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lunedì 10 agosto 2015

Sharknado 3 - Oh Hell Yes!





Sharknado 3 - Oh Hell No!
(film tv, USA 2015)
Regia: Anthony C. Ferrante
Sceneggiatura: Thunder Levin
Cast: Ian Ziering, Tara Reid, Cassie Scerbo, Ryan Newman, David Hasselhoff, Bo Derek, Frankie Muniz, Jack Griffo, Blair Fowler, Ne-Yo, Mark McGrath, Lorenzo Lamas, Jackie Collins, Ray J, George R.R. Martin, Lou Ferrigno, Steve Guttenberg
Genere: 3sh
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Puntuale come il Ferragosto e il caldo africano, ecco che ogni estate arriva anche un nuovo Sharknado. Il primo capitolo di questa sagona cinematografica, o più o meno cinematografica, o diciamo quasi per niente cinematografica, ha rappresentato un vero e proprio tornado trash. Un film tv talmente brutto, da essere bello.
Visto il clamoroso successo mediatico che ha ottenuto Sharknado, era praticamente ovvio che avrebbe avuto un seguito e diciamo che Sharknado 2 - The Second One è stato un mezzo diludendo. Quello del trash è un gioco e il gioco è bello finché dura poco. Con questo terzo capitolo, il rischio di finire nella sterile ripetizione si è fatto così ancora più alto e fondamentalmente Sharknado Tre-sh non riesce a scongiurare tale rischio, così come gli Stati Uniti non riescono a scongiurare l'arrivo di una nuova serie di tornado con gli squali dentro. Ma, c'è un ma. Anzi, ci sono diversi ma.

venerdì 12 giugno 2015

FAST AND KUNG FURYOUS





Kung Fury
(cortometraggio, Svezia 2015)
Regia: David Sandberg
Sceneggiatura: David Sandberg
Cast: David Sandberg, Jorma Taccone, Erik Hörnqvist, Leopold Nilsson, Steven Chew, Andreas Cahling, Eleni Young, Helene Ahlson, David Hasselhoff
Genere: tanto ottanta
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Ci sono cose che sono semplicemente oltre. Oltre ogni livello di trash e di genialità combinate insieme. Un caso è Sharknado, film tv ma più che altro Z-movie perfetto per una visione estiva a neuroni sotto lo zero. Kung Fury però va oltre ciò. Perché se Sharknado per quanto spassoso è – ammettiamolo – una merdata girata e recitata da cani, con effetti speciali agghiacciandi e una realizzazione generale da denuncia, Kung Fury è invece un gioiellino di tecnica. Ma facciamo un passo indietro. Un passo indietro di 30 anni, dritti negli 80s, perché è lì che è ambientato ed è come se in quel periodo fosse stato realizzato il film...

venerdì 6 luglio 2012

Pirlanha 3DD e un'altra roba con pesci 3D

"Aiuto! Questa ragazza rischia di non sopravvivere:
ha le tette troppo piccole!"
Piranha 3DD
(USA 2012)
Regia: John Gulager
Cast: Danielle Panabaker, David Koechner, Matt Bush, Katrina Bowden, Jean-Luc Bilodeau, Chris Zylka, Megan Tandy, David Hasselhoff, Christopher Lloyd, Gary Busey, Ving Rhames
Genere: tette-horror
Se ti piace guarda anche: Piranha 3D, Shark Night 3D, Anaconda, So cosa hai fatto 2 - Incubo finale, The River

Come tutte le cose, anche le pirlate bisogna saperle fare e alcune vengono fuori bene una volta e poi non più. Perché persino le pirlate hanno un’anima e vanno trattate con rispetto.
(tra parentesi, il “Pirlesque” non è certo considerabile come pirlata, ma come genialata)
"Ma povera, non sopravviverà mai in un film come questo!"
La formula piranha + tette poteva rivelarsi geniale se usata in un’occasione, e infatti era così, o quasi. Piranha 3D di Alexandre Aja, se non geniale, era se non altro un divertissement clamorosamente riuscito nel suo essere stupido e trash. Una goliardata estiva coi fiocchi.
Alla seconda occasione, una formula del genere può perdere clamorosamente in mordente, i denti dei piranha farsi meno affilati, le trovate spassose del primo episodio trasformarsi in facili volgarità (c’è una scena di sesso davvero scult) e le tette rivelarsi solo una parata gratuita di silicone.
In Piranha 3D le scene con Kelly Brook e la tizia bionda che danzavano ignude sott’acqua si rivelavano quasi poetiche, qui invece ci sono un sacco di tette, ma niente soul. Le tette di questo film sono prive di anima. E non va bene. Il confine sottile, sottilissimo tra trash e porcheria qui viene solcato e sempre in favore della seconda. Bisogna essere davvero bravi per raggiungere un buon equilibrio tra le due cose e qui no, non ci siamo.

