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lunedì 24 giugno 2019

Serial Killer: le serie più sopravvalutate e quelle più sottovalutate di giugno 2019





L'estate è iniziata e qui su Pensieri Cannibali i commenti alle serie del mese nella rubrica Serial Killer si fanno infuocati. E più discutibili che mai. Ecco le mie opinioni su quanto passato sul piccolo schermo nelle ultime settimane. Attenzione spoiler: sì, ci sono sorprese e pareri impopolari.


martedì 25 marzo 2014

I PROGRAMMI TV CON CUI SONO CRESCIUTO





Ma quanto ci piacciono le liste?
Qui su Pensieri Cannibali davvero tanto, come forse credo abbiate notato, ma giusto se avete proprio prestato una grande attenzione. Oggi è allora il turno di un nuovo giochino. Dopo I dischi con cui sono cresciuto, ecco I programmi tv con cui sono cresciuto. Alcuni show che hanno fatto parte della mia infanzia/adolescenza li avevo già inseriti nella lista dei Programmi Tv Vergogna (un’altra lista? che sorpresa!), ma qui ci sono tutti gli altri, non per forza vergognosi e, anzi, di alcuni sono persino orgoglioso. O quasi.
Ecco la mia Top 10 dei Programmi Tv con cui sono cresciuto e come al solito vi invito a compilare anche le vostre personali classifiche su blog e social network.

"Sono nella lista? Ma che onore!"

10. C’era una volta… Pollon
I cartoni di Bim Bum Bam con cui sono cresciuto meriterebbero una Top 10 a parte, e non è detto che prima o poi non la faccia. Alcuni, a rivederli oggi, credo li potrei trovare insopportabili e irritanti. Tra quelli di cui ho un ricordo sempre positivo c’è invece la mitica Pollon combinaguai. Tra polverine magiche, Eros che se ne va in giro nudo, uno Zeus womanizer e un sacco di riferimenti alla mitologia greca, una serie ironica e divertentissima che a ben vedere non era poi nemmeno così tanto per bimbetti. Questo sì era un cartone educativo, altroché Peppa Pig.

"Non sono alla numero 1? Allora beccati questo, Cannibale!"

9. Una bionda per papà e 8 sotto un tetto
Le sitcom americane hanno avuto un peso importante nella mia (non)cultura. Tra le mie preferite quando ero un piccolo Cannibal Kid ci sono 8 sotto un tetto con il mito nerd nonché padrino di tutti gli hipster Steve Urkel e l’esilarante Una bionda per papà. Non so se riviste oggi farebbero ancora ridere così tanto, però ai tempi erano il top del top della comicità tv.


8. Friends
E dopo un paio di sitcom mitiche, ecco non una semplice sitcom, bensì La Sitcom per eccellenza, l’unica di cui credo di aver seguito tutti gli episodi, e sì che ce ne sono stati ben 236 spalmati lungo 10 stagioni. Ma cosa non si fa per gli amici?


7. The O.C.
Questa serie ha segnato in qualche modo la fine della mia adolescenza. Faccio per dire fine, visto che mi sento un ggiovane teenager forever ancora adesso.
Grazie anche e soprattutto alla presenza del personaggione indie-geek Seth Cohen, The O.C. è stato un vero gioiellino teen come negli ultimi anni non se ne sono più visti, fatta eccezione per l’inglese Skins.
E poi c'era Olivia Wilde che si limonava Mischa Barton, cioè, volete mettere?


6. MTV Hot e MTV Brand New
Andrea Pezzi per me è stato più di un semplice conduttore tv. E' stato un mito. Un esempio. Ha rappresentato un nuovo modo di fare televisione, che in molti poi hanno copiato, soprattutto il suo successivo programma Kitchen, quello che ha dato origine a tutti i programmi di cucina di oggi. Hot era un tripudio di idee, a ogni puntata Pezzi si inventava qualcosa di diverso, aveva un modo tutto suo e tutto nuovo di parlare di musica e non solo. E poi quanti video e band fenomenali ho conosciuto, grazie a questo programma? Dai Radiohead a Bjork, dagli Smashing Pumpkins ai Chemical Brothers, la mia iniziazione musicale è passata per di qui.


Qualche tempo dopo, il mio nuovo idolo e modello esistenziale è diventato Massimo Coppola, conduttore del programma in onda a tarda notte (ma che mi videoregistravo) MTV Brand New, quello con dentro tutti i video più nuovi e più radical-chic in circolazione. Ah, che belli i tempi in cui su MTV si scoprivano nuovi gruppi musicali e non solo nuovi reality-show (che comunque seguo, sia chiaro).


5. I Simpson
Uno dei primi ricordi d’infanzia che ho è ambientato in una domenica mattina. Una domenica mattina schifosa. I miei volevano portarmi a messa. Non che siano mai stati molto religiosi, però quand’ero un bambino in età da prima comunione/cresima pensavano che ogni tanto si dovesse andare, almeno nelle occasioni importanti tipo Pasqua e Natale. Non ho mai capito perché. Fatto sta che io non volevo andare, innanzitutto perché detestavo (e detesto tutt’ora) le messe. E poi perché la domenica mattina su Canale 5 davano I Simpson. Le prime stagioni. Quelle più belle. Quelle da conoscere a memoria e da venerare in maniera religiosa. Altroché la messa.

"Speriamo che Cannibal non ci faccia guardare una serie teen pure stasera..."

4. Mai dire gol (e affini)
Un programma geniale. Divertentissimo e geniale.
Non tutti i comici erano fenomenali, alcuni non li ho mai sopportati (ad esempio Teo Teocoli o il Mago Oronzo), altri comici sarebbero diventati insopportabili con il tempo (come Fabio De Luigi), però resta una galleria lunghissima di personaggi e di gag fenomenali, pura Storia della tv italiana.
I miei preferiti? Daniele Luttazzi, Aldo, Giovanni e Giacomo e De Luigi.


3. Buffy l’ammazzavampiri
Voi giovani d’oggi dalla vostra parte avrete anche la gioventù, ma sieti cresciuti con Twilight. Noi “vecchi” trentenni con Buffy.
Volete mettere?

"Hey, ma se io sono terza, chi diavolo sono i primi due?"

2. Holly e Benji
Senza Holly e Benji, avrei un concetto di tempo e di spazio del tutto differente, perché questo cartone mi ha insegnato che una partita può durare di più, mooolto di più di soli 90 minuti, e si può – anzi si deve – giocare su campi pieni di salite.
Senza Holly e Benji, avrei un concetto di calcio del tutto differente.
Senza Holly e Benji, avrei un concetto della vita del tutto differente.

"Abbiamo battuto tutti gli altri cartoni, sììì!"

