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lunedì 26 febbraio 2018

The Disaster Artist – La grande bruttezza





The Disaster Artist
Regia: James Franco
Cast: James Franco, Dave Franco, Alison Brie, Ari Graynor, Seth Rogen, Josh Hutcherson, Zac Efron, Megan Mullally


Perché, Lisa, perché, perchééé?
Mi stai distruggendo Lisa!
Come puoi dire che The Disaster Artist è meglio di mio The Room?

Cioè, sì, capisco che film di James Franco può sembrare fatto meglio. Più professionale. Può permettersi di avere attoroni come Seth Rogen, Josh Hutcherson, Zac Efron, Jackie Weaver, Alison Brie, Megan Mullally, Judd Apatow e Sharon Stone in parti minori. Può permettersi le comparsate di gente come Melanie Griffith, Kate Upton, Zoey Deutch e Dylan Minnette che manco si riconoscono, e quindi che cavolo li avete messi a fare? Può permettersi i cameo nella parte di loro stessi di Bryan Cranston, Kristen Bell, Zach Braff, Lizzy Caplan, Adam Scott, Danny McBride e J.J. Abrams. Vuoi però mettere come intensità con mio lavoro?
E poi chi sono costoro, al cospetto di Tommy Wiseau?

venerdì 10 ottobre 2014

22 JUMP STREET, IL SEQUEL FOTOCOPIA





22 Jump Street
(USA 2014)
Regia: Phil Lord, Christopher Miller
Sceneggiatura: Michael Bacall, Oren Uziel, Rodney Rothman
Cast: Jonah Hill, Channing Tatum, Ice Cube, Amber Stevens, Wyatt Russell, Peter Stormare, Jillian Bell, Dave Franco, Nick Offerman, Patton Oswalt, Queen Latifah, Craig Roberts, Diplo, Anna Faris, Bill Hader, Seth Rogen, Richard Grieco
Genere: college di polizia
Se ti piace guarda anche: Mai stata baciata, Una spia non basta, Scuola di polizia, 21 Jump Street (la serie)

Il primo fatto che salta agli occhi di questo 22 Jump Street non è il Jonah Hill sempre più dimagrito, ormai ce ne siamo già abituati mentre lui intanto forse è ingrassato di nuovo. A jumpare subito in maniera evidente alla vista è il fatto che sia un film tratto da un film che a sua volta era già tratto da un vecchio telefilm.

In tal senso, i precedenti non è che siano stati dei più positivi: Charlie’s Angels, Starsky & Hutch, Hazzard, A-Team… tutti filmetti davvero poco degni di nota. E pure di rispetto, quindi dico BLEAH, che schifo!
Tutte operazioni, o meglio tentativi, di aggiornare all’epoca moderna vecchie storie da piccolo schermo con risultati in bilico tra il ridicolo e il tragico. Senza però risultare tragicamente divertenti. Soltanto delle minchiatone. Qualcuno citerà allora la saga di Mission: Impossible tomcruisizzata. E va bene, in quel caso la resa cinematografica, seppure altalenante, è stata decente. Però certo che, se anche non l’avessero fatta, io non avrei sentito un grosso vuoto dentro la mia anima.

Con tali precedenti non certo esaltanti alle spalle, le premesse erano tragiche per questo 22 Jump Street, che peraltro è il sequel della versione cinematografica della serie tv. Mi viene infatti in mente Charlie's Angels 2, che era peggio, e molto, persino del già modestissimo primo film.
Quanto alla serie cui si ispira, 21 Jump Street è stato un telefilm 80s andato in onda negli Usa tra il 1987 e il 1991 per ben cinque stagioni, con un buon successo in patria. In Italia il serial è stato invece trasmesso da Italia 1 con il titolo I quattro della scuola di polizia ma non mi risulta sia diventato un fenomeno di massa né di culto. Dalle nostre parti, la serie risulta vagamente conosciuta soprattutto per aver lanciato la carriera del giovane Johnny Depp, che già pochi anni addietro aveva esordito nel primissimo mitico A Nightmare on Elm Street. Dove non faceva una bella fine, se non ricordo male… Qualche anno più tardi Depp mani di forbice avrebbe però preso spunto per le unghie affilate proprio da Freddy Krueger. Chissà, probabilmente all’epoca i due si facevano la manicure nello stesso posto.

Premettendo che non ho mai visto la suddetta serie tv 21 Jump Street, mi sembra comunque che in questo sequel del remake non si sia tentata tanto un’operazione nostalgia, ma si sia preso semplicemente spunto dalla trama del telefilm per creare qualcosa che parli di oggi.
L’idea della serie è quella di reclutare degli agenti di polizia giovani e infiltrarli in un college spacciandoli per studenti normali in modo da catturare degli spacciatori di droga (e nel telefilm immagino anche per altri crimini di natura varia). La storia dell’infiltrato funziona sempre, da Point Break a Fast & Furious, perché è un modo efficace per raccontare un determinato mondo, dal surf alle auto truzzate, attraverso il punto di vista di un esterno che però fa il doppiogioco e poi finirà immancabilmente per farsi catturare anche lui dal fascino di quel determinato mondo e scusate se vi ho spoilerato sia Point Break che Fast & Furious.
Anche se il film che mi ha ricordato di più questo 22 Jump Street è Mai stata baciata, commedia romantica in cui Drew Barrymore per scrivere un articolo sui giovani si finge una studentessa e torna al liceo, rivivendo gioie e soprattutto dolori dell’epoca.

Anche applicato al tema adolescenziale, questo è un espediente narrativo parecchio comune. Non quello del poliziotto infiltrato, ma dell’esterno in generale. Capitava ad esempio in Beverly Hills 90210 a Brandon & Brenda, due gemelli montanari provenienti dal Minnesota che da un giorno all’altro si ritrovano a trasferirsi sotto il sole glamour di L.A. e a dover cambiare il loro stile di vita in maniera radicale in quattro e quattr’otto. E ben felici di farlo. Così come succedeva in The O.C., dove Ryan Atwood (il Ben McKenzie oggi detective di Gotham), giovane criminale che fotteva le auto radio nel quartiere del Chino, veniva pure lui catapultato all’improvviso al sole della California a vivere in una villa con piscina mega-sborroneria per ricconi.

