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giovedì 8 maggio 2014

VIOLET & DAISY, BIMBEMINKIA ASSASSINE




"Guarda, qui c'è una foto di Justin Bieber nudo!"
Violet & Daisy
(USA 2011)
Regia: Geoffrey Fletcher
Sceneggiatura: Geoffrey Fletcher
Cast: Alexis Bledel, Saoirse Ronan, James Gandolfini, Marianne Jean-Baptiste, Danny Trejo, Cody Horn, Tatiana Maslany
Genere: teen pulp
Se ti piace guarda anche: Hanna, Byzantium, Kick-Ass

Violet & Daisy, o meglio: Alexis Bledel & Saoirse Ronan.
"Hey, ma dov'è il pistolino?"
"Te l'avevo detto io: non ce l'ha!"
La prima è la “figlia per amica”, quella che per anni è stata la insopportabile secchioncella Rory Gilmore nella serie Una mamma per amica. Da allora in poi, l’obiettivo unico nella sua vita è stato quello di cercare di affrancarsi da quella parte molto identificativa. Come molte altre baby-star e come molti altri attori conosciuti per un solo ruolo, si tratta di una missione dura e impegnativa. Non possiamo comunque dire che la ragazza non ci stia mettendo impegno. In Sin City si è infatti mostrata nella parte della baby-prostituta e no, Sin City non è Roma. Non credo, almeno. Quindi nel thriller The Kate Logan Affair è una poliziotta sessualmente disinibita e pure nella quinta stagione di Mad Men appare come guest-star in abiti molto sexy. Good girl gone bad, per dirla con Rihanna, e in questo film la Bledel si mostra in vesti ancora più bad. Alexis è Violet, apparentemente un’innocente ragazzuola, in realtà una spietata assassina su commissione.

Come avrete facilmente intuito dal titolo del film, almeno se siete svegli e, se leggete questo blog vuol dire per forza che siete mooolto svegli, Violet non è sola. Con lei c’è Daisy, pure lei killer senza scrupoli, o forse qualche scrupolo ce l’ha?
Tra le due, l’anello debole, la più tenerosa sembra essere propria Daisy, interpretata dalla solita straordinaria Saoirse Ronan qui però, a dirla tutta tutta, meno straordinaria del solito, un po' come nel recente spento How I Live Now. Che le sta succedendo? Sta perdendo il tocco magico?
A vederle così, queste due sembrano delle ragazzine delle medie che fanno la fila per un concerto dei One Direction e invece no, se ne vanno in giro a uccidere la gente sulle note di canzoncine retrò tipo “Angel of the Morning”. Ah, ‘sti giovani d’oggi! È tutta colpa della violenza nei film, io lo dico sempre.

Un giorno, Violet & Daisy si ritrovano con un caso particolare per le loro belle manine. Devono far fuori James Gandolfini, qui come in Non dico altro in una delle sue ultime interpretazioni. Due bimbetteminkia contro il boss Tony Soprano che minghia di possibilità possono avere, eh?
ATTENZIONE SPOILER
Il loro problema non è tanto questo. Il loro problema è che devono farlo fuori ma poi ci stringono amicizia e tra le due e il Gandolfini si instaurerà un rapporto…
Nah, sbagliato, non di tipo sessuale, soliti maniaci malpensanti che non siete altro, bensì un rapporto di tipo paterno. Il film è tutto qua e io ho spoilerato un po’ troppo o forse è la pellicola che non offre davvero molto di più.
FINE SPOILER

Violet & Daisy è una visione fondamentalmente non necessaria, che non consiglio manco ai fan di Alexis & Saoirse, se non quelli più hardcore. Ed è un peccato, perché il soggetto avrebbe potuto regalare una pellicoletta criminale divertente e cazzara e invece, dopo la battuta che fa molto Tarantino della prima scena, si perde in una serie di dialoghi senza mordente, con l’aggiunta di qualche sparatoria che gioca sul contrasto innocenza delle protagoniste VS violenza in stile Hit-Girl di Kick-Ass o Hanna con la stessa Ronan che però ormai non shockano più nessuno, oltre a presentare un’evoluzione nella storia piatta e priva di sorprese.

