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martedì 14 giugno 2016

Tour de France: Un'estate in Provenza vs Marseille





C'è una sola cosa che mi piace più dell'Italia: tutto il resto del mondo.
No, dai. Scherzo. Non è vero. Ci sono un sacco di nazioni che mi piacciono molto meno. Penso ad esempio alla Corea del Nord, alla Siria, alla Libia o all'autoproclamato stato dell'Isis.
Ci sono invece un paio di nazioni in particolare che sento più vicine a me rispetto all'Italia: la Gran Bretagna, soprattutto per la musica, e la Francia, soprattutto per... tutto.

Avete un francesissimo senso di déja vu?
È normale, perché è una cosa che credo di aver già detto in più di un'occasione, e sicuramente l'ho detta nel post dedicato a Il fascino indiscreto dell'amore, che pure è un film belga ambientato in Giappone.
In Francia sono stato in più di un'occasione, però sono stato soltanto a Parigi e in Costa Azzurra. Lo so, sono proprio uno snob radical-chic, proprio come quasi tutti i francesi. In Costa Azzurra in particolare sono stato un paio d'estati in vacanza a Nizza, città fighissima, sono stato qualche giorno a Montecarlo in occasione del Telefilm Festival, fighissimo, e poi sono passato da Cannes solo di passaggio e purtroppo non nel periodo del Festival, ma comunque è una citta... fighissima. Oui, indovinato.
C'è poco da fare. Quando sono in Francia, mi sento come se fossi a casa. Una cosa che non mi capita in quasi nessun altro posto. Manco a casa mia.

Tutta questa premessa per dirvi che invece non sono mai stato né in Provenza, né a Marsiglia. Fisicamente. Virtualmente, grazie a cinema & tv, ci sono invece stato di recente e oggi vi porterò in giro con me per questo Tour de France. Tranquilli, non dovete prendere la bicicletta, che sarebbe troppo faticoso, vi basta rimanere connessi qui su Pensieri Cannibali comodamente spaparanzati nelle vostre postazioni internet.

Un'estate in Provenza
(Francia 2014)
Titolo originale: Avis de mistral
Regia: Rose Bosch
Sceneggiatura: Rose Bosch
Cast: Jean Reno, Anna Galiena, Chloé Jouannet, Hugo Dessioux, Lukas Pelissier, Tom Leeb, Aure Atika
Genere: estivo
Se ti piace guarda anche: Un momento di follia, La famiglie Bélier

Se vogliamo farla breve, visto che l'introduzione di questo post si è dilungata già abbastanza, vi posso dire che Un'estate in Provenza è un incrocio tra Un momento di follia e La famiglia Bélier, due delle migliori commedie transalpine degli ultimi tempi, e avrete un'idea piuttosto precisa di ciò che vi aspetta. Ambientazioni e contesto sono praticamente gli stessi di Un momento di follia. Anche in questo caso abbiamo due adolescenti che trascorrono un'estate in una vecchia cascina di campagna in mezzo al nulla. Solo che in questo caso i due adolescenti non sono due fighe, bensì una figa e un figo. Oddio, lui in realtà non è che sia poi tutto 'sto figaccione, però all'interno del film cucca alla grande, anche se non si capisce bene perché.
Lei invece è proprio figa, non ci sono dubbi. Sembra Hayden Panettiere in versione no global francese. In pratica è la mia donna ideale.

mercoledì 23 gennaio 2013

CHE VITA DI EMME LA VITA DI PI

Vita di Pi
(USA, Cina 2012)
Titolo originale: Life of Pi
Regia: Ang Lee
Sceneggiatura: David Magee
Tratto dal romanzo: Vita di Pi di Yann Martel
Cast: Suraj Sharma, tigre Richard Parker, Irrfan Khan, Ayush Tandon, Gautam Belur, Adil Hussain, Tabu, Rafe Spall, Shravanthi Sainath, Gérard Depardieu
Genere: spiritual survival
Se ti piace guarda anche: Cast Away, 127 ore, The Millionaire, La mia vita è uno zoo

