Non mi sono stufato?
Un po’ sì, però sono necessarie.
E allora, uso questa intro per dirvi che potete recupervi i film dell’anno di Pensieri Cannibali dalla posizione 40 alla 31
e quelli dalla 30 alla 21
mentre ora vi beccate le posizioni dalla 20 alla 11, con una serie di film che magari qualcuno si sarebbe potuto aspettare in top 10 e invece, per poco, per pochissimo, no, non ce l’hanno fatta.
Il tutto accompagnato anche questa volta dalle esclusive trame cannibali dei film, leggermente rivisitate rispetto a quelle originali…
Regia Ben Affleck
Genere 70s vintage
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Trama semiseria
Ben Affleck vuole girare un film chiamato Argo ma tutti, considerando le sue scarse qualità recitative, gli dicono di no. Così il buon Ben, sfiduciato, cambia mestiere e diventa un esperto della CIA nel recupero degli ostaggi. Mentre lui fa veramente l’esperto della CIA, tutti pensano che stia recitando e finalmente gli danno la possibilità di girare il suo film, Argo. E lui, per ripicca, risponde: “Eh no, abbelli. Adesso non lo giro più. Ar-go fuck yourself!”.
Pregi
- Prima parte con piacevolissimi toni da commedia brillante.
- Nella seconda parte la tensione viene fatta salire in maniera magistrale.
- Oltre che una vicenda politico-spionistica, oltre che un thriller, Argo è anche una riflessione interessante sul cinema, sulle sue dinamiche e sul rapporto realtà/finzione.
- Ben Affleck sempre più confermato come uno dei migliori cineasti americani contemporanei. Alla faccia di chi non ci avrebbe mai scommesso. Come me.
- A partire da una storia vera, l’esordiente Chris Terrio ha tirato fuori una sceneggiatura praticamente perfetta.
- Belle ambientazioni, costumi e capigliature tanto anni Settanta.
- Grande cast di contorno, su tutti l’accoppiata Alan Arkin/John Goodman.
- La splendida sequenza di montaggio alternato tra la conferenza stampa tenuta da un’attivista iraniana e quella dei producers del fittizio film Argo.
Difetti
- Quando si autodirige, Ben Affleck è bravo anche come attore. Però con un altro protagonista non è che il film sarebbe potuto essere ancora migliore? Eh, Ben?
- Argo è un film impeccabile, eppure gli manca il lasciarsi un po’ andare, gli manca un po’ più di trasporto emotivo.
- Argo è un film impeccabile, eppure gli manca il lasciarsi un po’ andare, gli manca un po’ più di trasporto emotivo.
- È uno di quei film da ammirare, più che da amare.
Battuta cult
“Ar-go fuck yourself!”
Regia Lynne Ramsay
Genere Figlio di… buona donna
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Trama semiseria
Kevin è la dimostrazione vivente di come guardare troppe volte Hunger Games possa fare male.
Molto male.
Pregi
- Una parte introduttiva splendidamente e inquietantemente onirica.
- Una interpretazione di Tilda Swinton larger than life.
- I tre attori che si alternano a seconda dell’età a dare il volto all’inquietante Kevin.
- La colonna sonora originale composta da Jonny Greenwood dei Radiohead, contrapposta ad alcuni pezzi pop stranianti come “Everyday” di Buddy Holly e “Last Christmas” dei Wham!.
- La tematica attuale, purtroppo attualissima, delle stragi in America raccontata da un punto di vista inedito.
"E pure io che c'ho 3 anni!" |
Difetti
- Il solito ridicolo titolo italiano, che fa sembrare We Need To Talk About Kevin una commedia spensierata sequel di …e alla fine arriva Polly.
...e direi che non è proprio quel genere di film.
...e direi che non è proprio quel genere di film.
- Prima parte ottima, il finale è un pugno nello stomaco, mentre la parte centrale della pellicola invece è un pochino inferiore.
- Dopo aver visto un film del genere, non vorrete avere un figlio. Mai.
Personaggio cult
Kevin (interpretato da Ezra Miller, Jasper Newell e Rock Duer).
"Con me puoi sfogarti, ne ho sentite di tutti i tipi. Perché stai piangendo?" "Perché le gemelle Olsen sono le mie sorelle." "Dio, perché lei hai fatto questo? Come hai potutooo?" |
Regia Sean Durkin
Genere Sette
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Trama semiseria
Martha è una ragazza disturbata, con dei seri problemi, ma non si capisce bene il perché. Poco a poco, scopriremo però la sconvelgente verità: è cresciuta insieme alla gemelle Olsen.
