Visualizzazione post con etichetta cameron diaz. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta cameron diaz. Mostra tutti i post

venerdì 2 gennaio 2015

I PEGGIO FILM 2014





Il recensore di film – espressione che preferisco usare, visto che “critico cinematografico” non mi piace – dev'essere un po' come un buttafuori. Deve fare un'accurata selezione all'ingresso. Di pellicole ce ne sono tante, nei cinema, in rete e in tv, e bisogna stare attenti a ciò che si guarda. Quest'anno sono incappato in varie porcherie, alcune davvero clamorose, però devo dire che sto diventando più bravo a scansare la merda rispetto al passato e quindi tante schifezze me le sono risparmiate.Ciò non toglie che di roba pessima ne ho vista comunque. Anche i buttafuori migliori a volte falliscono.
Dopo la Top 20, ecco quindi la Flop 10 dei peggiori film passati sugli schermi di Pensieri Cannibali nel corso del 2014 con cui scopriremo il successore di Cloud Atlas, il trionfatore dello scorso anno. Il tutto è poi accompagnato di seguito da tanti altri bei teneri premiucci ai peggiori attori, attrici etc. dell'anno.

Come al solito che nessuno si offenda o se la prenda troppo. Questi sono i miei gusti personali.
Se a voi invece questi film sono piaciuti, che vi vedo dire?
Mi spiace per voi.


mercoledì 16 luglio 2014

TETTE CONTRO LUI




Il film visto da lei
Finalmente una commedia che sta dalla parte delle donne! Negli ultimi tempi le romcom avevano abbandonato la strada maestra, quella che aveva per paladine Julia Roberts e Meg Ryan e che aveva trovato una loro (quasi) degna erede in Katherine Heigl. Erano così inevitabilmente passate di moda, come un paio di Louboutin della passata stagione. Non contenti di avere già tutti i privilegi del mondo, gli uomini avevano deciso di conquistare pure il regno prettamente femminile delle commedie romantiche, con pellicole come Non mi scaricare, La ragazza del mio migliore amico o i vari film di Judd Apatow. Credevano però che ci saremmo arrese così facilmente?
Eh no, belli. Avete sbagliato a fare i conti. Who run the world? Girls, come canta Beyoncé. Quindi fatevi in là, men, che siamo tornate a dominare le romcom!

Tutte contro lui è un ritorno alle commedie anni ’90 e a guidarne la riscossa non ci poteva essere che lei, la regina di quel decennio, Cameron Diaz. Mi piace troppo, Cameron, perché non fa mai la parte della mogliettina sottomessa, ma sempre della donna indipendente e sicura di sé. Come credo sia anche nella vita privata. A fare la mogliettina sottomessa in questo film troviamo invece Leslie Mann, quella la cui carriera è sempre stata sottomessa a quella del marito, il sopra citato Judd Apatow, il re delle romcom al maschile. Maledetto lui! Qui la Mann dimostra di sapersela cavare anche senza avere una mann dal suo man e il suo ruolo è anche piuttosto originale. Tutte contro lui è al 99% una commedia molto derivativa e che sa di già visto, però uno spunto un minimo singolare ce l’ha. La parte della pazza di turno non spetta all’amante, come capita di solito nei film alla Attrazione fatale, bensì alla moglie tradita.
Leslie Mann scopre che il suo apparentemente perfetto maritino, quel gran figo di Nikolaj Coster-Waldau dritto dal cast di quella nerdata di Game of Thrones, ha per amante Cameron Diaz e va fuori di testa. In senso buono, però. Non vuole ucciderla, ma finisce anzi per diventarci amica.


Non è tutto, perché le due scopriranno poi che il bel Coster-Waldau, come tutti gli uomini, è un porco bastardo e tradisce l’amante con un’altra amante, la modella tettona Kate Upton che hanno infilato lì dentro soltanto per attirare al cinema gli uomini, che da porchi bastardi quali sono ci cascheranno in pieno. Per fortuna nel cast c'è anche quell’altro gran pezzo di gnocco di Taylor Kinney, il boyfriend di quella fortunella di Lady Gaga, che però purtroppo scandalosamente NON appare per tutto il tempo a torso nudo.


L’altra guest-star speciale del film è Nicki Minaj. A me il rap di solito mi lascia sgomenta perché è sempre tutto un parlare di figa e pistole e auto, non dimentichiamo le auto che gli uomini se no si mettono a piangere, invece la Nicki Minaj mi piace proprio perché ha uno stile molto femminile e poi ha fatto pure quel pezzo cariiino insieme a Madonna. Tra l’altro la sua apparizione nella pellicola è troooppo simpatica perché ogni volta che compare ha un look e un colore di capelli differenti. Che grande che è.


Se Nicki Minaj sorprende con i suoi cambi di acconciatura, lo sviluppo della storia non è invece proprio il massimo della fantasia. Il buon cast messo insieme per l'occasione riesce comunque a tenere in piedi la pellicola, il regista Nick Cassavetes se la cava anche se non riesce a replicare i fasti di uno dei film preferiti della mia vita, mi riferisco ovviamente a Le pagine della nostra vita, il tutto si fa insomma vedere con una grande gradevolezza e soprattutto il film presenta un importante messaggio finale: girl power.
E allora cosa state aspettando ancora? Chiamate le vostre amiche SU-BI-TO e fiondatevi al cinema. Oh yes it’s ladies night, oh what a night. Tutte a vedere Tutte contro lui!


Il film visto da lui
Leslie Mann?
Chiavabile.

Nicki Minaj?
Strachiavabile.

"Solo chiavabile?"
"E io solo strachiavabile?"

Cameron Diaz?
Chiavabile oltre ogni limite ancor più adesso che ha addosso quel fascino da MILF panterona di una certa età.


Kate Upton?
TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE


Il tizio danese che ha il ruolo di Jaime Lannister in quella figata di Game of Thrones?
Tutte se le fa. Tutte. Idolo totale.


