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domenica 15 gennaio 2012

C’è un altro Contagion, che due coglionin

Gwyneth, è vero che l'ultimo disco dei Coldplay fa schifo,
però la tua reazione sarà mica un tantino esagerata?
Contagion
(USA, Emirati Arabi 2011)
Regia: Steven Soderbergh
Cast: Matt Damon, Gwyneth Paltrow, Jude Law, Kate Winslet, Marion Cotillard, Anna Jacoby-Heron, Jennifer Ehle, Laurence Fishburne, John Hawkes, Bryan Cranston, Sanaa Lathan, Enrico Colantoni
Genere: catastrofico
Se ti piace guarda anche: Virus letale, E venne il giorno, The Day After Tomorrow, Studio Aperto

Contagion è un film contraddittorio. Innanzitutto, ingannevole è il titolo più di ogni cosa. Sì, parla di un contagio, però la pellicola non è contagiosa per nulla. Anzi, manco pu’ u’ cazz. Per lo meno da un punto di vista emotivo.
E poi Contagion è un film catastrofico di quelli che vorrebbero essere diversi dal solito film catastrofico e invece finisce per essere – indovinate? – proprio il CLASSICO film catastrofico. Giusto, girato un po’ meglio del solito, però a fare meglio di Roland Emmerich ci riuscirebbe anche Neri Parenti, se solo il ragazzo (vabbè, ragazzo mica tanto) mi si applicasse un pochino.
Sulla poltroncina da regista siede infatti Steven Soderbergh, regista tecnicamente sopraffino a cui però come leggero difetto è sempre mancato il lampo di genio in grado di illuminare del tutto i suoi film. Anche i suoi più riusciti, come la notevole doppietta Traffic + Erin Brockovich girati a pochi mesi di distanza l’uno dall’altro, sono ottimi ma non entusiasmanti al 100%. Sarà che Soderberg gira davvero troppi film e se il suo tentativo di alternare pellicole sperimentali ad altre più “commerciali” è anche particolarmente lodevole soprattutto in tempi di crisi economica, i risultati in entrambi i casi non raggiungono quelli di un Gus Van Sant. Tanto per dire.

"Una cazzata di film su un virus letale? Sicuri alla regia non ci sia Emmerich?"
Contagion allora ci prova a essere diverso dai soliti film catastrofici. È girato con uno stile più realistico, quasi documentaristico, evita facili effettoni speciali e alcuni espedienti tradizionali del genere. La storia – molto basic – è quella tipica da fine del mondo. Una donna viene contagiata da un misterioso virus che in poche ore la uccide e da lì il virus si diffonde rapidamente in tutto il mondo. Roba che in pochi giorni rischia di sterminare una parte non piccola di popolazione mondiale. Roba che i giornalisti di Studio Aperto se lo sognano di notte, che succeda veramente una roba del genere.
La trama non è poi così fantascientifica, visto che negli ultimi anni di manie da epidemie varie ne sono uscite parecchie, alcune fondate e altre meno, dalla Sars all’Aviaria fino a Facebook. Ecco, Facebook è l’epidemia che si è diffusa su scala globale andando a infettare il mondo in maniera più efficace. Bravo Mark FuckZuckerberg. Su di te dovrebbero proprio fare un bel film, dovrebbero…

"Perché non fate morire anche me? Questo film è uno strazio!"
I toni del poco contagioso Contagion sono quelli del racconto analitico di come un’epidemia si possa diffondere per davvero nel mondo e come questo nel giro di pochissimo tempo potrebbe rischiare di essere cambiato in maniera radicale. Viene toccato di striscio il tema delle corporation farmaceutiche, c’è qualche risvolto scientifico, si cerca di palpare la vicenda anche da un punto di vista umano. Ma è proprio su quest’ultimo punto che il film pecca per eccessiva freddezza, forse perché sono inseriti troppi personaggi e l’insieme anziché un puzzle articolato alla Magnolia finisce per diventare un’unione troppo forzata di diverse storie che cozzano e scazzano l’uno contro l’altra. Come spesso accade a chi vuole strafare, viene messa troppa carne sul fuoco, ma nessuna “bistecca” finisce per risultare davvero gustosa. E in questo caso nemmeno un pochino saporita...