Pregi
- La protagonista Elizabeth Olsen è una rivelazione folgorante. Altra rivelazione folgorante è scoprire che è la sorella della sorelle gemelle Olsen. Con cui ha in comune i tratti del volto, ma per fortuna nient’altro.
- John Hawkes, già grande in Un gelido inverno - Winter’s Bone, qui ha un ruolo inquietante e ci regala anche un notevole momento musicale per voce e chitarra.
- Non è finita qui, perché pure Sarah Paulson (quella di American Horror Story), nei panni della sorella della protagonista, è davvero brava.
- La storia procede su due piani temporali alternati, uniti da un grande montaggio e da una sceneggiatura che con calma ci svela quanto successo alla protagonista, evitando però di dirci tutto.
- La splendida scena omaggio al capolavoro di Ingmar Bergman Persona.
- Non per tirargliela, ma se continua così il regista esordiente Sean Durkin ne farà di strada.
- Il finale aperto.
Difetti
- Una pellicola giocata forse eccessivamente sui vuoti, sui silenzi e sull’incomunicabilità.
- Un finale persino troppo aperto, che beffa lo spettatore. Ma è così che deve fare il cinema migliore. Non compiacere il pubblico, ma saperlo sempre sorprendere. Comunque, qualcuno - a ragione - può sentirsi preso in giro, da un finale del genere…
Scena cult
John Hawkes che canta “Marcy’s Song”.
"Dite che potevo scrivere anche un po' più piccolo? Scusate, la forza dell'abitudine... prima insegnavo a un corso per la terza età." |
Regia Tony Kaye
Genere Scuola di vita
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Trama semiseria
Adrien Brody è un professore di liceo precario che partecipa al concorso statale per avere un posto fisso. Lo passa, rientrando tra i fortunati 11mila su 320mila che ce l'hanno fatta, va a insegnare in una scuola disastrata, cambia per sempre la vita dei suoi studenti e poi dallo Stato gli dicono: "Ah no, ci siamo sbagliati. Non hai passato il concorso." E assegnano il posto a un raccomandato. Un certo Robin Williams, che gli studenti chiamano anche O capitano, mio capitano.
Adrien Brody è un professore di liceo precario che partecipa al concorso statale per avere un posto fisso. Lo passa, rientrando tra i fortunati 11mila su 320mila che ce l'hanno fatta, va a insegnare in una scuola disastrata, cambia per sempre la vita dei suoi studenti e poi dallo Stato gli dicono: "Ah no, ci siamo sbagliati. Non hai passato il concorso." E assegnano il posto a un raccomandato. Un certo Robin Williams, che gli studenti chiamano anche O capitano, mio capitano.
Pregi
- Tony Kaye, a distanza di anni dall’exploit di American History X, è in formissima e dirige in maniera inventiva, aiutato da un ottimo montaggio.
- Alcune scene raggiungono vertici di poesia notevoli.
- Il protagonista Adrien Brody, penso per la prima volta in tutta la sua carriera, mi ha convinto in pieno.
- Un cast di contorno di ottimo livello, in cui si segnalano soprattutto James Caan, la mad woman rossa tettona Christina Hendricks e la giovane sorpresa Sami Gayle.
- Uno dei più grandi film sulla scuola e dentro la scuola girati negli ultimi anni, insieme a Elephant e a La classe.
- È il film peggiore dell’anno secondo il mio blogger rivale Mr. James Ford. È questo è un pregio ENORME.
Difetti
- Alcuni personaggi di contorno sono abbozzati e poco approfonditi, come il solito sacrificato Bryan Cranston, che all’infuori di Breaking Bad per ora fa fatica a ritagliarsi ruoli non da semplice caratterista.
- A tratti dà l’impressione di essere il possibile pilot di una serie televisiva, e dà come l’impressione di non averci raccontato tutto quello che poteva raccontare.
- Adrien Brody se la cava più che bene. Io, però, avrei comunque scelto come protagonista un altro attore …
Personaggio cult
Meredith (Betty Kaye)
Regia Olivier Nakache, Eric Toledano
Genere (Quasi) BFF
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Trama semiseria
Il fannullone Driss diventa assistente personale e quasi amico del riccone paraplegico Philippe. Alla fine si scopre che Philippe cammina benissimo ed è stato tutto un elaborato scherzo architettato per il programma di Mtv Punk’d da Ashton Kutcher, che aveva scambiato Driss per Usain Bolt.
