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martedì 2 gennaio 2018

I peggio film 2017





Ta-dan. Il momento più temuto dai cineasti e pure dagli spettatori cinematografici di tutto il mondo è arrivato. Sono uscite le nomination dei Razzie Awards?
No, mi riferisco ai peggiori film dell'anno secondo il discutibile, quest'anno credo più che mai, giudizio di Pensieri Cannibali. Tra porcatone terrificanti e pellicole che una buona parte di mondo tranne me considera dei Capolavori, tra campioni d'incasso e lavori firmati da alcuni dei più osannati registi sulla faccia della Terra, ecco 10 visioni che io personalmente non ho ancora digerito.


Flop 10 2017 di Pensieri Cannibali

martedì 12 dicembre 2017

Il massacro di Dunkirk... hey, ma non era il miracolo di Dunkirk?





Dunkirk
Regia: Christopher Nolan
Cast: Fionn Whitehead, Kenneth Branagh, Tom Hardy, Mark Rylance, Harry Styles, Cillian Murphy, Aneurin Barnard, Tom Glynn-Carney, Barry Keoghan, James D'Arcy, Jack Lowden


Oh mio Dio! Dunkirk sta per essere bombardata. Sta per essere rasa al suolo. Sta per essere massacrata, fatta a pezzettini. Dai nazisti?

No. Mi riferisco alla pellicola Dunkirk, non alla città nel Nord della Francia. Sta quindi per essere bombardata da qualche perfido critico cinematografico?

No di nuovo. La critica ha generalmente molto apprezzato il lavoro. Ancor prima che uscisse, c'era chi gridava al miglior film dell'anno, basandosi sulla semplice addizione Christopher Nolan + film bellico ambientato durante la Seconda Guerra Mondiale = Capolavoro.
C'è anche chi ha subito parlato di filmone da Oscar. Dopo essere stato per lo più snobbato con i suoi lavori precedenti fantascientifici e supereroistici, sembra davvero arrivato il momento giusto per la consacrazione del regista britannico anche presso l'Academy Awards, che adora le storie vere, le storie di guerra e in particolare le storie ambientate nella World War II.
La pellicola poi è sbarcata nelle sale e l'accoglienza è stata positiva. È piaciuto a tutti. Proprio a tutti. Dal cinefilo più accanito, fino a chi non ha mai visto un film in vita sua ma Dunkirk sì, l'ha visto e l'ha apprezzato. Più che amore, c'era una sorta di grande rispetto reverenziale nei suoi confronti. Tutti a parlarne bene, molto bene, ma mi sembrava di notare una certa mancanza di entusiasmo, persino tra i fan più accaniti del regista. Non è che forse ci si attendeva qualcosina di più da Nolan?

L'unica voce fuori dal coro di consenso unanime generale non era quella di un critico cinematografico. Era quella di... una pornostar?!?

sabato 28 febbraio 2015

I DISCORSI DEGLI OSCAR CHE AVREMMO DOVUTO SENTIRE





Quest'oggi, sui blog cinematografici di tutto il mondo o per lo meno di tutta Italia si parla dei più grossi scandali commessi dall'Academy nel corso della sua storia.
Quali sono stati i più clamorosi errori? Quali sono stati gli Oscar più scandalosi mai assegnati?
Ognuno tra i blogger partecipanti ha fatto la sua scelta e potete leggerle cliccando sui loro nomi qui sotto.


martedì 18 novembre 2014

ILONASTELLAR






Quando nel 1997 Robert Zemeckis girò Contact, nessuno dei critici all'epoca gridò al miracolo. Fantascienza blockbuster si disse, e venne ben presto archiviato: eppure Contact, tratto dall'omonimo racconto dello scienziato Carl Sagan, per il sottoscritto resta uno dei titoli più belli e sottovalutati della sci-fi contemporanea. Ma lasciamo stare, non volevo parlare di questo... statemi a sentire però, c'è una scena emblematica in Contact: la giovane studiosa Jodie Foster si appresta a partire per lo spazio allo scopo di incontrare una comunità aliena intelligente. Il suo partner le regala una bussola, dicendole che 'lassù' potrebbe tornargli utile... e in effetti le servirà davvero!
Diciassette anni dopo, in Interstellar, un padre regala il suo orologio alla figlia prima di partire per un difficile viaggio attraverso il cosmo: inutile dire che quell'orologio avrà un ruolo molto importante nel corso della storia. Stessa identica scena. E indovinate un po' chi era, in entrambe le circostanze, il protagonista maschile? È inutile che vi dica il nome...


Oltre a Contact, il riferimento principe del nuovo film di Nolan, grande estimatore di Stanley Kurbrick, è palese: il regista inglese ha concepito e realizzato il suo 2001: Odissea nello spazio, inserendo, come nella pellicola del 1968, buchi neri e salti temporali, interrogativi filosofici e immagini mozzafiato, creando persino dei robot che nel design ricordano il monolite nero del film di Kubrick. 2001 però non è l'unica fonte di ispirazione: come in L'uomo dei sogni, film del 1989 di Phil Alden Robinson, c'è il rapporto tra un padre e una figlia, piantagioni di granturco e campi da baseball, e come in Solaris, pellicola del 1972 di Andrej Tarkovskij, c'è lo studio di nuovi pianeti e lo straziante rapporto tra chi viaggia tra le stelle e chi invece rimane sulla Terra. Come un Don Chiscotte spericolato, Nolan decide però di fare il passo successivo: contrariamente a quanto fatto da Kubrick, il cui film è un'esperienza visiva che penetra direttamente nel subconscio per stimolarlo e interrogarlo e su cui ognuno può speculare a suo piacimento, Nolan decide di spingersi oltre cercando di fornire le risposte a quegli interrogativi. La grandezza di Interstellar, così come la sua debolezza, sono qui.

Interstellar è la fiera delle citazioni, dei riferimenti cinematografici. Oltre ai titoli già citati ci sono anche Incontri Ravvicinati del III Tipo con quell'elemento sovrannaturale e quel viaggio nel deserto alla ricerca di una spiegazione e Mission to Mars. C'è pure spazio per l'autocitazione con Inception, da cui prende il prestito il gioco su due piani narrativi (e il sogno è quell'universo in cui spazio/tempo hanno regole proprie e mutevoli).

Tanti film differenti, tanti registi citati, ma all'appello ne manca uno, fondamentale. Curioso sapere che questo progetto era inizialmente tra le mani di uno dei più acclamati direttori cinematografici della storia, Steven Spielberg. Il cineasta americano avrebbe dovuto occuparsi di Interstellar tra il 2006 ed il 2007, periodo in cui Jonathan Nolan curò la sceneggiatura. Si sa che se un componente della premiata ditta Nolan incrocia sul suo cammino un diamante grezzo destinato a splendere, probabilmente nascerà un successo. Ai tempi, però, il progetto non decollò. Nel 2013 la svolta: con un accordo tra Warner Bros e Paramount, Christopher Nolan ottiene la regia del film.


