Thriller, horror, cinema d'autore, cinema italiano, cinepanettone, film indie, romcom e favoletta fanciullesca.
Questa settimana nelle sale italiane arriva davvero di tutto e di più, per tutti i tipi di pubblico e per qualunque esigenza.
Per districarvi nella ricca offerta di questo weekend cinematografico, l'unica bussola a cui rivolgersi è quella di Pensieri Cannibali. Se invece proprio ci tenete ad andare a perdervi, basta che seguiate le direzioni dello scombussolato co-conduttore di questa rubrica, Mr. James Ford.
I clown mi fanno paura tutti, indistintamente, ad eccezione forse giusto di Krusty. Sarà per colpa dei traumi infantili provocati dalla visione di It, film tv parecchio scadente tratto dal romanzone di Stephen King ma che visto da bambini metteva una gran fifa. E poi Ronald McDonald… Io adoro andare a mangiare da McDonald’s, ma quel clown all’ingresso mi fa sempre rizzare i peli sulle braccia, anche d’estate. E poi ancora i circhi. A me inquietano, i circhi, più per i clown che per i leoni o per altro.
Guardando questo Stitches, horror irlandese con protagonista un clown cattivo di nome Stitches, mi aspettavo quindi di rimanere terrorizzato, o almeno inquietato un pochino. Invece niente. Nada. Nisba. Nix. Niet. Rien de rien. Nothing.
Come film horror, Stitches non funziona. Non fa paura nemmeno lontanamente e lo dice uno che al solo vedere un clown pupazzo ha una reazione simile a questa…
Se come horror non va, Stitches è invece una commedia adolescenziale da non buttare del tutto, soprattutto nella prima parte, piuttosto divertente e piacevole. Non che la storia sia certo di quelle più elaborate: un clown muore durante la festa di compleanno di un bimbominkia. Passano 6 anni e il bimbominkia è ormai cresciuto, è diventato un teenminkia, va al liceo ed è ancora traumatizzato dall’esperienza, al punto che non ha mai più dato una festa di compleanno da allora. Visto che sua madre va via per il weekend e lui rimane con la casa libera, il suo BFF decide - ovvio - di organizzare una festa in casa sua. Per la serie: siamo irlandesi ma famo pure noi un party come i teenagers americani oh yeah!
Tutto ruota intorno alla festa, in cui ci sarà la solita girandola di amori adolescenziali, sesso, qualche droga e un pochino di alcool (ma dagli irlandesi mi aspettavo mooolto di peggio!), il tutto condito da qualche battuta più o meno simpatica e una gradevole atmosfera cazzona.
Come detto, a non convincere è invece la parte più horror.
ATTENZIONE SPOILER
Il clown Stitches, una specie di versione sfigatella di Beetlejuice mixato con Babbo Bastardo, ritorna in vita e va a cercare la sua vendetta nei confronti dei bimbiminkia che ne avevano provocato la morte. Solita roba, qualche omicidio, una manciata di scene splatterose e una piacevole sequenza sulle ironiche note 80s di “(I Just) Died in Your Arms” dei Cutting Crew, che si segnala come il momento migliore del film.
Poco eccezionale inoltre il cast, in cui non brilla il poco spassoso protagonista Ross Noble, e persino a livello di fighette messe in campo l’irlandese Stitches si rivela inferiore ai teen horror realizzati dai colleghi statunitensi e inglesi.
Concludendo: un filmetto guardabile e soprattutto nella prima parte piuttosto godibile, in cui però la tensione è persino troppo stemperata dal forte sapore goliardico. Comunque un merito non da poco Stitches ce l’ha: per la prima volta in vita mia non ho avuto paura dei clown. Adesso posso depennare un nome dalla mia lista delle fobie, in cui rimangono ancora i Modà, i film con la scritta 3D nel titolo, le case di riposo, grattacieli e luoghi alti, la paura e soprattutto il mio blogger rivale Mr. James Ford.
(voto 5,5/10)
"Cannibal, ho appena rubato uno dei tuoi pupazzi. Ancora sicuro di non aver paura di me?"
Cast: Carlos Areces, Antonio de la Torre, Carolina Bang, Sancho Gracia, Manuel Tallafé
Genere: clownesco
Se ti piace guarda anche: La strada, It, Psychoville
(uscita italiana rimandata a data da destinarsi…)
Trama semiseria
Javier segue le orme del padre, vittima della guerra civile spagnola. Si arruola nell’esercito? No, diventa un clown. Ma non un clown di quelli che fanno ridere, bensì un clown triste. Dopo essersi innamorato di una equilibrista, già impegnata con un altro clown (oh, che vi devo dire? Evidentemente i clown vanno forte tra le donzelle), le cose per lui precipitano in una spirale discendente di follia e violenza. Tanto che finisce per diventare più spaventoso del clown di Ronald McDonald’s!
Melanie Thurman o Uma Laurent?
Recensione cannibale
Solo una ballata triste, quando sarebbe potuta essere una splendida ballata struggente. Con l’ultimo film, Álex de la Iglesia è ritornato nella sua Spagna dopo la parentesi british di Oxford Murders e questa Balada, prevista prima o poi in uscita anche in Italia con il titolo di Ballata dell’odio e dell’amore ma per ora sempre rimandata, al Festival di Venezia 2010 è stata una delle pellicole più apprezzate e si è portata a casa anche un Orso d’Argento per la miglior regia. Un premio che non stupisce, visto che è piuttosto facile intravedere gli elementi che con tutta probabilità avranno convinto l’allora presidente di giuria Quentin Tarantino, come una scena di combattimento in apertura spettacolare in stile pulp, un’interpretazione della Storia personale che ha qualche vaga anologia con Bastardi senza gloria, la protagonista femminile Carolina Bang che sembra un incrocio tra Melanie Laurent e Uma Thurman (pur non valendo nessuna delle due, non è niente male), e pure un gusto kitsch accentuato a tratti piacevole, ma a tratti indigesto.
Manuel Agnelli?
Il premio ci sta anche, visto che la regia dello spagnolo è decisamente ispirata, perlomeno nella prima parte. Il film infatti per quasi un’ora ammalia con le sue atmosfere oniriche tra il Fellini circense e qualche accenno persino horror. La vicenda del clown che si innamora di una contorsionista già impegnata con l’altro perfido e violento clown (l’attore che lo interpreta ricorda parecchio Manuel Agnelli degli Afterhours!) è un triangolo amoroso classico (quasi alla Twilight o alla Dawson’s Creek, oserei dire), ma sa affascinare e conquistare.
Poi nella seconda parte il film degenera, andando in direzioni assurde e folli, troppo assurde e troppo folli persino per i miei gusti. E ho detto tutto! Nei minuti finali le componenti kitsch che fino ad allora avevano incuriosito e strappato qualche sorriso si fanno eccessive sconfinando nel trash e la storia sbanda dal grottesco poetico fin verso l’involontariamente ridicolo, con un conflitto finale che ricorda certi blockbusteroni hollywoodiani. Appare quindi piuttosto inspiegabile questa metamorfosi, ma d’altra parte non è la prima e certo non sarà l’ultima pellicola che dopo una buona partenza getta tutto alle ortiche.
La Balada è un film che è un po’ come il suo clown protagonista: non fa ridere, non fa piangere, mette giusto un po’ di tristezza e pure un po’ di inquietudine. Perché a me, cresciuto tra It e Ronald McDonald’s, i clown terrorizzano sempre e comunque. Insomma, un’occasione mancata di fare una grande pellicola dove c’è un po’ di tutto, ma finisce per lasciare con (quasi) niente.
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