Senza andare a trovare ulteriori collegamenti con serie varie, torniamo sulla retta via di 22 Jump Street. Nel film c'è un breve cameo di uno dei protagonisti del telefilm originale, Richard Grieco, mentre questa volta Johnny Depp non si degna manco di apparire. Per il resto, il film è assolutamente indipendente dalla serie tv e quindi godibile da tutti, anche da chi non ha visto il primo film, riassunto in maniera veloce ed esilarante all'inizio, e infatti la pellicola ha ottenuto un successo enorme negli USA portando nelle sale anche chi il telefilm manco l'aveva mai sentito nominare. Chissà allora a questo punto che non facciano anche un vero terzo capitolo, dopo quelli fittizi dei titoli di coda. In Italia invece l'hanno proposto praticamente senza promozione in una manciata di salette nel periodo estivo e, così come già con l'episodio precedente, non se l'è filato quasi nessuno. Complimenti.

22 Jump Street - il film è un film con venature action e poliziesche leggere. Ma soprattutto, è una comedy molto jump around, jump around, jump around, jump up jump up and get down! Le scene più d’azione infatti lasciano il tempo che trovano. A convincere è soprattutto la parte comica, il bel susseguirsi di battute e di momenti folli e divertenti. Alcuni persino deliranti, come quando i due protagonisti si drogano. Funziona poi molto bene l’alchimia tra i due protagonisti, i diversissimi Jonah Hill e Channing Tatum...

Hey, un momento...
Avete per caso avuto una sensazione di deja vu? Questo post vi suona stranamente famigliare? Vi sembra di averlo già letto prima?
Beh, probabilmente perché l'avevate già letto, nel giugno 2012. Quella che avete trovato sopra è infatti la recensione che avevo scritto di 21 Jump Street, giusto un minimo riadattata.

Perché vi ho tirato questo scherzetto?
Perché, oltre al fatto che sono un bastardo, in pratica è quanto fa anche 22 Jump Street. La missione in cui sono coinvolti i due agenti protagonisti Jonah Hill e Channing Tatum è praticamente identica a quella precedente, con l'unica variante dell'ambientazione del college anziché quella del liceo. 22 Jump Street non cerca quindi di fare come tanti sequel che fingono di essere differenti dal primo capitolo quando non lo sono. 22 Jump Street è uguale a 21 Jump Street e non fa niente per nasconderlo. Squadra che vince non si cambia. Film che vince non si cambia. Il primo funzionava e, per quanto affiori una sensazione di deja vu, funziona pure questo secondo.
Com'è possibile che funzioni e com'è possibile che a me sia piaciuto, visto che io i sequel li critico sempre e comunque? Non avendo ancora (colpevolmente) mai visto Il padrino - Parte II, l'unico seguito che credo di aver apprezzato quanto (e forse un pochino di più) dell'originale è stato Ritorno al futuro - Parte II. Tutti gli altri mi hanno immancabilmente deluso, o annoiato, o fatto incazzare, o tutte queste cose messe insieme, benché alcuni non fossero troppo male. Mi viene in mente giusto Scream 2 e non è un caso. In quello, così come in questo 22 Jump Street, si ironizza sul concetto stesso di sequel. Da subito si mette in luce il fatto che il numero 2 non sarà mai al livello dell'1 e così, mettendo in chiaro questo aspetto, ne esce una pellicola che può avere una sua dignità.

22 Jump Street ridicolizza l'idea di seguito e la ripetizione all'infinito di una stessa idea (si vedano i titoli di coda) ed è questa la sua arma vincente. Oltre a ciò, la sua ironia prende di mira in maniera ancora più estrema i classici buddy movie polizieschi alla 48 Ore, Tango & Cash e numerosissima compagnia varia. Come il primo episodio, più del primo episodio. Il rapporto tra Jonah Hill e Channing Tatum viene qui presentato come quello tra due fidanzatini, portando il bromance tipico di questo genere di film a livelli mai toccati prima.
Fondamentalmente è tutto come nel precedente capitolo, citazionismo compreso, che qui va a toccare tra le altre cose Arma letale, Spring Breakers e pure il videogame Grand Theft Auto, il primo mitico GTA, nella scena con ripresa dall'alto. Oltre a una trama pressoché invariata, vengono riprese quasi pari pari pure numerose scene, come quella in cui i due protagonisti si drogano e hanno le visioni, o il sacrificio di uno che si prende un proiettile per salvare l'altro.
Il colpo di genio di questa pellicola sta proprio in questo: fare una copia spudorata ed esplicita del primo film. Prendere di nuovo dalle tasche del pubblico i soldi del biglietto con una pellicola identica all'altra, senza l'ipocrisia di tanti seguiti in circolazione. 22 Jump Street è un sequel fotocopia, ma se non altro lo dichiara e non lo tiene nascosto. Io questa la chiamo onestà intellettuale...
Va beh, considerando il livello della comicità del film, intellettuale mica tanto. Diciamo solo onestà e basta.
(voto 6+/10)

mercoledì 27 agosto 2014

CATTIVI VICINI, LA COMMEDIA CROSSOVER





Cattivi vicini
(USA 2014)
Titolo originale: Neighbors
Regia: Nicholas Stoller
Sceneggiatura: Andrew J. Cohen, Brendan O’Brien
Cast: Seth Rogen, Rose Byrne, Zac Efron, Elise Vargas, Zoey Vargas, Ike Barinholtz, Carla Gallo, Dave Franco, Halston Sage, Craig Roberts, Christopher Mintz-Plasse, Jerrod Carmichael, Lisa Kudrow, Hannibal Buress, Andy Samberg, Jake Johnson
Genere: crescere che fatica
Se ti piace guarda anche: Old School, 21 Jump Street, Gli stagisti, Animal House

Io non volevo solo partecipare alle feste. Volevo avere il potere di farle fallire.
Così diceva Jep Gambardella ne La grande bellezza. Così fanno anche Seth Rogen e Rose Byrne in Cattivi vicini. I due sono una giovane coppia che ha appena avuto una figlia. Da quando sono diventati genitori, la loro vita è cambiata. Sono stati costretti a diventare delle persone adulte, responsabili e serie. Più o meno. Quando nella casa accanto alla loro si trasferisce una confraternita universitaria, le cose per loro saranno però destinate a mutare di nuovo. I due parteciperanno a una festa dei nuovi vicini cool capitanati da Zac Efron e poi le cose sfuggiranno loro di mano, parecchio, e si troveranno così a voler vedere fallire i loro party.

