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venerdì 11 dicembre 2015

Quel fantastico peggior panno della mia vita





Quel fantastico peggior anno della mia vita
(USA 2015)
Titolo originale: Me and Earl and the Dying Girl
Regia: Alfonso Gomez-Rejon
Sceneggiatura: Jesse Andrews
Tratto dal romanzo: Quel fantastico peggior anno della mia vita di Jesse Andrews
Cast: Thomas Mann, RJ Cyler, Olivia Cooke, Jon Bernthal, Connie Britton, Nick Offerman, Molly Shannon, Katherine Hughes
Genere: teen
Se ti piace guarda anche: Noi siamo infinito, Colpa delle stelle, Città di carta, Donnie Darko, Il giardino delle vergini suicide

Non so proprio come raccontare questa storia. Non so nemmeno come iniziare. Cioé, credo che potrei usare una frase d'apertura di un grande romanzo. Tipo: “Nel mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai per una selva oscura ché la diritta via era smarrita.” Che poi la diritta via dev'essere per forza la strada migliore da imboccare? Le curve non sono forse la parte più divertente della vita?
Oppure potrei partire da un'altra frase celebre tipo: “Quel ramo del lago di Como, che volge a mezzogiorno, tra due catene non interrotte di monti, tutto a seni e a golfi, a seconda dello sporgere e del rientrare di quelli, vien, quasi a un tratto, a ristringersi, e a prender corso e figura di fiume, tra un promontorio a destra, e un'ampia costiera dall'altra parte; e il ponte, che ivi congiunge le due rive, par che renda ancor più sensibile all'occhio questa trasformazione, e segni il punto in cui il lago cessa, e l'Adda rincomincia, per ripigliar poi nome di lago dove le rive, allontanandosi di nuovo, lascian l'acqua distendersi e rallentarsi in nuovi golfi e in nuovi seni.
No, meglio non cominciare così. Giusto per l'uso della parola “seni” anziché “tette”, io una storia del genere l'abbandonerei subito e non vorrei conoscere il resto, se solo la maledetta scuola italiana non obbligasse a leggerlo tutto.

mercoledì 30 aprile 2014

THE TO DO LIST, IL NYMPHOMANIAC DELLE COMMEDIE AMERICANE




The To Do List
(USA 2013)
Regia: Maggie Carey
Sceneggiatura: Maggie Carey
Cast: Aubrey Plaza, Johnny Simmons, Scott Porter, Bill Hader, Alia Shawkat, Sarah Steele, Rachel Bilson, Andy Samberg, Christopher Mintz-Plasse, Donald Glover, Clark Gregg, Connie Britton, Nolan Gould, Adam Pally, Jack McBrayer
Genere: anni novanta
Se ti piace guarda anche: Easy Girl, C’era una volta un’estate, American Pie, Suxbad, Non è un’altra stupida commedia americana, Ragazze a Beverly Hills

Come forse saprete, mi piace leggermente fare liste. Roba che il protagonista di Alta fedeltà è un pivello al mio confronto. Ispirato dalla visione di The To Do List, pellicola in cui Aubrey Plaza è una liceale che decide di compilare la lista delle “maialate” sessuali da fare prima di andare al college, vi propongo la mia personale lista di cose che vorrei fare, non prima dell’università, che con quella già ho dato, ma prima di morire.

The To Do List Cannibale
  • Farmi almeno una Spice Girl. Posso accettare persino Sporty Spice.
  • Incontrare una come Joe o B di Nymphomaniac su un vagone di Trenitalia.
  • Farmi frustare da Lars von Trier.
  • Fare un motoscafo tra le tette di Kate Upton.
  • Farmi Jennifer Lawrence. Non importa come e non importa quando. Va bene anche quando sarà una vecchia decrepita sul letto di morte.
  • Avere un figlio. Possibilmente con Britney Spears. E poi possibilmente abbandonarlo di fronte a una scuola di magia stile Hogwarts.
  • Farlo con una pornostar. Valentina Nappi, se per caso stai leggendo, questa è una richiesta ufficiale.
  • Organizzare un’orgia party con i Daft Punk che fanno da dj.
  • Partecipare a un Bunga Bunga party e poi essere pagato a vita da Berlusconi per non raccontare quanto successo.
  • Vedere Hollywood che sputtana un mio romanzo/racconto, ma mi copre di denaro mentre mi fotte.
  • Far diventare Pensieri Cannibali un sito più visitato di YouPorn.
  • Guardare il film The To Do List. ✓

L’ultima l’ho messa, così almeno una cosa posso spuntarla subito via dalla lista. The To Do List ho appena finito di guardarlo, dietro consiglio di Valentina che ringrazio, e mi ha esaltato come poche altre pellicole viste negli ultimi tempi. Questo è in pratica il film cannibale per eccellenza. È una commedia teen americana volgare e politically incorrect al punto giusto, ha una protagonista super alternative come la nuova diva indie Aubrey Plaza, ha una colonna sonora bomba ed è ambientato negli anni ’90.
90s is the new 80s. Dopo il revival degli anni ’80 che ormai ci stiamo lasciando alle spalle, adesso è arrivato il momento di ripescare il decennio successivo. Cosa che da una parte mi riempie di gioia, essendo la decade in cui sono cresciuto, e dall’altra mi mette una gran malinconia, visto che significa che sto davvero invecchiando.

