Cast: David Sandberg, Jorma Taccone, Erik Hörnqvist, Leopold Nilsson, Steven Chew, Andreas Cahling, Eleni Young, Helene Ahlson, David Hasselhoff
Genere: tanto ottanta
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Ci sono cose che sono semplicemente oltre. Oltre ogni livello di trash e di genialità combinate insieme. Un caso è Sharknado, film tv ma più che altro Z-movie perfetto per una visione estiva a neuroni sotto lo zero. Kung Fury però va oltre ciò. Perché se Sharknado per quanto spassoso è – ammettiamolo – una merdata girata e recitata da cani, con effetti speciali agghiacciandi e una realizzazione generale da denuncia, Kung Fury è invece un gioiellino di tecnica. Ma facciamo un passo indietro. Un passo indietro di 30 anni, dritti negli 80s, perché è lì che è ambientato ed è come se in quel periodo fosse stato realizzato il film...
Beh, un film lungometraggio magari è un’impresa un tantino proibitiva, però un cortometraggio lo si può fare non dico tranquillamente, ma lo si può fare e ne può anche uscire qualcosa di niente male.
È proprio questa la sfida, la corsa contro il tempo a cui sono stati chiamati i partecipanti della gara 48 Hour Film Project. Due giorni pieni per mettere a punto tutte le fasi di lavorazione: scrivere, dirigere e montare il film. In più c’era l’obbligo di inserire 3 elementi fissi, che quest’anno sono stati: una racchetta da tennis come oggetto, l’infermiere/a Antonio/a De Angelis come personaggio e “Non so se hai capito chi sono” come linea di dialogo. E in più ancora, ogni gruppo partecipante ha sorteggiato il genere cui doveva appartenere il proprio prodotto soltanto il giorno della gara. Ma chi ha vinto?
L’edizione italiana del 48 Hour Film Project 2013 è stata vinta dal divertente e frizzante corto “La Bouillabaisse” prodotto dalla Anian Film, diretto da Andrea Lanfredi e Nicola Parolini e con un cast formato da Antonella Civale, Adriano Evangelisti, Gloria Varini, Michelangelo Nari, Isabella Noseda, Giulia Gini e Ugo Vitiello.
Adesso, “La Bouillabaisse” rappresenterà l’Italia nella finale mondiale del 48 Hour Film Project che si svolgerà a New Orleans nel marzo 2014. Al vincitore assoluto verrà consegnato un assegno da investire in un altro progetto e la possibilità di presentare il proprio corto in importanti festival cinematografici, primo tra tutti il Festival di Cannes. Roba mica da poco.
Sì, ma dove si può vedere, questo cortometraggio vincitore dell'edizione italiana?
Il cortometraggio La cosa in cima alle scale, ottimamente diretto da Michele Torbidoni e con il promettente Gianluca D’Ercole come protagonista, è una piacevole sorpresa, una storia che mischia atmosfere horror con suggestioni sci-fi, aggiungendo al tutto persino momenti più riflessivi in stile Amarcord di Federico Fellini. Questo ve l’avevo già detto.
Bene. Adesso, dopo aver partecipato a festival e premi vari in giro per il mondo, vi segnalo che La cosa in cima alle scale è arrivato anche sull’iTunes Movie Store. In quello italiano, ma pure in quelli internazionali. Un grande onore che non capita molto spesso ai cortometraggi. Questo ce la fatta e una visione se la merita tutta, only on iTunes.
Inoltre, qui sotto, in fondo alle scale, potete gustarvi anche il making of del cortometraggio.
Oggi per una volta non voglio autoesaltare questo sito. Per una volta non voglio dire che Pensieri Cannibali è il più grande blog su cui potete capitare. Per una volta non voglio sostenere che senza questo spazio le vostre vite sarebbero vuote e grigie. Anche perché tutto questo probabilmente non è vero.
Oggi per una volta voglio promuovere un altro sito, un nuovo blog curato dall’amico Fabrizio: Short Stories.
Di cosa parla codesto novello splendido blog?
Si occupa essenzialmente di cosi di piccole dimensioni...
Che avete pensato?
Ma perché vengo sempre frainteso?
Con cosi di piccole dimensioni intendo cortometraggi, videoclip, spot pubblicitari e altre forme di linguaggio visivo brevi. Spesso interessanti quanto, e a volte più, dei lungometraggi. Il sito vi/ci permette di scoprire e riscoprire tante piccole (grandi) chicche, spesso sottovalutate, e vi consiglio quindi di seguirlo con occhio attento e aggiungervi tra i lettori.
