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giovedì 5 gennaio 2012

I MEGLIO FILM CANNIBALI 2011: N. 20 - 11


Che emozione: dopo le posizioni dalla 40 alla 31 e quelle dalla 30 alla 21, stiamo entrando nella top 20 dei film cannibali più fighi dell’anno, giusto a un passo dalla prestigiosissima top 10.
Come dite? Zero emozione? Nemmeno un brividino? Nemmeno quello causato dallo spiffero d’aria della finestra che vi siete dimenticati aperti? Dite che in pieno inverno NON vi dimenticate una finestra aperti?
Nemmeno un po’ d’eccitazione per scoprire se il vostro film del cuore sarà stato inserito nella lista o clamorosamente snobbato?
Niente? Imperturbabili, siete. E vabbé, che devo fare per farvi crescere l'attesa? Promettervi una Megan Fox nuda non posso farlo, però magari una certa attrice bionda nuda nelle prime posizioni potrebbe anche esserci...
In ogni caso, ecco 10 11 film (due li ho riuniti perché dello stesso regista, ma no: non è Nicolas Winding Refn!) che vi consiglio assolutamente di recuperare se non li avete già visti, prima di svelare la ancor più spettacolare decina che si troverà in cima.

"Non mi importa se il treno esplode, voglio prima sapere
chi c'è alla numero 1 della classifica cannibale!"
20. Source Code
Regia: Duncan Jones
Genere: ricomincio da capo
Parla di: un soldato viene mandato in missione su un treno per fermare un attentato terroristico. Se fallisce, no problem, tanto può ripetere il tentativo quante volte vuole. O quasi…
Pregi: il film parte da un ottimo spunto e non se lo brucia lungo il tragitto, riuscendo nella seconda parte a uscire dai binari della parte thriller per volare sulle ali della poesia e dell’emozione pura. Ma che sto’ a’ dì?
Difetti: la trama è tutta incentrata sugli stessi 8 minuti all’interno di un treno, quindi il gioco a un certo punto rischia di farsi ripetitivo.
Attore cult: Jake Gyllenhaal, ancora una volta alle prese coi viaggi nel tempo
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"Caro Cannibale, non credo che un sequel di Amabili resti sia tanto fattibile..."
19. Hanna
Regia: Joe Wright
Genere: letale (ma non Arma letale)
Parla di: una ragazzina albina è stata addestrata in isolamento dal padre per agire come una spietata assassina. Quando però si ritroverà da sola nel mondo esterno, che accipuffolina combinerà?
Pregi: enorme Saoirse Ronan (già protagonista del mio preferito del 2010 Amabili resti) nella parte dell’albina Hanna, capace di suscitare tenerezza nonostante la sua freddezza. Un personaggio contraddittorio come il film, a tratti dolce e a tratti in grado di cambiare registro e colpire davvero duro, in maniera analoga a quanto fatto da Drive. Spettacolo poi, autentico spettacolo, la colonna sonora firmata Chemical Brothers.
Difetti: il personaggio della fredda killer non è una gran novità (qualcuno ha detto Nikita?), però per fortuna la storia si evolve in maniera differente dal solito.
Personaggio cult: Hanna (Saoirse Ronan)
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"Mon Dieu! Che ci fa questa con un libro in mano? Sfila, canta, recita, s'è
sposata il Presidente francese... ora vorrà mica imparare pure a leggere?
18. Midnight in Paris
Regia: Woody Allen
Genere: nostalgia canaglia
Parla di: Owen Wilson (ovviamente un alter-ego di Woody Allen) va a Parigi insieme alla fiancee, per una romantica vacanza prima delle nozze. Allo scoccare della mezzanotte, gli capiterà però qualcosa di inconsueto…
Pregi: un Woody Allen che sa ritrovare un’inaspettata freschezza, paradossalmente guardando al passato. Un piccolo miracolo per un film che sa incantare come una fiaba.
Difetti: Carla Bruni attrice non si può davvero vedere!
Personaggio cult: Ernest Hemingway (Corey Stoll)
