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venerdì 28 giugno 2013

DISEDUCAZIONE SIBERIANA


Educazione siberiana
(Italia 2013)
Regia: Gabriele Salvatores
Sceneggiatura: Stefano Rulli, Sandro Petraglia, Gabriele Salvatores
Tratto dal romanzo: Educazione siberiana di Nicolai Lilin
Cast: Arnas Fedaravicius, Vilius Tumalavicius, John Malkovich, Eleanor Tomlinson, Jonas Trukanas, Vitalij Porchnev, Peter Stormare
Genere: racconto di formazione
Se ti piace guarda anche: C’era una volta in America, Romanzo criminale, La promessa dell’assassino

Chi sa, fa. Chi non sa far niente, insegna. Chi non sa insegnare, insegna educazione fisica. E chi non sa insegnare manco educazione fisica, insegna l’educazione siberiana. In questo caso John Malkovich, il nonno del protagonista del film di oggi.
La recensione è iniziata da appena un paio di righe e io non voglio fare subito il pignolino, ma qualcuno mi spiega perché John Malkovich è considerato un grande attore? Mistero, come direbbe Enrico Ruggeri con la sua vouce fastidiousa.
È dai tempi di Essere John Malkovich, in cui peraltro interpretava se stesso - che fatica! -, che non fa un film decente e anche prima non è che abbia avuto tutti ‘sti ruoli memorabili o girato chissà quali enormi capolavori. Senza offesa, o forse un po’ sì, ma John Malkovich poi ha pure la faccia da scemo come pochi. Oltre a delle orecchie enormi.


Essere John Malkovich?
No, grazie.

Ho attaccato John Malkovich e ora per par condicio attacco me stesso.
Chi non sa fare cinema, fa il critico. Chi non sa fare il critico, mette su un blog di cinema, come me.
Contenti adesso, fans di John Malkovich?

"Cannibal ce l'ha con me solo perché non prego il suo Dio: Kanye West."
E dopo aver attaccato John Malkovich e me stesso, passo ora a prendermela anche con Educazione siberiana. Nessuna pietà per niente e nessuno, oggi.
Educazione siberiana è la versione brutta di un bel film. Tratto dal romanzo omonimo di Nicolai Lilin che pare abbia avuto un discreto successo ma che non ho letto e che, dopo aver visto l’adattamento cinematografico, manco m’è venuta la minima voglia di recuperare, Educazione siberiana è la classica storia di formazione. Allo stesso tempo è anche una vicenda criminale. In pratica, si tratta di una formazione criminale.
In Moldavia, il bimbominkia Kolyma è cresciuto insieme all’amichetto Gagarin dal nonno John Malkovich, che insegna loro i precetti base della comunità criminale siberiana. Secondo la sua particolare visione del mondo, i soldi non vanno mai tenuti in casa. Roba che se passa uno da te e ti regala un milione di euro (fatto che potrebbe realmente capitare) tu devi dire: “I soldi? No, bleah, che schifo. Vade retro Satana.” I soldi sono banditi, ma non la violenza. In pratica è su queste basi, e su qualche altra cacchiata che ora non ricordo, che si fonda l’educazione siberiana.
Bella, eh? Vi è venuta una gran voglia di iscrivervi subito a un corso di educazione siberiana dance, vero?

"Ma tu hai capito cos'è, 'sta educazione siberiana?"
"Macché, io da quella materia e da religione mi sono fatto esonerare..."
La vicenda del film ci viene presentata su due piani temporali. In uno, Kolyma è ormai cresciuto ed è diventato un soldato, nonostante ciò sia contrario ai comandamenti siberiani. Nell'altro, attraverso una serie di flashback, andiamo inoltre a rivivere il passato da bambino prima e ragazzetto poi del protagonista e dei suoi amici. Chi sono, questi amici?
Gagarin è un po’ la mela marcia della band e, da bravo giovane delinquentello qual è, finisce dritto per dritto in galera. Non importa sia solo un bambino. In Moldavia si scherza mica. Vai in galera subito. Non devi aspettare l’appello, in controappello, il via libera del Parlamento…
Gli altri due della baby-gang sono Vitalic (Vitalij Porshnev), quello un po’ indie-nerd con gli occhiali che sembra uscito da un film di Wes Anderson, e Mel (Jonas Trukanas), quello grassottello che sembra uscito da Animal House e che, in teoria, dovrebbe essere il simpa della cumpa. Due personaggi potenzialmente interessanti che invece rimangono sullo sfondo, senza ritagliarsi grossi momenti memorabili, se non una tragedia che riguarda uno dei due. Chissà chi?
Peccato, perché i giovani siberiani avrebbero potuto formare un quartetto di amiconi come gli hobbit de Il signore degli anelli. È anche qua che sta la differenza tra il cinemino italiano attuale e i filmazzi americani. Per quanto stereotipati e ripetitivi possano essere pure questi ultimi, di solito c’è una buona costruzione dei personaggi secondari. Fosse stato un film americano, Vitalic e Mel sarebbero probabilmente diventati degli idoli. Ma vabbè, l’importante è che almeno i personaggi principali siano costruiti al meglio, giusto?

