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martedì 26 agosto 2014

JAMES BOND, LA SPIA CHE ARRIVAVA IN EDICOLA





Il mio nome è Kid. Cannibal Kid. La mia missione di oggi non è quella di agire sotto copertura e non è quella di nascondere qualcosa. Oggi vi faccio la spia riguardo a un’iniziativa molto intrigante in arrivo nelle edicole di tutta Italia nei prossimi giorni grazie alla collana di DVD “007 James Bond Collection”, proposta in allegato con La Gazzetta dello Sport e il Corriere della Sera e che potete trovare anche sullo Store Gazzetta.
Il primo appuntamento previsto il 27 agosto è dedicato a Skyfall, la pellicola più recente della serie con Daniel Craig nei panni della spia al servizio di Sua Maestà la Regina. Un ottimo action movie che, nonostante la mia diffidenza iniziale, è riuscito a convincere persino me. E non solo per merito del tema sonoro da Oscar cantato da Adele, ma perché è un film che nel suo genere funziona alla grande.

Dopo l’avvincente Skyfall, sarà quindi il turno delle altre pellicole dedicate a 007. 24 DVD che offrono un’occasione perfetta per ripercorrere le gesta di James Bond sia per chi, come me, fino a pochi mesi fa ne era sempre stato a digiuno e ha quindi bisogno di lezioni di recupero sul personaggio, sia per chi invece è già un fan della serie e aspettava il momento giusto per collezionare i vari films, da Missione Goldfinger a Mai dire mai, passando per GoldenEye, Casino Royale e La spia che mi amava.
Un appuntamento da non mancare per decidere finalmente chi è stato il miglior Bond di tutti i tempi: Sean Connery, Roger Moore, Daniel Craig, Pierce Brosnan, Timothy Dalton o George Lazenby?
Ma soprattutto, cosa ancora più importante, qual è stata la Bond girl più sexy tra tutte?
C’è chi dirà Ursula Andress, e mica a torto. C’è chi preferisce Halle Berry, Jane Seymour, Barbara Bach, Corinne Cléry, Carole Bouquet, Famke Janssen, Teri Hatcher, Denise Richards, Sophie Marceau, Rosamund Pike, Olga Kurylenko, Gemma Arterton o la più recente Bérénice Marlohe.
La mia preferita è invece un’altra: Eva Green in Casino Royale. E la vostra?

sabato 9 marzo 2013

SKYFALL, NON MI HAI FATTO SKYFO

Skyfall
(UK, USA 2012)
Regia: Sam Mendes
Sceneggiatura: Neal Purvis, Robert Wade, John Logan
Cast: Daniel Craig, Judi Dench, Javier Bardem, Ralph Fiennes, Naomie Harris, Bérénice Marlohe, Ben Whishaw, Rory Kinnear, Albert Finney
Genere: spionistico
Se ti piace guarda anche: Il cavaliere oscuro, gli altri film su James Bond

Il mio nome è Boh. James Boh.
Se cercate qualcuno che vi dica tutto sull’agente 007, qualcuno che abbia letto tutti i libri di Ian Fleming, qualcuno che vi sappia citare ogni punto di contatto con i film precedenti, che vi faccia notare quali sono le novità di questo ultimo Skyfall, qualcuno che vi nomini tutte le Bond Girls e le canzoni usate, ecco avete sbagliato agente. A parte giusto le Bond Girls e le canzoni, io del magico e avventuroso mondo di James Bond non ne so niente.
Se cercate invece il punto di vista di qualcuno che si approccia per la prima volta a una visione bondiana, io sono l’agente che fa al caso vostro. L’ultimo Bond-vergine rimasto al mondo. Chi infatti non ha mai visto un film con protagonista 007?
Io. Fino ad ora ero sempre rimasto immune al fascino dell’agente più cool del mondo, o per lo meno della Gran Bretagna. Sarà che non mi hanno mai attirato i suoi vari interpreti. Nemmeno Sean Connery, per cui (lo so che dirò una bestemmia) ho sempre provato una congenita antipatia. Non lo so perché, a me gli scozzesi in genere stanno pure simpatici. E adoro tutto, ma proprio tutto della cultura britannica. James Bond però proprio no. Come detto, fino ad ora.

"Certo che non è giusto: Daniel Craig tutto fighetto,
mentre a me m'hanno conciato da far skyfo."
Skyfall è riuscito a riportare alle stelle l’hype nei confronti del brand Bond. Con un’operazione di marketing da ammirare e di cui ogni esperto nel settore dovrebbe prendere appunti, Daniel Craig in versione 007 si è presentato a prendere la Regina Elisabetta durante la cerimonia di apertura dei Giochi Olimpici di Londra. Un evento di nicchia, seguito giusto da qualche miliardo di persone nel mondo. Per la canzone deputata a fare da tema musicale al film è stata poi scelta soltanto la cantante che ha venduto più dischi negli ultimi anni, una certa Adele, in grado più tardi di portarsi a casa l’Oscar, cosa mai successa a un brano bondiano.
Con due mosse appena, di cui una muovendo la regina del Regno Unito e l’altra muovendo la regina della musica, il nuovo film di James Bond aveva quindi già posto le basi per uno scacco matto globale senza precedenti. Le altre due pellicole con protagonista Daniel Craig Casino Royale del 2006 e Quantum of Solace del 2008 avevano infatti risvegliato l’interesse mondiale nei confronti del personaggio, dopo la lunga parentesi Pierce Brosnan, però niente a che vedere con il successo di Skyfall, riuscito ormai a superare il miliardo di dollari di incasso a livello worldwide.
Tutto merito di un’astuta e clamorosamente riuscita operazione di marketing, oppure dietro si cela anche della sostanza cinematografica, come le numerose critiche positive ricevute dalla pellicola lasciavano intuire? Tra i soldi spesi per la campagna promozionale, alcuni sono stati utilizzati anche per pagare i giornalisti pregandoli di parlarne bene, oppure una visione la merita davvero?

