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lunedì 14 marzo 2022

Red: un pezzo sul film Disney-Pixar, non su Red Ronnie





Red
Titolo originale: Turning Red
"No, non guardare le mie vignette. Sono imbarazzanti!"

Quando mi piace un film della Disney, e in questo caso pure parecchio, mi chiedo sempre se è la Disney che sta cambiando, o se sono io che sto cambiando.

Hey, perché mi sto trasformando in un grosso orso rosso?

domenica 27 giugno 2021

giovedì 23 maggio 2019

I film usciti dalla lampada questa settimana





Quali film escono 'sta settimana nei cinema?
Calma. Presto lo scorpriremo insieme. Insieme a chi?

In codesta puntata della rubrica sui film in arrivo nelle sale italiane, insieme ai due soliti conduttori che ormai avrebbero anche un po' stufato, ovvero il sottoscritto Cannibal Kid e soprattutto quel brontolone del mio avversario Mister James Ford, la guest-star settimanale è...

Federica Gentili, anche nota con il nickname non proprio facile da pronunciare, se non altro per noi terrestri, Fexxonji. È l'autrice del bel blog Tempi Post-Moderni, che si occupa in maniera competente e appassionata di cinema, ma anche musica e serie tv.

Via ai nostri e ai suoi commenti.


Aladdin
"Qual è il tuo primo desiderio, Aladdin?"
"Posso avere un altro genio, per favore? Possibilmente Robin Williams, grazie."

domenica 17 dicembre 2017

Scoop: Disney ha comprato Pensieri Cannibali





È ufficiale. Dopo mesi di trattative estenuanti, The Walt Disney Company ha raggiunto un accordo con Cannibal Kid, il CEO di Pensieri Cannibali, per l'acquisizione del celebre sito di cinema, musica, serie tv, gossip e cazzate.

All'indomani dell'acquisto di 20th Century Fox, si allarga dunque ulteriormente il campo delle proprietà della casa di Topolino. Secondo quanto riporta il Financial Times di Paperopoli, l'acquisizione di Pensieri Cannibali pare sia costata 10 mila lire, 2 bitcoin, un ingresso omaggio a Eurodisney (ma senza soggiorno), e la visione in anteprima della nuova pellicola Disney-Pixar Coco.

Cannibal Kid ha voluto rassicurare i lettori del blog, promettendo loro che questa cessione non comporterà alcuna modifica nella linea editoriale, né tanto meno trattamenti differenti rispetto al solito nei confronti delle pellicole prodotte e distribuite dalla Walt Disney. "Non ci sarà assolutamente nessun cambiamento", ha affermato il Kid. Intanto ha anche presentato il futuro header in arrivo sul sito nei prossimi giorni.

lunedì 5 giugno 2017

Bella roba!





La Bella e la Bestia
Regia: Bill Condon
Cast: Emma Watson, Dan Stevens, Luke Evans, Josh Gad, Kevin Kline, Ewan McGregor, Ian McKellen, Emma Thompson, Stanley Tucci, Gugu Mbatha-Raw



C'era una volta un principe bello...


...e soprattutto sano di mente.

mercoledì 15 febbraio 2017

Vaiana Pozzi





Oceania
Titolo originale: Moana
Regia: Ron Clements, John Musker
Cast: Moana Vaiana, Maui, Nonna Tala, Tamatoa


Oceania ha fatto parlare molto di sé. Per quale motivo?
Per la storia femminista che racconta?
Per le accuse di aver usato in maniera massiccia stereotipi sul popolo polinesiano?
Sì anche, ma in Italia ha fatto discutere soprattutto per un'altra vicenda: il titolo.

Nella maggior parte dei paesi del mondo, Moana, film che vede come protagonista una ragazzina chiamata Moana, è uscito con il titolo di... Moana, ovvio.
In Spagna e qualche altro paese europeo il suo nome è stato invece cambiato in Vaiana, perché Moana è già un marchio registrato nella penisola iberica e in altre zone.
Anche in Italia il nome della protagonista, così come dell'intera pellicola, è stato cambiato. Il motivo però è un altro. Da noi infatti Moana non è un marchio registrato, bensì il nome della pornostar nazionale più celebre di tutti i tempi: Moana Pozzi.

venerdì 13 gennaio 2017

Alla ricerca di un pesce di cui non ricordo il nome, credo non sia Nemo ma qualcosa tipo Rory






Alla ricerca di?
Regia: Andrew Stanton, Angus MacLane
Cast: ?, Marlin, Nemo, Hank, Destiny, Bailey, Charlie, Jenny



Ricordo!
Ora ricordo quasi tutto!
Ironico che a farmi tornare la memoria sia stato un film su una pesciolina smemorata, ma tant'è.
Mi chiamo Cannibal Kid, scrivo su un blog di successo che di nome fa Pensieri Cannibali, odio i pesci e le pellicole Disney.
Ricordo forse male qualcosa?

giovedì 22 dicembre 2016

La strada verso il cinema






Ultimo appuntamento dell'anno con la rubrica delle uscite cinematografiche che conduco insieme a Mr. James Ford.

Cosa sono questi caroselli per le strade di tutta Italia e del mondo intero?

