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sabato 30 agosto 2014

LE MIE CANZONI PREFERITE – 100/91





Come forse due o tre lettori avranno notato, io sono un grande fan delle Top 10. A volte però nemmeno queste bastano e così adesso è ora di tirare fuori una Top 100. Viva la megalomania!
Ho infatti deciso di stilare una classifica delle mie canzoni preferite di tutti i tempi e dieci soli titoli sarebbero risultati troppo, davvero troooppo pochi e allora: vai di Top 100.
CENTO! CENTO! CENTO!

Premessa: in questo elenco sono presenti brani appartenenti a varie epoche temporali e a differenti generi musicali. Non necessariamente i pezzi con cui sono cresciuto, ma quelli che mi piacciono di più in questo momento. Se la facessi tra un anno, o anche solo tra qualche mese, ci potrebbero essere molte differenze. Ora come ora le mie Top 100 songs sono queste.
Unica regola: lo stesso artista/gruppo non può essere presente con più di un unico brano. Cosa che significa 100 canzoni per 100 artisti/band differenti.
Senza perdere ulteriore tempo, via alla classifica con le posizioni dalla 100 alla 91.

"Hey, sto parlando con te... la smetti di ascoltare le canzoni cannibali?"
"Scusami, ma non ce la faccio. Sono troppo belle!"
"Pazienza, allora vorrà dire che non te la darò..."

"Hey no, aspetta. Ora hai la mia più completa attenzione."

100. Ronettes “Be My Baby”
Pura goduria retrò.
Scritta da Phil Spector, Jeff Barry ed Ellie Greenwich.
Cantano... le Ronettes!



99. Patti Smith “Summer Cannibals”
Adesso è estate, anche se sembra di stare in pieno autunno inverno.
Io sono un cannibale.
Quale canzone allora migliore di questa?



98. Dead Prez “Hip Hop”
Fin dal titolo, l'inno hip-hop supremo.



97. Lana Del Rey “Video Games”
Pensavate davvero di assistere a una classifica di Pensieri Cannibali priva della magnifica Lana Del Rey?
Illusi.



96. Baustelle “Charlie fa surf”
Io non voglio crescere, andate a farvi fottere.



95. Clash “Charlie Don’t Surf”
Secondo i Baustelle Charlie fa surf.
Secondo i Clash no.
Ma insomma, mettetevi d'accordo!



94. M83 “Midnight City”
Se gli alieni arrivassero sulla Terra, credo adorerebbero questa canzone.
Come faccio a saperlo?
Io, che su questa Terra mi sento un alieno, la adoro.



93. Pixies “Monkey Gone to Heaven”
Questo pezzo dal testo alquanto criptico - credo che manco Terry Gilliam e David Lynch insieme riuscirebbero a trovargli un senso - ha rappresentato il mio primo impatto con la musica alternative-rock dei Pixies. Prima ancora di sentire l'altrettanto epocale "Where Is My Mind?" alla fine di Fight Club. E il mondo, il mio mondo almeno, non è mai più stato lo stesso.



92. Rage Against the Machine “Bulls on Parade”
Un pezzo devastante dal primo all'ultimo istante.




91. Lenny Kravitz “It Ain’t Over ‘til It’s Over”
Non è finita, finché non è finita.
E questa classifica non è soltanto che all'inizio.
Appuntamento nei prossimi giorni con il resto della top 100...

sabato 2 agosto 2014

GUIDA CANNIBALE AL PUNK-ROCK





La settimana scorsa è andata in onda qui su Pensieri Cannibali la Guida alla musica pop-punk. Questo sabato ci facciamo invece all’improvviso seri.
Nooo, davvero?
Proprio così. Dimenticate la leggerezza della musica del passato weekend, affilate le creste e tirate fuori tutta la vostra rabbia, perché oggi ci occupiamo della parte più incazzosa e incazzata del genere.
Per chi come me all’epoca non era ancora nato, ricordo velocemente le origini del genere. Il punk prende vita a fine 1976 in quel di Londra grazie a band come i Sex Pistols, genialmente ideati dallo stratega di marketing Malcolm McLaren con l’aiuto della moglie stlista Vivienne Westwood, che hanno dato vita alla più grande truffa del rock’n’roll. Oltre a loro nello stesso periodo sbucava fuori gente come i Clash e i Damned mentre, dall’altra parte dell’Oceano, nella città in cui non si dorme mai non stavano certo a dormire. A New York City si ballava sulle note punk nel mitico locale CBGB.
Ma da dove è sbucato fuori il movimento punk?

A livello di sonorità sonorità l’ispirazione è arrivata dal cosiddetto proto-punk di band come Stooges, Sonics, Television, Kinks, Who, MC5, ma anche Beatles e Led Zeppelin (le loro “Helter Skelter” e “Communication Breakdown” sono considerate da alcuni le prime canzoni punk in assoluto). Si trattava e si tratta ancora oggi fondamentalmente di un rock’n’roll suonato alla massima velocità possibile e senza per forza essere dei mostri a livello di tecnica musicale. A un livello più ideologico, il punk nasce invece come reazione a una società vecchia e parruccona, nonché alla moda della Disco music fighetta da una parte e dalle noiose band di progressive rock in stile Genesis e Pink Floyd dall’altra. Quello punk è un ciclone politico oltre che musicale, uno sberleffo ironico che si abbatte sul mondo per un periodo breve ma intenso che va dal 1976 al 1979.
Con gli anni ’80 il genere diventa un fenomeno più di nicchia, dà origini a correnti hardcore e Oi!, per ritornare prepotentemente di moda nei 90s grazie alla declinazione grunge compiuta dai Nirvana e a quella del pop-punk commerciale di band come i Green Day che ci siamo ascoltati sabato scorso.
E oggi?
Dello spirito punk-rock originario ormai è rimasto ben poco. Tutti i Ramones sono morti, il CBGB ha chiuso da anni, Johnny Rotten dei Sex Pistols è comparso all’Isola dei Famosi inglese cosa che, più di una sua ennesima derisione nei confronti del mondo, è apparsa come un suo semplice bisogno di contanti. Eppure lo spirito punk vive ancora e lotta in mezzo a noi, pensate a gruppi come i 5 Seconds of Summer…
Ehm, ok. Come non detto. Il punk è morto.

Ora via alla Top 10 dei miei pezzi punk preferiti, da cui sono stati esclusi gruppi come Ramones e Buzzcocks che erano già presenti nella lista pop-punk della scorsa settimana. Potete inoltre spararvi a tutto volume la playlist di Spotify a fondo post e, se volete guardarvi qualche bel filmetto punk, potete recuperare We Are the Best!, What We Do Is Secret, Fuori di cresta, Rock’n’Roll High School, The Filth and the Fury, Sid & Nancy, La grande truffa del rock’n’roll e il nuovissimo CBGB.