James Bond a suo agio in un museo tanto quanto
un elefante in un negozio di cristalli.
Da buon agente operativo, se non altro a livello cinematografico, ho cercato di indagare per scoprirne di più. Per una volta ho messo da parte le mie resistenze nei confronti di un personaggio così affascinante per tutto il mondo, ma che a me invece non ha mai affascinato minimamente. Un incentivo me l’ha dato la regia di Sam Mendes, regista che apprezzo parecchio fin da quel gioiellino d’esordio di American Beauty. Sinceramente, mi giravano le palle a perdermi un film di Sam Mendes, di cui ho visto l’intera Opera, solo perché sono sempre stato un anti-Bond. Alla fine allora ho ceduto e… mi è piaciuto. Non mi ha magari esaltato a livelli assurdi, non m’è venuta voglia di recuperarmi tutte le altre pellicole su 007, ma se non altro Skyfall non mi ha fatto sky-fo.
E pensare che sono partito con il mirino puntato sull’obiettivo e alla prima sequenza stavo già per sparare. Una lunga, e per quanto mi riguarda poco appassionante, scenona d’azione. Un inseguimento inverosimile, ovvero proprio ciò che mi aspettavo alla vigilia. Poi invece succede l’inaspettato. A Bond sparano per davvero.
Oh, mio Dio! Per una volta che mi metto a vedere un film con 007, me lo fanno fuori subito?

"Hanno cancellato la tua serie The Hour, Ben? Mo' so' cazzi amari per tutti!"
Ovviamente Bond non è davvero morto, però il film sa sparare qualche altro bel colpo riuscito, a partire da dei titoli di testa di un’eleganza infinita, accompagnati dalle splendide note del tema musicale cantato da Adele, di diritto tra i migliori nella Storia bondiana. Per quanto non abbia una enorme, anzi, per quanto non abbia alcuna conoscenza delle altre pellicole, le canzoni usate in 007 le conosco bene e Skyfall di Adele non sfigura affatto al fianco delle memorabili “Diamonds Are Forever” e “Goldfinger” cantate da Shirley Bassey, oltre alla splendida “Nobody Does It Better” di Carly Simon.

"Bond, non vengo a letto con te finché non hai imparato a
pronunciare il mio nome correttamente. Capito?"
"Tutto chiaro, Bernarda Merlo."
La pellicola scivola poi via benissimo, nella prima parte grazie allo humour british contenuto nei dialoghi tra il roccioso Daniel Craig e il giovinastro Q interpretato dall’ottimo Ben Whishaw (uno dei protagonisti della purtroppo cancellata serie UK The Hour), grazie ai flirt innocenti con Naomie Harris e quelli meno innocenti con Bérénice Marlohe, Bond girl da togliere il fiato. E poi grazie alle atmosfere Christopher Nolan friendly in cui piomba la pellicola nella sua seconda parte, quella in cui entra in scena Javier Bardem (che a me invero non ha convinto del tutto) in versione terrorista cattivone. Tutti a scomodare il paragone con Il cavaliere oscuro e io che faccio? Devo confermare pure io tale paragone. Non avendo grande confidenza con il genere action, Sam Mendes deve aver preso molti appunti durante la visione dei Batman nolaniani, e si vede.
Skyfall non presenta quindi niente di radicalmente nuovo, a livello cinematografico, però è un film che ha stile. Un film che ha saputo affascinarmi. Anch’io per la prima volta sono rimasto rapito dal fascino bondiano. Rapito magari è un termine esagerato, visto che nell’ultima parte la pellicola si adagia troppo sul versante action e lì mi ha stupito decisamente meno.
Nel complesso allora devo riconoscere il fallimento della mia missione. Ero stato inviato per sparare a zero su zero zero sette, invece alla fine mi sono fatto conquistare dalla vittima. D'altra parte dovevo già immaginarmelo: nei film va sempre a finire così.
(voto 6,5/10)

Post pubblicato anche su L'OraBlù, accompagnato da un nuovo super styloso poster realizzato dall'emerito C(h)erotto.



mercoledì 31 ottobre 2012

Skyfall Cinema 1

"Neopatentato Ford, non pensarci nemmeno a guidare la mia auto!"
Settimana piuttosto tragica, questa. Cinematograficamente parlando. Per il resto speriamo di no, dai. Anche se tra uragani, terremoti e altre calamità naturali (tra cui il mio blogger rivale) tira davvero una brutta aria...
In occasione di Halloween, visto che la programmazione italiana segue logiche del tutto random, non è che arrivino in sala grosse pellicole horror. Sì, c’è il sequel di Silent Hill, ma non mi pare una roba fondamentale. In compenso, arriva nei cinema italiani l’ultimo film di James Bond che con Halloween non c’azzecca una mazza. Così come non c’azzecca una mazza con le visioni cannibali.
Bondiani a parte, questo non è davvero un gran weekend.
Ecco comunque tutte le uscite settimanali in modo che possiate compiere le vostre scelte grazie ai commenti miei e dell’odioso Ministro Fordero. Ma non siate troppo choosy.

