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giovedì 4 giugno 2015

COBAIN: MONTAGE OF HECK, IL DOKURTMENTARIO





Cobain: Montage of Heck
(USA 2015)
Regia: Brett Morgen
Sceneggiatura: Brett Morgen
Genere: dokurtmentario
Se ti piace guarda anche: Last Days, Kurt & Courtney, Sugar Man

Hello, hello, hello how low?
Non so voi, ma io oggi mi sento stupido e contagioso. Un mulatto, un albino, una zanzara e forse i testi di Kurt Cobain non volevano dire niente o forse volevano dire tutto. Io che ne so? E voi cosa ne sapete?
Dopo aver visto Cobain: Montage of Heck qualcosina in più penso di saperla. Almeno credo. Non preoccupatevi comunque se ancora dovete guardarlo. Anche dopo averlo fatto, quel gran mistero di Kurt Cobain, forse il punto interrogativo più grande nella storia del rock'n'roll, resta tale. La pellicola non racconta cose radicalmente nuove. Non a chi conosceva già bene la sua breve, intensa, tragica storia. Non punta a fare lo scoop, a rivelazioni incredibili alla Quarto grado. Montage of Heck ci fornisce un ritratto molto intimo di Kurt Cobain l'uomo e Kurt Cobain l'artista.

sabato 10 maggio 2014

GUIDA GALATTICA ALLA MUSICA GRUNGE




Secondo appuntamento delle guida musicali galattiche di Pensieri Cannibali. Dopo aver parlato di Britpop, oggi tocca all’altra grande corrente musicale in voga negli anni ’90, in questo caso soprattutto (ma non solo), sull’altra sponda dell’Atlantico. Mi riferisco al grunge. Sì, quel genere che ascoltavamo noi teenager depressi in quel decennio. Allora non eravamo emo, eravamo grunge. Indossavamo camicione a quadretti sformate in flanella e jeans strappati, non ridevamo mai e ascoltavamo questo strano rock che mescolava influenze punk e metal, testi nonsense ed era costruito per lo più sull’alternanza di momenti acustici con improvvise accelerazioni elettriche.
La scena ha avuto come cuore pulsante Seattle, allora capitale dell’angoscia adolescenzial-esistenziale, oggi città hipster e ipertecnologica, in cui per di più sono ambientati Grey’s Anatomy e 50 sfumature di grigio. Che dire? I tempi cambiano.

Breve storia per i babbani del genere: la scena grunge ha avuto come basi fondamentali tra fine 80s e primi 90s l’alternative rock di band come Melvins, Mudhoney, Sonic Youth, Pixies, Dinosaur Jr. e Meat Puppets, ha poi raggiunto l’apice della popolarità con i paladini del genere, i Nirvana di Kurt Cobain, i Pearl Jam, gli Alice in Chains e i Soundgarden, senza dimenticare le Hole di Courtney Love, per arrivare poi alle derive post grunge di band come gli australiani Silverchair e gli inglesi Bush, che ne hanno proposto una versione se vogliamo più “commerciale” (il grido: “Venduti! Venduti!” riecheggia ancora nelle mie orecchie), mentre in Italia qualche ispirazione grunge la si è sentita nel suono degli Afterhours e dei primi Verdena.

Ecco ora le mie personali 10 canzoni preferite del genere. Ho scelto solo 1 canzone per band, altrimenti i Nirvana avrebbero rischiato di occupare da soli metà classifica…
Per un’immersione completa nel grunge, potete inoltre ascoltarvi tutta la mia playlist su Spotify (che trovate in fondo al post) e recuperare qualche bel filmetto di quel periodo come S.F.W. – So Fucking What, Assassini Nati - Natural Born Killers, Singles – L’amore è un gioco e Giovani, carini e disoccupati.


Top 10 – Le canzoni grunge preferite di Pensieri Cannibali

10. Afterhours “Male di miele”



9. Foo Fighters “Everlong”



8. Alice in Chains “Heaven Beside You”



7. Radiohead “Creep”



6. Bush “Swallowed”



5. Pearl Jam “Jeremy”



4. Hole “Violet”



3. Stone Temple Pilots “Plush”



2. Soundgarden “Pretty Noose”



1. Nirvana “Heart-Shaped Box”




La playlist Grunge di Pensieri Cannibali su Spotify

mercoledì 3 aprile 2013

MA LE COURTNEY LOVE SOGNANO SIGARETTE ELETTRICHE?


Non ho mai provato una sigaretta elettronica.
Anzi, così a pelle mi stanno sulle palle.
Questo simpatico spot con una rediviva e soprattutto sorprendentemente viva Courtney Love però mi ha fatto venire voglia di provarne una. In particolare una fucking NJOY.
Dannato potere persuasivo dei dannati mad men pubblicitari. Riuscirebbero a vendere sabbia in mezzo a un deserto.


mercoledì 8 settembre 2010

Cover time

In questo periodo sembra che tutti i cantanti & band siano impegnati a fare cover. Mancanza di idee originali o tendenza dovuta ai talent-show alla X-Factor?

E a proposito di X-Factor, questa è “Se telefonando”, il classico di Mina (con testo di Maurizio Costanzo e musiche di Ennio Morricone) interpretata dal nuovo pittoresco caso (umano) del programma, lanciato dal geniale Elio in versione Morgan. Questo tizio si chiama Nevruz: cult o scult?


