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lunedì 13 agosto 2018

Suggerimento last minute per le vacanze: Il viaggio delle ragazze





Il viaggio delle ragazze
Titolo originale: Girls Trip
Regia: Malcolm D. Lee
Cast: Regina Hall, Queen Latifah, Jada Pinkett Smith, Tiffany Haddish, Mike Colter, Larenz Tate, Kate Walsh


Ci sono personaggi che si “mangiano” il film in cui compaiono. Personaggi in teoria minori, o comunque non i protagonisti principali, che si conquistano il titolo di idoli della pellicola. È il caso ad esempio di Stifler/Seann William Scott nella saga di American Pie.


lunedì 22 maggio 2017

Mi Scappa di scappare





Scappa – Get Out
Regia: Jordan Peele
Cast: Daniel Kaluuya, Allison Williams, Bradley Whitford, Catherine Keener, Caleb Landry Jones, Lakeith Stanfield, LilRel Howery



Scappa!
Cosa aspetti? Mettiti in salvo!
Corri via!
Look away, come si dice, anzi si canta nella sigla di Una serie di sfortunati eventi!
Insomma: vattene, cazzo!
O anche: vattene amore, che siamo ancora in tempo, prima che ti chiami trottolino amoroso e du du da da da...

martedì 21 luglio 2015

Sei una spiona, sei una spiona!





Spy
(USA 2015)
Regia: Paul Feig
Sceneggiatura: Paul Feig
Cast: Melissa McCarthy, Jude Law, Jason Statham, Rose Byrne, Peter Serafinowicz, Miranda Hart, Allison Janney, Morena Baccarin, Bobby Cannavale, Zach Woods, 50 Cent
Genere: spione
Se ti piace guarda anche: Kingsman - Secret Service, Austin Powers, Barely Lethal, Corpi da reato

Avete presente Morpheus di Matrix?
Sì, dai, quello ciccion... ehm, sovrappeso. Quello che fornisce le indicazioni al protagonista Neo a distanza, come se vedesse e sapesso tutto?
Ecco. Melissa McCarthy in Spy ha lo stesso compito. Dà indicazioni a distanza all'agente segreto Jude Law, una specie di versione ancora più figa di James Bond. A questo punto la domanda sorge spontanea: perché non è stato preso Jude Law per fare 007 anziché l'inespressivo Daniel Craig?
Probabilmente perché James Bond DEVE essere inespressivo per contratto.

domenica 23 novembre 2014

BASTARDI SENZA GLORIA, MA SE NON ALTRO IN DIVISA





Bastardi in divisa
(USA 2014)
Titolo originale: Let's Be Cops
Regia: Luke Greenfield
Sceneggiatura: Luke Greenfield, Nicholas Thomas
Cast: Jake Johnson, Damon Wayans Jr., Nina Dobrev, Rob Riggle, James D'Arcy, Andy Garcia, Natasha Leggero
Genere: cop-comedy
Se ti piace guarda anche: Poliziotto in prova, 21 Jump Street, 22 Jump Street

Ci sono dei film per ogni occasione. Ci sono persino dei film per quando stai male. O almeno, io ce li ho.
Quando sono a letto con la febbre, o comunque sono in modalità zombie afflitto da qualche grave male, ci sono dei tipi di visioni che preferisco e altre che invece secondo me è meglio evitare.
In genere, evito pellicole impegnative. A meno che non siano davvero molto impegnative e soprattutto visionarie. Guardare Inland Empire di David Lynch con 39 di febbre è un'esperienza che consiglio a tutti di provare, una volta nella vita. Attenti però a non restarci secchi, che potrebbe anche essere l'ultima esperienza della vostra vita.
Allo stesso tempo è meglio evitare anche film troppo tristi e soprattutto quelli che affrontano il tema della malattia. Se avete un semplice raffreddore, possono deprimervi così tanto da farvi pensare di essere in punto di morte.

Quando sono malato, il genere che preferisco gustarmi è allora quello dei filmetti disimpegnati e con un messaggio possibilmente positivo, che in altri momenti magari snobberei del tutto. Come si fa a individuare un film con un messaggio positivo, un cosiddetto “feel good movie”, ancor prima di vederlo?
In genere, salvo sorprese, le pellicole commerciali hollywoodiane sotto questo punto di vista non deludono quasi mai. Bastardi in divisa, ad esempio, in tal senso è l'ideale. Fin dal trailer è un filmetto prevedibile e scontato, una commedia action poliziesca già vista decine e decine di volte, che però alla fine si rivela capace di far pensare ad altro e ad alleviare il proprio dolore personale per un'oretta e mezza. Uno di quei film del tutto dimenticabili, ma che sul momento fanno sentire bene. Fanno sentire meglio.

"Ah, mi sento già meglio."
"Pensieri Cannibali è quasi più utile del medico della mutua!"

Bastardi in divisa è stato l'accompagnamento della mia ultima influenza. Come “feel good movie” ha portato a casa in pieno la pagnotta, meglio di tutte le Aspirine e Tachipirine del mondo. Ho iniziato la visione un po' scettico e l'ho terminata con il sorriso sulle labbra, benché a livello comico non è che sia una cosa così esilarante, e con qualche linea di febbre in meno. Chiamatelo effetto placebo o effetto buon umore, ma una risata in effetti può far star davvero meglio. E io che pensavo fossero solo delle teorie malate delle persone ottimiste.
Una volta riconosciuto ciò, il film va preso per quello che è: davvero una robetta con una sceneggiatura esilissima, alcune gag pseudo comiche piuttosto imbarazzanti, una regia piatta che non si segnala in alcun modo. A far funzionare la banale trama, che vede due sprovveduti trentenni improvvisarsi come agenti di polizia da un giorno all'altro, è il cast. I due protagonisti Jake Johnson e Damon Wayans Jr. arrivano entrambi dalla sitcom New Girl e i loro personaggi sono parecchio vicini a quelli della serie, tanto che si potrebbe immaginare Bastardi in divisa quasi come uno spinoff cinematografico a loro dedicato e che si sarebbe anche potuto intitolare New Boys. Come gnocca di turno a questo giro non c'è Zooey Deschanel, bensì Nina Dobrev, la tipa di The Vampire Diaries. Una che non sarà certo l'attrice del secolo, ma che invece sul titolo di figa del secolo potrebbe dire la sua. Attenzione però, perché quando c'è lei in scena la febbre ricomincia a salire. Chissà perché?


Lo spunto di fondo proposto da Bastardi in divisa è, se vogliamo, alquanto discutibile. Due tizi a cui non ne va bene mezza un giorno indossano la divisa da poliziotti e di colpo tutti li rispettano e tutte le donne impazziscono per loro. Sarà davvero così? Posso capire il fascino della divisa, ma in Italia non mi sembra che gli sbirri siano poi così tanto amati dalle masse...


