterson
Ispirato alla serie a fumetti: La Transperceneige di Jacques Lob, Benjamin Legrand e Jean-Marc Rochette
Cast: Chris Evans, Jamie Bell, John Hurt, Tilda Swinton, Song Kang-ho, Ko Ah-sung, Octavia Spencer, Ewen Bremner, Alison Pill, Luke Pasqualino, Tómas Lemarquis, Steve Park, Ed Harris
Genere: arca di Noè 2.0
Se ti piace guarda anche: 2013 – La fortezza, Atto di forza, Brazil
Snowpiercer è il nuovo Blade Runner?
Il nuovo Matrix?
Il nuovo Brazil?
Il nuovo Strange Days?
A essere ancora generosi, a me Snowpiercer è sembrato piuttosto il nuovo 2013 – La fortezza, film dei primi anni ’90 con Christopher Lambert impegnato a lottare contro un sistema oppressivo. O anche una pellicola un po’ alla Paul Verhoeven, tra Atto di forza e Starship Troopers. Ma il nuovo Blade Runner?
ARE YOU FUCKING SERIOUS?
Certo che quelli del marketing sanno come vendere un film, dobbiamo ammetterlo. Quella che l’astuta strategia promozionale ha cercato di spacciare come la migliore pellicola di fantascienza degli ultimi 100 miliardi di anni, o qualcosa del genere, altro non è che l’ennesima banalità sci-fi degli ultimi tempi. Non ai livelli irraggiungibili di
Cloud Atlas, però insomma, tra i film dei Wachowski di sicuro siamo più vicini a quelle parti che non a quelle di Matrix.
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"Oh, andiamo. Sono l'unico qui dentro con un biglietto
e volete farmi la multa solo perché non l'ho obliterato?" |
Il film parte dal solito spunto apocalittico. È arrivata una nuova era glaciale, ma questa volta Scrat non è stato chiamato a far parte del cast, poverino, e gli unici esseri umani sopravvissuti stanno su un treno che gira tutto intorno alla Terra. Contenti loro…
Il treno è una specie di moderna Arca di Noè, anche se a me la storia della sua realizzazione ha più che altro fatto venire in mente l’episodio dei Simpson “Marge contro la monorotaia”. Un’idea strampalata ma se non altro piuttosto originale, sebbene i meriti di ciò vadano assegnati alla serie a fumetti francese Le Transperceneige da cui è tratta, più che alla pellicola di per sé.
La singolare variante trenistica di un film a caso di Roland Emmerich si scontra però contro due problemi principali. Il primo è la sua struttura narrativa da videogioco, ovvero completare un livello per passare a quello successivo, solo con le carrozze al posto dei livelli. La sceneggiatura del film si limita quindi a spostare i protagonisti ribelli, i poveri delle ultime carrozze, in quelle davanti, dove incontreranno avventure incredibili… si fa per dire. Detto in parole povere: cinema-videogame alla Zack Snyder spacciato per cinema d’autore.
Carrozza dopo carrozza, diventa chiaro sia ai protagonisti che allo spettatore il funzionamento del treno. Il superamento dei livelli avviene attraverso vari combattimenti, scazzottate o sparatorie, in cui il regista sudcoreano Bong Joon-ho si diverte un mondo. Peccato che, tra momenti concitati alternati a rallenty, appaiano come l’ennesima scopiazzatura fuori tempo massimo delle sequenze action del menzionato Matrix. L’unica scena impressionante è la battaglia con le fiaccole, il solo momento davvero notevole a livello visivo.