Top 10 – Le canzoni punk preferite da Pensieri Cannibali

10. New York Dolls “Trash”



9. Richard Hell and the Voidoids “Blank Generation”



8. Big Boys “We Got Your Money”



7. Hüsker Dü “Everything Falls Apart”



6. Johnny Thunders & the Heartbreakers “Born to Lose”
(grazie ad Ant per avermi fatto scoprire questa canzone)



5. Dead Kennedys “California Über Alles”



4. X-Ray Spex “Oh Bondage! Up Yours!”



3. Clash “I Fought the Law”



2. Sex Pistols “Anarchy in the U.K.”



1. Avengers “We Are the One”



Ed ecco la punk-rock playlist di Pensieri Cannibali su Spotify.

lunedì 6 giugno 2011

Blog Wars - Una nuova speranza: The Greatest Hits (Parte I)

Nelle ultime settimane ce le siamo date di santa ragione, sul ring musicale. Io Cannibal Kid contro il malvagio, perfido, disgraziato Mr. James Ford abbiamo proposto i nostri dischi preferiti dagli anni ’60 a oggi, scontrandoci in maniera spesso feroce. Ora è arrivato il momento di fare un attimino il punto della situazione, con questo Greatest Hits che raccoglie i nostri due album favoriti di ogni decennio con relativi commenti. Oggi tocca a Ford, che stavolta ha fatto scelte meno peggio del solito (e infatti 4 dei dischi qui sotto erano presenti anche nelle mie liste) e poi domani tocca a me!
Intanto, volendo riassumere la mia opinione generale sulle scelte di Ford: ogni tanto ha voluto fare l’eclettico, ma il suo cuore mi sembra battere in particolare per un certo rock molto maschile, molto cantautorale e molto chitarroso. E soprattutto molto discutibile e spesso molto ma molto noioso.
Tra i dischi da lui proposti che non ho proprio sopportato ci sono: Kid Rock, Francesco Guccini, Captain Beefheart, Weather Report, Lynyrd Skynyrd, Ben Harper, Kiss, Guns n’ Roses… Ma anche molti altri non rientrano certo tra i miei ascolti preferiti. Poi va bene la passione tutta sua per i cantautori, però 4 dischi di Johnny Cash e 2 di Bob Dylan mi sembrano eccessivi. E addirittura ridicola è stata la scelta di Rick Springfield uahaahah!
Artisti che invece mi aspettavo di trovare nelle sue liste, ma alla fine non ho trovato (sarà per la sua sbandierata imprevedibilitahaha) sono stati: Aerosmith, Leonard Cohen, AC/DC, Led Zeppelin, Lenny Kravitz, Poison, Def Leppard, Metallica, Europe, Queen, Ligabue, Vasco e 883. Per questi ultimi credo abbia avuto perlomeno il buon gusto (almeno una volta tanto) di risparmiarceli, forse perché se ne vergognava… Ecco comunque la sua selezione greatest hits, o anche the best of the worst, di dischi.
Cannibal Kid

P.S. Ma i Guns ‘n Roses che c’azzeccano in mezzo a grandi come Beatles, Radiohead e Jeff Buckley??? Maaah, misteri Fordiani…

Come ogni band che si rispetti, anche il sottoscritto Ford ed il suo sempre irritante antagonista Cannibale si è deciso, in un periodo di pausa rigenerante utile per ogni grande gruppo, di fare uscire un bel Greatest Hits di quelli che volano in testa alle classifiche e riempiono clamorosamente le tasche dei musicisti di turno. Sarà perchè ho il sospetto che Cannibale suoni - e pure male - soltanto il clacson della sua macchinetta da Tokyo Drift di provincia, sarà perchè siamo qui al computer e non in un qualche palazzetto gremito di pubblico adorante, ma noi altri non vedremo il becco d'un quattrino.
Eppure, nel continuo scannarsi - anche se solo a parole - tra noi e nei vostri commenti c'è tutto il bello di esserci, nel senso più grande del termine.
Vorrei rispondere al mio rivale, magari citando una canzone degli 883 - ci ho pensato fino all'ultimo a metterli, fosse anche solo per farti incazzare di più, e non mi vergogno affatto degli anni passati a consumare la cassettina di NordSudOvestEst: in fondo, se mi capita di ascoltarli ancora oggi me li canto volentieri, alla facciazza tua! -, ma ho pensato che, almeno in questa occasione, si dovesse sfoggiare l'abito da gentiluomini e fingere di andare tutti d'amore e d'accordo, proprio come fanno i componenti dei grandi gruppi alle presentazioni di raccolte o simili. E intanto rifilargli qualche gomitata in pieno costato mentre si sorride per la foto di rito.
Come vedrete domani rispetto ai GH cannibali anch'io mi sento in dovere di citare alcuni - ma solo alcuni, perchè non li ricorderò mai tutti - artisti che ho escluso nel corso dei vari decenni per decisioni di cuore o semplice mancanza di spazio. In ordine sparso: Black Crowes, Jon Spencer Blues Explosion, Nirvana, Soundgarden, Audioslave, Patti Smith, Ani DiFranco, Marvin Gaye, Stevie Wonder, Ac/Dc, Aerosmith, Notorius B.I.G., Cure, Smiths, Stooges, Ramones, Germs, Social distortion, Bad Religion, Faith no more, Alanis Morrissette, i Police, Sting, Lou Reed, Iggy Pop, David Bowie, Brian Eno, Sepultura, Sex Pistols, Laurie Anderson, Miles Davis, Les Negresses Vertes, Men at work, Manonegra, Madredeus, Loreena McKennit, The Roots, Outkast, Janis Joplin, Jimi Hendrix, Charles Mingus, Joni Mitchell, Bjork, Peaches e molti, molti altri.
E ora pronti via, con il meglio del meglio delle selezioni fordiane.
Mr. Ford

The Beatles "White album" (1968)
Mr. James Ford Occorre subito precisare che, a proposito della rivalità Beatles/Rolling Stones io sono e sarò sempre dalla parte dei secondi, per affinità e fordismo galoppante.
Eppure non posso riconoscere l'effetto travolgente dei tre dischi che ho volutamente ed irrinunciabilmente inserito nella lista.
Nel caso del White album, basterebbero Happyness is a warm gun e Helter skelter per definire la portata incredibile di quest'opera titanica.
Cannibal Kid Ah già che negli anni Sessanta c’erano anche dei certi Beatles! Riguardo al loro album preferito ero un po’ indeciso, ma ho escluso il White Album per la presenza di “Ob-La-Di, Ob-La-Da”, uno dei pezzi più scemi di sempre. Alla fine preferiscoc “Abbey Road”, in cui il fantasma dello scioglimento si sente aleggiare nell’aria, come nello splendido intreccio vocale di “Because”.

Kings of noia
King Crimson "In the court of the Crimson King" (1969)
JF Le meraviglie da pura esplorazione psichedelica dei Crimson, che danno anni e anni luce ai pur leggendari Pink Floyd, con questo disco d'esordio raggiungono livelli unici, anche grazie alla straordinaria performance vocale di Greg Lake, più noto forse come elemento degli Emerson, Lake & Palmer.
Una vera e propria odissea in pieno stile 2001, travolgente e quasi incomprensibile: non mi stupisce che un presunto artistoide come il Cannibale non apprezzi il genere. Occorre aprire troppo gli orizzonti di cuore e mente.
CK Scusa, mi sono addormentato alla prima riga... Non si può certo dire che i Burger King Crimson posseggano il dono della suintesi, con le loro suite da minimo 10 minuti che sono (a essere gentili) una palla colossale. “21st Century Schizoid Man” è un buon pezzo, ma campionato dal solo e unico Kanye West in “Power” suona 1000 volte meglio, visto che prende i 10 secondi migliori della canzone (quelli con la voce distorta) e ci risparmia il resto, come l’inutile delirio della parte centrale. Peccato, perché se avessero tolto le pacchianate (“Moonchild” dopo una buona partenza si perde in suoni messi A CASO) e fatto canzoni da 3 minuti 3 ne sarebbe anche uscito un bel disco.

