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mercoledì 27 marzo 2013

BLACK GRILLO

Black Mirror
(mini-serie UK, stagione 2)
Rete britannica: Channel 4
Rete italiana: Sky Cinema 1
Creato da: Charlie Brooker
Genere: distopico
Se ti piace guarda anche: Antiviral, Dead Set, In The Flesh

Accendete i black mirror, gli schermi neri delle vostre televisioni o dei vostri computer e guardatevi Black Mirror. Non ve ne pentirete. O forse sì, perché dalla visione ne uscirete più inquietati rispetto al futuro e pure al presente di quanto non potevate già essere prima, però d’altra parte questa è una mini-serie imprescindibile. Tanto per tirare fuori uno dei miei paragoni (forse?) esagerati, posso dire che Black Mirror è il 1984 degli Anni Zero. Una visione distopica del presente, o del futuro immediato, che fa riflettere su come la tecnologia sta cambiando il mondo e in che direzione lo sta portando. Anche se poi, ovvio, le colpe non sono della tecnologia, ma dell’uso che l’uomo ne fa.

Già la stagione 1 della serie inglese creata dal geniale Charlie Brooker aveva fatto parecchio discutere, anche qui in Italia. Era arrivata come un fulmine a ciel sereno e, se possiamo trovare un difetto alla season 2, è che ovviamente manca lo stesso effetto sorpresa. Manca l’effetto, ma certo non le sorprese.
Ai tempi della prima stagione, ovvero l’anno scorso, a scatenare le attenzioni mediatiche era sta soprattutto l’acida accusa di moralismo rivolta da Aldo Grasso sul Corriere nei confronti della serie made in UK. Tralasciando il fatto che un italiano che accusa gli inglesi di moralismo è credibile quanto un inglese che attacca la cucina italiana, Grasso è un critico di solito rispettabile e tutto, però in questo caso l’impressione è che abbia preso una cantonata, e pure di quelle clamorose.
La stagione 2 di Black Mirror sta comunque suscitando un clamore ancora maggiore, per via in particolare del terzo episodio, The Waldo Moment, che presenta delle analogie alquanto inquietanti con la situazione politica italiana attuale. Ma c’arriveremo. Vediamo i 3 episodi di questa nuova folgorante season di Black Mirror più nel dettaglio, uno ad uno.
Per quelli che se la sono persa, ricordo che le puntate sono mini-film indipendenti l’una dalle altre e sono quindi visibili anche singolarmente. In più sono disponibili pure in italiano, grazie a Sky Cinema 1.
Da qui in poi, leggete a vostro rischio e pericolo: ATTENZIONE SPOILER!

"Ah, per cominciare bene la giornata, non c'è niente di meglio
che essere in disaccordo con Pensieri Cannibali."
Be Right Back
Regia: Owen Harris
Sceneggiatura: Charlie Brooker
Cast: Hayley Atwell, Domhnall Gleeson

L’episodio romantico-inquietante.
Oggi esiste una app per tutto. Beh, non proprio per tutto. Ne manca una, inventata da questo primo episodio della seconda stagione di Black Mirror: la app dei morti.
Per affrontare la perdita del moroso deceduto, Martha (Hayley Atwell vista in Captain America e Sogni e delitti) utilizza prima in maniera riluttante, poi sempre più convinta un innovativo software che simula il comportamento del caro estinto. Come essere possibile cio?
In pratica, questa app prende tutte le informazioni che noi abbiamo lasciato in vita in rete (e-mail, video, post, status su Facebook, cinguettii su Twitter, etc.), li elabora e li risputa fuori, simulando ad esempio una risposta a un messaggio così come la daremmo noi. In pratica, un generatore automatico di vita.
Facciamo un altro esempio macabro: se io dovessi venire a mancare, questo software potrebbe prendere tutti i post passati pubblicati su Pensieri Cannibali, rielaborarli e poi sputare fuori recensioni di nuovi film, dischi o serie tv così come le avrei scritte io.
Ma una app può davvero sostituire una persona?
La risposta (o forse no) ce la dà questo folgorante episodio, il più emotivo e toccante della stagione, in grado di riflettere sul delicato tema della vita dopo la morte. Una tematica più che mai in voga nelle serie tv odierne, da The Walking Dead a Les Revenants fino alla new-entry britannica In the Flash, ma che Black Mirror sa affrontare con il suo solito piglio angosciante e originale. David Cronenberg potrebbe prenderne spunto per un suo prossimo film.
(voto 8/10)