Questo film è più efficace di Monuments Men... come sonnifero.
L’esordiente regista Geoffrey Fletcher, che finora aveva curato giusto l’adattamento di Precious dal romanzo di Sapphire come sceneggiatore, non mostra mai un briciolo di personalità e si limita a girare con qualche ammiccamento alla vecchia scena pulp, solo che non siamo più negli anni ’90 e oggi appare fuori tempo massimo. I tentativi di approfondimento dei personaggi rimangono poi molto in superficie e, per quanto ben recitato dai tre protagonisti principali e in un piccolo ruolo da Tatiana Maslany, protagonista della mia nuova droga telefilmica del momento Orphan Black, non c’è niente che rimanga impresso. No, per una volta nemmeno l’interpretazione della piccola grande Saoirse Ronan.
Non brutto, nè tanto meno terribile, Violet & Daisy è un film di quelli che rientrano in una categoria forse ancora peggiore: quella dei film inutili.
(voto 5/10)

lunedì 18 novembre 2013

MACHETE KIIIII? MACHETE KILLED... BY CANNIBAL KID




Machete Kills
(USA, Russia 2013)
Regia: Robert Rodriguez
Sceneggiatura: Kyle Ward
Cast: Danny Trejo, Demian Bichir, Amber Heard, Mel Gibson, Michelle Rodriguez, Sofía Vergara, Vanessa Hudgens, Alexa Vega, Charlie Sheen, Lady Gaga, Cuba Gooding Jr., Antonio Banderas, Walton Goggins, Tom Savini, Marko Zaror, Jessica Alba
Genere: B-movie in HD
Se ti piace guarda anche: Machete, L’uomo con i pugni di ferro, Hobo with a Shotgun

Machete non manda messaggi. Machete non twitta. Machete è totalmente anti-tecnologico. Ma le cose cambiano. Basta che una Amber Heard qualunque gli mandi una fotina sexy e Machete diventa un nerd fissato con i computer e apre pure un suo blog, dedicato a figa & armi.


Questa è la trama di Machete Kills, il secondo capitolo delle avventure dedicate all’immortale (letteralmente) personaggio interpretato da Danny Trejo?
Non proprio. Forse sarebbe stato più interessante così, visto che la sceneggiatura di questo nuovo episodio non è che brilli in maniera particolare.
Sceneggiatura?
Perché, Machete Kills ha una sceneggiatura?
In teoria sì, in pratica è giusto un pretesto. Machete viene incaricato dal presidente degli Stati Uniti, un sempre divertente ma un po’ scontato Charlie Sheen, pardon Carlos Estevez, in versione Bunga Bunga, di uccidere il folle terrorista messicano Mendez, un Demian Bichir molto bravo nella serie The Bridge e nel film Per una vita migliore - A Better Life, per cui ha anche ricevuto la nomina all’Oscar, ma qui totalmente fuori parte come pazzo psicopatico dalla doppia personalità.
A non funzionare è proprio il tanto variegato e strombazzato cast, dettaglio mica da poco per un film che, anziché sulla storia, punta tutto sulla comparsa uno dopo l’altro dei vari personaggi che appaiono all’interno dello spettacolo personale di Machete.

Vogliamo parlare di Lady Gaga?
Per la seconda volta nel giro di pochi giorni mi tocca massacrarla. Pensare che fino a qualche tempo fa in questo blog veniva idolatrata. Negli ultimi tempi mi sembra invece che tutto ciò che tocca si trasformi in poop. La sua apparizione in Machete Kills appare giusto una mossa di marketing per far parlare della pellicola. Mossa non riuscita, considerati i risultati penosi al botteghino americano. La comparsata della Germanotta è poco più di un cameo e si limita a essere un update della sua parte nell’ottimo video di “Telephone” girato con Beyoncé e diretto da Jonas Akerlund, ai tempi in cui tutto ciò che toccava si trasformava  in oro. Tempi che sembrano lontani un’eternità e invece era giusto il 2010. Tralasciando ciò e parlando di recitazione, quali sono i livelli di espressività esibiti dalla Gaga in questo Machete Kills?
Non pervenuti.

"Cannibal, in questi giorni m'hai proprio rotti li cojoni!"

Altrettanto pessime pure le apparizioni del terribile Cuba Gooding Jr., uno dei più vergognosi vincitori di premi Oscar nella storia del cinema, così come del sempre più irritante Antonio “Mulino Bianco” Banderas, per non parlare di Mel Gibson. Nei panni del cattivone di turno è del tutto improbabile e riesce persino a far rimpiangere il villain del primo capitolo interpretato da Steven Seagal. E ho detto Steven “attore più merdoso del mondo” Seagal, mica Al Pacino.