1. Beverly Hills 90210
È con Beverly Hills 90210 che ho capito di avere un problema di dipendenza. Dipendenza da serie tv o, come li chiamavamo allora in maniera magari meno corretta ma più efficace, telefilm. Al pensiero di perdermi un episodio, o anche solo un minuto, delle avventure dei ragazzi di Beverly Hills mi sentivo male fisicamente. Da lì in poi le cose non hanno fatto altro che peggiorare, le serie sono cambiate, sono passato da questa a Dawson’s Creek e Buffy, da quelle a The O.C. e Veronica Mars, e poi da quelle ancora a Mad Men e Breaking Bad, arrivando oggi a True Detective, e so che la cosa non avrà mai fine.
Lo confesso: mi chiamo Cannibal e sono un... serialomane.
Ciaaao, Cannibal.

mercoledì 12 dicembre 2012

MAN OF THE YEAR 2012 - N. 9 JOSS WHEDON

Joss Whedon
Genere: supereroico
Provenienza: New York City, New York, USA
Età: 48
Il passato: ha creato le serie Buffy, Angel, Firefly, Dollhouse, più la mini web serie Dr. Horrible’s Sing-Along Blog
Il suo 2012: regista e sceneggiatore di The Avengers, sceneggiatore di Quella casa nel bosco
Il futuro: The Avengers 2, la serie tv S.H.I.E.L.D., il suo nuovo film Much Ado About Nothing tratto da Shakespeare
Ti potrebbero piacere anche: Ron Howard, J.J. Abrams, Ryan Murphy
Perché è in classifica: per The Avengers? No, per Quella casa nel bosco

Il 2012 è finalmente stato l’anno di Joss Whedon. E pazienza che il grande successo commerciale gli sia piovuto addosso, come molto spesso capita, proprio con la sua opera meno ispirata e originale, The Avengers.
Il geniale autore di serie pazzesche come Buffy, Dollhouse e la web serie Dr. Horrible’s Sing-Along Blog ha realizzato con The Avengers il suo lavoro più semplice semplice e il pubblico ha gradito, consacrando la pellicola come la più vista dell’anno in tutto il mondo, nonché il terzo incasso di sempre dietro solo alla doppietta di James Cameron composta da Avatar e Titanic.
Quando stavo già pensando rassegnato di aver perso un altro idolo, venduto al dio denaro e ormai privo della forza delle sue precedenti creazioni, ecco il colpo del fuoriclasse: Joss Whedon ha co-firmato insieme a Drew Goddard una delle sceneggiature più sorprendenti e clamorose dell’annata in chiusura, quella dell’horror atipico Quella casa nel bosco.
Ora che con i milioni su milioni fatti con The Avengers può permettersi di fare praticamente ciò che vuole, sarà interessante vedere come Whedon riuscirà a destreggiarsi tra commercio e arte, prodotti per le masse e cose più di nicchia. Per il futuro, oltre ai progetti con la Marvel con l’ovvio sequel degli Avengers e pure la nuova serie supereroistica S.H.I.E.L.D., ha già completato il suo nuovo film, Much Ado About Nothing, ovvero Molto rumore per nulla. Una sceneggiatura “co-firmata” da Joss Whedon e Will Shakespeare mi sa che farà rumore. E mica per nulla.



martedì 20 novembre 2012

CANNIBAL’S CREEK

"Ueeeee! Ford, m'hai lasciato senza manco una trombata d'addio..."
Blog War sulle serie televisive, parte seconda.
Dopo esserci smaronati ieri con le scelte del mio blogger rivale, il repubblicano Mr. Mitt Fordney, passiamo ora a dedicarci alla ben più succulenta, assortita ed entusiasmante selezione del sottoscritto, il democratico Barackid Obama.
Chi mi conosce lo sa e chi segue questo blog pure: sono un gran patito di serie tv. Appena esce un nuovo pilot, mi ci devo fiondare sopra per capire se ne potrà nascere un telefilm da seguire, oppure da gettare nel WhiteRussian… volevo dire nella spazzatura. Chissà perché mi confondo sempre.
Di serie ne inizio una miriade, ne proseguo abbastanza, ma arrivo fino alla fine solo di poche. Tra queste, le seguenti sono le mie dieci preferite in assoluto. Una scelta ardua, ma nemmeno troppo, perché questi sono i telefilm fondamentali con cui sono cresciuto, o con cui ancora sto crescendo.
Basta introduzioni, ora. Ecco il palinsesto della Cannibal Tv.
Cannibal Kid

Il ben poco democratico Mao Tse Kid - il blogger dall'ego più smisurato della rete -, che si finge a favore della libertà di parola ed opinione salvo poi rifiutare tutto quello che non rientra nei suoi gusti da bambino capriccioso giunge a rompere l'incantesimo - e non solo quello - creato dalla sfavillante decina del sottoscritto pubblicata ieri con una selezione che pare uscita dritta dritta dagli anni novanta e dal quel periodo di tormenti e rincoglionimento che tutti noi attraversiamo una volta nella vita per poi riderci sopra una volta cresciuti e giurare di non voler mai più ripetere l'esperienza. Parlo dell'adolescenza, quella malattia che ci fotte il cervello e gli ormoni per quattro o cinque anni e dalla quale, a trenta primavere
suonate, il buon Evergreen Kid continua ostinatamente a non voler uscire. Portate pazienza, come il sottoscritto. Una volta tornato nella sua cameretta, il nostro incubo sarà finito.
Mr. James Ford

"Questa top 10 è una figata pazzesca. Forse più pazzesca che figata..."
1. Twin Peaks (1990-1991) Creata da: David Lynch, Mark Frost
Cannibal Kid Twin Peaks è la “cosa” che più ha influenzato il mio immaginario personale. Più di qualunque film, più di qualunque band musicale, più di qualunque altra serie tv.Twin Peaks ha cambiato la mia vita. Probabilmente in peggio, visto che da bambino sono rimasto traumatizzato dalla visione degli episodi e soprattutto dall’apparizione di Bob. Il mostro più spaventoso prima dell’avvento di Mr. Bob Ford.
La vicenda è una delle più semplici quanto intriganti raccontabili: in una cittadina apparentemente tranquilla, una ragazza dalla vita apparentemente perfetta viene trovata morta. Assassinata. In quello che è uno degli incipit più folgoranti nella storia (non solo) della tv, David Lynch inserisce l’orrore all’interno della vita quotidiana. E di lì in poi la serie proseguirà sulla stessa strada, inserendo elementi, visioni e personaggi inquietanti che ci mostrano come dietro a una facciata impeccabile si possano celare i più sordidi e misteriosi segreti.
Tra le musiche splendide di Angelo Badalamenti, la componente onirica genialmente immaginata da Lynch, un umorismo che riesce a stemperare in parte le atmosfere angoscianti, una serie di personaggi cult e un alone di mistero a oggi ineguagliato, Twin Peaks è pura Storia.
Hey cowboy Ford, il tuo cavallo è di nuovo piombato nel mio salotto.
Evidentemente anche lui preferisce vedere le mie serie, anziché le tue.
Chi, sciagurato, non l’avesse ancora visto, vada a rimediare. Quando?
SUBITO!
La serie pone la domanda tormentone: chi ha ucciso Laura Palmer?
Io invece vi chiedo: chi ucciderà Mr. James Ford?
Sono disposto a pagare!
Scherzo. Però, nel caso la cifra fosse particolarmente conveniente, potrei farci su un pensierino…
MrJamesFord Esistono alcuni casi nel mondo del piccolo e grande schermo talmente rari da riuscire perfino a mettere d'accordo due acerrimi nemici come l'agente Ford e Diane Kid: uno di questi è senza dubbio Twin Peaks, uno dei vertici - se non IL vertice - della ben più interessante lista del sottoscritto pubblicata ieri nonchè dei prodotti nati per il piccolo schermo.
Cannibal Kid Più interessante la tua lista, dici? Ma se mi sono addormentato soltanto a leggere i titoli delle serie buahaha

