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mercoledì 12 novembre 2014

DRACULO





Dracula Untold
(USA 2014)
Regia: Gary Shore
Sceneggiatura: Matt Sazama, Burk Sharpless
Cast: Luke Evans, Sarah Gadon, Dominic Cooper, Art Parkinson, Charles Dance
Genere: action-fantasy
Se ti piace guarda anche: La leggenda del cacciatore di vampiri, Dracula (serie tv), Dracula di Bram Stoker, Vikings, Game of Thrones

Si sentiva proprio il bisogno di un nuovo film sui vampiri. Erano anni, ma che dico anni? Dico giorni che non si faceva più un film sui vampiri, e più in particolare su Dracula.
Nel 2012 è uscito Dracula 3D, inguardabile versione di Dario Argento del romanzo di Bram Stoker, e nel 2013 è arrivata la pessima serie tv Dracula con Jonathan Rhys Meyers, per fortuna cancellata dopo appena una stagione. Adesso ci stiamo dirigendo alla fine del 2014 e ancora non si è visto niente su questo poco inflazionato personaggio? Dico, è possibile? A Hollywood staranno mica pensando di inventare qualcosa di originale?

Certo che no. Ecco infatti, prima dello scadere dell'annata, che nelle sale è arrivato Dracula Untold. Come annuncia il titolo, questa versione nuova fiammante ci vuole raccontare il conte Dracula come non ce l'ha mai raccontato nessuno prima. E se nessuno l'ha fatto, un motivo ci sarà...

Dracula Untold vuole tentare un approccio differente alla storia del personaggio. Un approccio più... realistico. Nel film ci viene mostrato il futuro Dracula, ovvero Vlad l'impalatore, come un uomo buono, un principe che ama moglie e figlio e vuole proteggere a tutti i costi il suo popolo. Una persona di sani principi e alti valori morali. D'altra parte il soprannome l'impalatore gli era stato affibiato in maniera goliardica, lo sanno tutti.
Il buon Vlad, pur di salvare la sua gente da quei birboni dei Turchi, e già che c'è pure dagli Zingari, una notte decide di salire su un monte a mani nude per andare a stringere un patto con un simpatico vecchio vampiro.
Realistico, vero?

"Robert Pattinson? E chi è?
Il nuovo sex symbol vampiresco delle teenagers sono io!"

In questa nuova versione molto aderente a ciò che dev'essere davvero successo nel Medioevo, il vecchio vampiro propone all'aitante Vlad uno stage di 3 giorni. Ovviamente non retribuito. Non gli passa manco i buoni pasto. Anzi, la regola è quella di resistere al cibarsi di sangue per 3 giorni. Se ce la fa, e per un novello vampirello mica è un'impresa facile, al termine del periodo di prova Vlad avrà un contratto a tempo indeterminato come essere umano. Se invece non ce la fa, si tramuterà in un succhiasangue per sempre. Mi sembra un'offerta ragionevole. In alcune aziende, con l'attuale periodo di crisi, ho visto ben di peggio.

A questo punto Vlad fa il suo periodo di prova come vampiro. Cosa che, nel cinema di oggi, significa in pratica diventare un supereroe. Io vorrei aprire una petizione, anzi fare una manifestazione contro la supereroizzazione del mondo attuata da Hollywood. Dite che la Camusso me la appoggia? Se ci metto dentro un paio di insulti a Renzi, che il modo lo si trova sempre, penso di sì.
Nelle grandi produzioni commerciali americane di oggi il protagonista deve per forza essere un supereroe. Ovvero può essere tormentato e con un lato oscuro accentuato, però in fondo è un bonaccione che si sacrifica per salvare tutti. Proprio come questo nuovo Dracula.

"Non riesco a capire da che supereroe mi hanno conciato,
ma di certo non sono vestito da Dracula."

