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mercoledì 28 ottobre 2015

Cannibal Music - I dischi di ottobre 2015





Questo mese sono arrivati un sacco di album e per altro quelli di cui sono riuscito a parlare sono solo una piccola parte dei lavori usciti sugli scaffali fisici e virtuali dei negozi. Non perdiamo quindi altro tempo in intro inutili e passiamo ad ascoltarli.

Disclosure “Caracal”

martedì 24 dicembre 2013

MUSICA CANNIBALE 2013 – TOP 10 ALBUM



Ci siamo! Dopo aver ascoltato gli album dalla posizione 40 alla 31, quelli dalla 30 alla 21 e pure quelli dalla 20 alla 11, oggi è finalmente l'ora della top 10. I 10 dischi più lovvati nel corso del 2013 da Pensieri Cannibali.
Ma prima un breve palmarès dei migliori dischi cannibali degli anni passati, ovvero...

"Back to Black" di Amy Winehouse nel 2007
"Vampire Weekend" dei Vampire Weekend nel 2008
"Primary Colours" dei The Horrors nel 2009
"My Beautiful Dark Twisted Fantasy" di Kanye West nel 2010
"Conatus" di Zola Jesus nel 2011
"The Idler Wheel" di Fiona Apple nel 2012

Chi sarà il numero 1 del 2013?

10. David Bowie "The Next Day"

Genere: evergreen
Pezzo top: "The Stars (Are Out Tonight)"
Da ascoltare: perché non tutti i "vecchi" sono da rottamare.
Ma, Bowie a parte, non ne restano poi così tanti da salvare LOL XD



9. Arcade Fire "Reflektor"

Genere: divino
Pezzi top: "Afterlife", "Reflektor"
Da ascoltare: prima di morire. Ta dan!
E anche dopo. Ta ta ta daaan!



8. Janelle Monáe "The Electric Lady"

Genere: jackie brown
Pezzi top: "We Were Rock & Roll", "What an Experience"
Da ascoltare: perché è il più bel disco anni '70 non uscito negli anni '70



7. Disclosure "Settle"

Genere: UK club
Pezzi top: "When a Fire Starts to Burn", "Help Me Lose My Mind"
Da ascoltare: perché se no siete troppo degli sfigati, gne gne gne gnegne!


6. Charli XCX "True Romance"

Genere: puttanpop
Pezzi top: "You (Ha Ha Ha)", "What I Like"
Da ascoltare: per sentire oggi quale sarà il suono in radio e nei locali tra un paio d'anni.



5. James Blake "Overgrown"

Genere: new soul
Pezzo top: "Voyeur"
Da ascoltare: perché è troppo cool, senza manco sforzarsi di esserlo.



4. Sky Ferreira "Night Time, My Time"

Genere: alternative pop
Pezzi top: "Nobody Asked Me (If I Was Okay)", "You're Not The One"
Da ascoltare: perché oggi come oggi è la più grande popstar del mondo, se solo il mondo fosse pronto per lei.



3. King Krule "6 Feet Beneath the Moon"

Genere: spoken-jazz, new-blues, slow-punk... chiaro quale sia il suo genere, no?
Pezzo top: "Easy Easy"
Da ascoltare: perché la sua musica sfugge a qualsiasi genere o definizione ed è qualcosa di personale e nuovo. E perché è lui la vera grande sorpresa musicale di questo 2013, insieme a Rodriguez, che però i suoi dischi li ha incisi negli anni '70 e quindi è un fuoriclasse fuoriclassifica.

Dicono di lui su
tetter
Burger King @forzapanino
Al prossimo che si accatta il disco di #KingKrule in regalo un menù Burger Diet da 5000 calorie omaggio. Succede solo da #BurgerKing



2. Kanye West "Yeezus"

Pitchforkoni: fotomontaggio geniale realizzato dal sito PopTopoi.

Genere: post-rap
Pezzi top: "Black Skinhead", "I Am a God", "New Slaves"
Da ascoltare: perché Yeezus è il nuovo Vangelo o, più modestamente, il nuovo hip-hop.


1. Daft Punk "Random Access Memories"

Genere: alieno
Pezzi top: "Giorgio by Moroder", "Give Life Back to Music", "Get Lucky"
Da ascoltare: e far ascoltare in tutto l'Universo.



sabato 14 settembre 2013

MERCURY PRIZE 2013 – LE NOMINATION




Cos’è il Mercury Prize?
E che ne so io?

Ah no, lo so. Scusate, ogni tanto ho dei vuoti di memoria. Sarà la vecchiaia che avanza o, più probabilmente, l’alcool che avanza.
Il Mercury Prize è un prestigioso, forse il più prestigioso, riconoscimento musicale britannico. È il premio che viene assegnato ogni anno al miglior album realizzato da un artista/band della Gran Bretagna e dell’Irlanda.
L’anno scorso l’hanno vinto gli ottimi esordienti assoluti Alt-J, mentre in passato se lo sono portati a casa altri artisti meritevoli come PJ Harvey (l’unica che ha fatto doppietta), Arctic Monkeys, Primal Scream, Suede, Portishead, Pulp, The xx etc. insieme a gente premiata non si sa bene per quale motivo come M People o Talvin Singh.
Come gli Oscar e come un po’ tutti i premi in generale, si tratta ovviamente di un award discutibile. Le nomination di quest’anno però toccano vari generi e artisti parecchio differenti tra loro, riuscendo ad accontentare un po’ tutti. O quasi. I My Bloody Valentine ad esempio si sono incacchiati per l'esclusione.
Ecco allora i 12 dischi nominati per il miglior album made in Britain al Mercury Prize 2013, che verrà consegnato il prossimo 30 ottobre.