Che vita di Emme, la vita di Pi.
Il protagonista di questo film, un ragazzo indiano figlio del proprietario di uno zoo, si fa chiamare Pi, stufo di essere preso per il Ci per via del suo nome completo: Piscine Molitor, in onore di una piscina pubblica di Parigi. Certo che i genitori devono essere dei bei Bi per dare un nome del genere al figlio. Peggio di chi decide di chiamarlo Alessandro Leone. Ogni riferimento a blogger rivali è puramente voluto.
Scherzo eh, è un bellissimo nome.
Piscine Molitor, intendo.

Un nome come Piscine Molitor, chissà perché, gli attira un sacco di sfottò da parte dei compagnucci di scuola, quei mattacchioni, che lo chiamano: Piscione, Piscialetto, Pischelletto pisciatore, Pistarino…
Così il furbone decide di abbreviare il suo nome in Pi, in onore del Pi greco. Non l’avesse mai fatto. In questo modo, fa solo la figura del secchione con gli altri bimbi che il Pi greco non sanno manco cos’è, e quindi la razione di botte che si piglia raddoppia. In più, gli sfottò nei suoi confronti aumentano, perché con Pi la gamma di insulti aumenta anziché diminuire. Gli danno infatti del: Pirla, Piciu, Porco, Puttano e naturalmente gli danno ancora del Piscialetto etc…

"La vista mare c'è,  per questo non posso lamentarmi, è tutto come sul depliant.
Per il fatto che il mio posto letto sia occupato da una tigre però mi sa che posso
esigere un rimborso o se non altro un coupon per un altro viaggio."
Fino a che le cose vanno così, la vita di Emme di Pi non è manco così di Emme.
Le cose sono destinate a cambiare quando comincia a interessarsi alla religione. Prima quella induista, poi quella cristiana, poi quella musulmana, poi Scientology.
Pi però non si accontenta di far parte di una sola religione e le abbraccia tutte. È un poligamo delle religioni. Una cosa che fa girare le balle a un sacco di gente: il Papa, al-Qaeda, il Dalai Lama, Tom Cruise. Sono tutti incazzati con lui. Una situazione peggiore di quella capitata al dannato Cannibal Kappa quando si è messo a criticare Cloud Atlas.
Sono tutti incazzati con lui, persino Dio. Il grande capo in persona, che di li in poi gli farà passare una vita davvero di Emme.
Stufo di tutte le critiche, Pi decide allora di dedicarsi ad altro. Alla Effe. E una volta che arriva la Effe, che Ci gliene frega a Pi di Dio, della religione e di tutte queste Ci?
Pi si innamora di una bella Effe e tutto per lui sembra finalmente andare per il meglio.
È qui che però il padre decide di rompere il Ci, prendere il suo zoo pieno di animali e andare via dall’India. Proprio quando Pi aveva cominciato a fare Esse, tanto ma tanto godurioso Esse insieme alla belle Effe, il padre gli scombussola i piani e a Pi non resta altro che ammazzarsi di Pi.
Pi è così costretto a prendere la nave insieme alla famiglia e a tutti gli animali che manco Noè ne aveva mai visti così tanti tutti insieme. Una nave che volevano chiamare Titanic, ma poi hanno pensato: “Ma no, quel nome porta sfiga. Chiamiamola Costa Concordia. Con un nome del genere, cosa volete che capiti di male?”.
Il viaggio guarda caso non procede tranquillo. Pi, il poligamo delle religioni, con la sua multifede ha fatto incazzare davvero tutti ai piani alti. Persino Nettuno, dio del mare, e Thor, dio del tuono. I due uniscono le forze e lì altroché The Avengers. Insieme scatenano l’inferno in mare. La nave viene colpita da fulmini e saette e l’unico a salvarsi è Pi.
“Oh, finalmente una botta di Ci!” esclama contento. Prima di rendersi conto che sulla scialuppa di salvataggio in cui si è imbarcato non è solo. Con lui ci sono anche un orango, e va bene, non sarà una bella Effe, ma almeno non è troppo pericoloso. Una zebra, e va un po’ meno bene perché lui odia la Juve, però oh, non è che si può essere troppo pignoli in una situazione del genere. Quindi una iena, non proprio il massimo della vita, non solo di Pi. E poi c’è persino una tigre. E qua so’ Ci. Ci amari.
Se Pi pensava di avere una vita di Emme prima, figuriamoci adesso che ha perso la famiglia e si trova solo soletto in mezzo al mare. Solo soletto? Magari. Con lui c’è una tigre, l'ultima a sopravvivere tra gli animali. Se uno pensa a tutte le situazioni più di Emme in cui si può capitare, è davvero difficile immaginare di peggio. Persino il James Franco di 127 ore (film survival ben più interessante di questo) non avrebbe voluto fare a cambio.

