Limitless
(USA 2011)
Regia: Neil Burger
Cast: Bradley Cooper, Robert De Niro, Abbie Cornish, Anna Friel, Johnny Whitworth, Andrew Howard, Robert John Burke, Darren Goldstein, Tomas Arana, T.V. Carpio
Genere: open your eyes, open your mind
Se ti piace guarda anche: Crank, π - Il teorema del delirio, Enter the Void, Strange Days, Fight Club
Non ho manie di grandezza. Ho un’autentica ricetta per la grandezza.
Trama semiseria
Hai sentito la storia che usiamo solo il 20% del cervello?
Ecco, quando senti parlare Bossi o suo figlio pensi: cazzo, ma questi non usano neanche il 2%.
Il protagonista di questo film è uno scrittore con il blocco dello scrittore in crisi che si prende una sostanza in grado di fargli avere accesso a tutto il potenziale del cervello.
Bingo: il 100% per una persona normale, ma se la date sempre a Bossi o a suo figlio arrivano a dir tanto al 3 o al 4%...
Recensione cannibale
Guardando il trailer, Limitless mi era sembrato un possibile incrocio tra l’adrenalinico action movie
Crank e l’apertura alle percezioni sensoriali dell’innovativo
Enter the Void di Gaspar Noé: esatto l’uomo venuto a traghettarci verso il futuro del cinema con la sua arca visiva.
L’espediente narrativo di partenza del film è davvero ottimo e offre una marea di spunti. Un aspirante scrittore fallito con un aspetto trasandato da barbone e un appartamentino lurido prende una sostanza farfaceutica barra droga dal suo ex suocero, il suo personale Morpheus che gli spalanca le porte della mente. Una robetta magica chiamata NZT che permette di accedere al 100% del potenziale del cervello, ben al di là del misero 20% che di solito usiamo. Ma cosa succede dopo che la prende la pasticchina magica?
Diventa super intelligente e in grado di avere a disposizione una miriade di informazioni. In pratica diventa Google in persona. Un secchione odioso e spocchioso? No, anzi, diventa super attivo come se si fosse sparato un centinaio di righe di coca, pulisce l’appartamento, si rimette in sesto, abbandona il barbon-look, scopa un sacco in giro, completa il libro cui lavorava invano da mesi, e…
Il resto della storia vi invito a scoprirvelo da soli, visto che è una visione anzi esperienza che vale ampiamente la pena di provare e certo non annoia. Qui di seguito vi riporto comunque una mia serie di riflessioni lucide dovute all’effetto dopante della pellicola.
È pericoloso questo Limitless, perché se nella realtà esistesse una sostanza come quella del film tutti vorrebbero prenderla e la visione invoglia a desiderarla ardentemente. D’altra parte chi non vorrebbe diventare la versione superpotenziata di sé? Non essendoci una sostanza del genere in giro cosa si può prendere per avere un effetto simile? Pacchi di cocaina? Funghetti allucinogeni? Oppure boh chi lo sa? Forse c’è qualcuno che già la prende. Kanye West, Justin Timberlake o
Melanie Laurent, ad esempio: gente che canta, rappa, recita, produce, dirige, scrive, balla, crea, conduce show, fa in pratica qualunque cosa artisticamente concepibile. Persone che, viene il lecito dubbio, è probabile si facciano dosi quotidiane di questa droga…
Tratto da un romanzo dell'autore irlandese Alan Glynn, Limitless offre uno spunto interessante per riflettere sull’epoca in cui ci troviamo, di cui è uno specchio perfetto. Viviamo infatti in una società che ci richiede di essere bravi non in un solo campo ma in tutti, una società che ci bombarda di informazioni, una società in cui abbiamo a disposizione tutto, subito, presto, qui, ora, ma cosa ci manca solo il più delle volte? La capacità di gestire tutto questo marasma di numeri, simboli, lettere, parole, idee, concetti che ci piovono addosso da ogniddove. Per quanto intelligenti e preparati possiamo essere, per poterle comprendere appieno abbiamo in effetti bisogno di più delle nostre capacità attuali: abbiamo bisogno di sfruttare in pieno il nostro cervello. Ma se ci sono un sacco di diverse droghe in giro, che cazzo aspettate a mettere in commercio anche questa pasticca? Dai che voglio comprarla, sono disposto a qualunque cifra e a fare qualunque cosa come il protagonista di questo film.