"Se Cannibal vince questa Blog War, mostro le mie tettone!"
2. Mad Men (2007-…) Creata da: Matthew Weiner
Cannibal Kid Se Twin Peaks è Storia, Mad Men è lo Stile fatto serie. Uno stile 60s super cool dietro al quale si cela una notevole sostanza, lo specifico subito prima che il lagnoso Mr. Ford abbia da ridire.
Mad Men ridisegna gli anni Sessanta, togliendo di dosso quell’aura di idealizzazione che li hanno sempre contraddistinti nelle altre rappresentazioni in tv e al cinema, presentandoceli in maniera molto meno ricca di stereotipi e molto più umana. Una serie favolosa su un gruppo di pubblicitari capitanati dall’uomo, il mito Don Draper.
E allora viva Mad Men e abbasso i mad men come Ford che osano preferire robette come Romanzo criminale a questo Capolavoro assoluto della serialità.
MrJamesFord Di Mad men ho visto finora - apprezzandole molto - le prime due stagioni, e non c'è che dire: Don Draper e i suoi hanno tutto, dallo stile allo charme, con tanto di cornice di tecnica a dir poco sopraffina.
Un titolo come questo, però, nonostante il suo indubbio valore, non potrebbe mai e poi mai trovare posto in una selezione fordiana: troppo chic e per nulla pane e salame, un pò come se, per comodità, tutti ci
mettessimo a tifare Real Madrid. Uno squadrone apparendemente inaffondabile costruito su enormi
individualità ma incapace di incarnare il vero spirito di una squadra. Occhi limpidi e cuore puro non perdono, ripete il Coach Taylor. Ed i fighetti come Pete Campbell Kid saranno placcati e spinti a
calcioni nel fango.
"Anche Ford sta per avere un figlio? Speriamo assomigli solo alla madre..."
Cannibal Kid Un commento che dice tutto sulla limitatezza del mondo fordiano, chiuso com’è nelle sue passioni pane e salame da non poter apprezzare in pieno nemmeno la grandezza dei Mad Men.
E non citare in maniera del tutto inappropriata il Coach Taylor come ha fatto Mitt Romney, repubblicano che non sei altro!
JF Ed ecco che torna all'attacco il piccolo democratico offeso dall'evidenza: una serie come Mad men, realizzata splendidamente, è e sarà sempre come un vestito da cerimonia, o una di quelle accompagnatrici che tengono la borsetta con il braccio sollevato e si preoccupano che le unghie ricostruite non si rovinino mentre sono a tavola. Sveglia, Riso lesso Kid, quello non è il mondo reale! E tanto per restare in tema, il Coach Taylor è senza dubbio repubblicano!
Cannibal Kid Peccato che l’autore di Friday Night Lights Peter Berg abbia intimato a Romney di non usare più a sproposito le sue frasi. Tra un po’ lo farà anche con te, Lacrima Facile Ford!
JF Io, invece, intimerò a Mitt Kid di non usare più a sproposito il mondo delle serie tv. E già che ci siamo, anche del Cinema! Ahahahahaha!

"E mo' mi scolo un WhiteRussian, alla faccia di Ford!"

"Spike, vuoi portarmi a vedere Breaking Dawn... di nuovo?"
3. Buffy - L’ammazzavampiri (1997-2003) Creata da: Joss Whedon
Cannibal Kid Insieme a Lost, la serie che più sta segnando l’immaginario cine-televisivo odierno. Mi riferisco alle varie serie vampiresche che spopolano oggi, ma non solo. Buffy ha infatti ridefinito il concetto di supereroe, ben prima dei vari Sam Raimi, Christopher Nolan, Heroes e Misfits, ha dato nuova linfa ai generi fantasy e teen, mettendo dentro una dose di umorismo e ironia mai viste in altre serie che si prendevano e si prendono troppo sul serio, un po’ come il sempre serioso e brontolone Mr. James Boring.
Oltre ad aver mantenuto una qualità altissima per tutte e 7 le sue stagioni, Buffy ha offerto diversi tra gli episodi singoli più belli in assoluto nella storia dei telefilm. Su tutti cito l’episodio musical La vita è un musical, che poi ha scatenato un proliferare di copie, e l’episodio muto L’urlo che uccide, ai livelli di The Artist, solo più virato verso l’horror e forse pure meglio di The Artist. Due puntate che consiglio di recuperare a tutti quelli hanno amato il geniale horror Quella casa nel bosco, sceneggiato dal “papà” di Buffy, o da quelli che conoscono Joss Whedon solo per The Avengers, di gran lunga la cosa meno interessante e originale da lui creata.
"Ford, non per criticarti a tutti i costi,
ma il lifting non t'è uscito proprio bene..."
Intanto, è in preparazione uno spinoff di Buffy - L’ammazzavampiri. Si chiamerà Cannibal - L’ammazzaford.
MrJamesFord Se c'è un complimento che posso fare - uno dei pochi, sia chiaro - al mio antagonista è di avere un gusto discreto per le serie tv, tanto da riuscire quasi sempre ad azzeccare i titoli giusti.
Non è certo il caso di Buffy, una cosa che solo le adolescenti in crisi ormonale nonchè antesignane delle fan di Twilight potrebbero seguire e soprattutto indicare come uno dei dieci titoli favoriti nell'ambito del piccolo schermo. Suocera Kid non è nuovo a scelte a dir poco scandalose, ma questa rischia davvero di essere una delle più clamorose!
Cannibal Kid Buffy è senza dubbio alcuno una serie enorme e geniale. Il paragone con Twilight regge soltanto per chi di Buffy ha visto a mala pena gli spot pubblicitari. Ma neanche. Detto poi da uno che si abbevera esaltato a una serie ormai caduta nel ridicolo come True Blood, lascia il tempo che trova. D’altra parte, uno come lui che disegna i cuoricini sul diario a fianco delle foto di Robert Pattinson, come può capire l’ironia del miglior vampiro di sempre, il divertentissimo Spike?
Ford,ribadisco: invece di esaltarti con i The Avengers, la cosa peggiore mai firmata da Joss Whedon in tutta la sua carriera, vai a vederti almeno l’episodio L’urlo che uccide (ma direi anche tutte e 7 le stagioni) e poi ne riparliamo…
JF Non intendo riparlare di Buffy e cuoricini con Emo Kid, che già so che sfodera come pigiama il completino degli One direction! E corro a rivedermi The Avengers, quello sì un prodotto fracassone e divertente come piacciono a me! Hulk spacca, altro che Spike!

