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mercoledì 15 gennaio 2020

ImmigraTolo Tolo




Tolo Tolo
Regia: Luca Medici
Cast: Checco Zalone, Souleymane Sylla, Manda Touré, Nassor Said Birya, Alexis Michalik, Barbara Bouchet, Nicola Di Bari


Come si fa un film politico senza che sia un mattonazzo pesante, noioso, pretenzioso, che non voglia per forza dirci da quale parte schierarci, a sinistra, a destra, al centro o chissà dove?

venerdì 16 dicembre 2016

Men of the Year 2016 – La top 10 di Pensieri Cannibali







C'è una cosa che tutto il mondo si stava chiedendo in questi giorni.
Dopo essere stato eletto Presidente degli Stati Uniti e scelto come Person of the Year dal prestigioso Time magazine, Donald Trump sarebbe comparso anche nella classifica dei Men of the Year 2016 di Pensieri Cannibali?
La risposta al quesito che stava tenendo milioni, forse miliardi di persone con il fiato sospeso è...

Assolutamente no, fanculo Trump!

Nell'elenco degli uomini dell'anno di Pensieri Cannibali comunque i nomi discussi e discutibili non mancano. Scoprite chi è riuscito a finire nella lista, subito dopo aver ricordato i vincitori delle annate passate.

2015 Jon Hamm


Men of the Year 2016 - La Top 10 di Pensieri Cannibali


lunedì 18 aprile 2016

Quo vedo?





Quo vado?
(Italia 2016)
Regia: Gennaro Nunziante
Sceneggiatura: Gennaro Nunziante, Checco Zalone
Cast: Checco Zalone, Eleonora Giovanardi, Sonia Bergamasco, Lino Banfi, Ludovica Modugno, Maurizio Micheli, Paolo Pierobon, Azzurra Martino, Antonino Bruschetta, Adam Nour Marino
Genere: zaloniano
Se ti piace guarda anche: gli altri film con Checco Zalone

Mi sono commosso. A un certo punto guardando Quo vado? mi sono commosso.
Ci si può davvero commuovere guardando un film con Checco Zalone? È una cosa normale, o sono io quello strano?
È la stessa domanda che a un certo punto si pone il protagonista del film, quando si trova in Norvegia e si sente un alieno a vivere da italiano cafone in un paese tanto civile ed evoluto.
Non mi sono commosso per il finale, che qualcuno potrebbe considerare buonista e politically correct, quando invece è meglio definirlo “educato”.  Perché ebbene sì, questo è un film “educato”, o con cui almeno Checco Zalone ha cercato di fare l'educato. Rispetto ai suoi precedenti lavori contiene molte meno parolacce e volgarità. Anche se a un certo punto non ce la fa più a trattenersi ed esplode in una serie di epiteti a caso come “bocching” e “MILFing”. Si vede che il ragazzo – ha 38 anni però è ancora un ragazzo, dai! – si impegna per non scadere nella facile trivialità della peggio commedia all'italiana, quella alla Massimo Boldi, per dire, e che non si offenda che lo sa benissimo pure lui. In un certo senso questo è il film della maturità di Checco Zalone, più del precedente meno riuscito Sole a catinelle.

venerdì 1 gennaio 2016

Quo non vado al cinema





Benvenuti nel futuro. Benvenuti nel 2016.
Apriamo l'anno nuovo con un dilemma oserei dire esistenziale: il nuovo film con Checco Zalone riuscirà a superare gli incassi stellari dell'ultimo Star Wars?
È questo che la galassia, o per lo meno la Terra, o diciamo anche solo l'Italia, o magari solo io, si sta chiedendo.
Quo vado? si rivelerà un nuovo grande successo per il comico, oppure lo ridimensionerà? In attesa di scoprire la risposta del box-office, questo weekend di Capodanno propone anche un paio di altre pellicole.
Ecco le opinioni mie e del co-conduttore di questa rubrica, che purtroppo anche quest'anno è rimasto Mr. James Ford e non è stato rimpiazzato da un robot tipo Alicia Vikander, sui ben 3 film 3 in arrivo nei cinema.

Quo Vado?
"Pensieri Cannibali viene scritto direttamente da Casale Monferrato.
E dove cacchio è?"

lunedì 17 febbraio 2014

SÒLA A CATINELLE




Sole a catinelle
(Italia 2013)
Regia: Gennaro Nunziante
Sceneggiatura: Checco Zalone, Gennaro Nunziante
Cast: Checco Zalone, Robert Dancs, Miriam Dalmazio, Aurore Erguy, Angie Alexander, Marco Paolini
Genere: nazional-popolare
Se ti piace guarda anche: Cado dalle nubi, Che bella giornata, Tre uomini e una gamba

La gente inioranti subbito li riconosci, subbito.
La gente inioranti ha come nuova idola esistenziale La Giovii, la bulla di Bollate diventata famosa per aver preso a botte una sua coetanea nell’indifferenza generale di amici e amiche.
La gente inioranti usa “Porcoddue” come intercalare ogni 3x2, in frasi come: “Domenica sono stato a Messa, porcoddue!”
A proposito di 3x2, la gente inioranti quando c’è un’offerta al supermercato si fionda subito ad approfittarne: “C’è la Cacca-Cola in offerta 3x2, ne ho prese 8, ne ho prese, anche se io la Cacca-Cola manco la bevo! E poi ho visto la televendita con Giorgio Latrota che oltre ai materassi vende i televisori al plasmon in offerta. 2000 rate da 1 euro al giorno con lo sconto del 50 per mille! Me lo sono comprato subito, il televisore al plasmon.”