Tralasciando questo aspetto, il messaggio finale del film non è tanto quello che se fai il poliziotto sei un figo, quando quello di lasciarsi andare, seguire la propria strada e le proprie passioni e...
Boh, ma che sto dicendo? Davvero mi è piaciuto questo filmetto?
Dev'essere stata tutta colpa della febbre!
(voto 5,5/10)

venerdì 10 ottobre 2014

22 JUMP STREET, IL SEQUEL FOTOCOPIA





22 Jump Street
(USA 2014)
Regia: Phil Lord, Christopher Miller
Sceneggiatura: Michael Bacall, Oren Uziel, Rodney Rothman
Cast: Jonah Hill, Channing Tatum, Ice Cube, Amber Stevens, Wyatt Russell, Peter Stormare, Jillian Bell, Dave Franco, Nick Offerman, Patton Oswalt, Queen Latifah, Craig Roberts, Diplo, Anna Faris, Bill Hader, Seth Rogen, Richard Grieco
Genere: college di polizia
Se ti piace guarda anche: Mai stata baciata, Una spia non basta, Scuola di polizia, 21 Jump Street (la serie)

Il primo fatto che salta agli occhi di questo 22 Jump Street non è il Jonah Hill sempre più dimagrito, ormai ce ne siamo già abituati mentre lui intanto forse è ingrassato di nuovo. A jumpare subito in maniera evidente alla vista è il fatto che sia un film tratto da un film che a sua volta era già tratto da un vecchio telefilm.

In tal senso, i precedenti non è che siano stati dei più positivi: Charlie’s Angels, Starsky & Hutch, Hazzard, A-Team… tutti filmetti davvero poco degni di nota. E pure di rispetto, quindi dico BLEAH, che schifo!
Tutte operazioni, o meglio tentativi, di aggiornare all’epoca moderna vecchie storie da piccolo schermo con risultati in bilico tra il ridicolo e il tragico. Senza però risultare tragicamente divertenti. Soltanto delle minchiatone. Qualcuno citerà allora la saga di Mission: Impossible tomcruisizzata. E va bene, in quel caso la resa cinematografica, seppure altalenante, è stata decente. Però certo che, se anche non l’avessero fatta, io non avrei sentito un grosso vuoto dentro la mia anima.

Con tali precedenti non certo esaltanti alle spalle, le premesse erano tragiche per questo 22 Jump Street, che peraltro è il sequel della versione cinematografica della serie tv. Mi viene infatti in mente Charlie's Angels 2, che era peggio, e molto, persino del già modestissimo primo film.
Quanto alla serie cui si ispira, 21 Jump Street è stato un telefilm 80s andato in onda negli Usa tra il 1987 e il 1991 per ben cinque stagioni, con un buon successo in patria. In Italia il serial è stato invece trasmesso da Italia 1 con il titolo I quattro della scuola di polizia ma non mi risulta sia diventato un fenomeno di massa né di culto. Dalle nostre parti, la serie risulta vagamente conosciuta soprattutto per aver lanciato la carriera del giovane Johnny Depp, che già pochi anni addietro aveva esordito nel primissimo mitico A Nightmare on Elm Street. Dove non faceva una bella fine, se non ricordo male… Qualche anno più tardi Depp mani di forbice avrebbe però preso spunto per le unghie affilate proprio da Freddy Krueger. Chissà, probabilmente all’epoca i due si facevano la manicure nello stesso posto.

Premettendo che non ho mai visto la suddetta serie tv 21 Jump Street, mi sembra comunque che in questo sequel del remake non si sia tentata tanto un’operazione nostalgia, ma si sia preso semplicemente spunto dalla trama del telefilm per creare qualcosa che parli di oggi.
L’idea della serie è quella di reclutare degli agenti di polizia giovani e infiltrarli in un college spacciandoli per studenti normali in modo da catturare degli spacciatori di droga (e nel telefilm immagino anche per altri crimini di natura varia). La storia dell’infiltrato funziona sempre, da Point Break a Fast & Furious, perché è un modo efficace per raccontare un determinato mondo, dal surf alle auto truzzate, attraverso il punto di vista di un esterno che però fa il doppiogioco e poi finirà immancabilmente per farsi catturare anche lui dal fascino di quel determinato mondo e scusate se vi ho spoilerato sia Point Break che Fast & Furious.
Anche se il film che mi ha ricordato di più questo 22 Jump Street è Mai stata baciata, commedia romantica in cui Drew Barrymore per scrivere un articolo sui giovani si finge una studentessa e torna al liceo, rivivendo gioie e soprattutto dolori dell’epoca.

Anche applicato al tema adolescenziale, questo è un espediente narrativo parecchio comune. Non quello del poliziotto infiltrato, ma dell’esterno in generale. Capitava ad esempio in Beverly Hills 90210 a Brandon & Brenda, due gemelli montanari provenienti dal Minnesota che da un giorno all’altro si ritrovano a trasferirsi sotto il sole glamour di L.A. e a dover cambiare il loro stile di vita in maniera radicale in quattro e quattr’otto. E ben felici di farlo. Così come succedeva in The O.C., dove Ryan Atwood (il Ben McKenzie oggi detective di Gotham), giovane criminale che fotteva le auto radio nel quartiere del Chino, veniva pure lui catapultato all’improvviso al sole della California a vivere in una villa con piscina mega-sborroneria per ricconi.

Senza andare a trovare ulteriori collegamenti con serie varie, torniamo sulla retta via di 22 Jump Street. Nel film c'è un breve cameo di uno dei protagonisti del telefilm originale, Richard Grieco, mentre questa volta Johnny Depp non si degna manco di apparire. Per il resto, il film è assolutamente indipendente dalla serie tv e quindi godibile da tutti, anche da chi non ha visto il primo film, riassunto in maniera veloce ed esilarante all'inizio, e infatti la pellicola ha ottenuto un successo enorme negli USA portando nelle sale anche chi il telefilm manco l'aveva mai sentito nominare. Chissà allora a questo punto che non facciano anche un vero terzo capitolo, dopo quelli fittizi dei titoli di coda. In Italia invece l'hanno proposto praticamente senza promozione in una manciata di salette nel periodo estivo e, così come già con l'episodio precedente, non se l'è filato quasi nessuno. Complimenti.

22 Jump Street - il film è un film con venature action e poliziesche leggere. Ma soprattutto, è una comedy molto jump around, jump around, jump around, jump up jump up and get down! Le scene più d’azione infatti lasciano il tempo che trovano. A convincere è soprattutto la parte comica, il bel susseguirsi di battute e di momenti folli e divertenti. Alcuni persino deliranti, come quando i due protagonisti si drogano. Funziona poi molto bene l’alchimia tra i due protagonisti, i diversissimi Jonah Hill e Channing Tatum...

Hey, un momento...
Avete per caso avuto una sensazione di deja vu? Questo post vi suona stranamente famigliare? Vi sembra di averlo già letto prima?
Beh, probabilmente perché l'avevate già letto, nel giugno 2012. Quella che avete trovato sopra è infatti la recensione che avevo scritto di 21 Jump Street, giusto un minimo riadattata.