"Cucciolo Eroico, anche se Lost è finito,
io e te staremo insieme per sempre!"
4. Lost (2004-2010) Creata da: J.J. Abrams, Jeffrey Lieber, Damon Lindelof
Cannibal Kid Lost l’avete visto tutti.
No? Vi siete lost Lost?
Vabbè, ma allora siete fuori dal tempo più di Ford e più degli stessi protagonisti della serie.
Lost è una serie che come Buffy ha ridefinito il panorama tv (ma non solo) di oggi e, proprio come Buffy con le varie serie pseudo vampiresche, ha generato un esercito di mostri, ovvero serie che cercano di scopiazzarlo, da Terra Nova a Revolution, non arrivando alla vera essenza, al cuore dello show: i personaggi.
Le serie che meglio hanno fatto tesoro degli insegnamenti dell’isola del tesoro di Lost sono quelle che ad esempio ne hanno ripreso la struttura, concentrandosi in ogni episodio a sviluppare un personaggio diverso, come Once Upon a Time o le inglesi Skins e Misfits, mentre chi invece ha cercato di replicarne il mistero e la componente sci-fi, è finito malamente.
Come Mr. James Ford, uno che ha rubato, pardon plagiato, pardon ha “preso ispirazione” per il suo nickname dal nome proprio di un personaggio di Lost, meglio noto come Sawyer.
Non avete capito niente di quello che ho appena detto?
"Non è la barca di Penny, siamo finiti sulla Costa Concordia!
E il capitano è un certo Schettino..."
Bene. È lo stesso effetto che fa Lost, una serie fondamentale che come unica pecca ha quei 10 minuti ambientati in Chiesa nella puntata finale di cui in molti, tra cui il sottoscritto, avrebbero volentieri fatto a meno. Ciò non toglie nulla comunque alla grandezza di un’opera che ha regalato episodi incredibili, su tutti La costante, e con il finale della stagione 3 uno dei colpi di scena più geniali di sempre.
Tra i tanti misteri tirati fuori da Lost, il più grande di tutti, cui nemmeno il controverso finale ha dato risposta è: nickname a parte, cosa diavolo ha a che fare una serie tanto originale, intricata a livelli donniedarkiani e rivoluzionaria come questa con il conservatore Ford?
MrJamesFord Chi frequenta il Saloon dal principio sa bene - a partire dal mio nickname - quanto il sottoscritto adori quella che, con Twin Peaks, è stata la serie più geniale mai apparsa in televisione. Certo, Abrams e la sua più nota creatura hanno avuto i loro alti e i loro bassi, ma parliamo di una delle esperienze più incredibili che uno spettatore possa chiedere ad uno schermo: personaggi a dir poco tridimensionali e pezzi di fiction che si incastrano con quelli vissuti fino a diventare qualcosa di troppo grande per essere descritto. Già presente nella decisamente più efficace selezione di ieri del sottoscritto.
Cannibal Kid Ok, va bene, ma io non ho ancora capito cosa abbia a che fare una serie così geniale e per nulla pane e salame come questa con te. Non l’hai capito nemmeno tu, vero? ahahah

"Ci dica cosa non le piace di se stesso, signor Ford...
I suoi gusti televisivo/cinematografici?
Per cambiare quelli, temo si possa rivolgere solo al Padre Eterno..."
5. Nip/Tuck (2003-2010) Creata da: Ryan Murphy
Cannibal Kid Nip/Tuck è la serie più estrema, pazzesca e sexy mai vista. Roba da far scandalizzare il puritano Ford, uno che tra le sue serie preferite in realtà vanta Settimo Cielo, ma alla fine si è vergognato e non l’ha inserita nella sua lista.
Dopo una prima stagione già grandiosa, la serie sui due chirurghi plastici Sean McNamara, quello tranquillo ma mica tanto, e lo statenato playboy Christian Troy ha raggiunto il suo vertice con la stagione 2. Una delle stagioni più incredibili di tutte le serie tv, con la vicenda inquietante del Macellaio che ha toccato apici thriller/horror che un Dexter si può giusto sognare o copiare, vedi il Macellaio di Bay Harbor.
La serie creata dal grande Ryan Murphy qui al suo top si è poi rivelata lo specchio perfetto di una società sempre più ossessionata dalla perfezione e dalla chirurgia estetica e ci ha regalato uno dei rapporti bromantici più belli di sempre.
Mi riferisco a McNamara/Troy. Quello tra Cannibal Kid e Mr. Ford è invece uno dei rapporti bromantici più brutti di sempre! Uahahah
"Allora, Kimber, ce la fai a ordinare?"
"No, il menù cannibale è troppo ricco, non so quale serie scegliere!"
MrJamesFord Non ho mai seguito questa serie, che mi è sempre parsa così patinata e posticcia da far sembrare un prodotto come Mad men il non plus ultra del panesalamismo. Come se non bastasse, trovo che Ryan Murphy sia uno dei creatori di serie più sopravvalutati della storia, considerate le imprese che ha
regalato con il declino di Glee e la discutibile prima stagione di American Horror Story.
Cannibal Kid Come al solito, Ford parla unicamente per pregiudizi. Certo, Nip/Tuck è una serie ultrapatinata, però allo stesso tempo è la critica più feroce alla società dell’immagine di oggi che si possa immaginare. Ma questo Ford non se lo può manco immaginare, mentre da buon cowboy d’altri tempi corre nelle praterie a fare gli occhi dolci ai cavallucci e ai mini pony come il protagonista di War Horse.
"Ci spiace, signor Ford, qualcosina dev'essere andata storta
nel corso del suo intervento alle tonsille..."
"Oh, fa niente, prima ero ancora peggio!"
Che poi definire Ryan Murphy sopravvalutato senza mai averne visto la sua opera più importante e rappresentativa, ovvero Nip/Tuck, è come definire sopravvalutato Kubrick senza aver mai manco visto 2001: Odissea nello spazio. O definire sopravvalutato Cannibal Kid senza aver mai visto questo post su The Artist.
JF Purtroppo io non sopravvaluto Cannibal Kid, anche perchè al contrario di lui non vivo immerso fino al collo dai pregiudizi che tanto gli piace appioppare al sottoscritto: lui che con le serie crime come The Shield o Oz storce il naso rifugiandosi in Prison break e Mad men - sostanza contro immagine, mi viene da dire - finge il colpo di genio nascondendosi dietro una critica che appare fighetta quanto la confezione di questo Nip/Tuck che continuerò a considerare sopravvalutata quanto il suo creatore.
Cannibal Kid Ma come fai a considerarla sopravvalutata, se non l’hai mai vista?
Complimenti, Ford: hai dato la definizione perfetta di pregiudizio.
JF Muchas gracias, Cannibal. È l'unica cosa che il Maestro – ovvero io - ha imparato dall'allievo - ovvero tu -.