"Grande Giove! Tu con quelle tettine che ci fai in questo film?"
Tra le poche note positive di questo film scandaloso già a partire dal titolo, c’è da notare la sua breve, brevissima durata, che permette una visione estiva disimpegnata non rinfrescante come il primo episodio, ma perlomeno non si fa nemmeno in tempo ad annoiarsi troppo. In più ci sono alcune – rare – trovate piuttosto divertenti, come le spogliarelliste a prova d’acqua ingaggiate per il primo strip club dentro un parco acquatico per famiglie. Anche se, più che un parco, si rivelerà un porcaio. O anche un parco ripieno di porche che fecero un parco di parchi di porche. Potrebbe diventare un nuovo scioglilingua.
Gli altri momenti più divertenti della pellicola sono regalati dalla presenza come guest-star di Mr. Baywatch, David Hasselhoff. Nonostante il tempo passato, è sempre mitico e, allo stesso tempo, sempre più ridicolo.
Il resto del cast è invece una parata di esperti del genere total-disimpegno, dalla biondazza-bonazza Katrina Bowden, già vista in Tucker and Dale vs Evil, The Shortcut e American Pie - Ancora insieme, a Chris Zylka, che con grande fantasia e varietà si è fatto pure Shark Night 3D (vedi qui sotto), mentre la protagonista è la stranamente poco prosperosa Danielle Panabaker, già in La città verrà distrutta all'alba e Venerdì 13 (quello del 2009). In più, tornano in un paio di camei anche Christopher Lloyd, il Doc Brown di Ritorno al futuro, e Ving Rhames, Marcellus Wallace in Pulp Fiction. La carriera di entrambi ha di sicuro visto giorni migliori...
Ah, e c'è pure Gary "faccia da pazzo" Busey!
Un cast pseudo interessante è abbastanza per consigliarne la visione? No, però se proprio siete patiti di piranha finti e di tette ancora più finte, butterete solo 1 ora e 10 minuti del vostro tempo in maniera non troppo spiacevole. Però va detto che anche i film di questo genere meriterebbero ben altro rispetto e una cura maggiore, almeno nei momenti kitsch e nelle battutacce trash che qui sono parecchio scadenti.
È proprio vero: non ci sono più nemmeno i film con tette e piranha di una volta…
(voto 4,5/10)


E, giusto per non farci mancare niente, ecco un’altra (poco) preziosa perla del genere tette-horror…

"Secondo te dovrei rifarmele?"
"Se ci tieni alla tua vita, e un po' pure alla mia, direi di sì!"
Shark Night 3D
(USA 2011)
Regia: David R. Ellis
Cast: Sara Paxton, Dustin Milligan, Joel David Moore, Katharine McPhee, Chris Carmack, Joshua Leonard, Alyssa Diaz, Chris Zylka, Christine Bentley Quinn
Genere: tette-horror
Se ti piace guarda anche: Piranha 3D, Piranha 3DD, Anaconda, So cosa hai fatto 2 - Incubo finale, The River

Che Shark Night, firmato dal trash-champion David R. Ellis (Snakes on a Plane, Final Destination 2 e 3D) fosse una ca**ata di film potevate già intuirlo da soli. Se siete dei tipi svegli, ci eravate arrivati anche per conto vostro. E so che siete dei tipi svegli perché state leggendo questo blog e non il sito di Libero. Poi, vabbé, sareste ancora più svegli se andaste su qualche sito persino più interessante di Pensieri Cannibali come questo, però già essere qui e ora, right here right now, fa di voi automaticamente delle persone migliori e più brillanti della media nazionale.
E quindi Shark Night è una stronzata, lo sappiamo tutti, e mo’ adesso come lo impieghiamo il restante tempo della recensione? Giochiamo a rubamazzetto? Giochiamo a scopa? Ma perché quando viene nominato questo innocuo giuoco di carte si pensa subito a qualcos’altro? La gente pensa sempre a quello e ormai io starò parlando al vento, visto che ormai vi sarete già trasferiti tutti sul sito linkato sopra…

"Ma non capisci? Devi rifartele anche tu, se non vuoi morire!"
Per quei pochi che sono rimasti sintonizzati si questa pagina, tenterò un’analisi delle tematiche profonde che si celano dietro a una pellicola solo apparentemente superficiale come Shark Night 3D.
I drammi della crescita, la paura del diverso… ehm, no: chi voglio prendere in giro? La paura degli squali è la paura degli squali. Hanno dei denti affilati, sono feroci, famelici e se ti sbranano sei fregato, quindi non credo ci sia chissà quale motivo psicologico o ragione profonda dietro alla paura degli squali. Fanno paura e basta.
Insomma, nonostante la presenza della neo reginetta degli horror movies Sara Paxton (The Innkeepers, Enter Nowhere, L’ultima casa a sinistra) e di Katharine McPhee, la protagonista della serie musical Smash, questo film risulta più inutile persino di Piranha 3DD.
E ce ne voleva, almeno di questo diamogliene atto.
(voto 4/10)