The To Do List è tutto quello che si può chiedere a un film teen. Se non mi credete, facciamo una lista delle cose che ci devono essere in una pellicola adolescenziale come si deve e poi vediamo:

  • Tipa nerd che trova un lavoretto estivo che rappresenterà un passo fondamentale nella sua crescita personale ✓
  • Tipa nerd che si innamora del tipo figo ✓
  • Tipo nerd che si innamora della tipa nerd innamorata del tipo figo (Scott Porter delle serie Friday Night Lights e Hart of Dixie) ✓

  • Tipa nerd che poi non è così nerd e si rivela un bel vaccone ✓
  • Tipo nerd interpretato da Christopher Mintz-Plasse ✓

  • La sorella figa (Rachel Bilson, la Summer di The O.C. che qui ha in pratica lo stesso ruolo ed è sempre gnocca uguale) ✓

  • Amiche della protagonista sessualmente più esperte di lei ✓
  • Tipo grunge interpretato dal geniale Andy Samberg ✓

  • Un genitore spaventato all’idea di parlare ai figli di sesso (l’agente dello S.H.I.E.L.D. Clark Gregg) e l’altro che invece non vede l’ora di farlo (la MILF tv per eccellenza Connie Britton, quella delle serie Nashville, Friday Night Lights e American Horror Story stagione 1) ✓
  • Genitori che vedono i figli fare sesso ✓
  • Figli che vedono i genitori fare sesso ✓

The To Do List combina in pratica gli elementi fondamentali delle pellicole ormai super classiche degli anni ’80 di John Hughes, il memorabile Sixteen Candles – Un compleanno da ricordare su tutti, con i filmetti trash goliardici degli anni ’90/primi anni zero come American Pie e Non è un’altra stupida commedia americana. Sembra una puntata di Beverly Hills 90210, però riletta in chiave quasi parodistica ma non del tutto. C’è infatti un grande rispetto per gli anni ’90, citati in continuazione attraverso i poster della protagonista, attraverso gli abiti e le acconciature oggi inguardabili dei vari personaggi, e naturalmente attraverso le canzoni, che vanno dagli Spin Doctors alle Salt-N-Pepa e dai Cranberries a Marky Mark.

"E adesso quale altra lista dovrò inventarmi per superare quelle cannibali?"
C’è un grande rispetto per i 90s, ma allo stesso tempo c’è la voglia di andare oltre. Si può dire che in questo film non c’è niente che non si sia visto nelle pellicole e nelle serie tv di quel decennio e se il protagonista fosse un ragazzo, come il Jimbo di American Pie, sarebbe anche vero. Eppure un fattore di novità c’è. The To Do List è una pellicola profondamente femminista, in cui si va oltre la solita trama da romcom dove la ragazza di turno per raggiungere la vera felicità deve per forza trovare un bravo ragazzo, il grande amore della sua vita, e accasarsi. La protagonista di The To List è invece una ragazza indipendente che scopre a sue spese le gioie, così come i dolori, del sesso. Come Joe di Nymphomaniac, solo che questa è una commedia spassosa e leggera, ci sono meno, diciamo mooolte meno scene esplicite, e l’autore non è un pazzo maniaco geniale come Lars von Trier, bensì la più modesta esordiente Maggie Carey. La regista alle prime armi dimostra di essere dietro la macchina da presa ancora acerba, mentre come sceneggiatrice possiede già una buona consapevolezza dei propri mezzi. Non avrà realizzato la pellicola più originale del mondo, eppure il suo stile è fresco e ricorda quello della Diablo Cody dei primi tempi.
In pratica, The To Do List è la teen comedy più figa vista da molto tempo a questa parte. Oserei quasi dire dagli anni Novanta. Da mettere subito in cima alla lista dei film da vedere.
(voto 7,5/10)


venerdì 21 dicembre 2012

Le parole che non leggerete mai se arriva la fine del mondo

Secondo qualcuno oggi, 21 dicembre 2012, il mondo dovrebbe finire. Non secondo una o due persone, ma secondo un intero popolo. Il fatto che tale popolo si sia estinto oltre 1000 anni fa dovrebbe comunque farci riflettere sulla veridicità di tale posizione.
Comunque, se adesso state leggendo questo post, può significare che il mondo non è realmente finito. Oppure può significare che non è ancora finito e per una manciata di ore siamo ancora qui. Questo blog è ancora qui.
Quale film migliore per il giorno in cui il mondo è destinato a finire, allora, se non un film sulla fine del mondo?