Il film?
Una minchiatina buona giusto per donne in menopausa e per zitelle inacidite. Però consiglio di vederlo a tutti, soprattutto ora che i Mondiali sono finiti e non c'è più niente da fare. Lo consiglio ovviamente solo per Kate Upton e per le sue TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE TETTE


Tutte contro lui
(USA 2014)
Titolo originale: The Other Woman
Regia: Nick Cassavetes
Sceneggiatura: Melissa Stack
Cast: Cameron Diaz, Leslie Mann, Kate Upton, Nikolaj Coster-Waldau, Taylor Kinney, Don Johnson, Nicki Minaj
Genere: effeminato
Se ti piace guarda anche: Il mio ragazzo è un bastardo, La dura verità, Ancora tu!
(voto 5/10)

domenica 2 febbraio 2014

VEDI THE COUNSELOR E POI MUORI




The Counselor – Il procuratore
(USA, UK 2013)
Titolo originale: The Counselor
Regia: Ridley Scott
Sceneggiatura: Cormac McMarthy
Cast: Michael Fassbender, Penélope Cruz, Cameron Diaz, Javier Bardem, Brad Pitt, Bruno Ganz, Rosie Perez, Toby Kebbell, Emma Rigby, Édgar Ramírez, Dean Norris, Natalie Dormer, Goran Visnjic
Genere: ridicolo
Se ti piace guarda anche: Basic Instinct 2, The Mexican, Domino

The Counselor – Il procuratore è come Napoli.
Mi spiego meglio: avete presente il detto “Vedi Napoli e poi muori?”. Ecco, per The Counselor vale lo stesso, sebbene giusto in un’accezione un filo meno positiva.

Vedi The Counselor e poi, se sopravvivi, ti chiedi: “Ma chi l’ha scritto, un abominio del genere?”
Come risposta ti aspetteresti un: “Stephenie Meyer sotto droghe pesanti”.
O, peggio ancora, un: “Stephenie Meyer da sobria”.
O, pure peggio, un “Federico Moccia in collaborazione con Nicholas Sparks alle prese con una storia pulp.”
E invece no. A scriverlo è stato il Premio Pulitzer Cormac McCarthy. Il premio più importante della narrativa americana l’ha ricevuto per La strada. Io non ho letto quel libro, avevo solo visto il film The Road con Viggo Mortensen, una specie di versione seria di Io sono leggenda e The Walking Dead, ma sono sicuro che se lo sia meritato. Se per La strada gli hanno dato il Pulitzer, adesso, per compensare, per la sceneggiatura di The Counselor devono dargli minimo la sedia elettrica. Un film del genere sembra scritto da un 14enne arrapato che nella sua vita al massimo ha scritto la lista della spesa, non da un 80enne Premio Pulitzer considerato un genio mondiale. Eddai, se quest’uomo si merita un Pulitzer, a quando un Premio Nobel per la Letteratura a Fabio Volo? O a me?

I dialoghi del film, quello sui diamanti tra Bruno Ganz e Michael Fassbender, sono una vergogna. Vorrebbero rivelare chissà quali verità sul mondo e invece finiscono per non dire niente. Sono fiumi di parole inconsistenti e noiosi. Dialoghi letterari che su carta potrebbero magari funzionare, sebbene non ci giurerei, ma che ascoltati recitati da degli attori, solitamente attori validi tra l’altro, perdono di senso. Tocca sentire Javier Bardem e Cameron Diaz scambiarsi opinioni profonde come:

È un po’ fredda come visione, non ti pare?
La verità non ha temperatura.

La stessa povera attrice è poi chiamata a cimentarsi in quella che fin da ora di candida al titolo di scena scult dell’anno: Cameron Diaz che si scopa un’auto. Detta così sembra una figata. Vi assicuro che non lo è. È una delle scene meno sexy cui si possa assistere. Grazie a momenti del genere, questo film è riuscito a farmi rivalutare persino Basic Instinct 2. Di brutto.


Il regista Ridley Scott ha dedicato The Counselor alla memoria del fratello Tony Scott, scomparso nel 2012, ma questo film è un affronto nei suoi confronti. Sembra quasi che Cormac McCarthy abbia voluto scrivere la parodia di un film hollywoodiano alla Tony Scott, quei thriller fracassoni e pulp stile Domino o Una vita al massimo. Peccato che quella che gli è uscita è soltanto la pessima copia di un film alla Tony Scott. Che brutto modo di omaggiarlo.

"Cos'è? Una manifestazione contro questo film?
Allora mi aggrego anch'io!"
Oltre a essere scritto da cani, altroché da un Pulitzer, con una trama assurda e priva di interesse alcuno, The Counselor è un film girato con stile ultrapatinato quanto lento, ultralento, come se Ridley Scott si fosse trasformato in un Michael Bay sotto sedativi. È un divertissement di lusso che non diverte nessuno. Persino gli attori, persino uno sprecatissimo Michael Fassbender, paiono annoiarsi a morte e paiono non comprendere le battute che McCarthy ha messo in bocca ai suoi personaggi.

Non capisco cosa stai cercando di dirmi” dice Michael Fassbender.
Non lo so” gli risponde Javier Bardem.

In questo stupendo dialogone possiamo riassumere il (non) senso dell’intera visione. Un insulto all’intelligenza umana, un insulto al cinema, un insulto alla memoria di Tony Scott. Un thriller senza tensione, un action movie senza azione, un dramma senza drammi che si sarebbe potuto salvare solo con un po’ d’ironia e invece, a parte qualche battutina penosa che poteva risparmiarsi, si prende troppo dannatamente sul serio. Dopo aver visto una cosa del genere, giuro che sto male. Malissimo. Mi sento in fin di vita.
Vedi The Counselor e poi muori.
(voto 2/10)

P.S. Tralasciando il look osceno, Javier Bardem qui riesce ad avere un taglio di capelli (forse) più scandaloso che in Non è un paese per vecchi. Evidentemente quello da cui proviene non è un paese per parrucchieri.

