Visualizzazione post con etichetta donald sutherlnad. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta donald sutherlnad. Mostra tutti i post

martedì 10 dicembre 2013

HUNGER GAMES – LA RECENSIONE DI FUOCO




Hunger Games – La ragazza di fuoco
(USA 2013)
Titolo originale: The Hunger Games: Catching Fire
Regia: Francis Lawrence
Sceneggiatura: Simon Beaufoy, Michael Arndt
Tratto dal romanzo: La ragazza di fuoco di Suzanne Collins
Cast: Jennifer Lawrence, Josh Hutcherson, Liam Hemsworth, Woody Harrelson, Elizabeth Banks, Donald Sutherland, Philip Seymour Hoffman, Sam Claflin, Jeffrey Wright, Amanda Plummer, Jena Malone, Stanley Tucci, Lenny Kravitz, Paula Malcomson, Willow Shields, Lynn Cohen, Toby Jones
Genere: affamato
Se ti piace guarda anche: Hunger Games, Jumanji, Battle Royale

PREMESSA 1
Attenzione: questo è un post lungo e delirante.
Leggete soltanto a vostro rischio e pericolo!

PREMESSA 2
Non credete a chi vi dice che odia la saga di Hunger Games. Sta mentendo. Perché non fa figo dire che è una figata. Perché è roba da teenagers. Perché è roba da femmine. Perché è troppo commerciale. Chi vi dice che la saga di Hunger Games è una cagata pazzesca, probabilmente però è proprio il primo che in gran segreto si è emozionato a rivedere sullo schermo Katniss Everdeen.
O magari non l’ha mai visto. Mi piacciono proprio, le persone che giudicano qualcosa a priori.
Che merda, Hunger Games!
“L’hai visto?”
No. Ma pare sia peggio di Twilight.
“E quello l’avevi visto?”
“No, però sembra fosse peggio persino dei Take That.”
Ma che c’entrano loro? E comunque, l’hai mai sentiti i Take That? Alcune loro canzoni non erano male.
“No, però mi hanno detto che erano peggio pure dei Duran Duran.”
Ma l’hai mai sentiti i Duran Duran?
“No, ma…”
E così all’infinito. Andando oltre i propri pregiudizi, andando oltre quello che dice la “ggente”, andando oltre anche alla banalità che vi sto per rivelare: nella vita è sempre bene farsi un’opinione propria e si può cambiare idea rispetto a quanto si immaginava per solo sentito dire. A parte su Twilight, che quello vi garantisco che è 'nammerda e basta.

LA STORIA
(ATTENZIONE SPOILER)
Che succede, in Hunger Games – La ragazza di fuoco?
Dopo aver vinto gli Hunger Games e pure un Oscar, Katniss Everdeen/Jennifer Lawrence è ancora la ragazza con i piedi per terra di una volta. Non si è montata la testa e tanto meno Peeta/Josh Hutcherson. Adesso camminano solo in slow-motion e con costosissimi abiti infuocati di Cinna & Gabbana addosso, ma a parte questo per loro è tutto come prima.


A un anno di distanza dalla gloria mondiale, Katniss è sempre più vicina a Gale/Liam Hemsworth, il quale non sta più con la sua ragazza storica, Miley Cyrus, che da fan degli oggetti inanimati l’ha mollato per mettersi a limonare il libro di Hunger Games.


In prossimità dei nuovi Hunger Games, Katniss e Peeta devono lasciare la loro nuova casa nel “Villaggio dei vincitori”, che alla faccia del nome sembra Auschwitz, e sono chiamati a partecipare a un tour mondiale di stadi e arene insieme a Vasco e al Liga, che hanno accettato di far loro d’apertura musicale. Ma c'è un problema: all’infuori del Distretto 11, il secondo distretto più povero e sfigato del globo anche noto come Italia, Vasco e il Liga non li conosce nessuno e così prima di procedere con le tappe successive vengono brutalmente giustiziati. Evvai!!!

Scusate per lo slancio d’entusiasmo. Meglio tornare professionali, prima che dall’alto decidano di far fuori pure me. Il distretto più sfigato in assoluto, se ve lo stavate chiedendo, è il Distretto numero 12, anche noto come Grecia. È qui che sono cominciate alcune rivolte e forme di protesta, dopo che Katniss alla fine della precedente edizione del Grande Fratello di Survivor di X-Factor degli Hunger Games aveva osato sfidare le regole del gioco e del sistema oppressivo che domina tutto il mondo.
Ecco un’immagine delle proteste che si sono diffuse pure nel Distretto 11, quello italiano.


