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venerdì 7 novembre 2014

DICHIARO THE JUDGE COLPEVOLE DI...





Processo n. 189764
Lo Stato del Cinema contro The Judge, accusato di essere un film troppo ruffiano e piacione


Giudice
La parola alla Difesa



Avvocato della Difesa
Signor Giudice, chiamo al banco dei testimoni il Signor Cannibal, o meglio il Signor Kid. Il teste è stato convocato in quanto blogger esperto di cinema. C'è chi lo definisce il Vittorio Sgarbi della critica cinematografica, mentre c'è chi parla di lui come di un Mereghetti 2.0 molto più tecnologico e figo. Comunque lo si voglia descrivere, si tratta di una delle massime autorità nel campo della critica filmica attualmente in circolazione in Italia e, forse, nel Mondo.

venerdì 21 marzo 2014

THIRTY SECONDS TO VERONICA MARS




Veronica Mars – Il film
(USA 2014)
Titolo originale: Veronica Mars
Regia: Rob Thomas
Sceneggiatura: Rob Thomas, Diane Ruggiero
Cast: Kristen Bell, Jason Dohring, Chris Lowell, Enrico Colantoni, Percy Daggs III, Tina Majorino, Francis Capra, Ryan Hansen, Ken Marino, Krysten Ritter, Martin Starr, Gaby Hoffman, Jerry O’Connell, Sam Huntington, Max Greenfield, Jamie Lee Curtis, Dax Shepard, James Franco
Genere: marziale
Se ti piace guarda anche: Veronica Mars (la serie)

A long time ago, we used to be friends. Tanto tempo fa, io e Veronica Mars eravamo amici, ma poi ci si è persi di vista, come spesso capita. Sono arrivate altre persone, altre frequentazioni, altre serie tv. Io e Veronica Mars eravamo molto legati nel 2006, ai tempi in cui Italia 1 trasmetteva le sue prime due stagioni. Era un'amicizia complicata. 8 anni fa, le serie bisognava seguirle ancora in tv, e con tutte le pubblicità in mezzo. Si doveva arrivare all’orario giusto davanti al televisore, altrimenti si rischiava di perdere qualche scena fondamentale e, se proprio non si poteva essere lì “in diretta”, bisognava usare il videoregistratore. Pazzesco. Era una vera fatica seguire le serie tv, una volta. Una volta? Fino a pochi anni fa. Eppure, in qualche misterioso modo si riusciva a frequentarsi comunque, io e Veronica Mars.

"Che tristezza Internet nel 2006. Pensieri Cannibali non esisteva ancora..."
La prima stagione è stata folgorante. Era il telefilm giusto al momento giusto: adolescenziale, ma non troppo. In grado di tirarmi fuori dalle paludi delle serie teen alla Dawson’s Creek, un passo alla volta. Per quanto ambientata in un liceo e pur avendo per protagonista una ragazzina, era una serie con i controcoglioni, con dentro una componente thriller e una robusta dose di umorismo. In più, Veronica non era certo la classica bionda svampita che desidera diventare cheerleader, bensì una giovane true detective che investigava sulla morte della sua migliore amica, la ragazza più popolare della high school. Da qui si sviluppava un intreccio a metà strada tra il crime e il teen drama, una vicenda che guardava come ovvio modello di riferimento a Twin Peaks e allo stesso tempo apriva le porte a un nuovo modo di intendere le serie adolescenziali. Qualcuno ha detto Pretty Little Liars? La seconda stagione riusciva a crescere ancora di più, concentrandosi su nuovi casi crime, ma soprattutto sviluppando maggiormente il personaggio di Veronica e la sua tormentata storia d’amore con Logan, il bullo bello della serie.
La mia amicizia con Veronica procedeva quindi alla grande, quand’ecco che l’idillio si ruppe. La terza stagione fu infatti una schifezza. Difficile spiegare cosa andò storto, fatto sta che le cose non funzionavano più. Il nuovo caso e i nuovi personaggi facevano pena e la serie al terzo anno sembrava già mostrare il fiato corto. Quando arrivò la notizia della cancellazione, non me la presi allora nemmeno più di tanto. Era una di quelle cose che, per quanto spiacevoli, sapevi prima o poi sarebbero arrivate. Io e Veronica Mars prendemmo così due strade differenti e per anni non ci vedemmo e non ci parlammo più. Certi rapporti non sono destinati a durare per sempre.