Ho solo detto l'ultimo dell'anno, non l'ultimo di sempre. Purtroppo.
In attesa di scoprire se Babbo Natale mi regalerà un nuovo co-conduttore, o preferibilmente una co-conduttrice, di questa rubrica, andiamo a vedere cosa arriva nei giorni festivi nei cinema italiani.

Oceania
(dal 22 dicembre)
"Chissà perché il nostro film in Italia uscirà intitolato Oceania, anziché Moana?"
"Proprio non ne ho idea, maremma maiala!"

lunedì 6 giugno 2016

Zootropolis, le conigliette sono sempre le migliori





Zootropolis
(USA 2016)
Regia: Byron Howard, Rich Moore
Sceneggiatura: Jared Bush, Phil Johnston
Genere: animalo
Se ti piace guarda anche: Inside Out, Kung Fu Panda, Frozen

Devo essere il primo. Il primo coniglio che diventa poliziotto?
No, quella è la storia che racconta il film. Io devo essere il primo blogger a parlare male di Zootropolis.
Ce la posso fare?
Nessuno può mettere Cannibal in un angolo. Non permettere mai a nessuno di dirti che non sai fare qualcosa. Neanche a me. Ok? Se hai un sogno tu lo devi proteggere. Quando le persone non sanno fare qualcosa lo dicono a te che non la sai fare. Se vuoi qualcosa, vai e inseguila. Punto.

domenica 18 gennaio 2015

WE CAN BIG HERO 6, JUST 4 1 DAY





"E' arrivata la recensione cannibale del nostro film?
Wow, chissà quante cose magnifiche dirà!"
Big Hero 6
(USA 2014)
Regia: Don Hall, Chris Williams
Sceneggiatura: Jordan Roberts, Daniel Gerson, Robert L. Baird
Ispirato al fumetto: Big Hero 6
Genere: disneymarvelliano
Se ti piace guarda anche: Real Steel, Dragon Trainer 2, The Lego Movie, Kick-Ass

Disney + Marvel??? = Nun je la posso fa'!
Eppure le ultime pellicole dei 2 big studios americani mi sono sorprendentemente piaciute. Oltre a essere il film preferito dai miei 2 nipotini, Frozen è riuscito a sciogliere persino il mio cuore di ghiaccio e a diventare 1 delle mie pellicole d'animazione favorite degli ultimi anni. Per quanto riguarda la celebre casa fumettistica Marvel, dopo aver odiato in pratica quasi ogni loro film tranne il 1°, ovvero il sottovalutatissimo Howard e il destino del mondo, ho trovato il loro recente Guardiani della Galassia 1 prodotto d'intrattenimento parecchio efficace e godibile.
Adesso che però i 2 colossi del capitalismo mondiale hanno unito le loro big forze per fare ancora + soldi che in passato, nun je la posso fa'. Devo tornare a sfoderare la mia cattiveria. Mi tocca. Dopo tutto, non è 1 vero film supereroistico senza 1 cattivo come si deve e non è 1 vera recensione supereroistica senza 1 villain altrettanto all'altezza.


mercoledì 10 settembre 2014

MALDEFICENT





Maleficent
(USA, UK 2014)
Regia: Robert Stromberg
Sceneggiatura: Linda Woolverton
Ispirato a: La bella addormentata nel bosco
Cast: Angelina Jolie, Elle Fanning, Sharlto Copley, Imelda Staunton, Juno Temple, Lesley Manville, Sam Riley, Brenton Thwaites, Hannah New, Isobelle Molloy, Ella Purnell
Genere: fiaba finto alternativa
Se ti piace guarda anche: La bella e la bestia, Frozen, Biancaneve, Shrek, Il grande e potente Oz

C’era una volta, tanto tempo fa, un blogger cinematografico odiato da tutti. Maldeficent Kid era il suo nome.
Perché era tanto detestato?
Forse perché osava parlare male di film che al resto del popolo del web erano piaciuti molto, come Avatar o Mary Poppins o Gravity o Forrest Gump, mentre invece elogiava pellicole altrove parecchio detestate come Under the Skin o Cattivi vicini. Ma certo che se non ridete con Cattivi vicini, ve lo meritate proprio, Alberto Sordi!
Maldeficent Kid non aveva peli sulla lingua e diceva sempre ciò che pensava, anche se a volte questo poteva renderlo antipatico o impopolare. C’era in particolare un pensiero che non condivideva con il resto del mondo e riguardava Angelina Jolie. Anche altre star considerate sex-symbol mondiali come Jennifer Lopez erano da lui detestate. Però se quella chiappona di J. Lo fosse passata dalle sue parti, due colpi magari glieli avrebbe anche dati. Ma ad Angelina Jolie proprio no.
Angelina Jolie per tutto il mondo era una figa stellare, mentre per Maldeficent Kid era un mostro. Un mostro terrificante. Altroché sex-symbol.

"Fuck you, Maldeficent Kid!"

Quando girò Maleficent nel ruolo della protagonista Malefica, Angelina Jolie era di suo già così terrificante che i truccatori non doverono fare molto. Niente make-up, niente effetti speciali. Angelina Jolie era al naturale.

"Ma quanto sono sexy?"

Per Maldeficent Kid era quindi un mistero capire come una tale spaventosa creatura venisse invece considerata tanto splendida da milioni, forse da miliardi di persone. Non riusciva nemmeno a immaginare cosa fosse passato nella testa di Brad Pitt per mollare quella fregna gigantesca di Jennifer Aniston, lei...