Hey, fermi tutti!
Fermi, ho detto.
Vi sembra di avere già letto da qualche parte le parole presenti qui sopra? A qualcuno pare persino di averle scritte?
Beh, può darsi che sia veramente così. Non è solo un vago senso di déjà vu. È che le ho proprio rubate prese in prestito dalle recensioni di Interception Interstellar di alcuni colleghi blogger ignari (Kris Kelvin del blog Solaris, Valentina di Eyes Wide Ciak, Frank di Combinazione Casuale e stories2358 di Stories Books and Movies) che ringrazio per il loro inconsapevole contributo.
Perché l'ho fatto?
Scopritelo qui sotto, nella recensione di Pensieri Cannibali. Quella originale. Quella in cui non ho più copiato nessun altro. Almeno credo.

giovedì 6 novembre 2014

INTERSTELLAR MOVIES





Siete pronti per un viaggio interstellare?
Questa settimana arriva nei cinema italiani, in contemporanea con gli USA, il nuovo film di Christopher Nolan, Interstellar. Una pellicola evento che oscura le altre uscite settimanali. Che però forse si oscuravano già da sole.
Vediamo in ogni caso quali sono e quali potrebbero rivelarsi interessanti, stando a quanto ne dico io Cannibal Kid e a quanto ne dice il mio sempre meno tamarro e sempre più snob blogger rivale Mr. James Ford.

Interstellar
"Missione annullata, ripeto: missione annullata.
Cercavamo forme di vita intelligente e invece su questo pianeta abbiamo trovato solo Mr. Ford."
Cannibal dice: A dispetto del titolo, Interstellar non è un film sull'Inter e non è nemmeno un film su una grande stella del mondo dei blog come me. Si tratta invece della nuova ambiziosa pellicola di Christopher Nolan, un regista di cui ho apprezzato tutti i lavori, a parte il piuttosto inutile Il cavaliere oscuro – Il ritorno, ma che allo stesso tempo, per quanto abbia adorato soprattutto Inception e The Prestige, ancora non mi ha regalato un cult personale assoluto. Riguardo a questo Interstellar, che vanta un gran cast con le garanzie Matthew McConaughey e Jessica Chastain più la non sempre garanzia Anne Hathaway, sono un pochino scettico. Dalle prime cose viste mi pare un pericoloso incrocio tra Gravity e una pellicola in stile Steven Spielberg... cosa che significa che dalle parti di Pensieri Cannibali potrebbe non essere accolto benissimo.
Dalle parti di WhiteRussian so già che probabilmente si urlerà al Capolavoro, ma chi lo sa?
Tutto può succedere, però ho il presentimento che su questo film le posizioni di me e di Ford potrebbero essere distanti anni luce.
Ford dice: Nolan è sempre Nolan, e su questo non c'è alcun dubbio. L'illusionista numero uno del Cinema mainstream, in grado di mescolare l'impatto del blockbuster con l'approccio autoriale torna in sala dopo la parziale delusione che fu Il cavaliere oscuro - Il ritorno, film solo discreto forse schiacciato troppo dalle aspettative.
Onestamente non so cosa accadrà con Interstellar, che da un lato promette faville con un cast di prim'ordine e dall'altro ha sfagiolato un trailer che non mi ha particolarmente entusiasmato: di sicuro farà discutere. E speriamo che lo faccia portando me e Peppa Kid su pianeti diversi.

giovedì 6 settembre 2012

Il cavaliere abbronzato - Il ritorno (dalle ferie)

Era scomparso dai radar e dalle attenzioni mediatiche. Nessuno sapeva che fine avesse fatto. Eppure stava preparando il suo ritorno in grande stile. Per salvare la situazione. Per salvare il popolo. In maniera del tutto disinteressata. Da eroe.
Sto parlando del miliardario che tutti amavano e poi si sono messi a odiare. Sto parlando del Cavaliere. Sto parlando di…



No, non di Silvio Berlusconi. Nonostante anche lui sembra sia pronto al ritorno con una nuova (?) forza (??) politica (???): Grande Italia.
Anche se un nome più adatto sarebbe Little Italy...


Comunque non mi riferivo a lui. Sto parlando del Cavaliere oscuro. Di Batman. Di Bruce Wayne. Di Christian Bale che combatte contro Bane per il Bene del mondo. Capito, Bane? Volevo dire: capito bene?

Il cavaliere oscuro - Il ritorno
(USA, UK 2012)
Titolo originale: The Dark Knight Rises
Regia: Christopher Nolan
Cast: Christian Bale, Tom Hardy, Anne Hathaway, Marion Cotillard, Joseph Gordon-Levitt, Morgan Freeman, Gary Oldman, Michael Caine, Matthew Modine, Josh Stewart, Brett Cullen, Juno Temple, Liam Neeson, Cillian Murphy, Rob Brown, Burn Gorman, Daniel Sunjata, William Devane
Genere: Bene vs. Bane
Se ti piace guarda anche: Batman Begins, Il cavaliere oscuro, Inception

Ne hanno già parlato tutti, di questo Il cavaliere oscuro - Il ritorno. Adesso ne parlo io. Anche se forse farei meglio a non farlo, perché mi sa che non dirò niente di nuovo e in questo la mia opinione sarà un po’ come questo film: inutile.
Non è una pellicola brutta. Christopher Nolan non può sfornare una pellicola brutta. Il punto fondamentale però è: cosa dice questo film di più o di diverso rispetto a Batman Begins o a Il cavaliere oscuro?
Niente.
Cosa dice di furbo questo post?
Niente.
Christopher Nolan e io quindi siamo sulla stessa lunghezza d’onda.

"Beh, che avete da guardare? È solo la mia nuova utilitaria..."
Per questo, visto che siamo culo e camicia, mi sento di parlarti direttamente, Christopher, e di darti del tu. Ormai siamo in super confidenza, siamo super amiconi. Ma non super amiconi bromantici tipo Batman & Robin. E lo so che tu ormai hai chiuso la tua trilogia dedicata al pipistrelloni, però il prossimo episodio, chiunque lo giri, sarà probabilmente incentrato proprio su loro due e tu, anche se non ti occuperai più della regia, fai in modo almeno che non ne esca una porcheria totale come il Batman & Robin di Joel Schumacher. Okay? Piuttosto fallo girare a Michael Schumacher, ma a Joel no.
Già che siamo in confidenza, Christopher, ti posso dare un consiglio? Non sei obbligato a seguirlo e so già che lo snobberai bellamente. Lo so perché io e te siamo sulla stessa lunghezza d’onda e quindi posso leggere nella tua mente. Con questo non intendo entrare nei tuoi sogni tipo Inception. Solo, so già quello che pensi e so già che non lo seguirai. Il consiglio comunque è: e facce ride, Cristo, Christopher! Per il tuo prossimo film evita grandi drammi e atmosfere super epiche e fai una bella commedia. Leggera leggera. Una commedia firmata da Christopher Nolan. Sai che figata ne uscirebbe fuori? O magari no. Probabilmente sarebbe un floppone di quelli epici, ma pure in questo caso avresti fatto lo stesso un film epico. Che ne dici?
Christopher, ora ti lascio. Ho anche io un pubblico, sebbene molto ma mooolto ma mooooolto più ridotto del tuo, e devo parlare pure con loro.