Ed ecco un’altra immagine delle proteste, prima che il Liga venisse giustiziato…


"Ragazzi, ora sì che siamo pronti per un ricevimento da Alfonso Signorini!"
Dopo il tour mondiale dei precedenti giochi, è finalmente il momento di uccidere qualcun altro, ovvero iniziare una nuova edizione degli Hunger Games. Visto che si tratta della 75esima edizione, il super cattivone, il Presidente Coriolanus Snow (Donald Sutherland) insieme agli autori del programma, ancora più perfidi di quelli del Grande Fratello, decidono di scopiazzare L’isola dei famosi e organizzare una stagione dedicata ai VIP, cioè i vincitori delle precedenti edizioni.
Ogni Distretto deve partecipare con un concorrente maschio e uno femmina. Per il Distretto 12, come maschio tra Peeta e Haymitch/Woody Harrelson viene estratto Peeta. E' proprio uno sfigato, 'sto ragazzo!

Come femmina, l’ardua scelta è tra Katniss e Katniss. E poi tra i nomi in lizza c’è anche quello di una certa Katniss.
E dall'urna esce il nome di…
Katniss, che sorpresa!
Mentre sale sul palco, scivola però su una buccia di banana messa lì dal perfido Snow.

"Questa me la pagherai cara, dannato Snow!"

Tutti nel Distretto 12 avevano scommesso sull’uscita del suo nome, quindi quando un’emozionata e quasi commovente Lady Gaga Effie/Elizabeth Banks lo legge, in piazza scoppia un boato e i ragazzi cominciano a fare caroselli sulle loro automobili immaginarie, poiché sono troppo poveri per avere auto vere. Prima di rendersi conto che Katniss veniva data dai bookmakers 1 a 1 e quindi non ha fatto vincere manco un euro a nessuno.

"Mi chiedo quante lampade dovrò ancora farmi,
se voglio diventare più scuro di Carlo Conti."
Tornata la calma al Distretto 12, Katniss e Peeta vanno in ritiro per prepararsi agli Hunger Games e Haymitch li convince a stringere qualche alleanza, perché quest’anno i concorrenti sono tutti molto agguerriti, essendo vincitori di precedenti edizioni, non solo degli Hunger Games ma pure di altri reality e talent-show vari. Ci sono nomi “importanti” come quelli ad esempio di Emma Marrone e Leon Cino di Amici, Jonathan e Floriana del Grande Fratello, Marco Mengoni e Chiara di X-Factor.
Nel corso degli allenamenti, Chiara di X-Factor si mette a cantare “Somewhere Over the Rainbow” come nella pubblicità della Tim e viene subito mortalmente trafitta da Katniss con una freccia. Judy Garland dall’alto dei cieli la ringrazia, nel Distretto 12 partono nuovi caroselli su auto immaginarie e i giudici decidono di chiudere un occhio sul fatto che gli Hunger Games non fossero ancora ufficialmente iniziati.
Poco ispirati dai nomi sconosciuti degli altri concorrenti presenti, Katniss e Peeta decidono di allearsi con il bellone Finnick/Sam Claflin e con la sua partner, la nonna dei Croods, una vecchina di 120 anni che, pur di conquistarsi i suoi 15 minuti di celebrità prima della morte, ha deciso di proporsi come volontaria per gli Hunger Games. Iscriversi a un corso di ballo liscio era troppo semplice?


"Mmm... io sono molto più affascinante di quella mummia!"

"Eddai Lenny, sto probabilmente per morire in maniera brutale.
Me lo fai un pezzettino di Are You Gonna Go My Way?"
Dopo più di un’ora di film, ecco che comincia la nuova edizione degli Hunger Games, che promette di essere ancora più esplosiva e letale della prima. Sbucano così fuori nebbie nocive, scimmie urlatrici, ghiandaie imitatrici che replicano la voce di Chiara che canta deturpa “Somewhere Over the Rainbow” e vengono pure loro fatte subito fuori brutalmente da Katniss, che così diventa sempe di più la beniamina del pubblico a casa. Vabbè, anche il fatto che sia una bella sgnacchera la aiuta.
A parte questo, non è che succedano poi grandi cose e così, per animare un’edizione un po’ spenta, Katniss si mette a limonare con Peeta, che è una cosa che fa sempre salire gli ascolti e fa felici tutti. Persino Gale. Se non altro è contento che questa volta la sua tipa non lo tradisca con un martello. Sono piccole soddisfazioni.
Due ore dopo, finito di limonare con un disidratato Peeta, Katniss apre gli occhi e vede in cielo un arcobaleno. Le torna in mente “Somewhere Over the Rainbow” nell’orripilante versione di Chiara e pensa: “Ma certo, come ho fatto a non pensarci prima? Dev’essere l'arcobaleno la chiave di tutto!”. Scaglia così una freccia “over the rainbow”, sopra l’arcobaleno e il cielo viene giù, mettendo così fine agli Hunger Games – VIP Edition.

