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lunedì 23 novembre 2015

Ain't no mountain high enough, ma forse l'Everest è alto abbastanza





Everest
(USA, UK, Islanda)
Regia: Baltasar Kormákur
Sceneggiatura: William Nicholson, Simon Beaufoy
Cast: Jason Clarke, Keira Knightley, Josh Brolin, John Hawkes, Jake Gyllenhaal, Michael Kelly, Emily Watson, Sam Worthington, Elizabeth Debicki, Martin Henderson, Naoki Mori, Ingvar Eggert Sigurðsson, Chris Reilly, Robin Wright, Mia Goth, Vanessa Kirby
Genere: montanaro
Se ti piace guarda anche: 127 ore, Wild, Into the Wild - Nelle terre selvagge


Una gita in montagna può essere un'esperienza distruttiva, almeno per il sottoscritto.
Una gita in montagna può però anche rivelarsi un'esperienza istruttiva. Ecco ad esempio le numerose cose imparate dalla visione di Everest:

venerdì 13 novembre 2015

Operazione bella Z.I.A.





Operazione U.N.C.L.E.
(UK, USA 2015)
Titolo originale: The Man from U.N.C.L.E.
Regia: Guy Ritchie
Sceneggiatura: Guy Ritchie, Lionel Wigram
Cast: Henry Cavill, Armie Hammer, Alicia Vikander, Elizabeth Debicki, Hugh Grant, Jared Harris, Luca Calvani, David Beckham
Genere: C.O.O.L.
Se ti piace guarda anche: i film di James Bond, i film della serie di Mission: Impossible

Se vi stavate chiedendo come potrebbe essere una pellicola di James Bond girata da Guy Ritchie, smettetela subito!
Innanzitutto perché nella vita ci sono cose più importanti da chiedersi, come ad esempio: “Come sarebbe una pellicola di James Bond girata da Quentin Tarantino?”.
E poi perché Guy Ritchie il suo film bondiano l'ha appena realizzato, solo che non è un film bondiano ufficiale. È più un omaggio... ok, se volete chiamatelo pure un tarocco, siete autorizzati a farlo.

lunedì 27 maggio 2013

STI GRAN GATSBY!


Il grande Gatsby è un grande film.
Grande quanto?

GRANDE COSI’


Fine della recensione.

Dopo aver dedicato una intera retrospettiva ai precedenti lavori di Baz Luhrmann, ovvero

me la cavo così?
E no, dai. Vi beccate un post completo. E pure uno di quelli GRANDI

"Io ancora ridere per recensione cannibale di Australia."
Il grande Gatsby
(Australia, USA 2013)
Regia: Baz Luhrmann
Sceneggiatura: Baz Luhrmann, Craig Pearce
Tratto dal romanzo: Il grande Gatsby di F. Scott Fitzgerald
Cast: Tobey Maguire, Leonardo DiCaprio, Carey Mulligan, Joel Edgerton, Elizabeth Debicki, Isla Fisher, Jason Clarke, Adelaide Clemens, Callan McAuliffe, Gemma Ward
Genere: grandioso
Se ti piace guarda anche: Romeo + Giulietta, Moulin Rouge!, Quarto potere, The Aviator, Boardwalk Empire, Big Fish

Uno nella vita dovrebbe fare quello che gli riesce meglio. Va bene sperimentare, tentare cose differenti, arrischiarsi su sentieri poco conosciuti, ma poi è meglio raccogliere le esperienze fatte e utilizzarle all’interno di ciò che si sa fare in una maniera migliore di chiunque altro. Per me con Il grande Gatsby Baz Luhrmann ha fatto qualcosa di simile ai Daft Punk. Con il loro nuovo album capolavoro “Random Access Memories” sono tornati a suonare la musica che gli riesce meglio, la Disco, come in Discovery. Senza proporre una sterile e nostalgica replica di quell’album, o della Disco anni Settanta, bensì riformulandola con una sensibilità nuova.
Baz Luhrmann con la sua versione de Il grande Gatsby sembra seguire lo stesso approccio. Il suo precedente Australia si era rivelato un melodrammone troppo old-style, in cui giusto nei primi minuti di pellicola si intravedeva intatto il suo stile, per poi trasformarsi in una copia poco inventiva dei film della vecchia Hollywood. Con Australia, non è come se Luhrmann avesse voluto girare il suo personale Via col vento, è come se avesse voluto girare proprio Via col vento, in versione australiana, rinunciando quasi del tutto al suo spumeggiante approccio post-moderno.
Chiusa quella sbadigliosa parentesi classica, il Baz nostro è tornato a fare quello che sa fare meglio. Lo sborone post-moderno. E sti gran Gatsby se gli riesce bene!