"Dai che se l'hanno dato alla Jolie, presto l'Oscar lo danno pure a noi!"
Ma la gente inioranti, lo legge Pensieri Cannibali? Se sa leggere, lo legge? Andiamo a chiederlo a un persono inioranto.
“Sì, Pensieri Carnibali. Lo leggo, ogni tanto. Non è che lo leggo leggo, parla sempre di film medioccidentali mai sentiti che nessuno s’incula. Però spesso ci sono foto di figa. E a me piace la figa!”
“Sì, ma quale figa, in particolare?”
“A me piace LA FIGA!”
“Ok, però magari c’è qualche attrice che gradisci più delle altre?”
“Sì, la Belè.”
“E chi cazz'è?”
“La Belè, la Belè. La Belè Rodrighe.”
“Aah, Belen Rodriguez. Hai scelto proprio un’attriciona.”
“Sì, e poi Larculi.”
“Vuoi dire Manuela Arcuri?”
“Sì sì, lei. E poi come attori mi piace Gabriel Grankio. Uh, se è bravo quello. Tutte se le fa le filmscion, tutte Maronna, piace anche a mia nonna, che quella è cresciuta con il cinema d’attore, quello di Dessica. Christian Dessica.”
“Scusa, mi puoi togliere ancora un dubbio: qual è il tuo gruppo preferito?”
“Facile, questa: i Moddà.”
“Vuoi dire i Modà? Ne ero sicuro.”
“Ultimissima cosa, per chi hai votato alle ultime elezioni?”
“Lo stesso che ho votato negli ultimi 20 anni.”
“Semper fidelis.”
“Fidelis, quel comunista? E che, so' scemo?”

La gente inioranti è andata al cinema a vedere Sole a catinelle e non l’ha visto solo una volta, l’ha visto un sacco di volte perché c’era il 3x2, per questo che è diventato il film itagliano più visto di tutti i tempi.
La gente inioranti non solo è andata a vederlo, ma gli è anche piaciuto parecchio. Per la gente inioranti, Sole a catinelle è stato il miglior film del 2013. Uno pensa che sarà anche l’unico film che hanno visto. E invece no.
“Uh, quest’anno ne ho visti un sacco di film! Ne ho visti quasi più delle partite della Giuve. Ne ho visti 3! Quello nuovo di Checca Zalone e i due vecchi di Checca Zalone.”
“Vuoi dire Checco Zalone?”
“Sì, Checca Zalone. Troppo simpatico. C’ho pure i suoi due altri film in Blu-Gay.”
“Vuoi dire in Blu-Ray?”
“Sì, sì, proprio in Blu-Gay ce li ho. Li ho comprati tutti col 3x2.”

Anche a me Checco Zalone fa ridere. Questo significa che faccio pure io parte della gente inioranti? Oh, mio Dio. Sono pure io un itagliano medio?
Può darsi. Di certo sono tra i pochi blogger cinematografici, o presunti tali, in Italia e nel mondo ad aver apprezzato il suo fresco esordio cinematografico Cado dalle nubi e ancor di più il successivo Che bella giornata. In quella pellicola, Checco Zalone si prendeva gioco del sistema lavorativo italiano basato sulle raccomandazioni e riusciva a tirare fuori una piacevole commedia dalle venature romantiche inserendo al suo interno persino la tematica del terrorismo internazionale. Per quanto tutt’altro che un capolavoro, credo che quel film resterà il punto più alto nella “poetica” dell’attore/cantautore/comico pugliese, nonché la pellicola che continuerà a replicare all’infinito, come stanno facendo d’altra parte i suoi colleghi, da Leonardo Pieraccioni ad Aldo, Giovanni e Giacomo, impegnati a copiare ogni volta sempre più stancamente la formula dei loro vecchi successi del passato. E mi sa che ultimamente pure Carletto Verdone sta scendendo per questa pericolosa strada.