"Lo sapevo che andava a finire così... Dannato Ford che mi ha
sfasciato l'auto. Mo' mi tocca andare in moto..."
Skyfall di Sam Mendes
Il consiglio di Cannibal: il mio nome non è Ford, James Ford
Non ho mai visto per intero un film dedicato a James Bond. Non mi hanno mai attirato. Sarà perché trovo odiosi tutti i vari interpreti, da Sean Connory a Pierce Brosnan per arrivare all’odierno del tutto inespressivo Daniel Craig. L’unica cosa interessante sono le Bond Girls, ma nemmeno quelle bastano per suscitarmi curiosità in un franchise vecchio come il cucco, o come il Ford, che continua a provare a rinnovarsi per ragioni commerciali più che cinematografiche. Mi girano le palle a non vedermi un film firmato da Sam Mendes, regista che apprezzo particolarmente, però tanto di Sam Mendes in questa pellicola ci sarà il 5% a dir tanto, tutto il resto sarà franchise bondiano.
James Bond? Nah, io ne ho già abbastanza di James Ford. E poi preferisco aspettare un nuovo capitolo di Austin Powers…
Il consiglio di Ford: mi chiamo Ford, James Ford
Non sono mai stato un grande fan di 007, nonostante ricordi con piacere alcuni dei capitoli con il mitico Connery, eppure la nuova versione "dura" con il volto di Daniel Craig mi piace parecchio. Casinò Royale era una bomba, Quantum of solace meno efficace ma comunque non male, questo Skyfall diretto da Sam Mendes potrebbe essere anche meglio dei due messi insieme. Dunque lascio alle stronzate come Austin Powers quel Nontroppogold Kid e oggi mi fiondo in sala a vederlo aspettandomi faville.

"To', un coniglione gigante! Deve averlo perso Cannibal..."
Silent Hill - Revelation 3D di Michael J. Bassett
Il consiglio di Cannibal: Silent Ford, parla Cannibal
Ho una Revelation da farvi su Mr. Ford, in 3D o meno che sia: il blog WhiteRussian non è scritto da una persona reale, ma da un generatore casuale di frasi su pellicole action e/o per bambini.
Quanto al primo Silent Hill, c’ho anche provato a vederlo, ma mi sono addormentato. Non che fosse particolarmente terribile o altro, però non mi è sembrata una visione proprio delle più coinvolgenti. Questo nuovo capitolo mi sembra poi l’ennesimo sequel non richiesto, anche considerando come il primo film non è che fosse stato tutto ‘sto successone. Un film che si preannuncia utile al cinema quanto il sempre più spento WhiteRussian alla blogosfera. Ahahah!

Uno spettatore reduce
da una visione fordiana.
Il consiglio di Ford: meglio stare silent con il dubbio di essere Ford che aprire bocca e avere la certezza di essere Cannibal.
Ricordo la visione di qualche anno fa di Silent hill come una delle più noiose della mia storia personale di spettatore di film horror: neppure la presenza del fordiano Sean Bean era riuscita a risollevare le sorti di una pellicola che non diceva assolutamente nulla nonostante gli effettoni e la nebbia distribuiti a profusione - un po’ quello che succede tra le pagine di Pensieri cannibali -. Il sequel, dunque, dalle mie parti è meno richiesto di un parere cinematografico, musicale o in materia di alcool e donne del mio rivale.






"Dici che questi occhiali non bastano per essere più tamarro di Ford?"
E io non pago - L’Italia dei furbetti di Alessandro Capone
Il consiglio di Cannibal: che brutta, l’Italia dei Fordetti
Un cinepanettone giunto in anticipo con un cast di “prestigio” che vanta Valeria Marini, Enzo Salvi e Jerry Calà. Come rinunciarvi? I furbetti del cinema (e a farli rientrare nella categoria cinema sono ancora buono) che cercano di prendere in giro l’Italia degli evasori fiscali?
Mi sembra un’operazione inverosimile, quasi quanto il Ministro Fordero alle prese con una pellicola impegnativa di Terrence Malick o Lars Von Trier.
E io (che mi trovo a dover ospitare i suoi commenti sul mio splendido blog) pago!
Il consiglio di Ford: l'Italia, più che desta, pare in coma!
Film italiano da seppellire a bottigliate della settimana, uno scandalo sul quale non voglio soffermarmi troppo per evitare di deprimermi e non avere la consueta voglia di pestare forte il mio caro, carissimo antagonista su quella sua testa di Von Trier. Sinceramente non mi spiego come possano esistere ancora creature senzienti in grado di cagare fuori dei soldi per andare in sala a vedersi questa roba. O pagare un abbonamento per una linea internet e sforzarsi di scaricarlo.

"Ti rendiamo grazie, o Dio Cannibal onnipotente, per questo cibo.
E per averci risparmiato da un'altra soporifera pellicola consigliata da Ford!"
Oltre le colline di Cristian Mungiu
Il consiglio di Cannibal: passate oltre
Cristian Mungiu è il regista romeno (pensavate fosse sardo, vero?) dell’osannato 4 mesi, 3 settimane, 2 giorni, pellicola che prima o poi magari recupererò, ma che per ora ho sempre evitato perché mi sapeva di solita noiosa fordianata neo-realista. Questa sua nuova pesantissima opera si preannuncia ancora più una mazzata: 155 minuti di drammone ambientati per lo più in un convento…
Magari sarà anche un filmone, ma al momento mi sembra un modo davvero terrorizzante di passare Halloween. Io preferisco di gran lunga andare a tirare uova contro la casa di Ford!
Il consiglio di Ford: meglio nel convento di Mungiu che nel Casale del Cannibale.
Dopo qualche anno di silenzio torna in sala un regista che, con il suo 4 mesi, 3 settimane, 2 giorni era riuscito a lasciarmi senza parole: una pellicola di potenza impressionante costruita su due interpretazioni femminili da paura che fu giustamente premiata con la Palma d'oro a Cannes.
Oltre le colline pare seguire la stessa strada, e in giro ne ho letto benissimo, tanto che le mie aspettative sono più o meno le stesse che quest'anno ho avuto per il Faust di Sokurov e C'era una volta in Anatolia di Ceylan, entrambi filmoni: sicuramente non sarà una passeggiata - sono quasi tre ore, e considerato lo stile di Mungiu, potrebbero apparire come sei -, ma resta uno dei titoli d'autore più attesi dell'anno.