Giusto, solo che sono proprio loro ad essere i problemi principali del film. Il protagonista non suscita il minimo di simpatia, né empatia. Perché dovrebbe fregarcene qualcosa di lui? È un personaggio del tutto anonimo, che non ci viene mai mostrato davvero da vicino. Capisco la tipica freddezza dei russi, ma davvero è impossibile affezionarsi a un protagonista del genere. Non aiuta di certo l’interpretazione dell’esordiente lituano Arnas Fedaravicius. Raramente ho visto un attore più inespressivo, action heroes degli anni ’80 esclusi. Va un po’ meglio con l’amico del protagonista, Gagarin (Vilius Tumalavicius), personaggio cattivello che però pure lui non viene sviluppato a dovere.
In mezzo ai due protagonisti, come al solito, ci si mette una donna. Ed è una donna particolare. Una un po’, come dire? In maniera politically incorrect potremmo definirla una “ritardata” mentre nel film viene definita in modo molto politically correct una “voluta da Dio”. Un personaggio singolare che potrebbe dare un tocco di originalità alla pellicola e invece no. A completare un cast pessimo, ma d’altra parte cos’aspettarsi da un regista che come attore feticcio ha Diego Abatantuono?, c’è la nota più negativa: Eleanor Tomlinson, già impalpabile presenza de Il cacciatore di giganti, che nei panni della tipa “voluta da Dio” offre una delle peggiori interpretazioni femminili dai tempi di Keira Knightley in A Dangerous Method.

"Ma come? Fai tanto il duro e poi vuoi che ti tatui il volto angelico di Justin Bieber?"
A proposito del cinema di David Cronenberg, Gabriele Salvatores ha voluto girare un po’ il suo La promessa dell’assassino, così come evoca vagamente anche City of God, Romanzo criminale e I guerrieri della notte. Anche se il riferimento principale del regista italiano sembra essere un altro, molto poco impegnativo: C’era una volta in America di Sergio Leone. In teoria, nelle sue intenzioni è una specie di C’era una volta in Siberia. In pratica, è una copia sbiadita girata a tratti con stile da videoclip anni ’90, perché fa figo, a tratti con stile più classicheggiante. Indeciso su quale direzione prendere, Salvatores ci infila dentro pure la splendida “Absolute Beginners” di David Bowie, in quella che (teoricamente) dovrebbe essere una delle scene emotivamente più forti della pellicola. Ma una bella canzone non basta per fare una bella sequenza, né tanto meno un bel film.
Il risultato finale è una pellicola che non riesce minimamente a lasciare il segno. Laddove probabilmente il romanzo riusciva a far avvicinare il lettore all’esperienza della vita in queste gang criminali post-URSS, provata in prima persona dall’autore Nicolai Lilin, l’adattamento di Salvatores appare del tutto distaccato e non coinvolge. Va bene la freddezza, ma qua tira proprio un gelo siberiano.
(voto 5/10)



giovedì 28 febbraio 2013

CINEMA SIBERIANO

Fabri Fibra? No, l'autore del romanzo Educazione siberiana.
Dopo una serie di weekend tutti piuttosto interessanti e pieni di uscite valide o quasi, questa settimana non si preannuncia il massimo dei massimi.
L’effetto Oscar si sta già sgonfiando?
In attesa di vedere il lato positivo in una situazione non troppo felice, cinematograficamente e non solo parlando, per questa settimana accontentiamoci del lato negativo.
E a proposito di lati negativi, insieme ai miei commenti non mancheranno neppure quelli del mio blogger rivale Mr. James Ford.
Nei prossimi giorni comunque potremmo essere entrambi parecchio impegnati. Voci non confermate dicono infatti che Napolitano abbia intenzione di chiamare me e Ford al Colle per formare una sorprendente coalizione di Governo. Che potrebbe durare due giorni al massimo dei massimi...