"Smettetela subito di chiamarmi Caz Luhrmann e concentratevi!"
Baz Luhrmann dà il suo meglio quando gioca in trasferta. I suoi film australiani sono i più deboli della sua filmografia: Ballroom - Gara di ballo è un esordio promettente, però è ancora parecchio acerbo e lascia intravedere solamente i barlumi della grandeur futura. Australia come detto è un noioso, seppur non del tutto disprezzabile, inno d’amore al cinema classico e poco altro. È invece solo quando si confronta con l’estero, che il Baz nostro disputa le sue partite migliori. Con Romeo + Giulietta si è confrontato con il mito assoluto della drammaturgia britannica, Will the Pelvis in Stratford Shakespeare, e ne è uscito vincitore. Con Moulin Rouge! ha pigliato il locale simbolo di Parigi e della Francia bohèmienne tutta e ha siglato una nuova splendida rete. Adesso è andato a tirare fuori dallo scaffale uno dei grandi classici della letteratura americana del Novecento, Il grande Gatsby di F. Scott Fitzgerald, ha soffiato via la polvere e gli ha aggiunto colore.
Ora, potrei fare un confronto tra romanzo e pellicola, ma non lo farò perché:
1) Risulterei ancora più pretenzioso di quanto sono di solito.
2) Volevo leggere il libro prima di vedere il film, ma non ho fatto in tempo e così si va ad aggiungere al lungo elenco di letture che dovrei assolutamente recuperare prima di morire.

"Ma che ci troverà tanto di sospetto nelle mie feste, questa Ilda Boccassini?"
Non avendo letto il libro, non so quanto ci sia di fitzgeraldiano in codesta pellicola. Quel che so di certo è che i personaggi sono stati resi al 100% luhrmanniani. Su tutti lui, il grande del titolo. Jay Gatsby va a raccogliere il testimone dei precedenti idealisti, quelli innamorati dell’amore, quelli che tutto è sempre una questione di vita e di morte, quelli come Romeo (il giovane Leo DiCaprio) e come Christian (Ewan McGregor) di Moulin Rouge!. Oltre che un inguaribile ottimista, uno che vive nell’eterna speranza, Gatsby è anche un personaggio estremamente misterioso. Uno che farebbe di tutto pur di incontrare Daisy (Carey Mulligan) e che, se non avesse le splendide fattezze di Leonardo DiCaprio, sembrerebbe solo uno schifoso inquietante stalker e basta.
Invece no. Gatsby non è uno stalker. Gatsby è un grande punto interrogativo, un uomo che tutti conoscono, ma che nessuno conosce veramente. Come Don Draper della serie tv Mad Men. O ancora come il colonnello Kurtz di Apocalypse Now. Un uomo sul cui conto girano le leggende più disparate, alcune delle quali messe in giro da lui stesso, proprio come l’Ed Bloom di Big Fish, che Ewan McGregor ha intepretato subito dopo Moulin Rouge!, sarà un caso?
Il grande Gatsby assomiglia allora a un thriller, con il narratore Nick Carraway (un Tobey Maguire perfetto) che cerca di risolvere il mistero, prova a farsi largo in quella nebbia che è la vita di Gatsby. Una nebbia dietro alla quale si cela una luce, verde come la speranza.
La speranza è rappresentata da Daisy, una Carey Mulligan di una bellezza abbagliante, che illumina lo schermo e illumina anche un personaggio non particolarmente simpatico, ma che nel romanzo pare fosse ancora più disprezzabile. Peccato solo che Daisy sia sposata con quel gran pezzo di stronzone di Tom Buchanan, un Joel Edgerton bravo davvero a fare il gran pezzo di stronzone, sarà anche questo un caso?