"Piuttosto che Scientology, preferisco tornare
alle tue pippe mentali (e non solo), Dawson!"
6. Dawson’s Creek (1998-2003) Creata da: Kevin Williamson
Cannibal Kid Tutti siamo cresciuti con una qualche serie adolescenziale. Tutti tranne Ford, che quando era giovane lui ci sarà stato giusto il buonista Happy Days (grazie Ford per avercelo risparmiato tra le tue serie preferite!). O, considerata la sua età, più probabilmente ci sarà stata La casa nella prateria!
Io invece sono cresciuto con Dawson’s Creek, arrivata giusto ai tempi in cui facevo il liceo. Una serie che ha ribaltato e stravolto le regole del genere teen, come Scream ha ribaltato le regole dell’horror. In entrambi i casi non a caso la firma è quella di Kevin Williamson. Al posto dei soliti ragazzi popular di turno, di cheerleader e giocatori di football, qui troviamo infatti come protagonisti una serie di disadattati e di loser vari: l’aspirante nuovo Spielberg Dawson, la pecora nera Pacey, il gay Jack, la psicopatica Andie, la sfortunata Joey Potter/Katie Holmes, che prima di sposare Tom Cruise e finire vittima dei complotti di Scientology era una povera orfanella che sembrava uscita da un racconto di Dickens, e la sgualdrinella di New York Jen, interpretata da Michelle Williams, oggi una delle migliori attrici in circolazione a Hollywood.
Dawson’s Creek è poi riuscito a trattare argomenti ostici come omosessualità, razzismo, morte in maniera originale e tutt’altro che scontata, oltre a essere ricco di riferimenti al cinema, e non solo di Spielberg.
Lo si ami o lo si odi, Dawson’s Creek è la serie con cui la mia generazione, e anche qualcuna di quelle successive, è cresciuta.
Ford? Lui no. Lui è nato vecchio.
"Padre Pio? No, grazie. Non voglio cambiare religione un'altra volta.
Ah, sei il Pulcino Pio? Allora sì, adoro la tua canzone!"
MrJamesFord Da buon vecchio che guarda con il ghigno arcigno di Clint in Gran Torino il giovane Riso lesso Kid non posso che sbellicarmi dalle risate rispetto a questa brutta copia finto alternativa dei vari Beverly Hills che qualche anno prima - quando Tardo Kid se la faceva ancora addosso - avevano spopolato tra i giovani. Come se non bastasse tematiche di questo genere erano state già ampiamente sviscerate da Melrose place, proposta supertrash e decisamente più adulta di Cannibal Creek, che continuerò a bocciare in eterno. Anzi, Ab aeterno, citando Lost.
Cannibal Kid Lasciando perdere i ghigni di quel suo altro eroe repubblicano di Clint Eastwood, il paragone tra Dawson’s Creek e Melrose Place lascia davvero il tempo che trova. Due serie più distanti, faccio fatica a immaginarle. Così come non riesco a immaginare due blogger più distanti del Fine Young Cannibal e del noioso Ampliford, incapace di godersi una serie che abbia protagonisti di età inferiore ai 190 anni.
A proposito, ieri per una volta mi hai davvero sorpreso, Ford: sono stupito di non aver trovato nella tua decina Casa Vianello! Troppo teen pure quella, per i tuoi gusti?
JF Io invece non sono affatto stupito di scoprire che la decina di Papà Ford sia tutta dedicata a proposte adulte e quella di Bimbo Kid quasi esclusivamente a titoli da liceali.

"Dawson, smettila di disperarti perché il tuo film è stato stroncato da quei
2 blogghetti che non si fila nessuno, Pensieri Cannibali e WhiteRussian,
e facciamo finalmente sesso una volta per tutte!"
"Ma Jen, il Cannibale gli ha dato solo 4/10 e Ford addirittura le bottigliate!"

Gente varia stremata da una notta passata a vedere film consigliati da Ford.
7. 24 (2001-2010) Creata da: Robert Cochran, Joel Surnow
Cannibal Kid 24 è la serie più adrenalinica di sempre e Jack Bauer/Kiefer Sutherland è il mio solo e unico action hero preferito. Altroché Sly, Schwarzy, JCVD e compagnia brutta. Se li magna in un boccone, il mitico Jack.
Oltre a questo, 24 è una serie strepitosa dal punto di vista narrativo: ogni stagione è ambientata durante 1 sola giornata e ogni episodio ci fa vivere in tempo reale 1 ora di questa giornata. Una giornata in cui succede di tutto e di più: attentati, guerre, colpi di stato.
Qualcuno ha lamentato l’irrealisticità della serie per questo aspetto o per il fatto che Jack Bauer riesca sempre a salvare il mondo. Al di là delle ovvie forzature narrative, che servono però a far raggiungere a 24 un livello di tensione senza pari, la serie è anzi riuscita a fotografare l’America del post-11 settembre e le sue ossessioni terroristiche meglio di qualunque altra. Un testimone raccolto oggi splendidamente dall’altrettanto grandiosa nuova serie Homeland.
E poi se per alcuni aspetti 24 è irrealistica, come il fatto che Jack Bauer non vada mai in bagno, per altri aspetti ha persino anticipato la realtà, presentando non uno ma due presidenti degli Usa di colore, anni prima di Obama, per non parlare dei metodi di tortura di Jack Bauer che non sono certo distanti da quelli compiuti per davvero a Guantanamo, tanto per dire. Metodi di tortura che come punto di forza puntavano alla visione di una serie di film russi selezionati dal mio blogger rivale.
"Quindi è confermato che Cannibal ha vinto la Blog War?
Ok, però Ford posso abbatterlo lo stesso? Vi preeego!"
MrJamesFord Per una volta il Cucciolo Eroico tira fuori quel pochino di attributi che si ritrova e snocciola una serie che incontra anche i gusti del vecchio Ford. L'implausibile, cattivissimo Bauer, perfetto esempio degli USA under Bush, è uno dei personaggi più clamorosi mai realizzati, e le sue peripezie in tempo reale incontrano da sempre i favori di casa Ford. Mi pare solo curioso che un radical chic finto democratico come il mio antagonista straveda per una proposta di questo genere.
Cannibal Kid La serie è geniale e innovativa a livello narrativo, oltre che grandiosa nella costruzione della tensione, innanzitutto. Per quanto riguarda la parte politica, ci sarebbe poi molto da discutere. In 24, i presidenti democratici ne escono infatti parecchio bene, altrettanto non si può dire di quelli repubblicani. Il comportamento di Jack Bauer poi non è mosso da un bieco giustizialismo personale, ma cerca sempre di fare il bene degli americani, più che del governo degli Stati Uniti. Spesso agisce anzi con un comportamento anarchico, andando persino contro gli ordini diretti che gli hanno dato.
E poi, al contrario di Ford che apprezza quasi unicamente un genere telefilmico (quello con pazzi criminali vari), la mia enorme versatilità mi permette di apprezzare serie enormemente differenti tra loro come Dawson’s e 24, ma che hanno in comune la qualità nella scrittura. L’unica cosa enorme di Ford invece sono i suoi paraocchi.
JF Quella stessa versatilità che ti spinge ad inserire quasi la metà di titoli legati a proposte teen? Senza contare Breaking bad, che di pazzi criminali ne ha parecchi! Per non parlare della tua inquietante difesa di Jack Bauer, uno dei personaggi moralmente più dubbi mai creati per una serie tv, che andrebbe benissimo a braccetto con Vic Mackie e la sua Squadra d'assalto, e che è di fatto l'erede del Giustiziere della notte, più
che dell'Ispettore Callaghan. Lui sì, che era davvero anarchico. Ma a quei tempi tu non eri ancora nato, in fondo, piccolo repubblicano nascosto che non sei altro! Ahahahahahah!