Il terzo film zaloniano Sole a catinelle appare come una replica della precedente pellicola. Anche qua Checco punta a regalare un ritratto ironico dell’Italia della crisi. Intento lodevole, risultato innocuo.
Qualcuno ha visto nel personaggio di Checco Zalone una celebrazione del berlusconismo. A me sembra più che altro uno sberleffo evidente nei confronti del berlusconiano e dell’itagliano medio, in pratica della gente inioranti. Nelle sue prese per il culo, per par condicio Zalone va a prendere di mira anche i radical-chic, i sindacati e la commercializzazione del comunismo (“Scusi della Che Guevara avete pure i borselli?” chiede Checco in una delle battute più riuscite). Insomma, ce n’ha davvero per tutti e ciò sarebbe anche un bene. Quello della pellicola è però un umorismo sterile, troppo leggero per essere considerato davvero corrosivo. Non che i suoi due film precedenti fossero delle bombe rivoluzionarie, ma se non altro avevano un piglio maggiormente politically incorrect. Con questo terzo film Checco si è invece ingentilito, ha tirato fuori una storiella padre-figlio in grado di far contenti tutti gli spettatori, grandi e piccini, si è limitato nell’uso delle parolacce (comunque presenti e sempre efficaci a livello comico), e ha cercato di fare un film politico. Sole a catinelle è un film politico che, come detto, ne ha per tutti. Destra e Sinistra. Solo che l’umorismo di Zalone qui presente è come quello di Striscia la notizia. Battute innocenti che fanno sorridere sia il pubblico di sinistra che quello di destra e non fanno del male a nessuno.

Se Checco Zalone vi fa ridere, passerete una striminzita ora e un quarto a ridere, perché Sole a catinelle da un punto di vista strettamente comico funziona. A livello cinematografico invece è nullo, ancor più dei suoi due precedenti. C’è una sigla animata che, più che per un film, andrebbe bene per una di quelle fiction con Gerry Scotti, c’è un momento videoclip con Zalone impegnato a cantare uno dei suoi brani presa per il culo dei neomelodici che però ormai suonano quasi più come una celebrazione dei neomelodici, c’è una trama degna di un temino delle elementari (non a caso scelto come espediente narrativo iniziale) e c’è un doppio finale campato per aria tanto per allungare un minutaggio più da episodio di una serie tv che da film vero e proprio. Inoltre, il bambino con i capelli da emo che interpreta il figlio di Checco Zalone, tale Robert Dancs, è davvero insopportabile, come quasi tutti i bambini nei film d’altra parte, e almeno in questo se non altro Sole a catinelle si mantiene al livello degli standard internazionali.

"Ciao Cannibal! Mentre tu stai lì a criticare, noi ce ne stiamo qui al mare!
Chi sono adesso la gente inioranti?"
Peccato, perché la possibilità di fare una pellicola che, anziché essere soltanto comica, potesse avere anche qualcosa da dire c’erano. La vicenda del viaggio padre-figlio, molto semplice e già sfruttata in un sacco di altri film, da In viaggio con papà fino al recente Nebraska, sarebbe stata l’occasione perfetta per un on the road ironico in giro tra le brutture del nostro paese.
Puntando ancora più in alto, nel suo fotografare l'Italia di oggi sarebbe potuta quasi diventare una versione comedy di un film come La grande bellezza. Così non è. Il problema principale di Sole a catinelle è che il confine tra sberleffo e celebrazione dell’itagliano medio è talmente sottile che forse non c’è nemmeno. Sarebbe interessante vedere cosa potrebbe combinare Checco Zalone nelle mani di un Paolo Sorrentino. Dopotutto Fellini ha lavorato più volte con Alvaro Vitali, quindi non sarebbe nemmeno una cosa così shockante. Così com’è, con la regia sciapa, per non dire inesistente, di Gennaro Nunziante, con una sceneggiatura incapace di andare oltre alle battutine pur divertenti per farsi vera satira sociale e politica, Sole a catinelle appare all'incirca come una versione aggiornata dei film di Pierino. Fa ridere, ma niente più di questo. Non riesce mai trasformarsi da semplice riflesso a riflessione vera e propria sull’Italietta attuale.
O forse è solo colpa mia. Checco Zalone non mi piace più come prima. Checco Zalone mi sta già stufando. Ciò significa che sto guarendo. Non sono più un itagliano medio. Non faccio più parte della gente inioranti. Porcoddue.
(voto 5/10)

mercoledì 4 dicembre 2013

MAN OF THE YEAR 2013 – N. 16 CHECCO ZALONE



Checco Zalone
(Italia 1977)
Genere: buzzurro
Il suo 2013: è il protagonista del film campione di incassi Soldi Sole a catinelle
Se ti piace lui, ti potrebbero piacere anche: Aldo, Giovanni e Giacomo, Luca e Paolo
È in classifica: perché Sole a catinelle ha praticamente incassato da solo quanto e probabilmente di più di tutti i film italiani (presunti) impegnati dell'anno messi insieme. Che non è manco detto che a livello qualitativo siano migliori...
E poi perché fa ridere, ammettiamolo.
Il suo discorso di ringraziamento: "Dopo questo riconoscimento cannibale resto umile e punto giusto... all'Oscar."


Dicono di lui su
cinguettator

Renato Brunetta @nanonanolatuamano
#CheccoZalone è di destra.


