Dopo il fantasmagorico (o quasi) successo della prima parte dedicata agli anni Sessanta, continuano le sfide tra i due acerrimi rivali blogger Cannibal Kid (sono sempre io) e Mr. James Ford (sempre quel bruto), con una nuova scintillante decade. Questa volta per le pari opportunità partiamo con la sua listina che se no si mette a frignare, in attesa della mia ben più pazzesca (fate voi se in senso positivo o negativo) di domani.
Se i sixties, in qualche modo molto personale per i vostri due antagonisti preferiti della blogosfera, sono stati la quiete, con i seventies ha inizio, senza ombra di dubbio, la tempesta.
Le differenze che hanno formato i caratteri e le culture di Cannibale e Ford hanno avuto origine, in qualche modo, dai primi dischi in grado di sfiorare, anagraficamente parlando, le età dei protagonisti del derby musicale più atteso della rete: ed essendo i seventies il decennio d'origine di Ford, ecco che tocca al vecchio cowboy inaugurare la doppietta di post che vedrà contrapposti i dieci dischi del decennio dei due autori stessi.
Ma finendo di parlare in terza persona - o in "pluralis maiestatis", per dirla come il Drugo -, posso affermare di aver faticato e non poco a compilare questa lista, considerato che le ragioni del cuore hanno dovuto lottare con le unghie e con i denti con quelle dell'arte e della ragione.
Le prime hanno avuto inesorabilmente la meglio, e così dischi incredibili quali Born to run, The rise and fall of Ziggy Stardust and the Spiders from Mars, American beauty, Highway to hell, Toys in the attic, Who's next o il primo dei Ramones sono stati abbandonati al loro destino. La lista sarebbe ben più lunga, ma considerato che il mio antagonista rimprovererà anche queste citazioni extra, passo al volo a dare fuoco alle mie polveri.
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La foto esclusiva: Mr. Ford travestito da Peter Griffin travestito da Kiss |
1) Kiss - "Alive!" (1975)Mr. James Ford Entro subito nel vivo toccando una delle tappe fondamentali del mio viaggio nel rock dei tempi dell'adolescenza, approfittando ovviamente dell'occasione per disturbare subito il Cannibale, che da buon radical chic non sopporta i dischi dal vivo.
Ebbene: Alive! è uno dei migliori dischi dal vivo mai registrati, testimonianza di tutta l'energia che i Kiss mettevano nei loro spettacoli, un mix incredibile di fuochi d'artificio, trucco e parrucco. Li vidi nel '99, quando già manifestavano i primi segni del declino fisico e musicale, ma fu una delle esperienze "live" più incredibili della mia vita.
Per concludere il mio sputtanamento e dare un pò di materia in più al Joker che mi fronteggia in questa battaglia, rivelo che, nei giorni appena successivi al suddetto concerto, con alcuni amici ci truccammo e agghindammo come i Kiss.
Ho ancora le foto, ben nascoste per evitare ricatti scomodi.
Per la cronaca, interpretavo Space Ace, il mio preferito dei quattro.
Cannibal Kid Alcuni dischi che hai tenuto fuori, come Bowie o i Ramones, avrebbero donato un po’ di bollicine alla tua soporifera lista liscia ma tu no, masochisticamente li hai tolti.
Quanto agli album live, salvo poche eccezioni di cui avevo già parlato nello scorso post a proposito di Johnny Cash, non li considero nemmeno. Gli album veri richiedono una produzione in studio, una regia, mentre i live sono la testimonianza di un momento, ma messi su album sono fastidiosi: gli applausi tra un pezzo e l’altro fanno tanto sitcom e i rumori di sottofondo sono come vedere in rete un film con l’audio registrato dal cinema anziché un DVD o Blu-Ray.
Quanto ai Kiss, in questo album live ma mica tanto alive bene “Rock and roll all night”, il resto bah, niente di memorabile. E riguardo al tuo travestitismo, pardon travestimento, non hai scelto nemmeno Paul Stanley o Gene Simmons, bensì uno dei due Kiss più sfigati, tanto per ribadire la tua predilezione per le figure minori. Da buon hacker sto cercando di penetrare nel tuo computer per sgamare quelle foto, in modo da poterle rivelare in esclusiva in uno dei prossimi post!