Se pensate a una specie di versione americana della pellicola premio Oscar di Paolo Sorrentino, fermatevi subito. Cattivi vicini non è un film arty o d'autore. E' “solo” una commedia caciarona goliardica e volgare. Mi correggo: è La Commedia caciarona goliardica e volgare più divertente dell’anno. Così come ogni estate ha i suoi tormentoni musicali, più o soprattutto meno gradevoli, la stagione più calda (ma dove?) almeno negli USA è sempre segnata da una comedy che spinge un po’ più in là i limiti delle risate. Nelle scorse estati abbiamo avuto Una notte da leoni e Le amiche della sposa, quest’anno il film comico rivelazione è stato questo Cattivi vicini, costato appena $18 milioni e capace di incassarne in patria oltre $150 milioni. Meritati?
Sì, perché Cattivi vicini è un crescendo esplosivo di comicità paragonabile, per livello di esaltazione e goduria che a livello personale mi ha provocato, a Smetto quando voglio o (quasi) a The Wolf of Wall Street. La pellicola parte come film indie su una coppia alle prese con la routine di tutti i giorni, quasi una versione comedy di un altro lavoro recente sempre con Seth Rogen, Take This Waltz. Ben presto si entra invece in un’altra dimensione, tutt'altra dimensione, quella dei teen movies, grazie all’ingresso in scena di Zac Efron e dei suoi amici festaioli.

A questo punto si assiste a un doppio scontro. La prima battaglia è quella combattuta dal come al solito divertente Seth Rogen in coppia con una Rose Byrne da Oscar VS. uno Zac Efron convincente a livello recitativo come non mai. Sarà che la parte dello studente decerebrato e superficiale gli calza a pennello, chissà?
Dall’altra parte abbiamo invece uno scontro tra generi cinematografici differenti: la pellicola indie sulla vita di coppia VS. la pellicola adolescenziale. Un confronto non solo generazionale, ma filmico. Più che uno confronto, un mash-up riuscito, come il mix tra Missy Elliott e Black Keys “Get Ur Freak On Keep Me” suonato in una delle scene più deliranti della pellicola.



Cattivi vicini allora è proprio come questa canzone: una commedia crossover, un film destinato a piacere e a divertire sia i bimbiminkia come me che si esaltano con Project X e American Pie vari, così come un pubblico più adulto che ricorda con nostalgia Animal House. E magari pure Porky’s. Destinato a convincere tanto i giovani Cannibal Kid quanto (forse) i vecchi Mr. James Ford in egual misura.

Cattivi vicini sarà quindi ricordato come uno dei cult movie assoluti di questo 2014?
Solo il tempo ce lo dirà, ma di certo non gli manca nulla. Tre protagonisti in formissima, una colonna sonora bomba che mixa electro, hip-hop e rock, più una serie di scene esilaranti. Senza svelare troppo dico solo: Robert De Niro, mungitura umana e airbag.
Si potrà dire che non è un film che propone chissà quali contenuti, ed è vero solo in parte. Un minimo di riflessioni sulle difficoltà nel crescere e nell’accettare di non essere più dei teen ma delle persone adulte la pellicola le offre. Così come è facile identificare i rapporti problematici con i vicini ai propri, a meno che non abbiate vissuto tutta la vostra vita in un deserto. O a meno che non siate dei ricconi che vivono in una villa isolati dal resto del mondo e in tal caso non era mia intenzione offendervi e già che ci sono vi chiedo di fare una piccola donazione in favore di Pensieri Cannibali. Grazie.
Il merito principale del film in ogni caso è un altro ed è una qualità paradossalmente sempre più difficile trovare in una commedia: far ridere. Far morir dal ridere e divertire dall’inizio alla fine, come un party ben riuscito.
(voto 7+/10)

domenica 15 settembre 2013

NOW YOU SEE ME – I MAGHI DI NAPOLI




Now You See Me – I maghi del crimine
(USA, Francia 2013)
Regia: Louis Leterrier
Sceneggiatura: Ed Solomon, Boaz Yakin, Edward Ricourt
Cast: Jesse Eisenberg, Woody Harrelson, Isla Fisher, Dave Franco, Mark Ruffalo, Mélanie Laurent, Morgan Freeman, Michael Caine, Common, Michael Kelly, Stephanie Honore, Conan O’Brien, José Garcia
Genere: ladronesco magico
Se ti piace guarda anche: Red Lights, The Incredible Burt Wonderstone, Ocean’s Eleven, Inside Man,  Tower Heist - Colpo ad alto livello, The Prestige

Macché Merlino.
Macché Maga Magò.
Macché Harry Potter.
I veri maghi non li trovate ad Hogwarts. Basta che vi fate un giro a Napoli, con l’orologio al polso non necessariamente bene in vista e tempo pochi secondi assisterete a una autentica sparizione. Magia!
La tecnica usata può essere quella della “mano lesta”, oppure quella del cosiddetto “pickpocketing”, con cui attraverso l’uso combinato di una parlantina che ti confonde le idee e una serie di movimenti veloci del corpo, chi la usa ti fa sparire l'orologio, così come il portafogli dalle tasche. Qualcuno chiama queste persone ladri, borseggiatori, delinquenti, rapinatori, brutti bastardi!, qualcun altro li chiama maghi, o illusionisti.
Le due “professioni” sono molto affini, in fondo si tratta di ingannare le persone, e allora perché non unirle?

È quanto mettono in atto i Quattro Cavalieri, la super band all-star che raggruppa quattro dei migliori maghetti del mondo:

- L’illusionista Jesse Eisenberg specializzato in ruoli da nerd alla Mark Zuckeberg, qua riesce a compiere il suo numero attoriale più prestigioso, quello di apparire cool, dannatamente cool.

"Vedete questa carta? La vedete bene? Sicuri? Sicuri-sicuri-sicuri?
Bene, la vedo anch'io."

- Il mentalista Simon Baker Woody Harrelson, in grado di entrare nella mente delle persone come gli pare e piace.