Arctic Monkeys - AM
David Bowie - The Next Day
Disclosure - Settle
Foals - Holy Fire
Jake Bugg - Jake Bugg
James Blake - Overgrown
Jon Hopkins - Immunity
Laura Marling - Once I Was An Eagle
Laura Mvula - Sing To The Moon
Rudimental - Home
Savages - Silence Yourself
Villagers - Awayland

I favoriti dei bookmakers sono anche i nomi più celebri, Arctic Monkeys e David Bowie.





Attenzione però anche ai miei due album preferiti tra quelli nominati, ovvero “Settle” dei Disclosure e “Holy Fire” dei Foals, per cui farò il tifo.





Niente male nemmeno quasi tutti gli altri dischi. Ottime in particolare le scelte di James Blake e Laura Marling.





Applausi pure per una manciata di esordienti promettenti, con l’electro dei Rudimental, il soul di Laura Mvula e il post-punk delle selvagge, Savages.







Interessanti anche l’electro di Jon Hopkins e il bravino ma forse un tantino sopravvalutato Jake Bugg.





Evitabili invece i Villagers, appartenenti a quel filone di noia-folk che poco sopporto, ma un nome solo su 12 che non mi gusta direi che va più che bene. Sempre meglio delle nomination di molte altre competizioni. Chi ha nominato gli Oscar o gli Emme Tivì Awards?



giovedì 22 agosto 2013

HIP-HOP/ELECTRO RECORDS




Mini-rassegna cannibale di dischi ascoltati nelle ultime settimane/mesi da queste parti.
In attesa del post dedicato agli album pop e a quelli rock, in arrivo a breve, oggi si parte con sonorità electro e hip-hop.
Check it out, yo.

"Beyoncé, fatti in là. Quando ballo sono più sexy di te!
Forse..."
Jay-Z “Magna Carta Holy Grail”
Dopo il disco in collaborazione con Dio Kanye West "Watch the Throne", le aspettative nei confronti del nuovo album di Jay-Z si erano fatte un filino troppo elevate, soprattutto all’indomani dell’uscita di una bomba come “Yeezus” del compare. La verità è che Jay-Z, nonostante una manciata di buoni lavori come The Black Album e The Blueprint, è più uno da singoli che non da album. E in questo suo “Magna Carta Holy Grail” di singoloni pazzeschi non ce ne sono, fatta eccezione per il notevole brano d’apertura Holy Grail, in cui a spiccare sono soprattutto la voce di Justin Timberlake, che offre una delle interpretazioni migliori della sua carriera, e una riuscita citazione di “Smells Like Teen Spirit” dei Nirvana.
Il resto del lavoro si adagia su sentieri più di routine. È come se Jay-Z, tra miliardi guadagnati a vagonate e un felice matrimonio con la neo bionda Beyoncé, si fosse messo l’anima in pace e non avesse più niente da dimostrare e da dire. Se le sue rime più infuocate sono rivolte contro la bimbominkia Miley Cyrus, d’altronde, i tempi delle faide tra 2Pac e Notorious B.I.G. sembrano davvero lontani nel rap mainstream di oggi. Quello che ha tirato fuori è allora un album da pantofolaio, che non si prende rischi come l’amichetto Kanye, ma suona come il solito disco di Jay Zeta. Tutto ben prodotto, tutto ben rappato, ma il sacro Graal dell’hip-hop si trova ben lontano da qui.
(voto 6-/10)



Boards of Canada “Tomorrow’s Harvest”
Sono tornati! Sono tornati! I due genietti della musica elettronica che non pubblicavano un album nuovo dal 2005 sono tornati!
Sì, ok, lo sanno già tutti, i Daft Punk sono tornati da parecchi mesi…
Ma io non sto parlando dei Daft Punk. Sto parlando dei Boards of Canada i quali, nonostante il nome, arrivano dalla Scozia. Specialisti nella musica ambient e chill-out strumentale e dalle sonorità molto cinematografiche, se ne sono usciti con un nuovo gioiellino confezionato con la loro tipica cura e classe. Musica da sottofondo, ma sia detto nel senso migliore del termine. Non è musica da ascensore. È musica che crea un ambiente sonoro, che ti avvolge in maniera delicata e ti porta nel suo mondo. Non un gruppo da singolone spacca classifiche, non un gruppo da dance club, non un gruppo immediato. Se darete loro un po’ di fiducia, però, non li abbandonerete più.
(voto 7,5/10)