Cercasi amore per la fine del mondo
(USA, Singapore, Malesia, Indonesia 2012)
Titolo originale: Seeking a Friend for the End of the World
Regia: Lorene Scafaria
Sceneggiatura: Lorena Scafaria
Cast: Steve Carell, Keira Knightley, Connie Britton, Mark Moses, Nancy Carell, Adam Brody, Rob Corddry, Melanie Lynskey, Tonita Castro, Patton Oswalt, William Petersen, T.J. Miller, Gillian Jacobs, Martin Sheen
Genere: fine del mondo
Se ti piace guarda anche: Perfect Sense, Deep Impact, Melancholia, Nick & Norah - Tutto accadde in una notte
Uscita italiana prevista: 17 gennaio 2013

Arriva la fine del mondo.
Ancora? Ma che palle!
Quanti film abbiamo già visto su questo tema? Un sacco. Un sacco tra questi per di più lasciano alquanto a desiderare, in particolare i super catastrofici firmati dai Roland Emmerich e Michael Bay di turno. Tanto per non far nomi.
Per fortuna, negli ultimi anni abbiamo assistito anche a una variante parecchio più interessante per questo genere di pellicole. La grande svolta si è avuta con Donnie Darko, il più singolare tra gli end of the world movies. Ma ultimamente ci sono state altre sorprendenti storie che si sono sviluppate attorno alla fine del mondo, diventata quasi un pretesto per raccontare qualcosa di altro.
"Nessuno provi a togliermi i miei dischi di
Justin Bieber, The Wanted e One Direction!"
Ci sono stati ad esempio Perfect Sense, più virato sul lato drama, e Melancholia, di cui questo è quasi un opposto più umano e toccante. Propro come le pellicole sopracitate, Cercasi amico per la fine del mondo, la cui uscita italiana è prevista per il 17 gennaio 2013, non è solo e non è tanto un film apocalittico. È più che altro un film sul trovare se stessi, sul trovare l’amore, un on the road movie dalle tinte comedy eppure dal retrogusto amaro costantemente presente. Dopo tutto, il mondo sta pur sempre per finire.
Una comedy non-comedy piacevole e intimista, che per questi aspetti mi ha ricordato film come Garden State o Young Adult, mentre per la componente on the road mi ha fatto pensare ad Elizabethtown di Cameron Crowe. Tutti film con cui ha in comune una notevole passione per la musica (qui la protagonista femminile non riesce ad abbandonare i suoi dischi preferiti in vinile) e un’attitudine da commedia indie.

Non a caso a firmare questa piccola perla di cinema apocalittico è Lorene Scafaria, al suo esordio come regista ma già sceneggiatrice di un’altra piccola perla, il romantico indie movie Nick & Norah - Tutto accadde in una notte, con i due padalini del cinema indipendente americano Michael “togli la” Cera e Kat “tette grosse” Dennings, oggi irresistibile protagonista della sitcom 2 Broke Girls. Lorene Scafaria che a questo punto si candida di diritto non ad avere la candida, né si candida in politica, bensì si candida a essere la nuova Diablo Cody. E Diablo Cody per me è la Shakespeare al femminile del cinema indie odierno, tanto per scomodare un paragone poco impegnativo.

Un gioiellino, questo film, che funziona perché riesce a trattare un argomento abusato, come quello della fine del mondo, in maniera estremamente delicata e personale. La pellicola non è mai sopra le righe, non è mai urlata, è leggera e profonda al tempo stesso come un disco dei The XX. O come la splendida canzone dei Walker Brothers che accompagna il finale, “The Sun Ain’t Gonna Shine Anymore”.



"Speriamo lo sciopero della fame di Pannella funzioni, altrimenti siamo fregati..."
Tutto è bene quel che finisce bene?
Se lasciamo da parte il pensiero che il mondo sta per finire, per quanto riguarda la pellicola sì. Tutto procede ottimamente. Regia non fenomenale, ma comunque puntuale e precisa, sceneggiatura ottima che sa alternare il sorriso (non la risata) a momenti (quasi) da lacrimuccia, un protagonista perfetto nella sua apatia come Steve Carell e una bella serie di comprimari di lusso provenienti per lo più dal piccolo schermo: Connie Britton, la MILF per eccellenza della tv americana grazie alle sue partecipazioni a Friday Night Lights, American Horror Story 1 e oggi Nashville, William Petersen per anni e anni il Grissom di CSI, Gillian Jacobs di Community, Mark Moses di Desperate Housewives, Tonita Castro di Go On e Adam Brody, leggendario in The O.C. nella parte di Seth Cohen, probabilmente il primo vero e proprio indie geek (e non nerd) nella Storia della tv USA.

"Chissà se almeno con 'sta cosa in bocca non la smetti con le tue faccette, Keira."
Tutto perfetto, a parte la protagonista femminile: Keira Knightley. Io ho rapporto conflittuale con Keira. Prima non mi piaceva, poi ha cominciato a piacermi, per un breve periodo mi è piaciuta parecchio, quando l’ho vista in Espiazione, Domino, Orgoglio e pregiudizio, La duchessa e Last Night, e quindi l’ho vista in A Dangerous Method, una delle intepretazioni più agghiaccianti a memoria d’uomo. Una di quelle intepretazioni che ti fanno desiderare che il mondo finisca veramente. In questo film la sua performance non è - grazie al Cielo - a quei livelli, però continua a fare tutte queste smorfiette davvero inquietanti. Perché?
In pratica, se al posto di Keira Knightley ci fosse stata un’altra attrice, non dico Natalie Portman, ma almeno un’attrice dotata di espressioni facciali umanamente normali, questo film sarebbe stato davvero la fine del mondo. Così com’è resta pur sempre un gran bel film. Guardatelo assolutamente. A meno che il mondo non finisca prima.
(voto 7,5/10)