Mentre tutto brucia e si sfalda, Katniss viene portata in salvo con Haymich e Finnick, che le comunicano con tatto che il Distretto 12 e tutte le persone che conosce sono: “Morti! Morti stecchiti! Non li rivedrai mai più, Katniss cara, tié!”.
E lei reagisce così...


Dopo averle fatto questo innocente scherzetto, Haymich e Finnick le dicono che in realtà la madre e la sorellina bimbaminkia sono ahinoi ancora vive, così come Peeta, il quale però si trova a Capitol City dove viene torturato in una maniera agghiacciante, con l’ascolto 24 ore su 24 a tutto volume di “Somewhere Over the Rainbow” naturalmente nella versione cantata da Chiara. Sulle note agghiaccianti della sua interpretazione si chiude la pellicola, che ci dà appuntamento il prossimo anno, con la prima parte del capitolo finale: Il canto della rivolta. Brought to you by Tim.



Cosa mi aspetto che capiti, nel gran finale della saga?
Fondamentalmente questo...


IL FILM
Hunger Games – La ragazza di fuoco stilisticamente non è poi molto differente dal precedente capitolo. Il cambio di regia, nel passaggio da Gary Ross a Francis Lawrence, non si è fatto sentire più di tanto. Dopo tutto, per quanto la adori, si tratta pur sempre di una saga commerciale e il nome del regista diventa un optional che finisce per risultare un elemento di secondo piano rispetto ad altre componenti del brand. In questo caso non è troppo un male, visto che Francis Lawrence arrivava da pellicole orride come Io sono leggenda e Constantine, così come da una robettina innocua come Come l’acqua per gli elefanti con Robert Pattinson, e per la prima volta qui è invece riuscito a tirare fuori una regia decente. Miracolo.
Nonostante la sostituzione in cabina di regia, anche questo La ragazza di fuoco mantiene i pregi quanto i difettucci del primo episodio. In entrambi i casi, la parte più convincente e coinvolgente è quella iniziale, con la costruzione di un’atmosfera scurissima, angosciante, senza speranza. Sembra The Walking Dead, solo senza zombie e recitato meglio. Quando cominciano gli Hunger Games e le sequenze più action, lì invece vengono fuori i limiti della pellicola. In questo secondo episodio i pensieri non vanno però più tanto dalle parti di Battle Royale, come per il primo episodio, bensì di… Jumanji.

"Da cosa si capisce che il nostro rapporto è più finto di quello
di Tom Cruise con Katie Holmes?"
Ho capito perché mi piace tanto questa saga di Hunger Games. A parte per Jennifer Lawrence. Non ho ancora parlato di Jennifer Lawrence? Sto facendo un post su Hunger Games e lei l’ho menzionata appena? Un attimo e ci arrivo…
Prima voglio parlare di Jumanji. Al di là dei riferimenti al mito greco di Teseo contro il Minotauro, o a film come Battle Royale, Rollerball e The Running Man, rivisti però in una chiave più moderna, con tanto di sguardo parodistico nei confronti dei vari reality, talent e survival show e con tanto di storie d’amore in bilico tra realtà e fantasia come quelle di Tom Cruise, gli Hunger Games mi hanno fatto tornare in mente Jumanji, pellicola con Robin Williams e Kirsten Dunst tra i miei cult infantili assoluti. Anche qui i protagonisti sono “costretti” a partecipare a un gioco loro malgrado e non c’è niente da fare, devono partecipare fino alla morte o fino alla vittoria, superando una serie di prove assurde con animali pericolosi, avverse condizioni climatiche, persino un clima più secco di quello che ci sarà ai prossimi Mondiali in Brasile, e quant’altro. Un gioco spietato, alla faccia dei film per ragazzi. Certo, la violenza in Hunger Games non è mai esibita in maniera eccessiva, ma se vi aspettate una pellicola splatter potete rivolgervi altrove, perché i film di questa serie non sono horror, e non sono nemmeno tanto robe sci-fi o fantascientifiche. Hunger Games in realtà è soprattutto una saga… politica.