Rispetto ad altre pellicole/serie tv vampiresche, va dato atto a Dracula Untold, girato in modo finto spettacolare dall'esordiente Gary Shore e interpretato in maniera anonima dal poco carismatico Luke Evans, di cercare un approccio differente alla materia. Il problema è il come si è scelto di renderlo differente. Qui siamo parecchio lontani dai vampiri teen alla Twilight o The Vampire Diaries, così come dal soft porno kitsch alla True Blood, e pure dai succhiasangue radical-chic di Solo gli amanti sopravvivono e dalle svariate precedenti versioni di Dracula. Dracula Untold ha scelto la strada dell'avventura storico/fantasy che ricorda Vikings e Game of Thrones, guarda caso l'interprete del vecchio vampiro che converte Dracula è Charles Dance, anche noto come quello stronzo di Tywin Lannister de Il trono di spade. Solo che il film non possiede l'epicità delle serie citate e finisce solo per cadere, spesso e volentieri, nell'involontariamente ridicolo.

"Guarda che la tua recensione è più involontariamente ridicola del nostro film, Cannibal Child ahahah!"

Privato del tutto della sua componente horror, questo nuovo principe delle tenebre è il supereroe protagonista di una banale pellicoletta action ricca di scene di guerra interminabili. Non pensate però che manchino i brividi. La parte finale, che lascia presagire un sequel, fa davvero spavento. Per fortuna che gli incassi non proprio esaltanti fatti registrare da questo primo (e si spera ultimo) episodio lascino aperti molti dubbi riguardo alla possibilità di un seguito. Certo che se hanno fatto delle intere saghe di Underworld e Blade, anch'essi tutt'altro che fenomenali al box-office, non si sa mai. I vampiri sono proprio duri da uccidere. Speriamo però che almeno Dracula per un po' se ne stia al riposo nella sua bara. Tanto a livello cinematografico il capolavoro di Francis Ford Coppola è davvero difficile da superare. Mentre come personaggio, devo ammetterlo, la mia versione preferita di Vlad l'impalatore resterà sempre il conte Dacula.
Dracula Untold, un Dracula come non ce lo avevano mai raccontato. E come potevano continuare a non raccontarcelo.
(voto 4/10)

martedì 5 agosto 2014

NEED FOR SPEED, UN FILM COL FRENO A MANO TIRATO




Need for Speed
(USA, Filippine, Irlanda, UK 2014)
Regia: Scott Waugh
Sceneggiatura: George Gatins
Cast: Aaron Paul, Imogen Poots, Dominic Cooper, Scott Mescudi, Rami Malek, Dakota Johnson, Michael Keaton, Ramon Rodriguez, Harrison Gilbertson
Genere: frenato
Se ti piace guarda anche: Fast and Furious, Fuori in 60 secondi, Senza freni – Premium Rush

Devo fare in fretta. Devo essere veloce. Devo andare a tutta velocità. Sul web non c’è tempo da perdere. La maggior parte delle pagine Internet sono visualizzate per appena pochi secondi. La durata media delle visite su Pensieri Cannibali secondo Google Analytics è di circa 2 minuti, quindi sono sopra la media generale. Questo perché gli utenti e i passanti leggono effettivamente ciò che scrivo, oppure la durata è dovuta al fatto che si soffermano sulle immagini o i video che posto? Chi lo sa?
Nel frattempo non posso fermarmi e devo trovare sempre nuovi modi per attirare i lettori. Devo essere veloce. Devo andare subito al punto. Perché allora sto perdendo tutto questo tempo?
Fretta. Devo andare di fretta. Devo parlare di Need for Speed senza indugiare oltre. Com’è, questo film?
Mah, insomma, si può guardare. Se proprio non avete niente di meglio da fare, si può vedere. Altrimenti io vi consiglio di passare il vostro tempo, tanto tempo, su Pensieri Cannibali, in modo da aumentare la durata media delle visite del sito.