Disclosure “Settle”
La figata. Questo disco è la figata.
Una volta c’erano Fatboy Slim, i Prodigy, i Chemical Brothers, i Groove Armada, i Basement Jaxx, ecc ecc. Per carità, ci sono ancora in circolazione, però si sentono sempre meno. A supplire alla loro (parziale) mancanza ci pensano allora i Disclosure, due giovincelli inglesi che propongono il suono più cool oggi in circolazione. Un misto di garage UK alla maniera degli Artful Dodger e di nuovi suoni dubstep, il tutto con un tocco di pop che non guasta. Dance ma non truzzi, electro ma potenzialmente adatti anche per un pubblico poco electro, i Disclosure rappresentano il qui e ora della musica e il loro album d’esordio “Settle” è il disco perfetto dell’estate 2013.
(voto 8/10)



Rudimental “Home”
…e se non vi bastano i Disclosure, ocio e soprattutto orecchio ai Rudimental. A dispetto del nome che si sono scelti, il sound di questo quartetto britannico è tutt’altro che rudimentale. Super produzioni in bilico tra drum’n’bass, electro, trip-hop e dubstep con ospiti vocali talenti emergenti come John Newman, Foxes, Syron, Alex Clare, Angel Haze ed Ella Eyre, oltre alla ormai superstar Emeli Sandé, per un album che più che come un album suona come una compilation (riuscita) dell’attuale scena elettronica UK.
(voto 7+/10)



Tricky “False Idols”
Tricky è Tricky. Vi devo anche stare a dire cosa ha fatto e chi si è fatto nel corso della sua carriera? Per riassumere brevemente, ha collaborato con i Massive Attack , realizzato una serie di album grandiosi e si è fatto Bjork, durante l’epoca d’oro del trip-hop negli anni ’90. Ma basta parlare del passato. Com’è il suo disco nuovo?
È un altro intrigante album di Tricky, come al solito. Anche i suoi lavori meno riusciti possiedono tutti il loro fascino e questo non fa eccezione. Non siamo al livello dei suoi primi folgoranti disconi, però è comunque un dischetto degno di nota e di ascolto. Tanto per usare qualche frase tipica che si usa in queste circostanze, potrei dire che è “L’album migliore di Tricky dai tempi di…” e qui aggiungete il titolo dell’ultimo lavoro di Tricky interessante a vostra scelta. La verità è che a me sembra il solito valido album di Tricky. Forse un filo meglio rispetto ai suoi ultimissimi, ma per una volta non c’ho voglia di stilare una classifica. Meglio o peggio di questo o quell’altro disco, Tricky continua a sfornare roba di buon livello perché, in mezzo a tanti false idols, lui è un idolo vero.
(voto 6,5/10)



Ghostpoet “Some Say I So I Say Light”
…e se vi piace Tricky, io vi consiglio di dare un ascolto anche a Ghostpoet.
Ghostpoet è un poeta di strada, un rapper, ma più che un rappato duro e puro il suo è un rappato parlato, vicino appunto allo stile di Tricky. Dopo il folgorante esordio Peanut Butter Blues & Melancholy Jam del 2011, il suo nuovo album “Some Say I So I Say Light” è un’altra collezione di poemi in musica, brani spoken word distesi su tappeti sonori notturni e metropolitani. Roba da ascoltare rigorosamente con le cuffiette per estraniarsi dal mondo circostante. Roba da gente a cui piace Tricky.
(voto 6,5/10)



Tyler, the Creator “Wolf”
Attenti al lupo.
(voto 7/10)



Tomorrow’s World “Tomorrow’s World”
Cosa succede quando uno dei due Air, per la precisione Jean-Benoit Dunckel, quello più fighetto, lascia (spero solo provvisoriamente) gli Air e si dedica a un nuovo progetto musicale, questa volta in compagnia di Lou Hayter, cantante della indie pop band New Young Pony Club?
L’indovinello è presto risolto: ne esce un mix tra le due band. A volte il risultato di un’addizione non è dato dalla somma dei singoli addendi, in questo caso sì. Se avete presente il suono degli Air e quello dei New Young Pony Club e provate a unirli, ciò che ne verrà fuori sarà proprio il suono dei Tomorrow’s World. Va però notato purtroppo che, nonostante qualche brano non male, l’ispirazione non è altissima per tutto il lavoro e il risultato è lontano dai momenti migliori dei due gruppi di provenienza. Quindi provate a immaginare Air + New Young Pony Club, però in tono minore e avrete i Tomorrow’s World.
(voto 6-/10)



Moderat “II”
…e a proposito di gente che unisce le forze, la stessa cosa hanno fatto il musicista crucco Apparat + gli electro berlinesi Modeselektor. Il loro nuovo lavoro nel complesso è ottimo, davvero notevole, ma su tutto si erge il singolone “Bad Kingdom”, uno di quei pezzi per cui l’uomo deve aver coniato il termine “meraviglioso”.
(voto 7+/10)



Doldrums “Lesser Evil”
Se vi piacciono The Knife, Bjork, Crystal Castles e in generale l’elettronica più malata e inventiva, non perdetevi questo disco.
Una figata maligna.
(voto 8/10)



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