POLITIK
Hunger Games è una saga che, alla faccia degli scettici, ha qualcosa da dire, a livello socio-politico. Insomma, a livello politico ha molte più cose da dire di un – faccio un nome del tutto a caso – Matteo Renzi. Ma lasciamo perdere Renzi, in fondo, come dice la frase simbolo della pellicola: "Ricorda chi è il tuo nemico." E il nemico vero resta sempre BerluSnow.
Con Hunger Games non siamo ai livelli di 1984 di George Orwell, va bene, ve lo concedo, però per essere una serie rivolta prevalentemente agli adolescenti (ma poi mica tanto) è molto più impegnata delle altre saghette fantasy e young adult in circolazione. Harry Potter – tanto per fare un altro nome a caso – di che parla? È la solita favoletta per bambini sul Bene contro il Male, ed è anche caruccia e tutto, ma quali connessioni ha con l’attualità, con la società?
Non vi viene in mente niente?
Vi do un piccolo suggerimento: nessuna.

Hunger Games è inoltre un esempio di moderno femminismo. Come Buffy, come le girls di Spring Breakers, come – massì esageriamo – come le Pussy Riot. Katniss è un’eroina dei nostri giorni che non ha bisogno di essere protetta dagli uomini, come ad esempio la Bella di Twilight sempre in attesa di essere salvata dal vampiro vegano o dal lupacchiotto mannaro a torso nudo. È semmai Katniss a salvare sia Peeta, che vabbè più che un uomo è un derelitto umano, che Gale/Liam Hemsworth, fustigato in una scena quasi sadomaso per la gioia di tutte le sue fans. Persino Miley Cyrus dopo aver visto tale sequenza ha abbandonato per un attimo martelli, libri, vibratori e altri oggetti vari e ha ripreso interesse nei suoi confronti.
Katniss è una moderna Che Guevara, una Salvatrice, un’ispiratrice di una sommossa popolare, persino al di là di quelle che sono le sue intenzioni. Come spesso avviene, com’è accaduto probabilmente anche a Gesù Cristo, la gente tende a mitizzare alcune persone e a prenderle da esempio e loro magari lì per lì non si rendono nemmeno conto di questa enorme responsabilità. È quanto capita a Katniss Everdeen. Lei punta semplicemente a sopravvivere e a far sopravvivere la sua famiglia, più che a sfidare il Sistema, eppure con i suoi gesti diventa un modello da seguire per la popolazione del suo e pure degli altri distretti. È un’eroina, suo malgrado, attuale più di tutti quei bidu mascherati della Marvel o di Superman.
E dopo paragoni con Superman, Gesù, il Che, le Pussy Riot e quant’altro, forse è meglio se la chiudo qui perché sto cominciando a sproloquiare un tantino. Forse.

JENNIFER LAWRENCE E IL RESTO DEL CAST
Stavo per chiudere il post senza manco parlare di Jennifer Lawrence?
Pensavate veramente che vi potessi tirare un brutto scherzetto del genere?
Per chi mi avete preso, per il perfido Presidente Snow/Donald Sutherland?
Avrei potuto sì, perché per Jennifer Lawrence le parole ormai sono quasi superflue, però non lo farò. Se nel primo episodio già se la cavava bene, questa volta, forte dell’Oscar vinto per il bellissimo Il lato positivo, ha tirato fuori un’interpretazione ancora più positiva. Potete essere fan scatenati delle saghe di Twilight e di Harry Potter fin che volete, però dai, non si può nemmeno paragonare le performance attoriali dei loro protagonisti. Disse uno che ha appena paragonato Katniss Everdeen a Jesus.
Jennifer Lawrence è di un altro pianeta rispetto agli imbambolati (senza offesa per le bambole) Kristen Stewart e Daniel Radcliffe. Per quanto alcuni elementi della saga di Hunger Games possano magari anche essere considerati debolucci, Katniss Everdeen viene fatta vivere su grande schermo da una straordinaria Jennifer Lawrence, come in altri filmoni commerciali non capita spesso mai di vedere. Basta un suo solo sguardo, e ti fa la sequenza da sola. Cito ad esempio ATTENZIONE SPOILER il finale FINE SPOILER, oppure la scena in ascensore.
Non so bene perché, ma negli ultimi tempi l’ascensore sta diventando una location ideale per girare grandi scene. Qui non si raggiunge il sublime come in Drive, però in ascensore avviene il momento più divertente della pellicola, con Jena Malone che si spoglia davanti agli occhi di Woody Harrelson e Josh Hutcherson, scatenando la gelosia di Jennifer che le regala un’occhiataccia impagabile.