Quando credevo di aver chiuso il capitolo Veronica Mars una volta per tutte, ecco che lo scorso anno è giunto un annuncio a sorpresa. L’autore della serie Rob Thomas ha pronta la sceneggiatura per un film inteso come proseguimento naturale delle tre stagioni televisive, solo che nessuna compagnia cinematografica sembra intenzionata a produrla e così Thomas si affida alla rete. Chiede ai fan di contribuire al finanziamento della pellicola attraverso Kickstarter, un sito di “crowd funding” per progetti creativi di varia natura. A Rob Thomas e compagni servono 2 milioni di dollari per dare il via alle riprese. I fan di Veronica Mars non sono numerosissimi, dopo tutto la serie è stata cancellata dopo appena 3 stagioni proprio per gli ascolti non esaltanti, ma le sono affezionatissimi. Se qualcuno, come me, l’aveva dimenticata in favore di nuove compagnie, i suoi amici storici si sono invece fatti sentire e hanno raccolto in poche ore ben 5,7 milioni di dollari, molti di più della cifra minima per la realizzazione. E così, il film di Veronica Mars viene girato. Grazie alla rete, grazie ai fan, grazie agli amici. Questa è una rivoluzione che spalanca i portoni a un nuovo modo di produrre le pellicole. Adesso non è che le major cinematografiche spariranno nel nulla, però il caso di Veronica lascia aperta la possibilità per la realizzazione di progetti simili, con altre serie tv, e non solo. Si possono immaginare ad esempio i fan di un libro che uniscono le loro forze economiche per dare vita a un adattamento per il grande schermo. Per contrastare lo strapotere delle major di Hollywood, così come le decisioni dei grandi network televisivi che stabiliscono quali serie devono continuare e quali devono morire, la gente, il popolo ha una nuova risorsa. Non ci sono limiti a questo nuovo comunismo.
Rimanendo soltanto nell’ambito delle serie tv, quali vorreste far rivivere, anche solo per la durata di un film? Non parlo di quei telefilm che hanno avuto una loro fine perfetta, come Breaking Bad, o imperfetta ma comunque una conclusione ben precisa e già stabilita da tempo come Lost. Mi riferisco a quelle serie “sfigate”, nel senso di maltrattate dagli ascolti e dai canali televisivi americani, che sono finite prematuramente. Io vorrei rivedere Dark Angel con Jessica Alba, serie terminata in maniera troppo frettolosa che meriterebbe di essere ripresa per bene.

Tornando alla mia amica, alla mia ex amica Veronica Mars, pur guardando con grande favore a questa operazione di finanziamento così alternativa al sistema tradizionale, avevo qualche dubbio sul risultato finale. Le cose del passato, spesso e volentieri è meglio che rimangano nel passato. Veronica Mars, per quanto una serie di manco una decina d’anni fa, era figlia dello scorso decennio e pensavo ormai avesse fatto il suo tempo. Oppure mi sbagliavo?