Peggio così?

O così?

P.P.S. Ma la scena conclusiva?
Sbaglio o è il finale più ridicolo di sempre?

venerdì 30 agosto 2013

PORCO DIAZ DAY




"Finalmente un post ok, Cannibal!"
Difficile considerare Cameron Diaz una grandissima attrice. È sempre stata una grandissima fig…liuola, ma un’attrice davvero fenomenale no. A differenza di altre belle fig…liuole che per dimostrare la loro bravura e darsi un tono attoriale si sono imbruttite, si veda Charlize Theron versione Monster, Cameron Diaz non l’ha mai fatto. O, se c’ha provato a imbruttirsi, ha fallito miseramente e io non me ne sono neanche accorto.
È il tragico destino di una bella bella in modo assurdo. È difficile essere presa sul serio come attrice. Cameron almeno per il momento se n’è sempre sbattuta di dimostrare chissà cosa a chissà chi e, a parte qualche parentesi autoriale con Spike Jonze in Essere John Malkovich (lì un po’ bruttina forse lo era…), Oliver Stone in Ogni maledetta domenica e con Scorsese nel poco riuscito Gangs of New York, senza dimenticare l’ottimo Vanilla Sky di Cameron Crowe, si è accontentata più che altro del ruolo di reginetta delle comedy. Un ruolo che le si addice splendidamente e con cui ha sfatato il mito che le troppo bone non sanno far ridere.
Dopo essersi rivelata come femme fatale in The Mask e aver fatto (giustamente) srotolare la lingua, fatto battere forte il cuore e ululare Jim Carrey…



"Voglio tè, Cannibal.
Intendo: me lo vuoi portare, 'sto tè, Cannibal, o devo aspettare che si freddi?"
…la Diaz (a cui è stata dedicata persino una scuola) s’è specializzata come party girl, come comedy girl.
Non a caso il suo ruolo più iconico e di maggior successo è quello interpretato, con tanto di sborrata sui capelli, in Tutti pazzi per Mary.
Tra i suoi film meno celebri, però, si nasconde comunque qualche altra chicca che merita di essere recuperata come i perfidi Una cena quasi perfetta e Cose molto cattive o i sottovalutati Una vita esagerata di Danny Boyle e The Box di Richard Kelly.
Nonostante la sua specialità sia la commedia, io per celebrare il suo 41esimo compleanno e questo Cameron Diaz Day pensavo di scoprire un suo lato inedito, quello drammatico, con La custode di mia sorella. Ma dopo i primi due minuti di film mi sono ritrovato scaraventato in un’atmosferà da melò strappalacrime ruffiano alla Nicholas Sparks e ho deciso di puntare su una Cameron Diaz più di routine, quella specialista in comedy del più leggero, leggerissimo Notte brava a Las Vegas.


Notte brava a Las Vegas
(USA 2008)
Titolo originale: What Happens in Vegas
Regia: Tom Vaughan
Sceneggiatura: Dana Fox
Cast: Cameron Diaz, Ashton Kutcher, Rob Corddry, Lake Bell, Jason Sudeikis, Treat Williams, Zach Galifianakis, Queen Latifah, Dennis Farina, Krysten Ritter, Michelle Krusiek
Genere: romcom
Se ti piace guarda anche: Come farsi lasciare in 10 giorni, Oggi sposi… niente sesso, Amici, amanti e…, Il matrimonio del mio migliore amico, La dura verità

Certe volte nella vita capitano delle sfighe davvero micidiali.
Se sei una donna, ti può ad esempio succedere di essere mollata da quel figaccione di Jason Sudeikis e poi subito dopo sposarti con quel bruttone di Ashton Kutcher.
Se sei un uomo, ti può invece accadere di sposarti quel cesso di Cameron Diaz e vincere solo 3 miseri milioni di $ a una slot-machine.
Che sfiga!

"Non ti posso sposare, Cameron. Sei troppo giovane per me!"
Notte brava a Las Vegas racconta sotto forma di commedia queste terribili tragedie che capitano ai due protagonisti. Ashton Kutcher è il classico tipo cazzaro, che non ha la testa e la voglia di impegnarsi, né con una donna sola, né con la carriera. Finisce così licenziato dal suo stesso padre, perché non siamo mica in Italia. Oh, negli USA se non sai fare bene il tuo lavoro, se non ti impegni, anche paparino ti manda in mezzo a una strada. Ma Ashton Kutcher cade in piedi e non finisce in mezzo a una strada. Per consolarsi, decide anzi di andare a Las Vegas con il suo BFF, il simpatico Rob Corddry, visto in un sacco di particine in un sacco di film e serie tv e che con il suo umorismo bello cattivo potrebbe presto sfondare veramente, se solo gli dessero qualche ruolo più in primo piano.
Nella città del peccato, Ashton Kutcher si imbatterà in Cameron Diaz che, toh, l’avreste mai detto? È un po’ il suo esatto opposto: precisina, a modo, tutta concentrata sulla sua carriera professionale. Scaricata dal boyfriend, pure lei cercherà consolazione in quel di Las Vegas insieme alla sua BFF, la simpatica Lake Bell, attrice pure lei come Rob Corddry avvistata da un sacco di parti e pronta a fare presto il grande botto. Oppure a passare direttamente nel dimenticatoio senza mai manco essere diventata famosa, ma queste sono cose che capitano, a Hollywood.