"Chissà se in questo film riuscirai a sopravvivere fino alla fine, eh Leo?"
Una storia d’amore, dunque? Oppure un thriller alla scoperta dei misteri di Gatsby?
Il primo mistero è: da dove arrivano i suoi soldi? Dalla compravendita immobiliare? Dalla mafia? Da Craxi?
Il secondo e più grande è: chi è, chi è davvero Gatsby?
Il film è allora più di ogni altra cosa un’indagine ad personam alla Quarto potere, cui il regista sembra guardare come modello d’ispirazione e che ripropone in una riuscita chiave post-moderna. La sua chiave, il suo cavallo di battaglia, ché come fa il post-moderno Luhrmann nessuno mai.
Al Baz nostro non sembra interessare parlare solo degli anni ’20, lui preferisce raccontare l’America degli ultimi 100 anni tutta. Il decennio in cui è stato scritto il romanzo rivive nelle scenografie sfavillanti, nei costumi firmati da Prada, nei completi di Brooks Brothers e altri marchi molto fashion, nella Rapsodia in blu di George Gershwin, nei suoni jazzati campionati (o, se siete tra i detrattori, stuprati) da vari artisti di oggi, su tutti Jay-Z che ha curato in prima persona la colonna sonora. Elementi retrò remixati però con uno stile attuale, in maniera analoga a quanto fatto in Moulin Rouge! o più di recente anche dal Quentin Tarantino di Django Unchained; western-rap in quel caso, swing-hop in questo. Una scelta azzeccata (sebbene un will.i.am ce lo poteva anche tranquillamente risparmiare e al suo posto avrebbe potuto svettare un Justin Timberlake), con vertici nell’esaltante “Who Gon Stop Me Now” di Jay-Z e Kanye West nella splendida scena della prima seconda sbronza di Tobey Maguire, nel languido leitmotiv “Young and Beautiful” di Lana Del Rey e nella dolce “Together” dei The xx. Una scelta in grado di rendere più appetibile la vicenda al pubblico di oggi. Non una ruffianata, forse giusto un pochetto, ma il marchio tipico dello stile di Baz Luhrmann. A questo giro, il regista non stupisce più come ai tempi di Romeo + Giulietta e Moulin Rouge!, ovvio, però lo propone adesso con una naturalezza impressionante e imprimendo al racconto un ritmo e una tensione drammatica come pochi altri registi al mondo sanno fare.
“Non si può ripetere il passato,” Nick avverte Gatsby nel film, ma Luhrmann, così come Gatsby, non sembra dello stesso avviso. Ripetere il passato si può. Eccome se si può. Basta ripeterlo nella propria personale maniera. Il tempo per Baz Luhrmann è qualcosa che scorre in una maniera diversa da come scorre per tutti gli altri essere umani. Passato e futuro si mescolano in un eterno presente. I suoi film non sono retrò, non sono classici, non sono moderni e forse non sono nemmeno post-moderni. Semplicemente esistono ed è come se fossero sempre esistiti.

"Giulietta, sono contento che sei ancora viva e sei diventata un'agente della CIA.
Adesso però attacco, che sto aspettando una telefonata da quella stronza di Daisy!"
Il grande Gatsby di Baz Luhrmann non è quello di Fitzgerald. È il suo Gatsby. Il grande Gatsby di Luhrmann è una storia lacerante nascosta sotto una patina glamour, è Quarto potere e Gossip Girl, è Boardwalk Empire e Revenge, è George Gershwin e Lana Del Rey, è Romeo + Juliet e Jay-Z + Beyoncé, è gli anni ’20 e il presente, è tradizione e modernità, è il battesimo dell’idealismo romantico e il suo inevitabile funerale, è guardarsi dentro e vedere il mondo fuori, è grande letteratura che si fa grande cinema.
Alle critiche nei confronti del film, la risposta migliore la dà Nick Carraway/Tobey Maguire: “Loro sono tutti marci, tu da solo vali più di tutti loro messi insieme.”
Perché, checché se ne dica in giro, Il grande Gatsby è un grande film, vecchi miei.
(voto 9/10)