Gentili lettori cannibali. Eccomi qui. Di nuovo. Lo so che Il cavaliere oscuro - Il ritorno vi è piaciuto. Vi avrà fatto esclamare: “Wooow!” e “Yeaaah!” e “Sììì!” e “Aaah!” e "Oh my Goood!".
Forse. O forse queste cose ve le avrà fatte esclamare qualche video visto su YouPorn.
Non lo so. Non mi interessa indagare oltre. In ogni caso, capisco che questo film sia tecnicamente impeccabile, contenga i suoi bei scenoni, qualche battutina (sebbene poche) al punto giusto, qualche colpo di scena quando ci va, un finale di quelli perfettamente orchestrati per lasciare tutti soddisfatti. Ed è proprio questo ciò che non è piaciuto a me.
Dov’è l’anarchia? Quella del Joker, intendo. Quella che ha reso speciale il precedente cavaliere oscuro. Dov’è?
Qui è tutto perfetto, perfettino, precisino, quanto allo stesso tempo asettico e privo di emozioni vere. Un prodotto impacchettato in maniera notevole, a cui mancano giusto il cuore e le idee.
O meglio, un’idea c’è: prendere i primi due capitoli della saga nolaniana, frullarli insieme e servire in tavola il piatto caldo ma non troppo. Quando il ricordo del precedente cavaliere oscuro aleggia ancora, però non è più così presente nella mente e nella panza degli spettatori.

Batman Begins iniziava un nuovo capitolo nel racconto dei supereroi al cinema, presentava qualche spunto interessante e un’atmosfera ancora più dark rispetto al pipistrello di Tim Burton, eppure restava un work in progress non ancora del tutto compiuto. Ed è lì che arrivava svolazzando Il cavaliere oscuro, un sequel a sorpresa superiore al primo episodio, grazie all’interpretazione larger than life di Heath Ledger. Il suo Joker spazzava via tutto e tutti, lasciando con un dubbio: il personaggio di Batman magari non è che sia così interessante? Non è che la cosa migliore nei film sul pipistrellone sono i cattivi?
Un po’ come avviene nella serie Dexter. Il nostro serial killer di fiducia è un ottimo personaggio, però la riuscita delle varie stagioni dipende sempre dal cattivo che gli viene affiancato.

Per Batman funziona in maniera analoga. Come sostituire allora il pazzesco Joker di Heath Ledger?
Non si può.
Ci hanno provato, ma non si può.
Bane è un cattivo che funzione bene, soprattutto nella prima parte, eppure non può reggere minimamente il paragone con il suo predecessore. Ne sembra solo una versione meno riuscita. Meno folle. Anche lui propone una riflessione politica, solo senza lo sberleffo anarchico del Joker. E, soprattutto, nel finale il personaggio viene del tutto abbandonato e con lui le sue intenzioni politiche.
Il Joker/Heath Ledger era un po’ come i Sex Pistols, Bane/Tom Hardy è un po’ come i Green Day. Non esattamente la stessa cosa…
La performance di Hardy comunque è davvero difficile da giudicare, visto che ha sempre il volto coperto da una maschera che lo fa sembrare un incrocio tra Hannibal Lecter e Darth Vader intrappolato nel corpo di Vin Diesel.
Per il pubblico italiano poi è veramente ingiudicabile. Come altri hanno già sottolineato, il doppiaggio di Filippo Timi è qualcosa di vergognoso. Non oso immaginare cosa farebbe James Holmes se lo sentisse…
Noi italiani abbiamo dovuto aspettare un mese e passa per vederci finalmente questo ritorno del cavaliere oscuro e aspettare, per cosa? Per sentire una roba del genere?
Filippo Timi era il mio attore italiano preferito. Prima. Dopo questo doppiaggio, è scivolato a fondo classifica, in mezzo a Beppe Fiorello e Claudio Amendola. Tanto per dire quanto l’abbia gradito.
E poi ho sentito Tom Hardy nel trailer e non parla così. Neanche lontanamente. Perché Filippo ci hai fatto questo? Peeeeerché? (quest’ultimo peeeeerché? leggilo pure con il tuo tono grottesco da Bane)

Se un cattivone (doppiato a cavallo tra il tragico e il ridicolo) non basta, allora meglio aggiungerne un altro. Facciamo un’altra: Catwoman, poco cat e molto woman, impersonata da Anne Hathaway. All’inizio ho pensato: brava. Poi ho pensato: bravina. Verso la fine ho pensato: bah, così così.
Il personaggio parte Bane, volevo dire bene, poi si perde per strada, finendo in un buonismo che non si addice a una presunta super cattivona. Pur tra alti e bassi, la Hathaway comunque se l’è cavata, dai, e con quella tutina da Catwoman è parecchio sexy e a me piace più della micetta Pfeiffer.
Preferisco invece dimenticare del tutto l’esistenza del tragico Catwoman con Halle Berry. Anche perché non credo di essere riuscito ad arrivare alla fine del film. Vivo.

"Chi l'avrebbe detto che quella Hathaway fosse così sexy?"
Nel cast all-star, oltre a Il cavaliere oscuro – Il ritorno, c’è spazio anche per Gli amichetti attempati del cavaliere oscuro – Il ritorno. Sono infatti di nuovo della partita gli habitué Michael Caine e Morgan Freeman, più gigioni ancora del loro solito, e poi c’è Gary Oldman: ATTENZIONE SPOILER possibile che c’abbia messo 3 film 3 per capire che Batman è Bruce Wayne? Quest’uomo ha dei seri problemi. Con gente come lui, la polizia sta davvero messa Bane bene!
In più c’è l’aggiunta di qualche new-entry come Matthew Modine, l’attore che ai tempi di Full Metal Jacket sembrava dovesse spaccare il mondo e poi è finito in esilio come Bruce Wayne all’inizio di questa pellicola, e due volti nolaniani. Dritti da Inception sono sbarcati Joseph-Gordon Levitt, che con quel suo sguardo a tratti riesce a rievocare lo spettro di Heath Ledger, e Marion Cotillard, che con il suo charme franscese prova a dare maggiore spessore alla solita brunetta che fa da interesse sentimentale di Batman, dopo le piuttosto inconsistenti Katie Holmes e Maggie Gyllenhaal viste e dimenticate nei due episodi precedenti.
In ruoli minori segnalo poi due star in ascesa: la bionda Juno Temple (Kaboom, Mr. Nobody, I tre moschettieri) e Josh Stewart, attore noto soprattutto a chi seguiva la serie Dirt. Ma attenzione poi anche a Burn Gorman, uno dei volti più inquietanti del panorama attuale (James Holmes escluso), già intravisto nella serie UK The Hour.