Comunque, lo dico per te: dovresti smetterla di usare il termine radical-chic in senso dispregiativo, vuoi mica diventare la nuova Daniela Santanché? Non vorrei poi perdere i tuoi commenti i lunedì mattina perché sei troppo impegnato fuori dal tribunale di Milano. Anche se, per par condicio, il tuo “pane e salame” mi ricorda più il mortadella Prodi...
JF Ignoro le tue futili provocazioni politiche da radical chic - tiè, così te lo becchi un'altra volta! - e ti dico che esecuzioni come Black diamond - cantata da Peter Criss, alla batteria, uno dei due "Kiss sfigati" - sono da paura. Inoltre stiamo parlando di una delle pochissime band che si divide i lead vocals tra tutti i membri.
Inoltre, le mie foto non le puoi recuperare, perchè furono stampate da pellicola, e stanno bel belle a casa mia, in un cassetto. Tiè di nuovo!
CK Allora mi toccherà calarmi in casa tua come Tom Cruise in Mission: Impossibile.
JF Se ti cali in casa mia ti scateno contro Ozzy in stato avanzato di decomposizione imbottito di coca, altro che Viagra! ;)
2) Bob Dylan - "Blood on the tracks" (1975) JF Un disco epocale, senza se e senza ma, e il mio preferito di Dylan. Tangled up in blue, Lily Rosmary and the Jack of hearts, Shelter from the storm - per gli amanti di Mad men come il mio rivale - sono colpi al cuore che non si dimenticano.
E sono solo la punta di questo iceberg che è un monumento al cantautorato, nonchè un Capolavoro che ognuno dovrebbe custodire gelosamente nella propria discografia.
CK Sentirti citare Mad Men mi ha fatto passare per un momento la voglia di massacrare i tuoi dischi. Per un momento, poiché questo album, anche bello, non mi sconfinfera più di tanto e non mi dà colpi al cuore. Semmai do a te delle mazzate fino a farti uscire il blood on the tracks buahaha!
JF Noto con piacere che nonostante i tuoi tentativi non riesci a sparare a zero contro uno dei più grandi dischi della Storia della Musica. Almeno non sei completamente perduto. ;)
3) Black Sabbath - "Paranoid" (1970) JF Ozzy e soci sono stati, tornando al mio percorso rockettaro, il passo successivo ai Kiss. Sicuramente meno appariscenti ed accattivanti, a livello di immagine, hanno avuto il merito di sfornare due dischi d'esordio di potenza inimmaginabile, responsabili di aver dato origine ai fenomeni che, qualche decade dopo, sarebbero stati raccolti sotto l'ombrello del nu-metal. Basti pensare al brano d'apertura, War pigs.
Uno degli opener più incredibili di tutti i tempi.
CK Il nu-metal non è per caso una delle mode più effimere e meno memorabili nella storia del rock? Averne dato origine non mi sembra un così grande vanto… Vogliamo parlare poi della voce di Mr. Reality Ozzy, una delle più fastidiose, robotiche e sgraziate mai sentite? E poi, per dirla con Fabri Fibra: “Hey Ford, ma cos’è sta Paranoia? Caccia un po’ di rap futuristico!”
JF Soltanto per aver citato quel povero minchione di Fibra nella stessa frase dei Black Sabbath dovresti essere bottigliato selvaggiamente, e la tua testa mangiata da Ozzy.
4) The Clash - "London calling" (1979) JF I ragazzacci inglesi che hanno sbaragliato la concorrenza dei Ramones e gli Stooges di Raw power per rappresentare la rottura che fu il punk nella mia personale decina.
Un disco semplice, eppure ribollente di ispirazioni, citazioni, influenze.
E soprattutto, un lavoro con due palle d'acciaio, che fila dritto come un treno e scoppia dentro e fuori, sbattendosene degli effetti collaterali.