I Vampire Weekend intanto se ne vanno alle prese con il repertorio di Bruce Springsteen e la sua “I’m going down”. I fan oltrazisti del Boss probabilmente staranno scotendo la testa in segno di disapprovazione; io invece sto agitando la testa in segno di esaltazione!


Il rapper B.o.B nel corso del suo recente Mtv Unplugged ha fatto insieme a quel talento di una Janelle Monae un’interessante doppia cover mix molto kid di “The kids don’t stand a chance” dei Vampire Weekend (che passano dal coverizzare all’essere coverizzati) + “Kids” degli MGMT.
Rap meets indie


Per celebrare i 50 anni dei mitici Doc Martens, ecco i danesi Raveonettes che coverizzano con style “I wanna be adored” degli Stone Roses. Con una singolare coppia protagonista del video


Il revival grunge è definitivamente tra noi. Dopo i ritorni di Stone Temple Pilots e Alice in Chains, e in attesa dell’imminente comeback dei Soundgarden, ecco la versione Love (nel senso di Courtney, non di partito dell’amore) di “Jeremy” dei Pearl Jam

giovedì 29 aprile 2010

The bi**h is back

Novità dal magico mondo dopato di Courtney Love:

1. Il nuovo video ufficiale per “Skinny Little Bitch” è una clip totalmente amatoriale e low-budget che non contiene nemmeno la canzone per intero.


2. Ha detto basta al nome Courtney Love. Adesso si fa chiamare Courtney Michelle.

3. Allo show radiofonico di Howard Stern, Courtney Michelle ha confessato di avere avuto una relazione con il simil-Kurt Gavin Rossdale dei Bush quando lui già stava con Gwen Stefani, ora sua moglie.

4. Si è esibita al David Letterman Show con “Piccola puttanella pelleossa” dal nuovo album delle Hole "Nobody’s Daughter".

lunedì 8 marzo 2010

Mimose

In occasione della festa della donna, consegno una mimosa virtuale a tutte le mie lettrici (lo so, sono un ruffiano) e la consegno ai più diversi tipi di femminilità, ognuna qui rappresentata da alcune delle artiste musicali più interessanti in circolazione.

La donna strana
Joanna Newsom
Una voce storta, disturbante, pazzesca. In una parola sola: strana. In un’altra parola: bellissima. Tanto per essere ancora più strana, di solito si accompagna con un’arpa e il suo ultimo recentissimo disco è addirittura un triplo album di due ore che sfida ogni legge contemporanea dell’ascolto veloce.



La donna classica
Diane Birch
Novella Carole King, Diane Birch canta l’amore come si faceva in altri tempi. Un gran bel sentire, oggi più che mai.

La donna moderna
Ellie Goulding
Una delle grandi tendenze del mondo di oggi è la contaminazione. La giovane Ellie arriva dalla musica folk eppure propone un pop molto elettronico. Tra l’altro fa centro al primo colpo. Il suo album d’esordio è entrato giusto oggi alla numero 1 in Gran Bretagna e lo trovate QUI.

La donna confusa
Marina & the Diamonds
“Oh my God, you look just like Shakira. No no, you’re Catherine Zeta. Actually, my name’s Marina” canta lei con uno stile musicale che oscilla tra Bat For Lashes, Florence & the Machine e Lily Allen, mentre l’amico Euterpe la paragona a Lene Lovich. Crisi d’intentità?



La donna di classe
Malika Ayane
Apparire di classe al confronto di Antonella Clerici e delle altre demoniache presenze sanremesi, si dirà, è poca cosa. Però più la sento cantare e più la vedo muoversi, più mi sembra una Mina versione 2.0



La donna d’altri tempi
Nina Zilli
Sempre a proposito di classe e sempre a proposito di Sanremo, la seconda cosa bella.


La donna indipendente
Kesha
“Non ho un solo affetto al mondo, ma ho con me un sacco di birra. Non ho nemmeno un soldo in tasca, eppure sono qui lo stesso,” canta Kesha nel singolo tormentone “Tik Tok”. Nonostante sia una hit allegra e da cazzeggio, questi versi mi fanno riflettere e ogni volta mi gettano addosso una certa tristezza. Questo è il suo nuovo tormentone, tutto il resto è solo blah blah blah



La donna con la chitarra
Amy MacDonald
Cantante country per le nuove generazioni. Ho parlato del suo nuovo disco QUI.

La donna strafatta
Courtney Love
Tornata è tornata. Ripulita? Questo non lo giurerei, ma il nuovo delle Hole si preannuncia un disco rock coi controcazzi di una riot grrrl diventata riot wwwoman.



La donna androgina
Lou Rhodes
Già cantante dei Lamb (che forse torneranno), il suo ottimo nuovo album solista “One Good Thing” ce la propone nelle vesti della cantantessa acustica. Potremmo definirla una Damien Rice in gonnella, non fosse che per il suo aspetto androgino probabilmente preferisce indossare i pantaloni…



La donna sorprendente
Kate Nash
Al primo disco proponeva un pop piacevole. I nuovi pezzi in assaggio nella rete ce la propongono invece oscillare tra rock’n’roll di ispirazione Sonic Youth/Yeah Yeah Yeahs, elettronica e atmosfere retrò. E nel nuovo album credo che di sorprese ce ne riserverà anche altre…





giovedì 18 febbraio 2010

Hole in my soul


people like you FUCK
people like me FUCK
people like you FUCK
people like me

Va bene, Courtney L♥ve ha resuscitato la sigla Hole anche se del gruppo originale è rimasta solo lei. Però io questo lo chiamo un GRANDE ritorno.
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