Gianni Cuperlo @CuperloOfficial
#CheccoZalone è di sinistra.


Grillo parlante @PeppaGrillo
#CheccoZalone è un grillino.


George W. Bush @Giorgino46
#CheccoZalone è repubblicano.


Barack Obama @BarackAttack
Who the fuck is #CheccoZalone?


Checca Zalone @checca_zalone69
Mmm... che sexy, quel #CheccoZalone. Me lo magnerei tutto, gnam.


Cacca Zalone @kakkalone
Mmm… a me #CheccoZalone fa proprio cagare.



giovedì 31 ottobre 2013

FILM A CATINELLE




Checco Zalone sì? Checco Zalone no?
In questo weekend il comico pugliese invade gli schermi italiani e, ok, a livello cinematografico il suo nuovo Sole a catinelle difficilmente si rivelerà un capolavoro, però quattro risate potrebbe garantirle.
Il grande pubblico è quindi accontentato, ma pure i palati più fini avranno di che godere, con un paio di potenziali gioiellini d’autore in arrivo da Grecia e Spagna, più Before Midnight, il terzo capitolo della saga indie-cult di Richard Linklater. Avranno di che godere almeno coloro che riusciranno a trovarli, nelle poche sale in cui verranno distribuiti.
Considerando che c’è pure un’americanata ruffianata con Tom Hanks e un horror pronto per Halloween, questa settimana ce n’è da far contenti un po’ tutti. Tranne fordse il blogger co-conduttore di questa rubrica MrFord, che si lamenterà per l’assenza di un nuovo film con Schwarzy + Stallone.

"Fordino, basta con le cagate di Stallone. Io sì che ti porto a vedere
un film d'autore: Sole a catinelle."
Sole a catinelle di Gennaro Nunziante
Il consiglio di Cannibal: risate a catinelle, si spera
Così come MrFord non ce la faccio a farmelo stare simpatico, Checco Zalone non ce la faccio a farmelo stare antipatico. A me fa ridere e se per questo, o magari anche non solo per questo, devo essere considerato un idiota, pazienza. Per quanto cinematograficamente irrilevanti, i suoi primi due film Cado dalle nubi e Che bella giornata mi avevano divertito parecchio, non mi vergono di dirlo. Forse un pochino sì.
Due commediole leggere e prevedibili, ma nemmeno così sceme e con anzi una comicità molto autoironica e bella cattivella, soprattutto per i buonisti standard italiani. Non correrò a vedere questo Sole a catinelle, ma se mi pioverà addosso non aprirò l’ombrello e me lo godrò. Alla faccia degli snob come Ford che “Checco Zalone no, che schifo!”. E poi il radical-chic sono io…
Il consiglio di Ford: bottigliate a catinelle.
Checco Zalone non mi sta antipatico, dico sul serio. Trovo che sappia fare il suo mestiere, e se la cavi anche dal punto di vista musicale. Ma al Cinema proprio non ce lo vedo, nonostante gli incassi e tutto il resto. Non ho visto Cado dalle nubi, ma Che bella giornata è stata una delle esperienze più traumatiche che ho vissuto come spettatore.
Inutile dire che prima di affibbiarmi un altro supplizio del genere dovranno passare almeno altri dieci anni.
Dunque lascio Zalone al Coniglione e proseguo.

"Cameriere, arrivano i nostri WhiteRussian?"
Before Midnight di Richard Linklater
Il consiglio di Cannibal: Trilogia del Before? Oh Yes. Trilogia del Be-Ford? No, thanks!
Ecco il terzo capitolo della saga più amata dai cinefili indie.
Harry Potter, Twilight, Batman, Superman, Rocky?
Ma va là. Sto parlando della “Trilogia del Before” firmata da Richard Linklater con protagonisti Ethan Hawke e Julie Delpy. Dopo Before Sunrise e Before Sunset, arriva Before Midnight.
Io, da buon fan della saga l’ho già visto e ne parlerò a breve. Quanto a Ford, gli consiglio una maratona immediata di tutti e tre gli episodi, per depurarsi dalle serie action trash anni ’80 che continua a guardarsi. Before the end of the world, Ford.
Il consiglio di Ford: meglio late che never!
Non ho mai amato, ed in parte per presa di posizione, questo tipo di film indie da radical spocchiosi come il mio rivale, eppure la trilogia di Linklater è riuscita finalmente ad incuriosirmi, quindi a breve mi cimenterò in una maratona dei tre Before cercando di mantenermi il più imparziale possibile, almeno in partenza.
Sono molto curioso di scoprire quello che sarà il risultato, e chissà, forse l'influsso di Halloween porterà anche in questo caso il sottoscritto e Peppa Kid dalla stessa parte della barricata.

"Ma cooome? Il WhiteRussian è stato bandito anche dall'intera Grecia?"