Per mettersi con lei...

"Ma che davero?"

...fino addirittura a sposarla in un castello della Francia, la tenuta da fiaba della celebre coppia.


Un’altra cosa che non riusciva a comprendere è come in molti considerassero Angelina Jolie un’ottima attrice. Il reale valore artistico della Jolie era per Maldeficent Kid inferiore a quello di Alessia Merz, “attrice” italiana che agli inizi di carriera le venne preferita durante i casting di quel filmone di Jolly Blu. Poco tempo dopo quella clamorosa disfatta, la Jolie venne premiata con un generosissimo premio Oscar.
Un premio Oscar dato a una cui giusto qualche mese prima era stata preferita la Merz, vi rendete conto?

"Sono un'attrice migliore di te, Angelina. Fattene una ragione."

Maldeficent Kid non riusciva a capacitarsi di ciò, così come non riusciva a comprendere tutta la sua enorme popolarità e le lodi nei suoi confronti in film come il noiosissimo Changeling di Clint Eastwood o il successo mondiale Maleficent.Come poteva una favoletta modesta, scontata e già stravista e strasentita come quella aver fatto incassi tanto strabilianti, negli USA così come in Italia e un po’ ovunque nel globo?
Qualche mese prima, un film fiabesco e all’apparenza simile sempre prodotto dalla Disney come Frozen aveva fatto ancora meglio, ma in quel caso, per quanto fosse un prodotto dall’impianto piuttosto tradizionale, si trattava di una visione irresistibile arricchita da personaggi davvero accattivanti. Una pellicola divertente e commovente in grado di sciogliere il cuore persino di Maldeficent Kid. Maleficent invece gli ha ricordato piuttosto lo spento La bella e la bestia in versione francese di appena pochi mesi prima.
L’unico merito che può essere attribuito al film, oltre al brano “Once Upon a Dream” interpretato da Lana Del Rey sui titoli di coda, è quello di mostrare, soprattutto al pubblico più piccolo, che in una storia ci sono sempre almeno due lati, due modi differenti di raccontarla. La fiaba de La bella addormentata nel bosco, che già aveva sempre fatto addormentare Maldeficent Kid, può essere vista da un punto di vista differente. Può essere raccontata dando spazio anche alla cattiva, ma poi nemmeno troppo, Malefica e non solo all’odiosa e sempre sorridente Aurora, resa un po’ più sopportabile dall’adorabile Elle Fanning.
"Oh, povera. E' finita in coma guardando questo entusiasmante film, chissà perché?"

La particolarità di questo film non è però niente di particolare nell’anno 2014, a oltre una decina di anni dall’arrivo di Shrek, che già mostrava il mondo delle fiabe dal punto di vista di un cattivone. Questa Maleficent sembra poi la copia sbiadita di Regina della serie tv Once Upon a Time. Se a ciò aggiungiamo il fatto che, al di là del fatto di presentare come protagonista una che in teoria è una villain, si tratta di una classica pellicola Disney vecchio stampo, con tanto di gag infantili che non fanno ridere, tutto il successo ottenuto davvero non si spiega. Così come Maldeficent Kid non condivide i giudizi positivi, anche da parte di chi non ha apprezzato particolarmente il film, nei confronti dell’interpretazione della Jolie. Sì, Maldeficent Kid ammette che un pochino inquietante l’ha trovata in questo ruolo, ma solo perché i suoi zigomi sporgenti da zombie anoressica gli hanno fatto una gran paura. Molto più delle corna, messe in testa forse dalla produzione del film, o forse dal neo maritino Brad Pitt, chissà?
Per il resto, nonostante il suo nome, Maldeficent Kid non è riuscito a immedesimarsi per niente nella (finta) cattiva Maleficent, una che vive nella brughiera insieme a dei mostriciattoli che paiono un incrocio tra gli amichetti di Noah e le creature innominabili di The Village. Tutta colpa dei pregiudizi che nutriva nei confronti della Jolie?
Può essere. Eppure Maldeficent Kid era già in passato riuscito a sconfiggere i pregiudizi e ad apprezzare ad esempio un film come Saving Mr. Banks, altra produzione della Disney con un altro attore da lui parecchio odiato come Tom Hanks. In quel caso aveva ammesso che si trattava di una pellicola di buon livello, mentre qui siamo di fronte a una favoletta banale raccontata da un’onnipresente e fastidiosa voce fuori campo che si lascia anche seguire, ma solo tra uno sbadiglio e l’altro. Alla faccia del titolo, di Maleficent c’è poi ben poco e il buonismo la fa da padrone.

"Ma statte zitt, Maldeficent Kid, che ti è piaciuto Colpa delle stelle..."