"Aspettate un momento, ho una visione: mi vedo mentre passo il pomeriggio in bagno.
Ma mi sa che a suggerirmelo non è una visione, sono i fagioli che ho mangiato a pranzo..."

La fighetta L’escapista Isla Fisher, che però a dirla tutta non è che sia più di tanto utile a livello magico, però una bella fighetta in un gruppo ci va sempre, se non altro per attirare il pubblico maschile.

"Hey, guardatela tutti!"
"Che sta facendo, un numero magico mai visto prima?"
"No, guardatela perché è una bella gnocca."

- Il prestigiatore Dave Franco, alle prime armi sia come mago che come attore, visto che per ora è noto soprattutto per essere il fratellino raccomandato del più noto Mago di Oz, al secolo James Franco. Mica è facile, dover sopportare il continuo confronto con un fratello tanto celebre e celebrato. Anche se pure Oz più che un gran mago è il primo degli imbroglioni...

"Se ce l'ha fatta il bambino scemo di Matrix, lo posso piegare anche io!"

Se come artisti solisti sono bravini ma non eccezionali, unendo le forze i quattro mettono su uno spettacolo a Las Vegas e progettano un numero di magia incredibile o, se preferite, un furto incredibile. Teletrasportano il francese José Garcia (il protagonista del recente Dream Team) nella sua banca in quel di Parigi e fanno comparire i soldi in quel di Las Vegas durante il loro show. E questo non è che l’inizio dei loro piani criminal… pardon magici.

Sulle tracce di questo gruppo di maledetti ladr… maghi si mettono gli agenti Mark Ruffalo e, direttamente dall’Interpol francese, Miss Mélanie Laurent, una basterda che in passato ha già sistemato Hitler e quindi con lei non si scherza minga. A dar loro una mano ci penserà Morgan Freeman, un po’ perché è uno specialista nello smascherare i trucchi degli illusionisti, e un po’ perché non ci può essere una grossa produzione hollywoodiana senza Morgan Freeman. Ma quanti film gira? Che è, magico veramente?

"E il vincitore di X-Factor è...
Ah no, scusate. Ho sbagliato programma."
Così come ai Quattro Cavalieri riescono i loro trucchi, lo stesso fa la pellicola. Now You See Me – I maghi del crimine è una perfetta macchina da spettacolo. Sa intrattenere, divertire e stupire, proprio quanto devono fare dei buoni maghi. Al suo interno infila una parte comica, con le battutine piazzate al momento giusto, una solida trama da heist movie alla Ocean’s Eleven, con tanto di personaggi variegati e tutti a loro modo affascinanti, aggiunge una piccola dose di storia romantica, ci mette dentro anche qualche momento action (che io avrei benissimo evitato), il tutto infiocchettato in maniera spettacolare dal regista mestierante Louis Leterrier che cerca costantemente (forse persino troppo) di far gridare al suo pubblico: “Wow!” .
La sceneggiatura a un certo punto si incasina, sembra incartarsi su se stessa e invece no. Il trucco riesce alla perfezione e il colpo di scena finale, che pure un po’ ci si poteva aspettare, riesce a sorprendere e a farti sentito ingannato. E così Now You See Me è un gran numero di magia, o se preferite un gran film di intrattenimento, tra i migliori confezionati da Hollywood di recente, o forse è solo una grande illusione. In qualunque caso, ha realizzato ciò che un buon mago deve saper fare: pigliarti per il culo alla grande.
Hey, ma dov'è finito il mio orologio?
(voto 7/10)



domenica 23 giugno 2013

CHE LAVORO FAI? IL LADRO, PARDON IL MAGO


Ladri e maghi. Non fanno un po’ lo stesso mestiere?
In entrambi i casi, si tratta di ingannare le persone senza far scoprire qual è il proprio trucco.
Da questo spunto parte il nuovo film firmato da Louis Leterrier, regista del primo The Transporter con Jason Statham e del brillante Danny the Dog, oltre che recentemente anche di L’incredibile Hulk e Scontro tra titani, titoli che però mi sono perso per strada.
Now You See Me - I maghi del crimine si preannuncia come un thriller criminale avvincente e anche divertente, a mezza strada tra Entrapment e Ocean’s Eleven. Una nuova gang di ladruncoli illusionisti, o meglio di ladri magici, composta da Jesse Eisenberg, Woody Harrelson, Isla Fisher e Dave Franco (il fratellino di James Franco, mago pure lui ma di Oz) e aiutata da Michael Caine, che però verrà braccata dagli agenti Mark Ruffalo e Melanie Laurent, con la consulenza dell’ex mago Morgan Freeman.
In pratica: un cast della Madonna al servizio di un film che si preannuncia uno dei prodotti di intrattenimento più goduriosi dell’estate cinematografica. Dopo aver conquistato il box-office americano, surclassando il pompato e poi rivelatosi spompato After Earth con Will Smith, I maghi del crimine arrivano in Italia il prossimo 11 luglio. Occhio ai portafogli.
Per ingannare l’attesa, ecco a voi l’intrigante trailer della pellicola, impreziosito dalla musica di Woodkid. Con la sola imposizione delle mani, lo farò apparire qui sotto!


venerdì 7 giugno 2013

WARM BODIES, L'ALBA DEI BIMBIMINKIA VIVENTI




Warm Bodies
(USA 2013)
Regia: Jonathan Levine
Sceneggiatura: Jonathan Levine
Tratto dal romanzo: Warm Bodies di Isaac Marion
Cast: Nicholas Hoult, Teresa Palmer, John Malkovich, Rob Corddry, Analeigh Tipton, Dave Franco, Cory Hardrict
Genere: zombie sentimentali
Se ti piace guarda anche: In the Flesh, Benvenuti a Zombieland, Chronicle, Beautiful Creatures



Prima di tramutarsi in uno zombie, da umano Nicholas Hoult era noto per essere stato il bambino dell’ottimo About a Boy (film tratto da un romanzo di Nick Hornby che presto diventerà anche una serie tv, for your information).
"Ciao bambini!"

Qualche anno più tardi, è ritornato in vita (artistica) tra i protagonisti della grandiosa serie inglese Skins, nelle prime due stagioni, le migliori, dove vestiva i panni del bello stronzo Tony Stonem.

"Ciao zoccole!"

Ma soprattutto, Nicholas Hoult da umano era noto per essersi sbattuto Jennifer Lawrence.