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Perché spendere soldi per ingaggiare Nicolas Cage,
quando si può far recitare (meglio) uno pneumatico gratis?
17. Rubber
Regia: Quentin Dupieux
Genere: le cose più belle sono quelle senza senso
Parla di: un pneumatico. Sì, un pneumatico se ne va in giro per il deserto, mentre un gruppo di spettatori lo guarda.
Pregi: un film ge-nia-le, ci sono pochi altri modi in cui definirlo. Un geniale di tipo folle, oookay, però pur sempre geniale. L’esordiente alla regia Quentin Dupieux (anche noto come musicista elettronico sotto lo pseudonimo di Mr. Oizo con cui ha firmato pure la colonna sonora) ha realizzato una pellicola di idee, di originalità, di fantasia, di nonsense puro. Solo il Dio del cinema sa quanto bisogno ci sia di pellicole come questa.
Difetti: la seconda parte non riesce a sviluppare al meglio tutti i grandiosi spunti di partenza.
Scena cult: il monologo iniziale
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"Non riesco a studiare: sto in ansia di vedere le prime posizioni cannibali!"
16. Kaboom
Regia: Gregg Araki
Genere: fine del mondo pop
Parla di: un gruppo di ragazzi e ragazze di un college che vanno a letto con tutte e tutti come se ci trovassimo dentro un romanzo di Bret Easton Ellis, con in più l’aggiunta di un’imprevedibile componente fantasy e un complotto da fine del mondo che incombe su tutto…
Pregi: un gran calderone di idee strambe che remixate tutte insieme danno un risultato incredibilmente eccitante ed esplosivo, per una pellicola che potrà sembrare superficiale (e forse lo è), ma è anche e soprattutto una delle visioni (in tutti i sensi possibili e pure impossibili) più fiche dell’anno.
Difetti: non è che sia un film che abbia molto senso, se proprio siete tra i rompi che vogliono trovare un senso a tutto.
Canzone cult: Placebo “The Bitter End”
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"Mai visto qualcuno che si gode la musica di Justin Bieber come si deve?"
15. Le amiche della sposa
Regia: Paul Feig
Genere: questo matrimonio non s’ha da preparare
Parla di: i preparativi di nozze di una promessa sposa, ma soprattutto della sua migliore amica che farà di tutto per renderli più incasinati (e divertenti) possibili.
Pregi: in un anno particolarmente avaro di commedie davvero divertenti e non idiote, Le amiche della sposa è il film che mi ha fatto ridere di più, raccontando una storia romantica ma non smielata, nient’affatto smielata, capace di ricordarmi certe atmosfere di Magnolia. Il cast femminile è fenomenale, da una esilarante Melissa McCarthy a una fenomenalmente odiosa Rose Byrne, ma la trascinatrice assoluta delle pellicola è il fenomeno del Saturday Night Live Kristen Wiig, con la sua performance da ubriaca in aereo che per me è l’apice della comicità 2011.
Difetti: il finale vira prevedibile verso l’happy ending, meno spudorato rispetto a molte altre american comedies in circolazione, ma comunque un pochino telefonato.
Attrice cult: Kristen Wiig
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14. Beginners
Regia: Mike Mills
Genere: romanticoso ma non troppo
Parla di: Ewan McGregor si occupa del padre moribondo e gay, quand’ecco che a una festa incontra una misteriosa quanto affascinante attrice francese…
Pregi: saper unire la leggerezza della commedia romantica migliore, quella fatta di incontri stile Prima dell’alba, con un esistenzialismo drammatico mai pesante. Splendidi i due protagonisti Ewan McGregor e Melanie Laurent, così come il “vecchio” Christopher Plummer. Mitico il cane che parla con le didascalie!
Difetti: il regista è bravo a viaggiare attraverso differenti piani narrativi, però non raggiunge i vertici visionari e poetici di un Michel Gondry…
Personaggio cult: il cane Arthur