"Leggendo il libro di Cannibal mi sono fatto la cagata più bella
della mia vita. Sarà solo un caso?"
8. Breaking Bad (2008-2013) Creata da: Vince Gilligan
Cannibal Kid Breaking Bad è un caso davvero particolare nel mondo delle serie tv. Mentre molti telefilm danno il loro meglio subito, per poi perdersi rapidamente per strada, qui è tutto il contrario. Dopo una partenza in sordina, Breaking Bad cresce sempre di più. Episodio dopo episodio. Stagione dopo stagione. Come il blog Pensieri Cannibali, che cerca sempre di migliorarsi post dopo post, mentre WhiteRussian arranca sempre più.
La coppia Walt White/Jesse Pinkman (quest’ultimo idolo yo della serie) raccoglie idealmente il testimone lasciato vacante dalla premiata ditta McNamara/Troy, spostando il business dalla chirurgia plastica alla creazione e spaccio di metanfetamine. La forza della serie sta tutta nei piccoli dettagli, nel saper accumulare la tensione per poi farla letteralmente esplodere con delle scene pazzesche. E poi ci ha regalato un paio di super cattivoni: Gus Fring, ma soprattutto il vero (breaking) bad boy della serie, l’insospettabile Walt White/Heisenberg.
Lui sì che è un vero villain, mica come quella pappamolle del Ford!
"Forse non avrei messo Dawson's, però mi piace questa lista, yo!"
MrJamesFord Terzo titolo - un vero e proprio miracolo - in comune con la lista fordiana, Breaking bad è come uno di quei cocktails in grado di scendere apparentemente senza colpo ferire e poi lasciarti inchiodato lì dove sei. Dopo una prima stagione buona ed una seconda ancora più buona, con la terza esplode una vera bomba atomica di tensione e situazioni al limite del grottesco nate attorno ad una delle coppie più riuscite che l'audience abbia mai visto: Walter White e Jesse Pinkman, che suonano un pò come il Maestro Ford e l'allievo tendenzialmente inutile Cannibal. Una serie strepitosa in grado di far riporre le armi - solo per un istante - anche a due nemici per contratto come noi.
Cannibal Kid Diciamo le cose come stanno: il Maestro sono io, visto che questa serie l’avevo consigliata già da parecchio tempo prima che ci arrivasse Ford con il suo solito ritardo da lumacone. Il fatto che sia arrivato pure lui a vederla prima che termini (il prossimo anno arriva la stagione finale), questo sì che è un vero miracolo!

"Sicura che 90210 non sia la vera età di Mr. Ford?"
9. Beverly Hills 90210 (1990-2000) Creata da: Darren Star
Cannibal Kid Beverly Hills 90210 è la serie che ha fatto nascere in me la passione per i telefilm. Ho cominciato a seguirlo ai tempi delle medie e in poco tempo ne sono diventato dipendente. I telefilm sono il miglior surrogato delle droghe. Il cinema non è la stessa cosa, è un altro tipo di passione. Le serie tv invece creano proprio una dipendenza tossica, non credo esista paragone migliore per spiegare l’effetto che provocano.
E una serie come Beverly Hills rappresenta la dimensione del sogno, dell’American Dream, che mi ha segnato indelebilmente come e forse ancor più di Twin Peaks. Al personaggio di Brandon Walsh devo ad esempio la mia passione per la scrittura e per il giornalismo. Sventurata scelta, che mi ha portato a creare un blog e a scontrarmi poi con tale Mr. Ford. Vi rendete conto? Senza Beverly Hills, oggi probabilmente non avreste le Blog Wars. Vi rendete conto? Senza Beverly Hills, oggi vivremmo in un mondo migliore ahahah.
"Chi l'avrebbe detto che sarei passato da una vergine come te, Donna,
a una come Megan Fox che certo è tutto fuorché vergine?"
MrJamesFord Una serie che, ai tempi delle prime cotte, anche io ho amato alla follia, abbandonandola poi al suo triste declino con la dipartita dei suoi personaggi più importanti. Sicuramente importante per la mia formazione rispetto al prodotto serial, non mi sognerei comunque mai di inserirla tra le dieci migliori di sempre, e a quel Minnesota di Cannibal Walsh dico che non sarà mai e poi mai all'altezza di Ford McKay.
Cannibal Kid Anche nel caso dell’unica serie da ggiovane che pure Ford per sbaglio ha seguito nella sua vita da non-giovane, dimostra tutti i suoi limiti mentali. Le prime stagioni di Beverly sono pura storia seriale, quindi non vedo motivi per rinnegare un telefilm che, a differenza della maggior parte delle dimenticabili proposte fordiane, ha segnato la vita di molti. Me e persino il mio blogger rivale compresi.
JF Non ho mai rinnegato Beverly Hills come i cartoni Disney, Bud Spencer e Terence Hill, I Goonies e tutto quello che ho guardato a ripetizione quando ero giovane. Poi sono cresciuto - al contrario di qualcun'altro - e ho lasciato che proposte decisamente non all'altezza restassero preziose solo nei ricordi.
Cannibal Kid E invece Budweiser Spencer e Terence Benny Hill dovresti rinnegarli, eccome!


"Sentito cos'ha detto Ford sulla nostra serie?"
"Ford?Dopo che avrà mandato giù il piatto che gli ho preparato,
non ci sarà più alcun Ford di cui preoccuparci..."
10. Roswell (1999-2002) Creata da: Jonathon Dukes, sviluppata da: Jason Katims
Cannibal Kid Dopo una serie di serie che hanno sconvolto il mondo, rivoluzionato il linguaggio televisivo e stravolto il modo di raccontare storie, ecco un telefilm meno conosciuto, parecchio sottovalutato ma di non minore pregio. Roswell è la classica piccola chicca che merita di essere rivalutata e riscoperta. A metà strada tra il genere teen e la sci-fi, la serie racconta la vita sulla terra di un gruppo di extraterrestri che hanno preso sembianze umane, e tra loro ci sono anche la futura star Katherine Heigl e la futura lostie Emilie DeRavin. Non si tratta però della solita scontata vicenda supereroistica, bensì di un complesso racconto fantascientifico trattato in maniera molto umana. Non a caso tra gli autori principali c’è Jason Katims, poi al timone delle ultime stagioni di Friday Night Lights e autore di Parenthood, un’altra di quelle serie poco conosciute e molto sottovalutate.
Roswell poi non è che racconti una storia così tanto fantascientifica. Gli alieni sono davvero tra noi!
No, dico, ma a voi Mr. Ford sembra umano?
Gli alieni secondo Ford.
MrJamesFord Dallo specialista del teen Cannibal E.T. non potevo che aspettarmi l'ennesima proposta per ragazzini che stona davvero accanto a cose gigantesche come Lost, Twin Peaks o Breaking bad. Probabilmente ai tempi della sua adolescenza il Cucciolo è stato rapito da qualche alieno ben più cattivo di me che l'ha costretto a credere che l'unica sua possibilità di sopravvivenza sarebbe stata rimanere al liceo per sempre e non crescere più. È ora - e quasi un obbligo morale - che io intervenga per porre fine
a questa tortura risanando il povero Cannibale a suon di bottigliate in piena testa.
Cannibal Kid Roswell è una serie splendida che sicuramente Ford non ha visto, se non per più di 5 minuti, ed è teen per l’età dei protagonisti, ma non per tematiche, certo non distanti da serie come X-Files e Lost, o anche di un Fringe cui peraltro dà tanta ma tanta di quella merda.
La superficialità e la prevedibilità dei commenti di Ampliford nei confronti di serie adolescenziali (ma nemmeno troppo) come Roswell sono simili agli attacchi della Fordero, pardon Fornero, nei confronti dei giovani e dimostrano che non riesce a vedere al di là del suo pianetino alieno in cui è stato esiliato.
Perché è stato esiliato, il vecchio Ford?
Perché qui sulla Terra non lo vogliamo!
Gli alieni secondo Cannibal Kid.
JF Sono così stanco di ripetermi che quasi rispedisco Alien Kid nella sua galassia a bottigliate e calci rotanti: i pregiudizi cui tanto volentieri continua a fare appello il mio antagonista sono ben più radicati in lui, che rifiuta categoricamente tutto ciò che non è stiloso e legato al mondo teen, di quanto non siano nel sottoscritto, che non rifiuta nulla a priori, neppure le sue proposte bislacche. Così, prometto che darò una possibilità sia a Roswell che a Nip/Tuck, e so già che mi divertirò come un matto a parlarne dalle mie parti:
mentre dubito che il mio finto democratico antagonista riuscirà mai a portare a termine una visione che gli riuscirebbe naturalmente scomoda. Ma del resto, non è semplice mantenere una certa apertura mentale quando si è (quasi) perennemente chiusi in una cameretta in compagnia di un coniglio! Ahahahahahah!
Cannibal Kid E così alla fine AmpliFord ammette di non aver mai visto Roswell e di essere andato avanti per due giorni interi parlando a vanvera e solo in base a pregiudizi. D’altra parte è impossibile avere una qualunque apertura mentale quando si è perennemente chiusi in un pensionato insieme ai suoi amici Expendables. Buah ah ah!
Alla prossima Blog War...