Ford si tatua la scritta: "Morte a Cannibal, gloria e vita a JCVD" sulla schiena.
Educazione siberiana di Gabriele Salvatores
Il consiglio di Cannibal: meglio un’educazione siberiana che una fordiana
Gabriele Salvatores è un regista che non mi esalta particolarmente. A lui riconosco comunque una certa dose di coraggio e di voglia di provare a cimentarsi con film e generi diversi. Considerando come in Italia molti, una volta trovata una formula anche solo un minimo fortunata, si accontentano di replicarla stancamente a vita, non è una dote da poco. I risultati però nel suo caso sono altalenanti…
Per questo Educazione siberiana qualcuno ha osato scomodare paragoni addirittura con C’era una volta in America e non mi sembra il caso. Lo dice uno che con i paragoni assurdi c’ha una certa familiarità. E pure Ford è un altro che su queste cose non scherza mica…
Le premesse per qualcosa dal respiro internazionale e di diverso dalle solite produzioni italiane ci sono, poi i risultati come sempre con Salvatores sono un’incognita. Così come i risultati delle elezioni italiani. E come ogni film consigliato da Ford che può rivelarsi o una ciofeca media oppure una ciofeca gigantesca.
Il consiglio di Ford: prepariamoci per emigrare in Siberia, lì forse la fauna locale riesce a votare meglio degli abitanti della Terra dei cachi!
Salvatores è un regista che, ai tempi dei suoi esordi, riusciva sempre a convincermi con il giusto equilibrio tra scanzonato panesalamismo all'italiana ed un pizzico di autorialità che non guastava mai: poi ha iniziato a scopiazzare clamorosamente i registi in voga in questa o quella stagione e ad appigliarsi a classici del passato, e progressivamente mi è parso sempre più un fuoco di paglia senza più alcuna idea che meritasse questo nome. Ora torna alla carica portando sullo schermo l'adattamento di un romanzo che strabiliò la critica qualche anno fa e che personalmente non ho letto, speriamo non si tratti dell'ennesima operazione furbetta e che, almeno, valga la pena di una visione quantomeno discreta. Un po’ come paiono essere diventati i gusti del Cannibale ultimamente.

"Questo sì che era un drink, altroché WhiteRussian!"
Upside Down di Juan Diego Solanas
Il consiglio di Cannibal: Cannibal è sempre Up, Ford è sempre Down
Filmetto già visto. Carino. Visivamente è molto interessante, e non solo per la presenza della sempre magnifica Kirsten Dunst, mentre purtroppo a livello di sceneggiatura è un po’ esilino.
Io una visione comunque la consiglio, soprattutto in una settimana più down che up come questa.
Consiglio anche di non stare a dare troppo peso ai consigli fordiani, se non volete che vi butti down l’umore ancora più di quanto possa fare la situazione politica nazionale. E non è un’impresa da poco.
Il consiglio di Ford: più che Up, questa settimana mi sa tanto che ci aspetta molto Down.
Film parecchio inutile nonostante il fascino visivo che ho già visto parecchio tempo fa e che a brevissimo farà la sua comparsa qui al Saloon, che vale la visione più per gli effetti - davvero interessanti - che per la storia, che è riuscita ad entusiasmarmi meno delle tresche adolescenziali di Peppa Kid o dei risultati delle elezioni politiche. Se proprio non avete altro da recuperare, fate un tentativo non troppo convinto con questo.