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Aaaaaaamanda è libera!
13. Another Earth
Regia: Mike Cahill
Genere: another sci-fi
Parla di: una ragazza che finisce in prigione per aver causato un incidente d’auto mentre era ubriaca, proprio mentre sentiva alla radio la notizia della scoperta di un altro pianeta, uno che sembrerebbe uguale in tutto e per tutto alla nostra Terra…
Pregi: Another Earth significa another sci-fi, un’altra fantascienza possibile. Il film presenta degli spunti fantascientifici fantastici, ma allo stesso tempo anziché andarsi a incartare tra alieni, effettoni speciali e cazzate assortite preferisce regalare una vita e un’anima ai suoi due protagonisti (e lei assomiglia in maniera inquietante ad Amanda Knox). Il finale poi è quello che mi ha lasciato più sorpreso e senza parole di tutta l’annata.
Difetti: il film presenta in tavola tematiche e dubbi mica da poco e qualcuno si poteva sviluppare di più.
Scena cult: il finale
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"Qui in Inghilterra i botti di Capodanno mica li hanno banditi. Yeah!"
12. Submarine
Regia: Richard Ayoade
Genere: strange boy
Parla di: Oliver Tate, un ragazzo molto particolare, un incrocio contraddittorio e sfuggente tra un nerd e un bulletto, e le sue prime esperienze esistenziali, tra una cotta pesante e il matrimonio in crisi dei genitori.
Pregi: cinema british che più british non si può, o forse sì, che ci presenta un personaggio molto originale, fuori dal tempo e fuori dai soliti cliché. La prima parte è fulminante, roba che sembra di trovarsi di fronte a un moderno nuovo Giovane Holden. Da applausi i due giovani protagonisti, Craig Roberts e Yasmin Paige, e bellissima la colonna sonora firmata da Alex Turner, il cantante di Arctic Monkeys e Last Shadow Puppets.
Difetti: la seconda parte del film si incarta leggermente, perdendo di vista il fenomenale protagonista per presentarci i soliti problemi di coppia tra i suoi genitori.
Personaggio cult: Oliver Tate (Craig Roberts)
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"Che odore! Chi si sta facendo una canna?"
11. Ekusute
Regia: Shion Sono
Genere: j-horror
Parla di: extension per capelli che uccidono!
Pregi: grazie alla scoppiettante regia di Shion Sono è l’horror più originale, inventivo, curioso e divertente visto quest’anno (e anche negli ultimi anni). Ma è anche presente una vicenda drammatica famigliare affrontata con tipico tatto giapponese. Grande la protagonista, Chiaki Kuriyama, già vista in Kill Bill e Battle Royale.
Difetti: come horror non è che mette poi tutta ‘sta paura fottuta addosso, visto che è divertente più che altro, però qualche scena ad alta tensione è comunque presente.
Attrice cult: Chiaki Kuriyama
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Il regista Shion Sono si fa una canna, chiedendosi cosa deve fare di più
la prossima volta per riuscire a finire nella top 10 cannibale...
11. Cold Fish
Regia: Shion Sono
Genere: la parola folle non rende abbastanza l’idea
Parla di: una ragazzina viene beccata a rubare e un uomo per “riabilitarla” le offre un lavoro nel suo negozio di acquari, diventando amico e compagno d’affari del padre della ragazza…
Pregi: il talento tanto geniale quanto pazzo del regista Shion Sono viene tutto fuori in questo acquario strabordante che presenta momenti sublimi di depravazione erotica oltre ogni più perversa immaginazione e di violenza oltre ogni soglia dello splatter.
Difetti: il talento di Shion Sono è talmente strabordante che appunto ogni tanto qualcosa esce fuori dall’acquario e la durata di 2 ore e mezzo è davvero eccessiva. Ma anche questo fa parte del suo genio incontenibile.
Scena cult: l’escalation di follia e depravazione del finale.
Recensione prossimamente…