"Eddai, suorina Ford: non rompere le balle e fatti una cannetta con noi kids!"
Un’estate da giganti di Bouli Lanners
Il consiglio di Cannibal: ma vivete fuori dal tempo come Ford? L’estate è finita da un pezzo!
Questo piccolo film belga potrebbe essere a sorpresa, ma mica tanto a sorpresa vista la mancanza di pellicole interessanti, la proposta migliore della settimana.
Un film consigliato dall’ottimo blog OverExposed, altroché WhiteRussian, e che ora approda anche da noi, seppure un po’ fuori stagione.
L’ho visto da poco: è una pellicola carina su un gruppo di ragazzini stile Stand by Me, ma non mi è sembrato altrettanto memorabile. Un film non eccezionale, ma almeno non è la solita bambinata fordiana.
Il consiglio di Ford: l'estate è finita, ma ancora prima era finito il Cannibale.
Lanners è un nome abbastanza sponsorizzato nell'ambiente tendenzialmente radical chic già dai tempi di Eldorado, eppure – sarà la mia stagionalità nel vedere i film, sarà che l'hype per questo titolo è sotto zero - non trovo nulla che possa in qualche modo solleticare la mia curiosità rispetto ad una visione di questo lavoro dalle rimembranze standbymeane. Lascio volentieri la mano al Peter Pan dei poveri che si occupa della metà oscura - e meno efficace - di questa rubrica, considerando che ho altri titoli sui quali puntare sapendo già che non resterò deluso per dare troppa attenzione a questo.

lunedì 13 agosto 2012

Olimpiadi di Londra 2012: il medagliometro cannibale

Non avevo ancora parlato delle Olimpiadi 2012.
Perché?
Un po’ perché le ho seguicchiate giusto un pochino, e non mi hanno nemmeno appassionato più di tanto. Un po’ perché mi sto ancora chiedendo il perché sparare sia considerato uno sport…
Per quanto mi riguarda, PES, il bowling, il poker, il biliardo o il tiro con le freccette sono attività molto più sportive dello sparare. Per non parlare del surf o dello skateboard, due degli sport più fighi esistenti, finora manco presi in considerazione dal comitato olimpico. Ci manca solo che al loro posto tra 4 anni inseriscano pure il wrestling e poi siamo davvero a posto.
C’è da riflettere sul fatto che gli italiani abbiano conquistato un sacco di medaglie in pratiche violente come la lotta, le arti marziali e il pugilato, o comunque in sport armati: scherma, tiro con l’arco (battuta persino Katniss Everdeen), pistola, bazooka, lancio di bombe molotov… forza azzurri! Spacchiamo il mondo! Intendo: letteralmente spacchiamolo!
Sempre meglio comunque che avere degli atleti-robot-cyborg addestrati fin dalla culla come i cinesi…

"Daniel Craig, la smetta di guardarmi il culo!"
In tutta questa celebrazione dello sport (?) e dei valori agonistici (ciao ciao, Alex Schwazer!), ho comunque trovato delle cose interessanti.
La cerimonia d’apertura coordinata e supervisionata dal grande Danny “Trainspotting” Boyle, per quanto a tratti sia risultata una pacchianata, non è stata nemmeno malaccio. Quasi divertente la partecipazione della Regina Elisabetta insieme allo 007 Daniel Craig, ma soprattutto a livello musicale i britannici hanno saputo ovviamente tirare fuori delle perle. Al di là di quella mummia di Paul McCartney, hanno sfilato un sacco di giovani e interessanti artisti come Arctic Monkeys, Emeli Sandé, Frank Turner, Dizzee Rascal e Alex Trimble dei Two Door Cinema Club, oltre al tema musicale realizzato dagli Underworld.
E vogliamo poi dimenticare le Spice Girls nella cerimonia di chiusura?
Ehm, forse possiamo anche farlo...
Ma passiamo al vero e proprio medagliare cannibale, ancora più ambito (forse) di quello ufficiale.
Partendo dal top dei flop.



"Ciao Simona Ventura, sto arrivando! Ah, non conduci più te?"
Medaglia manco di legno
Federica Pellegrini e Filippo Magnini
Pompatissima, salutata come eroina nazionale, campionissima già inserita tra le leggende dello sport italico di tutti i tempi, la tanto attesa Federica Pellegrini s’è dovuta accontentare di due quinti posti nei 200 e nei 400 stile libero più un settimo posto nella staffetta. Al di là dei risultati, non è mai sembrata in gara e le prime sono apparse di un altro pianeta rispetto a lei.
Magari alle prossime Olimpiadi mi smentirà clamorosamente, ma a 23 anni il suo futuro sembra già più orientato a nuotare sulla riva dell’Isola dei Famosi piuttosto che in una piscina olimpionica.
Sempre meglio comunque del suo Filippo Magnini, atterrato a Londra come se dovesse diventare il nuovo re d’Inghilterra e manco qualificatosi per la finale. Visto che in Italia non è di moda assumersi le proprie responsabilità, ha quindi scaricato tutta la colpa sull’allenatore.
Con campioni così, chi ha bisogno delle schiappe?