The Clash "London calling" (1979)
JF I ragazzacci inglesi che hanno sbaragliato la concorrenza dei Ramones e gli Stooges di Raw power per rappresentare la rottura che fu il punk nella mia personale decina.
Un disco semplice, eppure ribollente di ispirazioni, citazioni, influenze.
E soprattutto, un lavoro con due palle d'acciaio, che fila dritto come un treno e scoppia dentro e fuori, sbattendosene degli effetti collaterali.
CK L’unico disco della tua lista anni ’70 a suonare attuale ancora oggi (e infatti era presente anche nella mia). Rispetto al puro devasto e sberleffo dei Sex Pistols, o al divertente cazzeggio dei Ramones (che non ho inserito in lista ma che comunque adoro), del punk i Clash hanno rappresentato l’anima più politica e impegnata, ma anche più musicalmente contaminata. E io adoro contaminazioni e sperimentazioni sonore. Sai poi cosa vuol dire Clash, Mr. Bean Ford? Scontro, conflitto, contrasto, e io ormai sono pronto alla guerra!
JF Soltanto una cosa: se sei pronto alla guerra, in pieno stile Clash aspetto il momento giusto per fracassarti una bella chitarra su quella testa piena di Scream e pollici di Megan Fox!


Bob Dylan, anzi no: Cate Blanchett
Bob Dylan "Blood on the tracks" (1975)
JF Un disco epocale, senza se e senza ma, e il mio preferito di Dylan.
Tangled up in blue, Lily Rosmary and the Jack of hearts, Shelter from the storm - per gli amanti di Mad men come il mio rivale - sono colpi al cuore che non si dimenticano.
E sono solo la punta di questo iceberg che è un monumento al cantautorato, nonchè un Capolavoro che ognuno dovrebbe custodire gelosamente nella propria discografia.
CK Sentirti citare Mad Men mi ha fatto passare per un momento la voglia di massacrare i tuoi dischi. Per un momento, poiché questo album, anche bello, non mi sconfinfera più di tanto e non mi dà colpi al cuore. Semmai do a te delle mazzate fino a farti uscire il blood on the tracks buahaha!
JF Noto con piacere che nonostante i tuoi tentativi non riesci a sparare a zero contro uno dei più grandi dischi della Storia della Musica. Almeno non sei completamente perduto. ;)

Pixies "Surfer rosa" (1988)
JF I veri innovatori della scena rock, responsabili della fine del sogno degli eighties e traghettatori dei cuori dei fan fin dentro all'oscurità dei nineties già pronti a chiedere dazio dopo un decennio vissuto, per la maggior parte, ottenebrati dal successo e dall'idea che tutto potesse davvero finire bene.
Mostri sacri per un disco sacro, che ogni vero appassionato di musica dovrebbe possedere, ascoltare e diffondere. Una specie di culto.
I Pixies sono come il tramonto sull'oceano che fu dei Beach boys: impossibile non saltare sulla tavola e sperare nell'onda perfetta che ci porti a fondo.
CK Ma appena pochi giorni fa non dicevi che suonavano ormai sorpassati? Cos’è, un ironico tentativo di un cowboy di spacciarsi per indie? Stai solo attento alle frecce…
JF Io le frecce le uso come spiedini per le grigliate, Cannibale. Non ricordo - a meno che non avessi ecceduto nell'alzare il gomito - di aver mai affermato che i Pixies fossero superati. Che fai, modifichi le informazioni a tuo vantaggio come chi sappiamo noi!?
CK In un commento mi dicevi che secondo te i dischi di Nirvana e Pixies sono invecchiati male, cosa che detta da uno che ascolta ancora i Guns con la bandana in testa fa davvero ridere... Ma magari ricordo male e ti riferivi solo ai Nirvana, cosa che è comunque una bestialità da dire!
JF Effettivamente l'ho detto, e continuo a pensare che i dischi di Pixies e Nirvana siano invecchiati male. Questo però non toglie che abbiano prodotto album fondamentali per i loro rispettivi decenni. Ma se io sono la Bestia, tu saresti la bella? O per caso Bella?
CK Tu sei la bestia, I am the best!


Guns 'n roses "Appetite for destruction" (1987)
JF Oltre ad essere una sorta di manifesto del rock e della fordianità, questo album STRATOSFERICO per potenza ed impatto è una sorta di greatest hits, considerato che nella tracklist possiamo trovare cose come Welcome to the jungle, It's so easy, Nightrain, Paradise City e Sweet child o'mine. Scusate se è poco.
Roba come questa è stata, è e sarà sempre troppo per i palati finti e debolucci come quello del Cannibale.
Sarebbe come pensare che un vegano magrolino e denutrito possa apprezzare una bella bistecca alla griglia in salsa chili neanche fosse lo Stone Cold della situazione.
CK Oh, questo è lo scontro che volevo. Finalmente hai finito con le tue menate alla Weather Report-Guccini volendo (senza successo) fare lo chic e viene fuori tutto il vero antagonismo tra il mio mondo e il tuo. Basta cazzate, questa è la sfida: cannibalismo puro VS. fordismo puro.
Smiths dalla mia parte, Guns'n'Roses dalla tua. Molto ma molto simbolico, direi che due band più diverse non si poteva proporle (oddio, forse giusto se mettevi i Metallica...).
Cose che non mi piacciono dei Guns: l'attitudine tamarra, la voce di Axl Rose che fa tanto il macho ma canta con quel miagolio acuto come se gli avessero appena asportato le palle, e soprattutto se c'è una cosa che non sopporto in musica (a parte la evve moscia di Guccini, ma quella nemmeno la considero musica), sono gli interminabili assoli di chitarra: cazzo menefrega di vedere Slash che si fa una sega di 12 minuti con la chitarra, in uno sfoggio di virtuosismo da nessuno richiesto. Kurt Cobain, chitarrista sicuramente meno bravo a un mero livello tecnico, con il solo riff di Smells like teen spirit ha mandato affanculo le ore e ore di pippe virtuosistiche di Slash & company, spedendoli per sempre nel dimenticatoio del trash metal anni '80. Che poi Axl c'ha messo 20 anni per tirare fuori un disco nuovo e se n'è uscito con Chinese Democracy, una robetta che il mio falegname con 30mila delle vecchie lire la fa meglio. Come diceva Kurt riprendendo il tuo amato Neil Young: meglio bruciare in fretta che spegnersi lentamente.
E comunque dai a me del distruttore e poi hai appetito per la distruzione? L’appetite che ho io è invece per la carne umana e la tua me la sparo giù in un morso manco fosse un happy meal!
JF Il mio appetito, caro Cannibale, è troppo grande per tutti i tuoi happy meal da teen senza speranze. E io mi mangio loro, te e anche il tuo amico Kurt, sempre che non si bruci sulla griglia prima. E finalmente abbiamo uno degli scontri più epici del cannibalfordiano pensiero.

I caschi per proteggersi da quel bruto di Mr. Ford
Red Hot Chili Peppers "BloodSugarSexMagik" (1991)
JF Con un prodigioso balzo in avanti mi ritrovo già quasi ventenne, impegnato nella prima storia "seria" della mia vita, a macinare Give it away, Suck my kiss, Breaking the girl e l'immortale Under the bridge andando avanti e indietro da una parte all'altra di Milano tutte le sere, sognando che i tram e la gente strana collezionata negli incontri di quel tempo potesse diventare lo stimolo per le sceneggiature di fumetti che allora mi dilettavo a scrivere neanche fossi a L. A., guardando la spiaggia all'orizzonte con la tavola sottobraccio.
Il Point break della mia vita musicale, nonchè la scoperta di uno dei produttori più geniali del campo, Rick Rubin.
CK Disco non male, nient’affatto, anche se a parte “Give it away” e “Under the bridge” il resto non è poi memorabile e certo non è invecchiato granché bene, altroché i Nirvana. Il mio unico problema è che non mi hanno mai smosso dentro, Anthony Kiedis e cumpà. Comunque ammettilo che più che per la musica li hai inseriti in lista perché ai tempi si presentavano sul palco senza veli come mammà li aveva fatti.
Scherzo Ford, lo so che tu sei un macho vero e proprio. Anzi, ma mettere una donna nella tua lista proprio no? E sì che nei 90s ce n’erano davvero per tutti i gusti, oltre ai miei nomi di domani mi vengono in mente: PJ Harvey, Courtney Love, Fiona Apple, Tori Amos, Cranberries, Cardigans, Sheryl Crow, Alanis Morissette, Elastica, Liz Phair ecc ecc...
Ah, comunque io preferisco Californication.
JF Donne ce n'erano, e di grandissime. Alcune sono state davvero ad un passo dalla top ten. Ma comunque avresti trovato una scusa qualunque per parlarne male: a proposito, ma PJ Harvey, Tori Amos, Sheryl Crow e la Morrissette - giusto per prenderne alcune da questa tua lista - non sono cantautrici? E i cantautori tutti non erano pallosi?
CK Non tutti, naturalmente, questo non l'ho mai detto: solo quelli da te proposti.
JF Aspetto di scoprire quali sono quelli da te proposti, dunque. Ma forse non innovano abbastanza per un futurista del tuo stampo.