"Ma come, Robin? Non ti piacevo solo io?"
Ho dimenticato qualcuno?
Ma certo. Il protagonista: Christian Bale. Io adoro Christian Bale. Al termine di questa trilogia, gli va riconosciuto il titolo di miglior Batman della storia. Surclassando il discreto Michael Keaton, l'inadeguato Val Kilmer e il totalmente fuori parte George Clooney. Ciò nonostante, io continuo a preferirlo come Bateman (il protagonista di American Psycho, nda).
Il cast quindi è mostruoso, peccato recitino tutti senza passione. Senz’anima. Per fortuna degli attori, aggiungo, considerando come l’interpretazione del Joker pare abbia risucchiato l’anima da Heath Ledger. Per sfortuna del risultato finale della pellicola. Nessuna interpretazione può infatti essere considerata al livello di quella giustamente da Oscar del ledgendario Ledger.



"Sì, ha il suo perché. Ma presto avrà pure il fascino della gatta morta eheh..."
I problemi non si limitano alla mancanza di anima e convinzione. Ci sono problemi pure di sceneggiatura. La storia è prevedibile, ricicla senza fantasia quanto capitato nei due precedenti capitoli e più o meno quanto capita in qualunque altro film sui supereroi visto di recente.
La prima parte è giocata sull’esilio da eremita di Bruce Wayne, nel classico momento di sconforto dell’eroe, abbandonato e dimenticato da tutti, e allo stesso tempo sulla presentazione, questa piuttosto riuscita, dei nuovi cattivoni o presunti tali, Bane e Catwoman, che poi caleranno nel corso della pellicola.
Nella seconda parte, ATTENZIONE SPOILER, si gioca la carta del terrorismo, della visione politica. Niente che non fosse stato fatto, molto meglio, dal Joker nel film predecessore. Per quanto riguarda Bruce Wayne, lui invece è sempre alla ricerca di se stesso, questa volta dentro una prigione in cui Bane l’ha sbattuto e da cui solo una persona al mondo è riuscita a evadere.
Ce la farà anche il nostro supereroe?
Sapete già la risposta.

"Mi manda Monti. Visto che non è riuscito a convincervi dell'affidabilità
dell'economia italiana con le buone, ora ci provo io a modo mio..."
Nella parte finale beh, succede quello che succede sempre al termine di una pellicola epica e ancor più al termine del capitolo finale di una saga epica: lo scontro conclusivo, la grande battaglia, il faccia a faccia.
Batman VS Bane?
Il loro scontro è veloce è buttato via in maniera clamorosa. Quasi quanto Harry Potter VS Voldemort.
Il film allora a questo punto si gioca il suo grande colpo di scena.
ATTENZIONE SPOILER AGAIN! Marion Cotillard è la vera cattivona di turno. Rivelazione inaspettata, okay, peccato che non sia molto giustificata. Cioè, fermi tutti: questa qua odiava il padre, Liam Neeson, e poi all’improvviso, visto che Batman l’ha ucciso (e ha fatto bene, perché Liam Neeson è davvero insopportabile), decide di seguire le orme paterne e fare fuori 12 milioni di persone, ovvero l’intera popolazione di Gotham City… ma perché?
Va bene voler piazzare il colpo di scena a tutti i costi, e in mezzo a una sceneggiatura per il resto scontatissima è più che il benvenuto, però proprio così dovevate farlo? A caso?
Per altro, le falle di una sceneggiatura tutto fuorché impeccabile sono un evento davvero inaspettato, per essere una pellicola nolaniana. Un vero colpo di scena. Dov’è la complessità, la stratificazione e la ricchezza di significati di tutte le sue altre pellicole, dagli esordi intricatissimi con Following e Memento ai più recenti e forse ancor più intricatissimi The Prestige e Inception?

"La tua recensione non mi piace. Beccati questa, Cannibal Kid!"
Laddove Il cavaliere oscuro era una pellicola indipendente, un capitolo a se stante, godibile anche all’infuori di Batman Begins, questo Il cavaliere oscuro - Il ritorno è, fin dal titolo, un film derivativo. Una chiusura di trilogia realizzata in maniera degna, quanto non necessaria, se non per motivi economici. E su cui aleggia per tutta la durata, per tutte le sue quasi 3 davvero eccessive ore, un fantasma. Quello col ghigno beffardo del Joker Ledger.
Qualcuno ha definito Il cavaliere oscuro - Il ritorno un film bello senz’anima. Ma si potrebbe discutere sul fatto che sia un film bello. Di certo è una visione avvolgente, a tratti coinvolgente, a tratti un pochetto noiosa. Di memorabile negli occhi e nel cuore però resta e resterà davvero poco.
Si può parlare di delusione, non fosse che era ampiamente preventivabile. Raramente i sequel si rivelano all’altezza dell’originale, Il cavaliere oscuro riusciva a superare Batman Begins ed era la classica eccezione che conferma la regola. Però non capita quasi mai che i terzi capitoli siano al livello dei precedenti (la trilogia de Il signore degli anelli è stata girata in pratica tutta in una volta, quindi non conta). Questo terzo episodio del pipistrellone non fa eccezione. Nonostante offra diversi spunti di interesse, il risultato è piuttosto confuso e pasticciato e il discorso politico, dopo le buone premesse, è gettato via nella parte finale.
Il cavaliere oscuro - Il ritorno è uno spettacolone epico orchestrato con mestiere, ma senza convinzione. Oppure può darsi che questo film visto in lingua originale sia magnifico ed è possibile che sia il doppiaggio di Filippo Timi a rovinare tutto. Per la serie: il cinema italiano riesce a fare danni persino sul cinema straniero.

E ora, in conclusione di questo post lungo quasi quanto il tuo film, ritorno a rivolgermi direttamente a te, Christopher Nolan: bastman filmoni epici sui supereroi e regalaci una bella commedia.
Why so serious?
E facce ride!
(voto 6,5/10)

lunedì 18 giugno 2012

EURO BLOG WAR - Primo tempo

"Uff, che palle! Oggi in campo ci sono le schiappe di Ford..."
In occasione degli Europei di calcio ormai entrati definitivamente nel vivo, anche i due nemici della blogosfera tornano a darsi sfida con le loro ormai famigerate Blog Wars. Questa volta mettendo in campo due formazioni cinematografiche, due 11 di attori e registi presi dalle nazioni partecipanti alla manifestazione calcistica e pronti a sfidarsi a colpi di gol filmici. Ognuno di loro con una pellicola a rappresentarne la carriera.
Chi vincerà? Lo scoppiettante team cannibale, pieno di fantasia e giovani talenti, oppure la lenta, stanca e catenacciara formazione fordiana?
Oggi scendono in campo gli 11 di Mr. James Ford, per un primo tempo che si preannuncia noioso e privo di grosse emozioni. Domani sarà la volta del calcio-champagne con la squadra di Cannibal Kid. E allora sì che vedremo gol a raffica e cine-champagne!