No, non vi sto per parlare di una sitcom, bensì della pellicola La madre, in uscita nelle sale italiane il 21 marzo. Il film è imperdibile innanzitutto per la presenza di Jessica Chastain, garanzia assoluta che qui sfoggia un nuovo look da darkona ispirato alla cantante dei Crystal Castles.
La pellicola si preannuncia interessante non solo per questa già più che sufficiente motivazione, ma anche perché il regista, l’esordiente ispano-canadese Andrés Muschietti, sembra possedere un talento visivo notevole.
Come faccio a dirlo, se è un esordiente?
Perché è un esordiente nel lungometraggio, ma ha già realizzato il notevole corto Mama, cui il suo film si ispira. Tre minuti appena di puro terrore, che potete vedere nella clip qui sotto, il tutto introdotto da Guillermo Del Toro, produttore della pellicola.
Per lanciare il film, la distribuzione italiana ha ideato una curiosa iniziativa/domanda:
come proseguireste questo brevissimo cortometraggio?
Potete lasciare la vostra versione tra i commenti.
Ecco intanto la mia:
Mama, la versione cannibale
Dopo aver inseguito le figlie fin nella loro cameretta, la Madre grida loro: “E’ tutta colpa vostra se sono diventata così. Una volta ero un bel donnino. Ero Jessica Chastain, e che diamine. Adesso guardate come mi avete ridotta a forza di farmi sentire quel Justin Bieber!”
Con una spallata ben assestata, la Madre adirata riesce a buttare giù la porta chiusa a chiave e ad entrare nella cameretta. Lentamente e con aria minacciosa (d’altra parte in quello stato non può apparire che minacciosa) si avvicina alle due bambine. Le sta per toccare, quand’ecco che la sua mano, anziché scagliarsi contro di loro, gira la manopola del volume dello stereo presente nella cameretta e la musica di Justin Bieber cessa.
In pochi istanti, l’aspetto della Madre migliora notevolmente, fino a tornare nelle sue splendide jessicachastaniane sembianze. Da allora, la musica di Justin Bieber è stata bandita dalla casa. Ora però le due bambine hanno dei nuovi idoli: i One Direction…
Ma questo è lo spunto di partenza di Mama 2.
"AAAH!!! La versione cannibale è davvero terrificante!"
Qualche tempo fa vi avevo segnalato un interessante cortometraggio italiano, che mischiava in maniera efficace la fantascienza con atmosfere horror. Bene, adesso avete la possibilità di vederlo in tv!
La cosa in cima alle scale, diretto da Michele Torbidoni e recensito da me qui, approda infatti su Channel 24 (nonostante il nome, lo trovate però sul canale 130 del Digitale Terrestre). Lunedì 10 settembre a mezzanotte ovvero... sì, proprio 'sta notte! Il cortometraggio, con tanto di making-of della sua realizzazione aprirà la trasmissione Terrore Indipendente.
Ci sono un sacco di festival cinematografici, da Cannes a Venezia, dal Sundance al Tribeca, da Berlino a Toronto, etc. Volevate che non ce ne fosse uno anche via Internet? Eh no, belli. Viviamo nell’epoca dell’online e quindi pure YouTube ha lanciato il suo festival personale: Your Film Festival, che tra l’altro mette in palio una proiezione alla Mostra del Cinema di Venezia 2012 per i primi dieci corti classificati e un premio finale da 500.000 dollari per il regista vincitore, da utilizzare in associazione con la Scott Free Productions, casa di produzione di un certo Ridley Scott.
Biondina
(cortometraggio, Italia)
Regia: Laura Bispuri
Cast: Anna Celeste Cuppone, Anita Caprioli, Maria Nazionale, Nicolò Duva
Genere: intimista
Se ti piace guarda anche: Fish Tank, Corpo celeste, Il ragazzo con la bicicletta
Unico italiano in corsa tra i 50 cortometraggi finalisti è Biondina, girato dalla promettente Laura Bispuri e con protagoniste la giovanissima Anna Celeste Cuppone e Anita Caprioli, quest’ultima in un ruolo di madre non troppo distante da quello in Corpo Celeste. Un difetto? Lo stesso di molti corti: è troppo breve e una volta che ci si fa coinvolgere, si vorrebbe vedere qualcosa in più, di questa biondina in costante corsa.
Per patriottismo, e oggi ci sta particolarmente bene, ma anche perché è un corto davvero carino e ci presenta una giovane autrice dotata di un ottimo occhio, io vi consiglio di dargli un’occhiata (dura appena 10 minuti) e magari dargli anche il vostro voto. Avete tempo fino al 13 luglio e basta andare sulla pagina YouTube del Your Film Festival.
"Il regista ha contattato prima Ford di Cannibal? Spaventoso..."
