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"Lo so, ho dei capelli improponibili.
Ma nella Bibbia il balsamo non viene mai menzionato..." |
Noah
(USA 2014)
Regia: Darren Aronofsky
Sceneggiatura: Darren Aronofsky, Ari Handel
Cast: Russell Crowe, Jennifer Connelly, Emma Watson, Ray Winstone, Anthony Hopkins, Douglas Booth, Logan Lerman, Leo McHugh Carroll, Kevin Durand, Nick Nolte, Mark Margolis, Marton Csokas, Finn Wittrock, Madison Davenport
Genere: bestemmia cinematografica
Se ti piace guarda anche: La passione di Cristo, The Fountain – L’albero della vita
ATTENZIONE FANATICI
Se siete fanatici religiosi, se portate la Bibbia sempre con voi, se andate a messa tutte le domeniche, o se siete Mel Gibson, potreste considerare questo post blasfemo. Proseguite la lettura soltanto a vostro rischio e pericolo, altrimenti fate sempre in tempo a tornare sul sito di Famiglia Cristiana.
In principio Dio creò il cielo e la terra. La terra era informe e deserta e le tenebre ricoprivano l'abisso e lo spirito di Dio aleggiava sulle acque. Dio disse: «Sia la luce!». E la luce fu.
Dio poi creò tante altre belle cose, un sacco di animaletti, fino a che creò anche l’uomo, dicendo semplicemente: “Abracadabra, facciamo l'uomo a nostra immagine, a nostra somiglianza, e domini sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo, sul bestiame, su tutte le bestie selvatiche e su tutti i rettili che strisciano sulla terra”. Ma mancava ancora qualcosa. Qualcosa di molto importante. A questo punto, Dio allora disse: “Sia la figa!”. Ed Emma Watson fu.
Per festeggiare la sua creazione più bella, Dio passò la domenica a masturbarsi furiosamente contemplando la sua immagine. Una volta stufatosi di guardarla mentre non faceva nulla, decise di creare un qualcosa per tenerla impegnata e così fece il cinema. Dopo aver creato il cinema e i film dei Lumière in cui non succedeva nulla, Dio decise di creare pure i registi e fu così che diede vita a Darren Aronofsky. Il cineasta americano realizzò una pellicola più bella dell’altra, da
Pi greco – Il teorema del delirio a
Requiem for a Dream, da
The Wrestler a
Il cigno nero, fino a che decise di dedicarsi a Noah, un lavoro tratto dalla Bibbia. Un progetto dalle ambizioni divine.
La storia di Noè e della sua arca la conoscete già tutti, vero?
Ehm… io veramente non la conoscevo proprio bene bene. Da bambino ho saltato qualche lezione di catechismo di troppo. Più in là con gli anni ho provato a rimediare alle mie lacune religiose e un giorno mi sono detto: “Leggiamoci un po’ sta Bibbia. Ci sarà una ragione se ha venduto milioni di copie…”
Ho iniziato a leggere qualcosa, ma ben presto ho rinunciato. Ragazzi, ma non l’ha mai detto nessuno?
La Bibbia è ILLEGGIBILE!
È un libro scritto in maniera davvero terrificante. Prendiamo un passaggio dalla Genesi in cui si parla proprio del protagonista di giornata, il simpatico (si fa per dire) Noè.
1. Il Signore disse a Noè: «Entra nell'arca tu con tutta la tua famiglia, perché ti ho visto giusto dinanzi a me in questa generazione. 2 D'ogni animale mondo prendine con te sette paia, il maschio e la sua femmina; degli animali che non sono mondi un paio, il maschio e la sua femmina. 3 Anche degli uccelli mondi del cielo, sette paia, maschio e femmina, per conservarne in vita la razza su tutta la terra. 4 Perché tra sette giorni farò piovere sulla terra per quaranta giorni e quaranta notti; sterminerò dalla terra ogni essere che ho fatto». 5 Noè fece quanto il Signore gli aveva comandato.
