(USA, Francia, Grecia, Russia 2014)
Regia: McG
Sceneggiatura: Adi Hasak, Luc Besson
Cast: Kevin Costner, Amber Heard, Connie Nielsen, Hailee Steinfield, Tómas Lemarquis, Richard Sammel, Eriq Ebouaney, Marc Andréoni, Bruno Ricci, Alexis Jacquin
Genere: action movie della terza età
Se ti piace guarda anche: Unknown – Senza identità, Io vi troverò, Taken – La vendetta, The Next Three Days, Il grande match
In appena tre giorni, nel film 3 Days to Kill Kevin Costner riesce a:
A) Recuperare il rapporto con la figlia che non cagava da anni
B) Trombarsi la sua (quasi) ex moglie che non cagava da anni
C) Uccidere (almeno) una dozzina di criminali, che forse non cagavano da anni
Più modestamente, io cercherò di uccidere il sopra citato film in appena 3 minuti e attraverso 3 mosse:
Mai sopportato Kevin Costner. Sarà che ho visto Palla coi lupi quando ero troppo ggiovane e una visione del genere con il suo stile da vecchio western e la sua mortale durata da 3 o forse 4 ore non me la sono più scrollata di dosso. Non ho mai capito il motivo dei 7 premi Oscar che quella pellicola ha sgraffignato e da allora in poi Costner mi è sempre stato sulle scatole. Sarà anche che lo trovo inespressivo come pochi altri suoi colleghi, o sarà che interpreta quasi sempre film old-school più vicini ai gusti del mio blogger rivale Mr. Ford che non ai miei, o sarà anche perché fa sempre troppo il figo. Ok, sei Kevin Costner, sei un bell’uomo, però manco una bella figa a Portofino se la tira così tanto.
Negli ultimi tempi devo comunque ammettere che mi sto riappacificando con Costner. Forse è perché fa la pubblicità del Rio Mare, l’unico pesce che mangio. Lo so, agli occhi dei puristi della cucina sembrerò uno zozzone, ma così è e, d’altra parte, dopo la Top 10 dei miei cibi preferiti nessuno dovrebbe più sorprendersi. O magari è perché di recente ho seguito la mini-serie Hatfields & McCoys (di cui parlerò prossimamente) che lo vede tra i protagonisti e non mi è dispiaciuta nemmeno tanto. Così come il Costner non mi ha infastidito troppo nemmeno qui in Three Days to Kill. Certo, ancora una volta non la smette per un solo secondo di fare il figo con il suo sguardo da marpione, ma tutto sommato sono riuscito e reggere 2 ore di Costner senza aver voglia di ululare contro i lupi.
McG è un regista scarso. A guardare i suoi film, come i pessimi Charlie’s Angels e il pur gradevole Una spia non basta, i suoi modelli cinematografici sembrano essere due: Michael Bay e Luc Besson. Non a caso quest’ultimo figura tra gli sceneggiatori di questo Three Days to Kill, ma soprattutto ricorda Michael Bay, solo un Michael Bay più noioso. Nelle due eccessive ore di durata della pellicola, McG si diletta in una serie di scene action, tra sparatorie e inseguimenti, davvero pessime. Sarebbe bello poter dire che Three Days to Kill è un film girato da cani. Invece no, è peggio di così. È un film girato da McG. Nonostante questo, la trama è ruffiana abbastanza da lasciarsi seguire come intrattenimento modesto, molto modesto, ma comunque intrattenimento. Le parti più carine sono soprattutto quelle del rapporto che lega Kevin Costner alla figlia, alias Hailee Steinfield vista ne Il Grinta dei fratelli Coen, tanto per restare in linea con il cinema old-style/western del suo paparino cinematografico. Le parti famigliari sono ruffianissime, eppure rispetto alle fracassone scene d’azione, o ai non troppo riusciti momenti pseudo comici proposti, sono la cosa migliore del film.
Non ci sono più gli action heroes de ‘na vorta. Meno male, aggiungo io. La vecchia scuola composta da quei discoli dei vari Stallone, Schwarzenegger, Willis, Van Damme, Seagal e compagnia brutta che spopolava soprattutto negli anni ’80 non ha poi trovato dei degni eredi. Non c’è stato un vero ricambio generazionale, fatta eccezione per un Jason Statham che comunque, saga di Crank a parte, gira un sacco di schifezze invereconde peggio dei suoi ormai anziani predecessori. Mancando dei nuovi punti di riferimento, il cinema action di oggi ha cercato di inventarsi eroi improbabili, come Matt Damon, o più che altro si è affidato alla cara vecchia terza età. L’action hero che oggi spopola di più nei cinema americani?
Incassi alla mano è Liam Neeson, classe 1952, non proprio un giovanotto. Il clamoroso successo dell’abominevole saga di Taken l’ha trasformato nel “nuovo” fenomeno del cinema d’azione. Insieme a lui c’è poi la vecchia guardia rappresentata dai soliti noti sopra citati, capitanati da Sly Stallone che, stanco della vita da pensionato, si è inventato la serie degli Expendables. A questo agguerrito gruppetto di nonnetti col catetere ma ancora in grado di tirare due pugni si aggiunge ora Kevin Costner, stufo pure lui della vita al ricovero e delle canzoni di Orietta Berti suonate in loop, uno che con le sue apparizioni in L’uomo d’acciaio e Jack Ryan – L’iniziazione si è ormai orientato verso il cinema action e con questa parte da protagonista in Three Days to Kill punta dritto al titolo di nuovo Liam Neeson. Che culo!
"Eeh, 'ste fan non riesco a staccarmele di dosso un secondo." "Ma papà, io sono tua figlia!" "Certo, certo..." |
Forza allora, Kevin, vai via insieme a quel registucolo di McG. Per questa volta vi va bene, siete salvi. Ho deciso di non massacrare il vostro filmetto, ma non fateci l’abitudine. Levatevi dalla mia vista, ora, prima che cambi idea.
No, Amber Heard no. Tu puoi rimanere!
(voto 5/10)