E ora, spazio anche ai miei top personali di questi giochi olimpici.

Medaglia di bronzo
Oscar Pistorius
Per il Blade Runner dell’atletica, arrivare fino alle semifinali dei 400 e correre la finale della staffetta 4x400 sono state imprese pazzesche, più grandi di qualsiasi medaglia al collo. Impossible is nothing (no, Adidas, non te lo pago il copyright per questa frase!).


Medaglia d’argento
Usain Bolt
Persino troppo facile. Talmente veloce che per gli altri, che pure sono dei discreti fenomeni, non c’è storia. A Ginevra, anziché i neutrini, dovrebbero studiare Bolt. L’uomo più veloce della luce. E anche di Forrest Gump.


Medaglia d’oro
Michael Phelps
Chi, se non lui, sul gradino più alto del medagliere di Pensieri Cannibali?
Il cannibale di Baltimora non può che aggiudicarsi la mia personale prima posizione.
Con 22 medaglie conquistate in tutte le sue varie partecipazioni, di cui 18 ori (4 a Londra), è diventato l’atleta più titolato nella storia olimpica. Potere cannibale.

"Uff, mi devo accontentare di essere il secondo cannibale più famoso del mondo.
Macché Cannibal Kid! Il primo, naturalmente, è sempre Hannibal the Cannibal..."


lunedì 6 agosto 2012

Dream House: che sonno di casa

"Una casa talmente da sogno che è meglio bruciarla, è meglio!"
Dream House
(USA 2011)
Regia: Jim Sheridan
Cast: Daniel Craig, Rachel Weisz, Naomi Watts, Marton Csokas, Elias Koteas, Sarah Gadon, Gregory Smith, Jane Alexander, Rachel G. Fox
Genere: soporifero
Se ti piace guarda anche: Non avere paura del buio, Il sesto senso, The Others, The Orphanage

A volte mi chiedo cosa sia peggio: un film brutto oppure un inutile film nella media?
Una pellicola di quelle che ti fanno incazzare, oppure una di quelle che ti lasciano indifferenti?
Dream House fa parte della folta schiera dei thriller di medio livello, una visione che scivola bene, almeno se non si hanno grosse pretese, che ti conduce dritta nei dreams e che, proprio come i sogni, il mattino dopo è già sparita del tutto dalla tua mente.
Dream House è un film che ZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZ
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RONF RONF
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"Alla faccia di chi dice che i fantasmi non sanno fare all'amore!"
Scusate, devo essermi appisolato. Dicevo… cosa dicevo?
Dicevo che RONF, questo film YAWN…
Ehm, ah sì. Questo film vanta dalla sua la firma prestigiosa (almeno un tempo) di Jim Sheridan, regista irlandese de Il mio piede sinistro, Nel nome del padre e In America, uno specializzato in cose molto Irish, insomma. Solo che il suo tocco verde in questo caso non si sente per nulla, dev’essere stato anestetizzato da Hollywood e RONF io ne approfitto per schiacciare un altro pisolino che poi perché si dice “schiacciare un pisolino” proprio non lo so e chissà che non lo scopra, visto che il sonno porta consig
ZZZZZZZZZZZZZZZZZZZ
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Ah, come mi sento riposato! Sono stato anestetizzato anche io? Un’anestesia totale, giacché non ricordo di nuovo di che stavo parlando. Del perché si dica “schiacciare un pisolino” ed ecco che sul prezioso Yahoo! Answers ho trovato una risposta. Non so quanto attendibile, però è pur sempre una risposta.
E poi stavo parlando di altro. Di cosa? Di chi? Di Jim Sheridan? E chi è, Jim Sheridan? L’irlandese? È vero, ora ricordo. Certo che se non ci fosse stato lui, dietro la macchina da presa, ci sarebbe anche potuto essere un qualunque mestierante a caso di Hollywood e il risultato non sarebbe stato nient’affatto differente.

"Ma perché da quando ho fatto quella cosa con la Regina Elisabetta
per le Olimpiadi, tutte le vecchie babbione ci provano con me?"
Prima che mi addormenti di nuovo, facciamo poi un breve cenno al cast, tanto per: il protagonista è il James Bond che odia le donne ma non la nuova Bond Girl Regina Elisabetta Daniel Craig, ancora più anonimo e zero espressivo rispetto al suo solito. La sua recitazione nei (rari) momenti più “intensi” della pellicola è davvero imbarazzante. Imbarazzante a livelli arcuriani.
Difetto non da poco visto che il suo personaggio e la sua sanità mentale sono cruciali per l’economia del racconto e quindi con un interprete più convinto e convincente i risultati sarebbero potuti essere migliori.
Rachel Weisz invece è come al solito splendida e bravissima. Roba da chiedersi come mai faccia film del genere e, cosa più importante, come abbia fatto a sposarsi Daniel Craig. Proprio lei che, tra l’altro, prima stava con Dio Darren Aronofsky. Non un bellone, vero, però ca**o è Dio Darren Aronofsky!
E che cosa ci fa poi Naomi Watts in un film come questo, peraltro in un ruolo da comprimaria? Sia la Weisz che la Watts meriterebbero, oltre che fondare un duo musicale di sgallettate country vista la piacevole assonanza dei loro cognomi, di girare titoli di ben altro livello, invece di finire sprecate nella mediocrità di una produzione standard del genere.
Un film non da sogno, ma da sogni d’oro Bonomelli
ZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZ
(voto 5,5/10)

giovedì 9 febbraio 2012

Millennium - Uomini che odiano le donne senza sopracciglia

"Cannibal, attento a quello che dici.."
Millennium - Uomini che odiano le donne
(USA 2011)
Titolo originale: The Girl with the Dragon Tattoo
Regia: David Fincher
Cast: Rooney Mara, Daniel Craig, Christopher Plummer, Stellan Skarsgard, Robin Wright, Joely Richardson, Steven Berkoff, Goran Visnjic, Yorick van Wageningen, Geraldine James
Genere: thrilla
Se ti piace guarda anche: Uomini che odiano le donne (Swedish version), Se7en, Let Me In

Durante la visione del film, mi sono sentito per tutto il tempo come Neo di Matrix.
No, purtroppo non quando impara il kung fu. E per fortuna (soffro di vertigini) nemmeno quando salta tra i grattacieli.
Ho avuto semplicemente un deja vu. O meglio: due ore e 40 minuti di deja vu.


