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venerdì 16 dicembre 2011

Ryan Gosling: Man of the year 2011 n. 1

Ryan Gosling
Genere: autista autistico
Provenienza: London, Ontario, Canada
Età: 31
Il passato: Young Hercules, The Believer, Formula per un delitto, Le pagine della nostra vita, Stay, Il caso Thomas Crawford, Half Nelson, Lars e una ragazza tutta sua
Il suo 2011: Drive, Le idi di marzo, Blue Valentine, Crazy, Stupid, Love., All Good Things
Il futuro: Lawless di Terrence Malick, Only God Forgives di Nicolas Winding Refn, The Place Beyond the Pines, Gangster Squad
Perché è in classifica: perché se sei un uomo etero ti fa venire voglia di essere gay per poter dichiarare il tuo amore nei suoi confronti, se sei un uomo gay ti rende più che contento di esserlo, se sei una donna gay ti fa sorgere qualche dubbio e se sei una donna etero ti fa emettere uno strano e incontrollabile gridolino alla sua semplice vista
Ti potrebbero piacere anche: Ben Foster, Edward Norton, Leonardo DiCaprio, Ryan Reynolds, Daniele De Rossi

Quando si dice: chi ben comincia è a metà dell’opera.
Sarà anche vero, ma non è certo questo il caso di Ryan Gosling. Il suo primo ruolo di "rilievo" è stato infatti in Young Hercules, la serie tv spinoff di Hercules, quella con Kevin Sorbo. Il povero Ryan rischiava così di fare la fine del Sorbo, ovvero…
BOH, chi l’ha mai più visto? (in realtà l’ho visto di recente in Soul Surfer, però era per fare scena)

Per fortuna la carriera di Gosling ha poi preso un’altra strada. Con The Believer ha trovato un ruolo mica da tutti, quello dell’ebreo nazista, che l’ha subito imposto tra i migliori giovani attori da tenere d’occhio. Quindi ha continuato la carriera cercando di imporsi come erede di Edward Norton, specializzandosi in ruoli dal doppio volto: da una parte quel faccino da bravo ragazzo, dall’altra un’inquietudine e follia che gli attraversa sempre il viso. Quando gira Le pagine della nostra vita sembra destinato a diventare il nuovo teen-idol, in una pellicola che negli USA è considerato un classico dei film preferiti dal pubblico femminile al pari del Titanic, mentre da noi è passato piuttosto inosservato (anche se una volta m’è parso di averlo incrociato su Raiuno in prima serata, e dico la stessa Raiuno che di solito trasmette solo fiction per sordociechi, senza offesa per i sordociechi).
Poi a un certo punto scompare.
Puff.
Non fa più film.
Ryan, where are you?
Raaaaaaaaian?

Quest’anno a sorpresa ritorna non si sa da dove e fa di tutto e di più. Certo, nei suoi film non parla molto (vedi video Quiet Ryan qui sotto), però basta il suo solo sguardo per catturare la macchina da presa come solo i grandi divi sanno fare. Sì, proprio quello che il collega blogger Chicken Broccoli ha definito in maniera molto azzeccata “sguardling”. In Drive fondamentalmente usa lo “sguardling”, guida e ha la scena su un ascensore più figa di sempre mentre si fa Carey Mulligan. In Crazy, Stupid, Love. mostra un fisico mica da ridere e si fa Emma Stone. In Blue Valentine mostra inedite e insospettabili doti canore e si fa Michelle Williams. In All Good Things è un imprenditore che cerca di nascondere la sua pazzia e si fa Kirsten Dunst. Adesso esce il nuovo film di George Clooney Le idi di marzo dove è il portavoce (portavoce, siamo sicuri?) di un politico e si fa Evan Rachel Wood. Abbastanza per renderlo Man of the century più che Man of the year.
Da quest’anno quindi il mondo si divide ormai in due principali categorie di persone: chi vorrebbe essere Ryan Gosling e chi vorrebbe farsi Ryan Gosling.


Quiet Ryan - watch more funny videos



sabato 26 novembre 2011

Questo piccolo grande (ma pure pazzo e stupido) amore

Crazy, stupid, love
(USA 2011)
Regia: Glenn Ficarra, John Requa
Cast: Steve Carell, Ryan Gosling, Emma Stone, Julianne Moore, Analeigh Tipton, Jonah Bobo, Marisa Tomei, Liza Lapira, Kevin Bacon, Josh Groban, Julianna Guill, Beth Littleford
Genere: intrecciato
Se ti piace guarda anche: Magnolia, Love Actually, Le amiche della sposa

Crazy stupid love dice il titolo. Se il love glielo concediamo, visto che Love is all around e tutta la commedia gira intorno a quello, tanto crazy questo film (purtroppo) non è. Ma (per fortuna) non è nemmeno stupid.
Eh va beh, allora mettiamo titoli a caso.
Hey, un attimino… anche io lo faccio sempre, quindi siete perdonati, cari i miei due registi autori della pellicola.
"Davvero ho bisogno di cambiare look???"
Crazy stupid love ha quindi il pregio di non essere un’altra stupida commedia americana, visto che l’ispirazione sembra trovarla, sarà anche per via della rossa presenza di Julianne Moore, più che altro in Magnolia, un riferimento anche per quel vero splendore di comedy recente che è Le amiche della sposa. Se pensare che un melodrammone come Magnolia possa essere diventato un punto di riferimento per la nuova commedia a stelle e strisce fa un po’ strano, il risultato che ne è venuto fuori in questo caso è piuttosto di buon livello, sebbene siamo molto lontani dal capolavoro andersoniano.