"Ciao Jennifer Lawrence!"

Poi lei l’ha mollato e lui è diventato uno straccio o, più propriamente, è diventato uno zombie. Reazione normale a una rottura con Jennifer Lawrence.
È così che lo ritroviamo in questo Warm Bodies. Un giovane zombie bimbominkia. Uno zombie con una coscienza, consapevole della sua zombietudine. Cosa che provoca un sacco di risate, in una prima parte del film davvero ironica e frizzante. Se la pellicola procedesse così per tutta la durata, ci troveremmo di fronte a un nuovo zombie cult movie spassoso come Benvenuti a Zombieland o L’alba dei morti dementi. Così non è, perché il film, dopo una partenza a razzo, si adagia su una camminata lenta, più in stile zombie.

"Teresa, lo sapevi che io prima stavo con Jennifer Lawrence?"
"Sì, certo. Come no?"
La seconda parte del film frena inoltre sui ritmi blandi da pellicola romanticosa e dudu dadadà. Da tipico boy meets girl movie. Magari non proprio tipico tipico, visto che qui ci troviamo di fronte a uno zombie meets girl movie, ma la sostanza non cambia molto. I due protagonisti all’inizio sembrano parecchio differenti, sarà perché lui è morto mentre lei è viva, ed è pure una gran bella sventola:  Teresa Palmer, che già faceva battere forte il cuoricino ai protagonisti di Take Me Home Tonight e L’apprendista stregone, così come i nostri. Questa volta Teresa ha vita un po’ più dura, a provare a far battere il cuore a un morto vivente, ma ci riesce pure in questo caso. Mai sottovalutare il potere della gnocca. Poco a poco, i due naturalmente finiranno per avvicinarsi l’uno all’altra. In questo aspetto, lo zombie meets girl movie non è molto differente dal classico boy meets girl, ve l’ho detto.

Fino a qui tutto bene. Warm Bodies si presenta come una fiaba dark, quasi una versione zombie di Pinocchio, con un pizzico di Romeo + Giulietta che non guasta. Romanticismo e umanità, non proprio ciò che si aspetteranno i puristi degli zombie movie tradizionali, ma tant’è. Se cercate un film horror, qui di brividi non ne troverete e quindi è meglio se vi rivolgete altrove. Warm Bodies non è per fortuna però nemmeno una versione zombie di Twilight, come i produttori $ucchia$oldi hanno cercato di venderlo. La dose abbondante di ironia (volontaria) riesce infatti a far chiudere un occhio sui momenti più puccettosi e zuccherosi, e soprattutto su una parte finale non all’altezza del resto.

Il film è diretto in maniera diligente da Jonathan Levine, che aveva fatto di meglio con 50 e 50 e All the Boys Love Mandy Lane (il film che ha lanciato Amber Heard!) ma che pure qui porta a casa la pagnotta evitando di finire invischiato troppo nelle paludi dei teen fantasy. Un po’ però ci scivola anche lui, con una conclusione troppo buonista e priva di quell’ironia che aveva contraddistinto la prima parte del film.
Tra le note liete, va messa dentro anche la variegata colonna sonora, che vanta “Patience”, la mia canzone preferita dei Guns’n’Roses, “Hungry Heart” (canzone perfetta per uno zombie innamorato), una delle mie preferite di Bruce Springsteen di cui per il resto non sono certo un gran fan, ma anche cose più recenti come M83, Feist, The National, oltre alla super hit anni ’80 “Missing You” di John Waite e un uso hilarious di “Pretty Woman” di Roy Orbison.

Warm Bodies è in conclusione un intrattenimento leggero, persino troppo, e il suo difetto principale è quello di non riuscire a uscire dalla categoria del “carino”. È un film carino, pochi dubbi su questo, ma quel che c’è da chiedersi è: è giusto che un film di zombie sia cariiino?
(voto 6+/10)



mercoledì 20 giugno 2012

21 Jump on Elm Street

"Il tuo ultimo disco non era un granché, beccati questa Eminem!"
"Hey, ma io non sono il vero Eminem, non si vede?"
21 Jump Street
(USA 2012)
Regia: Phil Lord, Chris Miller
Cast: Jonah Hill, Channing Tatum, Brie Larson, Dave Franco, Rob Riggle, Ice Cube, Dax Flame, Ellie Kemper, Peter DeLuise, Richard Grieco, Johnny Depp
Genere: liceo di polizia
Se ti piace guarda anche: Mai stata baciata, Una spia non basta, Scuola di polizia, 21 Jump Street (la serie)

Il primo fatto che salta agli occhi di questo 21 Jump Street non è il Jonah Hill sempre più dimagrito, ormai ce ne siamo già abituati mentre lui intanto forse è ingrassato di nuovo. A jumpare subito in maniera evidente alla vista è il fatto che sia un film tratto da un vecchio telefilm.

"Ma ti pare che ho cominciato la carriera con un preservativo in testa?"
"E allora? Eri pur sempre meno ridicolo che in The Tourist o in Alice..."
In tal senso, i precedenti non è che siano stati dei più positivi: Charlie’s Angels, Starsky & Hutch, Hazzard, A-Team… tutti filmetti davvero poco degni di nota. E pure di rispetto, quindi dico BLEAH, che schifo!
Tutte operazioni, o meglio tentativi, di aggiornare all’epoca moderna vecchie storie da piccolo schermo con risultati in bilico tra il ridicolo e il tragico. Senza però risultare tragicamente divertenti. Soltanto delle minchiatone. Qualcuno citerà allora la saga di Mission: Impossible tomcruisizzata. E va bene, in quel caso la resa cinematografica, seppure altalenante, è stata decente. Però certo che se anche non l’avessero fatta, io non avrei sentito una grossa mancanza dentro di me.

Con tali precedenti non certo esaltanti alle spalle, le premesse per questo 21 Jump Street non erano delle migliori. 21 Jump Street è stato un telefilm 80s andato in onda negli Usa tra il 1987 e il 1991 per ben cinque stagioni, con un buon successo in patria. In Italia il serial è stato invece trasmesso da Italia 1 con il titolo I quattro della scuola di polizia ma non mi risulta sia diventato un fenomeno di massa né di culto. Dalle nostre parti, la serie risulta vagamente conosciuta soprattutto per aver lanciato la carriera del giovane Johnny Depp, che già pochi anni addietro aveva esordito nel primissimo mitico A Nightmare on Elm Street. Dove non faceva una bella fine, se non ricordo male… Qualche anno più tardi Depp mani di forbice avrebbe però preso spunto per le unghie affilate proprio da Freddy Krueger. Chissà, probabilmente all’epoca i due si facevano la manicure nello stesso posto.