Jeff Buckley "Grace" (1994)
JF Più di Cobain, meglio di Cobain.
Jeff Buckley, talento incredibile, voce divina - quasi una controparte dei demoniaci Slipknot -, un disco rivoluzionario acclamato in tutto il mondo, se ne andò perchè travolto dalla voglia inarrestabile di nuotare nel fiume mentre viaggiava in macchina verso casa.
L'ironia del destino, il mistero di una delle morti più celebri del rock - amplificato da quella del padre Tim, grande interprete degli anni settanta, anch'egli mancato giovanissimo -, la crudeltà di una Natura che, per dirla come Herzog, non ha occhi per i meriti o la bellezza, il talento o la passione. È una predatrice.
E quale vittima migliore di Jeff, giovane cantautore libero dai tormenti del leader dei Nirvana eppure in grado di regalare attimi di struggente malinconia come nella magnifica Halleluja coheniana?
La leggenda dice che, nuotando verso la morte, il giovane Buckley cantasse Whole lotta love dei Led Zeppelin.
Rock fino alla fine. La fine del rock.
Non per nulla, siamo negli anni novanta.
CK Questa è la leggenda, ma se un giorno si scoprisse che in realtà Jeff si è buttato volontariamente nel fiume tu cosa faresti? Lo spediresti nel girone dei suicidi del tuo personale Inferno musicale insieme a Kurt Cobain, a Ian Curtis e (forse, pure quello non è stato accertato) anche al padre Tim Buckley?
JF Assolutamente sì. Senza neppure un accenno di pentimento.
CK Questo dice tutto sulla tua limitatezza mentale. Ma te prima di ascoltare un disco quindi devi sapere tutto quello che ha fatto l'autore in vita ed eventualmente come è morto? Non puoi goderti la musica e basta?
JF Io ascolto i dischi, ma questo non mi vieta di contestare le scelte dei suoi autori. Dato che la tua memoria latita, ti ricordo che ho criticato - e non poco - Bono nella decina degli anni ottanta, ma questo non mi ha impedito di inserire un disco degli U2. Semplicemente, nel caso di Cobain e dei Nirvana ho inserito album che emotivamente parlando mi danno di più e sono maggiormente legati alla mia esperienza personale.


I Radiohead si nascondono: hanno vergogna
di stare in una classifica dove ci sono i Guns n' Roses
Radiohead "Kid A" (2000)
JF Per inserire questo disco nella lista del nuovo millennio ho rinunciato a Ok Computer nella rappresentativa degli anni novanta.
Del resto, se una nuova frontiera musicale è stata tracciata tra quello che era il rock prima del "bug" e dopo, questo è il disco da day after per eccellenza.
Ricordo un concerto magnifico visto al Lazzaretto di Bergamo nell'estate del 2001, e nottate a piedi con Idioteque a manetta a scuotermi fin dentro i sogni.
Il 2001 musicale capace di rivoluzionare gli ascolti di una vita, per passare dal grigio al bianco quasi senza rendersene conto.
CK Con tutto il rispetto per Mr. Johnny Cash, ma sei hai inserito 4 suoi dischi, 2 epocali dei Radiohead ci potevano anche stare... Ma considerando quanto sei vecchio inside è già un piccolo miracolo tu ne abbia inserito 1! Inserendo Radiohead, Daft Punk e Gorillaz nella sua lista, Ford comunque ha chiaramente voluto giocare a fare il Cannibale. Lui dirà che così dimostra quanto è eclettico e bla bla bla, ma per me è una vittoria: con questa sfida l’ho trasformato, almeno un pochino, in un piccolo Cannibale. Poi, per carità, spero che la trasformazione completa non avvenga mai, altrimenti perderò uno sfidante (quasi) agguerrito.
JF Stai tranquillo, Cannibale, che la trasformazione è quanto di più lontano dal sottoscritto possa esistere. Un pò come pensare che un giorno, preso da fervore gibsoniano, io possa entrare in CL.
Detto questo, Cash i Radiohead - pur se grandissimi ed epocali - se li mangia sul pane a colazione manco fossero il fantasma formaggino di Elio, quindi i quattro dischi a uno ci stanno alla grande.
E comunque caro antagonista mister so tutto io, i testadiradio li conoscevo - grazie alla mia età - quando tu ancora ti affacciavi nel magico mondo delle scuole superiori.


Johnny Cash "The man comes around" (2002)
JF Il Man in black torna, più potente che mai, negli ultimi due grandi dischi di studio prima della morte.
Con Rick Rubin in regia, Cash mostra al mondo quanto un grande interprete possa riuscire a rendere sue anche canzoni che non lo sono facendo quasi dimenticare da dove vengono.
E la sua versione di "Hurt" dei Nine inch nails da strada verso la perdizione diviene il viatico per la salvezza al termine delle fatiche della vita. Il Gandalf della mia Compagnia che grida al Cannibale: "Tu non puoi passare!".
Irraggiungibile.
CK Grandissimo Johnny Cash, però forse inserendo 4 suoi dischi in queste Blog Wars non è che hai esagerato un tantinello, Ford? Si chiamano Blog Wars, non Johnny Cash Wars! Per quanto la serie delle American Recordings sia strepitosa, si tratta poi comunque di album di cover e, così come per i live, non sono un grandissimo fan dei dischi di cover… E comunque questo è un post musicale, la smettiamo con tutte 'ste citazioni del signore degli anelli?
JF Evidentemente cominci a soffrire la potenza del Man in black, che ti ricaccia indietro negli abissi dai quali sei stato originato.
Johnny Cash è il mio Clint Eastwood della musica, quindi caro piccolo Cannibale, rassegnati, se devono essere Johnny Cash Wars, lo saranno! E le sue cover sono sempre meglio degli originali, anche quando si tratta di pezzi mitici come la tua "Hurt".