"Trinity, sei vicina a un'uscita..."
Lo sapevo gia che dietro a una produzione come quella di Millennium c’era una sola motivazione principale.
L’arte?
Macchè arte, sto parlando dei soldi. Per quale altra ragione girare nella stessa Svezia la versione cinematografica di un best seller che già aveva avuto il suo primo adattamento svedese su grande schermo appena nel 2009?
Soldi, non c’è altra risposta. Gli americani non vanno a vedere i film sottotitolati, ma solo quelli in inglese. Da questo punto di vista, le cose sono andate benino, anche se il film non è che abbia poi fatto uno sfracelli di incassi.
Sotto altri punti di vista, Millennium è un film (quasi) del tutto inutile.

"Quante volte ti devo dire che non sono Trinity, anche se un po' le somiglio...
La pellicola del 2009 Uomini che odiano le donne era girata con una produzione più povera che non poteva contare sui mezzi hollywoodiani, però a differenza dei due meno riusciti seguiti La ragazza che giocava con il fuoco e La regina dei castelli di carta, era realizzata piuttosto bene, nonostante una regia non eccelsa. Alla fine riusciva a convincere grazie allo sguardo rapace della Noomi Rapace e alle sue atmosfere molto anni ’90, molto da thriller alla… David Fincher.
Se guardando la versione svedese del romanzo di Stieg Larsson l’impressione era quella di trovarsi dalle parti di Se7en, non stupisce certo che dietro alla macchina da presa per la versione high-budget made in USA si sieda proprio lui, fresco reduce da quel capolavoro dei nostri tempi che è The Social Network.
È questo che mi ha fregato, che mi ha creato aspettative per quella che già sapevo essere un’astuta operazione di marketing e basta. Speravo però che Fincher mi avrebbe saputo contraddire, che avrebbe trovato una chiave di volta nuova per rileggere questi Uomini che odiano le donne.
E invece, deja vu.

"E mo' adesso con sto tatuaggio chi mi scrittura più
per interpretare una Bridget o una Jennifer?"
Il film si lascia vedere. Magari è giusto un filino lungo: 2 ore e 40 minuti (!), roba che io se mi fossi trovato in sala montaggio avrei fatto un taglio bastardo giusto di quella mezzora abbondante di troppo. Millennium è un thriller molto basic (pure un po’ instinct, viste le scene di sesso) e molto ben congegnato, ma questo già si sapeva. È girato in maniera impeccabile, ma d’altra parte da David Fincher non ci si può mica aspettare una schifezza. La fotografia è splendida, le musiche non sono davvero niente male anche perché la firma è quella di Trent “Nine Inch Nails” Reznor e di Atticus Ross, già accoppiata da Oscar proprio per il lavoro sul precedente The Social Network. E Rooney Mara nei panni di Lisbeth Salander è una bomba, ma considerata l’immedesimazione totale con cui l’avevamo ammirata nelle foto promozionali non ci aspettavamo niente di meno.
E allora cosa c’è che non va?
Ah, già: quel senso di deja vu. Costante, opprimente, proprio non se ne vuole andare via, come questa ca**o di neve!

Rooney Mara compie una performance davvero notevole, a livello recitativo e ancor di più a un livello fisico. Non parlo solo dei piercing ai capezzoli, ma proprio dell’espressione da hacker-nerd-incazzata appiccicata sul suo volto. Eppure pure per lei scatta un senso di deja vu. Nei confronti di Noomi Rapace, l’interprete svedese, certo, ma non solo. La Rooney Mara nonostante il nome non mi rimanda a un incrocio tra Mickey Rooney e Mara Venier, bensì alla cantante con frangetta e senza sopracciglia (o sopracciglia decolorate che dir si voglia) Yo-Landi Vi$$er, cantante dei Die Antwoord, gruppo hip-hop electro sudafricano molto cool per cui sto in fissa al momento e che a loro volta mi ricordano un po’ i Prodigy.
(la prima volta che sentirete questa canzone magari direte: "Che schifo!", ma al terzo o quarto ascolto non potrete più vivere senza...)


"Oh, ke ce l'avete 'na pasta?"
A sua volta, lo stesso personaggio di Lisbeth Salander, l’hacker cyberpunk bisessuale, non è che rappresenti poi ‘sta novità assoluta, visto che fa molto personaggio uscito dritto sempre dagli anni ’90. E se le mie parole vi suonano anch’esse con un senso di deja vu è perché Chicken Broccoli sul suo blog ha rimarcato con decisione il concetto, da buon uomo che odia Lisbeth Salander.