6 Noè aveva seicento anni, quando venne il diluvio, cioè le acque sulla terra. 7 Noè entrò nell'arca e con lui i suoi figli, sua moglie e le mogli dei suoi figli, per sottrarsi alle acque del diluvio. 8 Degli animali mondi e di quelli immondi, degli uccelli e di tutti gli esseri che strisciano sul suolo 9 entrarono a due a due con Noè nell'arca, maschio e femmina, come Dio aveva comandato a Noè.
10 Dopo sette giorni, le acque del diluvio furono sopra la terra; 11 nell'anno seicentesimo della vita di Noè, nel secondo mese, il diciassette del mese, proprio in quello stesso giorno, eruppero tutte le sorgenti del grande abisso e le cateratte del cielo si aprirono. 12 Cadde la pioggia sulla terra per quaranta giorni e quaranta notti.
A parte il fastidio provocato da tutti i numerini inseriti a ogni frase, ma vi sembra un libro scritto bene? Non c’è manco mezza descrizione o un minimo di introspezione psicologica dei personaggi. Niente. Al confronto della Bibbia, Tre metri sopra al cielo, Twilight e Cinquanta sfumature di grigio sono dei capolavori assoluti.
Tralasciando gli aspetti letterari, c’è qualcuno che può ritenere anche solo lontanamente verosimili i fatti in essa raccontati?
Eppure giusto qualche milione, per non dire qualche miliardo, di persone sulla faccia della Terra crede che quanto narrato nella Bibbia sia davvero successo. Prendiamo il passaggio “Noè aveva seicento anni.”
Se quest’uomo ha 600 anni, voglio il numero del suo chirurgo plastico.
Prendiamo un altro passaggio: “Cadde la pioggia sulla terra per quaranta giorni e quaranta notti.” Ma manco a Masone in Liguria, il posto meteorologicamente più sfigato del mondo, ha mai piovuto così tanto. Eddai.
In pratica La Sacra Bibbia è il più fantasioso romanzo fantasy di sempre. Roba che al confronto Il signore degli anelli può essere considerato puro neorealismo. Il regista Darren Aronofsky, chiamato a sé dalla voce di Dio, o più probabilmente da quella del Dio Denaro, ha così deciso di trattare le vicende bibliche come fossero una materia fantasy, chiamando attori come Emma "Hermione" Watson e Logan "Percy Jackson" Lerman e aggiungendo alcuni elementi fantastici al racconto, giusto per rendere le cose un po’ meno noiose (obiettivo non riuscito per niente), senza però nemmeno esagerare. Come potete leggere in questo
articolo di Wired, le differenze tra quanto raccontato nella Bibbia e nel film non sono poi nemmeno troppe.
ATTENZIONE SPOILER
Per chi come me non avesse troppa dimestichezza con la Bibbia, rammento la vicenda di Noah in breve.
Noah è un giovane ragazzo di 600 anni che una notte, dopo una cena pesante a base di cibo piccante, fa dei sogni strani. Sogna che il mondo sta per finire a causa di un acquazzone particolarmente pesante. Nessuno gli crede.
Per prepararsi al diluvio universale, Noah si mette così a costruire una gigantesca arca e per farlo si fa aiutare da un gruppo di muratori giganti, di nazionalità rumena e albanese, ovviamente sottopagati. Noè in maniera molto generosa decide che nell’arca potranno accomodarsi solo lui, sua moglie, i suoi tre figli e quella sgnaccherona gigante della sua figlia adottiva, Emma Watson, per l’occasione ribattezzata la Porca di Noè, visto che dovrà accontentare gli appetiti sessuali di tutti e tre i suoi figli e pure i suoi. Insieme a loro possono venire anche un sacco di animali a coppie, un maschio e una femmina. Niente coppie gay. Noah vende così i biglietti ai vari animali, gonfiando i prezzi a dismisura. Gli altri umani cercano di acquistare qualche biglietto dai bagarini o in rete, ma niente. Non si trovano più. Sono sold out più di un concerto dei Rolling Stones.
A un certo punto, preso dalla follia, Noah Crowe si mette pure a cantare, credendo di essere ancora in
Les Misérables.
A parte la sua famiglia, secondo Noah tutto il resto dell’umanità deve pagare per i propri peccati e morire in maniera brutale sotto la pioggia, scatenando le reazioni preoccupate della comunità internazionale.