Pregi
- Handicap, amicizia, buoni sentimenti… Si potrebbe pensare il peggio e immaginarsi una pellicola iper buonista e smielata, invece è un film che affronta il tema in maniera coraggiosa e con un enorme senso del umorismo.
"Ancora non ha fatto effetto? Allora riproviamo..." |
- Molto bello il tema musicale composto dall’italiano Ludovico Einaudi.
- Mai riso così tanto in un film sull’handicap.
- Nonostante il tema trattato, non diventa mai deprimente.
- Alla fine ci può scattare anche la commozione. Anzi, niente di più facile che ciò succeda.
Difetti
- È pur sempre una storia di buoni sentimenti, o di quasi buoni sentimenti, quindi alla fine un minimo il film cede. Ma solo un minimo.
- Grande storia, interpretata molto bene dai due protagonisti e raccontata da un’ottima e frizzante sceneggiatura. A livello registico il film però non si segnala particolarmente.
Personaggio cult
Driss (Omar Sy)
"Ruby Sparks sì è carina, però, visto che le mie parole prendono vita, è arrivato il momento di scrivere il mio vero capolavoro: Jennifer Lawrence." |
Regia Jonathan Dayton, Valerie Faris
Genere God is a writer
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Trama semiseria
Lo scrittore Calvin Weir-Fields scrive il suo difficile secondo romanzo su una ragazza, Ruby, e questa per magia prende vita. Tutto ciò che scrive, si trasforma in realtà. Già che c’è, allora, comincia a modificarla a suo piacimento e la rende sempre più sessualmente “disponibile”. Ruby allora comincia a darla via in giro, fino a che una sera buia e tempestosa finisce in una villa ad Arcore e il resto, come si suol dire, è Storia…
Pregi
- Un film sul blocco dello scrittore che però non soffre di blocchi creativi ed è anzi una delle sceneggiature più inventive dell’anno.
- Una storia curiosa racconta in maniera brillante dalla sceneggiatrice esordiente Zoe Kazan, con qualche imperfezione che rende solo la pellicola ancora più umana e viva.
- Zoe Kazan è anche la protagonista femminile Ruby Sparks. Per il momento sembra meglio come sceneggiatrice, però pure come attrice non se la cava male.
- La scena in cui Calvin fa fare di tutto e di più a Ruby.
- Un film poetico, emozionante, romantico, ma non sdolcinato.
Difetti
- Storia singolare e originale, però l’ispirazione sembra arrivare dritta dalle storie di Charlie Kaufman e dai film girati da Spike Jonze e Michel Gondry. Senza però raggiungere la genialità assoluta di Kaufman.
- La famiglia del protagonista, con Annette Bening e Antonio Banderas persino troppo macchiettistici.
Personaggio cult
Ruby Sparks (Zoe Kazan)
Regia Jason Reitman
Genere Young adult
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Trama semiseria
Charlize Theron è un'autrice di popolari romanzi young adult, ovvero per giovani donne, tra cui la saga di Twilight. Quando fa ritorno nella sua cittadina, pensa che verrà trattata come una superstar e invece tutti le gridano: "L'hai scritta te 'sta mmerda? Ma ammazzate, ah stronza!".
Come forse avrete capito, la sua cittadina si trova nel Lazio...
Charlize Theron è un'autrice di popolari romanzi young adult, ovvero per giovani donne, tra cui la saga di Twilight. Quando fa ritorno nella sua cittadina, pensa che verrà trattata come una superstar e invece tutti le gridano: "L'hai scritta te 'sta mmerda? Ma ammazzate, ah stronza!".
Come forse avrete capito, la sua cittadina si trova nel Lazio...
Pregi
- Grande sceneggiatura della solita grande Diablo Cody.
- Questa non è una commedia vera e propria. È più un’anticommedia.
- Charlize Theron, bellissima donna, ma a me come attrice non era mai piaciuta. Nemmeno nella sopravvalutatissima interpretazione premiata con l'Oscar di Monster. Qui invece è davvero un portento. Best. Charlize. Ever.
- La protagonista è volutamente ‘na stronza. E a me piacciono, i personaggi stronzi.
- Se la young adult protagonista è ‘na stronza, il suo amichetto Patton Oswalt, già visto in United States of Tara (serie creata da Diablo Cody), non può non fare simpatia.
- Colonna sonora revival anni ’90 grandiosa, con top raggiunto da “The Concept” dei Teenage Fanclub, ascoltata dalla protagonista sul mangianastri (sul mangianastri!) dell’auto.