Post pubblicato anche su L'OraBlù, con tanto di spettacolare locandina minimal realizzata per l'occasione dal mio grafico di fiducia C(h)erotto.




domenica 11 novembre 2012

Stone Temple Tv Pilots: Drama

"Non sono una gran maiala, no no!"
Puntate pilota e nuove serie tv in partenza a bizzeffe sui canali americani, parte seconda.
Mercoledì ci siamo scaldati con le comedy, una manciata divertenti, altre non troppo, oggi ci tocca vedere le serie drama.
Qualcosa di decente c’è, qualcosa di bellino pure. La maggior parte delle serie non si eleva però dalla medietà. Magari è ancora un po’ presto per dirlo, però se l’autunno 2011 ci aveva regalato novità strepitose come Homeland, Once Upon a Time e American Horror Story, questo Fall 2012 è piuttosto deprimente. Vabbene che l’autunno è la stagione deprimente per antonomasia, però di solito è anche la grande stagione delle novità tv. Sperando che qualche new entry più gustosa arrivi nel prossimo inverno, ecco intanto il punto della situazione sulle nuove serie (più o meno) drama.

Nashville
Cos’è? Nashville è l’8 Mile o se preferite l’Almost Famous della country music. O, meglio ancora, è Friday Night Lights con le chitarre country al posto delle palle da football.
Nashville racconta l’eterna lotta.
Quale eterna lotta, quella tra Bene e Male?
No, quella tra MILF e teen. Il vecchio contro il nuovo.
"Perché ti sei seduta così lontana?
Solo perché sono una gran maiala, non vuol mica dire che puzzo..."
Non sto parlando delle primarie del PD. In quel caso è solo il vecchio decrepito che si scontra contro il vecchio mascherato da nuovo. Sto cercando di depurarmi, perché pensare alla politica italiana mi fa solo ingrossare il fegato, però una frecciatina ogni tanto concedetemela...
In questa serie, la lotta è tra la MILF Connie Britton, già MILFona di Friday Night Lights e American Horror Story 1, e la teen Hayden Panettiera Penettiere Panettiere, già cucciola eroica in Heroes e pure inteprete di Amanda “sono innocente” Knox in un non proprio memorabile film tv.
Chi vince tra Connie e Hayden?
A voi la scelta. Per me adesso siamo in una vicinanza “too close to call”, come dicono gli americani. E comunque, eterna lotta a parte, il pilot di Nashville, per quanto non un capolavoro, è stato il migliore della stagione.
Continuerò a seguirlo? Certo che sì.
Probabilità rinnovo: presto per dirlo, speriamo in bene ma non sta facendo ascolti strepitosi…
(voto 7+/10)

"Hey, Lana Lang, ma è vero che Clark Kent lì sotto è tutto tranne che super?
Beauty and the Beast
Cos’è? Una serie poliziesca che con La bella e la bestia ha davvero ben poco a che fare. Certo, lei è bella: è Kristin Kreuk, Kristo! Kristin Kreuk era già stata Lana Lang Del Ray in Smallville e qui la vediamo in versione poliziotta. Diciamo che però è credibile come poliziotta quasi quanto Manuela Arcuri lo era nelle (s)vesti di carabiniera. Lui invece non è che sia proprio una bestia: ha una cicatrice sul viso, ma 99 donne su 100 credo se lo farebbero comunque…
Va riconosciuto a The CW di mettere più cura ultimamente nelle serie che realizza. O almeno nei pilot. Questo ha la regia del mestierante Gary Fleder, musiche di Mark isham (lo stesso di quelle magiche di Once Upon a Time), canzoni di Florence + the Machine e M83. È tutto più professionale. Il che non vuol dire che i risultati siano necessariamente strepitosi. Infatti per ora Beauty and the Beast sembra il solito crime procedural non necessario, ma se in futuro giocasse di più sulla parte fantasy potrebbe anche diventare (quasi) interessante. Ma non credo.
Continuerò a seguirlo? Ancora uno o due episodi, forse, poi si vedrà…
Probabilità rinnovo: prima stagione completa confermata.
(voto 5-/10)

"Com'è andato l'intervento alle tonsille a Mr. Ford?"
"Tonsille??? Oops, io gli ho asportato qualcosa più in basso..."
The Mob Doctor
Cos’è? Un'ennesima serie medical con una particolarità: la protagonista è una scugnizza che di secondo mestiere, all’infuori dell’ospedale, fa la dottoressa della mafia. Protagonista che è interpretata da un volto nuovo piuttosto interessante, quello di Jordana Spiro, ma ciò non significa che da sola riesca a reggere l’intero peso di una serie che appare deboluccia. Molto deboluccia.
Continuerò a seguirlo? Mah, non penso proprio.
Probabilità rinnovo: rimane a forte rischio cancellazione, però Fox ha intenzione di mandare in onda tutti gli episodi finora prodotti.
(voto 5/10)