"Ebbasta con 'sti pesci. Quand'è che mi porti da McDonald's?"
Cosa succede dopo?
Cannibal Kappa non è un pezzo di Emme e quindi preferisce non dirvelo, lasciando a voi il piacere di passare le quasi 2 ore successive di film a vedere Pi da solo in mezzo al mare con una tigre, spassandovela per vedere cosa capita loro.
Quello che Cannibal Kappa può dire è che per lui è stata un’esperienza non troppo piacevole, diciamo. Se la prima parte del film viaggia anche sui sentieri diligenti della storiella carina, alla The Millionaire, la lunga parte in mezzo al mare è davvero sfiancante. Ang Lee azzecca qualche momento visivamente non male, ma niente che vada oltre un documentario medio di National Geographic. E non fate paragoni con il sommo capolavoro di Terrence Malick The Tree of Life se non volete scatenare l’ira del Cannibal Kappa, che può essere anche peggio di quella di Nettuno e Thor in combo ed è già furioso con quelli dell’Academy per aver nominato la modesta regia molto in stile James Cameron di Ang Lee e non quella strepitosa di Quentin Tarantino per Django Unchained, o quella altrettanto portentosa di Joe Wright per Anna Karenina, di cui avrà modo di parlarvi prossimamente.

"Ma perché non ho dato retta alle previsioni catastrofiste di Studio Aperto
e non mi sono portato dietro un ombrello o almeno un K-Way?"
Cosa succede alla fine del film?
ATTENZIONE SPOILER
Vita di Pi offre un colpone di scena finale, in grado di ribaltare tutta la prospettiva della vicenda. Un colpo a effetto che fa molto anni ’90. Peccato che queste cose alla I soliti sospetti o alla Il sesto senso siano passate di moda da oltre un decennio. E peccato anche che un colpone di scena come questo non basti a risollevare le quasi due ore di noia in cui il film era naufragato per tutta la parte precedente. E peccato che le scene più visionarie sembrino una versione parodistica di 2001: Odissea nello spazio o di Valzer con Bashir. E peccato che la scena con gli animaletti suricati sembri uscita da L'era glaciale. E peccato ci sia pure quel Gerard Dépardieu di Emme. E peccato, soprattutto, che lo spiegone finale non lasci spazio a grossi dubbi. Lo spiegone finale rovina tutti i trip mentali e le interpretazioni che uno poteva avere sulla vicenda.
Alla fine, Vita di Pi si rivela un film con dei risvolti cannibali, però non è un film cannibale (inteso come film per Cannibal Kappa) per niente. Il suo spiegone finale ammazza tutta la spiritualità esibita in precedenza, dove tra l’altro la pellicola più che su questioni spirituali finiva impantanata dalle parti di altre pellicole survival alla Cast Away. Per non parlare di una colonna sonora banale e stereotipata immeritatamente premiata ai Golden Globe e immeritatamente pronta a bissare anche agli Oscar.