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"Charlotte Gainsbourg, preparati che sto arrivando!" |
Per il resto, il film è una successione di scenette a metà tra il grottesco e il risibile, con ottimi attori come Tilda Swinton, Alison Pill, John Hurt, Octavia Spencer e Ewen Bremner (il mitico Spud di Trainspotting) ridotti a interpretare dei personaggi macchietta che sembrano usciti dalla parodia di un film di Terry Gilliam. Per non parlare dell’attore feticcio del regista, Song Kang-ho, cui è affidata la parte del tossico patito di Kronol che poteva essere il personaggio simpa di turno e invece no, è una lagna pure lui. In un cast sulla carta di buon livello in cui si segnala pure Jamie Bell che ormai vedo ovunque, da
Il lercio all'imminente Nymphomaniac e presto pure Cosa nei nuovi Fantastici 4, il protagonista principale – sempre a proposito di Fantastici 4 – è Chris Evans. Ecco, io non ho niente contro Chris Evans, mi sta simpatico fin dai tempi dell’esilarante Non è un’altra stupida commedia americana, ma, se anche in Snowpiercer tutto il resto avesse funzionato a dovere, un film con Chris Evans protagonista NON può essere un cult. Mi si viene a dire che Channing Tatum è inespressivo, ed è vero, ma allora che dire di Chris Evans?
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"Vi prego, sparatemi ma risparmiatemi il finale di questo film!" |
Oltre a essere un film-videogame, il secondo grande problema della pellicola, anzi il terzo visto che il secondo è Chris Evans, è la sua ambizione di contenere chissà quale altissimo messaggio. Solo che Snowpiercer ha lo spessore politico di un discorso di Matteo Renzi.
Hunger Games viene tanto criticato perché propone una visione socio-politica semplicistica, come fosse un 1984 per teenager, cosa che infatti è, ma al confronto di Snowpiercer appare come una saga ultra impegnata.
Nel film di Bong Joon-ho tutto è troppo spiegato. Sul fatto che il treno sia una metafora della società umana, con le classi più agiate nelle carrozze di prima classe davanti e i morti de fame in quelle in fondo, ci potevamo arrivare anche da soli. Invece no. Il film deve esplicitare pure quello, attraverso una serie di dialoghi ridicoli che raggiungono il top nella parte finale. L’apparizione del creatore, del Dio del treno, tale Wilford interpretato da Ed Harris, fa andare giù le mutande quanto quella dell’Architetto in Matrix Reloaded. E allora si torna lì, al cinema dei Wachowski, ma non certo al loro film migliore, il primo Matrix, quanto ai suoi penosi seguiti. Che fantasia poi prendere per questa parte Ed Harris, già uomo dietro le quinte del The Truman Show. Morgan Freeman, che di solito in questi ruoli ci sguazza, era per caso troppo impegnato?
La claustrofobia provocata da Snowpiercer non è allora causata tanto dall’ambientazione interamente all’interno di un treno, quanto dalla presenza di questi soffocanti spiegoni, che non lasciano spazio a molte interpretazioni. Il film concede una carrozza a chiunque, tranne al libero pensiero dello spettatore.
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"No, sparate prima a me!" |
Dopo 2 ore di corsa in cui si è stati per lo più in piedi e giusto per una manciata di minuti seduti, neanche tanto comodamente, si arriva al termine stremati e si rimpiange addirittura di non aver viaggiato con Trenitalia. Perché?
Perché come film d’intrattenimento Snowpiercer è a malapena mediocre, da un punto di vista del messaggio politico è scontato e ci regala un finale penoso che, alla faccia della fonte di ispirazione francese e del regista orientale, sa tanto di solita americanata buonista, con tanto di ATTENZIONE SPOILER sacrificio supereroistico di Chris Evans. Ciliegina sulla torta: un’ultimissima inquadratura dedicata a un tenero orsetto bianco, che vorrebbe rappresentare come sulla Terra all'infuori del treno ci sia ancora spazio per la vita. Peccato che il tenero orsetto sia pronto a cenare con gli ultimi umani rimasti.
E questa roba qua sarebbe il nuovo Blade Runner?
Gente, prendete meno Kronol, per favore!
(voto 5/10)
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"Che finale imbarazzante!" |