Gli uomini provano a salvarsi in tutti i modi. C’è chi prega, c’è chi cerca di corrompere Noah, c’è addirittura chi manda Bruce Willis e Ben Affleck nello spazio…
Ma non c’è niente da fare. Viene persino organizzata un’agghiacciante battaglia che sembra uscita dal nuovo capitolo di Transformers girato da Michael Bay e invece no, si tratta davvero di una pellicola diretta da Darren Aronofsky. E se pure Darren Aronofsky si mette a realizzare certe porcate, non c’è più niente da fare. L’umanità è spacciata.
Il film di Aronofsky non è però solo questo. Fondamentalmente è anche la storia del villain più cattivo di tutti i tempi. Non mi riferisco tanto allo stesso Noah che dà il titolo alla pellicola, che pure come abbiamo visto è non poco stronzo. Mi riferisco a Dio. Un Dio vendicativo, misogino e misantropo che vuole sterminare l’intera razza umana, che continua a mettere alla prova l’uomo con una serie di sfide una più perfida dell’altra manco fossero gli Hunger Games. Dopo la mela del peccato nel giardino dell’Eden che gli ha sbattuto lì davanti alla faccia, salvo poi dirgli “No, non puoi mangiarla!”, proprio come una tipa che te la fa solo annusare, Dio questa volta ha superato persino se stesso. Seguendo l'esempio di George R. R. Martin che a ogni stagione di
Game of Thrones deve tirare fuori una serie di morti più impressionanti di quelle precedenti, Dio a questo giro ordina a Noah di uccidere la prole della sua figliastra, ma solo nel caso gli nasca una figlia femmina, giusto per ribadire la sua misoginia se qualcuno aveva ancora dei dubbi in proposito.
A Emma Watson però non nasce una figlia. Ne nascono due! E Noah deve ucciderle entrambe. Già è grave uccidere delle persone, poi è ancora più grave uccidere dei bambini, poi è ancora peggio uccidere delle bambine che essendo figlie di Emma Watson crescendo sono destinate a diventare delle fighe stellari.
A questo punto Noah cosa farà? Andrà davvero fino in fondo nei suoi intenti malati e metterà fine all’intera razza umana per sempre, o disubbidirà a Dio?
Questo lo saprete già se avete letto la Genesi. L’alternativa è quella di guardarvi il film di Darren Aronofsky, anche se io vi sconsiglio di farlo. Se avete amato i suoi precedenti lavori come me, qui dentro dell’un tempo grande regista non troverete molte tracce, se non per qualche vago riferimento ai passaggi più deliranti della sua opera più controversa,
The Fountain – L’albero della vita. Questo nonostante Aronofsky figuri come sceneggiatore e produttore, oltre che come regista. Questo nonostante la presenza del solito Clint Mansell a firmare le musiche, tronfie e fastidiose. Questo nonostante il cast vanti attori feticcio del regista come la bella Jennifer Connelly e la partecipazione vocale dell’aficionado Mark Margolis, che durante la visione del film avrà probabilmente avuto sulla faccia per tutto il tempo quest’espressione.
Dimenticate il Darren Aronofsky che conoscevate. Nonostante a livello visivo si tratti di un lavoro potente e dotato di un suo certo fascino, e questa è l’unica buona notizia, Noah è un pasticcio di proporzioni bibliche. Una pellicola in grado di far perdere la Fede, la Fede nel Cinema. Se qualcuno riesce ad arrivare alla fine di questa lunga, estenuante, allucinante e noiosa visione senza bestemmiare nemmeno una volta, quel qualcuno merita di essere fatto Santo Subito.
Fino all’ultimo ho sperato fosse solo un brutto scherzo. Il terrificante finale moralista mi ha fatto capire che no, Aronofsky non stava scherzando ed era dannatamente serio. Persino quando ha tirato fuori questi cosi giganti.
Dimenticate allora Darren Aronofsky. Dimenticate il Cinema. Dimenticate pure che questo possa essere un film sul diluvio universale. Noah è solo un diludendo universale.
(voto 3/10)