Perché vi ho tirato questo scherzetto?
Perché, oltre al fatto che sono un bastardo, in pratica è quanto fa anche 22 Jump Street. La missione in cui sono coinvolti i due agenti protagonisti Jonah Hill e Channing Tatum è praticamente identica a quella precedente, con l'unica variante dell'ambientazione del college anziché quella del liceo. 22 Jump Street non cerca quindi di fare come tanti sequel che fingono di essere differenti dal primo capitolo quando non lo sono. 22 Jump Street è uguale a 21 Jump Street e non fa niente per nasconderlo. Squadra che vince non si cambia. Film che vince non si cambia. Il primo funzionava e, per quanto affiori una sensazione di deja vu, funziona pure questo secondo.
Com'è possibile che funzioni e com'è possibile che a me sia piaciuto, visto che io i sequel li critico sempre e comunque? Non avendo ancora (colpevolmente) mai visto Il padrino - Parte II, l'unico seguito che credo di aver apprezzato quanto (e forse un pochino di più) dell'originale è stato Ritorno al futuro - Parte II. Tutti gli altri mi hanno immancabilmente deluso, o annoiato, o fatto incazzare, o tutte queste cose messe insieme, benché alcuni non fossero troppo male. Mi viene in mente giusto Scream 2 e non è un caso. In quello, così come in questo 22 Jump Street, si ironizza sul concetto stesso di sequel. Da subito si mette in luce il fatto che il numero 2 non sarà mai al livello dell'1 e così, mettendo in chiaro questo aspetto, ne esce una pellicola che può avere una sua dignità.

22 Jump Street ridicolizza l'idea di seguito e la ripetizione all'infinito di una stessa idea (si vedano i titoli di coda) ed è questa la sua arma vincente. Oltre a ciò, la sua ironia prende di mira in maniera ancora più estrema i classici buddy movie polizieschi alla 48 Ore, Tango & Cash e numerosissima compagnia varia. Come il primo episodio, più del primo episodio. Il rapporto tra Jonah Hill e Channing Tatum viene qui presentato come quello tra due fidanzatini, portando il bromance tipico di questo genere di film a livelli mai toccati prima.
Fondamentalmente è tutto come nel precedente capitolo, citazionismo compreso, che qui va a toccare tra le altre cose Arma letale, Spring Breakers e pure il videogame Grand Theft Auto, il primo mitico GTA, nella scena con ripresa dall'alto. Oltre a una trama pressoché invariata, vengono riprese quasi pari pari pure numerose scene, come quella in cui i due protagonisti si drogano e hanno le visioni, o il sacrificio di uno che si prende un proiettile per salvare l'altro.
Il colpo di genio di questa pellicola sta proprio in questo: fare una copia spudorata ed esplicita del primo film. Prendere di nuovo dalle tasche del pubblico i soldi del biglietto con una pellicola identica all'altra, senza l'ipocrisia di tanti seguiti in circolazione. 22 Jump Street è un sequel fotocopia, ma se non altro lo dichiara e non lo tiene nascosto. Io questa la chiamo onestà intellettuale...
Va beh, considerando il livello della comicità del film, intellettuale mica tanto. Diciamo solo onestà e basta.
(voto 6+/10)

domenica 21 settembre 2014

RIVENGO DA CAPO





Io vengo ogni giorno
(USA 2014)
Titolo originale: Premature
Regia: Dan Beers
Sceneggiatura: Dan Beers, Mathew Harawitz
Cast: John Karna, Katie Findlay, Craig Roberts, Carlson Young, Alan Tudyk
Genere: ripetitivo
Se ti piace guarda anche: Ricomincio da capo, American Pie, +1

L’altro giorno ho visto un filmetto, Io vengo ogni giorno. Cosa c’è da sapere su questa pellicola?
È presto detto. Si tratta della versione American Pie di Ricomincio da capo. Oppure, se preferite, della versione Ricomincio da capo di American Pie. Un mix tra le due pellicole in versione porella, precisiamo.
Il problema numero 1 di Io vengo ogni giorno è la scarsa originalità. Il film, forte dell'idea, che è anche l’unica presente, della stessa giornata che continua a ripetersi, crede di essere chissà quanto particolare e fantasioso. In realtà già di recente si era assistito a qualcosa di simile con +1, pellicola adolescenziale dallo spunto sci-fi non fenomenale ma più riuscito di questo. Per non parlare di Questione di tempo, che trasformava il ripetersi delle situazioni in una delle più emozionanti romcom viste di recente.
La variante proposta da Io vengo ogni giorno è che il protagonista torna indietro e rivive di nuovo la stessa giornata da capo ogni volta che eiacula. Come in Ricomincio da capo, solo che lì si assisteva a un minore spreco di sperma. Uno spunto così stupido che potrebbe funzionare, per una commedia goliardica. Invece, e qui giungiamo al problema numero 2, il film non fa quasi mai ridere. Parte anche benino, per i primi 2 minuti circa, quando il padre dice al figlio imbranato che è stato persino “battuto alle elezioni scolastiche da un procione”, ma da lì in poi le battute azzeccate si azzerano, così come le varie gag, soprattutto quelle a sfondo sessuale, non ottengono gli effetti comici sperati. E non sono manco sexy. Non quanto gli scatti intimi di Jennifer Lawrence e delle altre celebrità usciti negli scorsi giorni…
AAAAAH
AAAAAAAAH
oddio, scusate. Al solo pensare a Jennifer Lawrence nuda sto venendoooooo!


L’altro giorno ho visto un filmetto, Io vengo ogni giorno. Cosa c’è da sapere su questa pellicola?
È presto detto. Si tratta della versione American Pie di Ricomincio da capo. L’ho già detto?
Mi sembra di sì. E ve l’ho detto che il suo problema numero 1 è la scarsa originalità e il problema numero 2 è che non fa quasi mai ridere?
Sto avendo una forte sensazione di deja vu…
Oh, no! Mi sta capitando come al protagonista, cui sua volta capitava come a Bill Murray in Ricomincio da capo. Il paragone vi sembra blasfemo? È vero, Io vengo ogni giorno non vale manco un decimo di Ricomincio da capo, ma se non altro bisogna ammettere che, laddove in quello c’era la bruttarella Andie McDowell – oh, a me non è mai piaciuta – qui se non altro ci sono un paio di belle fighette. L’amica-qualcosapiùcheamica del protagonista, la mora Katie Findlay, già vista nelle serie The Killing e The Carrie Diaries, e la zoccolona bionda Carlson Young, che prossimamente vedremo nella serie tv tratta da Scream. Che bella gnocchetta che è…
AAAAAH
davvero una bella gnocchetta...
AAAAAAAAAH
no, scusate, sto venendo di nuovoooooooooooo!
AAAAAAAAAAAAAH