Appena prima di buttarsi stava leggendo WhiteRussian.
E' il quinto caso solo questo mese.
Miss Violence di Alexandros Avranas
Il consiglio di Cannibal: Miss Ford ha cambiato nome?
Miss Violence è stato accolto alla grande all’ultimo Festival di Venezia, dove ha portato a casa ben due premi: il Leone d’Argento per la regia e la coppa Volpi per il miglior attore. Sticactus, mica roba da poco.
I premi ai festival cinematografici vanno presi sempre con le molle, un po’ come gli attesissimi Cannibal e WhiteRussian Awards di fine anno, però questo sembra un film autoriale bello potente e cattivo, dalla Grecia con furore, sperando di trovarci di fronte a qualcosa dell’impatto devastante di un Kynodontas di Giorgos Lanthimos o quasi.
Il trailer sulle note di “Dance Me to the End of Love” di Leonard Cohen promette bene e, se poi deluderà pazienza, come consolazione faremo scattare la violence contro Ford!
Il consiglio di Ford: la biografia di Katniss Kid o un film che davvero vale la pena di vedere?
Il Cinema greco, negli ultimi anni, ha conosciuto una nuova ribalta internazionale grazie a Lanthimos, autore dell'incredibile Kynodontas.
Questo Miss Violence potrebbe rivelarsi un suo almeno alla lontana degno erede, e ammetto di avere non poche aspettative in merito: sperando che le stesse non vengano tradite scatenando più bottigliate di quante se ne sia prese il mio rivale nell'ultima Blog War, mi butterò a capofitto nella visione.

"Ford, te mato!"
Blancanieves di Pablo Berger
Il consiglio di Cannibal: Ford, questo è un film DALLA Spagna, non SU Ivana Spagna, la tua cantante preferita
Blancanieves è un film muto in bianco e nero dall’atmosfera più retrò di un Mr. James Ford. Subito ovviamente è stato definito come un possibile The Artist spagnolo e in effetti sembrerebbe piuttosto intrigante. Una possibilità credo di potergliela dare.
Al film, non a Ford. A lui posso concedere giusto la possibilità di lasciare l’Italia senza che ci sia bisogno di troppe polemiche e senza parole, come un film muto.
Il consiglio di Ford: Blancasnieves Kid, la vittima preferita della Strega Fordiana.
Così come Miss Violence riesce ad incuriosirmi nonostante l'aura potenzialmente molto - se non troppo - autoriale, questo Blancasnieves mi puzza di radicalchiccata lontano un miglio, e dato che in questo periodo non ho alcuna voglia di perdere troppo tempo in pellicole inutili, credo lo lascerò almeno momentaneamente in standby, in attesa di scoprire cosa ne pensa il mio rivale e decidere di conseguenza.

"Mannaggia! Abbiamo dimenticato di prendere l'happy meal per Ford."
Ender’s Game di Gavin Hood
Il consiglio di Cannibal: checchè ne dica Ford, meglio gli Hunger Games
Ahia. Quando vedo il nome di Ford, io leggo flop. Poco importa che sia James Ford o Harrison Ford. Quest’ultimo ormai colleziona un disastro dopo l’altro e il fantascientifico Ender’s Game, tratto da una saga letteraria fantasy degli anni ’80, fin dal trailer si preannuncia una porcatona degna di After Earth. Io quindi avviso tutti: dove c’è Ford, c’è danno.
Il consiglio di Ford: la fine di Ford. Harrison, però.
Neanche il tempo di finire di massacrare l'orrendo Il potere dei soldi, ed ecco che Harrison Ford viene riproposto in sala con una potenziale porcatissima firmata da un regista che ho sempre trovato più inutile del Cannibale, Gavin Hood.
Nonostante, dunque, una materia che avrebbe potuto anche interessarmi, un titolo da scartare neanche fosse stato sostenuto con fervore dal mio antagonista.

"Hanks, sei peggio di Schettino. E pure di Ford!"
"No dai. Peggio di Ford no, vi prego!"
Captain Phillips – Attacco in mare aperto di Paul Greengrass
Il consiglio di Cannibal: americanata in mare aperto
C’è un nome che mi mette in agitazione più ancora di quello di Ford: Tom Hanks. Non lo reggo davvero. È un po’ il Fabio Fazio degli attori americani. Quando lo vedo, sento puzza di buonismo lontano un miglio. E in questo film, tratto da una storia vera su degli yankee presi in ostaggio da dei pirati somali, sento pure puzza di americanata e di celebrazione dei valori americani clamorosa. Al momento non credo di poter reggere una visione del genere e loro, insieme alle loro molto democratiche intercettazioni telefoniche, li darei volentieri in pasto ai pirati somali. E, se sulla barca avanza un posto, caricate su pure MrFord!
Il consiglio di Ford: attacco al buon gusto.
Greengrass, fino a qualche anno fa, sarebbe stato sinonimo di una almeno parziale garanzia, qui in casa Ford, considerata la saga dedicata a Bourne, eppure il trailer di questa roba che trasuda ammmereganismo è una delle visioni più agghiaccianti del mese, che sinceramente lascerei sciroppare al mio rivale in modo da fargli scontare l'ultima, clamorosa debacle nella recente Blog War anagrafica.
Ma sarò buono, e mi limiterò semplicemente ad evitarlo.