E domani il Greatest Hits delle sfide bloggari prosegue con i favolosi di Cannibal Kid…

giovedì 12 maggio 2011

BLOG WARS: LA VENDETTA DEI 70s (PARTE II)

Se ai 60s devo ammettere di non essere legatissimo, ma un pochino comunque sì, con i 70s cominciamo a entrare più nel mio mondo musicale, anche al di là dei soli 10 nomi qui presenti in questa per forza di cose stringata lista: cominciano infatti a mettere le radici l’elettronica e l’hip-hop, mentre punk, new wave e no wave mettono a ferro e fuoco il rockone classico. In più spuntano fuori come funghetti allucinogeni anche i miei primi veri grandi idoli musicali, da Ian Curtis a David Bowie passando per Debbie Harry. Dopo la superflua listina della spesa di Mr. James Ford di ieri, ecco la mia fantasmagorica top 10.
Cannibal Kid






1. Blondie “Parallel Lines” (1978)
Cannibal Kid Dei Blondie ci sarebbero da mettere tutti i loro primi album, ma mi limito a “Parallel Lines” che contiene alcune tra le loro tante canzoni più mitiche (“One way or another”, “Heart of Glass”, “Hanging on the telephone”, “Sunday Girl”), contrassegnate dal loro irresistibile sound pop-punk-dance-wave. Usatissimi dal cinema, hanno influenzato molta della musica che mi piace di più oggi. Un disco leggero e gradevole contro la pesantezza e la noia della tua musica, Mr. Harrison Ford. E Deborah Harry mito assoluto, tiè!
Mr. James Ford Debby Harry, caro dolce, sensibile, piccolo Cannibale, è pane e salame almeno quanto me, e sicuramente riderebbe della maggior parte delle tue scelte musicali e delle lacrimucce versate in cameretta.
Quindi, più che bottigliare una scelta comprensibile, bottiglio te, che non hai ancora capito la potenza del panesalamismo! E se io sono Han Solo, Debby Harry e Leia! Ahahahahah!
CK Che un’icona punk e glamour musicalmente eclettica e orientata verso la new-wave e la dance abbia qualcosa a che fare con il tuo grezzo pane e salame è un’idea tua e, per farti contento, posso anche farti credere sia vero. Io rimango comunque dell'idea che la musica dei Blondie nasca proprio come reazione a quella dei cantautori e dei dinosauri del rock da te proposti...


2. Sex Pistols “Never Mind the Bollocks” (1977)
CK Un gruppo, un disco, due miti, Johnny Rotten e Sid Vicious, simboli assoluti di tutto ciò in cui credo e che adoro di più: distruzione e sberleffo totale nei confronti di tutto e di tutti. Che sia la Regina, il Sistema o Mr. Ford con la sua musicaccia…
God save the Pistols and not you, Ford!
JF Possiedo e ho amato molto questo disco, rimasto in ballottaggio per lo slot "punk" andato poi ai Clash - nettamente superiori -, ma ai tuoi miti dello sberleffo riservo una marea di bottigliate perchè tanto, conoscendoli, potrebbero anche apprezzare.
Detto ciò, meglio i rockettari jurassici sempre in pista che questi scheletrici adolescenti allo sbando!
CK Certo che se non avessi sprecato 50 slot per i tuoi cantautoroni, qualche spazio in più per il punk ti sarebbe rimasto…


CK David Bowie ha inciso un sacco di dischi fondamentali per i 70s, forse ancora più di quanto fatto dai Beatles nei 60s, dalla grandiosa trilogia berlinese al glam di Ziggy Stardust splendidamente rappresentato anche nel film Velvet Goldmine, passando per il soul bianco di “Young Americans”. Non volendo comunque togliere spazio ad altri artisti meritevoli scelgo solo il mio preferito. E la mia scelta personale è - rullo di tamburi ra-pa-pa-pa-pan -…
3. David Bowie “Aladdin Sane” (1973)
Perché? Perché contiene alcune perle pop supreme, ha un sound per-fet-to, coretti fantastici, mischia il glam con il soul e poi perché oggi è questo il mio preferito, domani potrebbe essere un altro… con un Artista come Bowie l’unico problema è giusto l’imbarazzo della scelta. Inoltre questo disco mi dà l’occasione di chiedere un desiderio alla lampada di Aladino: Genio, fa’ che i gusti musicali (e già che ci siamo pure cinematografici) di Mr. Ford diventino un pochino migliori, per favore!
JF Bowie è uscito con Ziggy dalla mia decina per il rotto della cuffia, e solo per il mito De Andrè, ma resta senza dubbio uno degli idoli musicali della mia carriera di ascoltatore. L'ho visto in concerto due volte, e ho letteralmente consumato i suoi dischi come le molteplici incarnazioni che il Duca Bianco ci ha riservato.
Personalmente, se non Ziggy, avrei scelto Hunky dory o Low, ma del resto si sa che non capisci niente neanche quando fai scelte azzeccate! ;)

4. Joy Division “Unknown Pleasures” (1979)
CK Musica deprimente per spiriti depressi, Mr. Incredible, proprio così. Però è qui che spesso si cela la bellezza più grande e profonda, ma questi sono pleasures che a te passato al lato happy ormai mi sa sono unknown. Che poi questo disco non è nemmeno così deprimente, anzi, è quasi ballabile, almeno con il passo epilettico del cantante Ian Curtis. I Joy Division hanno influenzato talmente tante band di oggi (Interpol, Editors, Horrors, White Lies…) che la loro importanza nella Storia della Musica è ormai cosa più che dimostrata e se hai qualcosa in contrario da dire attento che ti spedisco nella Joy Division!
JF Ed eccoci qui, belli pronti per un pò di sana depressione, perchè noi siamo tormentati, e siamo dannati, e siamo segnati da qualcosa dentro che ci opprime.
Ma vaffanculo.
Mi sembra di sentire le cazzate che sparavo a sedici/diciassette anni per rimorchiare.
Poi sono cresciuto.
Vaya con Dios, Curtis! Se ti serve una mano, fai un fischio!
- questa è cattiva, lo ammeto, ma del resto sono un bruto insensibile, no!? - :)
CK Va bene crescere, ma tu sei passato direttamente dalla fase teenager a quella vecchio da ricovero uahahaha!
JF Il vecchio adagio dice "Meglio vecchio, che morto". Curtis, ormai, me lo sono mangiato a cena, alla faccia tua e di tutti gli altri cannibali. Aspetto al varco Cobain, ma questa è un'altra storia. ;)
CK Il nuovo adagio dice: “Meglio morto, che nello stato di decomposizione in cui si trova adesso Ozzy”.


5. Kraftwerk “Trans-Europe Express” (1977)
CK Musica elettronica. Sintetizzatori. Computer. Kraftwerk. Questi crucchi erano già più avanti di te, quando tu non eri nemmeno ancora nato, Ford!
Va bene essere vecchi cowboy e va bene appartenere alla vecchia scuola, però dai cazzo Mr. John Ford! Se non mi diventi un po’ più moderno, mi ci costringi: ho già prenotato una stanza per te al pensionato.
JF Sarò cowboy e John Ford, ma questi me li ascolto pure io volentieri, pure al pensionato. Preferisco The man machine, ma anche questo va bene.
Però, giusto per conservare una certa accesa rivalità, ti dico che è una scelta parecchio scontata, per un radical chic come te.

6. Clash “London Calling” (1979)
CK Rispetto al puro devasto e sberleffo dei Sex Pistols, o al divertente cazzeggio dei Ramones (che non ho inserito in lista ma che comunque adoro), del punk i Clash hanno rappresentato l’anima più politica e impegnata, ma anche più musicalmente contaminata. E io adoro contaminazioni e sperimentazioni sonore. Sai poi cosa vuol dire Clash, Mr. Bean Ford? Scontro, conflitto, contrasto, e io ormai sono pronto alla guerra!
JF Niente da dire. Questo l'ho inserito anche io.
Soltanto una cosa: se sei pronto alla guerra, in pieno stile Clash aspetto il momento giusto per fracassarti una bella chitarra su quella testa piena di Scream e pollici di Megan Fox!