Che poi ci sono Jennifer Lawrence, Jena Malone, Woody Harrelson, Josh Hutcherson e c’è pure Philip Seymour Hoffman, l’altro premio Oscar della pellicola Philip Seymour Hoffman. E c’è anche Amanda Plummer che era tipo dai tempi di Pulp Fiction che non la vedevo!!!
Ma Porco Snow, come si può non amare un film con un cast del genere?

LA FINE DEI GIOCHI
Che altro vi posso dire?
Adoro la saga di Hunger Games e se questo mi rende un bimbominkia, lo accetto. Tanto lo ero comunque. E poi zitti voi che magari vi sono piaciuti i robottoni di Pacific Rim ma la quarta elementare l’avete finita da un pezzo…
C’è poco da fare. Chi più, chi meno, siamo tutti bimbiminkia. Sì, anche voi che state leggendo storcendo la boccuccia. E io, io sarò bimbominkia per Katniss Everdeen forever!
(voto 7,5/10)


venerdì 17 maggio 2013

VABBE' LA CRISI, MA QUESTA E' DAVVERO LA MIGLIORE OFFERTA?




Per il lotto numero 127 di oggi, battiamo all’asta… Giuseppe Tornatore.
Si tratta di un pezzo antico, un tempo molto pregiato, negli ultimi anni calato parecchio di valore, ma che può comunque ancora vantare la sua schiera di ammiratori. Assurto a clamoroso prestigio sul finire degli anni ’80 con il suo lavoro più celebre, Nuovo Cinema Paradiso, vincitore persino del premio Oscar come miglior film straniero, adesso il suo valore di partenza è sceso a causa di Baaria, una delle peggiori porcherie viste nella storia del Cinema e dell’umanità. Con 100 euro ve lo potete portare a casa vostra per fargli girare il vostro prossimo filmino delle vacanze.
Uh, a sorpresa abbiamo un’offerta.
101 euro.
Qualcuno offre di più?
Nessuno?
101 e uno, 101 e due, 101 e tre. Aggiudicato alla Warner Bros. Pictures.

Passiamo al lotto numero 128 di oggi. All’asta abbiamo Geoffrey Rush.
È un attore australiano anche lui dal valore un po’ decaduto nei tempi recenti. Pure lui può inoltre vantare una statuetta dorata, vinta per l’interpretazione molto sentita del pianista (non sull’oceano come quello di Tornatore) David Helfgott nel film Shine. Bravo, commovente performance, però il film è una di quelle ruffianata alla Forrest Gump che io mal digerisco, scusate la considerazione personale. E poi che ha fatto? Geoffrey Rush vanta in curriculum altre pellicole come Shakespeare in Love, i Pirati dei Caraibi e Il discorso del re, tutti altri film che ho mal digerito, scusate per quest’altra considerazione personale.
A causa della recente (inspiegabile) acclamazione proprio per Il discorso del re, che gli ha fruttato una nuova nomination agli Oscar, il suo prezzo di partenza è più alto di quello di Tornatore.
1000 euro.
Nessuno?
Nessuno nessuno?
Ok, allora ve lo vendiamo a 500 euro insieme a una batteria di pentole.
La signora là in fondo ha alzato la paletta.
500 e uno, 500 e due, 500 e tre. Andato alla signora là in fondo. Congratulazioni. Soprattutto per la batteria di pentole!