Questo per quanto riguarda il film. Volete invece sapere com’è finita la storia di Maldeficent Kid?
L’odiato blogger pubblicò sul suo sito Pensieri Malefici la recensione/stroncatura di Maleficent e venne brutalmente criticato dagli spettatori entusiasti della pellicola e da tutti i fan di Angelina Jolie, che spedirono Maldeficent Kid in esilio nella brughiera insieme all'altrettanto ripudiata Jennifer Aniston. Cosa di cui non si lamentò troppo. Nel frattempo, Angelina Jolie insieme a Brad Pitt e ai loro 1000 figli festeggiarono nel loro splendido castello francese la cacciata del nemico blogger. E vissero per sempre felici e contenti.
(voto 4,5/10)

venerdì 1 agosto 2014

ESCAPE FROM TOMORROW, IN CULO ALLA DISNEY




Escape From Tomorrow
(USA 2013)
Regia: Randy Moore
Sceneggiatura: Randy Moore
Cast: Roy Abramsohn, Elena Schuber, Jack Dalton, Katelynn Rodriguez, Danielle Safady, Annet Mahendru, Lee Armstrong, Amy Lucas, Alison Lees-Taylor, Zan Naar
Genere: disney-ano
Se ti piace guarda anche: Spring Breakers, Blancanieves, Eraserhead – La mente che cancella

Una giornata a Disneyland. Riuscite a immaginare qualcosa di più inquietante?
Io no e, a quanto pare, nemmeno il regista di Escape From Tomorrow. È rassicurante vedere un film come questo. Non perché sia una visione priva di risvolti angoscianti, tutt’altro, ma perché è bello scoprire che al mondo esiste qualcun altro che, come me, reputa il mondo Disney un qualcosa di parecchio infernale.

Escape From Tomorrow ci racconta la giornata a Disneyland di Jim, un tranquillo padre di famiglia. Il solito padre di famiglia normale, di quelli di cui sentiamo parlare tutti i giorni al telegiornale. Di quelli che un giorno gli prende un raptus e fanno fuori moglie e figli o ragazzine random. Quel classico padre di famiglia lì.
Jim deve affrontare una giornata a Disneyland con la figlioletta perfettina, con il figlio creepy e con la moglie cagacazzo dopo aver appena ricevuto la notizia del suo licenziamento. Come pensate possa reagire quest’uomo a tutte le canzoncine, le risatine, le smorfiette che lo attendono dentro il parco giochi più teneroso del pianeta?
Ubriacandosi come una merda e andando fuori di testa, ma non solo. L’arrapatissimo Jim vivrà l’esperienza a Disneyland quasi come fosse al Mi-Sex e avrà diversi tipi di incontri a carattere più o meno sessuale, con le principali tipologie di fantasie erotiche maschili: ci sono le teen (una proprio bambinetta, l’altra è la stramegagnocca di The Americans Annet Mahendru), c’è la MILF, ci sono le cosplay delle principesse, c’è la tipa esotica, c’è la sexy infermiera. Ce n’è per tutti i gusti. Più che a Disneyland, Jim sembra finito dentro un porno, tra simboli fallici, tette al vento, sostanze bianche che schizzano da tutte le parti.
La visione sessualmente molto carica proposta da questa pellicola può apparire provocatoria, e lo è, ma in fondo un messaggio sessuale e ad alto tasso di pedofilia emerge spesso nelle varie produzioni Disney. Devo per caso ricordarvi che è da lì che provengono tante delle nostre più amate pornosta… ehm popstar di oggi come Britney Spears, Christina Aguilera, Miley Cyrus, Selena Gomez e Vanessa Hudgens?

A proposito di queste ultime due, Escape From Tomorrow è una delle visioni più originali e inclassificabili in cui mi sono imbattuto negli ultimi tempi eppure, se devo citare un film che mi ha ricordato, è stato proprio Spring Breakers, la pellicola di Harmony Korine in cui le starlette della Disney Selena & Vanessa venivano fatte rivivere attraverso personaggi e situazioni del tutto opposte a quelle con cui le avevamo conosciute ne I maghi di Waverly e High School Musical. Un ribaltone simile a quanto avviene qui, dentro una Disneyland che mette i brividi e che diventa la sede della disgregazione della famiglia, anziché la sua celebrazione. Possiamo vedere questa folle giornata al parco giochi come lo spring break personale di Jim. Una dimensione parallela in cui tutto è possibile. Un non-luogo in cui le fantasie di un paparino prendono vita. Delle fantasie di tipo diverso da quelle cui Walt Disney pensava quando ha messo su il suo luna park, trasformato dal protagonista di Escape From Tomorrow in un luna pork.

Come ha fatto il regista esordiente, e assolutamente da tenere d’occhio da qui fino alla fine dei nostri e dei suoi giorni, Randy Moore a girare un’opera così “blasfema” nei confronti della Disney proprio all’interno della dolce e rassicurante casetta della Disney?
Moore ha utilizzato videocamere nascoste e iPhone e ha filmato tutto senza farsi sgamare, aggiungendo poi alcune scene in fase di post-produzione. Ne è uscita una pellicola low-budget eppure visivamente notevolissima, un gioiellino in cui fantasia e immaginazione hanno un potere molto più forte dei soldi. Un film che per forza di cose è stato boicottato dalla grande distribuzione ed è uscito in pochissimi cinema statunitensi, per poi passare dritto nel circuito del video on-demand. Nonostante questo, Escape From Tomorrow sta diventando un piccolo cult, un guerrilla movie che non è interessante soltanto per le modalità con cui è stato girato o perché propone una visione alquanto singolare di Disneyland. Al di là di questi aspetti, preso come oggetto cinematografico è uno splendore. Per quanto realizzato con mezzi poverissimi, Escape From Tomorrow è cinema d’autore puro. Grottesco, visionario, folle, a tratti esilarante, a tratti disturbante, a tratti non del tutto messo a fuoco ma tutto girato con uno splendido bianco e nero in pieno contrasto con il coloratissimo mondo Disney. Alcune trovate sono geniali (la febbre felina, le cosce di emu, gli occhi anneriti del bambino, la cagata liberatoria del protagonista), altre appaiono persino troppo confuse, però nel complesso l’opera d’esordio di Randy Moore è una delle visioni più sorprendenti e cattive in cui potrete imbattervi. Alla faccia dei prevedibili e buonisti filmetti disneyani.
(voto 8+/10)