La cosa in cima alle scale
(cortometraggio, Italia 2011)
Regia: Michele Torbidoni
Cast: Gianluca D’Ercole, Luigi Moretti, Gaia Benassi, Alberto Valletta, Tiberio Fiori, Andrea Toccaceli
Genere: teso
Se ti piace guarda anche: Poltergeist, The Innkeepers, Amarcord
C’è una cosa in cima alle scale. Una cosa spaventosa. Una cosa che ti paralizza e non ti permette di salire. Una cosa che ti blocca e ti fa rimanere per sempre giù. Fino a che non troverai il coraggio di mettere i piedi sui gradini, salirli uno dopo l’altro e scoprire di cosa si tratta.
E di cosa si tratta?
"Eh, sì. Davvero pazzesco!"
La cosa in cima alle scale è un cortometraggio presentato in vari festival internazionali (NYC Winter Film Festival, Green Bay Film Festival, Foggia Film Festival, Skepto Independent Film Festival, Cagliari, Hill County Film Festival, Madrid International Film Festival ed è il fresco vincitore del "Best Narrative Short Award" al Logan Film Festival nello Utah) ed è stato già recensito da altri colleghi blogger come Robydick, Cinemagnolie e Mr. James Ford (e al proposito, mi considero fortemente offeso perché è stato contattato prima Ford di me ahahah).
Come genere potremmo collocarlo a metà strada tra horror e fantascienza, ma sarebbe limitativo. La cosa in cima alle scale è una “cosa” sì fantahorror, ma è anche una storia dai forti risvolti esistenziali. Oltre che un cortometraggio costruito con grande sapienza sulla tensione, i cui meccanismi sono orchestrati con grande cura, come nei film del nuovo fenomeno horror Ti West, in cui nella prima parte ci si concentra sulle psicologie dei personaggi e sembra non succedere nulla. Fino a che non succede… qualcosa.
Più che paura, questa misteriosa cosa in cima alle scale crea infatti tensione. Il finale è costruito in maniera davvero magistrale, con un crescendo epico davvero notevole e visivamente molto ben realizzato, seppure con mezzi presumibilmente low-budget. Il regista Michele Torbidoni in questo dimostra una dote rara, soprattutto per il cinema italiano, soprattutto per il recente quasi inesistente cinema horror italiano: saper creare l’attesa.
"Torbidoni, sei bravo come regista, però la prossima volta Cannibal Kid
dev'essere il primo ad essere chiamato, okay?"
La sceneggiatura racconta una vicenda piuttosto semplice. È la storia di un uomo che perde un volo aereo e allora effettua un altro tipo di viaggio. Un viaggio nella memoria, compiuto nella casa dei genitori, quella in cui è cresciuto, con una madre amorevole e un padre parecchio meno amorevole. Un viaggio all’indietro che ha echi nel cinema fantascientifico alla Ritorno al futuro o negli horror 80s alla Poltergeist, dichiarati modelli di riferimento per il regista, ma che a me ha ricordato anche… Federico Fellini. Una sorta di Amarcord giocato sul versante horror, se mi permettete il mio solito esagerato (ma nemmeno troppo) paragone di turno, costruito con un immaginario tutto personale che vanta, tra gli altri elementi, Enzo Tortora, campanellini delle bici e apparizioni da Comic-Con.
Pur rivolto al cinema del passato, lo sguardo di Torbidoni riesce a risultare comunque estremamente moderno e ha stile visivo più vicino ai britannici Misfits che non alle solite produzioni italiane.
A stupire in positivo è anche l’attore protagonista, Gianluca D’Ercole, convincente molto più di parecchi attorucoli che infestano la scena cinematografica/televisiva nostrana, mentre il bambino che appare misteriosamente nel corto è meno odioso della media di bimbi inquietanti presenti di solito nelle pellicole horror post-Haley Joel Osment. Nota di merito, infine, pure per la cura nella fotografia e nel sonoro.
A questo punto sarebbe davvero interessante vedere il Torbidoni dentro il turbine di una macchina produttiva di un lungometraggio. Se sulla distanza breve può essere (relativamente) più facile tenere alta la tensione, chissà se alle prese con un viaggio più lungo i risultati potrebbero essere altrettanto validi. Io una scommessa su questo promettente autore la farei, se fossi un producer cinematograficon. Ma purtroppo per il mio conto in banca, e purtroppo pure per Michele Torbidoni, non lo sono.
(voto 7+/10)
In attesa di una distribuzione italiana ufficiale, ecco a voi una clip dal cortometraggio, mentre QUI potete trovare i posti in cui è già stato proiettato e quelli in cui poterlo vedere prossimamente.
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