"Già cancellati? Azz, non ho fatto manco in tempo a prendere il caffè!"
Made in Jersey
Cos’è? Una serie legal con protagonista una scugnizza che sembra uscita da Jersey Shore. Peccato solo sia più educata, meno tamarra e quindi non è per nulla divertente. Made in Jersey ambiva forse ad essere la versione italoammericana di Ally McBeal, invece è una porcheruola già scaraventata fuori dai palinsesti americani. Non ci mancherà.
Continuerò a seguirlo? Anche volendo, no. Ma non l’avrei seguita comunque.
Probabilità rinnovo: nessuna, è la prima serie cancellata dell’autunno 2012.
(voto 4/10)





"Ancora battute su pompieri e pompe? Cambia repertorio,
Cannibal! Comunque... Lady Gaga mi ha appena fatto
un bel pomp... pompelmo, un bel succo di pompelmo."
Chicago Fire
Cos’è? La vita di un gruppo di pompi… pompieri.
Vi piacciono i pompi… i pompieri?
Allora è la serie che fa per voi. Se invece vi piacciono solo i pompi… e le pompin… allora potete anche evitarlo tranquillamente.
Continuerò a seguirlo? Non è troppo malaccio, ma ha un appeal davvero scarso. Quindi per me è no.
Probabilità rinnovo: bassine, gli ascolti non sono un granché, ma magari una prima stagione verrà commissionata comunque.
(voto 5+/10)

Hunted
Cos’è? Serie spionistica made in Britain con protagonista le labbra più sexy del piccolo schermo, quelle di Melissa George. Mi aspettavo l’adrenalina di 24 o di un Alias, o quanto meno un minimo di originalità o un pizzico di humour britannico, invece per il momento sembra la classica seriosa serie spy, senza infamia e senza lode. A parte le labbrazza di Melissa George.
Continuerò a seguirlo? Perché è una produzione britannica, ma soprattutto perché c’è Melissa George, gli do’ ancora una chance.
Probabilità rinnovo: già confermato dalla BBC per una seconda stagione.
(voto 6+/10)

"Alba Parietti, arrenditi! Non potrai mai avere delle labbra come le mie!"

"Le parole di Cannibal non mi piacciono granché. Che famo, lo bombardiamo?"
Last Resort
Cos’è? Una serie ambientata in un sottomarino?
Uh, Madonna! Ho già spento la televisione.
Hey, un momento, gli sviluppi però vanno più dalle parti di Lost. Un Lost militare che dai primi episodi non si capisce se rischi di sprofondare tra i fondali dei palinsesti tv, o emergere come una delle rivelazioni della stagione. Mi sa più la prima.
Continuerò a seguirlo? Con grande fatica. Devo ancora capire qual è il vero potenziale di questa serie. Ma più vado avanti e più si affonda…
Probabilità rinnovo: bassine, gli ascolti sono sotto il livello di soglia persino per un sottomarino, però al momento ha la fiducia del network ABC.
(voto 6/10)

"Ma perché voi dottori mi chiedete tutti se potete operarmi al naso?
Tu manco sei un chirurgo plastico..."
Emily Owens M.D.
Cos’è? È la versione sfigata di Grey’s Anatomy.
Già Meredith Grey di suo è bella sfigata, tra tragedie, incidenti e morti varie. Questa Emily Owens, con il volto e soprattutto il nasone di Mamie Gummer, invece è sfigata brutta, tanto che la serie si potrebbe chiamare Emily Owens C.D.B. (Cyrano De Bergerac).
L'unico divertimento allora è lo stesso di quello che si può provare al gioco delle differenze, solo che qui sgamarle è davvero dura, talmente sono impercettibile. In più, già Grey’s Anatomy di suo nasceva come copia più seriosa di Scrubs…
Continuerò a seguirlo? Ma anche no.
Probabilità rinnovo: non è partito benissimo, ma considerando che siamo su The CW una stagione completa potrebbero anche regalargliela. Una seconda non penso.
(voto 5/10)

"Se mi ti farei? Elementare, Watson!"
Elementary
Cos’è? Sherlock Holmes (l'ex Sick Boy Jonny Lee Miller) ai giorni nostri, solo trapiantato negli Stati Uniti e con al suo fianco un Watson più sexy e orientale di quanto ci ricordassimo. A interpretare Watson c’è infatti… Lucy Liu.
Cosa c’entra Lucy Liu con Watson?
Niente, e infatti proprio questo è il caso più interessante di tutta la serie.
Continuerò a seguirlo? Elementare, Watson: assolutamente no.
Probabilità rinnovo: sta andando benuccio, una prima stagione completa è già stata ordinata.
(voto 4/10)

Copper
Cos’è? Serie crime western ambientata negli anni ’60. Come Vegas? No, in questo caso con anni ’60 intendo 1860! Per gli amanti del genere, un degno erede di Deadwood e una valida alternativa a Hell on Wheels.
Continuerò a seguirlo? No, perché non sono un amante del genere.
Probabilità rinnovo: non sta facendo enormi ascolti, però è la prima produzione originale di BBC America e quindi è difficile prevedere come vorranno procedere.
(voto 6/10)

"Alba Parietti, smettila! Stai lontana dalle labbra di Melissa George!"