"Mi sa che non mi conviene votare la fiducia al Governo.
C'è Grillo Waldo che mi insegue..."
White Bear
Regia: Carl Tibbetts
Sceneggiatura: Charlie Brooker
Cast: Lenora Crichlow, Michael Smiley, Tuppence Middleton, Ian Bonar

L’episodio socio-inquietante.
La prima parte della puntata è all’insegna del survival-horror più classico. Una ragazza (Lenora Crichlow di Being Human UK), si sveglia priva di memoria ed è braccata da un gruppo di cacciatori, mentre tutto intorno il pubblico la osserva, la fotografa e la filma senza aiutarla. Perché succedere questo?
La risposta è ancora più crudele e inquietante di quanto possiamo immaginare e l’evoluzione della vicenda, dopo un inizio piuttosto tradizionale e che sa di déjà vu, assume nella parte finale i contorni geniali tipici di Black Mirror. Da semplice estremizzazione dei reality-show come poteva sembrare, diventa una riflessione feroce sul senso di giustizia e punizione. Tra Arancia meccanica e il cinema di Haneke più bastardo, un occhio per occhio, dente per dente a uso e consumo della società moderna.
(voto 7,5/10)

"Sei morto, sei vecchio, sei come i politici!"
"Ma vaffanwaldo, va!"
The Grillo Moment
The Waldo Moment
Regia: Bryn Higgins
Sceneggiatura: Charlie Brooker
Cast: Waldo, Daniel Rigby, Chloe Pirrie, Jason Flemyng, Tobias Menzies, Christina Chong

L’episodio politico-inquietante.
Ci sono opere che sfuggono al controllo dei loro creatori. Opere partite con determinate intenzioni che poi gettate in pasto al pubblico possono assumere contorni e significati che all’inizio probabilmente non erano nemmeno intenzionali. The Waldo Moment rientra in questo gruppo di opere, soprattutto alla luce dell’attuale situazione politica italiana. Ma di cosa parlare codesto tanto discusso episodio?
Waldo è un cartone animato, un orso blu, un comico che prende di mira in maniera feroce e volgare chiunque. Un generatore automatico di vaffa. A un certo punto se la prende con un politico e la cosa ha talmente successo e trova un così ampio consenso popolare da spingere i produttori del suo show televisivo a candidare Waldo in politica. Attraverso la rete, nascerà un vero e proprio movimento 5 stelle di antipolitica. Vi ricorda qualcosa?
La realtà diventa finzione che diventa realtà che diventa finzione che diventa realtà che diventa finzione che diventa realtà che diventa finzione diventa finzione che diventa realtà che diventa finzione diventa finzione che diventa realtà che diventa finzione diventa finzione che diventa realtà che diventa finzione fino a che è come guardare la società italiana riflessa in uno specchio nero.
Se l’episodio sembra ispirato, ma non credo lo sia, all’ascesa politica in Italia di Beppe Grillo, lo stesso Grillo negli ultimi giorni ha dichiarato che quello del Movimento 5 Stelle è un modello da esportazione internazionale. Esattamente ciò che succede nell’episodio. La finzione che diventa realtà. Che Grillo abbia avuto quest’idea dopo aver visto The Waldo Moment?
Invece delle continue lamentele nei confronti del sistema mediatico e d’informazione italiano, che sì fa schifo soprattutto quello televisivo ma non è certo una novità, e invece di continuare a fare l’Antonio Conte vittima dei gomblotti della situazione, mi piacerebbe sapere cosa ne pensa Grillo di questo episodio. Uno come lui sempre attento a tutto ciò che lo circonda, credo l’abbia visto. Credo glielo abbiano segnalato, ora che è passato anche su Sky Cinema.
Al di là di cosa ne possa pensare lui, io penso che questo episodio, questo mini-film The Waldo Moment dovrebbe essere proiettato, magari insieme all’altrettanto interessante pellicola tedesca L’onda, in tutte le scuole. E dovrebbe passare non solo su Sky Cinema, ma in prima serata su Rai Uno. Perché riesce a riflettere, senza nemmeno volerlo intenzionalmente, un’immagine dell’Italia di oggi che nessun documentario, nessun Porta a porta, nessun salottino televisivo riesce intenzionalmente a dare.
E ci piace ciò che vediamo riflesso dentro questo Black Mirror?
(voto 8,5/10)