L’altro giorno ho visto un filmetto, Io vengo ogni giorno. Cosa c’è da sapere su questa pellicola?
È presto detto. Si tratta della versione American Pie di Ricomincio da capo...
Oh, cazzo. Basta!
Questo post sta diventando ripetitivo, considerando che avevo già scritto dei pezzi del genere anche per Ricomincio da capo e Questione di tempo. Mi sto ripetendo mi sto ripetendo mi sto ripetendo.
Vero?
Vero?
Vero?
E allora, ripetitivo per ripetitivo per ripetitivo che sono vi ricordo i problemi di questo film:
1) La scarsa originalità
2) Non fa quasi mai ridere
In più aggiungo il suo terzo problema, che ancora non vi avevo enunciato:
3) È ripetitivo. Non si era capito, eh, vero? Non si era capito? No che non l’avevate capito, no? No? No?
Aggiunto tale terzo punto, credo di aver detto proprio tutto quello che c’era da dire su questo filmetto e ora posso tornare a concentrarmi sulle foto di Jennifer Lawrence nuda…
AAAAAAAAAH
AAAAAAAAAAAAH
aiuto no, sto venendooooooo ancoraaaaaaAAAAAAH


L’altro giorno ho visto un filmetto, Io vengo ogni giorno. Cosa c’è da sapere di questa pellicola?
È presto detto. Si tratta della versione American Pie di Ricomincio da capo...
NOOOOOOOOOOOO
BASTAAAAAAAAAAAA
Posso accettare di rivivere per sempre la stessa giornata, ok, mi arrendo. Però almeno fatemi vedere un altro film. Qualsiasi tranne una roba ripetitiva come Io vengo ogni giorno, vi prego.
Vi prego.
Vi prego.
Vi prego.
Vi prego.
Vi prego.
Vi prego.
Vi prego.
(voto 4,5/10)

sabato 13 settembre 2014

FILM MOLTO... CATTIVI PER GIORNI MOLTO... CATTIVI





Comportamenti molto... cattivi
(USA 2014)
Titolo originale: Behaving Badly
Regia: Tim Garrick
Sceneggiatura: Tim Garrick, Scott Russell
Ispirato al romanzo: While I'm Dead... Feed the Dog di Ric Browde
Cast: Nat Wolff, Selena Gomez, Mary-Louise Parker, Elisabeth Shue, Heather Graham, Dylan McDermott, Lachlan Buchanan, Ashley Rickards, Jason Lee, Austin Stowell, Gary Busey, Cary Elwes, Nate Hartley, Mercy Malick, Justin Bieber
Genere: bimbominkia
Se ti piace guarda anche: Detention, Hard Times – Tempi duri per RJ Berger, Fatti, strafatti e strafighe, American Pie

È sempre il momento di fare una commedia, diceva una volta un tizio saggio, Nanni Moretti. Ed è sempre il momento di guardarla.
Ci sono giornate lunghe, interminabili, in cui tutto quello che deve andare storto va storto. Al termine di quelle giornate, un film ti può far star meglio. Non importa che cinematograficamente sia irrilevante, che la sceneggiatura sia un pastrocchio di proporzioni clamorose o che, a essere ancora generosi, sia definibile come una porcatona incredibile.
Ho visto Comportamenti molto... cattivi alla fine di una di quelle giornate, una di quelle proprio pessime, e mi ha fatto dimenticare per un'ora e mezza tutti i miei problemi, che anch'essi sono piuttosto irrilevanti, perlomeno se paragonati ad esempio a quanto capita ai protagonisti di Colpa delle stelle. Però sono quelle situazioni fastidiose che ti fanno comunque girare le palle, che ti consumano da dentro e tu non sai che fare per porvi rimedio e continui a rimuginarci sopra. Poi ti guardi una robetta come questo film e, almeno per un po', dimentichi tutto e ti senti più leggero.

Comportamenti molto... cattivi è un film molto... cattivo. Nel senso che è di pessima qualità. Su IMDb ha una media voto del 4.3, la critica americana l'ha sberleffato, il pubblico l'ha perlopiù ignorato, i colleghi blogger che avranno il coraggio di vederlo ne diranno peste e corna.
Nonostante tutto questo, io non posso parlarne male. Mi ha tirato su in una giornata giù e quindi io gli voglio bene.
Si può volere bene a un film?
Sì, si può.
Non è amore, perché questa è comunque una pellicola penosa, lo ammetto senza problemi. Però gli voglio bene come a un amico che ti dice che tutto andrà bene. Everything's gonna be alright. Non importa che ciò sia vero o meno, anche perché alla fine everything's never gonna be alright. L'importante è che te lo dica comunque.

Questo film è una supercazzola. Al suo interno mescola in maniera casuale varie cose: una base teen, una spruzzata di scene sessuali alla American Pie/RJ Berger, un bel po' di demenziale alla Fatti, strafatti e strafighe e Scemo & più scemo, un tocco leggero di crime story, ovviamente paradossale e buttato lì nel mezzo alla cazzo di cane, un misto di situazioni da 90s movie con una colonna sonora orientata verso gli 80s e pure una storiella sentimentale da romcom classica.
Tutti questi variegati elementi sono messi insieme alla rinfusa, senza troppa cognizione di causa. A volte si tenta la strada della pellicola goliardica e caciarona, ma senza mai spingere troppo sul pedale dell'eccesso, purtroppo. Altre volte si prova a imboccare la via della commedia anni Ottanta alla John Hughes, ma senza mai raggiungerne i livelli neanche da lontano, purtroppo di nuovo.

Discorso simile per il cast, che mescola giovani promesse come il protagonista Nat Wolff, già visto nel ben più notevole Palo Alto di Gia Coppola e nel già citato Colpa delle stelle, e Selena Gomez, poco espressiva ma bona, con MILF come Elisabeth Shue, Heather Graham e Mary-Louise Parker, con vecchie glorie come Gary Busey e Cary Elwes, più un'auto ironica apparizione di Justin Bieber. Tutti insieme casualmente, più che appassionatamente.

"Beccati questo, Justin Bieber!"

"Hey Selena, ma chi è quello lì?"

Niente insomma in questo film funziona come dovrebbe. Tutto quello che deve andare storto va storto. Come in una giornata da dimenticare. E pure questo sarebbe un film da dimenticare. La combinazione: giornata disastrosa + film disastroso alla fine può però dare a sorpresa un risultato positivo. Una robaccia come Comportamenti molto... cattivi vista in un momento normale può sembrare una merda, e probabilmente lo è davvero, ma se riesce a risollevarti il morale dopo una giornata di merda, vuol dire che il suo porco lavoro l'ha fatto. Niente male, per uno schifo di film.
(voto 6/10)

mercoledì 27 agosto 2014

CATTIVI VICINI, LA COMMEDIA CROSSOVER





Cattivi vicini
(USA 2014)
Titolo originale: Neighbors
Regia: Nicholas Stoller
Sceneggiatura: Andrew J. Cohen, Brendan O’Brien
Cast: Seth Rogen, Rose Byrne, Zac Efron, Elise Vargas, Zoey Vargas, Ike Barinholtz, Carla Gallo, Dave Franco, Halston Sage, Craig Roberts, Christopher Mintz-Plasse, Jerrod Carmichael, Lisa Kudrow, Hannibal Buress, Andy Samberg, Jake Johnson
Genere: crescere che fatica
Se ti piace guarda anche: Old School, 21 Jump Street, Gli stagisti, Animal House