"Ah, è per via del fatto che sei stato sposato con Demi Moore.
L'ho capita adesso! Ma perché sto ridendo? Non è così divertente..."
"Forse perché sei totalmente ubriaca? Ma è il tuo compleanno, ci può stare."
Quello che può capitare invece a Las Vegas è di ritrovarsi sposati dopo una notte brava passata a ubriacarsi come le merde, per dirla in un modo che Ashton Kutcher gradirebbe, o a bere come se non ci fosse un domani, per dirla in maniera più fine alla Cameron Diaz. Il giorno dopo, i due si ritroveranno leggermente pentiti dell’avventata decisione presa e così, tornati a casa in quel di NYC, chiedono il divorzio immediato. Ma il giudice toga rossa dice: “NO!” e li condanna a passare 6 mesi insieme per provare a far funzionare il loro matrimonio, se vogliono intascare i $3 milioni guadagnati insieme a Las Vegas.
Solite cose che succedono in una commedia romantica americana. Come prosegue lo sapete già. Come?
Come al solito. Lui e lei all’inizio si odiano e si fanno i dispetti, lui fa di tutto per farsi disprezzare, lei è (f)rigida come un ghiacciolo e poi…
Poi che volete succeda?

Tocca a voi scoprirlo, passando una notte breve a Las Vegas in compagnia di Ashton & Cameron, oltre che a una serie di comprimari di lusso come Zach Galifianakis, che di lì a poco diventerà famoso grazie a un’altra ben più da leoni notte nella Sin City, e alla sempre sexy Krysten Ritter della serie Non fidarti della str**** dell’interno 23. Una notte che scivola via veloce, in maniera abbastanza divertente, anche se non troppo, e il giorno dopo, finiti gli effetti dell’alcool, è già dimenticata.
Quello che succede quindi non ve lo dico, perché quello che succede in una romcom, resta in una romcom.
(voto 5+/10)


Partecipano alle celebrazioni del Cameron Porco Diaz Day anche i seguenti blog Amici di Maria de Filippi Pensieri Cannibali:

Coocking Movies
Montecristo

mercoledì 28 novembre 2012

Cameron Diaz, non pulire questo sangue

"Ammazza quanto mena, quella Cameron Diaz!"
Diaz - Non pulire questo sangue
(Italia 2012)
Regia: Daniele Vicari
Cast: Jennifer Ulrich, Elio Germano, Claudio Santamaria, Davide Iacopini, Renato Scarpa, Ralph Amoussou, Fabrizio Rongione, Antonio Gerardi, Paolo Calabresi, Ignazio Oliva, Rolando Ravello
Genere: crudo
Se ti piace guarda anche: A.C.A.B. - All Cops Are Bastards, Elephant, Polytechnique

Impossibile dire “Mi è piaciuto, non mi è piaciuto” per un film come questo. Non è una visione piacevole, non ci sono dubbi. Le sensazioni che si provano sono più vicine a quelle di una pellicola horror. Come The Human Centipede, solo che è tutto vero. È successo tutto e qui, in Italia. Non in qualche regime del passato o in qualche luogo distante.

"Va bene, Cameron Diaz è una bella donna.
Però ti sembra il caso di intitolarle addirittura una scuola?"
Si fa fatica a crederlo, eppure ripensando a quei giorni, a quella confusa fine di luglio 2001, torna alla mente un periodo di enormi tensioni, che oggi stanno ritornando prepotentemente, in Italia quanto in altri paesi. Sta tornando l’odio, le tensioni sociali, le guerre dei poveri, tra chi cerca di far valere i propri diritti e i poliziotti. E i politici? Loro no, non sono in mezzo al campo di battaglia. Loro assistono (forse pure divertiti) agli scontri da lontano. Tranquilli e beati.

L’attacco, perché di questo si è trattato, dei poliziotti alla scuola Diaz è qui presentato con una ferocia che fa tornare alla mente altre visioni scolastiche. I telefilm americani ambientati nelle high school come Beverly Hills o Dawson’s Creek?
Non esattamente. Mi riferivo più a cose come Elephant o Polytechnique, film su stragi compiute da pazzi. La differenza è che qui sono compiute dalla polizia, su precisi ordini dall’alto. Qui si tratta di una lucida follia di massa. L’irruzione alla Diaz presentata in maniera nuda e cruda da Daniele Vicari è sicuramente tra le scene horror dell’anno e anche in alcuni altri momenti il regista italiano ci regala attimi di grande cinema. Non solo di cinema verità o di cinema di denuncia.

"Non so se si merita il nome di una scuola, ma io a quella Cameron Diaz
due colpi di manganello glieli darei, se sai cosa intendo..."
Purtroppo, a livello cinematografico non tutto funziona così bene. Il livello di recitazione ad esempio è decisamente bassino. Bravi Claudio Santamaria e la martoriata Jennifer Ulrich (vista anche nel notevole L’onda), mentre diversi altri attori e comparse appaiono parecchio impostati, poco naturali, come se recitassero in una fiction di bassa lega. Ed è un peccato, perché Vicari invece dirige con piglio deciso.
A far nascere qualche dubbio è poi la scelta di raccontare la storia in maniera eccessivamente corale. Una scelta che ci permette una pluralità di punti di vista, ma che risulta persino troppo frammentaria. Per quanto avrebbe potuto inficiare sull’effetto realistico del tutto, non sarebbe stato male approfondire maggiormente alcuni personaggi. Nella prima poco convincente mezz’ora, in particolare, si ha un quadro troppo generale e si fa fatica ad avvicinarsi ai personaggi.
Il bello del film, o meglio il brutto, arriva con l’irruzione della polizia alla Diaz. Porco Diaz, che scena! È qui che la pellicola si trasforma da semplice e diligente ricostruzione di un momento nerissimo della storia italiana recente, da cronaca di una pagina vergognosa, a qualcosa di più. Diventa un horror vero e proprio. Sembra di essere in un episodio di The Walking Dead, solo che al posto degli umani ci sono i poliziotti, e al posto degli zombie ci sono le persone che se ne stavano tranquille e pacifiche alla Diaz.