"Ford, quella lì dietro ERA casa tua. Ciao!"
1 - Christopher Nolan (Inghilterra) - Il cavaliere oscuro
Mr. James Ford Per custodire il risultato tra i pali, niente di meglio dell'uomo pipistrello e del regista che è stato in grado di riportarlo ai fasti che solo Tim Burton prima di lui era riuscito a dipingergli sulle ali.
Un maestro dell'illusione in grado di ipnotizzare i troppo leggiadri attaccanti cannibali anche in caso di calci di rigore, sbeffeggiandoli neanche fosse quello sciamannato del Joker prima di serrare i ranghi e chiudere ogni porta della sua Bat-caverna.
Nolan mormorò, non passano i Cannibali.
Cannibal Kid Vedo che Ford pensa già ai rigori, puntando su un soporifero 0 - 0. È davvero un maestro del calcio catenacciaro, l’equivalente sportivo del cinema soporifero che tanto predilige.
Christopher Nolan è uno dei pochi talenti veri messi in campo dal Ford, che astutamente si è premunito mettendo il suo top player in porta, temendo i fuoriclasse cannibali. Ma nemmeno i suoi supereroi riusciranno a fermarlo da una inevitabile e travolgente goleada!





"Non vedo da qui a lì, figuriamoci giocare a calcio..."
2 - Costa Gavras (Grecia) - Missing
JF Terzino destro fluidificante l'espertissimo Costa Gavras, un giocatore navigato pronto a solcare le bassissime maree delle fasce ben poco eroiche del Cucciolo: un film che stupì Cannes e fu premiato con una giustissima Palma d'oro, e che ricordò il dramma e l'epoca terribile dei desaparecidos.
Quello che manca, però, in questa partita, è la squadra in campo ad opporsi alla furia del team fordiano.
Terreno fertile, dunque, per un veterano della fascia come Gavras, in grado di proporre cross su cross invitando al gol come ad un banchetto i compagni d'attacco: non per nulla, il titolo del secondo film in lista del regista greco era Cacciatore di teste.
CK Più che espertissimo, lo definirei bollitissimo visto che saranno almeno 30 anni che nessuno se lo fila più, ammesso e non concesso qualcuno se lo sia mai filato. Un giocatore non solo a fine carriera, ma ormai caduto ampiamente nel dimenticatoio. Azzeccato comunque il titolo del film: Missing, come il talento del tutto mancante alla squadra, vabbè per rispetto alle squadre vere chiamiamola squadretta, di Ford.
JF Solo un allenatore inesperto come Katniss Kid può cadere nella trappola più vecchia del mondo quando si tratta delle grandi competizioni calcistiche: l'esperienza in campo internazionale è uno degli ingredienti per un cocktail dirompente - e di successo -.
Continua a sottovalutare il buon Costa Gavras, che intanto zitto zitto ti infila sulla fascia!

"Ford, non c'ho voglia di giocare nella tua squadra. Preferisco fare un
filmato con mio figlio da caricare su YouTube e tenermi per domani..."
3 - Ingmar Bergman (Svezia) - Il posto delle fragole
JF Il talento incontrastato del più grande Maestro del Cinema nordeuropeo si concretizza nel fluidificante sinistro dei mattatori del campo fordiani, un Bergman che mette d'accordo con il suo cristallino talento anche i due mister più rivali della blogosfera.
A rappresentarlo, un film che è un Capolavoro di tecnica, leggerezza, profondità, ironia e magia: la summa della poetica di uno dei più importanti artisti che la settima arte abbia mai conosciuto, nonchè un omaggio alla vecchiaia che pare quasi rappresentare l'ultima grande vittoria per uno degli ultimi, grandi fuoriclasse.
CK Grande Bergman e bellissimo Il posto delle fragole. L’allenatore Fordman sbaglia però clamorosamente la sua posizione, visto che lo svedese avrà tante doti, ma certo non la velocità richiesta a un terzino. Uno dei pochi giocatori buoni della tua squadra, sprecato così. Non ti smentisci proprio mai, Ford!
JF Non c'è bisogno di alcuna velocità, quando c'è classe. E i lanci di Bergman sono lampi millimetrici da una parte all'altra del campo.

"Attento, Ford. I tifosi cannibali m'hanno
fatto un occhio nero e adesso cercano te!"
4 - Luis Bunuel (Spagna) - Il fascino discreto della borghesia
JF Davanti alla difesa, chi meglio di un beffardo regista come Bunuel poteva tenere a bada le avanzate a suon di punta di piedi degli attaccanti cannibaleschi imbastendo al contempo le geometrie per il contrattacco fordiano? E quale film meglio del manifesto anti radical chic per eccellenza, Il fascino discreto della borghesia, perfetto per ubriacare di dribbling i mediani egotici della squadra avversaria giusto in tempo per servire l'assist decisivo all'incisivo attacco blaufordiana?
CK Film recuperato di recente e su cui ci sarebbe parecchio da dire. Sicuramente una visione molto interessante e ricca di spunti. Eppure, nel suo giocare su una struttura di un sogno dentro un altro sogno dentro un altro sogno e così via finisce per incartarsi da solo. Va bene il surrealismo, ma a un certo punto è troppo.
Anche in questo caso, è sbagliatissima la posizione scelta dall’allenatore per un giorno (e si spera non di più) Ford. Bunuel sarebbe il jolly da mettere in campo nel secondo tempo, quello che può risolvere la partita nel bene e nel male. Ma in difesa è surreale, visto che tra un sogno e l’altro non sarebbe in grado di distinguere e quindi difendere nemmeno se stesso. Altra mossa fallita per il fascino inesistente della fordesia.
JF Ennesimo errore tattico dell'egotico Cucciolo Eroico: l'imprevedibile Bunuel è perfetto davanti alla difesa, quasi nascosto dal resto dei centrocampisti e pronto ad uscire dal letargo con una magia improvvisa.

"Leggerino, il WhiteRussian di Ford.
Me lo sono già scolato tutto!"




5 - Andrzej Wajda (Polonia) – Katyn
JF In ogni difesa che si rispetti si trova uno stopper pronto ad allungare la gamba anche soltanto per fare capire all'attaccante avversario di che pasta si è fatti.
Wajda, nome simbolo della Polonia organizzatrice dell'Europeo, era l'uomo giusto per il team Ford: e Katyn, film potentissimo che rievoca il massacro operato dai russi - che incolparono i tedeschi occupanti - dei soldati polacchi in cui perse la vita anche il padre del regista è il muro perfetto per annichilire le spaesate e leggerine punte cucciole troppo azzardatamente mandate allo sbaraglio al suo cospetto.
Un'opera incredibile in grado di tagliare le gambe.
Un valico insormontabile per le forze del povero, piccolo, Kid.
CK E questo scarpone chi sarebbe? Un giocatore nemmeno degno di giocare nella serie F di Ford, figuriamoci se può competere contro i campionissimi cannibali.
Più che Katyn, una scelta cretyn uahahah!