"Ma non è pev nulla vevo che ho la evve moscia!"
Il cast è totalmente all-star, talmente all-star da stare quasi male peggio che col virus per eccesso di VIPperia: si va da Matt Damon a Marion Cotillard, da Laurence Fishburne a Kate Winslet fino a Bryan “Breaking Bad” Cranston, ma nessuno brilla come al suo solito. A parte Matt Damon che è dai tempi di Will Hunting che non brilla, e poi ancora. Ché poi a volerla dire tutta se avessi visto il film in lingua originale la Cotilard probabilmente mi avrebbe fatto un’impressione diversa. Purtroppo invece mi è capitato di vederlo doppiato e mi sono chiesto: ma peeerché devono far parlare Marion Cotillard come una franco-mongoloide con la eVVe moscia?
Quando mi becco ‘ste cose mi pento di non aver visto il film in lingua originale ma con il doppiaggio italiano. Sottovaluto sempre quanti danni possa fare.
Il super cast Converse All Star vanta anche un’altra apparizione prestigiosa (oddio, prestigiosa magari una decina d'anni fa): Gwyneth Paltrow. Vi sta sulle palle la Gwyneth? A me un po’. Non ho nulla di personale contro di lei e sono sicuro nella vita privata sia una splendida persona. Però è una palla. Lei e Chris Martin e i loro figli che si chiamano Apple e Moses.
Se vi sta sulle palle quindi qui troverete pane per i vostri denti.
Se invece vi piace, vi dico solo di non affezionarvi troppo al suo personaggio…

"Io preferisco non farmi riconoscere troppo..."
Contagion si lascia vedere, ci regala un paio di bei personaggi, in primis un Jude Law in versione vagamente Julian Assange e quindi la figlioletta di Matt Damon, un’adolescente costretta a mettere la sua vita in stand-by per non beccarsi il virus, però non avvince mai del tutto. E, soprattutto, degenera a malo modo con un pessimo finalone “spiegone” a effetto, di quelli che piacciono tanto a Hollywood, di quelli che piacciono tanto a Roland Emmerich, di quelli che non piacciono per niente a me. Contagion finisce così per essere, bene o male, ciò che voleva evitare di essere: il solito film catastrofico come tanti in passato e di cui non sentivamo ancora il bisogno, dopo che pellicole come Cloverfield, District 9, Monsters, Another Earth, Melancholia etc. ci hanno mostrato come un altro cinema “catastrofico” sia possibile. E sia migliore. Questi catastrofici tradizionali invece se li può anche portar via un contagio letale.
(voto 5/10)


domenica 4 dicembre 2011

Marion Cotillard: Cotta adolescenziale 2011 n. 16

Marion Cotillard
Genere: femme fatale
Provenienza: Paris, France
Età: 36
Il passato: Taxxi, Amami se hai coraggio, Big Fish, Innocence, Un’ottima annata, La vie en rose, Nemico pubblico, Inception
Il suo 2011: Midnight in Paris, Contagion, cantato con i Franz Ferdinand
Il futuro: un film poco atteso come Il cavaliere oscuro - Il ritorno
Perché è in classifica: fa venire voglia di tornare nella Parigi degli anni ‘20 e subito dopo nella Belle Époque
Potrebbero piacerti anche: Sophie Marceau, Lizzy Caplan, Mila Kunis, Rachel Weisz, Katy Perry

E qua andiamo di re-entry, per un volto già presente nella mia classifica del 2009. Merito del suo re-ingresso? La sua “apparizione”, è proprio il caso di dirlo, nella Midnight in Paris, uscita dalla mente di Woody Allen e del suo alter-ego Owen Wilson.
Nel film fa perdere la testa a Picasso, Modigliani ed Hemingway, oltre che al protagonista, volete che un semplice Cannibal Kid possa rimanere indifferente al suo fascino così franscesè?



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