"Recitare male io? Ahah!"

"Ho appena visto un pezzo di girato e...
in effetti quel Cannibal Pirl non ha tutti i torti."

Tra una comparsata e l’altra, il film comunque è più che altro un one man-show tutto dedicato al bellissimo e poco rugoso Machete/Danny Trejo. Un Machete qui agguerrito, ma decisamente più attapirato rispetto al primo episodio. D’altra parte se ti uccidono la tua Jessica Alba davanti agli occhi proprio a inizio pellicola, è difficile poi non essere un po’ attapirati.
A provare a tirargli su il morale, e pure qualcos’altro, ci pensa allora Amber Heard, con il personaggio di una spia sotto copertura nelle vesti di Miss San Antonio. Bene così? Insomma, il suo personaggio troppo stereotipato, lei troppo castigata e la scenona di sesso in 3D con Machete, anziché essere geniale o anche solo divertente come vorrebbe essere, lascia il tempo che trova.


A provare a rendere più caliente la pellicola ci provano pure le tre sventolone latine sfoggiate: una scatenata ma più che altro invasata Sofíona Vergara...


...più una sempre bona Vanessa Hudgens, più la rivelazione Alexa Vega (Michelle Rodriguez no, lo siento pero no me gusta, es muy masculina para mí).
Alexa Vega che nella saga di Spy Kids firmata dallo stesso Rodriguez io ricordavo così...


E che adesso si è trasformata in questa roba qui…


Machete Kills sarà anche un film pieno di figa, però ci viene mostrata in veste muy castigata, ed è proprio questo il problema. Non mi riferisco solo al fatto che non ci siano nudi. Sì, anche quello, ma non solo, sul serio. È tutta la pellicola in generale ad essere pulitina e precisina, pure a livello di fotografia e di montaggio. Machete Kills è come una versione in HD di un grindhouse movie e tradisce in questo modo lo spirito originario dell’operazione, partita tutta da un trailer fittizio presente nella doppia visione Planet Terror dello stesso Robert Rodriguez e Grindhouse – A prova di morte del suo amichetto Quentin Tarantino.
Machete Kills è una versione ripulita di Machete. Ci regala qualche bel momento splatterone all’inizio, che strappa pure la risata, c’è qualche scenetta divertente qua e là, il tutto però in tono minore rispetto al precedente episodio. Quando la battuta migliore “Machete non twitta” è solo una versione riciclata del vecchio “Machete non manda messaggi”, d’altra parte, c’è qualcosa che non va. Così come quando un film che vorrebbe essere di puro e cazzaro intrattenimento, e a tratti riesce pure ad esserlo, finisce invece nella lunga ed estenuante parte finale per annoiare, anche lì si capisce che qualcosa non va.
Di una cosa in ogni caso sono sicuro riguardo a questo film: tra topa, sparatorie, esplosioni, battutacce, effettacci speciali e registici, il regista Robert Rodriguez dev’essersi divertito un mondo. Su un’altra cosa sono sicuro: lo spettatore, anche il più patito di action, di trash o di B-movies (che poi questo come detto è più che altro un B-movie in HD), e persino il più fan/la più groupie di Machete non si sarà mai divertito quanto lui. E qualcuno, come me, a un certo punto avrà anche cominciato a sbadigliare.

La saga di Machete, visti gli incassi disastrosi al box-office, finirà qui? Oppure Rodriguez tornerà a divertirsi come un bambino e riuscirà a girare Machete Kills Again… in Space?
Non saprei cosa sperare. Da una parte questo Machete Kills si è rivelato un sequel ancora più inutile e spento di quanto potessi immaginare, dall’altra il trailer di Machete Kills Again… in Space si è rivelato la cosa più divertente dell’intera pellicola e quindi potrebbe nascerne un episodio migliore del secondo.
Nell’indecisione, direi di chiuderla qui. La saga e pure il post.
Machete Kills?
Nah, a questo giro Machete Sucks.
(voto 5,5/10)



martedì 27 marzo 2012

Jake Gyllenhaal: psycho killer o bubble boy?