Il costume di Halloween di Ford?
No, la sua divisa ufficiale da wrestler.
Smiley di Michael J. Gallagher
Il consiglio di Cannibal: un horror da ridere
Cosa ne penso di Smiley?
Non ve lo dico, dovete andarvi a leggere la mia recensione.
Sinceramente non pensavo che un film low-budget, quasi amatoriale, del genere sarebbe arrivato nei nostri cinema. Evidentemente la nostra distribuzione sta alla canna del gas peggio di Ford e, pur di tirare fuori un horrorino da distribuire ad Halloween, ha scelto Smiley. Un filmino molto modesto, ma tutto sommato guardabile. Di più non vi dico, andate a leggervi la mia rece!
Il consiglio di Ford: per Halloween, aspettate la recensione fordiana di Halloween!
Filmetto che non mi dice praticamente nulla, e che soltanto il mio antagonista con i suoi scellerati gusti potevano in qualche modo risparmiare. Non credo che lo vedrò, considerato che la mia Halloween week ha progetti ben diversi ed un'agenda già piena di impegni.
A partire dal Maestro Carpenter.

"Filippo, lo so che una volta hai incontrato Ford.
Ma non devi lasciarti morire per questo."
"Dici così solo perché tu non l'hai mai conosciuto..."
Un castello in Italia di Valeria Bruni Tedeschi
Il consiglio di Cannibal: una radical-chic in Italia
Esiste qualcuno più radical-chic di Valeria Bruni Tedeschi, regista, sceneggiatrice e attrice italiana ma molto radical-chiccamente naturalizzata francese, figlia di un industriale e di una pianista, sorella di Carla Bruni e praticamente un personaggio di un film di Wes Anderson in carne e ossa?
No, non credo esista.
Nonostante il suo enorme radical-chicchismo, non ho visto i suoi precedenti film e chissà che non inizi da questo…
Nah, mi sa che potrebbe essere troppo radical-chic persino per me. Per Ford non oso immaginare. Una pellicola come questa potrebbe farlo diventare verde e trasformarlo nell’Incredibile Ford…
Il consiglio di Ford: Valeria Bruni Tedeschi. Ho detto tutto.
Il non plus ultra del radical chicchismo non solo della settimana, ma forse dell'anno, considerato l'effetto peggiorativo dato dal fatto di essere una pellicola made in Italy.
Non voglio neanche pensare di vederlo in locandina.

Zoran, il mio nipote scemo di Matteo Oletto
Il consiglio di Cannibal: Ford, il mio rivale scemo
Un film italiano?
No dai, ho mal di testa.
Il consiglio di Ford: Cannibal, il mio rivale radical.
Non bastava la Bruni Tedeschi, vero!?
La Terra dei cachi vuole decisamente il nostro male.

"Ma mannaggia a te Ford e ai noiosissimi film che mi consigli sempre!"

"Meglio ritirarli questi, che se no Ford se magna tutto."
Il pasticciere di Luigi Sardiello
Il consiglio di Cannibal: scommetto sarà un pasticcio, più che un pasticciere
Altro film italiano di cui io, personalmente, faccio volentieri a meno. E credo anche quel simpatico (?) pasticcione di Ford. Se poi voi volete proprio andare a vederlo, fate pure. Ognuno è libero di farsi del male come preferisce. Io ad esempio continuo a tenere una rubrica insieme al mio nemico mortale MrFord…
Il consiglio di Ford: il boss dei pasticci, Cannibal Kid.
Non c'è due senza tre, recita il detto.
E in una settimana di uscite in parte interessanti, questo sarà il terzo "gran rifiuto" offerto con grande piacere dal Saloon.


mercoledì 9 febbraio 2011

Ma la gente non si rompe i cogli*ni?

Ma la gente non si rompe i cogli*ni? Guardano Striscia la notizia da 23 anni, votano le stesse persone da quasi 20, vanno in Chiesa ogni domenica da tutta la vita, il Milionario tutti i giorni nel pre-serale da 10 (e lo considerano ancora una novità), e ci sono sempre le stesse facce e le stesse cose e le stesse idee e guai a cambiare qualcosa che se no gli va in pappa il cervello.