E poi ci sono le serie di cui ho già parlato...

"Cannibal, ti farò rimpiangere di avermi paragonata a Fiammetta Cicogna!"
Cos’è? La copia di Lost, FlashForward e Terra Nova che finisce per somigliare più a Terra Nova che alle altre due. Non è un complimento. E la protagonista è la Fiammetta Cicogna della tv americana. Nemmeno questo è un complimento.
Continuerò a seguirlo? Fino a che non mi stuferò di criticarlo.
Probabilità rinnovo: già ordinata una prima stagione, ma (purtroppo) visti gli ottimi ascolti americani è probabile venga confermato pure per una seconda.
(voto 4/10)

Cos’è? La serie trash più diabolicamente gustosa della stagione. Un misto tra atmosfere thriller e soap senza troppe pretese che non piace a nessuno, ma non me ne frega niente. A me me gusta.
Continuerò a seguirlo? Hell yeah!
Probabilità rinnovo: bassissime, gli ascolti sono pessimi e la serie rischia di essere diabolicamente cancellata, maledetti americani. Per il momento comunque ABC gli sta dando fiducia.
(voto 7/10)

"Ragazzi, vi presento la mia nuova moglie."
"Aaargh!!!"

"Punto tutto sulla chiusura di Pensieri Cannibali prima della fine dell'anno."
Cos’è? Un crime procedural con la fascinosa ambientazione della Las Vegas degli anni ’60. Protagonisti i pessimi Dennis "senza quid" Quaid e l'ex Terra Nova Jason O'Mara.
Continuerò a seguirlo? No, ci potete pure scommettere sopra.
Probabilità rinnovo: una prima stagione completa dovrebbe esserci, per una seconda chissà.
(voto 5/10)

Cos’è? Serie firmata The CW su Freccia verde, un misto tra Revenge, Assassin’s Creed, Smallville e la solita vicenda supereroica. Non troppo male, ma nemmeno niente di eclatante.
Continuerò a seguirlo? Vista la pochezza delle altre nuove serie, sto cercando di dargli ancora un minimo di fiducia.
Probabilità rinnovo: il pilot è stato il più seguito per il network The CW degli ultimi 4 anni, dagli esordi di The Vampire Diaries, quindi la conferma per una stagione completa è già arrivata.
(voto 6+/10)

"Chi l'avrebbe detto che su Pensieri Cannibali si trovavano
pure le istruzioni per cucirsi da soli una spalla?"

giovedì 1 dicembre 2011

Connie Britton: Cotta adolescenziale 2011 n. 19

Connie Britton
Genere: MILF
Provenienza: Boston, Massachusetts, USA
Età: 44
Il passato: 24, Women in trouble
Il suo 2011: American Horror Story, Friday Night Lights
Il futuro: American Horror Story, Seeking a friend for the end of the world, The to do list, Conception
Perché è in classifica: è la MILF per eccellenza
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Ci sono quegli attori che quando sono giovani non se li fila nessuno e poi esplodono quando sono già più in là con gli anni. Sul fronte maschile è successo ad esempio a Jon Hamm, il Don Draper di Mad Men, perfetto 40enne che non riesco a immaginare come giovane teenager, e sul fronte femminile a Connie Britton. La rossa è infatti la perfetta incarnazione della MILF ideale. E pensare che lei di figli non ne ha mai nemmeno avuti e solo di recente ha adottato il suo primo bambino…
Quest’anno ha dato l’addio alla splendida e ormai storica serie sul football americano (ma è molto più di questo) Friday Night Lights che l’ha rivelata in età avanzata e si è subito inserita come protagonista di un nuovo ottimo telefilm, American Horror Story, in cui ha alcuni siparietti sexy non da poco con il marito e con un misterioso uomo in latex…
Che abbia figli suoi o no poco importa: è comunque la super MILF panterona dell’anno!

lunedì 10 ottobre 2011

Ho paura di aver paura della paura

American Horror Story
(serie tv, stagione 1, puntata pilota)
Rete americana: FX
Rete italiana: su Fox dall'8 novembre
Creata da: Ryan Murphy, Brad Falchuk
Regia primo episodio: Ryan Murphy
Cast: Connie Britton, Dylan McDermott, Taissa Farmiga, Evan Peters, Jessica Lange, Denis O’Hare, Jamie Brewer, Shelby Young, Alexandra Breckenridge, Frances Conroy
Genere: paura
Se ti piace guarda anche: American Gothic, Masters of horror, Twin Peaks

“Di cosa hai paura?”
“Ultimamente? Di tutto. La vita tende a farti questo effetto.”


