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sabato 10 maggio 2014

GUIDA GALATTICA ALLA MUSICA GRUNGE




Secondo appuntamento delle guida musicali galattiche di Pensieri Cannibali. Dopo aver parlato di Britpop, oggi tocca all’altra grande corrente musicale in voga negli anni ’90, in questo caso soprattutto (ma non solo), sull’altra sponda dell’Atlantico. Mi riferisco al grunge. Sì, quel genere che ascoltavamo noi teenager depressi in quel decennio. Allora non eravamo emo, eravamo grunge. Indossavamo camicione a quadretti sformate in flanella e jeans strappati, non ridevamo mai e ascoltavamo questo strano rock che mescolava influenze punk e metal, testi nonsense ed era costruito per lo più sull’alternanza di momenti acustici con improvvise accelerazioni elettriche.
La scena ha avuto come cuore pulsante Seattle, allora capitale dell’angoscia adolescenzial-esistenziale, oggi città hipster e ipertecnologica, in cui per di più sono ambientati Grey’s Anatomy e 50 sfumature di grigio. Che dire? I tempi cambiano.

Breve storia per i babbani del genere: la scena grunge ha avuto come basi fondamentali tra fine 80s e primi 90s l’alternative rock di band come Melvins, Mudhoney, Sonic Youth, Pixies, Dinosaur Jr. e Meat Puppets, ha poi raggiunto l’apice della popolarità con i paladini del genere, i Nirvana di Kurt Cobain, i Pearl Jam, gli Alice in Chains e i Soundgarden, senza dimenticare le Hole di Courtney Love, per arrivare poi alle derive post grunge di band come gli australiani Silverchair e gli inglesi Bush, che ne hanno proposto una versione se vogliamo più “commerciale” (il grido: “Venduti! Venduti!” riecheggia ancora nelle mie orecchie), mentre in Italia qualche ispirazione grunge la si è sentita nel suono degli Afterhours e dei primi Verdena.

Ecco ora le mie personali 10 canzoni preferite del genere. Ho scelto solo 1 canzone per band, altrimenti i Nirvana avrebbero rischiato di occupare da soli metà classifica…
Per un’immersione completa nel grunge, potete inoltre ascoltarvi tutta la mia playlist su Spotify (che trovate in fondo al post) e recuperare qualche bel filmetto di quel periodo come S.F.W. – So Fucking What, Assassini Nati - Natural Born Killers, Singles – L’amore è un gioco e Giovani, carini e disoccupati.


Top 10 – Le canzoni grunge preferite di Pensieri Cannibali

10. Afterhours “Male di miele”



9. Foo Fighters “Everlong”



8. Alice in Chains “Heaven Beside You”



7. Radiohead “Creep”



6. Bush “Swallowed”



5. Pearl Jam “Jeremy”



4. Hole “Violet”



3. Stone Temple Pilots “Plush”



2. Soundgarden “Pretty Noose”



1. Nirvana “Heart-Shaped Box”




La playlist Grunge di Pensieri Cannibali su Spotify

venerdì 23 settembre 2011

Winter is coming

Di tutte le reunion di rockband degli anni ’90 più o meno grunge, su un ritorno riuscito dei Bush non avrei puntato più di tanto.
Nati come band "vagamente" derivativa dai Nirvana, Gavin Rossdale e compagni erano certo un gruppo dal suono derivativo, che non inventava nulla, ma nonostante questi dettagli non da poco sono riusciti comunque a regalarci una manciata di canzoni esaltanti, come la splendida ballatona Glycerine, l’adrenalinica Machinehead e soprattutto quella bomba di Swallowed.



Bush “The sea of memories”
Genere: revival grunge
Provenienza: Londra, Inghilterra
Se ti piace ascolta anche: Nirvana, Stone Temple Pilots, Silverchair, Feeder, Gavin Rossdale, Institute


Dopo l’ultimo album nel 2001, i Bush venuti alla ribalta durante il governo di Bush Senior si erano separati nell’era Bush Junior, con Gavin Rossdale che poi si è dato senza troppo successo a una nuova band (Institute) e alla carriera solista (con l’album Wanderlust), ma soprattutto si è dedicato al ruolo di marito di Gwen Stefani con cui ha sfornato qualche erede, così tanto per impiegare il tempo.
E adesso in era Obamiana ritornano i Bush e lo fanno con un album che certo non inventa niente di nuovo, ma d’altronde mai l’hanno fatto, però a differenza di altre band tornate sulla ribalta giusto per fare cassa con una manciata di B-side, qui dentro le canzoni ci sono. Alcune belle (il primo singolo The sound of winter), alcune ispirate (All my life, The Afterlife), qualcun'altra emozionante (la classica bushiana nel midollo Baby come home, un pezzo che una 15ina di anni fa avrebbe conquistato la Billboard chart americana).
Un bel dischetto rock. Può sembrare poco, ma io di nuovi bei dischetti rock negli ultimi tempi non è che ne abbia sentiti in giro poi parecchi.
Quindi viva Bush, o meglio, per scansare equivoci politici: viva i Bush!
Può sembrare che mi riferisca ancora a H.W. e W. Bush junior?
E allora viva la band dei Bush!
Va bene così?
(voto 6,5/10)

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