"Le cose che dice Ford... mah, a me fanno venire solo un gran mal di testa!"
6 - Federico Fellini (Italia) - I vitelloni
JF Il libero per antonomasia, l'unico leader possibile per una difesa impenetrabile.
Fantasia e concretezza, interventi decisi e colpi di genio in grado di spingerlo addirittura in attacco.
E come nella migliore scuola italiana, a rappresentarlo un film che è l'inno alla spensieratezza che non dimentica la malinconia, un pò come le lacrime che arrivano con la vittoria sui rivali più agguerriti.
I vitelloni fordiani, guasconi e sorprendenti, fanno polpette di tutti i pallidi "lavoratori" Cannibali.
Cannibali? Prrrrrrrrrrrrrr!
CK Questa scelta ci sta, però Ford come al solito si dimostra prevedibilissimo. La presenza di Fellini me l’aspettavo e quindi con un mio colpo di genio tattico gli ho messo subito addosso il mastino Von Trier a spaccargli le gambe.
Fellini fuori subito per infortunio al primo minuto, e il misero team del Mister rimane con i suoi soli scarponi in campo a guardarsi in faccia senza sapere cosa fare di quel misterioso oggetto rotondo che gravita loro davanti, palleggiato con una fitta rete di passaggi dai fenomeni cannibali.
E le lacrime sono solo quelle del coach Ford che, rimasto senza più carte da giocare, è già stato esonerato e pure radiato dalla Federazione Italiana Cannibale Antifordiana.

"Ma Ford dove li scova certi registi come...
come mi chiamo io?"
7 - Abdellatif Kechiche (Francia) - Cous cous
JF Ala destra il Best d'oltralpe, fenomeno di una Francia in grandissimo spolvero nelle ultime stagioni ed autore di una delle pellicole più incredibili, potenti e sentite degli ultimi dieci anni: sto parlando del meraviglioso Cous cous, un ritratto di famiglia al ritmo di danza del ventre e cucina, magico e profondo, in grado di scomodare paragoni con il respiro che solo Bergman riusciva a dare ai suoi film corali.
Il polmone del team Ford, infaticabile e pronto a sacrificarsi per il bene della squadra, come fosse un fratello maggiore.
E dato che il Cannibale faticherà a capire il concetto, lo semplifico in termini bianconeri: il "soldatino" degli anni migliori.
CK Non ho visto il suddetto Cous cous, anche perché già come cibo è per me ben poco appetitoso, ma dubito fortemente che questo Ke chi è? possa essere tra le cose migliori offerte dallo spettacolare cinema francese di ieri e di oggi. Più che ai paragoni con Best o con il già più modesto soldatino Di Livio, direi che è come scegliere Ibrahim Ba, tenendo a casa Platini e Zidane. Robe che solo un allenatore che vuole eliminare tutti i veri talenti per concentrare le attenzioni solo su di sé può fare. Ford, starai mica cercando di diventare più egocentrico di me?



"Cannibal, ti faccio arrosto nella mia Soul Kitchen!"
8 - Fatih Akin (Germania) - La sposa turca
JF L'Ozil del continente fordiano, il genio della lampada e perno del centrocampo pronto ad avanzare all'occorrenza divenendo quasi un fantasista aggiunto.
Passione ed esplosività, il regista di origini turche cresciuto ad Amburgo è l'uomo giusto per fare la differenza in mezzo al campo: capace di colpi ad effetto come di entrate decise, Akin ha dalla sua tutto il fascino del film che lo portò all'attenzione del mondo, quel La sposa turca vincitore a Berlino che stupì le platee per la sua forza tragica quasi almodovariana e per i suoi personaggi pieni di vita ed ubriachi di autodistruzione.
Il Best del Cinema. Quello che tutti vorrebbero avere in squadra.
Ma che trova la collocazione ideale solo nell'undici ideale. Quello di Ford.
CK Ed eccolo, il bidone del cinema tedesco. L’autore di Soul Kitchen, una delle commedie meno divertenti che mi sia capitato di vedere negli ultimi tempi. Sarà che i crucchi sono tra le poche persone al mondo ad avere un senso dell’umorismo (quasi) più discutibile di quello di Ford. Un regista talmente risibile che non mi preoccupo nemmeno di marcarlo, lasciandolo libero di autodistruggersi. E la sposa turca la abbandono sull’altare.
Fatih chiiii?
JF Non sto neanche a commentare il tuo parere sull'ottimo Soul Kitchen, e già mi pregusto la doppietta di Akin che, libero da marcature, impazzerà nella retroguardia Cannibale concentrata tutta sui temibili attaccanti fordiani!
CK Ma Fatih chiiiiiiiiiiiiiiii?

"Certo che Valhalla ha fatto addormentare pure me..."
9 - Nicolas Winding Refn (Danimarca) - Valhalla rising
JF Punta centrale perfetta per una formazione destinata alla vittoria finale.
Imprevedibile come il più arrabbiato degli Ibrahimovic e pronto a pungere come uno scorpione, Refn porta alla carica il suo guerriero One Eye per fare piazza pulita dei difensori avversari ed incornare ogni pallone che arriva dalle fasce, castigando a più riprese una difesa che pare proprio non avere i numeri e la stazza per contrastarlo.
I suoi voli a cercare l'impatto con la sfera sui calci d'angolo saranno vere e proprie epopee visionarie, in grado di mandare in visibilio il pubblico, pronto alla standing ovation per il capocannoniere del torneo.
L'ariete per eccellenza, il guerriero vichingo pronto a conquistare terreno e reti sulle indifese praterie popolate solo da conigli dark spauriti.
CK Refn contro la difesona cannibale potrebbe andare a segno giusto con Drive, un filmone che si fa fatica a credere sia stato realizzato dallo stesso autore di questo misero Valhalla Rising, una delle visioni più noiose e soporifere della Storia.
Se la tua tecnica è quella di fare addormentare la mia difesa, Ford, il tuo obiettivo è centrato in pieno. Peccato che pure i tuoi tifosi si siano stufati della tua squadra e abbiano abbandonato le tribune, lasciando i supporter cannibali a fare la ola lungo tutto la Cannibal Arena.
JF Sono soltanto usciti per andare a prendere da bere: i festeggiamenti per la vittoria, qui a Fordlandia, dureranno almeno una settimana!
CK Sul fatto che i tuoi tifosi (ma quali?) abbiano bisogno di bere hai ragione. Sì, però per dimenticare…