Io non volevo solo partecipare alle feste. Volevo avere il potere di farle fallire.
Così diceva Jep Gambardella ne La grande bellezza. Così fanno anche Seth Rogen e Rose Byrne in Cattivi vicini. I due sono una giovane coppia che ha appena avuto una figlia. Da quando sono diventati genitori, la loro vita è cambiata. Sono stati costretti a diventare delle persone adulte, responsabili e serie. Più o meno. Quando nella casa accanto alla loro si trasferisce una confraternita universitaria, le cose per loro saranno però destinate a mutare di nuovo. I due parteciperanno a una festa dei nuovi vicini cool capitanati da Zac Efron e poi le cose sfuggiranno loro di mano, parecchio, e si troveranno così a voler vedere fallire i loro party.

Se pensate a una specie di versione americana della pellicola premio Oscar di Paolo Sorrentino, fermatevi subito. Cattivi vicini non è un film arty o d'autore. E' “solo” una commedia caciarona goliardica e volgare. Mi correggo: è La Commedia caciarona goliardica e volgare più divertente dell’anno. Così come ogni estate ha i suoi tormentoni musicali, più o soprattutto meno gradevoli, la stagione più calda (ma dove?) almeno negli USA è sempre segnata da una comedy che spinge un po’ più in là i limiti delle risate. Nelle scorse estati abbiamo avuto Una notte da leoni e Le amiche della sposa, quest’anno il film comico rivelazione è stato questo Cattivi vicini, costato appena $18 milioni e capace di incassarne in patria oltre $150 milioni. Meritati?
Sì, perché Cattivi vicini è un crescendo esplosivo di comicità paragonabile, per livello di esaltazione e goduria che a livello personale mi ha provocato, a Smetto quando voglio o (quasi) a The Wolf of Wall Street. La pellicola parte come film indie su una coppia alle prese con la routine di tutti i giorni, quasi una versione comedy di un altro lavoro recente sempre con Seth Rogen, Take This Waltz. Ben presto si entra invece in un’altra dimensione, tutt'altra dimensione, quella dei teen movies, grazie all’ingresso in scena di Zac Efron e dei suoi amici festaioli.

A questo punto si assiste a un doppio scontro. La prima battaglia è quella combattuta dal come al solito divertente Seth Rogen in coppia con una Rose Byrne da Oscar VS. uno Zac Efron convincente a livello recitativo come non mai. Sarà che la parte dello studente decerebrato e superficiale gli calza a pennello, chissà?
Dall’altra parte abbiamo invece uno scontro tra generi cinematografici differenti: la pellicola indie sulla vita di coppia VS. la pellicola adolescenziale. Un confronto non solo generazionale, ma filmico. Più che uno confronto, un mash-up riuscito, come il mix tra Missy Elliott e Black Keys “Get Ur Freak On Keep Me” suonato in una delle scene più deliranti della pellicola.



Cattivi vicini allora è proprio come questa canzone: una commedia crossover, un film destinato a piacere e a divertire sia i bimbiminkia come me che si esaltano con Project X e American Pie vari, così come un pubblico più adulto che ricorda con nostalgia Animal House. E magari pure Porky’s. Destinato a convincere tanto i giovani Cannibal Kid quanto (forse) i vecchi Mr. James Ford in egual misura.

Cattivi vicini sarà quindi ricordato come uno dei cult movie assoluti di questo 2014?
Solo il tempo ce lo dirà, ma di certo non gli manca nulla. Tre protagonisti in formissima, una colonna sonora bomba che mixa electro, hip-hop e rock, più una serie di scene esilaranti. Senza svelare troppo dico solo: Robert De Niro, mungitura umana e airbag.
Si potrà dire che non è un film che propone chissà quali contenuti, ed è vero solo in parte. Un minimo di riflessioni sulle difficoltà nel crescere e nell’accettare di non essere più dei teen ma delle persone adulte la pellicola le offre. Così come è facile identificare i rapporti problematici con i vicini ai propri, a meno che non abbiate vissuto tutta la vostra vita in un deserto. O a meno che non siate dei ricconi che vivono in una villa isolati dal resto del mondo e in tal caso non era mia intenzione offendervi e già che ci sono vi chiedo di fare una piccola donazione in favore di Pensieri Cannibali. Grazie.
Il merito principale del film in ogni caso è un altro ed è una qualità paradossalmente sempre più difficile trovare in una commedia: far ridere. Far morir dal ridere e divertire dall’inizio alla fine, come un party ben riuscito.
(voto 7+/10)

mercoledì 30 luglio 2014

ROBETTA D’AMORE




Provetta d’amore
(USA 2012)
Titolo originale: The Babymakers
Regia: Jay Chandrasekhar
Sceneggiatura: Peter Gaulke, Gerry Swallow
Cast: Paul Schneider, Olivia Munn, Kevin Heffernan, Nat Faxon, Wood Harris, Aisha Tyler, Constance Zimmer, Lindsey Kraft, Tommy Dewey, Helena Mattsson, Jay Chandrasekhar, Collette Wolfe, Noureen DeWulf, Miles Fisher, Rick Overton
Genere: sterile
Se ti piace guarda anche: Molto incinta, Questi sono i 40, Libera uscita

Certa gente non impara proprio niente dai film. Eppure ci sono delle cose che ormai tutti dovrebbero conoscere. Ad esempio che non si scappa mai da un pazzo assassino salendo le scale di casa. Oppure che quando una gnocca assurda ci prova con te, c’è sempre una fregatura di mezzo. O ancora che non si devono mettere al mondo dei figli. Non le avete viste di recente pellicole come La stirpe del male, Alabama Monroe, Travolti dalla cicogna, La guerra è dichiarata o Hotell? Se diventate genitori, le cose vanno inevitabilmente a finire male.

A quanto pare però tra i personaggi dei film non va di moda guardare i film.
Scusate, ma se non li vedete voi, chi è che deve guardarli? Non lamentatevi poi se c’è crisi anche nel vostro settore…
I protagonisti di Provetta d’amore (titolo originale The Babymakers), ignorando tutti i segnali funesti provenienti dal mondo del cinema odierno, dopo 3 anni di matrimonio decidono di avere un figlio. Si mettono così a scopare come conigli e 9 mesi dopo…
Niente. Non succede niente. A questo punto decidono di fare tutte le visite del caso per vedere se sono fertili e scoprono che il problema è lui. È sempre colpa dell’uomo, in questa nuova generazione di film filo-femministi americani. Tutta colpa di Katniss Everdeen, tutta colpa sua!
A questo punto che fare? Seguire l’esempio dei Brangelina e adottare qualche decina di bambini in giro per il mondo? Oppure ricorrere all’inseminazione artificiale?
Dal titolo italiano della pellicola forse avrete una mezza idea di cosa faranno i protagonisti, ma le cose non andranno così lisce...