Il resto del cast?
Daniel Craig a questo giro è più convincente del solito. Di solito è un attore che mi fa pena, vedi il recente Dream House in cui fa davvero cascare le braccia e pure qualcos’altro. Eppure qui la parte sembra fatta apposta per lui. Anche lui però mi ricorda qualcuno… l’attore svedese Michael Nyqvist che se me li mettessero vicini non saprei dire chi è chi. Monoespressivi come sono, uno vale l’altro.
E poi c’è Stellan Skarsgard nel ruolo che gli riesce meglio: quello del tipo inquietante, per l’occasione pure misogino e nazi cosa che, da fido attore vontrieriano, suona pure questa come un deja vu. O anche un cliché. A completare il quadro svedese altri attori che con la Svezia non c'entrano una cippa e già deja visti qua e là come il canadese Christopher Plummer, l'inglese Joely Richardson e il croato Goran Visnjic.

"Mark Zuckerberg, sono più nerd di tè. Tié!"
E poi ci sono le musiche. Le musiche sono ‘na figata. Però anch’esse, per chi è da praticamente da tutta la vita che si ascolta i Nine Inch Nails, non è che suonino proprio inedite e mai sentite. Certo, fa piacere ascoltarle all’interno di un film, ma allora il senso di deja vu, oltre che ai dischi della band di Trent Reznor, direttamente al già citato The Social Network, in cui tra l’altro erano decisamente molto più ispirate, mentre qui appaiono giusto come una copia sbiadita realizzata per commissione.
Quanto ai pezzi d’apertura e di chiusura del film, anche lì è tutto giocato sul senso di deja vu, o se preferite di deja senti, considerando come si tratti delle cover di Immigrant Song dei Led Zeppelin cantata da Karen O degli Yeah Yeah Yeahs e di Is Your Love Strong Enough di Bryan Ferry, reinterpretata dagli How to Destroy Angels, che poi altri non sono che il gruppo messo insieme dallo stesso Trent insieme alla mogliettina Mariqueen Maandig e all’immancabile Atticus Ross. Compagno ormai così onnipresente di Trent che a questo punto credo lo filmi anche mentre fa sesso con Mariqueen.


"Vabbé, il film non viene osannato, ma almeno io ne esco bene.
Cannibal, per questa volta ti sei risparmiato un tatuaggio sulla pancia!"
Se la tensione in questo film è pressoché inesistente, sarà che racconta una storia ormai più nota della fiaba di Cappuccetto Rosso, le chicche del film allora quali sono?
Oltre a una Rooney Mara che per quanto dejavuosa offre comunque una prova mostruosa, c’è un momento divertente quando il misterioso (ma chi sarà mai?) killer suona l’odiosa “Sail Away” dell’odiosa Enya in un momento non a caso di tortura. Il meglio arriva però con il nerd che indossa la maglietta dei NIN, in un omaggio metatestuale a Trent Reznor. Roba da mandare in cortocircuito l’intero tessuto narrativo.
Come si chiede Anita Caprioli in Santa Maradona: “Quando in un film c'è il protagonista che va a vedere un film, il problema è: che cosa va a vedere? In Leon, Jean Réno, che fa Leon, va a vedere Cantando sotto la pioggia... e se in quel cinema davano, che so, I Visitatori, sempre con Jean Réno? Sarebbe stato possibile?”
Ecco, se il personaggio nerdoso di Millennium scoprisse che è il personaggio nerdoso che indossa una maglietta dei NIN nella colonna sonora di un film musicato da Trent Reznor, che cosa succederebbe? Probabilmente niente, perché è solo un personaggio minore che compare all’interno del film per circa 10 secondi. Oppure potrebbe diventare un serial killer e ispirare una nuova saga letteraria nordica da milioni e milioni di copie vendute…

"Ed eccolo il vero motivo per cui siete finiti in questo post:
i capezzoli di Rooney Mara. E poi non dite che non vi accontento..."
In tutti questi omaggi, citazioni e soprattutto deja vu, si respira quindi una fortissima aria anni Novanta. Potremmo quasi dire che è un omaggio revival di Fincher a quel decennio cui, con film simbolo come Se7en e Fight Club, è inevitabilmente legato. Però al di là di questo, Millennium (titolo deja vu tra l'altro di una serie tv anni '90) resta un thrillerone efficace quanto non necessario. Se anche non l’avessero realizzato, ci saremmo accontentati della versione svedese senza sentire la mancanza di una rilettura-molto-poco-riletta americana. Che tra l’altro fa di tutto per essere meno americana possibile.
L’intera operazione poi ricalca da vicino quanto fatto molto di recente da Let Me In, il remake yankee del 2010 di Lasciami entrare del 2008, anch’esso svedese e anch’esso tratto da un romanzo di successo. Un altro film impeccabilmente realizzato, ben girato, interpretato, fotografato e musicato, quanto inutile.

Millennium è comunque un film consigliato a chi non ha mai visto l’altra versione, o in alternativa ai super patiti della saga di Stieg Larsson. Per i fan di Fincher, invece, meglio sperare che il regista non realizzi i due eventuali sequel e ci regali qualcosa di nuovo e di possibilmente più originale. Qualcosa che non ci faccia stare per tutto il tempo come Neo di Matrix.
No, purtroppo non quando impara il kung fu. E per fortuna (soffro di vertigini) nemmeno quando salta tra i grattacieli.
Ho avuto semplicemente un deja vu. O meglio: due ore e 40 minuti di deja vu.