"Bravo Cannibal, mi è piaciuta questa decina!
Adesso però vieni che ti presento qualcuno, un certo Bob..."

martedì 4 settembre 2012

The casin in the woods

Quella casa nel bosco
Titolo originale: The Cabin in the Woods
(USA 2011)
Regia: Drew Goddard
Sceneggiatura: Joss Whedon, Drew Goddard
Cast: Kristen Connolly, Chris Hemsworth, Fran Kranz, Anna Hutchison, Jesse Williams, Richard Jenkins, Bradley Whitford, Amy Acker, Brian White, Tom Lenk, Jodelle Ferland, Sigourney Weaver
Genere: horror sci-fi
Se ti piace guarda anche: Dollhouse, Buffy, Scream

Geniale.
Ecco cosa ho pensato di Quella casa nel bosco - The Cabin in the Woods dalla prima all’ultima scena. Non che mi aspettassi niente di meno da quel genio di Joss Whedon, però insomma… temevo che negli ultimi tempi si fosse perso troppo tra i suoi progetti da superstar hollywoodiana, leggi il pessimo The Avengers, e avesse smarrito la retta via.
E invece no. Joss Whedon domina ancora. Quando vuole.

Per chi non conosce i suoi precedenti lavori, un film come Quella casa nel bosco può essere sembrato davvero sorprendente. Per chi è un whedoniano di lunga data come me invece è stata una piacevole riscoperta di tutte le sue tematiche, frullate qui dentro in una forma compiuta ed efficace. Come in passato, più che in passato. E pensare che il primo passo nel mondo dello show business di Whedon è stato tutt’altro che memorabile.

Buffy - L’ammazza vampiri, film del 1992 con Kristy Swanson e Luke Perry da lui sceneggiato, si rivela infatti un mega flop colossale ai botteghini e cinematograficamente non è certo niente di eccezionale.


"Bella ed Edward chiiiiiiiiiiiii?"
Nonostante quest’esperienza fallimentare, la Warner Bros. gli vuole comunque dare fiducia e qualche anno più tardi, nel 1996, accetta di produrre una serie di Buffy. Questa volta con protagonista la ben più efficace Sarah Michelle Gellar e questa volta è tutta un’altra storia. Eppure, anche in questo caso l’inizio non è subito folgorante. La prima stagione di Buffy è carina, ma non ancora del tutto straordinaria. Whedon evidentemente è uno lento a carburare. Ma quando lo fa, non ci sono ca**i che tengano per nessuno. Dalla stagione 2, Buffy conquista del tutto, grazie anche all’amore tormentato tra la cacciatrice di vampiri e un vampiro vegetariano, Angel, che ispirerà suo malgrado i vari succhiasangue della nuova generazione, da Twilight a The Vampire Diaries fino a True Blood, molto più di quanto fatto dall’ormai pensionato Dracula. E forse, ma solo forse, persino più del mitico Conte Dacula.



(ecco un video di quando Canale 5 proponeva ancora programmi decenti)

Buffy nel corso delle sue sette pazzesche stagioni ha rivoluzionato il genere vampiresco, ma pure quello teen, ma ha pure proposto personaggi nerd in una maniera approfondita e lontana degli stereotipi come mai prima, ma ha pure proposto con coraggio (e venendo censurata dalla bacchettona Italia 1) la tematica lesbo anticipando persino The L Word, ma ha pure dato nuova linfa e idee al mondo dei supereroi (perché Buffy è a tutti gli effetti una supereroina), ma ha pure regalato alcuni degli episodi più memorabili nella storia della tv.
Tanto per citarne uno, L’urlo che uccide (Hush), della stagione 4. Un episodio che è un omaggio al cinema muto stile The Artist solo anni prima di The Artist e in cui tutti gli eventi clou e le vicende della stagione raggiungono il loro climax, il tutto senza l’uso di parole. Che parola usare allora per qualcosa del genere se non: geniale?


Qualcosa del genere avviene anche con l’episodio probabilmente più celebre e imitato nella storia di Buffy, La vita è un musical (Once More, With Feeling), la puntata musical della sesta stagione. Siamo nel 2001, prima del successo di Moulin Rouge, prima degli Oscar a Chicago, molto prima di Glee, e il musical è un genere morto, che nessuno si fila e a cui nessuno darebbe una minima opportunità. Soprattutto in televisione. E invece l’episodio si rivela un successone, le canzoni composte dallo stesso Whedon all’esordio musicale con la collaborazione del compositore della serie Christophe Beck sono davvero notevoli, e tutti i nodi principali della stagione vengono al pettine proprio grazie ai brani interpretati dagli attori. Tra cui James Marsters, il vampiro Spike, ovviamente in versione Billy Idol, e Sarah Michelle Gellar, che ha una voce davvero strana. Non brutta, non bella. Solo strana. Da lì in poi, il musical risorgerà a nuova vita e pure in tv diventeranno tutti pazzi per il genere, da serie come Glee e Smash, fino agli episodi musicali di Scrubs e Grey’s Anatomy, per arrivare persino all’Italia con Tutti pazzi per amore.

Tra le puntate più belle e toccanti c’è poi stata anche quella della morte della madre di Buffy, Un corpo freddo (The Body) della stagione 5, in cui l’orrore del soprannaturale cui la serie ci aveva abituati fino ad allora scompare, in favore di un realismo nudo e crudo del tutto raggelante.