"Il film fa schifo? Va beh, beviamoci su!"
Chi sono comunque questi ignari protagonisti del film che vogliono diventare genitori a tutti i costi?
Lui è Paul Schneider, attore parecchio anonimo e dal potenziale comico pressoché inesistente. Lei è Olivia Munn, già vista nella serie The Newsroom, sulla carta perfetta protagonista di una commedia brillante, visto che è un tipo un po’ alla Cameron Diaz: è una gran bella gnocca, ma allo stesso tempo ha anche la faccia simpatica. Perfetta sulla carta, peccato che alla prova dei fatti non funzioni molto, sarà che questa è una commedia ben poco brillante. A non funzionare sono soprattutto le battute…
Battute? Perché, in questo film ci sono delle battute?
Così come non fanno ridere le varie gag che sembrano la copia di qualche film copia di Tutti pazzi per Mary o American Pie o Molto incinta. Ecco, se c’è un filone in cui si infila questa Provetta d’amore è quella delle commedie sboccate di Judd Apatow, senza però ottenerne neanche lontanamente gli stessi effetti comici. Si sente la mancanza di un trascinatore come Seth Rogen, dotato di una fisicità e di un umorismo che lo spento Paul Schneider si può giusto sognare. Così come mancano dei comprimari davvero convincenti. Se dalla parte comedy la pellicola è parecchio scadente, le cose non vanno meglio nemmeno dal punto di vista più diciamo romantico e famigliare. La storia è infatti scontatissima, già vista, banale e tra i due protagonisti non c’è alcuna chimica.

In pratica, questo film è spento, inutile, sterile come gli spermatozoi del suo protagonista. Per quanto si sforzi, non solo non riesce a dare vita a qualcosa che possa essere considerato anche solo da lontano Cinema, ma non ce la fa neppure a mettere al mondo un intrattenimento decente. E non è nemmeno così orribile da potersi candidare in maniera degna alla classifica del peggio dell’anno, è solo una mediocre perdita di tempo. Se concepite l’idea di guardarvi questo film, non pensateci su due volte: abortitela istantaneamente.
(voto 4/10)

"Abbiamo preso un voto più alto dell'ultimo di Aronofsky, sììì!"

lunedì 28 luglio 2014

UNA NOTTE IN GIALLO, LA NOTIZIA DEL GIORNO





Buongiorno gentili blogspettatori e benvenuti alla prima edizione del WebGiornale di Pensieri Cannibali. La notizia di primo piano quest’oggi vede come protagonista la giornata e soprattutto la nottata pazzesca di Elizabeth Banks, attrice che è stata scambiata prima per una prostituta e poi, ancora peggio, per una giornalista.
Ci racconta tutto quello che le è capitato la nostra inviata da Los Angeles, Anna Praderio.
Anna, mi senti?



Scusate, mi segnalano dalla regia che Anna Praderio è in vacanza. Possiamo allora collegarci con Vincenzo Mollica… Vincenzo, ci sei?



Come? Mi dicono dalla regia che pure lui è già partito per le vacanze e quindi non ci resta che l’ultima ruota del carro: Cannibal Kid.
Cannibal, almeno tu mi senti? A te la parola.

Sì, ti sento forte e chiaro. Buongiorno Marco e buongiorno a tutti i blogspettatori di Pensieri Cannibali. Davvero incredibile quanto successo all’attrice Elizabeth Banks che ieri ha vissuto una notte in bianco, o meglio Una notte in giallo, visto che è stata avvistata in giro per le strade di Los Angeles vestita con uno sgargiante abito giallo da zoccolona e perché così la distribuzione italiana ha deciso di intitolare una pellicola che in originale si chiamava Walk of Shame, la camminata della vergogna. Ma cosa le è successo? Cerchiamo di ripercorrere gli eventi di una nottata parecchio movimentata.

Elizabeth Banks è stata prima scaricata dal fidanzato e poi ha avuto pure una pessima notizia sul lavoro. Per consolarsi, le sue amiche hanno pensato bene di portarla fuori per una spensierata serata in discoteca, un po’ come ha fatto Mario Balotelli il giorno del ritorno in Italia dopo la disfatta azzurra ai Mondiali di calcio. Chissà perché però a lei non sono piovute addosso maree di critiche. Sarà per via del solito razzismo?


Una volta in disco, la Banks si è ubriacata come una spugna, si è fatta rimorchiare da un attore belloccio ma poco conosciuto, James Marsden, uno che ha girato film di successo come Come d’incanto, X-Men o Le pagine della nostra vita e sembra sempre lì lì per esplodere e poi invece non se lo fila più nessuno.


Dopo essersela spassata, Elizabeth Banks per non essere paparazzata con questo attorucolo di seconda fascia è scappata nella notte, sperando di non essere notata da nessuno. Peccato che, con quell’abito giallo che indossava in onore della vittoria di Nibali al Tour de France, non è proprio riuscita a passare inosservata, finendo per essere scambiata dai poliziotti per una escort. E nemmeno d’alto bordo.

"Scusate agenti. Dopo le ultime sentenze pensavo che la prostituzione
in Italia fosse legale..."
"Sì, ma solo quella minorile. E comunque qui siamo a Los Angeles, bitch!"

La sua nottata è andata avanti tra una terrificante gag in stile Paperissima Sprint e l’altra, ma per fortuna è stata salvata dall’intervento di un divertente gruppetto di spacciatori di crack.


ATTENZIONE SPOILER, gentili blogspettatori!
Dopo un sacco di altre scenette ben poco esilaranti, che vorrebbero essere politically incorrect invece non lo sono, la Banks è finita per fare il solito discorso conclusivo moralistico da classica commedia americana. Una serata in giallo parecchio movimentata ha allora avuto una conclusione parecchio prevedibile, con tanto di stucchevole happy ending romantico. Una storia degna di un servizio di Studio Aperto, più che di uno di Pensieri Cannibali, ma dopo tutto è estate e anche noi ci dobbiamo adeguare.
Per il momento è tutto, in attesa di possibili aggiornamenti sulla vicenda ripasso la linea allo studio.

Grazie Cannibal. È stato un servizio davvero penos… volevo dire pensoso, nel senso che mi ha fatto pensare parecchio. E adesso passiamo al cinema. Ecco a voi in anteprima mondiale il trailer ufficiale di Una notte in giallo, il film tratto dalla notizia che vi abbiamo appena raccontato.