Il protagonista del film chi è?
Bradley Cooper, quello di Una notte da leoni. E come se la cava Bradley Cooper alla prova di un film in cui ha il ruolo principale? Se la cava bene, il ragazzo, ma non mi ha convinto del tutto. Non al 100%, magari giusto a un 80%, tanto per rimanere in tema di percentuali. In una parte secondaria c’è poi
Robert De Niro, uno che si sarebbe dovuto ritirare dignitosamente già parecchi anni fa diciamo dopo Jackie Brown, e nonostante Limitless sia con Machete uno dei pochi film decenti tra i molti girati negli ultimi anni, la sua interpretazione è lungi dall’essere brillante; è ormai bollito, stanco, si vede che non ci mette nessun entusiasmo nel recitare e lo fa ormai solo per soldi. Come presidente della giuria di Cannes sembra capirne già di più, visto che ha premiato
Terrence Malick e
Kirsten Dunst, forse dovrebbe dedicarsi a quello in piante stabile... In più nel cast c’è anche un sosia dello scrittore Bret Easton Ellis ma, e mi sono informato su imdb, non è lui -certificato- si chiama Darren Goldstein. Eppure cazzo se è uguale. Un ruolo che avrebbe meritato un approfondimento maggiore è poi quello di
Abbie Cornish, l’australiana nuova Nicole Kidman anzi nuova Naomi Watts vista in Paradiso + Inferno,
Bright Star e Sucker Punch che interpreta la fidanzata usa e getta, tira e molla, prendi e lascia del Bradley Cooper. Chiusa parentesi cast.
La capacità, la virtù di Limitless è simile a quella del protagonista sotto l’effetto di questa magica misteriosa sostanza NZT: prende diverse tendenze del cinema contemporaneo, con un’atmosfera alla
Fight Club di David Fincher, un attacco in stile video di Pure morning dei Placebo, capacità numeriche applicate alla Borsa come ipotizzato in
π - Il teorema del delirio di Darren Aronofsky da cui prende anche in prestito una soundtrack molto drum'n'bass, qualche idea vicina ai già citati Crank, Enter the Void e
Matrix et voilà: le frulla insieme, le cita in una maniera talmente veloce da sfruttare davvero al 100% il mezzo cinematografico moderno e le butta poi fuori in una forma non innovativa ma comunque piuttosto originale e personale, già a partire dai titoli di testa da mal di testa. Non ho visto i suoi film precedenti L’illusionista e The Lucky Ones, quindi non so se il regista Neil Burger fosse qui nel suo stato normale o invece sotto l’effetto di NZT come il suo protagonista, però in tal caso mi auguro continui a prenderla così potrà fare altre cose interessanti e notevoli.
E a proposito, Limitless è un film notevole cui forse manca giusto un po’ di cuore, ma d’altronde quando hai a disposizione il 100% del cervello non puoi permetterti troppi sentimenti e sentimentalismi. L’altro limit del film, che non lo fa entrare quindi giusto per un soffio tra i miei cult personali assoluti come le altre pellicole cui si ispira, è un intreccio spy-thriller finale non del tutto esaltante. Il punto di forza maggiore di Limitless è invece quello di mettere addosso, di instillare vera adrenalina, che ti fa voglia di fare un sacco di cose e quindi, dopo questo fiume di parole in piena per una delle recensione più lunghe e logorroiche che abbia mai scritto, cosa che di solito evito di fare, me ne vado, ora basta la smetto perché devo andare a sfruttare al 100% il potenziale del mio cervello.
Sperando sia superiore a quello di Bossi & figlio trota…
(voto 8)