Al di là del fatto che quelle elencate qui sopra sono robe che già stufano dopo una singola maledetta volta, ma poniamo anche siano tutta ‘sta figata, la gente non si rompe i coglioni comunque? Io personalmente sono contento che Lost abbiano deciso di non farlo durare più di 6 stagioni, 24 lo adoravo ma arrivare alla season 8 è stato per me già davvero troppo, non mi piacciono i registi che fanno un film all’anno tanto per fare qualcosa, non mi piacciono quei gruppi che devono sempre avere un album o un singolo fuori, mi rompo le palle a vedere più di una volta la stessa pellicola (a meno che non sia Donnie Darko o Lynch e pure quelli li centellino con parsimonia). E “Barbra Streisand” poi da quanto è uscita? 5 o 6 mesi? Perché la gente rompe i coglioni con ‘sta canzone adesso?
Un conto sono le tradizioni, le ricorrenze: Natale viene una sola volta all’anno, è una rottura di palle pure quella, però almeno abbiamo 11 mesi circa per depurarcene. E, a proposito di Natale, preferirei vedere in testa al box-office "Un gelido inverno - Winter's Bone", certo, ma sono relativamente contento del successo di Checco Zalone, seppur non sia certo un comico rivoluzionario, perché perlomeno ha spazzato via il cinepanettone che imperversava da 27 anni.

Berlusconi non è una tradizione. Berlusconi è un martirio costante. Sono 25 anni che dice sempre le stesse cose, ha chiaramente l’arterio a una fase terminale e da ricovero in adeguato istituto eppure la gente continua a starlo a sentire, come se ogni volta dicesse chissà quale novità. Ma, mi chiedo, anche Berlusconi non si rompe i coglioni di andare sempre a puttane e di ripetere sempre le stesse frasi?
Da notare in questa sua prima intervista televisiva del 1986 la sua mania per i sondaggi inventati (“il 92% degli italiani adorano Berlusconi”), i casini con i decreti legge, il ribattere subito in maniera arrogante alla primissima domanda che donata la sua storica incapacità di parlare se non per monologhi, i capelli meno folti di adesso, le frasi “anche le belle donne costano molto” e quell’inquietante “simpatizzo con chi ha le stesse mie idee”, alla faccia della libertà di pensiero.

25 anni. e non è cambiato niente.

giovedì 27 gennaio 2011

Che bella giornata? Non esageriamo, diciamo una piacevole giornata

Che bella giornata
(Italia 2011)
Regia: Gennaro Nunziante
Cast: Checco Zalone, Nabiha Akkari, Tullio Solenghi, Rocco Papaleo, Ivano Marescotti, Luigi Luciano, Anna Bellato, Michele Alhaique, Mehdi Mahdloo, Anna Rita Del Piano, Caparezza
Genere: comico
Se ti piace guarda anche: Cado dalle nubi, Fantozzi, Così è la vita

Trama semiseria
Checco Zalone è un 30enne e qualcosa che si barcamena come può tra lavori precari e senza un futuro certo. La grande occasione arriva così per lui con il posto da addetto alla sicurezza della bela Madunina di Milano, un compito di grande responsabilità che cercherà di assolvere con la massima attenzione e diligenza, fino a che non cadrà nelle mire di due pericolosi attentatori mediorientali. Ce la farà il nostro eroe a salvare il mondo, o perlomeno Milano?

Recensione cannibale
La prima avventura cinematografica di Checco Zalone, Cado dalle nubi, si inseriva in quel filone alla Save the last dance/Flashdance/Le ragazze del Coyote Ugly in cui la protagonista proveniente dai sobborghi cerca di sfondare nel magico mondo della musica o del ballo. Una strada non lastricata in oro in cui bisogna scendere a compromessi, ne sa bene qualcosa la Jessica Alba di Honey. Come le protagoniste di questi film o quasi, Checco Zalone dalla Puglia con furore sale su nella gran Milàn da cantautorone in erba e cerca di percorrere la pericolosa via per il successo, per fortuna risparmiandoci di ballare sul bancone alle note di “Pour some sugar on me” come al Coyote Ugly.

Il film a tratti divertiva, ma ci mostrava uno Zalone ancora acerbo e forse non del tutto a proprio agio nelle vesti di nuova Julia Stiles, chissà perché? Per la sua opera seconda, l’artista barese allora punta più in alto e vola dritto verso una versione aggiornata del neorealismo, un neo-neorealismo non senza nei ma che non annoia. Sentendo la vocazione a trattare argomenti alti, questa volta Checco lascia da parte i sogni adolescenziali di diventare una popstar e si confronta a tu per tu con problematiche belle pesanti come il lavoro precario, la religione, la guerra e il terrorismo internazionale.
Ma se qualcuno ha avanzato paragoni con Totò, Adriano Celentano e Borat, secondo me Checco Zalone è piuttosto una sorta di novello Fantozzi. Laddove Paolo Villaggio fotografava in maniera dissacrante eppure drammaticamente vera la condizione lavorativa italiana degli anni ‘70/’80 (meno riusciti invece gli episodi 90s), in maniera analoga (ho detto analoga, non anale) Zalone con il suo alter-ego ci presenta quella che bene (poco) o male (tanto) è l’Italia di oggi: si trova un lavoro solo con le raccomandazioni, meglio se dalla Chiesa, si fa spazio solo chi non ha talento, si vive ancora con i genitori, si conosce una ragazza dal vivo ma poi la si va a cercare su Facebook, si vive una vita precaria senza certezze né futuro. No future for you, come preconizzavano i Sex Pistols, peccato che non ci sia alcuna anarchia in the italy ma dobbiamo pure sobbarcarci il peso di una classe politica ingombrante, costosa e di cui vergognarci fieramente.