Una notte in giallo
(USA 2014)
Titolo originale: Walk of Shame
Regia: Steven Brill
Sceneggiatura: Steven Brill
Cast: Elizabeth Banks, James Marsden, Oliver Hudson, Gillian Jacobs, Sarah Wright, Bill Burr, Ethan Suplee, Ken Davitian, Lawrence Gilliard Jr., Alphonso McAuley, Da’Vone McDonald
Genere: tutto in una notte
Se ti piace guarda anche: Tutto quella notte, Lo spaventapassere
(voto 4,5/10)

mercoledì 2 luglio 2014

INSTRUCTIONS NOT INCLUDED – UN PAPÀ PER AMIGO





Instructions Not Included
(Mexico 2013)
Titolo originale: No se Aceptan Devoluciones
Regia: Eugenio Derbez
Sceneggiatura: Guillermo Ríos, Leticia López Margalli, Eugenio Derbez
Cast: Eugenio Derbez, Loreto Peralta, Jessica Lindsey, Daniel Raymont, Karla Souza, Alessandra Rosaldo, Margarita Wynne
Genere: caliente
Se ti piace guarda anche: Tre scapoli e una bimba, Io & Marley, Sole a catinelle

¡Hola chicos! ¿Cómo estás? ¿Que pasa? ¿Che cacchios fates?
Io me sono appena gustado un film muy guapo. Muy… muy no tanto, però abbastanzas lindo, andale andale!
La película es mexicana como yo y el titulo original es No se Aceptan Devoluciones. In Italia no sé porqué ma è uscito con il titulo Instructions Not Included. Tu vuò fa’ l’americano, mericano, mericano, ma sì nato in Italy. Ricordalo, Cabrón!
Va detto que anche el film vuò fa’ l’americano, mericano, mericano, pur essendo mexicano. Instructions Not Included es la storia de Valentín, el solito chico que no vuole cresceres, no vuole metteres su familia, no vuole averes responsabilidad, pero un día se ritrovas con una niña, la su figlia, porqué la madre gliela lascia tutta per sé e quindi si deve prendere la responsabilidad. So’ cazzi sua, in praticas!

Valentín così va negli USA a cercares la madre della niña, ma la madre della niña es desaparecida y così lui se trovas un trabajo. ¿A fare il lavapiattis? ¿A fare il puliscicessis?
!No!
Noi mexicanos no dobbiamos micas hacer solo quello, nella vida. Anche si no habla inglés, Valentín se trova un trabajo muy bueno y muy respetable. O quasi… Si mette a fare lo stunt, lo stuntman por el cinema. In questo modo riesces a superares todos les sues paures, y inoltres riesces a mantener la niña. Fino a che la madre rientreras nelle loro vidas…

"Cosa sto facendo?
Sto cercando di fare più tenerezza del Gatto con gli stivali, naturalmente!"
¿Cosa succedes ahora?
No ve lo dico. Voi ve lo potetes vederes al cinema, così dates un poco de dinero a noi poveros mexicanos. Ne vales la pena?
Yo creo que sì. Existe algún defecto. Por esempio, la pelicula es troppo buonista, políticamente correcta o, com’è che dite voi in Italia?
Fabiofazista, sì.
Inoltres la regia è al livello di quella delles telenovelas, los actores no son muy fenomenal, el protagonista Eugenio Derbez, que es el director tambien, sembra la version con le meches de Neri Marcorè y quindi como playboy no es muy creíble, y la bionda Jessica Lindsey es un actriz muy perra. ¿Como dites in Italia? !Cagna!
La niña Loreto Perlata invece es muy buena, la mejor del cast.
No todo es guapo y algunas scenas son muy infantil, pero la pelicula se lascias guardares, con algúnos sorrisos y algunas lágrimas. Porqué nos mexicanos sappiamos hacer rideres y hacer piangeres allo stesso tiempo. Mica sappiamos hacer sólo la siesta.
Y el final della pelicula es muy bastardo! Vi farà piangeres como Io & Marley y forse ancor de più, porqué alla fin esta película funzionas più como drammone strappalágrimas que como comedia.
!Viva la tristeza! ¡Que viva México!
(voto 6+/10)

martedì 17 giugno 2014

SOTTO UNA BUONA STELLA, LA GRANDE BELLEZZA DE VERDONE





Sotto una buona stella
(Italia 2014)
Regia: Carlo Verdone
Sceneggiatura: Carlo Verdone, Pasquale Plastino, Gabriele Pignotta, Maruska Albertazzi
Cast: Carlo Verdone, Paola Cortellesi, Tea Falco, Lorenzo Richelmy, Eleonora Sergio, Simon Blackhall, Alex Infascelli
Genere: merdino verdino
Se ti piace guarda anche: Io, loro e Lara, Posti in piedi in paradiso

Io non ce la faccio a volergli male, al Carletto Verdone. E sì che il suo ultimo film avrebbe tutte le carte in regola per farmi girare le palle alla grande. È buonista. Ha un finale terrificante. È corredato da un’insopportabile, continua e moralistica voce fuori campo. È girato male. Proprio male. Non che Verdone sia mai stato un fenomeno dietro la macchina da presa, ma qui siamo a livelli da fiction Rai o Mediaset. Idem per quanto riguarda la recitazione. Tea Falco, già ammirata nel caruccio Io e te di Bernardo Bertolucci, è tanto bella quanto incapace di esprimere emozioni che non siano quelle di un generale scazzo e disprezzo nei confronti dell’umanità tutta. E mi piace, per questo. Vorrei fosse la madre dei miei figli, per questo. Però recitare anche no, eh. Lorenzo Richelmy, qui alle prese con uno stereotipatissimo ruolo da tormentato ggiovane che si crede un artistone quando invece canta delle canzoncine degne di Matteo Branciamore, è la versione al maschile della Falco. Anche lui costantemente scazzato. A risollevare il tutto ci pensa allora l’arrivo di Paola Cortellesi, non fenomenale, la sua recitazione è molto da scenetta di Mai dire gol più che cinematografica, ma se non altro il suo personaggio contribuisce a rianimare la situazione.

"Ma la smetti di suonare 'ste canzoncine demmerda? Sei peggio di Alex Britti!"
La prima parte del film fa davvero temere il peggio. Carlo Verdone è alle prese con il suo solito ruolo da divorziato che frequenta una donna più giovane, ovviamente molto superficiale, e una volta che la sua ex moglie muore e lui resta a spasso senza un lavoro, visto che il suo capo ha fatto dei truschini loschi perché in Italia tutti fanno truschini loschi tranne Verdone, si ritrova a vivere con i suoi figli, che ovviamente non aveva mai cagato prima. Il classico Verdone alle prese con il tema della crisi economica, roba già vista nei suoi precedenti Io, loro e Lara e Posti in piedi in Paradiso, con la differenza che nel primo doveva vivere con quella zoccola di Laura Chiatti… cioè intendevo dire Lara, nel secondo conviveva con un paio di suoi coetanei, mentre qui con i figli e pure con la nipotina. Questo fino al citato arrivo della Cortellesi che, tra una parlata rumena e le sue faccette buffe, riesce a regalare qualche momento simpatico a una pellicola fino ad allora piuttosto deprimente per essere una commedia. Da qui in poi tutto procede sempre in maniera prevedibile, ovvia love story tra Verdone e la Cortellesi compresa, ma se non altro si ride qua e là. Niente risate fragorose, per carità, eppure io a guardare le gag del Carletto, per quanto abusate e in odore di deja vu, non ce la faccio a trattenere il sorriso.
Di alcuni siparietti pseudo comici avrei comunque fatto volentieri a meno persino io. Ad esempio la scena dei finti orgasmi, che sembra una versione poraccia di Harry ti presento Sally. Oppure la scena del pitone, che pare giusto un pretesto per dare un lavoro al povero Alex Infascelli, enfant prodige del cinema pulp italiano a inizio anni Duemila (di cui però stranamente non ho mai visto alcun film), negli ultimi tempi caduto in disgrazia e finito a fare il cameriere. Non che sia una disgrazia fare il cameriere, però diciamo che partecipare alla notte degli Oscar come è riuscito a fare quest'anno il Carletto è un’altra cosa.