"Bravo Cannibal, sfotti pure, io intanto stasera vado a un
bunga bunga party con i miei amici Vladimir e Silvio."
10 - Alexandr Sokurov (Russia) - Arca russa
JF Il fantasista immarcabile, il numero dieci più ambito del mondo, il Messi del Cinema attuale.
Sokurov, vincitore all'ultimo Festival di Venezia, è tutto questo e anche di più: per rappresentarlo, ho scelto un film che è il saggio perfetto della sua tecnica incredibile, novanta minuti di piano sequenza ininterrotti nei corridoi dell'Ermitage di San Pietroburgo, un viaggio incredibile nella storia russa e nella meraviglia della settima arte.
L'uomo che più di ogni altro, da ogni posizione e a seguito di ogni punizione procurata dai fallosissimi difensori avversari saprà infilare la porta lasciando che il pallone ipnotizzi come la più imprevedibile delle "foglie morte".
CK Ambito, ma da chi? A parte il radicalchicchissimo pubblico dei festival cinematografici, Sokurov non se lo sooka nessuno. Terrence Malick semmai può essere considerato il Messi del Cinema attuale, visto i cast della Madonna con cui sta lavorando per i suoi nuovi film.
Se la fantasia della tua squadra è affidata a un russo pretenzioso e noioso come pochi, stai messo proprio bene, stai messo…
JF Senza contare il fatto che Malick non c'entri un tubo con questa Blog War in quanto statunitense, resta bollito con il suo albero della noia, e certamente il suo genio passato non va valutato dalla consistenza del cast delle sue pellicole!
CK A parte il fatto che tu hai tirato fuori Messi, che è argentino, comunque era solo un esempio di regista davvero ambito. Sokurov invece se lavora è solo grazie ai soldi del suo unico sostenitore: il suo infausto amichetto Vladimir Putin.

"Ford, col cacchio che scendo in campo per te! Io la partita
la seguo comodo dalla poltrona. E tifo pure Cannibal!"
11 - Milos Forman (Rep. Ceca) - Qualcuno volò sul nido del cuculo
JF E a proposito di imprevedibilità, lungo l'out di sinistra a farla da padrone è Milos Forman, che vola dal nido del cuculo fino all'area Cannibale servendo un cross dopo l'altro ai suoi compagni senza dare il minimo segno di cedimento.
Folle come McMurphy e solido come il Capo Bromden, l'uomo di fascia più imprevedibile che la settima arte abbia mai concepito è pronto a lasciare sul posto tutte le infermiere pazze frutto delle fantasie irrefrenabili del coach più teen mai visto sui campi di calcio prima di affondare come un coltello nel burro - o come un lavandino in una parete di manicomio - liberando tutta la magia del Cinema vero.
E regalando il passaggio vincente alla squadra del Cowboy.
CK Milos Forman era un grande regista. Ormai però non ha più nulla da offrire e giusto un allenatore fuori di testa può ancora dargli un’occasione di giocare invece di lasciarlo al meritato riposo.
Ford, la partita è finita e non possiamo fare nemmeno scambio di maglie: gli inservienti infatti per te hanno già pronta una bella camicia di forza! uahahahah

A domani, con gli 11 giocatori cannibali...

lunedì 28 marzo 2011

Darren Aronofsky, il regista del delirio

Il cigno nero ha dimostrato al mondo che Darren Aronofsky è una di quelle poche persone al cui passaggio bisognerebbe inchinarsi, per rendere giusto omaggio a cotanto genio. Per narrare le gesta di questo eroe della nostra epoca ho deciso quindi di ripercorrere tutta la sua carriera partendo dall’inizio. Visto che il mondo è bello perché è vario naturalmente questa è solo una panoramica molto soggettiva. Tanto per dire, secondo il mio blogger-antagonista Mr. Ford Aronofsky è un pirletti che ha fatto 3 primi film di merda che nessuno si è filato, poi è stato illuminato sul suo cammino da Mickey Rourke, da sempre noto per le sue brillanti doti recitative, e quindi si è confermato, ma in tono minore, con Black Swan.
Per me (e anche per una parte del mondo) le cose sono andate però un pelino diversamente…

π - Il teorema del delirio
(USA 1998)
Titolo originale: Pi (π)
Regia: Darren Aronofsky
Sceneggiatura: Darren Aronofsky
Cast: Sean Gullette, Mark Margolis, Ben Shenkman, Pamela Hart, Samia Shoaib
Genere: allucinato
Se ti piace guarda anche: Ghost Dog, Eraserhead, Following, L’uomo senza sonno, L’esercito delle 12 scimmie, Cube - Il cubo, The Number 23

Fin dall’esordio si capisce che Darren Aronofsky non è uno normale. Il modello di riferimento principale per il regista ebreo di origini russe e ucraine è da subito David Lynch, qui in particolare con un Eraserhead richiamato a partire dal bianco e nero. Ma questa non è che una piccola influenza di un film fondamentale della nostra epoca.
Il teorema del delirio è un film sì ovviamente delirante e soprattutto molto ma molto drum’n’bass, come sottolinea la colonna sonora firmata da Clint Mansell, ex leader della british band Pop Will It Itself con cui Aronofsky instaura subito una collaborazione ancora più stretta di quella Lynch/Angelo Badalamenti. Nella spettacolosa soundtrack ci sono tutti i pesi massimi dell’elettronica del periodo, da Aphex Twin ad Autechre, dai Massive Attack a Orbital e Roni Size. Chi non apprezza il genere credo che difficilmente riuscirà a comprendere in pieno un film come questo, in grado di avere un impatto sul cinema di oggi quanto i lavori di Aphex Twin hanno avuto sulla musica moderna.
Le musiche sono infatti un aspetto fondamentale nel cinema di Aronofsky ancor più di molti altri autori e credo che il pubblico rock’n’roll non possa entrare in una pellicola del genere. Il pubblico rock’n’roll che cerca il ritornellone da cantare a squarciagola allo stadio con Aronofsky troverà pane per i suoi denti solo con The Wrestler, mentre dentro a un film del genere non sono presenti facili melodie o lo schema classico strofa/ritornello/strofa, ma solo un flusso di idee e ritmo puro, ritmo drum’n’bass. Il film tra l’altro appare oggi attuale più che mai visto che il genere è tornato di gran moda, perlomeno in Inghilterra (nel terzo mondo musicale ovvero l’Italia ovviamente no).

π è visivamente qualcosa di magnifico, la summa di varie tendenze videoclippare tra Anton Corbijn, Nine Inch Nails e lo spot Levi’s firmato Michel Gondry. Inizia da qui anche il parallelo con Christopher Nolan, il cui esordio Following sempre nel 1998 è girato con un b/n affatto dissimile da questo. I due registi oggi più osannati del mondo hanno infatti un percorso piuttosto comune fatto di viaggi mentali mica da poco, solo che laddove Nolan rimane sempre più razionale e cerca di dare una spiegazione a tutto, Aronofsky preferisce restare più criptico, è decisamente più fisico e ha un rapporto più viscerale con i suoi personaggi, laddove l’inglese preferisce un contatto più freddo e psicologico. Due registi dallo stile vicino eppure dagli approcci radicalmente lontani.