Ma qual è questa grande rivelazione finale?
Alla fine, viene spiegato come le cose potrebbero essere andate diversamente da come le avevamo vissute fino ad allora. C'è una seconda versione della storia in cui l'orango in realtà è Christoph Waltz, la zebra è Kerry Washington, la iena non è Michael Madsen o Steve Buscemi o Teo Mammuccari, bensì quel cattivone di Leonardo DiCaprio e la tigre altri non è che Jamie Foxx in versione Django. Il tutto si conclude con il classico stallo alla messicana e la classica sparatoria tarantiniana, in cui ad avere la meglio è Django.
Qual è la versione che preferite? Quella con gli animali, o quella tarantiniana?

Volendo tirare le somme, la Vita di Pi non è piaciuta molto a Cannibal Kappa. Se non altro, almeno, la pellicola non si è rivelata per fortuna il “nuovo Avatar” come qualche furbacchione della promozione aveva cercato di spacciare, se non per uno stile registico che punta al facile effetto spettacolare vagamente alla James Cameron. E se non altro è un film che è riuscito nel suo intento principale: quello di avvicinare Cannibal Kappa a Dio. È davvero difficile infatti contare le volte nel corso della visione in cui ha esclamato: “Oddio nooo!” “Cristo Santo, basta!”, “Che Buddha sta succedendo adesso?” e "Ma porco Di!".
Cannibal Kappa ha capito che una forza superiore esiste e ha capito che questa forza ha ascoltato le sue preghiere quando sono arrivati i titoli di coda a mettere fine alle sue sofferenze. E' lì allora che Cannibal Kappa ha potuto liberare tutta la sua spiritualità con un: “Grazie Dio.”
(voto 5,5/10)



giovedì 10 gennaio 2013

QUELLO CHE SO SUL CINEMA



Mentre Pensieri Cannibali ha appena svelato la sua discutibile lista dei peggiori film del 2012, questa settimana le uscite nei cinema italiani ci regalano già una serie di candidati autorevoli a finire tra il peggio del 2013.
Ma come, ci sono i nuovi film di Muccino e dei Wachowski insieme a Tom Tykwer di Lola Corre, direte voi…
Sì, ok. Fossimo ancora negli anni ’90, sarebbe una settimana di uscite molto promettenti. Peccato che, così come molti artisti musicali (Smashing Pumpkins, Soundgarden, Alanis Morissette…), anche diversi registi cool di quel periodo adesso non se la passano molto bene.
Questa immagine di Gabriele Muccino credo valga più di mille parole…

Ao', ma chissei? E che ne hai fatto di Muccino? Te lo sei magnato?

Per non parlare di blogger usciti malamente dai 90s (ma forse più dagli 80s) come il mio blogger rivale Mr. James Ford...
Ecco comunque i commenti cannibali più quelli fordiani alle uscite della settimana nei cinema italiani.

"Un film su un calciatore negli USA?
Questa, più che una muccianata, sembra quasi una fordianata!"
Quello che so sull'amore di Gabriele Muccino
Il consiglio di Cannibal: quello che so su Ford è che un pirla!
Dopo i pessimi La ricerca della felicità e Sette anime, a Hollywood non si sa bene perché hanno voluto dare una terza possibilità a Gabriele Muccino. E questa volta, per fortuna, dovrebbe essere anche l’ultima.
Non è che mi faccia piacere parlare male, del Muccino senior. A me i suoi primi 4 film italiani non sono neanche dispiaciuti ma, da quando se n’è andato in America, oltre a fare film schifosi, sembrava dovesse essere il Salvatore del cinema italiano nel mondo. E invece…
Quello che so sull’amore ha avuto una gestazione difficile, Muccino per il nervoso nel girarlo è ingrassatissimo e ora il film negli USA si sta rivelando un floppone. Dal trailer non faccio fatica a capire il perché. Sembra una muccianata delle peggiori. Di quelle che potrebbero essere peggio persino dei suoi ultimi film. E allora, sia io che Ford saremo pronti a bottigliarlo come si deve. Soprattutto a Ford farebbe bene, visto che ultimamente l’ho visto un po’ più rammollito e immuccinato del solito…
Il consiglio di Ford: quello che so su Cannibal è che non capisce una fava di Cinema...
... tranne che rispetto a Muccino, che ha realizzato qualcosa di decente con gli esordi, e poi si è bevuto il cervello alimentandolo ad ego finendo negli States a fare il santone finto Inarritu del Cinema italiano. Questo film non promette nulla di buono, tanto che non sprecherò neppure una bottigliata e lascerò la visione al mio antagonista, che così avrà l'inizio d'anno che si merita!