mercoledì 5 marzo 2014

FROZEN – LA RECENSIONE DI GHIACCIO SCIOLTO




Frozen – Il regno di ghiaccio
(USA 2013)
Titolo originale: Frozen
Regia: Chris Buck, Jennifer Lee
Sceneggiatura: Jennifer Lee
Ispirata alla fiaba: La regina delle nevi di Hans Christian Andersen
Cast: Elsa, Anna, Kristoff, Hans, Olaf
Genere: disneyano
Se ti piace guarda anche: tutto ciò che è disneyano

Tutto quello che toccava Re Mida si trasformava in oro. Così dice il mito. Alla protagonista di Frozen, Elsa, capita una cosa simile, solo che tutto ciò che lei tocca si trasforma in…
Merda?
No, questo è un film della Disney. Cosa state pensando? Al massimo potrebbe essere un buon spunto per una versione parodia. Quasi quasi potrei scriverla io.
Tutto quello che Elsa tocca si trasforma invece in… ghiaccio. Pure questa, se ci pensate, non è proprio una cosa positiva. Quando si trova in intimità con un uomo, ad esempio, delle mani ghiacciate lo fanno un po’ ammosciare, per non dire battere in ritirata. Tanto, che importa? Questo è un film della Disney, dicevamo, e nei film della Disney non si fa sesso. Nei film della Disney i bambini li porta ancora la cicogna e poi un’altra cosa che succede ancora nei film della Disney è che i personaggi si mettono a cantare, per la mia giooooooooooia.

Tutto quello che la Disney tocca si trasforma in zucchero. È tutto bello, tutto pulito, tutto sano. Il Male è il Male, il Bene è il Bene, il Pene non esiste perché come detto i film della Disney sono asessuati, anche se qui alla fine una mezza lingua, non so se è stata solo una mia impressione o cosa, per una volta si è intravista. Frozen è neoclassicismo disneyano allo stato puro. Con questo film, la casa di Topolino sembra sia voluta tornare alle origini, richiamando i suoi Classici di una volta, in particolare Biancaneve e i sette nani, Cenerentola e La bella addormentata nel bosco. In più, Frozen è liberamente ispirato a La regina delle nevi di Hans Christian Andersen, l’intento di raccontare una fiaba tradizionale quindi emerge in maniera netta.
Dall’altra parte siamo pur sempre nel 2014, persino il nuovo Papa cerca di stare al passo coi tempi e con i suoi amichetti comunica soprattutto attraverso WhatsApp, e allora pure la casa Disney deve rinnovarsi. Lo fa ovviamente in una maniera mooolto lieve, ma lo fa, soprattutto per quanto riguarda le figure femminili. Già il precedente dei cugini della Pixar Ribelle – The Brave era un segnale in tal senso e qui arriva la conferma. Si tratta di una storia di principesse, due principesse sorelle, che non sono né principesse sul pisello né tanto meno sorelle porcelle, perché vi ricordo sempre che è un film Disney, credo di averlo già detto 2 o 3 mila volte dall’inizio della recensione. Grazie a iddio non sono nemmeno le solite tipe in attesa speranzosa del bel principe azzurro di turno. Sono due principesse cazzute, una in particolare: Anna è il mio personaggio disneyano preferito tipo dai tempi del gufo di Bambi, una idola totale. La sorella maggiore, Elsa, è un po’ frigidina rigidina, però nella sua glaciale altezzosità ha pure lei una sua notevole forza. Dimostra di essere una donna parecchio indipendente e nel finale, ATTENZIONE SPOILER, nel pur zuccherosissimo lietissimo finale, per fortuna gli sceneggiatori non hanno sentito l’esigenza di doverla per forza accoppiare a un uomo. Ok, Anna trova invece la sua anima gemella, ma non è il solito principe accorso a salvarla. Non è suo l’atto d’amore capace di sciogliere il cuore di ghiaccio. La vera storia d’amore, qui, è tra le due sorelle. E se pensate a delle implicazioni saffico-incestuose vi dico che no, proprio no, vi ricordo ancora per la miliardesima volta che questo è pur sempre un dannatissimo film targato Disney.

Frozen rappresenta quindi un rinnovamento (lieve) nella continuità (evidente) con il grande (così pare) passato Disney.
Una fiaba molto bella e molto tradizionale, con dei personaggi piuttosto moderni. Al di là del cattivo stereotipato di turno, oltre alle due donzelle è parecchio attuale anche la figura di Kristoff, un povero Cristo in balia dei voleri delle donne e anche un po’ bamboccione, visto la cura che di lui si prendono i surrogati dei suoi famigliari, un gruppo di troll che somigliano ai Puffi e che pure loro immancabilmente devono mettersi a cantare. Quindi c’è il pupazzo di neve Olaf, il personaggio simpa di turno, quello che fa ridere grandi e piccini e che – indovinate un po’ – massi, canta pure lui!
Ci sono tutti gli ingredienti del classico Disney, insomma, cucinati con un gusto di oggi. È per questo che Frozen ha funzionato così tanto, diventando un successo mondiale clamoroso, capace di portare a casa due Oscar e di riportare la compagnia sulla cresta dell’onda e degli incassi, alla faccia della DreamWorks o dei nemiciamici della Pixar.