mercoledì 25 gennaio 2012

Black Mirror: specchio riflesso, se ti muovi sei un fesso

Black Mirror
(mini-serie in 3 episodi)
Rete britannica: Channel 4
Rete italiana: non ancora arrivata
Creata da: Charlie Brooker
Genere: folgorante
Se ti piace guarda anche: Dead Set, Misfits, V per Vendetta, Attack the Block, The Fades

Non avevo capito subito a cosa si riferisse il titolo di questa serie.
Black Mirror.
Cazzo vuol dire?
Alla seconda puntata ci sono arrivato: Black Mirror è un riflesso della nostra società, un riflesso oscuro, estremo, che ci dice non dove siamo arrivati, ma dove potremmo arrivare nel giro di poco, pochissimo tempo.
Black Mirror è una mini-serie britannica di appena tre puntate ed è composta da tre storie l’una indipendente dall’altra. Tre episodi che potete gustarvi come tre mini-film singoli ed è quindi consigliata anche a quegli snob che di solito le serie tv le snobbano.
Innanzitutto ringrazio infinitamente Lorenzo del blog Dandy’s per averla gentilmente posta alla mia attenzione, e per seconda cosa vorrei parlarvi di questa serie senza svelarvi troppi dettagli sulle trame. Perché questa serie va gustata senza saperne molto, come uno shock che ti sorprende e ti lascia senza fiato.

Il creatore di Black Mirror è Charlie Brooker, proprio quello di Dead Set, la serie con gli zombie (ben prima di The Walking Dead) che irrompevano al Grande Fratello britannico. Uno spunto geniale che si sviluppava presentando risvolti televisivi ma soprattutto sociali molto dissacranti e che però come difetto non sembrava ancora del tutto compiuta. Qui Brooker ha invece compiuto il passo successivo e la sua riflessione sul presente raggiungono una decisa maturità. Non solo una serie di idee di partenza geniali (vedere gli episodi per capire ciò di cui sto parlando), ma anche uno sviluppo del tutto compiuto, soprattutto nei primi due episodi, in grado non solo di dissacrare, bensì portare alle estreme conseguenze la società mediatica in cui viviamo oggi.

Episodio 1
The National Anthem
Scritto da: Charlie Brooker
Cast: Rory Kinnear, Lindsay Duncan, Donald Sumpter, Lydia Wilson

Il primo episodio The National Anthem è stato definito “una contorta parabola per l’era di Twitter” (fonte Wikipedia) ed è davvero così, però è pure qualcosa in più. Un thriller (quasi horror a tratti) adrenalinico come negli ultimi tempi raramente mi è capitato di vedere, e parlo anche di pellicole cinematografiche e non solo di serie televisive, oltre che una riflessione tanto ironica quanto profonda sulle contraddizioni dell’epoca in cui viviamo. Media, terrorismo, politica, casa reale inglese, maiali! Dentro c’è tutto questo e molto di più.
L'episodio tra l'altro contiene il momento WTF supremo.
(voto primo episodio: 8+)