L’alter-ego cinematografico di Checco Zalone non è però una vittima del sistema come Fantozzi, merdaccia umana schiacciata dal mega direttore galattico, bensì è complice del sistema: sfrutta le raccomandazioni, sfrutta il suo migliore e unico amico (interpretato da un collaboratore di Maccio Capatonda) in una maniera da far invidia persino al Mark Zuckerberg di The Social Network, è superficiale tanto da andare in giro con una Porsche nuova vecchio modello nonostante sia squattrinato e ignorare le attenzioni di Maria solo perché cessa, è una persona senza alcuna capacità che però un lavoro ce l’ha, tanto da arrivare a fare da guardia del corpo al Papa.
Certo, anche i cattivi hanno un lato umano, vedi Vallanzasca o Gordon Gekko, e quindi lo Zalone cinematografico è anche capace di innamorarsi e persino di una tipa con una misera seconda coppa B. E se il cuore ti batte per una seconda coppa B, forse è vero amore. Ma nonostante la vicenda romantica, il suo è comunque un vero villain, è il simbolo dell’italiano medio che in qualche modo ce la fa sempre a cavarsela attraverso sotterfugi e astuzie varie. Non bisogna però confondere il suo alter-ego filmico divertente ma anche disprezzabile, con il Checco Zalone comico e uomo più intelligente di quello che potrebbe sembrare da un primo superficiale approccio e dalle sue origini televisive.

Non sopporto Zelig. Non tanto per una presa di posizione radical-chic, ma più che altro perché non mi piace la struttura del cabaret con dei comici che fanno dei monologhi o al massimo duetti da sbadiglio. Per dire, preferisco una comicità come nei Soliti Idioti o Little Britain in cui gli sketch sono costruiti come se fossero piccoli film. Se guardo una scenetta con Ale & Franz (tanto per citare due tra quelli provenienti dallo Zelig che ancora si salvano), posso divertirmi per un paio di minuti, poi mi rompo i coglioni a vedere questi qua seduti su una panchina a parlare. Spesso poi molti comici giocano su una sola idea, su un tormentone (Max Pisu, Raul Cremona, Anna Maria Barbera) e lo ripetono all’infinito con il pubblico in sala che si sganascia dalle risate e applaude come al circo, anzi al circus.
Pur non essendo mai stato un fan assoluto di Checco Zalone, è sempre stato tra i pochi dello Zelig che ho trovato sopportabili (Ficarra e Picone per esempio li prenderei a piconate), soprattutto per la sua capacità di giocare con le parole e per aver sempre dato un ruolo centrale alla musica (sebbene a livello musicale Zalone non è che sia proprio il massimo).

Cinematograficamente Che bella giornata non è certo un capolavoro: la regia si limita al minimo indispensabile, la comparsata di Caparezza sulla carta divertente non è poi così riuscita, alcune scenette sono tirate troppo per le lunghe e la sceneggiatura è piuttosto prevedibile. Però la parte finale per quanto vada nella direzione del lieto fine non termina nemmeno in uno di quegli happy-end hollywoodiani totali. Se prendiamo la parte da commedia romantica qui presente, troviamo infatti una sovversione totale degli schemi classici: c’è una lunga parte di corteggiamento, è vero, ma Checco con la sua bella madre-bina non solo non consuma un’appassionata notte di sesso come in qualunque romcom americana che si rispetti, ma nemmeno un bacetto si becca.

Al di là di tutte queste riflessioni che possono essere solo frutto di un delirio mentale personale, per quanto mi riguarda considero Che bella giornata un modo riuscito per passare una non diciamo bella, ma se non altro piacevole giornata (o serata). Se lo scopo di un buon horror è quello di spaventare, questa l’ho trovata una commedia riuscita visto che mi ha fatto ridere per un’ora e mezza. Non dico che mi abbia fatto ridere in una maniera intelligente. Forse sì, visti gli spunti non stupidi sulla guerra in Iraq, sulla Chiesa e sul terrorismo, ma non è tanto questo il punto: la cosa importante è che mi ha fatto ridere e basta, come cinepanettoni e vari altri pseudo comici italiani non riescono a fare.

La satira proposta dal Checco non è certo corrosiva o eversiva e più che politically scorrect è grammatically scorrect, però aiuta comunque a scherzare su un paese in cui certo non ci si annoia mai, ma in cui allo stesso tempo sarebbe difficile vivere, senza un po’ di ironia.
(voto 6,5)

Frasi cult:
“Quando andate via dall’Iraq?”
“Appena finito di pagare il mutuo.”

“Io pugliese di madre tarantina
lei francese di madre bina”
dalla canzone cult: “L’amore non ha religione”


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