Jake Gyllenhaal è un attore pazzesco. O forse è un pazzo che fa l’attore. O forse è soltanto un attore perfetto per fare il pazzo. O forse ancora è tutte queste cose combinate insieme.
Fatto sta che la sua ultima interpretazione è davvero folle. Nel senso buono del termine. Cioè, buono per un attore. Non buono per il suo personaggio, che è un matto pericoloso totale. Di quelli che se li incontri per strada, la tua vita cambia per sempre. Perché finisce.
Un nuovo fratellino di Patrick Bateman, oltre allo Sean Bateman de Le regole dell’attrazione. Un American Psycho a Londra. Quindi un English Psycho. Un English Donnie Psycho Killer, qu'est-ce que c'est, fa fa fa fa fa fa fa fa fa.
Un interpretazione che però non vedrete al cinema, bensì qui sotto.
Jake Gyllenhaal è il protagonista del nuovo videoclip o meglio minifilm dei The Shoes, duo elettronico francese (sì, come gli Air e sì, come i Daft Punk). Nonostante il nome, non sono nient’affatto delle scarpe e sono anzi assolutamente da tenere d’occhio o meglio d’orecchio. Il pezzo “Time to Dance” è irresistibile e, se volete un consiglio, è perfetto come colonna sonora per correre (e non solo per commettere atroci violenze).
Tralasciando l’aspetto musicale, comunque interessante, questo cortometraggio girato e montato alla grande è un allucinato e violentissimo viaggio dentro una mente malata con una performance insane del Gyllenhaal. Uno che per fare il pazzo sembra proprio esserci nato. Roba da dargli subito un Oscar, anche se è “solo” un video musicale. Altroché Meryl Streep
(si astengano dalla visione soltanto i facilmente impressionabili, visto che la clip è piuttosto pulp)


E dopo lo schermidore psycho, viaggiamo indietro nel tempo insieme al coniglio Frank andando a rispolverare un vecchio American Gyllenhaal d’annata.
Annata 2001, la stessa non solo dell’Odissea nello spazio, ma anche dell'odissea nel Donnie Darko.

Bubble Boy
(USA 2001)
Regia: Blair Hayes
Cast: Jake Gyllenhaal, Marley Shelton, Swoosie Kurtz, Danny Trejo, Verne Troyer, John Carroll Lynch, Dave Sheridan, Zach Galifianakis, Stacy Keibler
Genere: demenziale
Se ti piace guarda anche: Fatti strafatti e strafighe, American Trip, Scemo e più scemo, Jack

Mentre Donnie Darko deve ancora esplodere come cult cinematografico grazie al passaparola via Internet, nel 2001 l’allora ancora piuttosto sconosciuto Jake Gyllenhaal affronta un altro ruolo da protagonista. Ovvio, pure qui tanto normale il suo personaggio non è. Anzi, al confronto di Bubble Boy, Donnie Darko era quasi un ragazzino a posto.
In questo film, il Gyllenhaal veste i panni di Jimmy Livingston, un tizio nato senza difese immunitarie e costretto a vivere dentro una bolla. Sempre. Da quando è nato. Una storia liberamente ispirata al film tv del 1976 The boy in the plastic bubble con John Travolta, a sua volta ispirata alla vera vita di due ragazzini.
I genitori gli hanno costruito in casa un ambiente totalmente protetto in cui il nostro cresce isolato da tutto e da tutti, con la madre bigotta vecchio stile che gli fa da insegnante e da maestra unica di vita. La sua visione del mondo è quindi parecchio limitata però almeno Jimmy il “bubble boy” cresce al sicuro. Fino a che… si innamora. Eh, sì. La sua nuova vicina di casa è infatti una bella topolona, Marley Shelton, biondazza che già faceva vedere i colori al protagonista in b/n di Pleasantville e che qui fa provare al ragazzo nella bolla i primi istinti sentimentali e, già che c’è, sessuali. Soprattutto sessuali.
Il loro è però un amore impossibile. Tra loro non ci può essere contatto fisico, per via della condizione alquanto singolare di Jimmy e la loro relazione assomiglia a quella tra i protagonisti della serie tv Pushing Daisies, che per altro per i toni surreali non è poi molto distante da questo Bubble Boy.