"Cara, c'ho messo 60 anni ma finalmente ho finito la mia recensione su Cloud Atlas.
Adesso non mi resta che qualcuno la trascriva su computer
e poi posso postarla su WhiteRussian."
"Fa niente, Ford, va bene anche così. Va bene anche così."
Cloud Atlas di Tom Tykwer, Andy Wachowski, Lana Wachowski
Il consiglio di Cannibal: guardatelo, solo se volete farvi venire un gran mal di testa.
Di solito non me ne frega niente di quello che pensa Mr. Ford, ahahah.
Questa volta sono però davvero curioso di sapere la sua opinione su Cloud Atlas. Un film incasinato, incasinatissimo, firmato da Tom Tykwer (Lola Corre) insieme ai fratelli Wachowski (Matrix). Sia l’uno che gli altri autori di pellicole che in un’epoca ormai lontana mi erano piaciute parecchio e che sulla carta potevano avere realizzato il mio genere di film. Invece, Cloud Atlas non mi è piaciuto per niente. Voglio quindi sapere se Ford, che già aveva sputato addosso all’ottimo Matrix, avrà il coraggio di riabilitare i Wachowski proprio ora che hanno realizzato un pasticcio clamoroso come questo.
E, se già a me un film come questo ha fatto venire un gran mal di testa, chissà se a vederlo la testa di Ford non è addirittura esplosa…
Recensione cannibale in arrivo a breve. Quella di Ford forse, se è sopravvissuto alla complessa visione.
Il consiglio di Ford: Cannibale è volato tra le nuvole spinto da un colpo troppo energico di Ford.
Ero molto curioso di scoprire cosa sarebbe stato dello scontro Ford/Cannibale a seguito della visione di questo film: quando vidi il trailer la prima volta pensai che sarebbe stato vittima delle mie peggiori bottigliate, e invece la visione è stata assolutamente esaltante. Il Cinema della meraviglia per l'Inception dei Wachowski non più fratelli ma fratello e sorella. Non lasciatevi ingannare dal disorientamento iniziale: questo film è uno spettacolo in tutti i sensi.
Recensione fordiana domani!

"Non vedi come sono deperito, Asterix?
Non posso permettermi di pagare anche le tasse!"
Asterix e Obelix al servizio di sua Maestà di Laurent Tirard
Il consiglio di Cannibal: Ford al servizio di sua Maestà Cannibal.
Viva il cinema francese, ma abbasso queste porcherie francesi.
Non ho visto gli episodi precedenti di questa versione in carne e ossa delle avventure di Asterix e Obelix e non ho intenzione di cominciare ora.
Gerard Depardieu che se ne rimanga in Russia dal suo amicone Putin e se ne vada pure affan…
Il consiglio di Ford: Cannibal al servizio di Ford come sguattero per il Saloon!
Non mi sono mai avvicinato neppure con un bastone a questa serie che mi è sempre parsa vomitevole, e non comincerò certo adesso. Tipico film da Feste uscito fuori tempo massimo che meriterebbe di non
essere neppure distribuito: almeno quanto Cannibale non meriterebbe di avere uno spazio in rete! Ahahahahahaha!