Ma il punto di forza principale di una serie come Buffy, insieme a Twin Peaks e Lost sicuramente uno dei telefilm più importanti e che più ha cambiato il mondo della televisione (così come quello del cinema), è l’ironia. Oggi può suonare come una cosa normale, però a fine anni ’90 non lo era tanto. La maggior parte delle serie tv si prendeva ancora troppo dannatamente sul serio. Buffy ha invece portato una ventata di freschezza tutta nuova, con riferimenti molto nerd e geek ai fumetti, così come al soprannaturale vissuto a 360 gradi, riflettendo e giocando allo stesso tempo sul suo essere un prodotto di fiction. In cui tutto può succedere, persino cose del tutto nonsense.
All’inizio della stagione 5, ad esempio, sbuca fuori dal nulla il personaggio di Dawn Summers, la sorellina di Buffy, e per tutti gli altri personaggi è come se lei ci fosse sempre stata. Cosa che portava lo spettatore a chiedersi: “Ma che ca**o sta succedendo qui?”. Solo successivamente e con calma veniva spiegato cosa diavola stava succedendo lì.
Whedon insomma si è divertito a sorprendere e a lasciare senza riferimenti il suo pubblico spesso e volentieri all’interno di Buffy, cosa che ha ripetuto alla grande con Quella casa nel bosco, dove non gli è interessato tanto fare un film horror. Nonostante sia un grande, grandissimo horror, Quella casa nel bosco è anche e soprattutto una riflessione sulla narrazione. Sul cinema. Sul guardare e sull’essere guardati. Sui reality-show, senza parlare in maniera diretta dei reality-show. Jossh Whedon ancora una volta ha fatto un prodotto di genere, apparentemente diretto soprattuto ai nerd, ai fan della sci-fi, del fantasy e dell’horror, e ancora una volta ha realizzato un prodotto che in realtà parla pure di altro e affronta tematiche alte con una leggerezza e un divertimento unici.

Benché Buffy sia la sua creatura più celebre, Whedon ha inoltre realizzato altri lavori maledettamente interessanti. Se la serie Firefly e la sua versione cinematografica Serenity me li sono persi perché troppo startrekkosi per i miei gusti, non mi sono invece fatto sfuggire la mini-serie in 3 soli episodi realizzata per il web Dr. Horrible’s Sing-Along Blog con Neil Patrick Harris. Una storia pure questa contaminatissima tra generi vari, musical + supereroi + commedia + nuove tecnologie, e una storia pure questa geniale. Potete recuperarla in rete velocemente, la durata totale è di circa un’oretta.


Prima di approdare nei lidi dorati di Hollywood con The Avengers, la pellicola di maggiore incasso di tutti i tempi escludendo quelle girate da quel furbone di James Cameron (ovvero Avatar e Titanic, se negli ultimi 15 anni aveste vissuto su Pandora anziché sulla Terra), Joss Whedon ha però tirato fuori un’altra serie. Notevolissima quanto sottovalutatissima. Parlo di Dollhouse.
Come per Buffy, la partenza si è rivelata un po’ in sordina ma poi, episodio dopo episodio, è cresciuta in maniera esponenziale. Al contrario di Buffy, purtroppo, non ha mai riscosso un grande successo ed è stata cancellata dopo appena 2 stagioni. 2 stagioni parecchio interessanti che vi consiglio di recuperare.
Perché?
Perché è una figata, e poi perché Dollhouse è il riferimento principale per Questa anzi per Quella casa nel bosco. Il tema fondamentalmente è infatti lo stesso: siamo noi che decidiamo il nostro destino, o c’è qualcuno dietro che ci pilota, che ci guida?
Una tematica universale e antica quanto il mondo, che spinge molte persone a trovare una risposta nella Fede, qualunque nome dia al suo Dio, e che spinge invece i più geek come Whedon a cercarla nel cinema, nelle serie tv, nel racconto di fiction.
In Dollhouse, un gruppo di uomini e donne di bell’aspetto venivano “noleggiati” da dei facoltosi clienti per farne ciò che volevano, per realizzare le loro fantasie più profonde e perverse. Erano delle specie di prostituti di ingeniosa e raffinata concezione, in pratica. Per ogni cliente, alla persona/bambola veniva impiantata una nuova personalità con delle caratteristiche specifiche e a ogni nuova lavoro la loro memoria veniva resettata. Fino a che qualcuno di loro non capiva che forse c'era qualcosa di strano...
Dal cast di Dollhouse non a caso provengono un paio di attori, Amy Acker, già affezionata di Whedon dai tempi di Angel, lo spinoff di Buffy, e poi l’idolo indiscusso sia di Dollhouse che di Quella casa nel bosco, Fran Kranz. Mentre da Buffy è un piacerissimo rivedere, seppure in un minuscolo ruolo, Tom Lenk, il mitico Andrew del mitico Trio di super cattivoni super ridicoli.
Per quanto riguarda il resto del cast, segnalo anche la presenza di Jesse Williams da Grey's Anatomy, Chris Hemsworth al primo film interessante della sua carriera, e Kristen Connolly, che è la solita rossa whedoniana, erede della Alyson Hannigan di Buffy e della Felicia Day di Dr. Horrible's.

"Wow, questo è persino meglio di YouPorn!"
ATTENZIONE SPOILER
In Quella casa nel bosco, il “gioco” è differente eppure simile a quello di Dollhouse, con i personaggi che sono burattini nelle mani di qualcosa che sembra il destino, ma potrebbe essere qualcosa altro.
Ci troviamo di fronte a 5 personaggi che rappresentano uno stereotipo tipico del cinema horror: la verginella, il tipo serio e studioso, il tipo atletico, la zoccola e il nerd fattone. Raccontato così, il film potrebbe prendere una piega prevedibile. Potrebbe diventare il classico horrorino su un gruppo di ragazzotti che va in gita in una casa sperduta nel nulla e, come da copione, finisce massacrata brutalmente.
Un po’ è così, però è solo una parte. È solo un film nel film.
A questo punto, potrete pensare allora a una sorta di parodia del genere, alla Scream. Ancora una volta, avrete un pochino di ragione. Perché c’è anche questa componente.
Eppure, avrete pure torto, perché Quella casa nel bosco è anche altro. Molto altro. È cinema in continua evoluzione, che muta i suoi punti di riferimento, non lascia certezze. Sorprende e stupisce di continuo. Il tutto girato alla grande dall’esordiente dietro la macchina da presa Drew Goddard, un talento che Whedon si è coltivato da lunga data. Goddard ha infatti scritto la sceneggiatura di alcuni episodi di Buffy, tra cui uno dei più interessanti dell’ultima stagione (“Conversations with Dead People”), oltre a puntate assortite di Angel, Alias, Lost e aver realizzato lo script del valido Cloverfield.

Di più, preferisco non dirvi. Anche perché mi rendo conto di essermi dilungato a dismisura, per quanto abbia parlato più di Whedon che del film. Aggiungo solo: guardatelo e aspettatevi uno dei migliori e più originali horror degli ultimi anni. Ma non aspettatevi solo questo. Perché Quella casa nel bosco è grande cinema che riflette su se stesso e sulla vita e sul destino e sul libero arbitrio e su Dio.
Quella casa nel bosco è…
non mi viene in mente altra parola:
geniale.
(voto 9/10)

"E se poi ci infila dentro una scena così, va pure oltre il geniale!"



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