Paura. Hai paura?
Io sì.
Perché?
Perché ho visto questa cazzo di serie che mi ha fatto strippare del tutto e adesso…
Adesso cosa?
No. Non posso dirtelo. È troppo pericoloso. Ci stanno ascoltando.
Ma chi?
sussurrato: Loro.
Loro chi?
Non lo so. Loro. Sono ovunque. Ci ascoltano. Ci osservano.
Oh, anche tu con ‘sta paranoia delle intercettazioni?
Sì.
Hai bisogno pure tu di un DDL?
No, ho solo visto American Horror Story con l’ADSL. E voglio vederlo ancora.
E che cos’è?
È una nuova serie tv. Il pilot è la cosa più pazzesca che abbia visto in tv (anche se poi in realtà l’ho vista sul portatile, ma non dirlo a nessuno) negli ultimi 20 anni. Su per giù dai tempi di Twin Peaks. Sì, Twin Peaks. Ho i brividi al solo nominarlo. O dai tempi di American Gothic, quella sì che era una serie spaventosa. La cosa più convincente di questo American Horror Story non è che ci racconti una storia del tutto nuova. È il modo di raccontarlo che è nuovo. Diverso. Una pugnalata allo stomaco del resto della programmazione televisiva omologata. Quella fatta da serie tutte uguali. Qui c’è un montaggio frenetico. Un montaggio scatt. Un montaggio scattoso. Uno stile veloce che ti fa accelerare i battiti del cuore. Ti spaventa. Ti stende. Sembra di essere in Shining però girato dal Gus Van Sant più indie però montato alla velocità della luce. No, non della luce. Dei neutrini. I neutrini sì che van veloci. Altoché Usain Bolt. This shit is dope as fuck. Dammit. Ci sono tagli di montaggio e tagli delle vene. C’è una scena iniziale che ricorda gli horror anni ’70 alla Halloween di John Carpenter e inquadrature sbilenche e apparizioni e omicidi e fantasmi e sesso sadomaso e poi. Una sigla che sembra fatta dai Portishead spaventati a morte. Forse minacciati con una pistola. Jessica Lange in un ruolo estremamente sgradevole. E ha una figlia down inquietante. Inquietante non perché è down, ma perché è inquietante punto. E a proposito di inquietante c’è Denis O’Hare, il Russell Edgington di True Blood, con mezzo volto sfigurato. E poi ci sono le musiche di Bernard Herrmann che spuntano fuori da Kill Bill e Vertigo. E poi…
Poi cosa?
È troppo rischioso. Secondo me ci stanno sentendo. Devo abbassare la voce: in American Horror Story la protagonista è Connie Britton, quella di Friday Night Lights, LA MILF per eccellenza della tv americana, che qui ha perso il bambino per aborto. Ma non è che l’ha perso per aborto e basta. L’ha partorito al settimo mese. Morto. È nato morto. Lei e il marito non hanno superato il trauma e così lui, un Dylan McDermott perennemente nudo o che si masturba o che si fa qualcuna, l’ha tradita con una sua studentessa. Perché lui sì è un professore. E pure uno psichiatra. Uno strizzacervelli. Ma è anche pazzo. Ha ovvi problemi mentali. E anche sessuali. Soprattutto sessuali. È un maniaco. E poi vede cose. Tipo la vecchia governante che è la madre di Six Feet Under per lui è una strafiga. Vede le cose diversamente dagli altri.
Gli altri chi?
I normali.
Chiii?
I normali.
Ne esistono ancora di persone normali?
Parla piano, che ci ascoltano. I normali sono i non pazzi. Succede che a volte la gente impazzisce e basta. Comunque Connie Britton LA MILF e il marito maniaco decidono di cambiare aria e trasferirsi sulla West Coast, sperando forse di poter vivere dentro un video di Snoop Dogg. Invece no. Invece si prendono una casa creepy da famiglia Addams e ci vanno a vivere con la figlia. Creepy pure lei. Però pure carina. Carina nel senso freak del termine. È Taissa Farmiga.
Chi?
È la sorellina di Vera Farmiga, l’attrice di Tra le nuvole e Source Code. Brava lei. E pure la sorellina. Di lei si invaghisce un paziente del padre. Un giovane pazzo. Uno visto in Kick-Ass. Uno che sogna di fare una strage Columbine style. Lei è una wristcutter, si diverte a tagliarsi le vene, lui è un potenziale killer serial. Bella coppia, vero? Ma attenzione!
Cosa c’è ancora?
Questa serie va vista rigorosamente di sera. Meglio ancora: di notte. Al buio. Da soli. Con un temporale in arrivo. O il vento fuori che ulula furioso.
Ma chi è che ha creato una cosa così spaventosa?
La firma al fondo della serie è quella di Ryan Murphy e Brad Falchuk, gli autori di Nip/Tuck e Glee.
Gleeeeee?
Sì, ma dimenticatelo: qui non si canta. Qui si urla dalla paura.
AAAAAAAAAAAAAAH
(voto 9/10)


Beccati i primi 5 minuti…

venerdì 23 settembre 2011

Thank God It’s Friday

Friday Night Lights
(serie tv, stagione 5)
Rete americana: DirecTV
Reti italiane: Rai 4, Fox, Joi
Creata da: Peter Berg, Brian Grazer, David Nevins
Cast: Kyle Chandler, Connie Britton, Aimee Teegarden, Michael B. Jordan, Jurnee Smollett, Madison Burge, Matt Lauria, Lamarcus Tinker, Grey Damon, Taylor Kitsch, Derek Phillips, Stacey Oristano, Brad Leland, Zach Gildford, Jesse Plemons, Adrianne Palicki, Emily Rios
Genere: la vita è una partita di football
Se ti piace guarda anche: Friday Night Lights (film)