Presto che è tardi. Devo essere fast. Devo essere furious. E a proposito, questo Need for Speed può essere quasi considerato una versione intimista del primo mitico Fast and Furious, quello incentrato sulla passione per le auto e per la velocità e non per i muscoli come gli ultimi capitoli della saga. Rispetto alla serie di pellicole con Vin Diesel e il compianto Paul Walker, Need for Speed appare più pulito, più buonino, meno tamarro, con meno patata e con una colonna sonora più tranquilla. Persino il protagonista Aaron Paul abbandona il suo stile da fattone abituale per cui è diventato famoso in Breaking Bad e si trasforma in una specie di supereroe delle corse dalla morale ambigua che non si fa problemi a correre in auto contromano a folle velocità, però poi se a uno dei suoi amici gli esplode l’auto, bisogna fermarsi a soccorrerlo. E come fai a soccorrerlo, se la macchina è in fiamme?
Il film procede così la sua corsa all'insegna del buonismo, ma non troppo.

Ripulita è anche l’immagine della protagonista femminile, Imogen Poots, che qui abbandona le sue solite parti da pazza psicopatica in cui la prediligo per vestire i panni della classica donna da action moderna, ovvero cazzuta, ma con moderazione.
Ancor più stereotipati i personaggi di contorno: c’è il cattivone che più cattivone non si potrebbe interpretato da Dominic Cooper; c’è la ex che sta insieme al cattivone perché alle donne il tipo stronzo piace e poi lei è la futura protagonista di 50 sfumature di grigio Dakota Johnson quindi essere sottomessa le piace ancora di più; c’è il fratellino della ex destinato a fare una brutta fine nella cui parte c’è un bimbominkia che sembra uscito da una strada One Direction; e poi c’è il solito amico di colore simpa di turno, questa volta interpretato dal rapper Scott Mescudi alias Kid Cudi.
In più c’è pure un Michael Keaton in versione cronista indemoniato che segue il corso degli eventi un po’ come avviene in film come Punto zero e I guerrieri della notte, senza ovviamente raggiungerne gli stessi livelli. Nemmeno per sbaglio.
E le corse?
Pure quelle ci sono eccome e alla lunga, nelle 2 eccessive ore di durata, annoiano pure. Nel complesso quindi è un film che schiaccia sul pedale, ma non troppo.

La pellicola diretta in stile vagamente michaelbayano da tale Scott Waugh è un intrattenimento decente, con una storia molto molto prevedibile, che si prende un po’ troppo sul serio, eppure nonostante ciò non si riesce a volergli male. Allo stesso tempo è un film che non appassiona del tutto, come una gara a Need for Speed il videogame a cui assisti ma a cui non giochi in prima persona. Il film tratto dal videogioco della Electronic Arts paradossalmente, per essere incentrato sulla velocità, fila per lunghi tratti in maniera troppo lenta e scontata. Se il protagonista al volante compie delle manovre folli, Need for Speed gioca invece sul sicuro, sullo stesso circuito già percorso da altre pellicole adrenaliniche o pseudo adrenaliniche analoghe come Fuori in 60 secondi, Senza freni – Premium Rush e naturalmente i già citati Fast and Furious. Chissà perché, gli autori sembrano non aver dato ascolto al titolo e non hanno aggiunto velocità a un film che ne avrebbe avuto bisogno.

Adesso basta. Mi sono dilungato pure io, come fa la pellicola. I 2 minuti di attenzione media dedicati a un post di Pensieri Cannibali ormai sono scaduti da un pezzo e quindi in chiusura vi dico: guardate pure Need for Speed per una serata disimpegnata, senza troppe aspettative e arriverete al traguardo soddisfatti. Se invece vi aspettate chissà quale filmone, è meglio che rimaniate fermi ai box.
(voto 6/10)

domenica 3 aprile 2011

Quando m’han detto "film in costume" immaginavo delle tipe in bikini

La duchessa
(UK, Francia, Italia 2008)
Titolo originale: The Duchess
Regia: Saul Dibb
Cast: Keira Knightley, Ralph Fiennes, Hayley Atwell, Dominic Cooper, Charlotte Rampling
Genere: storico
Se ti piace guarda anche: Marie Antoinette, Elizabeth, L’altra donna del re

“Un uomo o è libero oppure non lo è. Il concetto di libertà è un assoluto. Del resto non si può essere moderatamente morti, o moderatamente amati o moderatamente liberi. Dev’essere una cosa o l’altra.”
Georgiana Cavendish