Lotto 129, adesso tiriamo fuori un pezzo nuovo, fresco: Jim Sturgess. Ci sono ragazzine là fuori che si struggono per lui più che per i One Direction. Non ci credete? In effetti non è vero, però qualche fan ce l’ha pure lui. Due o tre. Lo Sturgess era partito molto bene, con un ruolo di primo piano nel bel musical sulle canzoni dei Beatles Across the Universe. Poi la sua carriera non è decollata più di tanto e di recente l’abbiamo visto nel mediocre Upside Down e nel pessimo Cloud Atlas.
Ma il giovane, per quanto parecchio inespressivo e con l’eterna faccia da cucciolo abbandonato per strada cucita addosso, è giovane, appunto, ed è ancora promettente. Per lui il prezzo di partenza è quindi di 5000 euro.
Abbiamo un 5000.
Abbiamo un 6000.
Abbiamo un 7000, bene.
Abbiamo un 10000. 10000 e uno, 10000 e due, 10000 e tre. La migliore offerta è pure questa della signora là in fondo che si era già presa anche la batteria di pentole.

Lotto 130, l’ultimo per questa giornata. Si tratta di un pezzo unico, raro, prestigioso. La recensione mai pubblicata prima di Cannibal Kid del film realizzato dai tre pezzi precedenti, Giuseppe Tornatore in veste di regista e sceneggiatore, Geoffrey Rush e Jim Sturgess come interpreti principali. Eccovela qui di seguito.

La migliore offerta
(Italia 2013)
Regia: Giuseppe Tornatore
Sceneggiatura: Giuseppe Tornatore
Cast: Geoffrey Rush, Jim Sturgess, Donald Sutherland, Sylvia Hoeks, Liya Kebede, Philip Jackson, Kiruna Stamell
Genere: nascosto
Se ti piace guarda anche: Copia conforme, Le conseguenze dell’amore

La migliore offerta non sembra un film italiano. Forse perché del film italiano non c’ha molto. Andando a spulciare i nomi del cast, quel razzista di Giuseppe Tornatore ha estromesso tutti i connazionali. Manco il ruolo da comparse, gli ha dato. Considerando lo scompartimento attoriale nostrano, non sembra certo una mossa sbagliata. Le scelte di casting fatte allo stesso tempo non mi esaltano certo. Geoffrey Rush non mi è mai piaciuto ed è uno di quegli attori che sembra scegliere apposta di girare film che mi daranno sui nervi, come Shakespeare in Love o Il discorso del re. Come attore, per carità, è bravo e qui se la cava bene nei panni dell’antipatico e scontroso battitore d’aste ed espertone d’arte di ‘sta cippa. Ma per questa parte sarebbe stato perfetto Toni Servillo e Geoffrey Rush invece continua a non piacermi e basta, gnegnegnegnegné.
Jim Sturgess ai tempi di Across the Universe mi sembrava piuttosto promettente piuttosto che no, mentre negli ultimi tempi mi sembra piuttosto che no che piuttosto promettente. Qui nei panni del piccolo aiutante del battitore d’aste mi sembra piuttosto fuori parte e basta.
C’è poi anche Donald Sutherland, padre del mio preferito Kiefer, che è perfetto. Come Gandalf il Bianco del Signore degli anelli è perfetto. Come collezionista onnipresente a tutte le aste, non tanto.

"Cannibal dice che somiglio a Gandalf? Fatemi guardare meglio..."

"Mannaggia, c'ha ragione!"

Stranieri sono pure tutti gli altri membri del cast e pare che per questo durante le riprese ci siano state manifestazioni di protesta contro lo ius soli, contro il nuovo ministro per l’integrazione Cécile Kyenge e contro Tornatore, accusato di eccesso di esterofilia. Una malattia di cui soffro anch’io.
L’approccio esterofilo di Giuseppe Tornatore si sente anche nella sceneggiatura, da lui stesso firmata. Se gli script nostrani tendono a mettersi in mostra solo per mancanza di idee e spunti, il copione di La migliore offerta invece parte col piede giusto. È accattivante, ruffianello quel che basta, sa come stuzzicare la curiosità dello spettatore e guadagnarsi fin da subito la sua attenzione. I dialoghi, pur non eccezionali, sono ben focalizzati sul concetto di arte, di originalità e di copia, in una maniera che pare un po’ scopiazzata da Copia conforme di Abbas Kiarostami. Ironico parlare di copie copiando un altro film.