I film e telefilm sportivi non fanno per voi? E allora guardatevi Friday Night Lights e poi vedremo se la penserete ancora così. Detto in questo modo il mio tono sembra minaccioso, ma in realtà la mia non è una minaccia ma un consiglio vivissimo.
Se c’è una cosa di cui sono appassionato sono quei film o serie che riescono a ricostruire perfettamente un ambiente, un modo di pensare, uno stile di vita. Può essere qualunque ambiente, dal mondo dell’hip-hop anni ’90 di 8 Mile alla mente metal di Hesher, dal ghetto di Londra di Attack the block fino al competitivo mondo del balletto classico de Il cigno nero, può essere insomma un qualcosa anche di parecchio lontano dal mio modo di vivere o di pensare, ma l’importante è che vengano creati i presupposti per un tuffo completo in tale mondo.
Friday Night Lights riesce in pieno in questo obiettivo. E anche di più. L’ambiente è quello di una piccola cittadina texana, Dillon, in cui tutta la vita della comunità ruota praticamente intorno alla fenomenale squadra di football liceale. I campioni della squadra sono gli idoli locali, il venerdì sera è il momento che tutti aspettano, quello della partita, e il coach locale è più discusso dell’allenatore della nazionale italiana.
Protagonisti della serie sono proprio il coach Taylor (Kyle Chandler, premiato come miglior attore protagonista agli Emmy 2011), neoassunto dai Dillon Panthers, insieme alla sua famiglia (moglie MILF Connie Britton e figlia teen Aimee Teegarden, più un’altra bambinetta in arrivo), mentre giocatori e cheerleader si danno il cambio nel corso delle varie stagioni. Il perno della serie è quindi di stampo famigliare, ma thanks God siamo lontani da Settimo Cielo e cazzate varie. Il contesto è quello del profondo Sud degli Stati Uniti, dei rodeo e della musica country (ma nella soundtrack ci stanno pure hip-hop e il post rock degli Explosions in the sky!), della fede bigotta e della politica conservatrice. La faccia triste dell’America che vede il football come una religione, ma anche come un’arma di riscatto sociale per tanti giovani che sognano un futuro lontano dalla cittadina di Dillon.
La serie è riuscita a reinventarsi stagione dopo stagione in maniera spettacolare, come una squadra che cambia giocatori ma riesce ad essere sempre vincente. Mica come… e qui inserite una vostra squadra a piacimento. Colpo particolarmente fortunato è stato quello di rivoluzione team all’inizio della quarta stagione: il coach Taylor viene infatti licenziato dai Panthers e passa ad allenare l’altra squadra cittadina, quella scrausa, quella del ghetto con tutti i problemi societari di budget del caso. Un po’ come passare dalla Juventus al Torino.
Sorry, tifosi granata.

La quinta stagione, che è anche quella conclusiva, riparte proprio da lì, concentrandosi sulle vicende dei nuovi problematici footballers e cheerleaders della East Dillon High, con la moglie del coach Taylor che si trova a far loro da consulente. E saranno cazzi…
Ma se uno di solito rimpiange i vecchi personaggi, penso ad esempio addirittura al vecchio Beverly Hills 90210, qui invece i nuovi convincono subito e fanno addentrarsi dentro le loro vite, su tutti Vince Howard (il promettente Michael B. Jordan), strappato da una vita criminale e trasformato da coach Taylor in un’autentica stella del football, o la sua tipa Jess (la pure lei promettente Jurnee Smollett), che non si accontenta di fare la cheerleader bella statuina ma si mette in testa di diventare un’allenatrice di football, di football maschile, o ancora Becky (sarò ripetitivo, ma pure Madison Burge è promettentissima), abbandonata dai veri genitori e costretta ad andare a vivere con una spogliarellista e il suo marito vice-coach. E poi c'è anche il ritorno di qualche volto delle stagioni passate...
Una serie di vite che si intrecciano fino a un grandioso e molto emozionante episodio conclusivo, premiato con l’Emmy 2011 per la miglior sceneggiatura. Giusto così, cazzo. E, se vi interessa, questa sera il gran finale andrà in onda per la prima volta in Italia su Joi. Altrimenti c’è sempre Internet.

Nonostante il cuore della serie rimanga sempre il football, le partite sono comunque soltanto uno degli eventi avvincenti presenti, visto che gli altri motivi di interesse sono regalati da una serie di personaggi tratteggiati in una maniera e con una cura che si vede in poche serie.
Friday Night Lights è ispirato a un film omonimo del 2004 e, dopo aver terminato la sua vita televisiva con la quinta strepitosa stagione, si appresta a tornare sul grande schermo con una nuova vociferata pellicola cinematografica. I riflettori quindi si accenderanno ancora sul coach Taylor, sulla sua squadra e sulla sua famiglia, perché una volta che ci si affeziona a loro è difficile abbandonarli. E pazienza se non ve ne frega un fuck del football americano, insieme a loro comincerete a correre fino a che non segnerete un touchdown.
Se avete voglia di iniziarvi una serie da capo, questa DEVE essere la vostra prima scelta. Sembrava ancora una minaccia?
(voto 8,5/10)

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