Il film che comunque sento più affine a questo π comunque è Ghost Dog – Il codice del samurai di Jim Jarmusch, uscito un anno dopo; stilisticamente piuttosto lontani, entrambi raccontano di personaggi solitari che vivono dentro il loro mondo e riescono a coniugare al loro interno tendenze diverse e in apparenza inconciliabili: la cultura hip-hop e la disciplina dell’antico Giappone in Ghost Dog, il drum’n’bass e la matematica nel teorema del delirio. Oltre ad altri piccoli dettagli come la fissazione per gli uccelli (i pennuti, non pensate ad altro…) e i discorsi con le bambine al parco (discorsi filosofici, anche in questo caso non pensate ad altro…).

La trama di π è parecchio complessa (per usare un eufemismo), ma più che altro è un puro trip sonoro e mentale dentro una mente geniale e deviata quanto quella del regista, solo che qui il suo alter-ego non è un regista destinato a cambiare la storia del Cinema, bensì un matematico che prova a ricondurre tutta la realtà del mondo ai numeri, interpretato da un ottimo Sean Gullette, poi rimasto nell'ombra un po' come accaduto ai due protagonisti dell'esordio di Nolan, ovvero Jeremy Theobald e Alex Haw. Nel cast c’è naturalmente anche Mark Margolis, attore feticcio del regista newyorkese che comparirà in tutti i suoi film.

Come distinguere un film di Aronofsky da una imitazione?
Se non c'è Mark Margolis, è un falso
Il viaggio aronofskyano nella follia della mente umana concluso dal tuffo di Nina ne Il cigno nero è partito da qui, in un film non alla portata di tutti. Il regista all’esordio parla infatti ancora una lingua tutta sua che nei suoi ultimi due lavori si è poi sforzato di tradurre e rendere un po’ più accessibile anche per chi ancora non si è procurato un dizionario Aronofsky-linguaggio umano.
Altamente consigliato, sia il film che l’acquisto del suddetto dizionario.
(voto 9+)

Accoglienza: il film è stato osannato dalla critica e ha vinto vari premi tra cui quello per la regia al Sundance 1998 e miglior film e sceneggiatura agli Independent Spirit Awards 1999.
Box-office USA: $ 3,2 milioni, ma il film è costato appena $ 60 mila.

Fine prima parte del viaggio aronofskyano.
To be continued…

giovedì 13 gennaio 2011

I miei film dell'anno 2010 - n. 3 Inception

Inception
(USA, UK)
Regia: Christopher Nolan
Cast: Leonardo DiCaprio, Marion Cotillard, Ellen Page, Joseph Gordon-Levitt, Ken Watanabe, Cillian Murphy, Tom Hardy, Michael Caine, Tom Berenger, Lukas Haas, Dileep Rao, Pete Postlethwaite, Talulah Riley
Genere: empire state of mind
Se ti piace guarda anche: Matrix, Shutter Island, Memento, The Prestige, 2001: Odissea nello spazio, Ink, Lost


Trama semiseria
Dal becchino anzi “tanata esteta” del giapponese Departures al Clooney tagliatore di teste in Tra le nuvole, in questo periodo di crisi economica di lavori particolari ne abbiamo visti parecchi anche al cinema e per non essere da meno Leonardo DiCaprio decide di mettersi a fare il ladro di sogni. Per il suo nuovo impegno viene però ingaggiato per un compito diverso: non rubare, bensì impiantare un’idea nella testa di una persona. Ragazzi, non è mica un compito facile, per farlo bisogna scendere di 4 livelli onirici, poi risalire, poi ritrovare ricordi della moglie francese pazza ma gnocca, uccidere un drago e salvare la principessa come Super Mario Bros, guadagnare una vita extra, scendere di qualche altro livello, morire, recuscitare, andare a sciare a Cervinia, uccidere qualche fantasma come Pac-Man e poi se si capisce ancora qualcosa guardare una trottola e chiedersi: ma gira o si ferma?

Pregi: una sceneggiatura (di Christopher Nolan) “architettata” alla perfezione dall’inizio fino al pazzesco crescendo finale e una regia (sempre di Christopher Nolan) davvero maestosa e impressionante
Difetti: il meccanismo dei sogni è spiegato in maniera persino troppo didascalica, un espediente per rendere più semplice il già complicato compito dello spettatore, certo, ma un David Lynch se ne sarebbe fregato alla grande e non avrebbe dato nessuna spiegazione

Attrice cult: in un cast davvero notevole, a impressionare è soprattutto una “disturbata” Marion Cotillard
Scena cult: il combattimento-danza sulle pareti di Joseph Gordon-Levitt
Canzone cult: il leitmotiv “Non je regrette rie” di Edith Piaf, ma orecchio anche alle splendide musiche tese di Hans Zimmer

Leggi la mia RECENSIONE 1
Leggi la mia RECENSIONE 2

sabato 18 dicembre 2010

Man of the year 2010 - n. 7 Christopher Nolan

Christopher Nolan
Genere: visionario
Provenienza: Londra, UK
Età: 40
Nel 2010: Inception
Il passato: Following, Memento, Insomnia, Batman Begins, The Prestige, Il cavaliere oscuro
Nel 2012: The Dark Knight Rises
Perché è in classifica: He is Cinema

La mamma degli imbecilli è sempre incinta. La mamma dei Christo-pher Nolan non lo è quasi mai. Forse è meglio così, anche perché in un mondo pieno di geni sarebbe più difficile apprezzare e riconoscere quelli veri. Negli anni Novanta però abbiamo assistito a una buona covata di registi fenomenali che a sorpresa negli ultimi tempi sono riusciti a ritagliarsi un posto di diritto nel gotha della Hollywood che conta. Se Darren Aronofsky è un po’ il nuovo David Lynch e David Fincher il nuovo Orson Welles, continuando per paragoni azzardati (ma non troppo), Christopher Nolan è il nuovo Stanley Kubrick.

Inception” ci getta infatti in un “2010: Odissea nella mente” con una costruzione onirica talmente stratificata da trasportare ben oltre le intuizioni di “Tron” o “Matrix”. La cosa che più sorprende è però come Nolan da abile burattinaio riesca a tenere tra le sue mani tutti i fili senza intorcigliarli. Talento sopraffino alla sceneggiatura, dopo i già notevoli precedenti Nolan con “Inception” si conferma il regista visivamente più impressionante e potente in circolazione. Roba da far saltare in aria la mente, e anche gli occhi.


sabato 2 ottobre 2010

Il post Inception quotidiano

Porco zio! (le bestemmie vere per adesso le lascio a qualcun altro) Mi sono reso conto di non aver ancora parlato di Inception oggi.
E quindi ecco alcuni divertenti video parodia del capolavoro mentale (ma soprattutto cinematografico) di Christopher Nolan.

Apriamo questa particolare spoof rassegna con un corto davvero ben girato intitolato "Inebriation".
Inception in versione alcoolica?
Yes they can.


Questo è invece il "come sarebbe dovuto finire" animato realizzato da quelli del mitico sito How it should have ended.


E per chiudere una allucinata versione "acappella" del trailer
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