Al di là di questo aspetto, la prima parte del film si dispiega come un thrillerone dal sapore internazionale ben costruito. A colpire è soprattutto la storia: il battitore d’aste protagonista viene chiamato al telefono da una tizia per un consulto. La ragazza ha appena ereditato uno sproposito di oggetti d’arte e vuole che a occuparsi della vendita sia il suddetto espertone d’arte di ‘sta cippa. La cosa intrigante e misteriosa è che questa tipa  è sfuggente. In qualche modo riesce sempre a evitare il contatto fisico con il battitore d’aste, fino a che…

"Lynch, che aspetti a chiamarmi?"
Fino a che il mistero si svela. La prima parte del mistero. Per un’ora il film viaggia bene grazie a quest’aura di curiosità che si appiccica addosso. La sceneggiatura funziona. La regia del Tornatore un po’ meno, classicheggiante come al solito e priva di guizzi. A uno script stranamente in grado di stupire, corrisponde quindi una messa in scena molto tradizionale e sbadigliosa, che diminuisce la tensione costruita dalla vicenda. Poco ci può fare l’inserto, comunque curioso, di una nana molto in stile David Lynch.
A dare una mano ci pensano allora le musiche di Ennio Morricone che, insomma, Morricone è sempre Morricone, eccheccazzo. Però è un Morricone che, per quanto super professionale e in grado di costruire adeguate atmosfere, ha perso la genialità e la poesia di un tempo e adesso sembra comporre musiche col pilota automatico. Un pilota automatico di talento, ma pur sempre un pilota automatico. Niente al livello ad esempio dello splendido tema “Ninna nanna per adulti” composto per il film Cuore di mamma e di recente riciclato in maniera splendida in Come un tuono.

Pur con i limiti evidenziati, ci troviamo allora di fronte finalmente a una pellicola italiana degna di essere vista?
La risposta è sì. Però la prima ora è intrigante, poi il film comincia a precipitare. Come molti altri thriller, anche La migliore offerta perde via via fascino mano a mano che si scoprono le sue carte. La pellicola se la cava bene quando indossa la sua poker face, quando riesce a bluffare, poi però quando è il momento di far vedere ciò che ha in mano, scopri che non aveva manco un tris. O, meglio ancora, per restare nel tema delle aste trattato dalla pellicola, è come se un compratore si fosse aggiudicato tutti i lotti più importanti e costosi e poi alla fine, quando arriva il momento di pagare, si scopre che in tasca non ha un euro ed è il classico perdaballe che ha preso in giro tutti.
Si tratta insomma di un thriller dalla prima parte avvincente, dalla seconda parte meno convincente, e con un finale che ho trovato pessimo, per non essere volgare e dire che è una cagata pazzesca. Ci ho anche riflettuto su un po’, al termine della visione, e mi è sembrato decisamente meno profondo di quanto vorrebbe apparire. Nel complesso, comunque, una visione che ha superato le mie più rosee aspettative, considerando come Tornatore arrivasse da quel pasticcio cinematografico di Baaria, eppure allo stesso tempo è anche la classica occasione mancata per realizzare qualcosa che lasci davvero il segno e non sia solo un thrillerino a tratti avvincente. Meglio del solito film italiano medio, a cui non assomiglia per niente, però le 13 nomination avute ai David di Donatello 2013 appaiono un tantino, diciamo pure parecchio, esagerate. Non che la concorrenza offra molto altro, ma se questa è La migliore offerta del cinema italiano, ‘nnamo bene, ‘nnamo.
(voto 6,5/10)

Il lotto 130 è dunque questa splendida recensione cannibale che abbiamo appena letto.
L’offerta di partenza è 1 euro.
Nessuno offre 1 euro?
Nessuno, nessuno?
Il signore in prima fila con una bandana in testa e truccato come uno dei Kiss che mi sembra di conoscere ha alzato la sua paletta. Non mi pare abbia intenzioni benevole nei confronti della recensione e sta ondeggiando la fiamma di un accendino immagino per mostrare la sua intenzione di bruciarla, però non ci sono altre offerte in sala, quindi il lotto 130 è suo.
Si è aggiudicato la recensione di Cannibal Kid de La migliore offerta. Congratulazioni, signor Ford!



Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...

DISCLAIMER

Questo blog non rappresenta una testata giornalistica, pertanto non può considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 7.03.2001. L'autore, inoltre, non ha alcuna responsabilità per il contenuto dei commenti relativi ai post e si assume il diritto di eliminare o censurare quelli non rispondenti ai canoni del dialogo aperto e civile. Salvo diversa indicazione, le immagini e i prodotti multimediali pubblicati sono tratti direttamente dal Web. Nel caso in cui la pubblicazione di tali materiali dovesse ledere il diritto d'autore si prega di Contattarmi per la loro immediata rimozione all'indirizzo marcogoi82@gmail.com