"Mamma, mi è apparso un coniglio e mi ha detto che un giorno sarò un sex-symbol!"
"Era ubriaco?"
Da quanto vi ho detto finora, potrete immaginarvi un drammone di quelli pesanti. Una riflessione profonda sulla difficoltà di vivere chiusi dentro una bolla. O potreste aspettarvi una love story dalla lacrima facile.
Niente di più sbagliato.
Bubble Boy ha infatti i toni della commedia surreale e goliardica, non lontana da pellicole in voga una decina d’anni fa come Fatti, strafatti e strafighe. Al punto che visto oggi appare un po’ superato e sciocco. Oddio, forse alcune scene sarebbero sembrate sciocche pure se viste una decina d’anni fa, ma tant’è che il film in Italia non è mai uscito e l’ho recuperato adesso perché qualcuno ha finalmente deciso di realizzare i sottotitoli in italiano di questa misconosciuta vecchia prova gyllenhaaliana. E lui in un ruolo così singolare ci sguazza, tanto che possiamo definirla una pellicola in pieno “stile gyllenhaal”, vicina a Fuga da Seattle, sebbene non certo una delle sue più riuscite.

Se Bubble Boy è una visione imprescindibile per i fan hardcore del più grande viaggiatore del tempo cinematografico di sempre (oltre a Donnie Darko, lo fa anche in Source Code e Prince of Persia), per i non-Gyllenhaaliani, che Dio possa perdonare la loro malafede, non è invece un film imperdibile.
La prima parte, molto 80s, lascia presagire una pellicola dai toni sì grotteschi, ma magari anche un minimo riflessivi. Lo svolgimento invece va nella direzione dell’on the road movie caciarone, pieno di personaggi e situazioni assurde. Troppo.
Quando Bubble Boy scopre che la sua bella sta per sposarsi, decide infatti di costruirsi una “bolla portatile” e uscire nel mondo esterno per impedire questo matrimonio che non s’ha da fare. Nel suo viaggio, si imbatte in tizi che sono persino più particolari di quanto non lo sia lui. Tra nani, freaks, tamarri in motocicletta e membri di una setta, Bubble Boy sembra quasi la persona più normale dell'Universo. O quasi...

Pur rischiando di scivolare nella farsa, il film è in grado di strappare più di una risata, grazie a qualche momento riuscito. Vedi l’ottima apparizione di un Zach Galifianakis pure lui ai tempi sconosciuto e oggi parecchio più famoso.
Come, chi è Zach Galifianakis?
È quello di Una notte da leoni. Vi si è accesa la lampadina?


"George, mentre tu ti fai arrestare per futili motivi,
guarda un po' che attriciona sono io. Cazzo ridi?"
Ma nel sorprendente cast svetta pure Danny Trejo.
Chi è Danny Trejo, chiedete ancora?
È Machete. Vi basta come risposta?
C'è pure Verne Troyer. Vi dico che è, prima che me lo chiediate, il Mini Me di Austin Powers.
Allo stesso tempo, Bubble Boy presenta però anche varie scenette più o meno comiche meno riuscite e parecchie trovate che sconfinano nel kitsch. A tal proposito, casca a fagiuolo l’apparizione di Stacy Keibler.
Chi è Stacy Keibler?
Ma allora vi devo spiegare proprio tutto. È una (ex?) wrestler che adesso sta con George Clooney e che qui compariva nelle vesti di sexy lottatrice nel fango.
C’è il contributo video?
Abbiamo il contributo video!
E poi ditemi voi se queste chicche le trovate sui siti cinematografici seri. Ditemi voi se le trovate…


Bubble Boy è confuso: è una storia d’amore e pure un road movie, ma soprattutto è una commedia grottesca stralunata, folle e per questo parecchio divertente. Affrontando un tema del genere rischiava di scivolare nella pellicola deprimente, invece è l’esatto opposto: leggero, troppo leggero. Talmente leggero da rischiare di volare via, proprio come una bolla.
(voto 6+/10)

mercoledì 6 ottobre 2010

ìViva! Machete

Machete
(USA 2010)
Regia: Robert Rodriguez, Ethan Maniquis
Cast: Danny Trejo, Jessica Alba, Michelle Rodriguez, Robert De Niro, Steven Seagal, Lindsay Lohan, Don Johnson, Jeff Fahey, Cheech Marin, Mayra Leal, Electra Avellan
Links: imdb, mymovies
Se ti piace guarda anche: Planet Terror, Grindhouse – A prova di morte, Sin City, The Expendables, Kill Bill, Dal tramonto all’alba, C’era una volta in Messico

Dopo la recensione in super anteprima direttamente da Venezia di DNA Cinema ecco la mia rece direttamente dai potenti mezzi della rete e comunque in anteprima visto che una data di uscita italiana non è ancora stata fissata per questo film. Di che film sto parlando? Ma di Machete, il nuovo B-cult-figata-movie di Robert Rodriguez, l’amigo e compare di Quentin Tarantino.