"Vogliamo anche una scuola intitolata a Natalie Portman, brutti bastardi!"
Diaz - Non pulire questo sangue può anche essere visto come un j’accuse contro la polizia italiana e in fin dei conti lo è. Anche perché è tutto successo, tutto documentato e tutto prontamente infangato, con una giustizia, molto parziale, che è arrivata a punire (una parte de)i colpevoli solo di recente, con anni di ritardo. Da un punto di vista cinematografico, Diaz convince a tratti, mentre lascia perplessi in alcune parti. Il finale, ad esempio: chiudere sul primo piano di Jennifer Ulrich, protagonista delle scene fisicamente più pesanti, sarebbe stato perfetto; l’ultima sequenza con l’inquadratura delle colline invece, che cosa mi rappresenta?
Un altro dubbio che mi viene è: cosa può pensare di questa visione chi quell’anno di disgrazia 2001: Odissea nello strazio non l’ha vissuto in presa diretta? Io non ero fisicamente presente alla Diaz (per fortuna) e non ero a Genova, però ho seguito i fatti attraverso la visione distorta fornita dai media e ho pian piano scoperto qual era stata la tremenda realtà. Ma un 18enne, ad esempio, o comunque chi di questa vicenda non sa nulla, cosa ne può pensare dalla sola visione del film? Vicari ha realizzato una ricostruzione molto ambiziosa, ma è riuscito davvero a ricreare quel periodo, con tutte le sue contraddizioni?
Sì? No? Ni? Secondo me in parte sì, ma non al 100%. È come se mancasse qualche pezzo di questo complesso puzzle. Il punto dei vista degli sbirri, ad esempio. Vediamo il poliziotto “buono” Claudio Santamaria, mentre la follia degli altri A.C.A.B. si sarebbe potuta approfondire. Da un punto di vista politico, poi, vediamo le solite porcherie dell’organizzazione locale, ma quelli che stavano più in alto? Quelli del G8 per cui alla fine tutti questi casini sono nati? Si poteva forse osare qualcosina di più, sotto questo aspetto.
Pur con tutti i suoi difetti, Diaz resta comunque un film necessario, un pugno allo stomaco dello spettatore. E uno degli horror italiani più spaventosi dai tempi di… Dario Argento quando era in forma?
Nah, direi dai tempi di... Videocracy.
(voto 6,5/10)

Post pubblicato anche su L'orablu, in versione doppia recensione con quella di Beatrix Kiddo.


giovedì 27 settembre 2012

Che cosa non aspettarsi quando si aspetta

"Una nuova recensione cannibale? Eccellente!"
Che cosa aspettarsi quando si aspetta
(USA 2012)
Titolo originale: What to Expect When You’re Expecting
Regia: Kirk Jones
Cast: Cameron Diaz, Matthew Morrison, Jennifer Lopez, Rodrigo Santoro, Elizabeth Banks, Ben Falcone, Anna Kendrick, Chace Crawford, Brooklyn Decker, Dennis Quaid, Chris Rock, Joe Manganiello, Amir Talai, Rob Huebel, Thomas Lennon, Megan Mullally, Rebel Wilson, Wendi McLendon-Covey
Genere: genit(ori)ale
Se ti piace guarda anche: Capodanno a New York, Appuntamento con l’amore, un cinepanettone a caso

Che cosa aspettarsi da un film come Cosa aspettarsi quando si aspetta?
Ci si può aspettare che succeda qualcosa di minimamente interessante o divertente e si può stare lì ad aspettare e mettersi a sedere comodi e tranquilli che tanto non arriverà niente né nell’uno né nell’altro senso.
Che cosa aspettarsi allora, più realisticamente?
Ci si può aspettare un cinepanettone preparato all’americana.
Pensate un po’ che gli americani negli ultimi tempi stanno messi talmente male a livello di idee che sono venuti a pescare pure nella commedia all’italiana. Quella degli anni ’60? No, quella di oggi dei Manuale d’amore e dei cinepanettoni, appunto.
Manco noi li cuciniamo più, ormai, ‘sti cacchio di cinepanettoni di cui abbiamo fatto indigestione dopo una cura ingrassante durata quasi trent’anni. Nelle prossime festività invernali per una volta non avremo più il solito Natale a… sto ca**o, bensì Colpi di fulmine, il nuovo imperdibile capolavoro di Neri Parenti con Christian De Sica. Che si preannuncia non molto distante da questa roba yankee qua…

"Evvai, sono riuscita a scattare la mia prima foto!"
Il modello del film a episodi, con delle storielle (pseudo) romantiche che si intrecciano tra loro è ormai diventato un marchio di fabbrica anche a Hollywood: hanno fatto il cine-Bacio Perugina sul S. Valentino, Appuntamento con l’amore, che purtroppo mi sono perso, quindi il cine-spumante sul Capodanno, il terrificante Capodanno a New York, che purtroppo mi sono visto, e ora ecco a voi il cine-Pampers sul tema della gravidanza.
Unico pregio del film? È un po’, ho detto solo un po’, meglio di Capodanno a New York. Per il resto, è la stessa storia, con un gruppo di attori celebri, meglio se avviati sul viale del tramonto, accoppiati a qualche altra stella emergente. Premettendo che è meglio non aspettarsi niente di che da nessuno, andiamo a vedere chi se la cava più e chi meno bene, con la top 5 delle coppie presentate dal film:

5. Brooklyn Decker e Dennis Quaid
La bella e la bestia. Lei gnocchissima, lui ormai candidato ufficialmente al titolo di rivale numero 1 di Nicolas Cage, perché dove c’è un film di merda, ormai è gara tra loro due a chi se lo aggiudica. Questa volta ha vinto Quaid, sorry Cage, sarai più fortunato la prossima volta.

"Hey, Dennis, hai avuto una paresi facciale?"
"In realtà ti sto sbirciando le tette con la vista periferica.
La paresi invece ce l'ho avuta già una decina di film fa..."

4. Cameron Diaz e Matthew Morrison
Cameron Diaz come donna in dolce attesa non è davvero credibile. Non c’è proprio tagliata. Mai vista una Cameron così fuori parte, porco Diaz. E Matthew Morrison senza Sue Sylvester che lo prende per il culo per i suoi capelli è piuttosto inutile. La storia dei loro due personaggi che si innamorano sul set della versione americana di Ballando con le stelle fa molto Belen Rodriguez/Stefano De Martino e sinceramente ne avevamo già abbastanza di loro due.