Dove correte?
Aspettate a lasciare la sala. Per voi ammiratori del grande Gatsby, ma anche per quei birboni dei suoi detrattori, ecco a voi…

IL GRANDE TEST
Dimmi cosa mangi e ti dirò quale personaggio de Il grande Gatsby sei


1 - La tua arma di seduzione:
A) Lo sguardo da nerd imbambolato
B) Lo sguardo da cucciolo bastonato
C) I muscolazzi
D) Un finto sorriso di circostanza

2 - Suona il telefono…
A) Non rispondo, tanto saranno quelli di Infostrada
B) Uff, sarà qualche mio fans
C) Meglio rispondere in privato, non si sa mai…
D) Corro al telefono, magari è il mio amato/la mia amata

3 - La canzone che potrebbe fare da colonna sonora alla tua vita:
A) Caparezza “Fuori dal tunnel”
B) Lana Del Rey “Young and Beautiful”
C) ABBA “Money Money Money”
D) Blondie “Call Me”

4 - Il tuo film preferito:
A) La finestra sul cortile
B) La rivincita delle bionde
C) Wall Street
D) Romeo + Giulietta

5 - Questa sera c’è un party…
A) Ci vado, ma solo dietro invito ufficiale
B) Che noia, so già che sarò di certo la persona più bella presente
C) Evvai che mi sbronzo!
D) Arrivo fashionably late e poi me ne vado via subito dopo

6 - Quale tra questi personaggi stimi di più?
A) Gatsby
B) Paris Hilton
C) Il Trota
D) Lapo Elkann

7 - Quali sono stati i tuoi studi?
A) Scienze della Comunicazione, ma poi mi sono dedicato all’economia
B) Scuola di moda
C) Cepu, ma non è bastato e allora il papi m’ha comprato la laurea
D) Sono andato ad Oxford. Ehm, più o meno…

8 - Ti piace raccontare bugie?
A) No, mi interessa cercare la verità
B) Se solo inventarsele non fosse così faticoso
C) Sono il re delle balle
D) Tutta la mia vita è una menzogna

9 - L’obiettivo più importante della tua vita è…
A) Scrivere il grande romanzo americano
B) Essere per sempre giovane e bello/a
C) Ciulare e fare soldi!
D) Passarla insieme alla persona che amo

E ora... leggi il tuo profilo
MAGGIORANZA DI A
Nick Carraway (Tobey Maguire)
Sei un narratore e anche quando vivi delle esperienze in prima persona ti sembra di viverle dall’esterno. E sì, di certo sei anche un po’ nerd.

"Volevi essere come DiCaprio... e invece sei come me, UAH AH AH!"

MAGGIORANZA DI B
Daisy Buchanan (Carey Mulligan)
Sei superficiale, attaccata ai soldi e al lusso, sei pure un po’ stronzetta, però che te frega? Tanto sei figa.

"Ma come, nemmeno io sono venuta con la maggioranza di B?"

MAGGIORANZA DI C
Tom Buchanan (Joel Edgerton)
Sei prepotente, un filo nazistello, egoista e ti interessa solo e soltanto di te stesso. Quindi di questo test non te ne potrà fregar di meno.

"E io ho sprecato il mio tempo a fare questo stupido test, anziché giocare a polo o trombare?"

MAGGIORANZA DI D
Jay Gatsby (Leonardo DiCaprio)
Sei come Gatsby, quindi sei… boh. Sei davvero un gran mistero.

"Non pensavo si potesse sudare tanto per fare un semplice test..."



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