7. Carole King “Tapestry” (1971)
CK Carole King è un tuffo al cuore. Sì, pigliami pure per il culo quanto vuoi, Insensible Ford. Musica per ragazzine chiuse in cameretta a piangere, roba da una mamma per amica o da film con Meg Ryan, ma canzoni anzi poesie pure come “Too Late” i tuoi selvaggi dell’hard-rock se le possono giusto sognare mentre si sniffano strisce di coca sui corpi nudi di modelle e groupies. Oh, cazzo: in effetti non è che pure loro abbiano poi tutti i torti… Comunque, tornando alla grande e fragile Carole, per me è una delle più grandi cantautrici di sempre, faffanculo a chi non la pensa così, faffanculo!
E occhio che se me la maltratti troppo ti faccio muovere la Terra under your feet.
JF Ce l'ho anch'io, e non te lo nascondo. Lo acquistai nel periodo del fervore da "occorre avere tutti, ma proprio tutti i fondamentali".
L'avrò ascoltato si e no tre volte.
Per carità, brava, intensa e chi più ne ha più ne metta, ma che palle.
Sei davvero, davvero, davvero una ragazzina chiusa in cameretta a piangere.
E come ogni teen horror vuole, sarai la prima vittima del Fordmostro.
Che ovviamente ti farà a pezzi a furia di bottigliate.
CK La principale differenza tra i nostri gusti (oltre alla tua cronica mancanza di buon gusto) credo stia nel fatto che tu hai attraversato la fase “occorre avere tutti, ma proprio tutti i fondamentali”, mentre io dei fondamentali me ne sono sempre sbattuto!
JF E infatti sono ormai sotto gli occhi di tutti le tue lacune! ;)

8. Elvis Costello “This year’s model” (1978)
CK Elvis Costello è molto ma molto (troppo?) radical-chic. Nel corso della sua lunga carriera ha composto anche cose non poi così rilevanti, ma all’inizio era davvero un gallo e con i primi album ha traghettato il pop inglese classico dei Beatles verso un nuovo sound. Naturalmente suonando accessibile, ma mai per tutti, da vero radical-chic degno di questo nome. Bello sballo Costello, buttiamo giù il Mr. Ford castello!
JF Costello, per quanto bravo, mi è sempre sembrato proprio un secchione radical chic, con quella sua faccia da topo peggio di Crosta e di Harry Potter messi insieme.
Quando lo vedo vengo assalito da un incredibile voglia di strappargli gli occhiali, calpestarli e poi prenderlo a botte.
E il giorno dopo, tornato con il nastro adesivo tutto bello intorno agli stessi, rifarlo di nuovo.
Mi fa sentire proprio Nelson. Ah-ah.

9. Curtis Mayfield “Super Fly” (1972)
CK Questa musica, ne converrai anche tu senza magari ammetterlo pubblicamente, è molto più goduriosa di tutti i barbuti e soprattutto barbosi Lynyrd come cazzo syscryvono di ‘sta cippa. Io che invece questi dinosauri del rock li voglio demolire tutti uno dopo l’altro, preferisco volare Super Fly sulle note super cool di Curtis. E non m'annoio io no che non m'annoio non m'annoio no che non m'annoio no che non m'annoio io no che non m'annoio
JF Anche qui, Cannibale, dimostri di saper apprezzare un genere ma non i suoi interpreti. Niente da dire sul vecchio Curt, ma se proprio devo pensare a soul e funk i seventies ci hanno regalato magie come Let's get in on di Marvin Gaye o Songs in the key of life di Stevie Wonder, che Super fly se lo fumano come se niente fosse.
Scegli, dunque, ma almeno scegli bene, che più che un Cannibale, mi pare di avere di fronte un vegano!
CK Stevie Wonder, are you serious? Hai già dimenticato la tua stessa citazione di Jack Black nello scorso post? Una scelta più banale e da figlia in coma non la potevi proporre (Isn’t she lovely, dedicata da Stevie Wonder proprio alla figlia, è ancora più paracula di I just called to say I love you)… Io preferisco lo stile e la figosità assolute di un Super Fly.
JF Stevie Wonder del periodo d'oro era infinitamente più stiloso di Mayfield, ma è evidente che Songs in the key of life e Innervisions tu non li hai neppure mai sentiti.
E comunque sopra a entrambi stava Marvin Gaye.

10. ABBA “Arrival” (1976)
CK Vabbè, questi te li servo su un piatto d’argento, puoi scatenarti a dire ciò che vuoi. Ero indeciso con gli altrettanto meritevoli ELO (Electric Light Orchestra), però il nome degli ABBA spero ti abbia fatto sobbalzare dalla sedia, provocandoti una caduta scomposta uahahah.
Perché gli ABBA? Perché nei loro componimenti pop apparentemente scemotti e orecchiabili si nasconde in realtà un lato melanconico pazzesco, “Dancing Queen” è l’essenza stessa del melodramma adolescenziale. Dove starebbe poi il divertimento senza un po’ di bel sano pop? Roba che i jurassici del rock come te difficilmente possono capire… Magici Abba, magici.
Che poi, diciamolo, magari pure te quando non ti vede nessuno ti infili le cuffiette del Walkman (perché tu, uomo d’altri tempi mica hai l’iPod o il lettore mp3, tu hai ancora il Walkman col mangianastri) e canticchi “Thank you for the music”, altrochè Dylan… la differenza è che io almeno lo ammetto.
Comunque ricorda sempre: The winner takes it all. And I am the winner! E con questa dichiaro chiusa la battaglia dei 70s… sì!!!
JF Non ti prendo per il culo giusto perchè gli Abba mi ricordano Priscilla, un film che ho sempre apprezzato, ma questo non ti giustifica dall'aver lasciato fuori grandissimi gruppi e artisti - non solo rock - per fare spazio a questi nordici best sellers da Autogrill.
Una scelta, oserei dire, da casalinga disperata, caro il mio winner takes it all destinato a non prendere altro che una vagonata di bottigliate!
Gli Elo sarebbero stati una scelta molto più coraggiosa, e non avrei mai avuto il coraggio di attaccare Enola gay!
CK Va beh, allora commentiamo dicendo cose a caso: “Enola gay” è un pezzo degli OMD, gli ELO non c’entrano una mazza… Obiettivo riuscito, ti ho mandato in confusione. Questo è un colpo da K.O.: I am the winner! :D
MF Mi hai confuso soltanto perchè sono agghiacciato dai tuoi discutibili ascolti e commenti, quindi non vantarti troppo. Anche perchè questo round l'ho nettamente vinto io. ;)
CK Una persona che preferisce un disco inascoltabile di Guccini (oddio Guccini!) a uno dei mille capolavori di David Bowie non ha proprio capito cosa sono stati, gli anni '70, e non meriterebbe di vincere nemmeno un torneo di freccette al bar! :)
JF Le freccette ho appena iniziato a tirartele dritte negli occhi, e i settanta sono solo l'inizio di quello che accadrà con gli eighties! ;)

Al prossimo incontro/scontro, sul ring degli anni Ottanta-tanta roba.

mercoledì 11 maggio 2011

BLOG WARS: LA VENDETTA DEI 70s (PARTE I)


Dopo il fantasmagorico (o quasi) successo della prima parte dedicata agli anni Sessanta, continuano le sfide tra i due acerrimi rivali blogger Cannibal Kid (sono sempre io) e Mr. James Ford (sempre quel bruto), con una nuova scintillante decade. Questa volta per le pari opportunità partiamo con la sua listina che se no si mette a frignare, in attesa della mia ben più pazzesca (fate voi se in senso positivo o negativo) di domani.

Se i sixties, in qualche modo molto personale per i vostri due antagonisti preferiti della blogosfera, sono stati la quiete, con i seventies ha inizio, senza ombra di dubbio, la tempesta.
Le differenze che hanno formato i caratteri e le culture di Cannibale e Ford hanno avuto origine, in qualche modo, dai primi dischi in grado di sfiorare, anagraficamente parlando, le età dei protagonisti del derby musicale più atteso della rete: ed essendo i seventies il decennio d'origine di Ford, ecco che tocca al vecchio cowboy inaugurare la doppietta di post che vedrà contrapposti i dieci dischi del decennio dei due autori stessi.
Ma finendo di parlare in terza persona - o in "pluralis maiestatis", per dirla come il Drugo -, posso affermare di aver faticato e non poco a compilare questa lista, considerato che le ragioni del cuore hanno dovuto lottare con le unghie e con i denti con quelle dell'arte e della ragione.
Le prime hanno avuto inesorabilmente la meglio, e così dischi incredibili quali Born to run, The rise and fall of Ziggy Stardust and the Spiders from Mars, American beauty, Highway to hell, Toys in the attic, Who's next o il primo dei Ramones sono stati abbandonati al loro destino. La lista sarebbe ben più lunga, ma considerato che il mio antagonista rimprovererà anche queste citazioni extra, passo al volo a dare fuoco alle mie polveri.