Episodio 2
Fifteen Million Merits
Scritto da: Charlie Brooker, Konnie Hug
Cast: Daniel Kaluuya, Jessica Brown Findlay, Rupert Everett, Julia Davis, Paul Popplewell

Il secondo episodio Fifteen Million Merits è un’altra mazzata e a livello emotivo è persino ancora più coinvolgente. Rispetto al primo è del tutto diverso il contesto, più futuristico, eppure è in grado di riflettere pure questo in maniera distorta, ma solo leggermente distorta, il nostro mondo. Questa volta a essere presi di mira sono una società inutilmente ed eccessivamente consumista, volta al continuo accumulo di oggetti del tutto innecessari ma di cui ormai non possiamo vivere senza. Applicazioni e beni cui possiamo accedere grazie al touch screen ma che allo stesso tempo ci allontanano sempre di più dalla realtà, la vera realtà, e ci rendono automi senz’anima. Dei vuoti contenitori di contenuti inesistenti. Tra app e talent-show, ne viene fuori una sorta di Orwell per la Twitter generation. Azzo, Wikipedia ne sa davvero una più del diavolo!
Protagonista è uno strepitoso Daniel Kaluuya, già mio idolo personale per l’altra spettacolosa serie UK The Fades e che qui offre una performance potentissima da Oscar, o almeno da BAFTA, e poi ci sono anche la gnoccolosa Jessica Brown Findlay spedita nel futuro dal passato di Downton Abbey e un (quasi) irriconoscibile Rupert Everett nella parte del giurato televisivo bastardo alla Simon Cowell.
(voto secondo episodio: 8,5)

Episodio 3
The Entire History of You
Scritto da: Jesse Armstrong
Cast: Toby Kebbell, Jodie Whittaker, Tom Cullen, Amy Beth Hayes, Rebekah Staton, Rhashan Stone

Il terzo episodio The Entire History of You è l’anello un pochino più debole della (pregiatissima) collana, in cui si fa sentire un pochino la mancanza di Charlie Brooker in fase di sceneggiatura. Cosa che significa che ci troviamo comunque di fronte a un prodotto superiore alla stragrande maggioranza di ciò che si vede in tv, nel mondo, in UK e ancor più in Italia. Lo spunto di partenza è geniale (quasi) quanto quello degli altri due episodi, incentrato com’è su una sorta di software che permette a ogni persona di rivivere e rivedere anche su schermo in qualunque momento momenti della sua vita passata. Il Grande Fratello portato alle estreme conseguenze in cui i protagonisti siamo noi stessi. Grande idea di partenza, ma svolgimento leggermente inferiore agli altri due episodi, con la storia che si concentra soprattutto sulla relazione di una coppia e su un tradimento (presunto o immaginario?). Cast pure qui di giovani star british emergenti, con Toby Kebbell (nel cast dello spielberghiano War Horse) e Jodie Whittaker, la bionda di Attack the Block.
(voto terzo episodio: 7,5)

Black Mirror è una serie che dimostra come la televisione, quella ben fatta (ebbene sì, esiste!), è davvero capace di riflettere la società e far riflettere sulla società attuale con una rapidità di esecuzione che per forza di cose altri mezzi come il cinema non possiedono.
Il consiglio è quindi uno e trino: guardatevi questi 3 episodi, anzi questi 3 piccoli (ma solo per la durata, tra i 50 e i 60 minuti l’uno) film e non rompete il cazzo che le serie televisive non le guardate. Ogni puntata racconta una storia diversa e non legata alle altre, eppure il quadro che ne viene fuori è una fotografia impietosa, ironica e reale del domani. E con domani intendo proprio il domani domani, non tra 10 o 20 anni. E anziché fotografia sarebbe meglio parlare di riflesso. Quello dello specchio nero in cui questa serie ci costringe a guardare. Uno spettacolo divertente e straniante, proprio quanto una visita alle giostre nella casa degli specchi.

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