"Volevo ribadire una cosa: Putin avrà anche dato la cittadinanza a Depardieu,
ma noi americani ci rifiutiamo di far atterrare sul nostro suolo Mr. Ford
anche solo per un istante!"
A Royal Weekend di Roger Michell
Il consiglio di Cannibal: a royal weekend, lontano da questo film.
Di questo film non ne so molto e, sinceramente, non mi frega nemmeno saperne più di tanto. Mi sembra una roba sui nobili inglesi alla Downton Abbey o alla Il discorso del re di quelle per cui il mio interesse è pari a quello per un incontro di wrestling. Il fatto che ci sia Bill Murray, uno che di solito lavora con registi interessanti, non mi basta. Lo lascio volentieri come visione da ora del tè a Mrs. Ford.
Il consiglio di Ford: un royal weekend? Bevute, wrestling e un bel po’ di pane e salame!
Memore di quella ciofeca de Il discorso del re - che riuscì a mettere d'accordo in negativo perfino il sottoscritto e Felix Aggiustatutto Kid - passo volentieri una visione da salotto radical chic finto alternativo di mezza età delle peggiori, e mi godo al contrario l'attesa per la Royal Rumble, uno degli eventi più importanti del wrestling annuale. Per non parlare dell'attesa per l'arrivo del Fordino, ormai questione di giorni!

"Pronto, Cannibal? Ma come fai a dire che sono nevrotica? Tu sei pazzo.
Io ti denuncio. Te e quel tuo amichetto che pure lui tanto normale non è
di Mr. Ford. Se c'è una persona nel cinema italiano che non è nevrotica
quella sono io e maledetto il giorno che sono finita sul tuo blog, Cannibal,
e lo sai chi è il nevrotico qui tra noi due? Eh, lo sai chi è il nevrotico?
Lo sai? Lo sai? Lo sai? Eh? Eh? Losai losai losai chi è?
Sei tu, ecco chi è! Nevrotico, isterico, testa di ca...nnibale!"
La scoperta dell’alba di Susanna Nicchiarelli
Il consiglio di Cannibal: ma la scoperta del cinema, quello vero, in Italia no?
Era già qualche mese che non vedevo Margherita Buy in una nuova produzione italiana di quelle che tanto volentieri mi perdo. Cominciavo quindi ad essere preoccupato che non fosse più l’attrice nevrotica di una volta. Così come quando non sento Ford sputare fuori qualche castroneria delle sue per qualche giorno e mi preoccupo che cominci a capirne qualcosa di cinema, invece probabilmente ha solo avuto dei problemi con la tecnologia.
La tecnologia è il vero nemico di Ford, mica io.
Tornando al film, se il mio fioretto per l’anno nuovo era quello di dare maggiore fiducia al cinema italiano, già solo vedendo il trailer di un film come questo, con la solita nevrotica Margherita Buy, mi passa la voglia. La pellicola poi è tratta da un romanzo di Walter Veltroni. Come politico non è che mi sia mai piaciuto molto (anche se in confronto ad altri…), però come persona lo rispetto, se non altro per la sua passione cinematografica. Non so se la fa ancora, ma curava anche una sua rubrica su Ciak. Come scrittore non ho idea di come sia, ma a questo punto sono quasi curioso di sapere cosa è venuto fuori da un film tratto da un suo libro. Ho detto quasi curioso. Più quasi che curioso.
Dite che anche Ford è appassionato di cinema e quindi dovrei rispettare di più pure lui?
Mah, quello al massimo potrebbe rientrare tra i miei buoni propositi. Non per il 2013, ma per il duemilacredici!
Il consiglio di Ford: la scoperta dell'acqua calda... Cannibale non capisce nulla di Cinema!
Ammetto di essere piacevolmente sorpreso da questo inizio anno: in due settimane, soltanto un paio di film italiani inutili distribuiti in sala. Speriamo di continuare così, in modo da poterci concentrare solo ed
esclusivamente sulle pellicole che valgano davvero la pena - ed il tempo - di una visione.
Che poi saranno le stesse che il Cannibale sconsiglierà! Ahahahahaha!

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