CK L’unico disco della tua lista a suonare attuale ancora oggi (e infatti sarà presente anche nella mia lista in onda domani). Talmente bello che con il resto stona assai…
5) Weather Report - "Heavy weather" (1977) JF Così come i Clash per il punk, i Weather report si sono fatti strada tra i miei dischi jazz preferiti dei tempi facendo le scarpe a Miles Davis e Herbie Hancock grazie anche al grande amore che il sottoscritto ha sempre provato per il talento smisurato ed incontrollabile di Jaco Pastorius, genio morto troppo presto ed innovatore assoluto del basso. Quando mi cimentai le prime volte con il suddetto strumento, sognavo di diventare bravo come lui.
Ma così incredibili, purtroppo, non è possibile diventare. Ci si nasce e basta.
CK Ho cercato “noioso” sul dizionario dei sinonimi e dei contrari online. Mi è apparso il termine “fordiano”, indovina tu se tra i sinonimi o tra i contrari… ZZZ, questo disco che hai inserito giusto per darti un’aria colta da intellettualone (non ci credo che preferisci davvero questo agli Aerosmith, dai) almeno mi ha conciliato il sonno, grazie Ford siesta!
JF La siesta la farai per bene dopo che ti avrò colpito per l'ennesima volta, piccolo Cannibale. Tu che millanti tanta stima per gli innovatori, dovresti semplicemente strabuzzare gli occhi di fronte al genio di Pastorius, che ha praticamente reinventato l'utilizzo del basso elettrico. Questo senza neppure citare Maestri come Zawinul. Miscredente.
6) Neil Young - "Rust never sleeps" (1979) JF Il vecchio leone Young è uno degli autori emotivamente più devastanti che mi sia mai capitato di ascoltare, ma data la mia natura di assolutamente non depresso ho scelto come opera rappresentativa del buon Neil questo insolito live - tiè, Cannibale! - costruito su pezzi inediti, che segnò il passaggio dalla fase più buia ed oscura del cantautore a quella dello "strappo", come diceva un mio vecchio amico.
Per strappo si intenda quella condizione da potenziali losers contro la quale lottiamo noi filibustieri della frontiera.
Come se non bastasse, in questo disco è contenuta Thrasher, una delle mie canzoni preferite in assoluto, ed uno dei pezzi che vorrei fosse eseguito al mio funerale.
CK My my hey hey, il grande Neil will never die. Questo è l’unico disco della tua lista insieme ai Clash e a Dylan a non avermi fatto voglia di piantare delle craniate fortissime contro il muro. Quanto al tuo funerale, continua a proporre dischi live e arriverà molto presto uahahah!
JF Per il mio funerale dovrai avere pazienza fino al 2083, anno di programmazione del mio trapasso. Ci arriverai, dopo tutte le bottigliate che ho intenzione di rifilarti nel frattempo!?
7) Lynyrd Skynyrd - "Pronounced leh-nerd skin-nerd" (1973) JF Non potevano mancare i grandi rivali dello stesso Neil Young, i sudisti per eccellenza Lynyrd Skynyrd nella loro formazione originale - ed unica, a mio parere -.
I cattivi ragazzi alfieri dei rednecks della peggior specie hanno avuto il merito - oltre al fatto di aver sfornato pezzi immortali - di fotografare al meglio la forza dell'uomo semplice e lontano dalla bella vita. Se non è pane e salame questo, ditemi voi!
E, a proposito, in questo disco trovate Free bird, una delle ballad rock più incredibili della Storia.
CK Non potevano mancare? Oddio, se ci avessi voluto almeno un po’ di bene ce li avresti anche fatti mancare eccome, questi. E comunque un dubbio: ma questa lista l’hai preparata da solo o ti ha dato una mano Ringo di Virgin Radio featuring il vecchio Red Ronnie?
JF Ovviamente sei tu a non volerti bene, se preferisci le impiccagioni di Curtis al vento nei capelli di Free bird. Ma che te lo dico a fare.
8) Creedence Clearwater Revival - "Cosmo's factory" (1970) JF Non poteva ovviamente mancare un pò di lebowskianesimo, giusto per far incazzare un pò il Cannibale.
Cosmo's factory è, semplicemente, uno dei dischi più belli mai prodotti nel panorama Usa.
Ramble tamble - che mi ricorda tanto Lansdale -, Travellin' band, Lookin' out my back door, Up around the band e I heard it through the grapewine sono soltanto una parte di questo album irrinunciabile.