"Ma che cazzo c'ha Ford in casa sua?"
Non aprite quella porta 3D di John Luessenhop
Il consiglio di Cannibal: se bussa Ford, non aprite a quella porta (3D o meno che sia)
Ma ancora?
L’ultimo remake del cult horror degli anni ’70 tanto esaltato da Ford era quello con Jessica Biel uscito 10 anni fa. Remake parecchio squallido. Visto che quello non bastava, adesso ne arriva un altro che rischia di essere ancora più squallido.
Dove andremo a finire, se continueremo così? Finiremo peggio della Grecia? Finiremo persino a bussare alla porta di Ford?
Il consiglio di Ford: io non busso alla porta del Coniglione, la abbatto a bottigliate!
Trascurabilissimo - per non dire orrido - reboot di un cult dell'horror di tutti i tempi buono giusto per le inquadrature al limite del soft-porno alle due notevoli protagoniste femminili che ho già visto e massacrerò a dovere a breve neanche fossi un novello Leatherface nei prossimi giorni, ulteriore segno del declino che sta vivendo il genere, quasi peggiore di quello che attraversa la Terra dei cachi, ormai allo sbando completo, e la mente del Cannibale, che non so a quale remake con Jessica Biel voglia attribuire la mia approvazione.
Nota cannibale: l’esaltazione era riferita all’originale, non al remake. Anche se secondo me Ford s'è esaltato pure con quello...

"Una preghiera per il Papa che ci lascia. E si trasferisce a casa di Ford."
Non ci indurre in tentazione di N. Santi Amantini
Il consiglio di Cannibal: …ma liberaci dal Ford
E veniamo al capitolo ogni settimana più atteso da voi fedeli lettori cannibalini e (ahivoi) fordini. Il capitolo dedicato alle uscite italiane inutili. Quei film che già fin dal trailer capisci una cosa: che non li vedrai mai. Per carità, poi magari si scopre che sono dei capolavori, ma se il trailer fa già pena, ciao belli, io ci rinuncio. In Italia si dovrebbe imparare una cosa, oltre a votare con il cervello e a tornare a girare dei film interessanti: realizzare dei trailer intriganti. Sarebbe già un primo passo.
E a proposito di primi passi e di crescita: ma vi immaginate che bello se la prima parola del figlio di Ford fosse: “Cannibal”? (okay, non c’entrava niente con il film, però avevo voglia di chiederlo).
Il consiglio di Ford: non vi induco in tentazione, ma vi libero dal Male. Cannibal? No, qualcuno di ben peggiore che ha quasi vinto le elezioni.
Non passa settimana senza che ci si trovi ad affrontare filmetti inutili prodotti e distribuiti nel Paese dei voti discutibili quando pellicole splendide come ad esempio i quattro quinti dei candidati all'Oscar per il miglior film straniero non trovano spazio manco a pagare.
Quello, invece, spazio lo trova sempre.
Quello, non il Cannibale.

"Aiuto, è entrato un Ford dalla finestra. Prendete l'insetticida, presto!"
Tutti contro tutti di Rolando Ravello
Il consiglio di Cannibal: tutti contro Ford
Un film da regista in Italia non lo si nega a nessuno e quindi dopo i vari Siani, Ceccherini, Papaleo etc., ecco che debutta dietro alla macchina da presa pure Rolando Ravello. Chi è Rolando Ravello???
E che ne so io… è quello pelato noto per film come… e anche… e poi pure per…
Avete capito, no?
A questo punto fatelo fare anche a me e a Ford un film da attori, registi e sceneggiatori.
Il consiglio di Ford: tutti contro di lui. Proprio lui. Magari! Peccato che siamo in Italia.
Non voglio neppure alla lontana prendere in considerazione un filmetto di questo genere, segno del declino culturale - e non solo - che vive un'Italia sempre più in crisi.
Mi accodo alla richiesta del Cannibale: fate fare anche a noi due un film. Sicuramente verrebbe meglio di certa merda che finisce in sala.

Ford porta a scuola suo figlio.
Nitro Circus: The Movie 3D di Gregg Godfrey, Jeremy Rawle
Il consiglio di Cannibal: ma che è?
Io già solo quando leggo 3D nel titolo sento puzza di bufala lontano un miglio. Come quando sento una promessa elettorale shock. Per di più, si tratta di una roba spericolata alla Jackass di serie B. Una roba che insomma giusto Ford potrebbe correre a vederlo, manco si trattasse di un concerto del suo gruppo preferito: i Modà ahahà.
Il consiglio di Ford: ultimamente basta avere nel titolo 3D o circus, ed ecco che si è pronti per la distribuzione.
A questo punto mi viene un dubbio: ma una certa campagna elettorale è stata fatta promettendo il 3D per tutti!?!?
Roba da pazzi. E parlo rispetto alla distribuzione così come al voto.
Neppure il Cannibale avrebbe osato tanto.
E questo dice tutto.

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