Il film non è però esente da difetti. Il primo è la colonna sonora, non il massimo della vita. Fortunatissima a livello commerciale, nelle classifiche USA e nel resto del mondo ha sbancato e sta sbancando tutt’ora, eppure il livello musicale è bassino. La canzone d’apertura dei venditori di ghiaccio pare la brutta copia dell’Ehi ho, andiam a lavorar dei Sette Nani, la hit “Let It Go” suona come un incrocio tra Celine Dion e un pezzo a caso di Sanremo, anche se devo ammettere che è parecchio contagiooosa contagiooooooooosa, mentre le altre canzoncine sono carine carucce, ma niente che si elevi sopra lo stile canterino alla Glee. Non a caso un paio di interpreti vocali della versione originale (Idina Menzel e Jonathan Groff) arrivano proprio dalla serie musical di Ryan Murphy. Quanto agli interpreti vocali della versione italiana, preferisco non conoscerli per non sentirmi male.
L’altro difetto è il buonismo eccessivo e un happy ending davvero troppo happy, mentre io ATTENZIONE SPOILER avrei fatto finire tutto con il sacrificio di Anna. Ma non ha troppa importanza. A volte vale la pena sciogliersi per qualcuno o per qualcosa e questo film ha sciolto il mio cuore. Come la regina di ghiaccio Elsa, ora sento di poter controllare il mio ghiaccio e la mia cattiveria. Basta con le critiche al veleno. Basta con le stroncature. D’ora in poi preparatevi, perché vivremo felici e contenti nel regno di Pensieri Cannibali insieme a tante zuccherose recensioni tutte positive e cinguettoooooooose.
(voto 7+/10)

mercoledì 26 febbraio 2014

SAVING MR. HANKS




Saving Mr. Banks
(USA, UK, Australia 2013)
Regia: John Lee Hancock
Sceneggiatura: Kelly Marcel, Sue Smith
Cast: Emma Thompson, Tom Hanks, Annie Rose Buckley, Colin Farrell, B.J. Novak, Jason Schwartzman, Paul Giamatti, Bradley Whitford, Kathy Baker, Rachel Griffiths, Luke Baines
Genere: genesi di un film
Se ti piace guarda anche: Hitchcock, Neverland – Un sogno per la vita, Marilyn, Mary Poppins

È possibile fare un bel film sulla realizzazione di un brutto film? Cerchiamo di scoprirlo.
Come ho testimoniato ieri, la visione di Mary Poppins mi ha provocato nausea e incazzature varie, con tutte le sue canzoncine cinguettose e i suoi eccessi di disneysmo sfrenato. Quindi, anche se magari non sarete d’accordo, per me Mary Poppins è un brutto film. Un film pessimo.
A ciò dobbiamo aggiungere un’altra questione mica da poco. Nel cast di questo Saving Mr. Banks c’è Mr. Tom Hanks. Come forse saprete, c’è una sola cosa che mi infastidisce più di Mary Poppins o di Antonella Ruggiero che cantano: la visione di un nuovo film con Tom Hanks. Questa volta, il Fabio Fazio degli attori hollywoodiani ha deciso di superare se stesso e mettermi ulteriormente alla prova in una maniera perfida. In Saving Mr. Banks, il film sulla lavorazione del film di Mary Poppins, Hanks ha deciso di interpretare non un personaggio a caso, bensì Walt Disney. E io con il mondo Disney non è che vada proprio d’accordissimo e in particolare per Walt Disney non è che abbia mai provato un’enorme simpatia. Al creatore dell’insopportabile perfettino Topolino ho sempre preferito Carl Barks, autore del mio personaggio preferito dell’universo disneyano, il mitico, avidissimo, cattivissimo Paperon de’ Paperoni, il vero paparino dei vari Gordon Gekko di Wall Street e Jordan Belfort di The Wolf of Wall Street.

Le premesse erano quindi per me davvero tragiche.
Mary Poppins + Tom Hanks + il personaggio di Walt Disney all’interno di una pellicola prodotta dalla stessa Disney = ero già pronto al suicidio.
Prima di compiere il gesto estremo, ho però deciso di dare una possibilità a questo Saving Mr. Banks, sperando si sarebbe potuto trasformare in un mio Saving Mr. Hanks. Invece no. Non ho salvato Tom Hanks. Io in questo film Tom Hanks l’ho odiato. Come al solito, più del solito. Eppure qui questo odio è giustificato, perché Tom Hanks interpreta Walt Disney e Walt Disney è il cattivo di turno.
Un film della Disney in cui Walt Disney è il villain?
Sì, così almeno è come io personalmente ho visto il film.