CK Oh Ford, abbiamo cambiato decennio, non siamo più nei favolosi 60s. Ci vuoi propinare queste grandilebowskionate (e mi sono tenuto per non essere volgare) ancora a lungo?
JF Tu che usi mezzucci come le canzoni delle Ronettes per rimorchiare, dovresti provare I heard it to the grapewine, una delle canzoni da scopata più intense mai composte. Ah, già. Quella è roba da grandi. ;)
CK A parte che le versioni di Smokey Robinson, Marvin Gaye e Gladys Knight sono molto meglio di questa cover stile X-Factor dei Creedence, ma ormai a te per quello mi sa che serve il Viagra! :D
9) Francesco Guccini - "Via Paolo Fabbri, 43" (1976) JF Mostrando un coraggio che il buon Cannibaletto non avrà mai, inserisco nella lista non uno, ma ben due dischi italiani che sono stati importantissimi nella mia formazione nonchè per l'evoluzione della Storia della Musica del nostro caro, vecchio, Bel Paese.
Il Guccio è stato uno dei miei riferimenti umani, politici e da suonatore di chitarra fin dai tempi dell'adolescenza, e con il passare del tempo, questo disco STUPENDO è diventato parte integrante della mitologia fordiana.
Canzone di notte N°2 è uno dei pezzi che meglio mi identifica, eventualmente sostituendo il vino del cantautore con il mio rum.
CK Questo va oltre la nostra rivalità, Ford. Se c’è una cosa che non sopporto è la voce di Guccini. Difficile immaginare qualcosa di più fastidioso e da bottigliate di quella evve moscia, moscia come la sua musica senza idee, senza innovazione, senza uno sguardo non solo al futuro, ma a quelle che erano le altre tendenze musicali del periodo (e il 1976 era un ribollire di sound pazzeschi). Du palleeeeeee, per farla breve. Ti dò atto del coraggio sì, perché per lasciare fuori Bowie o gruppi rivoluzionari come i Joy Division e tutti i nuovi suoni della fine dei 70s per sta menata in effetti ce ne vuole parecchio. Anche se piuttosto che coraggio lo definirei in altri modi… Fette di salame sopra le orecchie, per esempio. Beccati ‘sta avvelenata, te e la evve moscia di Guccini!
L’evoluzione musicale di cui parli comunque dove ci avrebbe portati, a Ligabue?? Nnamo bbene, nnamo! Io tra gli italiani fondamentali del decennio citerei piuttosto Rino Gaetano e Lucio Battisti…
JF Se posso capire, da un lato, la tua avversione per la evve del Guccio, trovo inconcepibile che un disco con testi e sonorità tra il blues e il jazz come questo possa essere criticato.
Ma certo, da uno che gli preferisce il da me odiatissimo Battisti mi posso aspettare questo ed altro.
Rino Gaetano, invece, l'avrei anche messo, se non fosse che è la sua opera, ad essere grande, più che un singolo album.
10) Fabrizio De Andrè - "La buona novella" (1970) JF Chiudo con quello che ritengo il miglior disco mai prodotto in Italia, un'opera di intensità senza pari in grado di stupire, musicalmente e per potenza di testi, ad ogni ascolto, sia esso il primo o il milionesimo.
Tutta la mitologia legata alla figura di Cristo rivisitata dal genio senza pari di Faber, che regala perle come Tre madri, Via della croce o Il testamento di Tito.
"Non fossi stato figlio di Dio t'avrei ancora per figlio mio", piange Maria.
Questa è l'opera che demolisce l'istituzione Chiesa per mostrare cosa sia davvero la fede negli uomini. Magistrale, commovente, potentissima.
CK Massimo rispetto per De Andrè e per i suoi grandi testi, però a livello musicale non c’è niente da fare: proprio non riesco a farmelo piacere, non è nelle mie corde. Che poi, Ford, non so se lo sai e se qualcuno te l’ha mai detto, ma oltre ai cantautori c’era e c’è un sacco di altra musica in giro…
JF Non ti rispondo neanche, a questo.
La buona novella è il più grande disco della musica italiana. Corde o non corde, va ascoltato, riascoltato e vissuto.
Miscredente doppio. E ringrazia che non vengo a cercarti a Casale per gonfiarti come una zampogna. ;)