Come l’acqua per gli elefanti
(USA 2011)
Titolo originale: Water for Elephants
Regia: Francis Lawrence
Cast: Robert Pattinson, Reese Witherspoon, Christoph Waltz, Hal Holbrook, Paul Schneider, Jim Norton, James Frain, Adrienne Rusk
Genere: circense
Se ti piace guarda anche: Titanic, Le pagine della nostra vita, Balada triste de trompeta, Big Fish
Nonostante sia stata annunciata come una storia ambientata nel periodo della Grande Depressione (1929 e giù di lì) il film si apre con l’inquadratura su un ragazzo emo. Tanto per non perdere subito l’attenzione del giovane pubblico di teenagers (o pseudo teenagers come me) cui è rivolto. Il protagonista comunque è Robert Pattinson e con il suo primo piano si vira ancora più in territori emo-teen, sebbene a questo giro sfoggi un colorito più umano dell’usual: oh Dio mio, che il vampirello della saga di Twilight sia sceso in spiaggia e abbia preso un po’ di sole? O si è sparato un paio di lampade?
Attenzione, notizia dell'ultima ora: subbuglio nelle principali capitali mondiali, orde di pallidi emo sono scesi in piazza a protestare! Sono in 2 milioni secondo gli organizzatori della manifestazione, solo 2 mila secondo i fan di The Vampire Diaries.
Rivolte popolari a parte, il personaggio interpretato da Pattinson è quello di uno studente in medicina veterinaria che si sta per laureare, ma proprio il giorno dell’esame finale i suoi genitori muoiono in un incidente stradale. Una di quelle sfighe che sembrano uscite da un romanzo di Nicholas Sparks e invece no, perché il film è tratto dal romanzo Acqua per elefanti di tale Sara Gruen; ma siamo sicuri che non sia un alias femminile dietro cui si cela in realtà il sadico Sparks?
Dopo tale disgrazia, il povero ragazzo di origini polacche è così costretto ad abbandonare la casa perché suo padre non aveva finito di pagare il mutuo e poi c’è stata la crisi economica, i mutui variabili e siamo negli anni ’30 ma rispetto a oggi non è cambiato davvero niente. Forse già allora c’era Silvio Berlusconi…
E così comunque Robert Pattinson salta su un treno a caso senza pagare e si becca una multa dal controllore che lo insulta perché è un immigrato polacco clandestino (questa parte in realtà non c’è nel film, ma la Moratti mi ha intimato di metterla e mi ha anche detto di aggiungere qualcosa sulle moschee a Milano, ma proprio non sapevo come inserire la cosa…).
Dicevamo: Pattinson se ne va all’avventura in campagna e qui potrebbe diventare una storia da primo Terrence Malick, tipo I giorni del cielo, e invece il film subisce il potere della jamescameronizzazione del cinema: ovvero spettacolarizzare ogni scena al massimo, togliendo però allo stesso tempo ad ogni scena anche l’anima. Ecco, questa pellicola finisce per assomiglia a Titanic, peccato che per Pattinson non sia proprio lo stesso trampolino di lancio che per Leonardo DiCaprio… Ma tanto che je frega? Finché c’è ancora la saga de Twilight ce campa alla grande, quello!
A cadere in questa trappola cameroniana è Francis Lawrence, regista del pessimo Constantine e dell’atroce Io sono leggenda con Will Smith, e qui comunque alla sua direzione migliore finora.
Tornando alla storia: anziché andare in campagna, il Pattinson finisce in una compagnia circense, cosa che potrebbe rappresentare il sogno della vita del mio blogger rivale Mr. James Ford, che non perde mai l’occasione di mostrare una (inspiegabile) passione per il mondo circense. Ma se lui lo prenderebbero come clown, Robert Pattinson viene ingaggiato come vampiro? Ma no. Avete visto Twilight? New Moon? Eclipse? Vi sembra sia credibile come vampiro?
Vi siete dati la risposta da soli. E allora Pattinson entra in codesta compagnia come veterinario, visto che per la laurea gli manca appena un esame e al circo sono contenti già anche solo se hai fatto il CEPU.
Ma chi c’è a capo del circo?
No, questa volta avete sbagliato: non è l’inquietante Moira Orfei, bensì un cattivone interpretato dal basterdo tarantiniano nonché premio Oscar Christoph Waltz, che per di più è sposato con la sempre caruccia Reese Witherspoon, di cui Pattinson finirà immancabilmente per innamorarsi. Immancabilmente, visto che il ragazzo non sembra riuscire a star lontano dai triangoli amorosi, che siano con licantropi costantemente senza t-shirt o con basterdi come Christoph Waltz. Insomma, il solito amore contrastato che brucia l’anima (tanto per citare il pessimo titolo italiano del film in cui la Witherspoon interpretava June Carter, la moglie di Johnny Cash).
Il film si trascina un po’ troppo (2 ore sono pesantucce per una storia romantico-circense), i momenti pseudo animalisti con l’elefantessa (la vera spasimante di Pattinson) sono un po’ troppo stucchevoli, così come il moralismo e il buonismo che emergono qua e là di prepotenza.
A livello di cast Robert Pattinson non brilla troppo (ai em veri veri sorri, tuailaigt fans), ma regge comunque degnamente a fianco di una Reese Witherspoon pure lei un po’ spenta e di un Christoph Waltz invece sempre illuminante. Anche se il mio preferito è il vecchino Hal Holbrook, visto di recente anche in Into the Wild: è infatti lui a interpretare Pattinson da anziano, incorniciando la vicenda storica in un contesto presente proprio come in… Titanic. Perché alla fine il film questo è: un Titanic messo dentro al circo. Se vi aspettate altro del tipo: vampiri o licantropi, rimarrete delusi. Qui solo elefanti ci stanno.
E come l’acqua è necessaria agli elefanti, Come l’acqua per gli elefanti è necessario alle fan di Robert Pattinson, ma per la storia del Cinema questo film è invece necessario quanto un buco di culo sul gomito [Kill Bill cit.].
(voto 6)