"Chissà se gli usciranno i capelli già ingellati come i tuoi, Matthew?"

"Ahahah, guarda che dice Pensieri Cannibali sul tuo ruolo in Lost."
"Ma chetteridi? Non hai visto quel che dice su di te?"
3. Jennifer Lopez e Rodrigo Garcia
A sorpresa, sorpresona per quanto mi riguarda, J. Lo non è nemmeno la cosa più terribile in un film. Solo quando nei paraggi c’è Dennis Quaid può capitare qualcosa del genere!
E Rodrigo Garcia chi è? Ai patiti di Lost il suo volto risulterà familiare. Pensateci bene. Chi era?

Due ore dopo…
Sì, era Paulo, personaggio introdotto nella terza stagione insieme alla fidanzata Nikki. Se non ve li ricordate, è più che normale, visto che sono stati i due personaggi peggiori nell’intera storia della serie e, visto che nessuno se li filava, sono stati fatti fuori malamente tanto per cancellare in fretta e furia la pagina più nera (altroché uomo in nero) di Lost.

"Se c'è una cosa che non reggo proprio, sono i bambini!"
"Ehm, sono incinta..."
"I marmocchi? Io li adoro, quei piccoli demoni!"
2. Anna Kendrick e Chace Crawford
Ecco la coppia teen della pellicola, quella cui è riservata la storia più non dico profonda, non dico triste, ma almeno un filo meno happy e idiota rispetto alle altre che hanno la profondità di una piscina per bambini, tanto per rimanere in tema di gravidanze, poppanti e affini. Lei, Anna Kendrick, da sola alza di qualche chilometro il livello recitativo qui presente. Lui, il gossip boy Chace Crawford, fa il suo solito ruolo da “so’ figo ma so’ anche sensibile, però più che altro so’ figo” e, grazie anche alla presenza della Kendrick, riesce a portare a casa la pagnotta.


1. Elizabeth Banks e Ben Falcone
Elizabeth Banks non sempre mi fa impazzire, e nemmeno qua lo fa. Però in questo film è se non altro quella che si impegna di più, la più in parte con il pancione e insieme a lei, dai che ci esce la rima… c’è Ben Falcone.
M’è uscita la rima!
"Caro, fammi sentire scalciare il bambino."
"Ma non sono incinto, ho solo messo su qualche chilo..."
Ben Falcone nome da picciotto e volto simpatico da tipo che sai già di aver visto in qualche sitcom o in qualche commedia in qualche ruolo minore e non ti ricordi bene dove ma non importa. Fatto sta che, contro i VIPs e i giovincelli, surprise surprise si aggiudicano loro questo Gioco delle coppie, Cannibal edition. Contro ogni pronostico.

E allora, cosa aspettarsi dal film Cosa aspettarsi quando si aspetta?
Qualche rivelazione sulla gravidanza, sulla maternità, sulla paternità?
Nah, meglio non aspettarsi un bel niente, se non un cinepanettone cucinato all’americana, senza Cipollino ma con in più tanti pancioni.
Cosa aspettarsi invece dalla recensione cannibale di Cosa aspettarsi quando si aspetta?
Vi ho fatto pure il Gioco delle coppie, che altro volete di più?
(voto 3/10)

lunedì 12 settembre 2011

Pu**ana pu**ana, pu**ana sta maestra

E così oggi milioni di studenti ritornano nelle buie e tristi aule scolastiche per iniziare un nuovo entusiasmante anno all’insegna dello studio. Sì, come no.
Visto che ricordo (in fondo non è passato poi così tanto tempo) quanto tragico fosse il rientro a scuola, dopo un’estate passata a cazzeggiare, eviterò gli sfottò e le matricole di turno e anzi, dedico una rece a tutti quelli che oggi si siederanno tra i banchi.
Sfigati.

Bad Teacher: una cattiva maestra
(USA 2011)
Regia: Jake Kasdan
Cast: Cameron Diaz, Lucy Punch, Justin Timberlake, Jason Segel, Phyllis Smith, John Michael Higgins, Matthew J. Evans, Kathryn Newton, Kaitlyn Dever
Genere: commedia demenziale
Se ti piace guarda anche: School of rock, Role Models, Babbo bastardo 


Sarà anche una banalità dirlo, ma è più difficile far ridere che commuovere. Realizzare una commedia davvero valida al giorno d’oggi sembra infatti diventata un’impresa mica da… ridere, ehm appunto.
Le commedie americane le fanno con lo stampino e se una volta un personaggio politically scorrect e qualche situazione più o meno volgare potevano essere di un’ilarità pazzesca, ormai sono la norma, quindi bisogna sbattersi un po’ di più, cari sceneggiatori.
Andiamo, avete per caso visto una commedia americana recente senza qualcuno strafumato?
Se non te l’aspetti è Comix. Il problema della nouvelle vague della comedy a stelle e strisce è invece proprio quello che tutto è così ampiamente prevedibile e già visto che non è comix.
No sorpresa, no risate, no party. Te capì?


Bad Teacher prosegue senza infamia e senza lode la tendenza, presentandoci come protagonista una scatenata e cattivissima Cameron Diaz in versione prof. di una scuola media con zero passione per l’insegnamento, infatti anziché svolgere la sua professione in maniera tradizionale, preferisce mostrare in classe dei film di ambiente scolastico (perfino Scream!), ché poi secondo me sono molto più educativi i film dei professori, perché “i professori sono quasi tutti fuori dal tempo.”
Dante Alighieri? No, Morgan periodo Bluvertigo.
L’unico motivo per cui Cameron Diaz fa questo lavoro quindi sono i soldi e per passare il tempo in attesa che trovi qualche uomo facoltoso da spennare. Sto parlando del suo personaggio nel film, non della vera Cameron Diaz, nel caso aveste dubbi. Proprio così, è una gold digger, una cacciatrice di dote, e proprio quando sta per sposarsi e il suo sogno sta per diventare realtà, sul più bello il suo promesso sposo capisce tutto e la lascia. E così a lei tocca tornare a scuola. Di nuovo. Back to school, again.
Al proposito, ascoltiamoci un fighissimo contributo musicale firmato Deftones. Perché? Perché il blog è mio, qui comando io, porcodiquellozio! Anzi, porco Diaz!


