Visualizzazione post con etichetta edda. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta edda. Mostra tutti i post

venerdì 19 dicembre 2014

I MIGLIORI ALBUM DEL 2014 DI PENSIERI CANNIBALI – N. 20 - 11





Proseguono le classifiche di fine anno stilate da Pensieri Cannibali. Dopo quelle dedicate ai Men of the Year, alle Cotte adolescenziali e alle serie tv migliori dell'annata, oggi tocca agli album musicali.
Quali sono i dischi ascoltati, apprezzati e amati di più nel corso degli ultimi 12 mesi su questo blog?
Lo scopriremo presto. Prima di vedere la Top 10, ecco i 10 (a dire il vero 11) bei dischetti finiti a un passo dalla cima.


domenica 13 gennaio 2013

MUSICA ITALIANA, ER MEJO DER 2012


Io e la musica italiana non andiamo molto d’accordo. Un po’ come io e il cinema italiano. Un po’ come io e qualunque cosa italiana.
Tralasciando questo minuscolo, piccolissimo, insignificante dettaglio, vi propongo i 10 artisti/band provenienti dalle varie parti dello Stivale che più ho apprezzato nel corso del 2012.
Via alla Top 10 anzi, visto che siamo in ambito italiano, via alla Cima 10!

10. Lo Stato Sociale
Sono così indie che quasi quasi non mettevo Lo Stato Sociale tra le band italiane dell’anno perché ormai sono troppo commerciali.



9. Vadoinmessico
Vadoinmessico?
Mah, se tutte le band nostrane fossero così Restoinitalia.



8. Edda
Eddai, Edda è un grande e i suoi testi sobrissimi sono fantastici.



7. Cosmetic
Niente cosmetici, per i Cosmetic. La loro musica è bella così: senza trucchi, acqua e sapone.




6. Maria Antonietta
All’inizio non mi piaceva molto, la sua voce da ghigliottina. Poi, come capitato in passato ad esempio con Carmen Consoli, mi ci sono abituato e adesso sono pronto a incoronarla come regina delle cantantesse italiane 2012.



5. Iori’s Eyes
Basta un solo fugace sguardo, per rimanere ammaliati dagli occhi di Iori.



4. Two Fingerz
La loro non è musica hip-hop e non è house music. La loro è mouse music.



3. Drink To Me
Sicuri sicuri siano un gruppo italiano?
(e questo credo sia il complimento più bello che io possa fare a un gruppo italiano)



2. Tre allegri ragazzi morti
Il gruppo più vivo della scena musicale italiana zombie? I Tre allegri ragazzi morti.



1. Colapesce
“Un meraviglioso declino” di Colapesce è il disco italiano più bello che ho pescato quest’anno. Senza neanche aver bisogno di una canna.


sabato 17 marzo 2012

Negozio di dischi: Bruce Springsteen, The Shins, Lo Stato Sociale…

"Faccio ancora dischi perché in posta c'è troppa coda per ritirare la pensione..."
Nuovo appuntamento con gli album del mese, dopo quelli di gennaio e febbraio.
Il menù è all’insegna di nuovi gioiellini, vecchie rockstar e pure qualche sorprendente dischetto italiano…

Bruce Springsteen “Wrecking Ball”
Genere: ex rockstar
Bruce Springsteen vuole per caso diventare lo Zucchero Sugar americano?
Il suo nuovo singolo "We take care of our own" è infatti un plagio una rilettura evidente di "(There’s) Always something there to remind me", pezzo di Burt Bacharach portato al successo da Sandie Shaw e Naked Eyes. Il tutto con giusto una spruzzata in più della sua "Born in the U.S.A.".
Il resto del programma non è da meglio, anzi, composto com’è da pezzi inascoltabili (le cantilene da sagre di paese di “Easy Money” e “Shackled and Drawn”), inni quasi religiosi (“Jack of All Trades”), canzoni deprimenti (“This Depression”) e brani inutili e/o noiosi (tutti gli altri).
Attenzione, Bruce, perché il passo dall’essere chiamato Boss alla demenza senile stile Bossi non è troppo lungo.
Per Springsteen vale la stessa domanda rivolta a, tra gli altri, Spielberg o Al Pacino: non potrebbero godersi la pensione, invece di sputtanarsi la carriera? A questo punto mi viene il dubbio che non ce l’abbiano, la pensione. Monti, visto che tu ne pigli (almeno) due, non puoi darne una pure a loro? Che ti costa? Tanto paghiamo noi…
(voto 4/10)


Bleeding Knees Club “Nothing to Do”
Genere: cazzeggio
Rock and roll!
Dire altro sarebbe solo uno spreco di tempo.
(voto 6,5/10)


Edda “Odio i vivi”
Genere: alcolico
Qui ci troviamo di fronte a un potenziale nuovo cult italiano. Già voce dei Ritmo Tribale nei 90s, ora Edda in veste solista snocciola testi ubriachi in bilico non tra santi e falsi dei, bensì tra il delirio e la genialità.
Un esempio? "Se ti scupi uno come me / perché io so fare l'amore bene."
Un altro esempio? "Sssssssssai che ti chiamano Mary Poppins per quelle grosse mele che hai / vorrei comprare della COCCOINA / il letto me lo bagnerai".
Un altro esempio ancora? "Smettila di frignare / portami almeno al mare / smettila di pensare / ho voglia di scopare."
Roba che potrebbe uscire da un Gianluca Grignani se i suoi produttori gli consentissero di registrare alle 3 del mattino quando è del tutto strafatto.
Odio i vivi, amo Edda.
(voto 7+/10)