Trama semiseria
La storia della duchessa del Devonshire Georgiana Cavendish, uno di quei nomi alla Valeriana & Katiana di Uomini & donne solo che per fortuna siamo alla fine del Settecento e quei mostri Maria de Filippi non li aveva ancora partoriti. Anzi, non era ancora nata la televisione e, pensate, nemmeno Mediaset. Comunque non è che fossero tempi molto belli pure allora, perlomeno se non eri un uomo e perlomeno se non eri almeno un duca.
La giovane & cool duchessa Georgiana/Keira Knightley si sposa infatti con quello stronzo di Ralph Fiennes e lui la tradisce in ogni occasione possibile persino inculandosi delle scimmie. Ok, forse quest’ultimo dettaglio me lo sono inventato scrivendo in pericolosa fase post-alcolica, però la povera Georgiana viene usata davvero soltanto per dargli un figlio maschio. Peccato che prima arrivi una femmina, poi un’altra femmina, quindi una femmina illegittima e l’erede maschio tardi a nascere… Quando infine arriverà lo chiameranno Claudiano?

Recensione cannibale
Con i film in costume ho un rapporto conflittuale, anzi diciamo non sono proprio il mio genere. Il mio pollice va su quando ci sono dei lavori in grado di innovare e rinnovare la tradizione come la Marie Antoinette con tanto di Converse e colonna sonora new-wave partorita dai sogni di Sofia Coppola (e dai miei), mentre per quanto riguarda il resto preferisco starmene seduto in un angolino a guardare distaccato e impaurito. A questa Duchessa ho comunque voluto concedere una possibilità, vuoi per Keira Knightley, vuoi per un trailer che mi ha convinto o per il post di Silvia aspirante personaggio austeniano, vuoi ancora per Keira Knightley. E sì, fondamentalmente se l’ho visto penso sia stato per Keira Knightley.

La Duchessa presenta una vicenda non molto dissimile da Marie Antoinette e comunque dalla maggior parte dei film in costume ambientati a fine ‘700, se vogliamo dirla a tutta, o almeno così immagino visto che non è che ne abbia visti molti, epperò è in grado di farsi apprezzare anche da un anti-storico come me per la grande eleganza e cura formale; non a caso nel 2009 è stato premiato con l’Oscar per i migliori costumi e ha avuto una nomina pure per la miglior scenografia. Un film visivamente molto curato non solo nei dettagli delle ambientazioni e dei costumi, ma anche nella fotografia e nella bellezza delle immagini. O forse è solo un’impressione dovuta al fascino emanato da Keira Knightley in ogni singola scena.
Il suo marito cinematografico è invece quell’odioso di Ralph Fiennes in un ruolo odioso per cui è quindi perfetto. Fiennes è un attore di quelli che non capisco, fatta eccezione per Strange Days, l’unica occasione in cui l’ho trovato ottimo. Per il resto mi risulta davvero insopportabile, anche se peggio ancora è suo fratello Joseph Fiennes, un attore che ha il dono di rovinare ogni cosa che tocca, ultima in ordine di tempo la serie FlashForward: lanciata come nuovo “Lost”, con lui come protagonista le buone intenzioni si sono ben presto volatilizzate.

Tornando al film in costume, nella seconda parte della Duchessa affiora un filo di noia, ma può benissimo essere colpa mia più che del film di per sé, visto che comunque faccio fatica a coinvolgermi totalmente in vicende e personaggi così lontani nel tempo (per quanto nella protagonista compaiano parecchi barlumi di modernità), ma soprattutto faccio fatica a non trovare ridicole quelle parrucche che persino un trans si vergognerebbe a mettere.
Nel complesso un’ottima pellicola storica, con alcuni momenti parecchio intensi, diretta con talento dal promettente Saul Dibb e interpretata alla stra-grande da Keira Knightley. Ma questo ormai è un fatto praticamente scontato.
Comunque avrà anche ricevuto l’Oscar per i migliori costumi, ma a Keira non hanno fatto indossare nemmeno un bikini... Stiamo scherzando?
(voto 7-)

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