"Pensavo fosse una festa di Halloween, com'è che sono l'unica pirla vestita così?" |
Le streghe di Salem
(USA, UK, Canada 2012)
Titolo originale: The Lords of Salem
Regia: Rob Zombie
Sceneggiatura (?): Rob Zombie
Cast: Sheri Moon Zombie, Bruce Davison, Judy Geeson, Patricia Quinn, Meg Foster, Jeff Daniel Phillips, Dee Wallace, Sid Haig, John 5, Lisa Marie
Genere: satanismo for dummies
Se ti piace guarda anche: The House of the Devil, Rosemary’s Baby, Suspiria, John Dies at the End
Se i film di Terrence Malick sono un inno al bello, quelli di Rob Zombie sono un inno al brutto. Parere puramente personale. Ovvio poi, de gustibus, non è bello ciò che è bello ma è bello ciò che piace, non tutti i gusti sono alla menta e frasi fatte del genere. Qualcuno ad esempio considererà Rob Zombie un uomo affascinante. Uno zombie carino. Io, invece, se lo incontrassi per strada scapperei subito a gambe levate. Il paradosso è questo: a me Rob Zombie fa paura. Una paura fottuta al solo vederlo. I suoi film invece anziché spaventarmi mi sembrano ridicoli e qui con Le streghe di Salem si raggiunge l’apice assoluto.
"Ciao Cannibal!" |
Uh, una croce. Bestia, che roba satanica! |
La protagonista, una dj della radio di Salem, comincia ad avere visioni e a impazzire da quando sente un misterioso disco recapitatogli dalla band dei Lords of Salem (sto aspettando che il blogger Bradipo mandi una copia pure a me). Giusto un pretesto, piuttosto scontato, con cui Rob Zombie può dare libero sfogo al suo estro creativo e visionario. Solo che il suo immaginario, molto 70s e psichedelico, più che vintage appare superato, una copia sbiadita del passato che manca della fantasia ad esempio del recente molto più interessante John Dies at the End.
Il confronto con un’altra pellicola degli ultimi tempi vagamente simile come lo splendido The House of the Devil è ancora più impietoso: Ti West sì che sa come confezionare un horror divertente, citazionista, con un’atmosfera d’altri tempi e allo stesso tempo mettere la giusta dose di satanica tensione addosso. Rob Zombie al confronto appare giusto come uno… zombie.
A livello musicale, da un muscista o presunto tale come lui ci si attenderebbe qualcosa in più. Invece lo Zombie punta su una classica “Venus in Furs” dei Velvet Undeground, utilizzata molto meglio da altre parti, come in Last Days di Gus Van Sant, mentre il tema inquietante dei Lords of Salem, quello che provoca il mal di testa alla protagonista, va bene che dev’essere fastidioso, però così fa venire il mal di testa anche a noi poveri spettatori.
Immagine NON tratta da un video degli Slipknot. |
Il punto fondamentale, quando ci si trova di fronte a un horror, è comunque sempre quello di scatenare la paura nello spettatore. Con me Rob Zombie avrebbe vita facile. Ve l’ho detto, a me lui fa paura. Basterebbe che si auto filmasse per due ore e io me la farei sotto per tutte e due le ore. Lo Zombie punta invece a una tensione sottile che richiama a Rosemary’s Baby, solo senza tutta la tensione sottile del film di Polanski. Punta anche a scandalizzare, probabilmente, con montaggi di immagini blasfeme random che apparirebbero amatoriali negli anni ’70 e oggi sfigurano anche al confronto dell’opera dell’ultimo dei bimbiminkia che si cimenta con Premiere e carica i suoi video su YouTube.
Le parti più ridicole di un film già di suo ridi-culo dalla prima all’ultima scema (non è un errore di battitura) sono però quelle con le streghe. I (black) sabba che ricordano il video di “Psychosocial” degli Slipknot, così come il film già brutto di suo Kill List, sono già tra le scene scult dell’anno e le tre streghette vecchine sembrano una versione da ricovero delle mitiche streghe di Eastwick.
"Yeah straight from the top of my dome, as I rock , rock , rock the, rock the, rock the microphone" |
I riferimenti inarrivabili del novello Ken Russell metallaro non si fermano comunque ai nomi già menzionati sopra come Polanski o Lynch. Persino il letto della protagonista cita Méliès. E poi ancora ci sono maldestri omaggi ma più che altro scopiazzature da capolavori come Shining e Eyes Wide Shut che possono valere a Rob Zombie l’accusa di blasfemia. Non nei confronti della Chiesa - il suo satanismo da due soldi non scandalizza nessuno - ma nei confronti di Stanley Kubrick.
Tra paragoni proibiti e impossibili con il cinema di Mastro Kubrick, la verità è che Rob Zombie forse ha provato a girare il suo Suspiria. E in questo caso ha fatto centro, o quasi, perché per me questo è un film degno sì di Dario Argento. Però quello degli ultimi disastrosi tempi.
Il problema maggiore di questa pellicola non sono comunque i numerosi riferimenti. Quelli ci possono stare. Il problema è che sembrano essere piazzati per nascondere la realtà: Le streghe di Salem sono il vuoto totale e Rob Zombie non ha niente da dire. E nemmeno io ho più niente da dire, anche perché comincio a sentire uno strano odore di bruciato.
Mi sa che i fan dello Zombie vogliono farmi arrosto proprio come le streghe di Salem…
Cinque minuti di attesa e un Cannibale sarà servito sulle vostre tavole. Cotto e sbranato.
(voto 3/10)
"Bye bye, Cannibale!" |