Saving Mr. Banks racconta di come la serie di libri per ragazzi di Mary Poppins realizzata dalla scrittrice inglese Pamela Lyndon Travers si è trasformata nel celebre film della Disney Mary Poppins che tutti conosciamo, che alcuni di voi amano e che io invece odio. Il processo per portare la tata più magica e più celebre del mondo su grande schermo è stato tutt’altro che semplice. Walt Disney, l’ostinatissimo Walt Disney, l’uomo che non accetta un no come risposta, aveva provato per 20 anni a convincere la Travers a farsi cedere i diritti per realizzarne un adattamento cinematografico, ma lei gli ha sempre risposta: “Ciucciamela!”
Perché?
Perché non voleva che la sua storia, i suoi personaggi, la sua Mary Poppins venissero disneyzzati. Non voleva che la sua saga fosse trasformata in una pellicola musical a cartoni animati. Come darle torto, a questa donna illuminata, come darle torto?

"Ebbene sì, la Rai ha trovato un nuovo conduttore per Sanremo
ancora più buonista di Fabio Fazio: me!"
Il tempo passa, lei continua a dire no, fino a che, a inizio anni Sessanta, l’esercito Disney alza il tiro del suo corteggiamento sfrenato, invitando la Travers a partecipare alla realizzazione del film nei suoi studi hollywoodiani. La P.L. Travers (ma perché tutti gli scrittoroni autori di saghe fantasy hanno più di un nome?) si trova così in un ambiente zuccheroso, tipicamente disneyano, che la infastidisce. Come darle torto di nuovo?
Walt Disney, il Male fatto persona, di fronte a lei è tutto buono buonino, come i tipici protagonisti delle sue pellicole. In realtà fa di tutto pur di realizzare il film che lui vuole. Non gliene frega niente della Travers o della Mary Poppins originale. A lui interessa solo comprare le persone, comprare le loro storie, modificarle e portare nei cinema la sua ennesima versione edulcorata e malata del mondo. Fino a che non vince lui. Questo film in pratica è, almeno per come l’ho vista io, una discesa negli Inferi.

Un grande pregio di Saving Mr. Banks è quello di mostrarci come la Travers abbia trovato l’ispirazione per la sua Mary Poppins. Attraverso una serie di flashback riviviamo la problematica infanzia della scrittrice cresciuta con un padre alcolizzato, Colin Farrell, attore irlandese noto bevitore scelto non a caso per questo ruolo che gli calza a pennello. Grazie a questa parte veniamo così a conoscere le vere radici della storia, del personaggio creato dall’autrice, ben lontano dalla messa in scena zuccherosa della versione disneyana. Questi flashback sono alternati in maniera sapiente con la parte che vede la Travers adulta, intepretata da una Emma Thompson, attrice che pure lei non m’è mai piaciuta, più che convincente.

"Benvenuto nel tuo Inferno personale, Cannibal!"
La vera rivelazione personale del film comunque è lui, sì proprio lui: Tom Hanks. Ma non avevo detto che l’avevo trovato ancora una volta odioso?
Sì, esatto. In quest’occasione non interpreta però il suo solito personaggio da protagonista buono del film. Qui è il cattivo e così risulta perfetto. Peccato che poi pure Saving Mr. Banks non riesca a salvarsi dal solito finale strappalacrime e rischi così di compromettere quanto di buono mostrato fino a quel momento. Ma non ha troppa importanza. D’altra parte da una pellicola prodotta dalla Disney non ci si poteva aspettare una conclusione differente. Ciò che non mi aspettavo era di apprezzare una performance recitativa di Tom Hanks, né tanto meno apprezzare un film sulla lavorazione di una pellicola da me tanto detestata. Eppure Saving Mr. Banks, nonostante la regia non certo memorabile di John Lee Hancock, riesce a essere una riflessione profonda ed efficace su ciò che sta dietro alla nascita di una pellicola, ancor più del pur intrigante Hitchcock che raccontava della realizzazione di un capolavoro – quello sì – del cinema come Psyco. E dimostra anche come, a volte, dietro a una storia celebre, può nascondersi un’altra storia ben più interessante.
Per rispondere alla domanda posta in apertura di post quindi sì, è possibile fare un bel film persino sulla realizzazione di uno dei film più detestabili di sempre su uno dei personaggi più detestabili di sempre, almeno nella versione disneyana, Mary Poppins.
Senza offesa, bitch.
(voto 7/10)

martedì 25 febbraio 2014

MARY POMPINS




Mary Poppins
(USA 1964)
Regia: Robert Stevenson
Sceneggiatura: Bill Walsh, Don DeGradi
Tratto dalla serie di libri scritti da: Pamela Lyndon Travers
Cast: Julie Andrews, David Tomlinson, Glynis Johns, Dick Van Dyke, Karen Dotrice, Matthew Garber, Ed Wynn
Genere: musical disneyano AAARGH
Se ti piace guarda anche: qualunque altra disneyata

Blog-bloggherì, blog-bloggherì, spazza blogghin
allegro e felice, pensieri cannibali non ha

Ciao bambini, come state? Ma voi riuscite a immaginarlo un film più odioso di Mary Poppins, una pellicola in cui all’improvviso tutti i suoi odiosi personaggi si mettono uno a uno a cantare canzoncine odiose? Io non ci riesco. Mary Poppins è persino peggio di Les Miserables, una roba in cui personaggi non tanto miserabili quanto odiosi cantavano tutto il tempo delle canzoncine odiose, ma un filo meno di queste.