Difetti
- La protagonista è ‘na stronza. A qualcuno (razzista nei confronti degli stronzi) questo potrebbe non piacere.
- Come commedia, non si ride tanto. La verità è che, come detto, è più un’anticommedia che una commedia. Ma comunque, diavolo di una Diablo, un paio di battutine in più potevi mettercele lo stesso!
Canzone cult
“The Concept” dei Teenage Fanclub.
Regia Jonathan Levine
Genere Malati dal ridere
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Trama semiseria
Joseph Gordon-Levitt scopre di avere un cancro e di avere il 50% di probabilità di continuare a vivere e il 50% di morire. Il suo migliore amico Seth Rogen utilizza la drammatica situazione per cuccare e per scopare in giro. Quando Joseph Gordon-Levitt guarisce, Seth Rogen, disperato, gli regala una fornitura a vita di sigarette (non elettriche), un abbonamento a un solarium e un appartamento vicino a una centrale nucleare. Quanti regali. Questa sì che è amicizia!
- È un film su un giovane ragazzo malato di cancro. E non è un melodrammone patetico!
- È un film su un giovane ragazzo malato di cancro. Ed è una delle commedie più divertenti dell’anno!
- Un po’ di commozione però 50 e 50 la regala anche. È pur sempre un film su un giovane ragazzo malato di cancro, e che cacchio.
- Joseph Gordon-Levitt offre l’interpretazione più intensa della sua brillante carriera.
- Seth Rogen fa pisciare sotto dalle risate, persino più di quando è impegnato nelle sue solite comedy al 100%
- C’è la solita adorabilmente odiabile Bryce Dallas Howard, dopo The Help ormai esperta in ruoli sgradevoli.
- Ottima colonna sonora in cui svetta “High and Dry” dei Radiohead.
Difetti
- Il regista Jonathan Levine (già autore di All the Boys Love Mandy Lane e Fa’ la cosa sbagliata) presto sarà alle prese con il cinema “commerciale”, con il teen zombie movie Warm Bodies. Ce la farà a non sputtanarsi a Hollywood?
- Il finale sì è carino, però, boh, potevano inventarsi qualcosa di più originale…
Personaggio cult
Kyle (Seth Rogen)
"Lo sai Cannibal dove te lo mettevo questo se non ci mettevi in classifica, vero?" |
Regia Ti West
Genere Hotel infestato
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Trama semiseria
Un vecchio hotel sta per chiudere.
A causa della crisi economica?
No.
Perché lì di fianco hanno aperto un Hilton?
No.
Semplicemente perché è troppo inquietante e dovrebbero pagarti te per dormirci.
Alla fine comunque i proprietari decidono di chiuderlo e aprire al suo posto un Blockbuster. Bravi raga, così sì che farete affari d’oro!
Pregi
- È uno degli horror, nonché una delle riflessioni sull’horror, più intriganti degli ultimi anni.
- La prima parte è commedia pura. Con Ted, il film che mi ha fatto più scompisciare dalle risate. Gran parte del merito va al co-protagonista nerd interpretato da Pat Healy.
- Nella seconda parte, la tensione sale sale e fa male.
- Ti West ha uno stile retrò, eppure è il futuro dell’horror.
- La geniale scena che prende per il culo i meccanismi dei video de paura di YouTube e degli horror degli ultimi tempi.
- La protagonista Sara Paxton, dopo una serie trascurabile di filmetti, offre una prova maiuscola. E le interpretazioni degne di nota nel cinema dell’orrore non sono proprio all’ordine del giorno.
Difetti
- Una trama non particolarmente originale o elaborata.
- Ho trovato il film così divertente che tensione e paura, per quanto presenti, non sono nemmeno l’elemento che ho preferito. Cosa un po’ strana, per un horror, ma non necessariamente negativa…
Luke (Pat Healy)
11. The Artist
Regia Michel Hazanavicius
Genere Muto sono
Trama semiseria
George Valentin è il più grande divo del cinema muto. Un bel giorno, James Cameron inventa il cinema sonoro e realizza dei film commerciali di merda. George Valentin, per vendetta, utilizza il suo avatar Na’vi per andare a pescare James Cameron e per esiliarlo definitivamente su Pandora. Sulla Terra tornano finalmente ad essere prodotti dei bei film.
Pregi
Difetti
Non ho trovato i dialoghi molto interessanti o coinvolgenti.
Ah, è un film muto?
Okay, scusate. Errore mio.
Scena cult
Peppy Miller (Bérénice Bejo) che abbraccia l’appendiabiti.