Katie Melua “Secret Symphony”
Genere: mellifluo
Per Katie Melua ho un debole totale. È così cariiiiina e ha una voce così emozionaaaaante.
Questo disco però è troppo raffinato ed elegante e troppo poco hype e cool per sfondare nelle classifiche.
Peggio per le classifiche.
(voto 7/10)


"Domani tutti in chiesa, che fa troppo indie."
Lo Stato Sociale “Turisti della democrazia”
Genere: così indie
Il disco d’esordio dello Stato Sociale, o meglio degli Stati Sociali, o meglio ancora dei Lo Stato Sociale presenta dei testi strepitosi ma delle musiche un filino meno. Allegri e contagiosi, soprattutto in una "Vado al mare" che profuma di "Girls & Boys" dei Blur da lontano un miglio, però a livello sonoro hanno ampi margini di miglioramento.
Come direbbe l’uomo scimmia coprofago dalle mani enormi Morandi: si può dare di più.
Già indie cult istantanei comunque i due pezzi manifesto dello Stato: “Mi sono rotto il cazzo” e “Sono così indie”.
(voto 6,5/10)

Sono così indie che il blog è fuori moda...


Maria Antonietta “Maria Antonietta”
Genere: confusa e infelice
Non ho ancora capito se questa Maria Antonietta mi piace o mi infastidisce. È carina, ha un nome GRANDIOSO, però la sua voce… la sua voce è strana. Uno strano che passa dallo strano piacevole alla Carmen Consoli allo strano meno piacevole dell’ultima Bertè gigidalessizzata, fino allo strano ma troppo strano tipo immaginate una Giusy Ferreri indie.
Alcuni pezzi non sono niente male, però il dubbio alla fine resta. Mi piace o mi infastidisce?
(voto 6/10)


Mouse on Mars “Parastrophics”
Genere: marziano
Ci sono gruppi che capisci già tutto di loro solo dal nome: gli Zero Assoluto sono un esempio perfetto. Gli altri sono i Mouse on Mars. Che musica suonerebbe un topo se fosse su Marte? La risposta al quesito ve la dà la musica del duo elettronico tedesco. Due Daft Punk crucchi, o dei novelli Kraftwerk se preferite, che sono tornati in forma strepitosa con un disco che rifugge le mode electro del periodo e finisce per suonare come arrivato da un futuro remoto. O da Marte, appunto. Una goduria.
(voto 8/10)


Nite Jewel “One Second of Love”
Genere: alternative pop
Dicevamo sopra che il nome di un'artista a volte dice già tutto, ed è vero pure in questo caso: la musica di Ramona Gonzalez alias Nite Jewel è un vero gioiellino da ascoltare preferibilmente la notte alta e sogno sveglio.
Un secondo d’amore, ma 40 minuti buoni di grande musica da qualche parte tra le finezze di Joan as Police Woman e Feist. Solo più pop, notturna e sognante.
(voto 8/10)


Perfume Genius “Put Your Back in 2 It”
Genere: melò
Mike Hadreas alias Perfume Genius è un vero genius? Per il momento il termine è esagerato, sebbene io ami le esagerazioni. Però se genio (ancora) non è, almeno un grande talento di certo lo è.
Il suo disco si apre con una melodia inquieta alla Twin Peaks (dunque strepitosa) e procede con atmosfere melodrammatiche, molto melodrammatiche, a tratti persino troppo melodrammatiche, non distanti da Antony and the Johnsons.
Non è adatto se cercate qualcosa di vivace, ma per deprimervi, oh signori e signore, questo è l’ascolto perfetto.
(voto 7,5/10)


"Se ci bocciavi eran botte, Cannibal!"
The Shins “Port of Morrow”
Al quarto album, la indie band preferita da Natalie Portman in Garden State torna alle melodie pop carezzevoli (quanto odio questo termine, però per loro calza a pennello) di Chutes Too Narrow. Tutto molto bello, tutto molto piacevole, per il momento manca giusto la folgorazione personale totale. Però è possibile che arrivi con i prossimi ascolti, in fondo questo album mi ricorda l’ultimo dei Band of Horses, partito in sordida e poi rientrato tra i miei dischi dell’anno 2010. Capiterà lo stesso con questa nuova pop-perla a firma Shins?
Per adesso qualche magic moment si intravede già, tra “It’s only life” e “Simple Song”...
Ascolto raccomandato. Parola di pop-pirla.
(voto 7/10)

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...

DISCLAIMER

Questo blog non rappresenta una testata giornalistica, pertanto non può considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 7.03.2001. L'autore, inoltre, non ha alcuna responsabilità per il contenuto dei commenti relativi ai post e si assume il diritto di eliminare o censurare quelli non rispondenti ai canoni del dialogo aperto e civile. Salvo diversa indicazione, le immagini e i prodotti multimediali pubblicati sono tratti direttamente dal Web. Nel caso in cui la pubblicazione di tali materiali dovesse ledere il diritto d'autore si prega di Contattarmi per la loro immediata rimozione all'indirizzo marcogoi82@gmail.com