Il regista di Bad Teacher è Jake Kasdan, già dietro la macchina da presa per i presto dimenticabili Orange County (non la serie tv) e Walk Hard - La storia di Dewey Cox, nonché figlio culattone raccomandato di Lawrence Kasdan, il regista de Il grande freddo, che ci ricorda come il sistema di raccomandazioni valga anche per l’America e non solo per l’Italia.
Se la sceneggiatura è più prevedibile del risultato di una partita tra Barcellona e Napoli (e forse tra Barcellona e Milan, ma per quello staremo a vedere…) e la regia non lascia certo il segno, le note positive arrivano allora dal cast.
Cameron Diaz si trova alle prese con un personaggio che vorrebbe essere una versione più perfida della terribile ed esilarante Sue Sylvester di Glee e lo interpreta tutto sommato in maniera azzeccata, ricordandoci per di più di essere ancora in gran forma fisica con una scenona di sexy lavaggio d’auto del tutto gratuita quanto ben accetta.
Nota curiosa: dopo The Green Hornet, anche qui viene usata “Gangsta’s Paradise” di Coolio. Che Cameron Diaz abbia inserito tra le clausole del suo contratto l’obbligo di suonarla in colonna sonora, altrimenti lei non partecipa? Bizzarrie da star!

Ma il meglio arriva dal contorno, tanto che io avrei regalato maggior spazio ai comprimari rispetto alla bad (ma poi alla fine nemmeno così bad) teacher: Justin Timberlake continua a convincere in tutto quello che fa, sia come cantante, ballerino, playboy, attore drammatico (vedi The Social Network) o, in questo caso, attore brillante. Se il suo personaggio è quello di un insegnante che pur di essere amico di tutti è privo di una sua personalità, la performance di Timberlake sprigiona invece personalità da tutti i pori e ci regala pure una ottima interpretazione musicale (volontariamente) stonata. O quasi stonata, è pur sempre Justin Timberlake. E, ritirando in ballo Glee, se Cameron è un po’ una Sue Sylvester meno incarognita, Justin sembra invece una parodia (volontaria o meno?) del precisino prof. Schuester.
Ma er mejo der mejo de tutti in assoluto è Lucy Punch, già una delle poche ragioni di esistere dell’Incontrerai l’uomo dei tuoi sogni di Woody Allen, e qui davvero esilarante con la sua faccia “strana” nella parte dell’insegnante perfettina che prova a mettere i bastoni tra le ruote della bad Cameron. Poi c’è anche un ordinario Jason Segel dalla sitcom How I met your mother, nei panni del prof. di ginnastica, e una serie di ragazzini i cui personaggi sono però un po’ troppo abbozzati e lasciati al loro giovane destino.

Un film guardabile? Assolutamente sì. Ben recitato? Questo è il suo miglior pregio. Fa ridere? Ogni tanto, però il più delle volte si percepisce una sensazione di fatica, di sforzo eccessivo nel voler provocare la risata a tutti i costi. E questa è una cosa che nelle commedie riuscite non accade, perché lì la risata viene spontanea e naturale.
Bad Movie? Nah.
Good Movie? Nemmeno.
Io gli affibio al massimo l’etichetta di Decent Movie e può ringraziare il cielo che non posso rimandarlo a settembre, perché siamo già a settembre.
E quindi tornateve a scuola...
sfigati.
(voto 6-/10)

Solita nota a dir poco scettica sulla scelta del titolo italiano: visto che di tenere solo Bad Teacher proprio non se ne parlava, si pensava a un Bad Teacher: una prof da sballo, che non sarebbe stato malaccio ed era in linea con la pellicola. Invece no, alla fine si è scelto il letterale quanto insipido Bad Teacher: una cattiva maestra…

mercoledì 9 marzo 2011

Mi ricordo calabroni verdi

Solita scena di esplosione messa per far felici i bambini e/o Mr. Ford
The Green Hornet
(USA 2011)
Regia: Michel Gondry
Cast: Seth Rogen, Jay Chou, Christoph Waltz, Cameron Diaz, James Franco, Edward Furlong, Tom Wilkinson, Analeigh Tipton
Genere: improbabili supereroi
Se ti piace guarda anche: Misfits, Kick-Ass, Strafumati

Trama semiseria
Seth Rogen è il solito figlio di un imprenditore che alla morte del padre anziché andare in giro per il mondo a spendere i soldi in bunga bunga party decide di diventare un supereroe. Solito magari non tanto, visto che Seth Rogen è un filo più sfigato degli attori abituali assunti per interpretare i supereroi [Robert Downey Jr., Chris Evans, il premio Oscar Christian Bale (parentesi nella parentesi: figata dire il premio Oscar Christian Bale)] e visto che come alter-ego sceglie di essere un… calabrone verde. Tra pipistrelli, ragni e tigri (il mitico Uomo Tigre!) gli animali più fighi magari li avevano già presi tutti, ma solo un cazzo di calabrone verde rimaneva?!?

Michel Gondry, non esattamente una persona normale
Recensione cannibale
Non me ne frega tanto dei supereroi, o di una versione parodistica dei supereroi, per quello c’è già Misfits che è una figata insuperabile. La cosa che più mi importava di questo film era vedere se il grande regista Michel Gondry alle prese con una grossa produzione hollywoodiana si sarebbe sputtanato o sarebbe riuscito a mantenere una sua dignità. La risposta è…

Michel Gondry ce l’ha fatta! Certo, siamo ad anni luce di distanza dai suoi film più riusciti come L’arte del sogno e Se mi lasci ti cancello, però Gondry nel corso della sua lunga carriera era un videomaker e autore di pubblicità ancor prima che filmmaker e di lavori dietro commissione ne aveva già fatti, quindi questa non era per lui una novità assoluta, vedi il suo stupendo spot per la Levi’s.