Premettendo che non ho mai visto la suddetta serie tv 21 Jump Street in questione, mi sembra comunque che in questo film non si sia tentata tanto un’operazione nostalgia, ma si sia preso semplicemente spunto dalla trama del telefilm per creare qualcosa che parli di oggi.
L’idea, ottima, della serie è quella di reclutare degli agenti di polizia giovani e infiltrarli in un liceo spacciandoli per studenti normali in modo da catturare degli spacciatori di droga (e nel telefilm immagino anche per altri crimini di natura varia). La storia dell’infiltrato funziona sempre, da Point Break a Fast & Furious, perché è un modo efficace per raccontare un determinato mondo, dal surf alle auto truzzate, attraverso il punto di vista di un esterno che però fa il doppiogioco e poi finirà per farsi catturare anche lui dal fascino di quel determinato mondo e scusate se vi ho spoilerato sia Point Break che Fast & Furious.
Anche se il film che mi ha ricordato di più questo 21 Jump Street è Mai stata baciata, commedia romantica in cui Drew Barrymore per scrivere un articolo sui giovani si finge una studentessa e torna al liceo, rivivendo gioie e soprattutto dolori dell’epoca.

Anche applicato al tema liceale, questo è un espediente narrativo parecchio comune. Non quello del poliziotto infiltrato, ma dell’esterno in generale. Capitava ad esempio in Beverly Hills 90210 a Brandon & Brenda, due gemelli montanari provenienti dal Minnesota che da un giorno all’altro si ritrovano catapultati al sole glamour di L.A. e a dover cambiare il loro stile di vita in maniera radicale in quattro e quattr’otto. E ben felici di farlo. Così come succedeva in The O.C., dove Ryan Atwood, ligera che fotteva le auto radio nel quartiere del Chino, veniva pure lui catapultato all’improvviso al sole della California e a vivere in una villa con piscina mega-sborroneria per ricconi.

Senza andare a trovare ulteriori collegamenti con serie varie, torniamo sulla retta via di 21 Jump Street. Nel film ci sono i brevi cameo di alcuni protagonisti del telefilm originale: Peter DeLuise, Richard Grieco e naturalmente Johnny Depp, in quella che, per quanto brevissima, è forse una delle sue migliori interpretazioni recenti. Per il resto, il film è assolutamente indipendente dalla serie tv e quindi godibile da tutti, grandi e piccini e infatti la pellicola ha ottenuto un successo enorme negli Usa e un sequel è già in preparazione. In Italia invece l'hanno proposto praticamente senza promozione in una manciata di salette nel periodo estivo e non se lo sta filando quasi nessuno. Complimenti.

21 Jump Street - il film è un film con venature action e poliziesche leggere. Ma soprattutto, è una comedy molto jump around, jump around, jump around, jump up jump up and get down! Le scene più d’azione infatti lasciano il tempo che trovano. A convincere è soprattutto la parte comica, il bel susseguirsi di battute e di momenti folli e divertenti. Alcuni persino deliranti, come quando i due protagonisti sono “costretti” a calarsi una pasta.
Funziona poi molto l’alchimia tra i due protagonisti, i diversissimi Jonah Hill e Channing Tatum. È proprio nella diversità e nel contrasto tra loro due che la pellicola fa quel salto ulteriore da semplice piacevole cazzata da serata cine & popcorn a storia che ha anche qualcosa, almeno qualcosina, da dire. Sulla generazione dei giovani d’oggi in confronto a chi è cresciuto giusto una manciata d’anni prima.

Jonah e Channing, la strana coppia, hanno vissuto il liceo in maniera profondamente diversa: uno era uno studioso sfigato, l’altro era uno sportivo figaccione. Indovinate un po’ chi era chi.
Dopo di ché i due entrano in polizia, a sorpresa si stanno simpatici e diventano amiconi. Quando entrambi vengono infiltrati in un liceo per un’operazione antidroga, in pochi anni notano che le cose sembrano essere cambiate davvero parecchio. Gli sportivi non sono più così cool, mentre nerd is the new black. I bulletti non dominano più la high-school e ad esempio prendere per il culo i gay è diventato davvero out. Qualcuno vada a spiegarlo a Cassano…
Il liceo è cambiato radicalmente, pare a causa di Glee, e quindi Tatum si sentirà un po’ fuori posto. Anche perché con quel fisico ben poco riesce a confondersi con gli altri 16enni rachitici e brufolosi. Hill non Terrence bensì Jonah ci sguazza invece alla grande in questa high-school rivoluziona e finalmente vede un’opportunità di riscatto sociale e personale, facendo amicizia con il ragazzo cool, interpretato dal fratellino di James Franco ovvero Dave Franco, e magari facendosi anche la bella del liceo, interpretata da Brie Larson, reginetta del cinema indie già mitica nella serie United States of Tara e vista pure in Scott Pilgrim vs. the World.
E a proposito… lo sceneggiatore della pellicola è Michael Bacall, sorta di versione maschile di Diablo Cody o di novello Kevin Williamson che ha firmato anche gli script di Project X e del citato Scott Pilgrim e che quindi si conferma sempre più l’uomo giusto per ridare fiato al genere teen americano, negli ultimi tempi un po’ a corto di ossigeno.