Mary Poppins è qualcosa in grado di mettere alla prova la pazienza perfino del disneyano più accanito, figuriamoci la mia. Non so a voi, ma appena vedo degli uccellini e degli altri teneri animaletti che si mettono a cantare e a ballare, a me viene voglia di fare una bella grigliata di carne mista. Tutto in questo film grida “Disney!” a gran voce e a me non basta un poco di zucchero, per farmi andare giù la pellicola-pillola. Ciò che servirebbe sarebbe semmai meno zucchero, in questa disneyata zuccherosa in modo assurdo.


Al di là delle canzoncine supercalifragilistichespiralmerdose, non c’è un solo personaggio qui in mezzo a suscitarmi simpatia. Il padre è un padre pardone banchiere tiranno. Una specie di Monti in versione disneyana, visto che pure lui ATTENZIONE SPOILER PER CHI NON AVESSE ANCORA VISTO 'STO CLASSICO DEGLI ANNI ’60 nel finale diventa un malato di mente che cante le canzoncine supercazzole inventate da Mary Poppins. La madre è una suffragetta, peccato sia totalmente succube del marito padrone che porta a casa la pagnotta, alla faccia del femminismo. I due genitori sono comunque accomunati da una cosa: se ne sbattono altamente dei loro figli. I due pargoli d’altra parte sono l’incubo di qualunque tata d’Inghilterra non si sa bene perché, visto che appaiono come i bambini più tranquilli e soprattutto più noiosi del mondo. Che in realtà siano i figli di Fabio Fazio?
Se la bambina è semplicemente ininfluente e priva di personalità, il bambino dal canto sua ha la faccia da vecchio. E pure da scemo. Che in realtà sia proprio Fabio Fazio da piccolo?


Quanto alla protagonista, beh, Mary Poppins è una strega, ed è pure una stronza. Sempre lì a tirare fuori le sue magie e poi, appena la gente comincia a divertirsi, ecco che non va bene e diventa d’un tratto severa a cagaminkia. E toglitela, ‘sta scopa dal culo!
I personaggi minori sono anch’essi penosi, come lo Zio Albert che è una specie di versione idiota del Cappellaio matto di Alice nel paese delle meraviglie e racconta delle barzellette meno divertenti di quelle di Renzo Arbore.

C’è insomma qualcuno che si salva, in questo insopportabile filmetto?
Sì, uno sì. Bert, lo spazzacamino, uno che vorrebbe anche spazzare via le ragnatele in mezzo alle gambe di Mary Poppins, ma siamo pur sempre dentro un film della Disney, quindi figuriamoci. Manco un Mary Pompin, ci scappa. Manco quello.
In due ore e passa, non capita in pratica niente che riesca a risollevare una pellicola tanto celebrata ma che non propone altro se non una fastidiosa canzoncina dietro l’altra, con un unico brano decente. Mi riferisco ovviamente a Cam camin spazzacamin, pezzo tra l’altro di una tristezza infinita.


"Cannibal, tu da piccolo avresti avuto proprio bisogno di una come me!"
Persino il finale, che sembra poter smuovere un po’ le acque, si trasforma nel classico trionfo dei buoni sentimenti in cui il papà, dopo essere stato licenziato, viene subito riassunto. Va bene che allora erano gli anni Sessanta, ma vedere oggi in tempi di crisi questo qua che lascia il lavoro e poi se lo riprende nel giro di poche ore fa venire un discreto nervoso. In pratica, a differenza di altri film della Disney dove i cattivoni sono ben presenti e dove di solito sono anche i miei personaggi preferiti, qui non c’è nessun villain. Sono tutti buoni, massì persino i banchieri.
Se a qualcuno Mary Poppins ricorderà l’infanzia e teneri ricordi, a me fa solo rabbia. Rabbia è la parola che meglio rappresenta la mia visione di questo film superbuonistaespiralidoso. Ogni cosa in questo filmetto mi fa rabbia e se sento partire un’altra canzoncina disneyana giuro che vi mando tutti quanti affansupercalifragilistichespiralidoso…
Hey, non era quello che volevo dire. Volevo dire che vi fracasserei quelle vostre brutte teste supercalifragilistichespiralidose, anche se ti sembra che abbia un suono spaventoso, se lo dici forte avrai un successo strepitoso, supercalifragilistichespiralidoso.

Oh no!
Sono stato contagiato! Non riesco più nemmeno io a smetterla di cantare…
Basta un poco di zucchero e Mary Poppins va giù
Mary Poppins va giù
Mary Poppins vadavialcù
(voto 4/10)

mercoledì 25 dicembre 2013

COME D’INCANTO'S ANATOMY, LA FIABA (ANTI) NATALIZIA






















Come d’incanto
(USA 2007)
Titolo originale: Enchanted
Regia: Kevin Lima
Sceneggiatura: Bill Kelly
Cast: Amy Adams, Patrick Dempsey, James Marsden, Susan Sarandon, Idina Menzel, TimothySpall, Rachel Covey
Genere: più che disneyano
Se ti piace guarda anche: La bella addormentata nel bosco, Biancaneve e i sette nani, Once Upon a Time, I Puffi, Aquamarine
(voto 5-/10)

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