Questo The Green Hornet anziché i suoi onirici trip per cui è celebre, riporta comunque alla mente un film “minore” nella carriera del regista come il divertente Be Kind Rewind, pure quello come questo incentrato su una coppia di improbabili amici composta da un comico (Jack Black là, Seth Rogen qui) + un rapper (Mos Def là, il taiwanese Jay Chou qui). La scelta della colonna sonora conferma quindi la sua varietà di gusti (si passa dai White Stripes a Coolio, da Johnny Cash ai Van Halen), mentre l’uso dello split-screen rimanda al suo video capolavoro Sugar Water delle Cibo Matto (seppure non raggiungendo gli stessi livelli di genialità).


Questo pirla di Seth Rogen era davvero la scelta migliore?
Gondry è poi una rivelazione assoluta nelle scene d’azione, girate con un ritmo travolgente e di gran lunga migliori di quanto visto in pellicole analoghe (vedi Iron Man girato da quel cane di Jon Favreau). Insomma il regista francese con questo film si candida ad autorevole fenomeno non solo per sogni radical-chic ma anche per super blockbuster hollywoodiani, se non ai livelli di un Christopher Nolan perlomeno di un Sam Raimi.

Ci troviamo quindi di fronte a un film-bomba? Non proprio. Se il reparto registico funziona alla grande, lo stesso non si può dire del resto. La scelta del protagonista Seth Rogen non è così azzeccata, io avrei visto meglio un Robert Downey Jr., ad esempio, mentre il collega Jay Chou pur avendo l’ingrato compito di prendere la parte che fu di Bruce Lee nella versione tv degli anni Sessanta, se la cava (abbastanza) bene. Del tutto inutile il personaggio di Cameron Diaz, una figura di contorno cui o si dava maggiore spessore, oppure la si eliminava del tutto, visto che lo pseudo triangolo sentimentale non funziona per nulla e non fa nemmeno ridere. Discreto, seppure molto stereotipato, il cattivone interpretato dal basterd Christoph Waltz, rovinato comunque da un doppiaggio italiano con il solito parodistico accento dell'Est.
Su questo basterd non faccio commenti ironici che mi sembra pericoloso
Il ritmo delle battute e l’ironia dei dialoghi è comunque superiore alla media del genere, già a partire dalla fenomenale scena d’apertura con un esilarante cameo di James Franco, peccato che la storia sia la solita lotta tra bene e male (e che un ricco figlio di papà idiota sia il bene è alquanto discutibile) e non riservi motivi di particolare interesse. La parte finale scivola poi nella solita lunga sequenza di inseguimenti che io (e forse anche Gondry) avrei evitato, ma che per motivi di commercializzazione del prodotto devono essere inseriti per contratto.

Se diverse cose nel film (comunque molto godibile) non funzionano del tutto, Michel Gondry ha fatto il suo ingresso nel mondo dei blockbusteroni non in maniera trionfale ma comunque con piena dignità e con qualche bella invezione stilistica dalla sua. Magari non ha potuto spiegare del tutto le ali e come un calabrone si è dovuto accontentare di volare basso. Ma il volo basso di un Gondry verde è pur sempre un gran bel vedere.
(voto 6,5)


Canzone cult: Coolio feat. L.V. “Gangsta’s Paradise”

mercoledì 5 gennaio 2011

I miei film dell'anno 2010 - n. 24 The Box

The Box
(USA)
Regia: Richard Kelly
Cast: Cameron Diaz, James Marsden, Frank Langella, James Rebhorn, Holmes Osborne, Sam Oz Stone
Genere: horror sci-fi
Se ti piace guarda anche: Donnie Darko, Southland Tales, Strade perdute

Trama semiseria
Anni ’70. Un tizio dal volto per metà sfigurata e per l’altra metà comunque inquietante si presenta alla porta di Cameron Diaz con un’offerta allettante e per fortuna di Cameron non sessuale: “Ti do un milione di dollari (che già oggi non fanno schifo, figuriamoci allora) se premi questo bottone. Quando lo premerai, una persona da qualche parte nel mondo morirà”. A questo punto arriva un politico italiano a vostra libera scelta e fa: “Un milione di dollari? Ma io lo faccio tranquillamente anche per 10 euro! Devo pure dare il culo? No problem.” Per Cameron Diaz e il marito James Marsden il dilemma li farà invece sprofondare in un dilemma da incubo.

Pregi: Richard “Donnie Darko” Kelly è il regista visivamente più interessante che l’umanità ci abbia regalato negli ultimi 10 anni e qui si conferma facendo sprofondare una storia piuttosto semplice in un horror visionario alquanto complicato
Difetti: io e l’amico blogger Oh-Dae Soo pare siamo gli unici due esseri umani in tutto il globo ad aver apprezzato questa piccola perla di film. Peggio per le altre 5.999.999.998 persone.

Personaggio cult: l’inquietante Frank Langella
Scena cult: l’inquietante cameriere alla festa che ride
Canzone cult: le inquietanti atmosfere create dalle musiche originali composte da Owen Pallett con Win Butler e Régine Chassagne degli Arcade Fire

Leggi la mia RECENSIONE

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...

DISCLAIMER

Questo blog non rappresenta una testata giornalistica, pertanto non può considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 7.03.2001. L'autore, inoltre, non ha alcuna responsabilità per il contenuto dei commenti relativi ai post e si assume il diritto di eliminare o censurare quelli non rispondenti ai canoni del dialogo aperto e civile. Salvo diversa indicazione, le immagini e i prodotti multimediali pubblicati sono tratti direttamente dal Web. Nel caso in cui la pubblicazione di tali materiali dovesse ledere il diritto d'autore si prega di Contattarmi per la loro immediata rimozione all'indirizzo marcogoi82@gmail.com