Il punto forte di 21 Jump Street di certo è l’intrattenimento, è vero. Però allo stesso tempo riesce anche a essere una (pur minima) riflessione sui meccanismi della popolarità e sui cambiamenti dell’attuale generazione hipster. Le cose probabilmente nei licei americani e pure italiani di oggi non stanno davvero così, però almeno un minimo i Bill Gates, i Mark Zuckerberg e pure i Jonah Hill della situazione hanno contribuito alla nerdizzazione del mondo. Perché ormai, con buona pace dei Channing Tatum, nerd is the new black.
(voto 7/10)

domenica 17 giugno 2012

Euro 2012: Portogallo VS Olanda, Danimarca VS Germania

Match precedenti
Giornata 1 (Polonia - Grecia, Russia - Repubblica Ceca)
Giornata 2 (Olanda - Danimarca, Germania - Portogallo)
Giornata 3 (Spagna - Italia, Repubblica d'Irlanda - Croazia)
Giornata 4 (Francia - Inghilterra, Ucraina - Svezia)
Giornata 5 (Grecia - Repubblica Ceca, Polonia - Russia)
Giornata 6 (Danimarca - Portogallo, Olanda - Germania)
Giornata 7 (Italia - Croazia, Spagna - Repubblica d'Irlanda)
Giornata 8 (Ucraina - Francia, Svezia - Inghilterra)
Giornata 9 (Grecia - Russia, Repubblica Ceca - Polonia)

"Mi sono rifatto le labbra meglio di te, Alba Parietti!"
Gruppo B
Portogallo – Olanda
Ore 20:45

Ultimissima spiaggia per l’Olanda, che deve provare a battere il Portogallo sperando al contempo in una vittoria della Germania sperando poi in una complicatissima congiunzione matematico-astrale con un particolare allineamento dei pianeti che si verifica una volta ogni mille anni. Un po’ quanto dovremo sperare domani sera anche per l’Italia…
Sul campo cannibale, l’Olanda parte a livello cinematografico con Paul Verhoeven, regista di film come Basic Instinct, Starship Troopers o quella gran vaccata di Showgirls. Recentemente l’olandese sta però tornando clamorosamente di moda: a Hollywood è infatti in lavorazione il remake di Robocop, che dovrebbe avere come protagonista Joel Kinnaman, il mitico interprete della serie tv The Killing, mentre a breve è in uscita anche il remake di Atto di forza, il miglior film in assoluto sia per il regista olandese che per Schwarzy. Il nuovo protagonista? Colin Farrell.
Tutto ciò basta per far segnare una rete al Verhoeven?
No. Il portiere avversario respinge.

Sul ribaltamento di fronte, il Portogallo risponde con Dave Franco, il fratello di James Franco sceso in campo nella partita precedente. Dave è un attore emergente comparso di recente nell’ottima commedia 21 Jump Street (recensione prossimamente). Nonostante questo, il suo è solo un ruolo da comprimario e non basta per imprimere al tiro portoghese abbastanza potenza.

"Certo che potevi anche farmi segnare, Cannibal..."

Il portogallo rimane comunque in zona offensiva con gli Orelha Negra, band musicale locale che fa molto funk e fa molto estate. La loro conclusione colpisce però il palo.


Il mister olandese fa scaldare invece un gruppo dark-goth con un sound del tutto opposto e per nulla estivo, i The Gathering.


La storica cantante della band olandese Anneke van Giersbergen ha però negli ultimi anni abbandonato la band, che quindi risulta meno incisiva di un tempo e il suo tiro si perde sul fondo. Niente da fare per l’Olanda, finora grande delusione dell’Europeo.
Prima che cali la notte sulla sua partecipazione a questo torneo, l’Olanda va allora di Notte stellata, Vincent Van Gogh.


Il Portogallo risponde con Amadeo de Souza Cardoso e la sua Entrada.


Ma non c’è niente da fare: è Vincent Van Gol!

Risultato cannibale: Portogallo – Olanda 0 – 1
L’Olanda ottiene una insperata vittoria, grazie al gol nel finale di Vincent Van Gogh.

Gruppo B
Danimarca – Germania
Ore 20:45

Nell’altra partita che si gioca in contemporanea per il Gruppo B, la Germania parte con due vittorie già intascate e la consapevolezza di essere la più autorevole sfidante alla Spagna campione in carica, mentre i danesi tentano la qualificazione a sorpresa in un girone di ferro.
E i danesi partono subito in avanti, con la musica dei mitici Raveonettes, sempre spettacolari con il loro suono retrò. 1 – 0 Danimarca.


La Germania tramortita prova a rispondere con una delle sue band di maggior popolarità degli ultimi anni: I Tokio Hotel.


La mossa si rivela clamorosamente sbagliata e per poco non si trasforma in un gigantesco autogoal. È necessario un miracolo del portiere crucco per sventare l’autominaccia.

I crucchi ci riprovano, questa volta con Kirsten Dunst, attrice americana di origini germaniche di recente vista in Love & SecretsMelancholia.

"Prova a parare questo, Lars!"

Per la Germania è un gol facile, ma dall’altra parte arrivano veementi le proteste di Lars Von Trier, visto che il film è di produzione danese e per di più è un’opera SUA.
L’arbitro però punisce le sue bestemmie con un cartellino giallo e il grande regista risponde allora con Antichrist.
Peccato sia un po’ il film più debole della sua produzione e quindi la difesa tedesca riesce a fermarlo senza troppi affanni. Si prosegue sull’1 – 1.

"Ricorda Kirsten: Lars dà, Lars toglie!"

La Danimarca nel secondo tempo fa una sostituzione ed entra in campo Amleto, il principe di Danimarca. Almeno secondo Shakespeare.
Amleto viene steso in area e viene lui stesso chiamato a battere il rigore.
“Segnare o non segnare, questo è il dilemma,” si strugge.
E, nel dubbio, tira una pulcionata colossale che finisce alta sopra la traversa.
I danesi falliscono quindi l’occasione di vincere la partita e i crucchi provano a beffarli nella ripartenza, sotto la guida filosofica di Friedrich Nietzsche che, al grido: “Dio è morto! Dio resta morto! E noi lo abbiamo ucciso!”, terrorizza il portiere avversario e infila con facilità la palla nella porta rimasta sguarnita.
Lars Von Trier passa tutto il finale di gara a protestare, sostenendo: “Dio non è morto: io sono Dio e sono vivo e vegeto!”. L’arbitro allora gli sventola il secondo cartellino giallo dell’incontro e la Danimarca chiude in 10, senza più la possibilità di poter recuperare. Su Lars cade la solita pioggia di fischi da parte dei suoi stessi tifosi.