Avete avuto anche voi un deja vu?
È normale. L’avevo già scritto a inizio post.
Scusate: mi sono fatto contagiare dal film!
Scusate: mi sono fatto contagiare dal film!
Scusate: mi sono fatto contagiare dal film!
Scusate: mi sono fatto contagiare dal film!
Scusate: mi sono fatto contagiare dal film!
Scusate: mi sono fatto contagiare dal film!
(voto 6/10)

mercoledì 20 ottobre 2010

FlashForward

Flashbacks of a Fool
(USA 2008)
Regia: Baillie Walsh
Cast: Daniel Craig, Harry Eden, Felicity Jones, Jodhi May, Olivia Williams, Eve, Emilia Fox, Claire Forlani, Mark Strong
Genere: 70s nostalgic
Se ti piace guarda anche: A single man, Tempesta di ghiaccio, Velvet Goldmine, La mia vita a Garden State

“Quanto tempo ci ha messo Dio per fare tutto il mondo?”
“Sei giorni e poi il settimo si è riposato.”
“Beh, avrebbe dovuto metterci più tempo. Avrebbe fatto un lavoro migliore. Io avrei fatto di meglio.”

Difficile credere che un film con Daniel Craig per protagonista possa essere davvero un bel film? Eh lo so, però è così che stanno le cose, anche se va premesso che Daniel Craig è sì il protagonista, ma solo per una parte.
Certo, quella raccontata nella pellicola è la storia del suo personaggio, un attore hollywoodiano di successo ormai avviato sulla via del tramonto. Però, come suggerisce il titolo, un ruolo fondamentale lo hanno i flashback del "pazzo". Quando riceve la notizia della morte di un suo amico, la mente gli va infatti in rewind alla sua prima adolescenza ed è qui che inizia la parte davvero figa del film.

Anni 70. E io ho un’adorazione particolare per i film ambientati nei 70s (vedi i miei cult movies Il giardino delle vergini suicide o Amabili resti). Il pazzo del titolo (che poi non è che sia nemmeno così fool) è un ragazzino inglese interpretato dal giovane Harry Eden alle prese con le prime esperienze sentimentali e sessuali. Sentimentali con una ragazzina della sua età con cui canta “If there is something” dei Roxy Music in una splendida scena (e la canzone poi non se ne va più via dalla testa). Sessuali invece con una donna più grande di lui, sposata e con una figlia.


Il regista Baillie Walsh è all’esordio nel lungometraggio, ma ha già fatto una lunga gavetta nel videoclip, dirigendo ad esempio la memorabile camminata di “Unfinished Sympathy” dei Massive Attack. E nel cast spiccano le presenze femminili, come la rivelazione Felicity Jones (la tipa del video qui sopra), l’algida Olivia Williams (vista nella serie tv Dollhouse e al fianco di Pierce Brosnan ne L’uomo nell’ombra), Emilia Fox (ammirata nel mio altro cult personale Cashback) e una rediviva Claire Forlani, che ai tempi di Vi presento Joe Black sembrava dovesse spaccare il mondo e invece poi è sparita nel nulla.

Un “romanzo” di formazione piuttosto tradizionale, dunque, però accompagnato da belle musiche Seventies, alcuni bei passaggi di regia, una serie di dialoghi davvero memorabili e un cast british molto convincente. Sì, persino Daniel Craig.
(voto 7+)

(Il film non è uscito in Italia, of course. Però è disponibile in rete con sottotitoli in italiano)

martedì 27 luglio 2010

flash, 27 luglio (Saviano, Belen, ragazze di Ostia...)

Saviano a Vanity Fair
Dov'era la Lega quando la 'ndrangheta si infiltrava in Lombardia?
Non si è fatta attendere la risposta dalla Lega Nerd di Castelli

Saviano è accecato e reso sordo dal suo inopinato successo e dai soldi che gli sono arrivati in giovane età. [...] Da noi atti amministrativi precisi, non libretti. Non ci siamo limitati a scrivere quattro cose e a partecipare a quattro conferenze.

Riguardo alla possibile conduzione di Belen del prossimo Festival, il sindaco di Sanremo ha affermato
Reputo Belen una grande artista.

Da tutto questo blob di dichiarazioni miste, si evince facilmente come in Italia se sei uno scrittore che produce arte, cultura e denuncia delle verità scomode, allora sei solo un perditempo comunistoide sfigato drogato e, diciamolo, pure un pochino ricchione che non merita di fare neanche un euro con i suoi miseri inutili libri. Se invece sei una bella figa che ha fatto qualche spot telefonico e una manciata di programmi per ritardati mentali, allora sì che sei considerata una vera artistona.
Beh, ma allora anche le due ragazze di Ostia sono indubitabilmente delle grandissime artiste


Sucker Punch si posiziona già ora in cima alla lista dei film più fighi (che non significa necessariamente più belli) previsti per il 2011. Regia di Zack Snyder, quello di 300 (e si vede, fin dal trailer) e cast con Jon Hamm di Mad Man e una band di bad girls talmente variegata che sembra uscita da un cast tarantiniano: Emily Browning (The Uninvited, Lemony Snicket), Abbie Cornish (Bright Star, Paradiso + Inferno), più l'indie Jena Malone (Donnie Darko, Into the Wild) e la popstar Vanessa Hudgens appena uscita da High School Musical.


E intanto arriva la conferma ufficiale che Daniel Craig sarà il Mikael Blomqvist della versione americana firmata David Fincher di Uomini che odiano le donne. Ancora non è stata scelta invece la novella Lisbeth...

Gruppo da pub alla Fratellis (quelli del primo mitico album) barra Babyshambles barra Arctic Monkeys , questi irresistibili Postelles, con una "White Night" che ricorda "Alright" dei Supergrass ed è quindi perfettamente estiva. Il piacevolissimo omonimo album d'esordio lo trovate QUI (imperdibile per i fan del suono british)


Film molto bello, pardon videoclip di qualità cinematografica molto bello per i The Roots insieme al compare John Legend, con l'incendiaria "The Fire". Mi ha ricordato L'uomo che verrà...


Buona notte.
E buone botte
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