"Se il prossimo film va male, c'ho un futuro a Ballando con le stelle assicurato."
Se la componente comica funziona a corrente alternata, con tanti blackout e qualche raro momento di luce, la parte più interessante è rappresentata dalla visione di Verdone di Roma e più in generale dell’Italia attuale. Anche in questo caso le buone intenzioni del regista, attore e sceneggiatore restano appunto intenzioni e il suo pensiero viene snocciolato attraverso un uso eccessivo della voce off, con cui il Carletto esprime in maniera banale una serie di concetti ampiamente noti. Noti, ma che comunque non fa male ribadire, come il fatto che i giovani d’oggi, per quanto creativi, non riescano a trovare spazio in un paese per vecchi e siano costretti a fuggire via. Per colpa proprio della generazione del regista, che se ne assume le responsabilità.
A tratti questo Sotto una buona stella sembra quasi una versione verdoniana de La grande bellezza, peccato che Verdone all’amico Paolo Sorrentino non abbia rubato manco mezza ripresa decente. In mezzo al rapporto padre/figli e alla storiella d’amicizia/amore con la Cortellesi, Verdone infila qualche critica ai radical-chic de Roma, tra un’audizione musicale grottesca e una lettura di poesie che sembra una scena scartata proprio da La grande bellezza. I link con il film di Sorrentino finiscono qui e per il resto tutto procede in maniera liscia, senza scossoni.
Verdone è allora lontano dai suoi film migliori, la brillantezza di un tempo è giusto un ricordo, ormai più che un Verdone è diventato un Verdino (non ho detto Merdino), ma se non altro Sotto una buona stella mi ha lasciato un’impressione migliore rispetto al precedente Posti in piedi in paradiso.
Detto diversamente: Sotto una buona stella è un film demmerda, però non mi è dispiaciuto. Sarà perché io proprio nun gna faccio a odià er Carlè, li mortacci sua!
(voto 5,5/10)

domenica 8 giugno 2014

TUTTA COLPA DELL’EYJAFJALLAJOKULL





Tutta colpa del vulcano
(Francia, Belgio 2013)
Titolo originale: Eyjafjallajökull
Regia: Alexandre Coffre
Sceneggiatura: Yoann Gromb, Laurent Zeitoun, Alexandre Coffre
Cast: Dany Boon, Valérie Bonneton, Bérangère McNeese, Constance Dollé, Albert Delpy, Barbara Ornellas, Denis Ménochet
Genere: on the road
Se ti piace guarda anche: Tre uomini e una gamba, Killer in viaggio

Che bello sarebbe stato se il film Tutta colpa del vulcano fosse uscito con il suo titolo originale. Non solo perché la denominazione italiana, tanto per cambiare, fa cagare, quanto perché il titolo originale è Eyjafjallajökull. Immaginatevi cosa potrebbe accadere fuori dai cinema.

“Allora, cosa andiamo a vedere stasera?”
“Io propongo Eyjafjallajökull.”
“E io propongo la tua morte immediata!”
“Eddai. In realtà è una commedia piacevole e disimpegnata.”
“Sì, certo come no? Con un titolo del genere, minimo si tratta di un inguardabile mattonazzo russo.”
“Ma perché russo? Il film è francese, ma il titolo è in lingua islandese. Eyjafjallajökull è il nome del ghiacciaio che ricopre il vulcano Eyjafjöll, quello che nel 2010 ha eruttato, provocando la paralisi del traffico aereo in mezza Europa.”
“Un film francese con un titolo islandese? Potrebbe essere una roba più intellettualoide ancora. A questo punto l’idea del mattonazzo russo non mi sembra manco tanto malvagia…”
“E invece Eyjafjallajökull è un filmetto leggero leggero. Quello dell’eruzione del vulcano islandese è giusto il pretesto di partenza della storia. I due protagonisti Dany Boon, il tipo di Giù al nord, e tale Valérie Bonneton sono un uomo e una donna divorziati che si odiano. I due sono entrambi invitati al matrimonio della figlia e così si ritrovano dopo tanto tempo. Per colpa del vulcano non potranno prendere l’aereo e saranno loro malgrado costretti a viaggiare insieme in altro modo per arrivare fino in Grecia, dove la loro figlia ha deciso di sposarsi. Il film parte così da un evento naturale realmente successo per svilupparsi in un’avventura on the road che ricorda un po’ Tre uomini e una gamba, solo con 2 personaggi anziché 3 e in versione francese. A tratti mi ha inoltre ricordato una versione meno dark di Killer in viaggio e alla fine devo dire che mi è piaciucchiato abbastanza. Era la prima volta che vedevo un film con il comico francese Dany Boon. Non sapevo bene cosa aspettarmi, più che altro mi attendevo una cretinata e infatti è proprio così. Solo che è una cretinata divertente, con alcuni momenti quasi esilaranti, un personaggio di contorno fenomenale (il tizio con il camper seguace di Cristo), una coppia di protagonisti non fenomenali, lui non è che sia così spassoso mentre lei è volutamente antipatica forte, però insieme in qualche modo funzionano. Eyjafjallajökull è una commedia piuttosto prevedibile, eppure intrattiene a dovere per tutta la sua durata, a parte qualche inseguimento verso il finale che si poteva evitare, e lascia con il sorriso sulle labbra. Per quanto non rappresenti niente di nuovo, ha uno spunto iniziale originale abbastanza da immaginare che gli americani possano presto rubare l’idea ai francesi. Già mi immagino un remake con Ben Stiller e Jennifer Aniston: minimo $100 milioni di incasso assicurati. Insomma sì, mi è piaciucchiato, questo Eyjafjallajökull.”
“Ma se l’hai già visto, allora cosa rompi tanto?”
“Beh, me lo rivedrei volentieri. Anche perché gli altri film attualmente nelle sale non è che siano poi così imperdibili…”
“Sarà, ma io un film che si intitola Eyjafjallajökull non lo vedo manco morto.”
“Ok, ho capito. Allora ci guardiamo Tutta colpa del vulcano? Ti va?”
“Tutta colpa del vulcano? Uh, sì. Sembra figo, andiamo!”
(voto 6+/10)

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