lunedì 7 novembre 2011

Di Justin Bieber, Selena Gomez e del perché essere teenager oggi fa schifo


Selena Gomez è nota per 2 motivi:
perché si fa Justin Bieber e per le sue facce sveglie
Ieri sera si sono tenuti gli Mtv Europe Music Awards 2011 e lo so che non ve ne può fregare di meno, però l’ho comunque visto e commentato per il vostro bene. E per il mio male.
Sede: Belfast, Irlanda del nord, in quella terra che per Brittany S. Pierce di Glee è un posto magico popolato unicamente da folletti leprecauni. E mi sa anche che ha ragione lei.
Conduttrice della serata: Selena Gomez.
Chi è Selena Gomez?
Ancora lo chiedete?
Mi offendo non perché sia grave non sapere chi è costei, anzi è più che legittimo perlomeno se avete + di 13 anni. Mi offendo perché ne ho già parlato in due occasioni (QUI e QUI) e non mi state attenti, non mi state.
Comunque, volendo riassumere, Selena Gomez è una che fa davvero di tutto: canta, balla, recita e si fa Justin Bieber, che poi quest’ultimo è anche il motivo principale per cui è diventata più o meno famosa. E adesso Selena porca puttena si è messa pure a fare la conduttrice.
In realtà la prima scelta di Mtv per la conduzione degli EMA 2011 era caduta su Gianni Morandi. Peccato che il contratto di esclusiva con la Rai e con il Festival di Sanremo gli abbia impedito di presentare anche questo evento. Davvero un peccato.
Ce la farà comunque la Gomez ad essere all’altezza delle precedenti conduttrici Katy Perry ed Eva Longoria? Ce la farà in termini di gnoccaggine, intendo, non di conduzione, anche perché le sue gag comiche fanno ridere i polli. No, sul serio. Ho sentito un gruppetto di polli ridere di gusto.
Carina è carina e si presenta pure con un vestito trasparente che lascia intravedere (anzi, proprio vedere) le mutandine. E sì, posso legalmente dire queste cose perché ha 19 anni compiuti.

"Scazzo, raga?"
L’apertura dello show è affidata agli Oldplay (no, non ho sbagliato a scrivere) di un sempre più esaltato e Bono (non nel senso di figo) Chris Martin. Spero seriamente per lui che si droghi pesante, perché se si gasa così tanto sulle note di Every teardrop is a waterfall senza l’assunzione di sostanze, è davvero messo male. Lui e le sue cattedrali nel cuore. Ma dico: si può avere le cattedrali nel cuore? Nemmeno il Papa ce le ha…

Come annunciatrici del premio Best live award ci sono quelle zoccole di Jersey Shore. Vince Katy Perry, che si è presentata con dei capelli viola anni ’50 che renderebbero inscopabile chiunque. Ma non lei. Comunque per quanto mi piaccia, va bene darle il pussy award, ma il Best live award di miglior artista dal vio del mondo non è un po’ fuori luogo?

Altri performers della serata sono stati gli LMFAO con Party Rock Anthem.
E se non conoscete questa canzone significa una sola cosa: siete davvero vecchi. E quest’estate l’unico posto che avete frequentato dev’essere stato l’ospizio. Cosa che ha anche il suo fascino, anche perché considerando chi sono i teen idol di oggi, certo non si rimpiange molto di essere teen oggi, quindi questa non vuole essere una critica.
Come mi sento politically correct, puttana la mamma di Selena Gomez.

Durante la pubblicità apprendo dell’esistenza del videogame The Black Eyed Peas Experience e per la prima volta in vita mia non mi sono mai sentito così felice di non possedere un’XBox.

Una volta stava a fianco di Pamelona Anderson, adesso
si deve accontentare di Justin Bieberon... segno dei tempi
Cattive notizie dagli EMA: David Hasselhoff esiste ancora. Non so bene perché, ma si presenta parlando come un idiota. Probabilmente ha sempre parlato così, ma non me n’ero mai reso conto grazie al suo doppiatore italiano che lo faceva apparire quasi come un bagnino serio che faceva quel lavoro per salvare delle vite e non solo per stare ad osservare delle tettone che correvano su e giù per il bagnasciuga.
Il premio di miglior artista donna va a Lady Gaga, che si presenta totalmente mascherata e sotto quella roba lì si potrebbe anche celare una sosia e non la vera Germanotta. Quando però dice che David Hasselhoff ha un gran cazzo, si capisce che è davvero lei.