Motivi per vedere questo film: Jessica Alba compare praticamente nuda (anche se in realtà è un effetto creato in post-produzione). E già qui potrei chiudere, visto che, di qualunque orientamento sessuale voi siate, questo mi sembra un motivo di per sé già più che sufficiente per vedere un qualunque film.
Altro motivo: c’è pure Lindsay Lohan nuda (lei per davvero) e impegnata in un ménage à trois con il protagonista e un’altra tizia (sua madre nel film).
Ulteriore motivo: Machete non è un B-movie. Machete è IL B-movie. Ed è davvero divertentissimo.
Se è una figata di film ciò che bramate, rivolgetevi dunque alla premiata ditta Rodriguez/Tarantino, please, e alla loro spettacolare casa di produzione Troublemaker. Nella mitica doppietta Grindhouse – A prova di morte/Planet Terror (negli Usa usciti insieme, in Europa separati) erano presenti alcuni trailer di pellicole fittizie: tra questi vi era quello di Machete. E il trailer è diventato un film vero e proprio. Per realizzarlo, questa volta Rodriguez si è fatto aiutare alla regia del suo montatore di fiducia Ethan Maniquis e ha convocato un cast di superstar.

Robert De Niro è qui presente in versione George W., un governatore del Texas razzista in cui secondo me ci ha messo dentro pure qualcosina di Bossi. Per favorire la sua politica basata sulle espulsioni dei messicani dal suolo statunitense, De Niro architetta un finto attentato a suo danno. E di finti attentati negli ultimi giorni in Italia se ne parla parecchio (qualcuno ha fatto il nome di Berlusconi e Belpietro??).
Ma l’altro villain della storia è Steven Seagal. Ecco, devo dire che questo è il primo film che vedo in cui c’è Steven Seagal, per me uno dei peggiori attori di tutti i tempi, di tutti i luoghi e di tutti i laghi. Sebbene come al solito non sia minimamente espressivo (anzi, diciamo zero), lo vedo qui per la prima volta nella vita (sua e mia) in un ruolo convincente.

Di serie A poi il reparto femminile, con le già citate Jessica Alba (oltre ad essere una gran gnocca è pure convincente come attrice) e Lindsay Lohan, che recita nella parte della ninfomane strafattona. Recita? Diciamo solo che è se stessa.
Quindi c’è anche Michelle Rodriguez alias una specie di Che Guevara in reggiseno, che a un certo punto sfoggia (non vi dico il perché) una benda all’occhio che rimanda non casualmente alla Daryl Hannah di Kill Bill.
Dal cast di Lost insieme alla chica Rodriguez arriva anche Jeff Fahey, che nella mitica serie era il pilota del secondo aereo atterrato sull’isola. E poi, a completare il cast, c’è anche “l’esordiente” (come recita il trailer) Don Johnson.

Ma il grande protagonista del film è Danny Trejo, un attore caratterista (visto ad esempio in C’era una volta in Messico e nella serie Spy Kids sempre di Rodriguez) cui finalmente è stato dato l’onore di apparire prima di tutti (persino prima di De Niro) sui titoli di testa. È lui Machete (il perché venga chiamato così lo lascio alla vostra fervida immaginazione), un ex agente federale cui è stata brutalmente (decapitata!) uccisa la moglie e che si trova invischiato nel finto attentato al governatore De Niro. La trama incentrata sulla vendetta di Machete tra riferimenti politici e questione immigrazione non è nemmeno così scontata e dà una pista (non di coca, Lindsay!) alla maggior parte degli action movies.
A tutto ciò aggiungetevi una buona dose di scene splatterone, umorismo tarantiniano (le poche battute del silenzioso Machete sono memorabili), una colonna sonora molto mexico firmata da Chingon (la rock spaghetti western band formata capitanata dallo stesso Robert Rodriguez) e una serie di finezze stilistiche che lo rendono non un B-movie, ma IL B-Movie.
(voto 7/8)

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