Risultato cannibale: Danimarca – Germania 1 – 2
Partita molto nervosa e cattiva, che si chiude con la vittoria della Germania grazie alle reti di Kirsten Dunst e Friedrich Nietzsche. Per la Danimarca, nonostante il goal dei Raveonettes, partita compromessa da un rigore sbagliato da Amleto e dall’espulsione di Lars Von Trier, che quindi salterà l’eventuale quarto di finale. Nicolas Winding Refn scalpita in panchina pregustandosi il suo esordio in questo Europeo. Sempre che la Danimarca passi il turno...

sabato 7 maggio 2011

La scorciatr*ia

The shortcut
(USA 2009)
Regia: Nicholaus Goosen
Cast: Andrew Seeley, Shannon Woodward, Dave Franco, Katrina Bowden, Josh Emerson, Raymond J. Barry, William B. Davis, Nicholas Elia
Genere: teen-horror
Se ti piace guarda anche: Forget me not, All the boys love Mandy Lane, And soon the darkness

Trama semiseria
1945. In un bosco, un tipo vuole farsi una tipa prima di partire per la Guerra, ma lei non ci sta, lui quasi la stupra, poi arriva un bimbo inquietante e la ammazza. What the fuck?
Stacco al presente. Un ragazzino viene spinto dai suoi amichetti a tornare a casa passando per la scorciatoia nel bosco, un posto in cui vive un vecchio inquietante. Il ragazzino nel bosco trova un cane brutalmente dissanguato, lo dice al fratello adolescente e lui insieme agli amici cercherà di far luce sulla misteriosa vicenda. Sarà un altro massacro di teenagers?
Ho paura di sì.
Bene.

Recensione cannibale
C’è una scorciatoia in mezzo al bosco che se la prendi ci metti un paio di minuti in meno per tornare a casa, ma il problema è se la prendi non sai nemmeno se ci tornerai mai a casa. Vivo. Vale davvero la pena di correre un rischio del genere soltanto per non fare la figura della mammoletta e per non farsi gridare dietro “Fifoneee, Fifoneee”?
Certo che sì.
In una classica stereotipata cittadina inquietante americana, è dai tempi della World War II che a percorrere tale scorciatoia si rischia la vita, ma nonostante questo ci sono ancora bambini e teenagers che la prendono per sfidare la sorte. D’altra parte l’attrazione per la paura e il mistero è troppo forte, così come la tentazione di vedere film di questo tipo, nonostante poi molto prevedibilmente non si riveleranno così imprescindibili.

Se la colonna sonora non è particolarmente figa, e questo è un difetto mica da poco, tra le cose da segnalare ci sono i giovani attori: Dave Franco, il fratellino di James Franco che ha una faccia troppo da pirla e fa morir dal ridere al solo vederlo, un po’ lo stesso effetto che mi fa Matt LeBlanc (l’ex Joey Tribbiani di Friends), e soprattutto la super gnoccolona bionda di turno che risponde al nome di Katrina Bowden e potrebbe essere la nuova “scream queen” erede di Amber Heard, ormai già proiettata verso altri lidi hollywoodiani. Per intanto la rivista americana Esquire Magazine ha già incoronato Katrina come donna più sexy del mondo per questo 2011. Mica scemi, loro.
Da tenere d’occhio anche Shannon Woodward, che sembra la sorellina minore di Rose Byrne (la protagonista della serie Damages), mentre il protagonista Andrew Seeley è quello del lotto di attori a passare più anonimo.

The Shortcut è il tipico teen-horror di medio livello, non troppo violento, non troppo pauroso, non troppo estremo; guardabile ma nulla più. L’unica particolarità che vagamente lo contraddistingue sta nel presentare qualche flashback degli anni ‘40/’50, ma non aspettatevi chissà quale ricostruzione storica o quale riflessione sulla seconda guerra mondiale. Niente di tutto questo, solo un pretesto narrativo per presentarci una vicenda famigliare piuttosto angosciante dal passato, in cui sbuca fuori anche “l’uomo che fuma” di X-Files. Per il resto siamo in pieno territorio teen, con dialoghi nemmeno tremendi, ma nemmeno alcuna sorpresa imprevista. La storia scivola infatti tra un mistero che non crea grossa suspence, qualche amoretto adolescenziale inserito giusto per rendere l’insieme un poco più interessante e un finale che vorrebbe essere shock, ma invece suscita al massimo un sorrisino.

Lo so che guardando il film vi chiederete come mai tutti questi personaggi debbano per forza avventurarsi per questa scorciatroia misteriosa, però se capitasse a voi vi toccherebbe fare lo stesso. Altrimenti siete solo dei fifoniii, fifoniii!
(voto 6)

giovedì 24 febbraio 2011

Videorama (Kanye West, Rihanna, Jake Gyllenhaal, Kobe Bryant, Tv on the Radio...)

Il nuovo appuntamento con la rubrica Videorama giusto per confermare il suo nonsense apre con un non video, bensì una nuova canzone dei Tv on the Radio. Così su due piedi mi sembra bellissima e fa promettere scintille per il nuovo album "Nine Types of Light", poi se non avete due piedi non so quale possa essere la vostra personale percezione...


Video iper cinematografico per gli emergenti Cults: protagonisti sono Dave Franco (fratellino di James). Emma Roberts (nipotina di Julia) in versione più Bardot di Brigitte Bardot. Very very very very nice.


Nuovo video da attacco epilettico per l'uomo il genio il Dio Kanye West, con le scritte che omaggiano i titoli di testa pazzeschi di Enter the Void e Rihanna che con il suo seno omaggia il genere umano.
(Scherzi a parte, se soffrite di epilessia astenetevi dalla visione: il video è stato rimosso da YouTube perché considerato a rischio...)

All Of The Lights from Hadaya Turner on Vimeo.

Trailer numero due per Source Code, il film numero due di Duncan Jones (Moon) con il numero 1 Jake Gyllenhaal (uno che in questo blog è venerato quasi quanto Kanye West e Natalie Portman, tanto per essere chiari).


E spettacolo trailer nuovo di pacca anche per Sucker Punch, film che rischia contemporaneamente di essere una gran figata quanto una gran suck-ata


Chiusura di una puntata incredibilmente ricca di questo cavolo di Videorama con una chicca dedicata sia agli amanti di basket (e di Kobe Bryant in particolare) che a quelli di Robert Rodriguez con questo spettacolare cortometraggio (ma pure qua compare un perfido Kanye West). Sponsored by Nike e frase finale cult: "Arrivederci".

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