La foto esclusiva: Mr. Ford travestito da Peter Griffin travestito da Kiss
1) Kiss - "Alive!" (1975)
Mr. James Ford Entro subito nel vivo toccando una delle tappe fondamentali del mio viaggio nel rock dei tempi dell'adolescenza, approfittando ovviamente dell'occasione per disturbare subito il Cannibale, che da buon radical chic non sopporta i dischi dal vivo.
Ebbene: Alive! è uno dei migliori dischi dal vivo mai registrati, testimonianza di tutta l'energia che i Kiss mettevano nei loro spettacoli, un mix incredibile di fuochi d'artificio, trucco e parrucco. Li vidi nel '99, quando già manifestavano i primi segni del declino fisico e musicale, ma fu una delle esperienze "live" più incredibili della mia vita.
Per concludere il mio sputtanamento e dare un pò di materia in più al Joker che mi fronteggia in questa battaglia, rivelo che, nei giorni appena successivi al suddetto concerto, con alcuni amici ci truccammo e agghindammo come i Kiss.
Ho ancora le foto, ben nascoste per evitare ricatti scomodi.
Per la cronaca, interpretavo Space Ace, il mio preferito dei quattro.
Cannibal Kid Alcuni dischi che hai tenuto fuori, come Bowie o i Ramones, avrebbero donato un po’ di bollicine alla tua soporifera lista liscia ma tu no, masochisticamente li hai tolti.
Quanto agli album live, salvo poche eccezioni di cui avevo già parlato nello scorso post a proposito di Johnny Cash, non li considero nemmeno. Gli album veri richiedono una produzione in studio, una regia, mentre i live sono la testimonianza di un momento, ma messi su album sono fastidiosi: gli applausi tra un pezzo e l’altro fanno tanto sitcom e i rumori di sottofondo sono come vedere in rete un film con l’audio registrato dal cinema anziché un DVD o Blu-Ray.
Quanto ai Kiss, in questo album live ma mica tanto alive bene “Rock and roll all night”, il resto bah, niente di memorabile. E riguardo al tuo travestitismo, pardon travestimento, non hai scelto nemmeno Paul Stanley o Gene Simmons, bensì uno dei due Kiss più sfigati, tanto per ribadire la tua predilezione per le figure minori. Da buon hacker sto cercando di penetrare nel tuo computer per sgamare quelle foto, in modo da poterle rivelare in esclusiva in uno dei prossimi post!
Comunque, lo dico per te: dovresti smetterla di usare il termine radical-chic in senso dispregiativo, vuoi mica diventare la nuova Daniela Santanché? Non vorrei poi perdere i tuoi commenti i lunedì mattina perché sei troppo impegnato fuori dal tribunale di Milano. Anche se, per par condicio, il tuo “pane e salame” mi ricorda più il mortadella Prodi...
JF Ignoro le tue futili provocazioni politiche da radical chic - tiè, così te lo becchi un'altra volta! - e ti dico che esecuzioni come Black diamond - cantata da Peter Criss, alla batteria, uno dei due "Kiss sfigati" - sono da paura. Inoltre stiamo parlando di una delle pochissime band che si divide i lead vocals tra tutti i membri.
Inoltre, le mie foto non le puoi recuperare, perchè furono stampate da pellicola, e stanno bel belle a casa mia, in un cassetto. Tiè di nuovo!
CK Allora mi toccherà calarmi in casa tua come Tom Cruise in Mission: Impossibile.
JF Se ti cali in casa mia ti scateno contro Ozzy in stato avanzato di decomposizione imbottito di coca, altro che Viagra! ;)

2) Bob Dylan - "Blood on the tracks" (1975)
JF Un disco epocale, senza se e senza ma, e il mio preferito di Dylan.
Tangled up in blue, Lily Rosmary and the Jack of hearts, Shelter from the storm - per gli amanti di Mad men come il mio rivale - sono colpi al cuore che non si dimenticano.
E sono solo la punta di questo iceberg che è un monumento al cantautorato, nonchè un Capolavoro che ognuno dovrebbe custodire gelosamente nella propria discografia.
CK Sentirti citare Mad Men mi ha fatto passare per un momento la voglia di massacrare i tuoi dischi. Per un momento, poiché questo album, anche bello, non mi sconfinfera più di tanto e non mi dà colpi al cuore. Semmai do a te delle mazzate fino a farti uscire il blood on the tracks buahaha!
JF Noto con piacere che nonostante i tuoi tentativi non riesci a sparare a zero contro uno dei più grandi dischi della Storia della Musica. Almeno non sei completamente perduto. ;)


3) Black Sabbath - "Paranoid" (1970)
JF Ozzy e soci sono stati, tornando al mio percorso rockettaro, il passo successivo ai Kiss. Sicuramente meno appariscenti ed accattivanti, a livello di immagine, hanno avuto il merito di sfornare due dischi d'esordio di potenza inimmaginabile, responsabili di aver dato origine ai fenomeni che, qualche decade dopo, sarebbero stati raccolti sotto l'ombrello del nu-metal. Basti pensare al brano d'apertura, War pigs.
Uno degli opener più incredibili di tutti i tempi.
CK Il nu-metal non è per caso una delle mode più effimere e meno memorabili nella storia del rock? Averne dato origine non mi sembra un così grande vanto… Vogliamo parlare poi della voce di Mr. Reality Ozzy, una delle più fastidiose, robotiche e sgraziate mai sentite? E poi, per dirla con Fabri Fibra: “Hey Ford, ma cos’è sta Paranoia? Caccia un po’ di rap futuristico!”
JF Soltanto per aver citato quel povero minchione di Fibra nella stessa frase dei Black Sabbath dovresti essere bottigliato selvaggiamente, e la tua testa mangiata da Ozzy.

4) The Clash - "London calling" (1979)
JF I ragazzacci inglesi che hanno sbaragliato la concorrenza dei Ramones e gli Stooges di Raw power per rappresentare la rottura che fu il punk nella mia personale decina.
Un disco semplice, eppure ribollente di ispirazioni, citazioni, influenze.
E soprattutto, un lavoro con due palle d'acciaio, che fila dritto come un treno e scoppia dentro e fuori, sbattendosene degli effetti collaterali.
CK L’unico disco della tua lista a suonare attuale ancora oggi (e infatti sarà presente anche nella mia lista in onda domani). Talmente bello che con il resto stona assai…


5) Weather Report - "Heavy weather" (1977)
JF Così come i Clash per il punk, i Weather report si sono fatti strada tra i miei dischi jazz preferiti dei tempi facendo le scarpe a Miles Davis e Herbie Hancock grazie anche al grande amore che il sottoscritto ha sempre provato per il talento smisurato ed incontrollabile di Jaco Pastorius, genio morto troppo presto ed innovatore assoluto del basso. Quando mi cimentai le prime volte con il suddetto strumento, sognavo di diventare bravo come lui.
Ma così incredibili, purtroppo, non è possibile diventare. Ci si nasce e basta.
CK Ho cercato “noioso” sul dizionario dei sinonimi e dei contrari online. Mi è apparso il termine “fordiano”, indovina tu se tra i sinonimi o tra i contrari… ZZZ, questo disco che hai inserito giusto per darti un’aria colta da intellettualone (non ci credo che preferisci davvero questo agli Aerosmith, dai) almeno mi ha conciliato il sonno, grazie Ford siesta!
JF La siesta la farai per bene dopo che ti avrò colpito per l'ennesima volta, piccolo Cannibale. Tu che millanti tanta stima per gli innovatori, dovresti semplicemente strabuzzare gli occhi di fronte al genio di Pastorius,  che ha praticamente reinventato l'utilizzo del basso elettrico. Questo senza neppure citare Maestri come Zawinul. Miscredente.