E ora: chi ci sarà in top 10?
Ancora niente?
Nessuna emozione?
Nemmeno un pizzichino di curiosità?


mercoledì 6 aprile 2011

Ragazze e ragazzi emo, attenti: le extension adesso possono uccidere

Ekusute
(Giappone 2007)
Titolo giapponese: Ekusute
Titolo inglese: Exte - Hair Extensions
Regia: Shion Sono
Cast: Chiaki Kuriyama, Megumi Satô, Tsugumi, Eri Machimoto, Miku Satô, Yûna Natsuo, Tetsushi Tanaka
Genere: j-horror
Se ti piace guarda anche: Ringu, The Grudge, The Loved Ones, Suicide Club, Audition

Trama semiseria
Alcune donne finiscono vittime delle proprie... extension per capelli. Detto così può sembrare assurdo e pure una minchiata e probabilmente per qualcuno lo sarà anche, e invece questo film è un’autentica figata!

Recensione cannibale
Un film horror sulle hair extension? Dico, stiamo scherzando? Se fossimo dentro una produzione americana si sarebbe risolto tutto con una sequela di tipe tettone massacrate alla peggio in un salone di bellezza, cosa che se affrontata con la giusta ironia (alla Piranha 3D), potrebbe essere peraltro molto divertente. Per fortuna comunque ci troviamo dentro un film giapponese e il menù servito è ben più ricco, e non sto parlando di sushi.

In cosa consiste l’abbondante pasto messo a disposizione da questa prelibatezza nipponica?
In Ekusute ovviamente c'è una componente thriller-horror, che però cerca di affrancarsi dai soliti modelli alla The Ring/The Grudge per esplorare vie narrative diverse lontane dalla solita investigazione per scoprire cosa si nasconde dietro una serie di omicidi. C’è anche qualche breve scena violenta/splatter ma tranqui, fate un sospiro di sollievo perché non prende il sopravvento sul resto. In più la pellicola ci regala uno psicopatico di quelli fantastici, quasi una versione manga e comica del Buffalo Bill de Il silenzio degli innocenti, solo fissato con i capelli femminili anziché la pelle.
In Ekusute c'è però anche una parte più leggera e soft, con i personaggi che hanno dei momenti spensierati, come la protagonista che in un momento metacinematografico esterna a beneficio dello spettatore i suoi pensieri; lampi di Nouvelle Vague che illuminano un cinema giapponese libero di osare e non rinchiuso dentro schemi prestabiliti.
Per bilanciare ulteriormente il tutto troviamo poi anche una parte più drammatica, con la vicenda delle violenze famigliari subite da una bimbetta (tematica tipica di molti nippo-horror, però qui trattata senza pesantezza) e il rapporto travagliato tra la protagonista e l'irresponsabile e cattivissima sorella.

Il film regala insomma una gamma molto vasta di storie ed emozioni e io ho adorato ogni sua singola parte, dall'inizio alla fine. È così il cinema che più mi piace, pieno di libertà e voglia di vagare, a rischio magari di non fare un film perfetto ma con la prerogativa più che altro di fare un film vivo.
La regia di Shion Sono è notevole e sto già meditando di recuperarmi altri suoi film, visto che in patria è considerato uno dei talenti cinematografici più radioattivi (in senso buono).
Strepitosa poi la protagonista Chiaki Kuriyama, già vista in Battle Royale e Tarantino girl in Kill Bill Vol. 1 (era Gogo Yubari). Splendida non solo a livello fisico ma anche nel regalare al suo personaggio di semplice parrucchiera di periferia una notevole profondità.
Un film sorprendente, Ekusute, proprio grazie alla sua immensa libertà e al saper spaziare attraverso generi e idee cinematografiche del tutto differenti e frullate insieme nel milkshake più bono immaginabile.
Io il sushi non lo mangio (non mi piace il pesce, figuriamoci quello crudo), ma in questo piatto giapponese ricco mi ci ficco. E me ne sbatto delle radiazioni.
(voto 8+)

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