"Un unico riferimento alle mie tette in tutto il post?
Non è più il Cannibale che conoscevo una volta..."
Veronica Mars – Il film è una piacevole sorpresa. Non che sia qualcosa di rivoluzionario, come è invece stata la raccolta fondi per girarlo. Il suo bello è proprio quello di riuscire a essere fedele al "vecchio" spirito della serie. Trattandosi del prosieguo di un serial parecchio recente, non c’è quel forte alone di malinconia che aleggia spesso in operazioni analoghe. Questa pellicola è come se continuasse in maniera spontanea il discorso che aveva interrotto qualche anno or sono, quando il network The CW aveva deciso di chiusere i battenti delle sue trasmissioni. Dimenticando la pessima terza stagione, l’autore Rob Thomas ha ripescato intatta la Veronica dei primi tempi. Nonostante sia io che lei detestiamo le reunion, in questo caso ritrovarci non è stato affatto spiacevole. È stato come rivedere una vecchia amica che appare un pochino cambiata, ora ha le tette più grosse, eppure è sempre la stessa adorabile canaglia di un tempo. Se proprio vogliamo trovarle un difetto, a questo giro appare meno incazzata. Ha mantenuto intatta la sua ironia e il suo atteggiamento strafottente, soprattutto nei confronti delle autorità e delle tipe popolari del liceo, ma allo stesso tempo sembra aver trovato un maggiore equilibrio personale. È più matura, come ovvio che sia, solo che è anche meno arrabbiata e questa è una cosa di lei che mi manca. Per il resto, Veronica Mars non ha perso un briciolo del suo fascino e della sua forza e questo film è come se fosse un doppio episodio della serie in cui tutti gli elementi funzionano alla perfezione. C’è la parte thriller che, per quanto non troppo imprevedibile, è ben orchestrata, regge per tutta la durata della super puntata e riesce a richiamare lo stile delle vecchie indagini della giovane detective Mars; c’è poi anche una buona dose di umorismo che fa mantenere il sorriso sulle labbra dall’inizio alla fine, e non mancano naturalmente pure un pizzico di sentimenti.

"Tina, sei finita a Grey's Anatomy? Beh, poteva andarti peggio.
Potevi girare True Blood..."
"Ehm, veramente ho fatto pure quello."
Da ex appassionato della serie non ne sono certo, ma credo che la pellicola possa funzionare bene anche per una visione da “babbani”. Nella intro viene riassunto in maniera breve ed efficace un po’ tutto quello che c’è da sapere su Veronica e quindi anche chi non la frequentava ai tempi del liceo può conoscerla per la prima volta ora che è una quasi laureata in legge, e godersi questa nuova storia in maniera indipendente dal telefilm.
Come è ovvio, va detto che a godere in pieno della visione saranno soprattutto gli amici di vecchia data della Mars. Nel corso del film, viene concessa un’apparizione a praticamente tutti gli storici personaggi di una volta: Wallace (Percy Daggs III), Weevil (Francis Capra), Mac (Tina Majorino, poi passata per qualche tempo dalle parti di True Blood e dell’ospedale di Grey’s Anatomy), il padre di Veronica Keith Mars (Enrico Colantoni), Piz (Chris Lowell), Gia (quella topolona di Krysten Ritter), Leo (Max Greenfield ormai noto come Schmidt di New Girl) e Dick (Ryan Hansen), che entra in scena con un rutto e resta il più spassoso di tutti. Si può dire che a molti personaggi non venga offerto un enorme spazio, ma questo è pur sempre un film e non una stagione completa, era difficile concedere di più a tutti. Quello che ha maggior spazio è naturalmente Logan (Jason Dohring), il grande amore di Veronica (Kristen Bell). Tra loro si riaccenderà la fiamma?
Tra le varie chicche, menziono inoltre un musicista ambulante che strimpella la sigla della serie “We Used to Be Friends” dei Dandy Warhols, una divertente micro apparizione di Dax Shepard, nella vita reale marito dell’attrice Kristen Bell, e un cameo autoironico dell’onnipresente James Franco.

Contro ogni previsione, è stato allora un vero piacere rivederla. In situazioni di questo tipo, è facile provare alla fine un certo senso di delusione. Con Veronica Mars – Il film non è successo. Io odio le rimpatriate, ma questa è stata organizzata davvero bene. Per gli amici di Veronica di una volta, è un party riuscito alla perfezione che difficilmente lascerà qualcuno con l’amaro in bocca e, allo stesso tempo, per tutti gli altri è un buon modo per fare amicizia con lei per la prima volta.
Adesso che la reunion è finita, la promessa è la solita che si fa in queste occasioni: “Non perdiamoci più di vista, mi raccomando!”
Ci vediamo ancora Veronica. Certo, come no?
(voto 7/10)