Bruno Mars cantata una delle sue mille canzoni dall’inspiegabile successo, ma se non lo faceva, nessuno ne avrebbe sentito la mancanza.
L'Icon Award viene assegnato ai Queen e a ricevere il premio c’è un tizio che si spaccia per Brian May accompagnato da un tizio che credo sia pagato per ricordargli che è Brian May e NON Angelo Branduardi, nonostante le apparenze possano dire il contrario. A fine serata di esibiranno anche con un cantante che, non so perché, ma ho il leggero presentimento non sia Freddie Mercury.
Infatti è un certo Adam Lambert, un tizio uscito da American Idol che si spaccia per un tizio uscito da American Idol. Roba che per fortuna non sono un fan dei Queen, altrimenti mi sa che mi sarei indignato parecchio, come se avessero messo su una band chiamata "Amy Winehouse" e ci avessero fatto cantare Giusy Ferreri oppure fatto una reunion dei Nirvana con Valerio Scanu al posto di Kurt. Personalmente non ho niente contro i talent-show, però andate affanculo talent-show!

I Linkin Park vincono il premio Best rock nonostante il loro ultimo album fosse più elettronico che rock, mentre come Best hip-hop trionfa Eminem che però non c’aveva voglia di venire a ritirare il premio preferendo starsene tranquillo in studio di registrazione.
E lo so, su questi artisti non mi è venuto niente di bastardo da dire perché mi piacciono e quindi in maniera dittatoriale e anti-democratica non ho intenzione di massacrarli aggratis.
Una delle performance migliori della serata è gentilmente offerta da Jessie J, nuova fenomena della pop music mondiale, con Price tag in cui canta "We don't need your money-money" e a Mtv l'hanno presa alla lettera e non le hanno pagato il cachet.
Jessie J più tardi introduce anche un ricordo di Amy Winehouse, nel momento più toccante della serata (anche perché unico momento toccante della serata).

Justin Bieber vince il premio di miglior artista maschile e dice che lui in realtà ha votato Kanye West. Il ragazzino si è reso conto dell’ingiusta di un premio nei suoi confronti a discapito del Dio Kanye, oppure ha in qualche modo non riuscito di sfotterlo come vendetta per ciò che lui aveva fatto in passato nei confronti della sua amichetta Taylor Swift?

I Red Hot Chili Peppers si esibiscono a torso nudo. Qualcuno glielo spiega che non c’hanno più l’età e, per quanto come 50enne sia messo più che buono, con i tamarri di Jersey Shore che girano oggi su Mtv non fanno un figurone...

Justin Bieber canta stonatissimo una sua nuova canzone che sembra rubata dal repertorio di Bruno Mars, solo molto peggio. Il suo secondo pezzo propone invece un messaggio di speranza per il mondo intero: never say never. Un giorno ci liberemo anche di lui. Mai dire mai.

David Guetta arriva e rende con la sua sola presenza immediatamente più tamarra tutta la serata. La sua pronuncia inglese ci fa ricordare come i francesi con l'English language siano messi peggio di noi. O quasi.
A cantare Without you arriva Jessie J che la canta tipo un miliardo di volte meglio di Usher. Usher che, ricordiamo giusto per spalargli addosso un po' di merda, è l'uomo che ha lanciato  definitivamente Justin Bieber sulla scena musicale mondiale. Vi stava simpatico Usher? Bene, dove avervi ricordato questa cosa probabilmente non vi starà più tanto simpatico.
Il premio internazionale è invece andato a un gruppo coreano che ringrazia in coreano e tutto il mondo si sta ancora chiedendo cosa cazzo abbiano detto. Forse hanno ringraziato Byron Moreno.


Hayden Panettiere arriva per cercare di soffiare a Katy Perry il premio più ambito della serata, il Pussy Award. E poi già che c'è annuncia anche il premio Best song mentre un uomo nudo la interrompe. Il premio va a Born this way di Lady Gaga e sebbene io avessi votato, almeno nella mia testa, per Midnight City degli M83, sono contento per lei, che ritira il premio commossa. Non dico visibilmente commossa perché il solito sobrio cappellino le oscurava il volto e anche su mezza Irlanda.
Per quanto riguarda il Pussy Award, alla fine ha vinto la magica accoppiata Irina Shayk + Bar Refaeli, arrivate a consegnare il premio di miglior video dell'anno a...
ovvio: Lady Gaga con Born this way.

Quest'edizione degli EMA ha fatto particolarmente schifo? Può darsi, ma tanto ormai il successo di un programma televisivo del genere non è dato dal numero di telespettatori che lo stanno guardando, bensì dal numero di cinguettii su Twitter con minacce di morte nei confronti di Justin Bieber e Selena Gomez. In tal senso lo show si è rivelato un successo senza precedenti.
Adesso corro a twittare pure io. Voglio contribuire attivamente a questo storico record, perdindirindina!



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