L’intreccio dei personaggi è costruito in maniera interessante, con due storie che sembrano viaggiere in parallelo senza sfiorarsi mai. Fino a che, inevitabilmente finiranno per incrociarsi e sbattere quasi una contro l’altra.
Da una parte c’è la situazione ormai tipica da American Beauty in poi della crisi famigliare: Julianne Moore vuole divorziare dal marito Steve Carell e lui finisce per doversi reinventare. Lui che nella vita è stato con una sola donna, adesso deve ritornare sulla piazza e per farlo troverà l’inaspettato aiuto dell’uomo più figo del momento:
Ryan Gosling.

E poi non dite che su questo sito ci sono solo donnine ignude...
Ero molto curioso di vedere come se la sarebbe cavata il buon Ryan, uno dei miei attori preferiti fin da tempi insospettabili, alle prese per una volta con la commedia. Il suo volto da bravo ragazzo ma venato di un’ombra oscura e inquietante gli aveva infatti portato fino ad ora più che altro parti in ruoli parecchio ambigui. Se escludiamo gli esordi nella serie del Giovane Hercules (aaaaaaRGH!), è stato infatti l’ebreo antisemita in The Believer, l’insospettabile killer di All good things, il marito con qualche sclero di Blue Valentine, l’autista (quasi) autistico che quando gli attaccano i 5 minuti son cazzi di Drive e varie altre parti sempre in qualche modo da “spostato” (Lars e una ragazza tutta sua, Formula per un delitto, Stay…).
Anche questa volta il supercool Ryan interpreta un personaggio che ha il suo doppio lato, seppure entrambi i lati risultino molto più palestrati del solito: da una parte l’insensibile e superficialone playboy un po’ alla Christian Troy di Nip/Tuck che se ne fa una diversa ogni sera, dall’altra il sensibile e profondo cucciolone che cadrà innamorato come una pera cotta per Emma “easy girl” Stone, a formare una delle coppie cinematografiche più belle degli ultimi tempi.
I due tra l’altro sono protagonisti di un “Dirty Dancing moment”, che ormai e chissà perché sembra diventato immancabile in ogni buona commedia che si rispetti, visto che è il cult movie di Zooey Deschanel nella sitcom New Girl e gioca un ruolo importante anche nella gradevole commedia francese Il truffacuori.
Altra fissazione delle commedie, questa volta tutta all’insegna di Emma Stone, è la mania di citare La lettera scarlatta, cui il film Easy Girl (molto) vagamente si ispirava e che pure qui viene menzionato. Strane coincidenze che denotano pure come questa pellicola per quanto ben orchestrata non sia esattamente il massimo dell’originalità.

Oltre alla coppia d’oro Stone/Gosling, funziona un po’ meno il resto del cast: Julianne Moore e Marisa Tomei la sfangano con professionalità ma a me sembrano più a loro agio con il drama, Kevin Bacon è sprecato in un piccolo ruolo che poteva essere molto più bastardo, poi ci sono anche la giovane promettente Analeigh Tipton e il meno promettente Josh Groban, cantante tenore pop, una sorta di Bocelli americano e vedente, nei panni dell’insopportabile fidanzato di Emma Stone. Parte che, chissà perché, gli riesce assolutamente naturale. Quella del tipo insopportabile, non del boyfriend della Stone più sexy dai tempi di Sharon in Basic Instinct.
Il protagonista principale è invece uno Steve Carell più convincente del solito che però limita il suo apporto umoristico. Che poi il limite principale di questo Crazy, Stupid, Love è proprio quello di funzionare più su un versante riflessivo, ma poco dal punto di vista comico. Insomma, in questa comedy si ride un po’ pochino. Però la parte drama non è niente male.

Altri difetti? Ritmi lenti che portano a una durata un filo eccessiva e soprattutto un finale come al solito troppo, troppo happy per i miei gusti, con la consueta scenona del discorso pubblico finale di quelle che capitano solo nei film ammericani.
Cosa devo fare per evitare che le commedie finiscano necessariamente con un discorso pubblico?
Dite che l’unico modo è fare un discorso pubblico?
Ma allora questo è un circolo vizioso che non ha una fine no non ha una fine no non ha una fine no non ha una fine no non ha una fine no non ha una fine no non ha una fine no non ha una fine no non ha una fine no non ha una fine no non ha una fine no non ha una fine no non ha una fine no non ha una fine no non ha una fine no non ha una fine no non ha una fine no non ha una fine no non ha una fine no non ha una fine no non ha una fine no non ha una fine no non ha una fine no non ha una fine no non ha una fine no non ha una fine no non ha una fine no non ha una fine no non ha una fine no non ha una fine no non ha una fine no non ha una fine no non ha una fine no non ha una fine no non ha una fine no non ha una fine no non ha una fine
(voto 6,5/10)
no non ha una fine no non ha una fine no non ha una fine no non ha una fine no non ha una fine no non ha una fine no non ha una fine no non ha una fine no non ha una fine no non ha una fine no non ha una fine no non ha una fine no non ha una fine no non ha una fine no non ha una fine no non ha una fine no non ha una fine no non ha una fine no non ha una fine no non ha una fine no non ha una fine no non ha una fine no non ha una fine no non ha una fine no non ha una fine no non ha
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