mercoledì 17 novembre 2010

Parenti perdenti

Parenthood
(serie tv)
Rete americana: NBC
Rete italiana: Mediaset Premium, da dicembre
Genere: famigliare
Creata da: Jason Katims (“Roswell”)
Cast: Peter Krause, Lauren Graham, Erika Christensen, Dax Shepard, Monica Potter, Mae Whitman, Sarah Ramos, Max Burkholder, Miles Heizer, Craig T. Nelson, Bonnie Bedelia, Joy Bryant, Minka Kelly
Se ti piace guarda anche: Life Unexpected, Una mamma per amica, Modern Family

In questi giorni ho cominciato a seguire una nuova serie tv, con la scusa di doverne scrivere un articolo per il prossimo numero di Telefilm Magazine. E, come con tutti i telefilm addictive che si rispettino, mi sono trovato a rimanerne assuefatto.
Mi sono avvicinato a “Parenthood” con un po’ di diffidenza, mi sembrava l’ennesima serie famigliare (e qui in Italia di storie famigliari ne abbiamo a basta) con un paio di attori validi ma comunque riciclati (Lauren Graham da “Una mamma per amica” e Peter Krause da “Six Feet Under” e “Dirty Sexy Money”) e una storia basata su un film del 1989 che nemmeno ho mai visto intitolato in originale “Parenthood” e da noi diventato “Parenti, amici e tanti guai”. Eppure, nonostante le premesse non eccelse, la serie tv-droga funziona.

In questo nuovo “Parenthood”, Lauren Graham ha finalmente mollato quella scassamaroni secchiona di una Rory Gilmore in mezzo alla strada e ha due nuovi figli, con cui non ha un rapporto altrettanto bello. E viva Dio, per quanto i dialoghi tra Lorelai e Rory in Una mamma per amica fossero spesso davvero brillanti, almeno qui abbiamo qualche bel conflitto. La nuova figlia che si ritrova, interpretata dalla promettente Mae Whitman, è infatti l’esatto opposto di Rory: va male a scuola, fuma, è una ribelle quasi tossica, quasi dark, quasi emo, con qualche chilo sopra la media delle attrici anoressiche e un volto incredibilmente da adulta. Ah, dimenticavo: in questa serie Lauren Graham oltre a due figli ha quasi 40 anni, nessun lavoro, zero soldi, un divorzio alle spalle ed è quindi costretta a tornare a vivere con i suoi genitori… Bella sfiga!

L’altro personaggio che rende la serie più interessante del solito è il figlioletto di Peter Krause, cui viene diagnosticata la sindrome di Asperger, una forma di autismo che lo fa vivere in un mondo tutto suo ma che lo rende anche estremamente intelligente e dotato in alcuni campi. La serie mostra le difficoltà di una famiglia nell’affrontare una “situazione” (come tutti la chiamano) del genere senza patetismi o menate varie.
Nel resto del cast oltre alle superstar tv Graham & Krause si segnalano anche la bionda glaciale Erika Christensen (era la figlia tossica di Michael Douglas in “Traffic”), con una bimbetta che non la caga minimamente e il fratello cazzone Dax Shepard (ha la stessa faccia di Zach Braff/J.D. di Scrubs), uno che si gode il suo stile di vita rock’n’roll e all’improvviso deve badare a un pargolo sbucato fuori da una vecchia relazione.

Quindi non è la solita serie famigliare? Non proprio, non esattamente, o forse sì. Forse ha dentro di sé il meglio delle buone serie famigliari: ovvero un intreccio di storie che toccano diverse generazioni e il difficile rapportarsi tra esse. Il punto di forza è proprio il complesso rapporto genitori-figli, trattato in maniera divertente, leggera a molto lontana dal catechismo di “Settimo cielo” . Ma la cosa che rende veramente riuscita questa serie tv è un’altra, quell’elemento che in un telefilm così come in un panino del McDonald’s o in una droga qualunque non deve mai mancare: creare dipendenza.
(voto 7)

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