6) Neil Young - "Rust never sleeps" (1979)
JF Il vecchio leone Young è uno degli autori emotivamente più devastanti che mi sia mai capitato di ascoltare, ma data la mia natura di assolutamente non depresso ho scelto come opera rappresentativa del buon Neil questo insolito live - tiè, Cannibale! - costruito su pezzi inediti, che segnò il passaggio dalla fase più buia ed oscura del cantautore a quella dello "strappo", come diceva un mio vecchio amico.
Per strappo si intenda quella condizione da potenziali losers contro la quale lottiamo noi filibustieri della frontiera.
Come se non bastasse, in questo disco è contenuta Thrasher, una delle mie canzoni preferite in assoluto, ed uno dei pezzi che vorrei fosse eseguito al mio funerale.
CK My my hey hey, il grande Neil will never die. Questo è l’unico disco della tua lista insieme ai Clash e a Dylan a non avermi fatto voglia di piantare delle craniate fortissime contro il muro. Quanto al tuo funerale, continua a proporre dischi live e arriverà molto presto uahahah!
JF Per il mio funerale dovrai avere pazienza fino al 2083, anno  di programmazione del mio trapasso. Ci arriverai, dopo tutte le bottigliate che ho intenzione di rifilarti nel frattempo!?


7) Lynyrd Skynyrd - "Pronounced leh-nerd skin-nerd" (1973)
JF Non potevano mancare i grandi rivali dello stesso Neil Young, i sudisti per eccellenza Lynyrd Skynyrd nella loro formazione originale - ed unica, a mio parere -.
I cattivi ragazzi alfieri dei rednecks della peggior specie hanno avuto il merito - oltre al fatto di aver sfornato pezzi immortali - di fotografare al meglio la forza dell'uomo semplice e lontano dalla bella vita. Se non è pane e salame questo, ditemi voi!
E, a proposito, in questo disco trovate Free bird, una delle ballad rock più incredibili della Storia.
CK Non potevano mancare? Oddio, se ci avessi voluto almeno un po’ di bene ce li avresti anche fatti mancare eccome, questi. E comunque un dubbio: ma questa lista l’hai preparata da solo o ti ha dato una mano Ringo di Virgin Radio featuring il vecchio Red Ronnie?
JF Ovviamente sei tu a non volerti bene, se preferisci le impiccagioni di Curtis al vento nei capelli di Free bird. Ma che te lo dico a fare.

8) Creedence Clearwater Revival - "Cosmo's factory" (1970)
JF Non poteva ovviamente mancare un pò di lebowskianesimo, giusto per far incazzare un pò il Cannibale.
Cosmo's factory è, semplicemente, uno dei dischi più belli mai prodotti nel panorama Usa.
Ramble tamble - che mi ricorda tanto Lansdale -, Travellin' band, Lookin' out my back door, Up around the band e I heard it through the grapewine sono soltanto una parte di questo album irrinunciabile.
CK Oh Ford, abbiamo cambiato decennio, non siamo più nei favolosi 60s. Ci vuoi propinare queste grandilebowskionate (e mi sono tenuto per non essere volgare) ancora a lungo?
JF Tu che usi mezzucci come le canzoni delle Ronettes per rimorchiare, dovresti provare I heard it to the grapewine, una delle canzoni da scopata più intense mai composte. Ah, già. Quella è roba da grandi. ;)
CK A parte che le versioni di Smokey Robinson, Marvin Gaye e Gladys Knight sono molto meglio di questa cover stile X-Factor dei Creedence, ma ormai a te per quello mi sa che serve il Viagra! :D

9) Francesco Guccini - "Via Paolo Fabbri, 43" (1976)
JF Mostrando un coraggio che il buon Cannibaletto non avrà mai, inserisco nella lista non uno, ma ben due dischi italiani che sono stati importantissimi nella mia formazione nonchè per l'evoluzione della Storia della Musica del nostro caro, vecchio, Bel Paese.
Il Guccio è stato uno dei miei riferimenti umani, politici e da suonatore di chitarra fin dai tempi dell'adolescenza, e con il passare del tempo, questo disco STUPENDO è diventato parte integrante della mitologia fordiana.
Canzone di notte N°2 è uno dei pezzi che meglio mi identifica, eventualmente sostituendo il vino del cantautore con il mio rum.
CK Questo va oltre la nostra rivalità, Ford. Se c’è una cosa che non sopporto è la voce di Guccini. Difficile immaginare qualcosa di più fastidioso e da bottigliate di quella evve moscia, moscia come la sua musica senza idee, senza innovazione, senza uno sguardo non solo al futuro, ma a quelle che erano le altre tendenze musicali del periodo (e il 1976 era un ribollire di sound pazzeschi). Du palleeeeeee, per farla breve. Ti dò atto del coraggio sì, perché per lasciare fuori Bowie o gruppi rivoluzionari come i Joy Division e tutti i nuovi suoni della fine dei 70s per sta menata in effetti ce ne vuole parecchio. Anche se piuttosto che coraggio lo definirei in altri modi… Fette di salame sopra le orecchie, per esempio. Beccati ‘sta avvelenata, te e la evve moscia di Guccini!
L’evoluzione musicale di cui parli comunque dove ci avrebbe portati, a Ligabue?? Nnamo bbene, nnamo! Io tra gli italiani fondamentali del decennio citerei piuttosto Rino Gaetano e Lucio Battisti…
JF Se posso capire, da un lato, la tua avversione per la evve del Guccio, trovo inconcepibile che un disco con testi e sonorità tra il blues e il jazz come questo possa essere criticato.
Ma certo, da uno che gli preferisce il da me odiatissimo Battisti mi posso aspettare questo ed altro.
Rino Gaetano, invece, l'avrei anche messo, se non fosse che è la sua opera, ad essere grande, più che un singolo album.

10) Fabrizio De Andrè - "La buona novella" (1970)
JF Chiudo con quello che ritengo il miglior disco mai prodotto in Italia, un'opera di intensità senza pari in grado di stupire, musicalmente e per potenza di testi, ad ogni ascolto, sia esso il primo o il milionesimo.
Tutta la mitologia legata alla figura di Cristo rivisitata dal genio senza pari di Faber, che regala perle come Tre madri, Via della croce o Il testamento di Tito.
"Non fossi stato figlio di Dio t'avrei ancora per figlio mio", piange Maria.
Questa è l'opera che demolisce l'istituzione Chiesa per mostrare cosa sia davvero la fede negli uomini. Magistrale, commovente, potentissima.
CK Massimo rispetto per De Andrè e per i suoi grandi testi, però a livello musicale non c’è niente da fare: proprio non riesco a farmelo piacere, non è nelle mie corde. Che poi, Ford, non so se lo sai e se qualcuno te l’ha mai detto, ma oltre ai cantautori c’era e c’è un sacco di altra musica in giro…
JF Non ti rispondo neanche, a questo.
La buona novella è il più grande disco della musica italiana. Corde o non corde, va ascoltato, riascoltato e vissuto.
Miscredente doppio. E ringrazia che non vengo a cercarti a Casale per gonfiarti come una zampogna. ;)

A domani, con la spettacolare top 10 cannibale!
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